Professional Documents
Culture Documents
245
246
Forti, lavoratori e onesti
Dalla documentazione sui sodalizi dei Lombardi al Corso, di S. Maria
di Loreto, di S. Rocco a Ripetta, di S. Giacomo in Borgo e sugli istituti
della Consolazione, del S. Giovanni, del S. Giacomo e di Ponte Sisto
abbiamo potuto riscontrare la presenza a Roma, nel secolo XVII, di una
quantità pressochè impensabile di Valtellinesi. Di loro ben 429 erano fac-
chini. Un ulteriore studio su questa particolare tipologia di nostri emigra-
ti ci ha portato a rintracciarne altri. Anche in questo caso il loro numero
sembra incredibile, se non fosse documentato da precisi riscontri negli
Stati delle anime e nei vari atti di battesimo, matrimonio e morte che li
riguardano. Come al solito ci sono delle imprecisioni – a volte – riguardo
la loro età e l’esatta grafia dei nominativi o della provenienza. Sappiamo
però che i parroci delle parrocchie di appartenenza nell’Urbe si preoccu-
pavano soltanto di renderli individuabili ai fini della frequentazione dei
sacramenti.
Dove lavoravano esattamente tutti questi fachini dalla Voltolina e per-
ché mai erano così numerosi ?
La maggior parte risultano addetti alle dogane di Roma.
Quanto al numero era dovuto al fatto che si trattava di uomini forti, e
quindi in grado di sopportare pesi e fatiche non comuni, lavoratori, e quin-
di affidabili per un’attività non certo tra le più ambite, onesti, e quindi
molti di loro pressochè indispensabili per le mansioni di controllo e fidu-
ciarie a cui venivano preposti.
Più specificatamente i Valtellinesi erano assunti dalle dogane dello
Stato Pontificio in Roma nella qualità di :
- facchino (baiulus)
- facchino di grano
- facchino voltatore o conciatore di grano
- facchino misuratore di frumento
- primo misuratore di grano
- caporale dei misuratori
- facchino capo
- facchino di vino
- facchino de arte de sale
C’era anche chi, arrivato a una certa età, si metteva in proprio asso-
ciandosi ad altri dello stesso mestiere, sempre convalligiani e per lo più
247
originari come loro dello stesso paese. In tal caso diventava:
- facchino magazziniere
Altri poi svolgevano questa attività presso istituti o al servizio di tutti.
Così che abbiamo anche :
- facchino d’ospedale
- facchino di palazzo
- facchino di piazza.
I misuratori di frumento avevano la loro Corporazione, una delle dodi-
ci Università aggregate a S. Maria dell’Orto a Trastevere, oppure faceva-
no parte come i fornai del sodalizio della Madonna di Loreto; mentre i
facchini di vino e gli altri erano a loro volta congregati alla Compagnia di
S. Rocco a Ripetta o all’Arciconfraternita dei Lombardi al Corso.
Riguardo alle Dogane Pontificie, nel Seicento, va ricordato che a Roma
esisteva la Dogana di Terra, situata nel rione di S. Eustachio e col dazio
del grano dislocato a Campo dei Fiori; la Dogana di Ripa, sul Tevere,
presso il porto di Ripa Grande; la Dogana di Ripetta, anch’essa sul
Tevere, al punto d’incontro fra la via della Scrofa e quella di Ripetta; la
Dogana della Grascia, che si teneva sotto il Campidoglio a Campo
Vaccino, per l’approvvigionamento e la vendita del bestiame da macello
ed anche dei grassi, l’olio, il pesce, frutta e verdura nonché vari generi ali-
mentari; la Dogana di Borgo e la Dogana della Pescaria, entrambe poste
nei rispettivi approdi sul Tevere. Tranne quest’ultima, in tutte le altre ci
lavoravano i nostri convalligiani.
248
Francesco Fontana affinchè erigesse la fabbrica chiudendo gli intercolun-
ni, creando un cortile spazioso e realizzando magazzini per le merci che
giornalmente vi sarebbero state introdotte, nonché uffici per i ministri.
L’edificio venne completato nel 1695.
La maggior parte dei nostri convalligiani che lavoravano alla Dogana
di Terra stavano a Campo de’ Fiori. Ci furono tuttavia alcuni di loro che
restarono a prestare servizio prima alla dogana vecchia poi a quella nuova.
Per comodità, a gruppi o con le famiglie, abitavano in zona: nel rione di
S. Eustachio e nel rione Pigna. Molti ci passarono tutta la vita, come da
documentazione:
249
Nel 1658 nella casa, prima occupata dai nostri, si sono insediati dei
facchini milanesi. Una decina di anni dopo tornano dei Valtellinesi
(105d):
250
PAOLO D’ANTONIO 1630
della Voltolina abitano tutti assieme in una casa delli
MARTINO D’ANTONIO Facchini nella parrocchia di S. Marco
MARTINO D’AMBROGIO (109d).
GIUANNE de Mel
251
GIOVAN ANTONIO REPELINO 4 settembre 1641
di Cino muore e viene sepolto nella chiesa di
S. Maria del Pianto (113d).
DOMENICO RAPOLINI 42 a.
MARGARITA moglie 44 a.
MAURITIA figlia
PIETRO VALENA
ANDREA PEDRENI
CARLO RAPOLINI
DOMENICO CAMILLO
ANTONIO da Mello
ANDREA PENNONI
Facchini 1666
PIETRO GARZETTI Abitano anche loro nella parrocchia di
GUGLIELMO GULLOTTI S. Marco al rione Pigna (118d).
PIETRO PONCETTA
252
ANTONIO RICCI
ANTONIO GIOVANNINI
SILVESTRO CAPORALE
PIETRO CAPOLINO
BARTOLOMEO GALENNE
MARTINO GALENNE
253
DOMENICO del MOTTO 1 giugno 1608
della Voltulina muore. Sepolto in S. Eustachio (124d).
della terra di Piazza Longa
facchino della Dogana
In Dogana
GIOVAN PAOLO GRAZIOLI 30 a. 1661
del q. Antonio abitano tutti assieme in una casa della
GIUSEPPE GRAZIOLI figlio 15 a. parrocchia di S. Eustachio (130d).
LORENZO del q. Martino 30 a.
di Mossini
GIOVANNI suo fratello 30 a.
CARLO CATINACCI 39 a.
di Giovanni
BARTOLOMEO MORELLI 30 a.
del q. Giacomo
254
BARTOLOMEO FRANCIOLI 50 a.
di Antonio
altri 8 facchini sui 30 a.
