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“FACHINI DALLA VOLTOLINA”

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Forti, lavoratori e onesti
Dalla documentazione sui sodalizi dei Lombardi al Corso, di S. Maria
di Loreto, di S. Rocco a Ripetta, di S. Giacomo in Borgo e sugli istituti
della Consolazione, del S. Giovanni, del S. Giacomo e di Ponte Sisto
abbiamo potuto riscontrare la presenza a Roma, nel secolo XVII, di una
quantità pressochè impensabile di Valtellinesi. Di loro ben 429 erano fac-
chini. Un ulteriore studio su questa particolare tipologia di nostri emigra-
ti ci ha portato a rintracciarne altri. Anche in questo caso il loro numero
sembra incredibile, se non fosse documentato da precisi riscontri negli
Stati delle anime e nei vari atti di battesimo, matrimonio e morte che li
riguardano. Come al solito ci sono delle imprecisioni – a volte – riguardo
la loro età e l’esatta grafia dei nominativi o della provenienza. Sappiamo
però che i parroci delle parrocchie di appartenenza nell’Urbe si preoccu-
pavano soltanto di renderli individuabili ai fini della frequentazione dei
sacramenti.
Dove lavoravano esattamente tutti questi fachini dalla Voltolina e per-
ché mai erano così numerosi ?
La maggior parte risultano addetti alle dogane di Roma.
Quanto al numero era dovuto al fatto che si trattava di uomini forti, e
quindi in grado di sopportare pesi e fatiche non comuni, lavoratori, e quin-
di affidabili per un’attività non certo tra le più ambite, onesti, e quindi
molti di loro pressochè indispensabili per le mansioni di controllo e fidu-
ciarie a cui venivano preposti.
Più specificatamente i Valtellinesi erano assunti dalle dogane dello
Stato Pontificio in Roma nella qualità di :
- facchino (baiulus)
- facchino di grano
- facchino voltatore o conciatore di grano
- facchino misuratore di frumento
- primo misuratore di grano
- caporale dei misuratori
- facchino capo
- facchino di vino
- facchino de arte de sale
C’era anche chi, arrivato a una certa età, si metteva in proprio asso-
ciandosi ad altri dello stesso mestiere, sempre convalligiani e per lo più

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originari come loro dello stesso paese. In tal caso diventava:
- facchino magazziniere
Altri poi svolgevano questa attività presso istituti o al servizio di tutti.
Così che abbiamo anche :
- facchino d’ospedale
- facchino di palazzo
- facchino di piazza.
I misuratori di frumento avevano la loro Corporazione, una delle dodi-
ci Università aggregate a S. Maria dell’Orto a Trastevere, oppure faceva-
no parte come i fornai del sodalizio della Madonna di Loreto; mentre i
facchini di vino e gli altri erano a loro volta congregati alla Compagnia di
S. Rocco a Ripetta o all’Arciconfraternita dei Lombardi al Corso.
Riguardo alle Dogane Pontificie, nel Seicento, va ricordato che a Roma
esisteva la Dogana di Terra, situata nel rione di S. Eustachio e col dazio
del grano dislocato a Campo dei Fiori; la Dogana di Ripa, sul Tevere,
presso il porto di Ripa Grande; la Dogana di Ripetta, anch’essa sul
Tevere, al punto d’incontro fra la via della Scrofa e quella di Ripetta; la
Dogana della Grascia, che si teneva sotto il Campidoglio a Campo
Vaccino, per l’approvvigionamento e la vendita del bestiame da macello
ed anche dei grassi, l’olio, il pesce, frutta e verdura nonché vari generi ali-
mentari; la Dogana di Borgo e la Dogana della Pescaria, entrambe poste
nei rispettivi approdi sul Tevere. Tranne quest’ultima, in tutte le altre ci
lavoravano i nostri convalligiani.

Valtellinesi della Dogana di Terra


Nel rione di S. Eustachio, a lato di piazza Navona e dietro palazzo
Madama, si trovava la Dogana di Terra. Qui affluivano le merci prove-
nienti per via terrestre soprattutto dall’Umbria, dalla Toscana e dal regno
di Napoli.
La cosiddetta Dogana Vecchia era ubicata in un edificio dell’omonimo
vicolo, tra la piazza di S. Eustachio e quella di S. Luigi dei Francesi. Sul
finire del secolo venne trasferita nelle vicinanze.
Gli uffici della Dogana Nuova furono impiantati in piazza di Pietra,
usufruendo dell’antico portico di Antonino Pio. Il pontefice Innocenzo
XII, come ci fa sapere il Moroni (106), diede l’incarico all’architetto

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Francesco Fontana affinchè erigesse la fabbrica chiudendo gli intercolun-
ni, creando un cortile spazioso e realizzando magazzini per le merci che
giornalmente vi sarebbero state introdotte, nonché uffici per i ministri.
L’edificio venne completato nel 1695.
La maggior parte dei nostri convalligiani che lavoravano alla Dogana
di Terra stavano a Campo de’ Fiori. Ci furono tuttavia alcuni di loro che
restarono a prestare servizio prima alla dogana vecchia poi a quella nuova.
Per comodità, a gruppi o con le famiglie, abitavano in zona: nel rione di
S. Eustachio e nel rione Pigna. Molti ci passarono tutta la vita, come da
documentazione:

BARTHOLOMEO GROSSO 22 maggio 1602


di Giovanni è detto Il tartaglia;
fachino della Uoltolina dopo aver ricevuto i sacramenti muore
e viene sepolto nella chiesa di S. Maria
in Via Lata sua parrocchia, nel rione Pi-
gna (101d).

GIACOMO del COPPA 15 agosto 1617


di Pietro de Libero muore ed è sepolto nella chiesa di S.
dalla Pioda Marcello. Abitava nella parrocchia di S.
facchino Maria in via Lata (102d).

GASPAR FASANO 45 a. 1629


ANDREA PAINO 28 a. abitano tutti assieme nella Casa delli
PIETRO MAZOZOLA 25 a. Facchini, situata nelle vicinanze del
GIOVANNI CALINO 26 a. Pantheon e parrocchia di S. Maria ad
TOMASSO del PEDICOL 25 a. Martyres (103d).
BARTHOLOMEO PELLINO 28 a.
BONETTO de BONETTO 30 a.
BATTISTA LO FOLLO 28 a.

GIOVAN ANTONIO 36 a. 1630


BERNARDONE nella stessa abitazione i facchini si sono
GIACOMO CIVASCELLI 24 a. alternati (104d).
SIMONE VIS DOMINI 30 a.
BENEDETTO VIS DOMINI 34 a.
GIOVANNI VALENA 30 a.
PIETRO VALENA 29 a.
ANTONIO SGUZZIRII 25 a.
LORENZO da S. Martino 23 a.