Dogana
PIETRO PANIGA 26 a. 1692
BARTOLOMEO PANIGA 35 a. Tranne il primo facchino, che è rimasto,
FRANCESCO ZANNINI 40 a. hanno preso il posto dei precedenti con-
ANTONIO MALANI 60 a. valligiani (135d).
PIETRO FOLLA 40 a.
ANTONIO PICCINI 42 a.
BARTOLOMEO BAROLI 32 a.
255
MARTINO DI GIANNI 28 a.
altri 2 facchini
256
DOMENICO BARATTA 30 a. 1679
PIETRO PRANDINI 30 a. La maggior parte dei facchini di vino
GIOVANNI del CAMER 32 a. svolgevano la loro attività a Ripetta e a
STEFANO del SORIE’ 25 a. Ripa Grande. Ce n’ erano tuttavia di quel-
li che lavoravano anche altrove come
appunto gli appartenenti a questa Com-
pagnia (141d).
Casa di Facchini
ANTONIO RUFFONI 56 a. Un’ annotazione a lato precisa che sono
FRANCESCO PAINI 40 a. tutti dalla Voltolina (144d).
GIOVANNI FIORELLI 35 a.
GIOVANNI GUSME’ 28 a.
DOMENICO JACCHINI 23 a.
ANDREA FEROLA 20 a.
Pur abitando nello stesso rione della Dogana di Terra, questi due fac-
chini si sono messi in proprio e che l’attività sia sufficientemente redditi-
zia lo si deduce dal fatto che il primo ha messo su famiglia:
257
Casa Magazziniera di Vino 1699
MENATTI del q. Francesco 36 a. Il piccolo nucleo si è installato nella ca-
FALLAGRANO vedova del sa della vedova.
q. Gaudenzio moglie
FRANCESCO figlio 9 a.
MADALENA figlia 8 a.
ANGELA figlia 5 a.
MICHEL ARCANGELO
da Castel Gandolfo Il Valtellinese è definito da Castel
fratello del Menatti 29 a. Gandolfo per il suo ultimo luogo di
ANDREA GATTI 23 a. provenienza e residenza. Molti nostri
di Battista convalligiani, appena arrivati a Roma tro-
facchino dalla Voltolina trovavano infatti una sistemazione imme-
diata nelle vicinanze dell’Urbe o ai Ca-
stelli Romani (145).
Casa di Facchini
GIOVANNI CASIMIRO 33 a. E’ riportato che questi ha la moglie al
del q. Lorenzo paese (146d).
dalla Voltolina
GIOVANNI POLI 50 a.
di Pietro
GIUSEPPE CROTTO 28 a.
di Pietro
ANTONIO del q. Giovanni 35 a.
C’è poi una terza abitazione con dei convalligiani, che hanno indub-
biamente tanto in comune:
Casa Facchini
DOMENICO CIAMPINO 41 a. Per i primi tre emigrati veniamo a sapere
del q. Tomaso che hanno lasciato la moglie al paese.
dal Biolo
ANTONIO MANCINI 50 a.
del q. Domenico
GIOVANNI TOGNOLO 38 a.
dal Biolo
258
VINCENZO BONOLE 25 a.
di Giovanni di Roncaja
VINCENZO da Sciermine 25 a.
15 gennaio 1685
GIOVANNI BARILANI
figlio del quondam Guglielmo
della Valle di S. Giacomo di Campodolcino,
diocesi di Como,
della parrocchia di S. Marco,
sposa
CATHERINA CICHERI romana
figlia del q. Settimio.
259
BARTOLOMEO TOGNA 1699
facchino di Casa
Misuratori di grano
MICHELE RIAMOLDI 36 a. 1634
MARTINO SPALLATO 28 a. Occupano assieme una delle numerose
JACOMO POLA 45 a. case della Compagnia dell’Annunziata,
JACOMO CHIESA 27 a. in via del Biscione, nella parrocchia di
BARTOLOMEO BOLLA 30 a. Grotta Pinta, al rione Parione (150d).
ANDREA BOLLA 25 a.
MAFFEO DEL FORNO 24 a.
DOMENICO RUMIGETTO 22 a.
BARTOLOMEO ROMIGETTO 30 a.
PIETRO DEL FRA 35 a.
Una ventina di anni dopo, nella stessa casa di proprietà del pio sodali-
zio, vicino alla Hosteria del Biscione, troviamo sempre dei Valtellinesi:
260
Misuratori di grano 1657
SIMON BONOLO Rispetto al passato, i convalligiani che
CRISTOFANO DELLA GOLA occupano l’abitazione sono altri. Hanno
ANTONIO NERI però mantenuto la professione dei pre-
ANDREA COPPA decessori (151d).
ANDREA ZAMPINO
ANTONIO TOGNINO
PIETRO GIANONI
PIETRO MIOZZARO
FRANCESCO CAIOLO
261
BARTOLOMEO MARTINOLI
Facchini
DOMENICO SCETTI
ANTONIO di SCALCI
PIETRO GRATENO
ANTONIO di MERCURIO
PIETRO PULCINELLA
DOMENICO SCETTI altro
Misuratori di grano
FRANCESCO MATERNIN
BARTOLOMEO FIORE
GIACOMO CHIESA
CHRISTOFANO ARDIGN
TOMASSO VALMALA
GIOVANNI CIAMPINO
LORENZO MANCINI
GIOVAN BATTISTA CIAMPINI
GUGLIELMO FAZINI
Sempre per gli anni 1640-41, nella stessa zona, all’Isola di S. Marco,
altro gruppo ancora di nostri emigrati. Abitano nella Casa dei Bresciani
(156d):
Facchini
TOMASSO GIACOMOLI 25 a.
ROMEDIO VANNOLI 41 a.
PIETRO MANCINI 23 a.
DOMENICO CONTI 25 a.
GIACOMO FIORONI 22 a.
ANTONIO MESCIO 21 a.
ANTONIO de MENIGA 35 a.
ANTONIO GIANNOLO 25 a.
LORENZO CONCIA 50 a.
262
MARTINO BERTONI 41 a.
GIOVANNI CEFFI 50 a.
Sette anni dopo c’è ancora il nostro Caporale dei facchini misuratori di
grano con familiari e parenti vari, che il suo grado gli deve aver facilitato
di chiamare a Roma. C’è anche qualche vecchio compagno e tanti nuovi
Valtellinesi (158d):
263
LORENZO RUSPAROLO 24 a.
GIOVANNI CERESA 25 a.
Poco più avanti, nello stesso isolato, altra Casa di Facchini (160d):
Facchini di vino
PAOLO BONINO 21 a.
MARTINO ZANNI 33 a.
MARTINO TONASSA 38 a.
PIETRO GIANARDINI 41 a.
PIETRO LESENA 36 a.
264
DOMENICO CASCIONIO
DOMENICO ANNESI
JACOMO PULI Sono tutti qualificati come facchini.
GUGLIELMO BORLINI
FRANCESCO GARICCIOTTI
PIETRO BIONDI
JACOMO BIGNODINO
Facchini
SILVESTRO GAVAZZI 40 a.
della Valtellina
ANTONIO CAVO 25 a.
FRANCESCO CRAPEL 38 a.
JACOMO CRAPEL 36 a.
GIOVAN PIETRO PIDOCH 35 a.
GIOVANNI BONDON 35 a.
Vicolo de Leutari
Isola del Tassi
Palazzo del signor Principe Panfilio
Isola del Galli
Vicolo dell’Aquila
Isola del Manini, o Silvestri
Isola de’ Pollaroli
Isola del Pichi
Fontana Brugiata
Albergo del Moretto
Isola del Paradiso
Isola di Ciampini
Isola di Campo di Fiore
Cortile della Nave
Facciata di Campo di Fiore
Scaletta
265
Isola di S. Marco
Isola de Pizzicaroli
Cancellaria
Anche nel 1674 il solito gruppo dei Martinoli e degli altri sono tutti
presenti. Nuovi compagni li affiancano (164d):
Misuratori alli Ciampini 1674
DOMENICO MARTINOLI 37 a.
BARTOLOMEO MARCHESE 37 a.
JACOMO BARISETTO 33 a.
PIETRO FONTANA 32 a.
GIOVANNI BIGIOLIERE
PIETRO ROMIGIOLO
LORENZO CERTANA
GIOVANNI FOLINI
ANTONIO DI GIOVANNI
JACOMO D’ALESSIO
GIOVANNI PETRUCCI
Nella Facciata di Campo di Fiore un convalligiano, di cui abbiamo pre-
cedentemente riscontrato la presenza assieme a compagni della stessa
terra e che si è sposato, vive ora con la sua famiglia in una stanza (166d):
STEFANO MARTINOLI 49 a.
da Valtellina
MADDALENA VIRGILII 35 a.
romana moglie
TOMASSO figlio 13 a.
JACOMO 5 a.
MARGHERITA 7 a.
VIRGINIA 3 a.
ISABELLA 6 a.
266
MARTINO DELL’ACQUA
GIOVANNI de BALESTRA
ANDREA di TONEI
MAFFEO DELL’ACQUA
PIETRO DELL’ACQUA
Facchini Misuratori
ANTONIO BARATTA 40 a.
STEFANO BORNIGA 40 a.
JACOMO MAZARA 45 a.
GIOVAN BATTISTA PANICA 25 a.
PIETRO SONGINO 25 a.
Alcuni anni dopo nella Facciata di Campo di Fiore, una stanza vicino
all’abitazione di Stefano Martinoli, che col passare del tempo è riuscito a
sistemarsi con la famiglia in una casa e che viene riportato come romano
- erroneamente, o così inteso per “adozione” visto gli anni che si trova
nell’Urbe, perché non è nato a Roma ma in Valtellina -, è occupata da altri
convalligiani (169d):
Nella vicina osteria alloggiano ancora altri facchini della nostra terra
(170d):
267
Inoltre, negli abbaini, hanno trovato una sistemazione sotto tetto un
secondo gruppo di facchini:
PAOLO del q. Giovan Antonio della Voltolina
ANTONIO del MAFFE’
MARCO di Stefano
GIOVANNI MARIA COLA dell’Antonio
DOMENICO SONGINI 49 a.
della Voltolina
FAUSTINA MARCIANI moglie 30 a.
romana
MARGARITA figlia 2 a.
DOMENICO figlio 8 mesi
Catarina nipote romana 15 a.
PIETRO SONGINI 50 a.
misuratore
268
MARIA DIONISII moglie 29 a.
romana
GIOVANNI figlio 9 a.
CATERINA figlia 10 a.
ANTONIO 8 a.
FRANCESCO 6 a.
INNOCENTE 4 a.
RAIMONDO 7 a.
CAETANO 5 a.
GIOVANNI DOMENICO 2 a.
L’anno dopo nelle vicinanze della piazza di Campo dei Fiori, oltrepas-
sata la casa di un brigliozzaro, alcuni facchini di vino valtellinesi sono
finalmente riusciti a mettersi in proprio (174d):
Facchini
PIETRO FOLINI 40 a.
DOMENICO MOTTA 29 a.
ANDREA SCIGULIN 38 a.
MATTEO TROMBE’ 30 a.
ANTONIO BOIANI 28 a.
269
22 gennaio 1600
GIOVANNI nato il 22 del q. GIOVANNI BALLABENI dalla Voltolina
e di Donna PELLEGRINA sua moglie romana di questa parrocchia.
Padrino Federigo de Pizzi e madrina Silvia Colonna (176d).
17 giugno 1600
GIOVAN BATTISTA di MARTINO SPALLA dalla Uoltolina e di FEDARICHA
sua moglie.
Padrini: GUGLIELMO SCHENA e madrina Donna GIOVANNA DE ROSSI
(177d).
6 luglio 1600
SIMONE nato il 6 di DOMENICO DE SIMONI dalla Voltolina e Donna ISA-
BELLA sua moglie della parrocchia di S. Maria di Grotta Pinta.
Padrino Battista Ballasoni e madrina Donna Speranza moglie di mastro
Antonio Portughese (178d).
2 settembre 1601
BARBARA nata il 28 passato da ANTONIO PETRETTI dalla Voltolina e da
Donna MARIA sua moglie della parrocchia dei SS. Vincenzo e Anastasio.
Padrino Nicolò Benigno e madrina la signora Olimpia Rosa Felici (179d).
14 gennaio 1603
SOFIA nata il 12 da ALESSANDRO PADELLINI romano e di SUSANNA sua
moglie della parrocchia di S. Maria del Pianto.
Padrino Giovanni Brengo da S. Sofia e madrina Elena … (180d).
8 settembre 1606
AGATA di STEFANO MAZZA di Vincenzo da Ponte, diocesi Comense, e di
Donna CATARINA sua moglie figlia di Tomasso de Cenci.
Padrino Giovan Battista Lucatelli milanese e madrina Donna Vittoria
Lucatelli (181d).