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Nel 1658 nella casa, prima occupata dai nostri, si sono insediati dei
facchini milanesi. Una decina di anni dopo tornano dei Valtellinesi
(105d):

ANTONIO TOMASETTI 30 a. 1669


da Valtollina
BARTOLOMEO TOMASETTI 25 a.
suo fratello
GIOVAN ANTONIO da Scen 20 a.
ANTONIO di GAGINO 20 a.
GIOVANNI DOMENICO
RODELLI 22 a.

ALESSANDRO BARONCINO 40 a. una squadra decisamente numerosa di


de Valtellina convalligiani, che abitano in un’altra
ANDREA STELLONI 55 a. Casa delli Facchini attigua (106d).
ALESSANDRO GUAI 38 a.
BATTISTA GUAI suo fratello 30 a.
GIOVANNI MAZZOLA 25 a.
DOMENICO FERRATINO 25 a.
STEFANO COCCO 26 a.
AMBROSIO MASOLATA 35 a.
BATTISTA MASOLATA 26 a.
MARTINO MASOLATA 21 a.
fratello di Battista
DOMENICO MORELLO 24 a.
GIOVAN PIETRO
BARONCINO 25 a.
PIETRO TOGNETTI 20 a.

MARTINO BROCCO 3 agosto 1611


di Andrea muore e viene sepolto nella basilica di
della Valle Tellina S. Marco (107d).

ANTONIO fachino della Voltolina 19 ottobre 1623


viveva nella parrocchia di S. Marco.
Passò da questa presente vita, avendo
ricevuto tutti i sacramenti e fu seppelli-
to nella chiesa della Madonna di
Loreto. Evidentemente faceva parte di
quella Confraternita (108d).

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PAOLO D’ANTONIO 1630
della Voltolina abitano tutti assieme in una casa delli
MARTINO D’ANTONIO Facchini nella parrocchia di S. Marco
MARTINO D’AMBROGIO (109d).
GIUANNE de Mel

ANDREA POLETTI abitano alcune case più avanti. Con uno


dalla Voltolina di loro c’è anche la moglie, che si deve
GIOVAN BATTISTA adattare a quella sistemazione precaria
da S. Bernardo della Voltolina (110d).
ANDREA della Teresa
GIOVANNI di SUENINI
GIOVAN PIETRO di Jacomo del bar
PAOLO di BERNARDINI
PIETRO BRESSO
GIOVAN PIETRO SCHIENA
CRISTOFANO di Pietro
MARGARITA moglie milanese

In casa di Martino Trapolini 1640


LORENZO TRAPOLINI Un facchino valtellinese con famiglia e
MARTIA TRAPOLINI convalligiane della Costiera dei Cech.
LIVIA TRAPOLINI La loro abitazione è situata a S. Marco
BETTA SCINETTI (111d).
MADALENA SCINETTI
FLAMINIA MASCETTI

In casa delli fachini 1641


BERNARDO RAPOLINI abitano anche loro a S. Marco (112d).
ANDREA RAPOLINI di Bernardo
GIOVAN PIETRO SCINETTI
LORENZO GUSELLINI
DOMENICO ROSATI
AMBROGIO ROSATI
ANDREA SCIUCCHE’
GIOVANNI SCIUCCHE’
GIOVANNI MARIA
GIOVAN PIETRO
DOMENICO ROSATI
GIORGIO VALENA
GIORGIO D’ANTONIO
VINCENZO RAVETTA

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GIOVAN ANTONIO REPELINO 4 settembre 1641
di Cino muore e viene sepolto nella chiesa di
S. Maria del Pianto (113d).

In casa delli Fachini 1647


ANDREA SCIUCCHE’ i primi due sono gli stessi presenti fin
della Valtellina dal 1641. Anche qui i Valtellinesi sono
GIORGIO VALENA aumentati (114d).
ANTONIO SCIUCCHE’
GIOVANNI PRADE’
altri 10 facchini

In casa del Caspano abitano poche case più avanti (115d).


GIOVAN BATTISTA CASPANO
GIUSEPPE CASPANO
BERNARDINA moglie

In casa delli fachini 1652


BERNARDO RAPOLINI I primi quattro ci stanno fin dal 1641.
ANDREA RAPOLINI Anche qui c’è un facchino che deve
AMBROSIO ROSATI vivere con la famiglia assieme a tutti
VINCENZO RAVETTI gli altri (116d).

DOMENICO RAPOLINI 42 a.
MARGARITA moglie 44 a.
MAURITIA figlia

PIETRO VALENA
ANDREA PEDRENI
CARLO RAPOLINI
DOMENICO CAMILLO
ANTONIO da Mello
ANDREA PENNONI

GIUSEPPE ROMAGIOLI 13 novembre 1659


di Giovan Pietro muore e viene sepolto nella basilica di
de Scino in Valtellina S. Marco (117d).

Facchini 1666
PIETRO GARZETTI Abitano anche loro nella parrocchia di
GUGLIELMO GULLOTTI S. Marco al rione Pigna (118d).
PIETRO PONCETTA

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ANTONIO RICCI
ANTONIO GIOVANNINI
SILVESTRO CAPORALE
PIETRO CAPOLINO
BARTOLOMEO GALENNE
MARTINO GALENNE

LORENZO BARRI Vivono nella casa appresso (119d).


MARIA MADDALENA moglie
GIUSEPPE FRANCESCO figlio

Facchini pigionanti 1667


ANDREA BERTO Dopo una bottega di falegname c’è la
ANDREA DI GIANNI loro abitazione a S. Marco (120d).
GIOVANNI GIANNOLINI
MASSIMO PRASOLLANO
ANTONIO TRIAL
PIETRO BONETTO
ANTONIO CAPORALE
PIETRO TRAPPOLINO
PIETRO RICCI
LORENZO BRANCA
MATTEO BALUNO
GIOVANNI MAZZOLI

GIUSEPPE BRANCHI 61 a. 1683


APOLLONIA moglie 46 a. Il Valtellinese ha una moglie che è più
giovane di 15 anni. Avremo modo di con-
statare che non è certo l’unico (121d).

GIOVAN PIETRO di BONO 3 novembre 1601


d’Arden della Voltulina della parrocchia di S. Eustachio, fac-
chino della Dogana nell’omonimo
rione, muore dopo aver ricevuto tutti i
sacramenti. E’ sepolto nella chiesa di S.
Eustachio (122d).

PIETRO TARTAGLIA 23 luglio 1604


della Voltulina muore ed è sepolto nella chiesa della
facchino della Dogana sua parrocchia di S. Eustachio (123d).

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DOMENICO del MOTTO 1 giugno 1608
della Voltulina muore. Sepolto in S. Eustachio (124d).
della terra di Piazza Longa
facchino della Dogana

DOMENICO PELANDA 16 settembre 1612


del q. Pietro morì nella Dogana. Viene sepolto in S.
di Biolo Eustachio .