26 maggio 1607
JACOMO di DOMENICO del CARRO della Voltolina e di MARGARITA sua
moglie.
Padrino Taddeo Raimondi e madrina Antonia Cucarelli (182d).
26 giugno 1607
GIOVAN ANTONIO di DOMENICO BASSALORO della Voltolina e di
MARIA di questa parrocchia.
Padrino il signor MARIO MORONI e madrina Donna Lucrezia moglie di
Giovan Paolo Barasi (183d).
270
29 febbraio 1608
VINCENZA di STEFANO del MAZZA da Ponte e di CATARINA a S. Tommaso
de Cenci.
Padrino Luigi Filippo de Guaschi e madrina Donna Vittoria di Giovan
Battista ciambellaro (184d).
23 febbraio 1610
PIETRO nato il 22 di PAULO COMPAROLI della Veltolina e di GENTILE di
Città di Castello sua moglie parrocchia di S. Caterina della Rota.
Padrino FILIPPO CORTI e madrina Isabetta Bruscia (185d).
19 novembre 1614
CESARE nato il 16 di PAOLO COMPAROL del Lago di Como e di GENTI-
LE sua moglie della parrocchia della Chiesa Nuova.
Padrino Giovan Battista cremonese e madrina Donna Marta Petrucci roma-
na (186d).
6 settembre 1650
ANTONIO GIORGIO nato il primo settembre da GIORGIO DUBIN diocesi
di Como e da LORETA Scolastica romana, coniugi della parrocchia di S. Ma-
ria in Publicolis.
Padrino Giorgio Piatti di Gravedona ed Elisabetta Pasta Calda ostetrica
romana (187d).
8 settembre 1650
DOMENICO nato il 4 da LORENZO BARRUZIO de Valtelina de Arden, dio-
cesi di Como, e da ORTENSIA GIANINI romana, coniugi della parrocchia di
S. Maria in Monticelli.
Madrina Santa moglie di Ippolito Desideri (188d).
4 febbraio 1691
FLAMINIA GIOVANNA COSTANZA nata il 25 gennaio dal signor PIETRO
SONGINO de Valtellina e da FAUSTINA Marciani romana.
Padrino Paolo Canavasio romano e madrina la signora Francesca Catalani
romana (189d).
271
6 gennaio 1692
GIOVANNA FRANCESCA INNOCENZA BENEDETTA nata il 2 da PIETRO
SONGINO e signora FAUSTINA Marciani, coniugi di questa parrocchia.
Padrino Illustrissimo Don Antonio Roccio, e per esso il rev. don Carlo De
Angelis, e madrina signora Elisabetta Marciani (190d).
21 giugno 1692
FLAVIA PETRONILLA nata il 14 da GIOVANNI MANCINO de Biolo dioce-
si Comense e da MARTA Santelli da Giove.
Padrino Illustrissimo Giovan Antonio Sampieri e madrina Donna Maria
Manfroni, e per essa Orsola De Rubeis (191d).
24 luglio 1694
GIACOMO BERNARDO DOMENICO nato il 19 da PIETRO SONGINO di
Valtolina, diocesi di Como, e da FAUSTINA Marciani romana.
Padrino PINO DEL BELLO da Valtellina e signora MADDALENA FARINA
di Marino (192d).
12 febbraio 1695
FRANCESCO MARIA INNOCENZO AMBROGIO nato il 7 da LORENZO
GAVAZZI di Voltolina e dalla signora ANGELA CATERINA Galli romana,
coniugi di questa parrocchia.
Padrino Eccellentissimo Francesco Maria Costantini di Ascoli e la signora
Cecilia Mida romana (193d).
1 luglio 1695
PIETRO CESARE FELICE nato il 30 giugno dal signor CARLO PRANDINI
da Voltulina e da MARIA ANTONIA Valentini con parrocchia di S. Maria
Egiziaca.
Padrino PIETRO CESARI di Voltulina e madrina signora Agnese Poli terna-
na (194d).
27 ottobre 1696
FEDERICO SIMONE nato il 26 da GIOVAN PIETRO CAMERA e da BAR-
BARA Vidman romana con parrocchia di S. Carlo ai Catinari.
Madrina Ursula Vidman (195d).
25 febbraio 1697
ELENA ANNA e MARGARITA CECILIA nate questo stesso giorno da
272
LORENZO GAVAZZI di Valle Tellina, diocesi di Como, e dalla signora
ANGELA Galli di questa parrocchia.
Padrino di entrambe il signor Pietro Galli e madrina Lucia Rapagnani per la
prima e per la seconda Faustina Ferrocci (196d).
15 febbraio 1699
FRANCESCO FILIPPO GREGORIO nato il 13 da GIOVAN PIETRO CAME-
RA e da BARBARA Vidman romana con parrocchia di S. Carlo ai Catinari.
Padrino Francesco Fracassi senese e madrina Ala De Santis romana (197d).
273
BARTOLOMEO RAIETTA 21 agosto 1623
della Voltolina muore a S. Salvatore in Campo nel vico-
35 anni lo della Goletta a Campo di Fiore.
facchino Sepolto in chiesa (205d).
274
di Valtellina muore nella casa affittata in piazza delle
30 anni Carrette. Sepolto in chiesa (214d).
275
LORENZO BIGIOLLI 17 gennaio 1657
de Arden de Voltolina abitava in piazza dei Pollaroli, muore.
60 anni E’sepolto in chiesa (221d).
facchino
276
PASQUINO PIANTON 18 dicembre 1672
del q. Martino abitante a Campo de Fiore, muore ed è
di Valle Tellina sepolto in chiesa (227d).
28 anni
- 1601, giugno 21
“Ordini da osservarsi dai portatori, misuratori e facchini di grani” in Roma,
emanati dal cardinale camerlengo Pietro Aldobrandini (233d).
277
- 1603, giugno 10
“Ordini da osservarsi nel vendere e comprare grani e biade in Campo di Fiore”,
emanati dal cardinale camerlengo Pietro Aldobrandini (234d).
- 1603, luglio 5
“Ordini da osservarsi dai portatori…” rinnovati dallo stesso cardinale (235d).
- 1604, giugno 12
“Ordini da osservarsi dai portatori…” sempre da parte dell’Aldobrandini (236d).
- 1604, luglio 13
“Ordine ai facchini che misurano il grano in piazza Campo di Fiore di non oltre-
passare la selciata che circonda la detta piazza, sotto pena di tre tratti di corda,
della frusta, della berlina e di multe ad arbitrio”, emanato dal cardinale camer-
lengo Pietro Aldobrandini (237d).