MARTINO del CAMERO 22 settembre 1616


di Biolo diocesi di Como muore. Sepolto in S. Eustachio (126d).
facchino della Dogana

ALBERTO de ALBERTI 2 ottobre 1616


della Voltulina diocesi di Como muore. Sepolto in S. Eustachio (127d).
facchino della Dogana

LORENZO MESCIA 40 A. 22 marzo 1648


da Arden muore e viene sepolto nella basilica di
nella Voltulina diocesi di Como S. Maria sopra Minerva. Evidentemente
fachino della Dogana faceva parte di una delle Confraternite
che in quella stupenda e importante chie-
chiesa avevano la loro sede (128d).

MARTINO GIANNINI 12 ottobre 1651


del Tognolo muore. Sepolto in S. Eustachio (129d).
di Biolo
della Valtelina Lago di Como

In Dogana
GIOVAN PAOLO GRAZIOLI 30 a. 1661
del q. Antonio abitano tutti assieme in una casa della
GIUSEPPE GRAZIOLI figlio 15 a. parrocchia di S. Eustachio (130d).
LORENZO del q. Martino 30 a.
di Mossini
GIOVANNI suo fratello 30 a.
CARLO CATINACCI 39 a.
di Giovanni
BARTOLOMEO MORELLI 30 a.
del q. Giacomo

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BARTOLOMEO FRANCIOLI 50 a.
di Antonio
altri 8 facchini sui 30 a.

DOMENICO MARTINELLI 6 aprile 1678


del q. Andrea e di Giovanna, abitava negli edifici del monastero di
già sposi di Cevo S. Prassede. Muore e viene sepolto in
S. Eustachio (131d).

MARTINO MOLTA 26 a. 6 ottobre 1678


del q. Andrea anch’egli, come tanti convalligiani dallo
e di Petronilla Morelli, stesso ingrato mestiere, muore nel fiore
già coniugi della terra di degli anni.Viene sepolto in S. Eustachio
Ca del Picco parrocchia di S. Bartolomeo di Caspano
diocesi Comense (132d).
Unus ex ministris Doganae

GIUSEPPE CAMERA 51 a. 1689


del q. Bartolomeo il facchino della Dogana abita con la
di Caiolo moglie nelle vicinanze del posto di
GIULIA CARONA moglie 56 a. lavoro. Li troviamo fino al 1694. Dopo
del q. Bartolomeo sono presumibilmente tornati nella loro
da Cevo di Voltolina Valle (133d).

GIOVAN PAOLO GRAZIOLI 40 a. un gruppo di facchini della Dogana che


LORENZO GRAZIOLI 45 a. lavorano e vivono insieme. Li troviamo
DOMENICO ZECCA 35 a. anche nel 1690 e nel 1691. Poi segue
ANTONIO CIOCCHINI 45 a. un’ alternanza (134d).
PAGANINO RONCAIOLO 35 a.
GIOVANNI PANIGA 30 a.
PIETRO PANIGA 30 a.
PIETRO GIANNI 30 a.
FRANCESCO FACCHINO 40 a.

Dogana
PIETRO PANIGA 26 a. 1692
BARTOLOMEO PANIGA 35 a. Tranne il primo facchino, che è rimasto,
FRANCESCO ZANNINI 40 a. hanno preso il posto dei precedenti con-
ANTONIO MALANI 60 a. valligiani (135d).
PIETRO FOLLA 40 a.
ANTONIO PICCINI 42 a.
BARTOLOMEO BAROLI 32 a.

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MARTINO DI GIANNI 28 a.
altri 2 facchini

CARLO TOGNETTI 45 a. un altro gruppo di Valtellinesi che, in


CARLO ANTONIO TOGNETTI 50 a. quello stesso anno, lavorano e vivono
GIUSEPPE TOGNETTI 27 a. assieme. Anche nel 1693 sono presenti
ANTONIO BAULERI 46 a. (136d).
GIUSEPPE SARTORI 27 a.
ANTONIO FRANSCI 27 a.
altri 2 facchini

gli stessi di sopra 1694


ANDREA CORMELLO 38 a. in un paio d’anni il gruppo è triplicato.
DOMENICO CIVENA 42 a. Nel 1695 li ritroviamo (137d).
CARLO ANTONIO SPEZIALE 42 a.
altri 10 facchini

GIACOMO della Voltolina 20 a. 1644


voltatore di grano Giacomo, che sta all’ospedale infermo,
PIETRO della Valtillina 30 a. è pigionante nella stessa stanza col
facchino compagno nella parrocchia di S. Maria in
Publicolis nei pressi della Dogana (138d).

GIOVANNI GALLINA 60 a. 1665


fachino da Voltolina abita nella parrocchia di S. Stefano del
Cacco al rione Pigna (139d).

Casa di facchini da vino 1678


GIOVAN ANTONIO GIANNINI 35 a. Vivono tutti in questa stessa casa nella
da Valtellina parrocchia di S. Agostino, al rione di S.
GIOVANNI CAMERA 25 a. Eustachio (140d).
STEFANO di Torci 20 a.
PIETRO FICONI 30 a.
DOMENICO MORELLI 27 a.
DOMENICO CIAMPINI 26 a.
NATALE MANCINI 29 a.
LORENZO MANCINI 24 a.

In aggiunta ai convalligiani, che si sono stanziati l’anno precedente, ci


sono con loro altri Valtellinesi facchini di vino:

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DOMENICO BARATTA 30 a. 1679
PIETRO PRANDINI 30 a. La maggior parte dei facchini di vino
GIOVANNI del CAMER 32 a. svolgevano la loro attività a Ripetta e a
STEFANO del SORIE’ 25 a. Ripa Grande. Ce n’ erano tuttavia di quel-
li che lavoravano anche altrove come
appunto gli appartenenti a questa Com-
pagnia (141d).

Sei anni dopo non solo li ritroviamo tutti, ma ci rendiamo conto


che sono ancora aumentati. Ai soliti 12 si sono infatti aggiunti i seguenti
convalligiani:

ROMEDIO CIAMPINI 45 a. 1685


STEFANO DI STEFANO 31 a. La convivenza di ben 16 persone per
GIUSEPPE MANCINI 20 a. anni non dev’essere stata delle più sem-
TOMASO MANCINI 17 a. plici (142d).

Tutti questi facchini lavorano e stanno insieme fino al 1689. L’anno


successivo smobilitano in tanti. Si ritrovano solamente in tre:

DOMENICO MANCINI 1690


PIETRO CIAMPINI Veniamo a sapere che abitavano, nel lo-
STEFANO TORCI ro rione di S. Eustachio, nel cantone in
faccia alle Monache chiamato Isola
Grande (143d).