278
GIACOMO DELLA CHIESA
ANDREA FEROLO
ANDREA MOTTA
BARTOLOMEO DI STANA
VINCENZO GRATIOLO
PIETRO FONTANA
Bioli
Domenico alloggiano insieme nella casa di un certo
Giouanni Giovan Battista De Marchi, che a sua
Giouanni volta vi abita con tre fratelli.
Giouanni
Pietro
Pietro
Tomaso
Pietro
Domenico
Giacomo
Antonio
Martino
Tomaso
- 1606, maggio 18
279
“Ordini da osservarsi nel vendere e comprare grani e biade in Campo di Fiore”
in Roma, emanati dal cardinale camerlengo Pietro Aldobrandini (242d).
- 1606, maggio 31
“Ordini da osservarsi dalli portatori, misuratori di grani, e facchini” in Roma,
emanati dal cardinale camerlengo Pietro Aldobrandini (243d).
- 1607, giugno 18
“Ordini da osservarsi dalli portatori…”, emanati dal solito camerlengo (244d).
- 1607, dicembre 19
“Editto di notifica dell’apertura di un magazzino di farina a Campo de’ Fiori,
per servizio dei poveri”, emanato dal camerlengo (245d).
- 1608, giugno 14
“Ordini da osservarsi dalli portatori…”, emanati dal camerlengo (246d).
- 1609, giugno 15
“Ordini da osservarsi dalli portatori…”, emanati dal camerlengo (247d).
- 1610, giugno 7
“Ordini da osservarsi dalli portatori, misuratori e facchini deputati a misurare
grani ed altre biade per la città di Roma, fuori della piazza di Campo di
Fiore” (248d).
280
Fachini di grano 1611 - 1618
BERNARDO di Voltolina
del Comune d’Ardenno
BATTISTA BERTINOTTO
GIOVAN ANTONIO CASTELLO
ANTONIO GANDELINO
281
BATTISTA DEL NERO
GIOVANNI BONINI
282
GIUSEPPE MANINI
PIETRO GAGLI
GIOVAN ANTONIO GREGORI
Facchini di vino
Compagnia dei Palombi
GIOVANNI CIAPPA
MATTEO BAIETTA
PIETRO PETRICCIOLO
GIACOMO BUFFONE
PIETRO MUZIO
GIOVANNI MASSIMO
DOMENICO BAGINI
PIETRO MOTTO
SIMONE PIETROCCIOLO
GIACOMO RIBUCCIO
LORENZO CIORINO
283
- 1624, maggio 13
“Ordini da osservarsi dalli portatori, misuratori e facchini, deputati a misurar
grani e altre biade per la città di Roma, e fuor dalla piazza di Campo di Fiore”,
emanati dal cardinale camerlengo Ippolito Aldobrandini (259d).
- 1625, giugno 19
“Ordini con le norme da osservarsi da coloro che vendono o comprano grani e
biade in Campo di Fiore” (260d).
- 1625, giugno 19
“Ordini da osservarsi dalli portatori…”, emanati dal camerlengo (261d).
1627, giugno 10
“Ordini coi quali si regola il commercio dei grani e delle biade in Campo de’
Fiori”, emanati dal cardinale camerlengo.
284
Nel 1628 si registrano due nuovi arrivi. Sono tutti presenti anche nel
1629.
Gli altri facchini di vino al vicolo della Goletta, tranne Giovanni Ca-
merino, Lorenzo e Domenico Covaia, cedono a loro volta il posto a quel-
li che evidentemente li sostituiscono anche nel lavoro (265d):
Degli altri Valtellinesi che alloggiano nello stesso vicolo, accanto all’o-
steria, ne sono rimasti un paio. Gli altri sono cambiati. Ecco come si pre-
senta il gruppo rinnovato (266d):
285
MARTINO GIANNINI
GIOVANNI CAMERA altro
ANTONIO CAMERA
BARTOLO BAROLA
ANTONIO CICALA
LORENZO PAPA
TOMASSO CITTI
TOMASSO TOMASSETTI
DOMENICO GIOVANNINI
LORENZO DI STEFANO
286
Misuratori di grano 1630
LORENZO GANDELINO
PIETRO PALOMBO
ANDREA BARTORI
GIOVAN PIETRO MIGRINI
LORENZO SQUADRA
ANDREA RONCHAIOL
JACOMO VANON
287
C’è poi la terza squadra di convalligiani. E anche qui ne è rimasto uno
solo degli anni precedenti, Antonio Folla. Gli altri sono forze nuove (273d):
Nello stesso anno uno dei tanti Valtellinesi che lavorano al Dazio del
Grano, nella piazza di Campo dei Fiori, abita con la famiglia nella strada
Salara - quella che noi chiamiamo “antica”, situata dietro piazza del
Campidoglio parallelamente a via dei Fori Imperiali - in casa di tale
Clemente Gargiolo scarpellino, che ci vive a sua volta (275d):
GIACOMO GABBANO
misuratore dalla Voltolina
Donna ROMEA moglie
MARGARITA figlia 8 a.
FRANCESCO figlio 7 a.
MARTHA figlia 5 a.
LUCIA figlia 2 a.
ANTONIO FRANCESCO
putto a balia
288
anche i nostri lavoratori (276d). Lo riportiamo:
PRECETTO
ai Facchini Misuratori
di Campo di Fiore
2.° Che li Compagni di dette Compagnie per l’avvenire non possano mutarsi,
cacciarsi, o riceversi di nuovo senza prima parteciparne detti Commissarj, e
senza l’approvazione di Monsignor Prefetto, sotto pena di 25 Scudi per ogni
volta che si contravverrà, e per qualsiasi persona.
3.° Che nessun Facchino, o persona che non sia alcuna di dette Compagnie,
possa sotto qualsivoglia pretesto stare assistere o misurare in detta piazza, ne
possino li Facchini, e misuratori di dette Compagnie chiamare a lavorare, o
per loro ajuto altri, che li Compagni della sua Compagnia, acciò non si com-
mettino fraudi sotto la pena di 25 Scudi per ogni volta che si contraverrà, ed
altre pene ancora corporali ad arbitrio nostro, e di Monsignor Prefetto,
dichiarando che il Compagno sarà tenuto per l’altro in quanto alle pene pe-
cuniarie.
4.° Che nessuno de suddetti facchini o misuratori ardischi di andare per le porte,
e per le Strade ad incontrare li grani, biade, e legumi che entrano in Roma,
ne trattar con li Padroni, che li condurranno, sotto pena di Scudi Cento, e di
tre tratti di corda, ed altre pene maggiori come sopra.