Poco più avanti della loro abitazione ne troviamo comunque un’altra di


Valtellinesi:

Casa di Facchini
ANTONIO RUFFONI 56 a. Un’ annotazione a lato precisa che sono
FRANCESCO PAINI 40 a. tutti dalla Voltolina (144d).
GIOVANNI FIORELLI 35 a.
GIOVANNI GUSME’ 28 a.
DOMENICO JACCHINI 23 a.
ANDREA FEROLA 20 a.
Pur abitando nello stesso rione della Dogana di Terra, questi due fac-
chini si sono messi in proprio e che l’attività sia sufficientemente redditi-
zia lo si deduce dal fatto che il primo ha messo su famiglia:

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Casa Magazziniera di Vino 1699
MENATTI del q. Francesco 36 a. Il piccolo nucleo si è installato nella ca-
FALLAGRANO vedova del sa della vedova.
q. Gaudenzio moglie
FRANCESCO figlio 9 a.
MADALENA figlia 8 a.
ANGELA figlia 5 a.
MICHEL ARCANGELO
da Castel Gandolfo Il Valtellinese è definito da Castel
fratello del Menatti 29 a. Gandolfo per il suo ultimo luogo di
ANDREA GATTI 23 a. provenienza e residenza. Molti nostri
di Battista convalligiani, appena arrivati a Roma tro-
facchino dalla Voltolina trovavano infatti una sistemazione imme-
diata nelle vicinanze dell’Urbe o ai Ca-
stelli Romani (145).

Poco più avanti, in questa parrocchia di S. Agostino, c’è un secondo


insediamento di Valtellinesi. Abitano a piano terra:

Casa di Facchini
GIOVANNI CASIMIRO 33 a. E’ riportato che questi ha la moglie al
del q. Lorenzo paese (146d).
dalla Voltolina
GIOVANNI POLI 50 a.
di Pietro
GIUSEPPE CROTTO 28 a.
di Pietro
ANTONIO del q. Giovanni 35 a.

C’è poi una terza abitazione con dei convalligiani, che hanno indub-
biamente tanto in comune:

Casa Facchini
DOMENICO CIAMPINO 41 a. Per i primi tre emigrati veniamo a sapere
del q. Tomaso che hanno lasciato la moglie al paese.
dal Biolo
ANTONIO MANCINI 50 a.
del q. Domenico
GIOVANNI TOGNOLO 38 a.
dal Biolo

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VINCENZO BONOLE 25 a.
di Giovanni di Roncaja
VINCENZO da Sciermine 25 a.

Il parroco, nella sua visita pasquale alle case, compilando il registro


dello Stato delle Anime ha scritto Sciermine così come gliel’ha detto l’in-
teressato: ossia Cermeledo, pronunciato secondo la forma dialettale dei
Cech (147d).
Ecco un altro dei nostri convalligiani che, a fine secolo, mette su casa
a Roma. Il Valtellinese è della parrocchia di S. Marco, nel rione Pigna. Il
matrimonio non viene però celebrato in questa basilica, ma nella chiesa di
S. Nicola ai Cesarini, stesso rione, poiché ci si sposava nella parrocchia
della sposa (148d):

15 gennaio 1685
GIOVANNI BARILANI
figlio del quondam Guglielmo
della Valle di S. Giacomo di Campodolcino,
diocesi di Como,
della parrocchia di S. Marco,
sposa
CATHERINA CICHERI romana
figlia del q. Settimio.

Tra i Valtellinesi che si mettono al servizio di nobili romani, alla fine


del Seicento, nel palazzo dell’Eccellentissimo Principe e Gonfaloniere del
Popolo Romano Don Giovanni Battista Pamphili, pronipote di papa Inno-
cenzo X, assieme a cocchieri e a garzoni di stalla abbiamo (149d):

PIETRO TOGNA 1695


facchino

L’anno successivo viene sostituito da un altro Togna :

BARTOLOMEO TOGNA 1696


facchino
Trascorso qualche anno, mentre troviamo un Giacomo Guarescho ad
occupare il posto del nostro, constatiamo che il Valtellinese ha un preciso
incarico:

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BARTOLOMEO TOGNA 1699
facchino di Casa

Evidentemente, pur nella sua umile mansione, ha saputo farsi apprez-


zare.

Valtellinesi della Dogana di Campo dei Fiori


Fin dalla seconda metà del Quattrocento, una disposizione del pontefi-
ce Paolo II (1664-71) stabiliva il Dazio del Grano a Campo dei Fiori, dove
già risiedeva il Gabelliere della Dogana de’ Cavalli e, unitamente a que-
ste bestie e agli asini, si vendevano anche biade e granaglie. L’Annona di
Roma, che gestiva l’approvvigionamento dei cereali per l’Urbe e sovrin-
tendeva alla loro vendita, nonché alla molitura e alla panificazione, rego-
larmente aggiornata dai ministri delle Dogane di Ripa Grande e di Ripetta
e dai custodi delle Porte di Roma, aveva per lo più concentrato il suo mer-
cato di terra in questa piazza. Qui teneva una residenza con due ministri.
I suoi misuratori di frumento operavano con due Compagnie: una seden-
te in Banchi e l’altra a Tor de’ Conti (107). Una gran parte dei portatori,
misuratori e facchini di grani dell’Annona era costituita dai nostri emi-
grati Valtellinesi. C’erano inoltre altri convalligiani che a Campo de’ Fiori
e dintorni lavoravano come facchini di vino. La documentazione che li
riguarda è decisamente rilevante:

Misuratori di grano
MICHELE RIAMOLDI 36 a. 1634
MARTINO SPALLATO 28 a. Occupano assieme una delle numerose
JACOMO POLA 45 a. case della Compagnia dell’Annunziata,
JACOMO CHIESA 27 a. in via del Biscione, nella parrocchia di
BARTOLOMEO BOLLA 30 a. Grotta Pinta, al rione Parione (150d).
ANDREA BOLLA 25 a.
MAFFEO DEL FORNO 24 a.
DOMENICO RUMIGETTO 22 a.
BARTOLOMEO ROMIGETTO 30 a.
PIETRO DEL FRA 35 a.

Una ventina di anni dopo, nella stessa casa di proprietà del pio sodali-
zio, vicino alla Hosteria del Biscione, troviamo sempre dei Valtellinesi:

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Misuratori di grano 1657
SIMON BONOLO Rispetto al passato, i convalligiani che
CRISTOFANO DELLA GOLA occupano l’abitazione sono altri. Hanno
ANTONIO NERI però mantenuto la professione dei pre-
ANDREA COPPA decessori (151d).
ANDREA ZAMPINO
ANTONIO TOGNINO
PIETRO GIANONI
PIETRO MIOZZARO
FRANCESCO CAIOLO

In poco tempo questi misuratori di grano aumentano. Ai nove lavora-


tori se ne aggiunge un numero consistente (152d):

DOMENICO DE CARPESINO 1660


ANTONIO GIOUANNINO
GIACOMO GIANELLI
GIOVANNI TARCA
BARTOLOMEO GORNA
VINCENZO FRANCHETTI
SILVESTRO BERNICA

Nell’Isola del Paradiso, a un centinaio di metri da Campo de’ Fiori,


risiedono ancora altri Valtellinesi. Stavolta la parrocchia è quella di S.
Lorenzo in Damaso. Il rione è lo stesso:

Mesuratori di grano 1640


TOMASSO MARTINOLI la loro presenza si riscontra per un paio
caporale de Mesuratori d’anni (153d).
DOMENICO MARTINOLI anni 18 figlio
GIOVANNI D’ANTONIO
GIOVANNI CERESI
LORENZO CERASI
GIACOMO MARTINOLI
ANDREA MARTINOLI
ANDREA BOLLA
GIOVANNI BONESI
PIETRO D’ANTONIO
LORENZO BONESI

261
BARTOLOMEO MARTINOLI

Nella stessa casa dell’orzarolo valtellinese PAOLO CIAMPINI abita-


no un gruppo di convalligiani (154d):

Facchini
DOMENICO SCETTI
ANTONIO di SCALCI
PIETRO GRATENO
ANTONIO di MERCURIO
PIETRO PULCINELLA
DOMENICO SCETTI altro

Poche case più avanti ce n’è un altro nutrito gruppo (155d):

Misuratori di grano
FRANCESCO MATERNIN
BARTOLOMEO FIORE
GIACOMO CHIESA
CHRISTOFANO ARDIGN
TOMASSO VALMALA
GIOVANNI CIAMPINO
LORENZO MANCINI
GIOVAN BATTISTA CIAMPINI
GUGLIELMO FAZINI

Sempre per gli anni 1640-41, nella stessa zona, all’Isola di S. Marco,
altro gruppo ancora di nostri emigrati. Abitano nella Casa dei Bresciani
(156d):

Facchini
TOMASSO GIACOMOLI 25 a.
ROMEDIO VANNOLI 41 a.
PIETRO MANCINI 23 a.
DOMENICO CONTI 25 a.
GIACOMO FIORONI 22 a.
ANTONIO MESCIO 21 a.
ANTONIO de MENIGA 35 a.
ANTONIO GIANNOLO 25 a.
LORENZO CONCIA 50 a.

262
MARTINO BERTONI 41 a.
GIOVANNI CEFFI 50 a.

Trascorsi una decina d’anni, all’Isola del Paradiso troviamo sempre


Tomasso Martinoli. Ha una sua nuova Compagnia di convalligiani (157d):

Misuratori di grano 1650


TOMASSO MARTINOLI
caporale dei Misuratori
GIOVANNI MARTINOLI
DOMENICO DELLA PASQUINA
GIOVANNI FRETTO
PIETRO CERRESI
BARTOLOMEO MARTINOLI
ANTONIO BARISELLI
AGOSTINO MARTINOLI
LORENZO BONESE
DOMENICO SONGINI
LORENZO MARTINOLI
PIETRO BONESE
LORENZO CERASE
GIOVANNI DELLA PASQUINA
GIOVANNI D’ANTONI

Sette anni dopo c’è ancora il nostro Caporale dei facchini misuratori di
grano con familiari e parenti vari, che il suo grado gli deve aver facilitato
di chiamare a Roma. C’è anche qualche vecchio compagno e tanti nuovi
Valtellinesi (158d):

TOMASSO MARTINOLLI 65 a. 1657


BARTOLOMEO MARTINOLLI 35 a.
figlio
TOMASSO MARTINOLLI 21 a.
fratello
GIOVANNI MARTINOLLI 35 a.
LORENZO MARTINOLLI 38 a.
DOMENICO SONGINO 40 a.
GIOVANNI CAVIATONE 50 a.
LORENZO ROMESIO 38 a.
PIETRO POLO 45 a.
BARTOLOMEO POLO 40 a.
BARTOLOMEO CALLINA 40 a.

263
LORENZO RUSPAROLO 24 a.
GIOVANNI CERESA 25 a.

LORENZO CERESA 1658


ANTONIO D’ANTONIO Una nota, a lato dei loro nominativi, li
GIOVAN BATTISTA MARTINOLI qualifica per Compagni: ossia fanno
GIOVANNI MARTINOLI tutti parte della stessa Compagnia di
Facchini (159d).

Poco più avanti, nello stesso isolato, altra Casa di Facchini (160d):

Facchini di vino
PAOLO BONINO 21 a.
MARTINO ZANNI 33 a.
MARTINO TONASSA 38 a.
PIETRO GIANARDINI 41 a.
PIETRO LESENA 36 a.

Alcuni Valtellinesi, che una quindicina d’anni prima vivevano altrove,


sono ora tutti assieme in questa casa di Misuratori alli Ciampini. Anche
stavolta ne compaiono di nuovi (161d):

GIOVANNI MARTINOLI 50 a. 1673


della Valtellina
TOMASSO MARTINOLI 35 a.
fratello
JACOMO D’ANTONIO 38 a.
AGOSTINO MARTINOLI 32 a.
LORENZO CERASA 29 a.
PIETRO BONESE 29 a.
JACOMO MARCHESE 30 a.
GIOVANNI MASCIADRELLI 32 a.
BARTOLOMEO PIANTONI 30 a.
JACOMO MARTINOLI 33 a.
GIOVANNI BELLINI 32 a.

Andando avanti, sempre all’Isola del Paradiso, c’è un’altra “colonia”


di Valtellinesi. Abitano in una casa tra il palazzo dei signori Massimi e
quello spigionato – cioè non affittato – dei Vitelli (162d):

GIOVANNI PINOLO è definito Svizzero.

264
DOMENICO CASCIONIO
DOMENICO ANNESI
JACOMO PULI Sono tutti qualificati come facchini.
GUGLIELMO BORLINI
FRANCESCO GARICCIOTTI
PIETRO BIONDI
JACOMO BIGNODINO

Proseguendo per la stessa Isola verso la piazza di Campo de’ Fiori,


alcuni nostri emigrati hanno affittato una stanza (163d):

Facchini
SILVESTRO GAVAZZI 40 a.
della Valtellina
ANTONIO CAVO 25 a.
FRANCESCO CRAPEL 38 a.
JACOMO CRAPEL 36 a.
GIOVAN PIETRO PIDOCH 35 a.
GIOVANNI BONDON 35 a.

Arrivati a questo punto, il registro su cui sono annotati gli Stati


d’Anime per gli Anni 1673-1674 ci fornisce l’elenco completo delle isole
in cui era stata suddivisa la parrocchia di S. Lorenzo in Damaso da noi
presa in considerazione. Ai fini di un orientamento generale lo riportiamo:

Vicolo de Leutari
Isola del Tassi
Palazzo del signor Principe Panfilio
Isola del Galli
Vicolo dell’Aquila
Isola del Manini, o Silvestri
Isola de’ Pollaroli
Isola del Pichi
Fontana Brugiata
Albergo del Moretto
Isola del Paradiso
Isola di Ciampini
Isola di Campo di Fiore
Cortile della Nave
Facciata di Campo di Fiore
Scaletta

265
Isola di S. Marco
Isola de Pizzicaroli
Cancellaria

Anche nel 1674 il solito gruppo dei Martinoli e degli altri sono tutti
presenti. Nuovi compagni li affiancano (164d):
Misuratori alli Ciampini 1674
DOMENICO MARTINOLI 37 a.
BARTOLOMEO MARCHESE 37 a.
JACOMO BARISETTO 33 a.
PIETRO FONTANA 32 a.