5.° Volendo Noi che il presente precetto affisso che sarà in Campo di fiore, astrin-
ga ognuno come se fosse personalmente intimato. In fede.
Dato in Roma nella Camera apostolica il dì 15 Giugno 1632.
289
ad valvas Revd. Cam : Ap.lica in Campi Florae ac alie locis solitis et consuetis urbis
per me Michael Angelum alterium apostolicum Cursorem.
Augustinus de Bolis pro Mag. Cursor
17 marzo 1633
GIACOMO di Valtellina
in età di 94 anni
abitante nelle case di proprietà della parrocchia di S. Lucia della Tinta morì e fu sepol-
to nella nostra Chiesa (277d).
- 1634, giugno 20
“Editto col quale si ordina ai venditori e compratori di grani, biade e legumi in
Campo de’Fiori, di denunziare ai commissari della piazza i generi acquistati ed
il prezzo relativo”, emanato dal cardinale camerlengo Ippolito Aldobrandini
(279d).
- 1634, giugno 22
“Precetto col quale si regolano le compagnie dei facchini di Campo de’ Fiori”,
emanato dal cardinale camerlengo (280d).
- 1636, giugno 20
“Editto col quale si ordina ai compratori e venditori di grani, biade e legumi in
Campo de’Fiori di denunziare ai Commissari della Piazza i generi acquistati ed
il relativo prezzo”, emanato dal cardinale camerlengo (281d).
- 1636, giugno 30
“Motuproprio col quale si sostituiscono ai subappaltatori le comunità dello
Stato Pontificio per l’esazione della gabella di un giulio per ogni rubbio di grano
macinato”, emanato da papa Urbano VIII (282d).
290
- 1637, giugno 1
“Ordini coi quali si regola il commercio dei grani e delle biade in Campo de’
Fiori”, emanato dal cardinale camerlengo (283d).
Nel rione Monti, in una delle case di proprietà della Compagnia della
Madonna di Loreto dei Fornari, si è insediato un gruppo di Valtellinesi
(284d):
I nostri abitano accanto alla chiesa di S. Maria di Loreto, del cui soda-
lizio – occupando la casa e data la loro professione – presumibilmente
devono aver fatto parte. Un’annotazione ci fa sapere che in questo tempio
sono addetti ben 10 sacerdoti. Un numero rilevante, che rende l’idea del-
l’importanza sia della chiesa che della sua Confraternita.
I nostri, come abbiamo già sovente trovato, stanno anche vicino a un’o-
steria: l’Hostaria della Croce Bianca, gestita da tale Bartolomeo Vachini,
con tre garzoni tra cui il valtellinese ANDREA BOTTA.
Insomma, vivendo in quel posto, hanno a pochi passi il sacro e il pro-
fano.
291
Al rione Trevi, nella strada di S. Nicola, troviamo:
8 maggio 1651
GIOVANNI facchino dalla Voltolina
dopo essere stato confessato e comunicato
andò all’ Ospedale Fate bene Fratelli,
dove morì (287d).
1 settembre 1652
GIOVANNI BALLETTI della Vultulina
di circa 90 anni
abitante in questa parrocchia
facchino della Compagnia della SS. Trinità
morì e fu seppellito nella tomba della Compagnia (288d).
- 1651, giugno 3
“Ordini da osservarsi nel vendere e comprare grani e biade in Campo di Fiore”,
emanati dal cardinale pro-camerlengo Lorenzo Raggi (289d).
- 1652, giugno 3
“Ordini da osservarsi nel vendere e comprare grani…”, emanati dal cardinale
pro-camerlengo Lorenzo Raggi (290d).
- 1652, luglio 6
“Ordini e provisioni da osservarsi dalli misuratori de grani con la rubbiatella”,
emanati dal prefetto dell’annona mons. Lazzaro Pallavicini (291d).
292
PIETRO GUAZZA 30 a. parrocchia di S. Nicola dei Prefetti
PIETRO BERTINELLI 27 a. (292d).
- 1670, giugno 4
“Bando col quale si notifica il monopolio concesso a Pier Maria Gherardi e
Giuseppe Tapignetti di misurare grani e biade in Campo di Fiore con rubiatelle
e quarte”, emanato dal tesoriere generale monsignor Girolamo Gastaldi (294d).
293
DOMENICO TOGNOLINO 25 a.
compagno
GREGORIO GIULIANO 27 a.
PIETRO MOLADORE 30 a.
PIETRO PONCETTA 27 a.
MICHELE ZOPPO 26 a.
GIUSEPPE D’ALOTTO 26 a.
BERNARDO MAFFIOLI 28 a.
GIOVAN ANTONIO
della BARONA 32 a.
JACOMO AMBROGINO 33 a.
Facchini 1675
GIOVAN BATTISTA di PETRINO 23 a.
di Giovanni
GIOVANNI della Menica 20 a.
della Valtolina
ANDREA BIGIOLLI 25 a.
BATTISTA GIUSTI 26 a.
Facchini 1675
PIETRO BELLOTTI 73 a.
BERNARDO DEL PIANTO 21 a.
GIACOMO DEL PIANTO 30 a.
GIOVANNI DEL PIANTO 25 a.
ANDREA PONCIETTA 16 a.
GIOVAN BATTISTA PONCIETTA 22 a.
GIOVAN ANTONIO PONCETTA
PIETRO RIZZOLO 25 a.
GIOVANNI de TOGNA 25 a.
DOMENICO MOZADONE 30 a.
BARTOLOMEO DELLA ZOPPA 30 a.
MICHELE TARGA 30 a.
GREGORIO GIULIANO 35 a.
DEFENDINO FIORINO 35 a.
294
Nel medesimo rione, ma nella parrocchia di S. Salvatore in Campo, anco-
ra un nutrito gruppo di valtellinesi (296d):
295
Casa della SS. Concettione
in S. Lorenzo in Damaso
GIOVANNI MARTINOLI 46 a.
dalla Valtolina
PASQUA DELL’ORSO 43 a.
genovese moglie
AGOSTINO figlio
GIOVAN BATTISTA figlio
GIACOMO figlio
BERARDINO figlio
GIOVAN PIETRO
PENTOLASCA garzone 28 a.
Appartamento di sopra
BERARDINO FALDERINI 30 a.
dalla Val Tollina
facchino
VERONICA NATALE 23 a.
romana sua moglie
Facchini
ANTONIO CAO dalla Valtolina 50 a.