All’Isola di Campo di Fiore, in una casa dalle stanze affittate a varie


famiglie stanno a pigione dei facchini valtellinesi (165d):

GIOVANNI BIGIOLIERE
PIETRO ROMIGIOLO
LORENZO CERTANA
GIOVANNI FOLINI
ANTONIO DI GIOVANNI
JACOMO D’ALESSIO
GIOVANNI PETRUCCI
Nella Facciata di Campo di Fiore un convalligiano, di cui abbiamo pre-
cedentemente riscontrato la presenza assieme a compagni della stessa
terra e che si è sposato, vive ora con la sua famiglia in una stanza (166d):
STEFANO MARTINOLI 49 a.
da Valtellina
MADDALENA VIRGILII 35 a.
romana moglie
TOMASSO figlio 13 a.
JACOMO 5 a.
MARGHERITA 7 a.
VIRGINIA 3 a.
ISABELLA 6 a.

Nella stesso isolato, un poco più avanti, alcuni facchini si adattano a


loro volta a vivere tutti assieme anch’essi in una stanza (167d):

PAOLO MAFFEI da Voltolina

266
MARTINO DELL’ACQUA
GIOVANNI de BALESTRA
ANDREA di TONEI
MAFFEO DELL’ACQUA
PIETRO DELL’ACQUA

E più avanti ancora, sempre in una stanza (168d):

Facchini Misuratori
ANTONIO BARATTA 40 a.
STEFANO BORNIGA 40 a.
JACOMO MAZARA 45 a.
GIOVAN BATTISTA PANICA 25 a.
PIETRO SONGINO 25 a.

Alcuni anni dopo nella Facciata di Campo di Fiore, una stanza vicino
all’abitazione di Stefano Martinoli, che col passare del tempo è riuscito a
sistemarsi con la famiglia in una casa e che viene riportato come romano
- erroneamente, o così inteso per “adozione” visto gli anni che si trova
nell’Urbe, perché non è nato a Roma ma in Valtellina -, è occupata da altri
convalligiani (169d):

Fachini dalla Voltolina 1682


TOMASO CAMERINO
PASQUALE di Bernardo
DOMENICO ANTONIO CALCIOLO
MICHELANGELO di Jacomo
FELICE di Vittorio
PIETRO PAOLO COLETTA
PIETRO ROSTO
SANTI BELARDINO alias Moscatello

Nella vicina osteria alloggiano ancora altri facchini della nostra terra
(170d):

GIOVAN ANTONIO del RE milanese


ANTONIO della Voltolina
JACOMINO BONINO
ANTONIO MARCHETTO della Voltolina

267
Inoltre, negli abbaini, hanno trovato una sistemazione sotto tetto un
secondo gruppo di facchini:
PAOLO del q. Giovan Antonio della Voltolina
ANTONIO del MAFFE’
MARCO di Stefano
GIOVANNI MARIA COLA dell’Antonio

Tutti questi facchini vivono qui perché godono presumibilmente di un


trattamento di favore: il gestore dell’hosteria è il valtellinese GIOVAN
ANTONIO BARONI, aiutato dallo zio MARTINO BARONI e di certo
anche dai conterranei.
Anche nell’ultimo decennio del secolo i convalligiani, che risiedono
nella parrocchia di S. Lorenzo in Damaso e che lavorano a Campo dei
Fiori, proseguono ad essere un numero di tutto rispetto (171d):

TOMASO BOLGIA 47 a. 1694


della Voltolina
GIOVANNI BOLGIA nipote 24 a.
GIOVANNI CIUENA 17 a. Questo cognome, presumibilmente, si ri-
DOMENICO MARTINOLI 42 a. chiama all’origine di Chiavenna dei no-
GIACOMO ROMIGLIOLI 24 a. stri due emigrati: Ciuena è la forma dia-
GIOVAN BATTISTA CIUENA 40 a. lettale.

Alla Facciata di Campo di Fiore, nella seconda casa vicino al cantone


un facchino misuratore di grano che già conosciamo si è sposato (172d):

DOMENICO SONGINI 49 a.
della Voltolina
FAUSTINA MARCIANI moglie 30 a.
romana
MARGARITA figlia 2 a.
DOMENICO figlio 8 mesi
Catarina nipote romana 15 a.

Nella casa attigua si è piazzato un secondo Valtellinese con lo stesso


cognome, forse un fratello o un parente, ed anche con la stessa attività
(173d):

PIETRO SONGINI 50 a.
misuratore

268
MARIA DIONISII moglie 29 a.
romana
GIOVANNI figlio 9 a.
CATERINA figlia 10 a.
ANTONIO 8 a.
FRANCESCO 6 a.
INNOCENTE 4 a.
RAIMONDO 7 a.
CAETANO 5 a.
GIOVANNI DOMENICO 2 a.

L’anno dopo nelle vicinanze della piazza di Campo dei Fiori, oltrepas-
sata la casa di un brigliozzaro, alcuni facchini di vino valtellinesi sono
finalmente riusciti a mettersi in proprio (174d):

Magazzino di Vino 1695


MARTINO TOGNINO
MICHELE TOGNINO è a Frascati dichiara una nota a lato;
MENICO TOGNINO sta ai Castelli precisa un’altra nota;
VINCENZO TOGNINO è a Marino dice una terza annotazione;
GIOVAN PIETRO VOLTUNI sta ai Balestrari si puntualizza per lui.

Frascati, Marino, i Castelli… i nostri sapevano bene dove trovare del


buon vino !
Appresso al magazzino stavano altri convalligiani (175d):

Facchini
PIETRO FOLINI 40 a.
DOMENICO MOTTA 29 a.
ANDREA SCIGULIN 38 a.
MATTEO TROMBE’ 30 a.
ANTONIO BOIANI 28 a.

I Valtellinesi che lavoravano a Campo dei Fiori, quando si sposavano


ed avevano figli, li battezzavano prevalentemente nella chiesa di S.
Lorenzo in Damaso. Se numerosi furono i nostri convalligiani che si stan-
ziarono in quella zona, c’è da dire che anche i battesimi dei loro figli non
risultano certo limitati. Durante tutto il Seicento. Ci limitiamo a proporne
una parte, come dagli stessi atti di battesimo:

269
22 gennaio 1600
GIOVANNI nato il 22 del q. GIOVANNI BALLABENI dalla Voltolina
e di Donna PELLEGRINA sua moglie romana di questa parrocchia.
Padrino Federigo de Pizzi e madrina Silvia Colonna (176d).

17 giugno 1600
GIOVAN BATTISTA di MARTINO SPALLA dalla Uoltolina e di FEDARICHA
sua moglie.
Padrini: GUGLIELMO SCHENA e madrina Donna GIOVANNA DE ROSSI
(177d).

6 luglio 1600
SIMONE nato il 6 di DOMENICO DE SIMONI dalla Voltolina e Donna ISA-
BELLA sua moglie della parrocchia di S. Maria di Grotta Pinta.
Padrino Battista Ballasoni e madrina Donna Speranza moglie di mastro
Antonio Portughese (178d).

2 settembre 1601
BARBARA nata il 28 passato da ANTONIO PETRETTI dalla Voltolina e da
Donna MARIA sua moglie della parrocchia dei SS. Vincenzo e Anastasio.
Padrino Nicolò Benigno e madrina la signora Olimpia Rosa Felici (179d).

14 gennaio 1603
SOFIA nata il 12 da ALESSANDRO PADELLINI romano e di SUSANNA sua
moglie della parrocchia di S. Maria del Pianto.
Padrino Giovanni Brengo da S. Sofia e madrina Elena … (180d).

8 settembre 1606
AGATA di STEFANO MAZZA di Vincenzo da Ponte, diocesi Comense, e di
Donna CATARINA sua moglie figlia di Tomasso de Cenci.
Padrino Giovan Battista Lucatelli milanese e madrina Donna Vittoria
Lucatelli (181d).

26 maggio 1607
JACOMO di DOMENICO del CARRO della Voltolina e di MARGARITA sua
moglie.
Padrino Taddeo Raimondi e madrina Antonia Cucarelli (182d).

26 giugno 1607
GIOVAN ANTONIO di DOMENICO BASSALORO della Voltolina e di
MARIA di questa parrocchia.
Padrino il signor MARIO MORONI e madrina Donna Lucrezia moglie di
Giovan Paolo Barasi (183d).

270
29 febbraio 1608
VINCENZA di STEFANO del MAZZA da Ponte e di CATARINA a S. Tommaso
de Cenci.
Padrino Luigi Filippo de Guaschi e madrina Donna Vittoria di Giovan
Battista ciambellaro (184d).

23 febbraio 1610
PIETRO nato il 22 di PAULO COMPAROLI della Veltolina e di GENTILE di
Città di Castello sua moglie parrocchia di S. Caterina della Rota.
Padrino FILIPPO CORTI e madrina Isabetta Bruscia (185d).

19 novembre 1614
CESARE nato il 16 di PAOLO COMPAROL del Lago di Como e di GENTI-
LE sua moglie della parrocchia della Chiesa Nuova.
Padrino Giovan Battista cremonese e madrina Donna Marta Petrucci roma-
na (186d).

6 settembre 1650
ANTONIO GIORGIO nato il primo settembre da GIORGIO DUBIN diocesi
di Como e da LORETA Scolastica romana, coniugi della parrocchia di S. Ma-
ria in Publicolis.
Padrino Giorgio Piatti di Gravedona ed Elisabetta Pasta Calda ostetrica
romana (187d).

8 settembre 1650
DOMENICO nato il 4 da LORENZO BARRUZIO de Valtelina de Arden, dio-
cesi di Como, e da ORTENSIA GIANINI romana, coniugi della parrocchia di
S. Maria in Monticelli.
Madrina Santa moglie di Ippolito Desideri (188d).

Nell’ultimo decennio di secolo si diffuse l’usanza di dare più nomi ai


battezzati: un sistema per accontentare nonni paterni e materni, che desi-
deravano far chiamare come loro i nipotini. Anche i valtellinesi seguirono
questa “moda”:

4 febbraio 1691
FLAMINIA GIOVANNA COSTANZA nata il 25 gennaio dal signor PIETRO
SONGINO de Valtellina e da FAUSTINA Marciani romana.
Padrino Paolo Canavasio romano e madrina la signora Francesca Catalani
romana (189d).

271
6 gennaio 1692
GIOVANNA FRANCESCA INNOCENZA BENEDETTA nata il 2 da PIETRO
SONGINO e signora FAUSTINA Marciani, coniugi di questa parrocchia.
Padrino Illustrissimo Don Antonio Roccio, e per esso il rev. don Carlo De
Angelis, e madrina signora Elisabetta Marciani (190d).

21 giugno 1692
FLAVIA PETRONILLA nata il 14 da GIOVANNI MANCINO de Biolo dioce-
si Comense e da MARTA Santelli da Giove.
Padrino Illustrissimo Giovan Antonio Sampieri e madrina Donna Maria
Manfroni, e per essa Orsola De Rubeis (191d).

24 luglio 1694
GIACOMO BERNARDO DOMENICO nato il 19 da PIETRO SONGINO di
Valtolina, diocesi di Como, e da FAUSTINA Marciani romana.
Padrino PINO DEL BELLO da Valtellina e signora MADDALENA FARINA
di Marino (192d).

12 febbraio 1695
FRANCESCO MARIA INNOCENZO AMBROGIO nato il 7 da LORENZO
GAVAZZI di Voltolina e dalla signora ANGELA CATERINA Galli romana,
coniugi di questa parrocchia.
Padrino Eccellentissimo Francesco Maria Costantini di Ascoli e la signora
Cecilia Mida romana (193d).

1 luglio 1695
PIETRO CESARE FELICE nato il 30 giugno dal signor CARLO PRANDINI
da Voltulina e da MARIA ANTONIA Valentini con parrocchia di S. Maria
Egiziaca.
Padrino PIETRO CESARI di Voltulina e madrina signora Agnese Poli terna-
na (194d).

27 ottobre 1696
FEDERICO SIMONE nato il 26 da GIOVAN PIETRO CAMERA e da BAR-
BARA Vidman romana con parrocchia di S. Carlo ai Catinari.
Madrina Ursula Vidman (195d).

Abbiamo anche due gemelle valtellinesi :

25 febbraio 1697
ELENA ANNA e MARGARITA CECILIA nate questo stesso giorno da

272
LORENZO GAVAZZI di Valle Tellina, diocesi di Como, e dalla signora
ANGELA Galli di questa parrocchia.
Padrino di entrambe il signor Pietro Galli e madrina Lucia Rapagnani per la
prima e per la seconda Faustina Ferrocci (196d).

15 febbraio 1699
FRANCESCO FILIPPO GREGORIO nato il 13 da GIOVAN PIETRO CAME-
RA e da BARBARA Vidman romana con parrocchia di S. Carlo ai Catinari.
Padrino Francesco Fracassi senese e madrina Ala De Santis romana (197d).

A proposito di nomi, il numero maggiore di quelli imposti a un neona-


to riguarda il figlio del conte Fabio Lucatelli di Cesena (198d). Venne
infatti battezzato come FABIO SEBASTIANO FRANCESCO GIOVAN-
NI ANTONIO MARIA MELCHIORRE IGNAZIO GAETANO FILIPPO
DEODATO ILARIO!… Una volta finito di essere chiamato, il bambino
deve aver rischiato di essere diventato grande.

Tanti anche i Valtellinesi della parrocchia di S. Lorenzo in Damaso,


che non sono più tornati nella loro terra d’origine:

PIETRO del GHIDOL 17 febbraio 1603


della Voltolina muore ed è sepolto nella chiesa di S. Lo-
facchino in Campo de Fiori renzo in Damaso (199d).