BATTISTA dalla COLOMBERA 21 a.
JACOMO TUJA 23 a.
296
ANTONIO MONINO 20 a.
FRANCO della CHRISTINA 29 a.
STEFANO BURNAL 25 a.
Casa di Facchini
GREGORIO CARLINI 26 a.
dalla Voltolina
ANTONIO CANTONE 24 a.
GIOVANNI BALESTRER 28 a.
GIOVANNI FERRARI 29 a.
PIETRO BONGIOGNO 28 a.
GIOVAN PIETRO TOMEI 28 a.
ANTONIO d’Albaredo 23 a.
PAOLO RAINA 23 a.
TOMASSO CASA NOVA 26 a.
Al rione Trevi, nella parrocchia dei SS. Apostoli, assieme a due fac-
chini milanesi abita anche un nostro convalligiano (298d):
297
PIETRO SIMONI di Giovanni 30 a.
AMBROGIO MENAZATO 23 a.
FRANCESCO BELLO di Gabriele 30 a.
GIOVANNI ORSINO 30 a.
GIOVAN GIACOMO GRATIOLI 30 a.
BARTOLOMEO GIORGINO
D’ANTONIO 20 a.
Botte da orbi
Sul posto di lavoro, ma più frequentemente quando avevano terminato
la fatica quotidiana e si ritiravano a consolarsi in qualche hostaria, prima
o poi i facchini finivano con l’essere coinvolti in qualche rissa, dove spes-
so e volentieri volavano botte da orbi. Il risultato era quello di dover anda-
re, pesti e malconci, a farsi medicare nei “Pronto Soccorso” dell’epoca:
l’ospedale della Consolazione o la bottega del più vicino magister barbi-
tonsor, ossia barbiere, che allora esercitava anche la medicina. In questi
casi, per legge, bisognava compilare un verbale da consegnare alla curia
di Governo da chiunque medicasse un ferito (108).
Nelle Relazioni dei Chirurghi e dei Barbieri erano solitamente riporta-
ti il nome del relatore, le generalità del ferito, il tipo di lesione che aveva
richiesto l’intervento medico e, se nota, l’identità dell’aggressore nonché
la motivazione che aveva causato il danno. Il Tribunale del Governatore
di Roma avrebbe poi deciso se fosse stato il caso di adottare provvedi-
menti in merito. Fatto, questo, che - per evitare ulteriori grane e problemi
– portava spesso i feriti a dichiarare di non conoscere l’aggressore e che
si trovavano in quelle condizioni per essere caduti.
Di queste relazioni, diverse riguardano anche i Valtellinesi. Specifi-
catamente ai nostri facchini ne riportiamo alcune:
30 ottobre 1600
Maestro Michele Blasi barbiere a S. Lorenzo in Damaso
richiesto che medicasse
MICHELE GIACOMELLI
abitante in via Giulia di fronte al palazzo dell’Ill.mo Cardinal Farnese
ferito all’occhio sinistro
per un sasso lanciato da uno sconosciuto (300d).
12 febbraio 1601
M. Giacomo Gregori barbiere a S. Rocco
298
richiesto affinchè medicasse
GIACOMO BERTOLA di Vultolina facchino
abitante dietro al palazzo dell’Ill.mo Carlo Dessa
ferito in testa nella parte sinistra
per la bastonata di uno sconosciuto (301d).
25 aprile 1601
M. Gerolamo Casentini barbiere in Campo de Fiore a via del Pellegrino
richiesto che medicasse
VINCENZO BESESTI facchino di Voltulina
abitante in via della Goletta sopra il fornaio
ferito in fronte nella parte sinistra
da un sasso lanciato da sconosciuto.
Senza pericolo (302d).
19 ottobre 1609
M. Felice barbiere in Campo de Fiore
richiesto che medicasse
FRANCESCO de Voltolina facchino in Campo de Fiore
lì abitante in casa in società con altri facchini
ferito al capo alla parte destra
da GIOVANNI FONTANA facchino abitante nel vicolo della piazza del Duca.
Senza pericolo (303d).
30 luglio 1625
M. Agostino Monticelli barbitonsore in piazza St. Pantaleo
richiesto che medicasse
GIACOMO CARRA baiulum a Campo de Fiore
ferito al capo nella parte destra
con un bastone da uno sconosciuto (304d).
14 ottobre 1625
GIOVAN MARIA ALBERTI baiulus
abitante vicino a S. Maria in Via
ferito al ciglio destro e dalla parte sinistra
dixit di essere caduto (305d).
8 novembre 1635
M. Bartolomeo barbitonsore alla Chiavica di S. Lucia
richiesto che medicasse
VINCENZO TAVAGLIA de Valle tellina facchino
ferito in bocca
299
disse casualmente cum baculo.
Senza pericolo (306d).
11 febbraio 1636
M. Ludovico barbitonsore alla Colonna Traiana
richiesto che medicasse
ANTONIO GUATTI di Valle tellina baiulum
contuso in faccia nella parte sinistra con lividi ed escoriazioni
da parte di Andrea e compagni.
Abitano tutti a San Lorenzolo a Macel de Corbi (307d).
Nella maggior parte dei casi, sono più che evidenti le motivazioni pre-
testuose addotte dai feriti per evitare di denunciare i loro aggressori.
10 maggio 1610
BARTOLOMEO RAIETTI di Voltolina
facchino a S. Marcello
fa querela contro
PIETRO RASCA facchino di Voltolina
abitante in casa del signor Arcangelo Mandolii
denuncia:
“esso nella casa a S. Marcello dove noi abitiamo detto Pietro mi assaltò senza causa
alcuna, et me dette molte botte con una cucchiara di ferro per la testa che mi ammac-
cò et gonfiò la testa in più luoghi et poi mi buttò per terra facendomi anco uscir del
sangue dalla bocca, et l’altro giorno ancora mi diede delli pugni et mi venne al letto la
sera per ammazzarmi, et questo me l’ha fatto perché gli ho fatto presentare un monito-
rio da monsignor Governatore che debbia partire da detta casa per essere così scan-
daloso et lui non vuol partire et di più disse che si voleva nettare il culo con quel moni-
torio che gli hanno fatto…”
300
li testimoni sono
BARTOLOMEO JACOMONI
JACOMO FINI
GIOVANNI CIAPPA (308d)
-
11 ottobre 1624
ANTONIO MAZZA di Valtolina
facchino nella piazza di S. Sisto
fa querela contro
ANDREA FORNONCINI figlio di Giacomo
DOMENICO ROSSI di Montagna
TOMMASO SCHO
ANDREA CASTIGLIONE
GIOVANNI MARIANO calzolaro
denuncia
“Mi hanno pigliato et buttato in terra, dandomi pugni et bastonandomi.”
(309d)
“Imbriaco et bastonatore”
Dalle querele si arrivava anche ai relativi processi. Uno di questi,
istruito come al solito presso il Tribunale del Governatore, vide coinvolto
un nostro convalligiano in una situazione alquanto pittoresca ed altresì
dovuta all’inadeguatezza delle umili dimore di quel tempo. La testimo-
nianza, anche se un po’ confusionaria, ci sembra talmente “gustosa” da
proporla pressochè come nell’originale (310d):
“Vostra Signoria deve sapere che domenica sera prossima passata circa alle ore tre,
essendo io in casa mia posta in questa piazza del Paradiso, nella qual casa abita anco
il detto querelato et perché della detta casa abita anco Giulia moglie di Marchiorre
foriero, che sta in un appartamento su le stanze del detto Lorenzo et le dette tre ore
essendo nell’appartamento mio detta GIULIA, se ne andò nelle sue stanze et l’andò ad
accompagnare PAULA mia figliola et perché per andare alle stanze della detta Giulia
si passa dalle stanze del detto Lorenzo querelato.”
“Nel ritornare la detta PAULA mia figliola volse fare a basso detto LORENZO, che se
ne fece avanti et essendo come si suol credere imbriaco non voleva lasciar passare
301
detta mia figlia et, cominciando quella a strillare, detto querelato diede di mano ad un
bastone, con il quale offese detta PAULA mia figlia zitella in un braccio solamente, che
anco se riconosce il livido e, strillando quella, corsi io et CARLO mio figlio per reme-
diare all’impertinenza del detto querelato. Et corse anco CESARE BONETTI et MAR-
TA sua moglie, padrone della casa, et dopo ANTONIO altro suo figlio, che era in gran
difficoltà, fu remediato all’insolenza del detto querelato, che col bastone in mano tira-
va contro tutti, restando in detta zuffa offesi quasi tutti noi altri.”
“Che perciò io ne do querela contro detto Lorenzo per le insilenze fatte a detta mia
figlia e seguentemente a tutti noi altri. Così per remediare al maggior male, facendo
istanza che sia castigato per giustizia.”
31 marzo 1651
“Signoria Vostra, io sono venuto qui in questo officio perché sono stato ferito come la
S. V. vede. Dirò alla S.V. come è successo questo fatto… ritrovandomi io poco fa, alle…
potevano essere le ventuno ore incirca, nella piazza delle Carrette in Campo de Fiore,
ho tirato il mio cappello a una gallina. E così Titta, garzone d’Antonio carrettiero della
Voltolina, me ha detto perché io avevo tirato alla gallina.”
“Et io li ho risposto che li ho tirato il cappello perché la detta gallina stava a magnar-
se del miglio alla bottega dell’orzarolo.”
“Et lui me ha soggiunto che, se mi coglievo quella gallina, lui me dava questa bacchetta
sulla testa. Chè teneva in mano una bacchetta con la frusta da carrettiero.”
“Et io gli ho risposto che bisognava me avesse colto perché altrimente io averia colto
lui.”
“Allora esso Titta con quella bacchetta della frusta me l’ha data in testa, et poi nel naso
et nella bocca, dove sono restato ferito nelle labbra, sì come S.V. puote vedere. Che
ancora adesso mi esce sangue dalla bocca…”
Il notaio mette a verbale:
302
“Vidi dalla bocca del detto interrogato uscire qualche quantità di sangue. E tutto ciò
ho annotato qui ad ogni buon fine ed effetto.”
Il Valtellinese precisa:
“Per il che sono comparso in questo tribunale a darne querela tanto contro esso Titta,
come anco contro sua madre, che ha corso al rumore et l’ha aiutato. Et a prova del tutto
si ponno esaminare tutti quelli artigiani intorno.”
Un monumento ai Facchini
In una città definita la piazza universale di tutte le professioni, gli emi-
grati valtellinesi portatori e misuratori di granaglie non hanno certo sfigu-
rato. Così numerosi e ben organizzati, con un’iperbole si può dire che nel
Seicento abbiano retto Roma sulle loro spalle. Alcuni avranno anche avu-
to qualche problema con la legge, tuttavia mai particolarmente grave. I
nostri riuscirono ad inserirsi bene nella struttura socio-economica
dell’Urbe. Molti hanno messo su casa in questa città e i figli sono diven-
tati romani. La popolazione li ha sempre guardati con simpatia, forse per
quel loro modo testardo di affrontare la vita con un costante impegno in
un lavoro così usurante.
In via Lata, a pianterreno di palazzo De Carolis, si trova una delle più
antiche fontane di Roma: quella del Facchino, con la berretta e il cami-
ciotto della sua corporazione, occupato a lasciar zampillare l’acqua dal
barile che sta trasportando.
Un monumento molto particolare, fatto erigere nel Cinquecento da
Gregorio XIII a ricordo del facchino Abbondio Rizio, famoso per la sua
forza nel sollevare pesi enormi ed anche fondatore del sodalizio degli
acquaroli, facchini specializzati nel trasporto di acqua.
E’ curioso, ed ironico, che questi lavoratori instancabili e grandi esti-
matori di vino siano stati immortalati mentre trasportano acqua. E pensa-
re che il Garzoni, già nel 1589, consigliava: Se vuoi buon vino ancora
parla in un tratto con un di loro – così si esprime riferendosi ai facchini
– perché sono prattici delle cantine di tutti i gentiluomini e cittadini, e
sanno dov’è il dolce, dove il garbo, dove il piccante, dove il grande, dove
il piccolo, dove il bianco, dove il nero, dove il vecchio, dove il nuovo, e
303
con tre sorsi d’un bicchiero cortesemente ti fanno il saggio, ti dicono s’è
buono o no… (110). Per questo poi erano particolarmente adatti i Valtel-
linesi sia perché provenienti da una terra dove ben si sapeva come pro-
durre buoni vini, sia perché molti lavoravano proprio come facchini di
vino e, comunque, nessuno di loro fu mai astemio.
Quanto all’acqua c’è da dire che i facchini si limitavano a portarla agli
altri. Loro, coi soldi guadagnati, potevano bere del vino nell’osteria sotto
casa. Era forse l’unico diversivo, anche per i nostri emigrati, in quella vita
di sacrifici incommensurabili.
304