JACOMO di Domenico della Voltolina 16 maggio 1615


aiutante di cantina del Principe Peretti fu ammazzato ai Leutari (200d).
JACOMO MAGRINO DEL CUCCO 4 marzo 1619
della Vuoltolina di Biolo muore in casa di Antonio pollarolo vici-
misurator de grani no alla piazza dei Muratori (201d).

DOMENICO del MOTTO di Giovanni 20 settembre 1622


della Voltolina muore. Sepolto in chiesa (202d).
misuratore in Campo de Fiore

DOMENICO del MOTTO di Andrea 22 settembre 1622


della Voltolina muore. Sepolto in chiesa (203d).
misuratore in Campo de Fiore

ANDREA COVA del q. Pietro 28 luglio 1623


della Voltolina abitante al Paradiso
facchino muore. Sepolto in chiesa (204d).

273
BARTOLOMEO RAIETTA 21 agosto 1623
della Voltolina muore a S. Salvatore in Campo nel vico-
35 anni lo della Goletta a Campo di Fiore.
facchino Sepolto in chiesa (205d).

PIETRO MARTINELLO 21 febbraio 1624


dalla Voltolina abitava in strada de Massimi, muore.
25 anni Sepolto in chiesa (206d).
facchino

MARTINO PELLINO del q. Remedio 13 maggio 1625


da Piazza Longa dalla Voltolina abitava nel vicolo della Corte Savella,
33 anni muore. Sepolto in chiesa (207d).
facchino

GIOVANNI CAMARINO 6 ottobre 1626


dalla Valtolina muore. Sepolto in chiesa (208d).

PIETRO BUFFONE 4 novembre 1626


di Valtolina muore. Sepolto in chiesa (209d).
25 anni
facchino a Campo de Fiore

ANDREA GRAZIOLI 20 ottobre 1628


di Valtolina muore. Sepolto in chiesa (210d).
facchino sotto piazza di S. Maria de Planeta

GIOVANNI MOTTA 17 luglio 1629


dalla Valtulina muore. Sepolto in chiesa (211d).
40 anni
facchino in Campo de Fiore

PIETRO CRACOLO 12 ottobre 1634


di Valtellina muore nella casa affittata a Campo de
60 anni Fiore. Sepolto in chiesa (212d).

ANTONIO PRANDINI 12 gennaio 1636


di Valtellina muore in casa conducta a Campo de
55 anni Fiori. Sepolto in chiesa (213d).

GIUSEPPE de MINIMI 16 luglio 1636

274
di Valtellina muore nella casa affittata in piazza delle
30 anni Carrette. Sepolto in chiesa (214d).

DOMENICO MARTINOLI 4 agosto 1637


di Valtellina muore in casa affittata al Paradiso ed è
36 anni seppellito in chiesa (215d).

ANDREA RICCI 8 febbraio 1638


de Valtellina muore in casa affittata al Paradiso ed è
30 anni seppellito in chiesa (216d).

TOMASO MARTINOLI di Giacobbe 5 maggio 1638


de Valtellina muore in casa affittata al Paradiso ed è
28 anni seppellito in chiesa (217d).

PIETRO MARTINOLI 6 agosto 1638


de Valtellina muore. Sepolto in chiesa (218d).
43 anni

GIOVANNI FIORONI 27 settembre 1647


di Piazza Lunga nella casa a Campo de Fiore morì e fu
in Valle Telina seppellito in questa Basilica di S. Lo-
renzo in Damaso (219d).

A metà del secolo, quando infierì la peste nell’Urbe, ci furono vittime


anche fra i Valtellinesi. Fra loro, un convalligiano in particolare arrivato
ad occupare col suo duro lavoro un posto d’una certa responsabilità e, per
la sua attività, indubbiamente ambito (220 d):

25 giugno 1656 (a lato c’è la famigerata scritta con la


crocetta del contagio di peste)
GIOVANNI BELARDINELLI di Voltolina, di 35 anni in circa, infermo nel
palazzo dell’Eminentissimo CARDINALE BARBERINI, della sua famiglia
Facchino Capo a vicolo de Leutari, rese l’anima a Dio e il suo copro dai
Deputati della Sanità per sospetto di contagio fu seppellito il giorno seguen-
te in luogo per questo assegnato.

Com’è plausibile, dal giugno a tutto il dicembre di quello stesso anno,


numerosissimi risultano i decessi per peste. Poi a cominciare dall’anno
successivo:

275
LORENZO BIGIOLLI 17 gennaio 1657
de Arden de Voltolina abitava in piazza dei Pollaroli, muore.
60 anni E’sepolto in chiesa (221d).
facchino

GIACOMO RASPAROLI di Antonio 3 ottobre 1659


di S. Martino di Voltolina abitava all’Isola di Ciampini, muore.
30 anni Sepolto in chiesa (222d).

PIETRO MARTINOLI di Giovanni 19 luglio 1666


di Valle Tellina abitante all ’Isola dei Signori Ciampini
19 anni muore d’infarto. Sepolto in chiesa
misuratore di grano (223d).

ANTONIO D’ANTONIO 19 ottobre 1666


da Valle Tellina era marito di MARIA MARTINOLI,
33 anni abitante presso i Signori Ciampini, morì
misuratore di grano e il suo corpo fu seppellito il 20 in que-
sta Chiesa nella tomba dei Confratelli
del Santissimo Sacramento (224d).

BARTOLOMEO D’ANTONIO 9 settembre 1669


di Cevo diocesi Comense marito di Maria Vannella e abitante nel-
45 anni le vicinanze della casa dei Ciampini,
misuratore di grano morì di morte improvvisa senza riceve-
re li sacramenti per la rapiditate della
morte. Il suo corpo viene sepolto il
giorno 10 nella chiesa di S. Lorenzo in
Damaso, fatte prima le ricognizioni me-
diche del caso e con l’autorizzazione per
per la sepoltura (225d).

LORENZO BAROLI di Giacomo 2 gennaio 1671


di Valle Tellina degente nella parrocchia dei SS.
35 anni Quirico e Giulitta e che in seguito fu
trasferito ad vaporius sotto la parroc-
chia di S. Stefano del Cacco e lì ricevu-
ti i Sacramenti morì. Per sua disposi-
zione dichiarata, dopo essere stato
esposto, il suo corpo fu sepolto nella
chiesa di S. Lorenzo in Damaso (226d).

276
PASQUINO PIANTON 18 dicembre 1672
del q. Martino abitante a Campo de Fiore, muore ed è
di Valle Tellina sepolto in chiesa (227d).
28 anni

FRANCESCO TAVELLA 8 agosto 1676


da Valtelina marito di Margherita, ex improviso
6anni accidenti, rese l’anima a Dio dopo aver ricevuto
tutti i sacramenti in comunione con
Santa Madre Chiesa e fu seppellito in
questa nostra Basilica (228d).

GIACOMO PANIGA del q. Pietro 13 luglio 1678


da Caspano de Valtellina muore. E’ sepolto in chiesa (229d).
diocesi di Como
19 anni
misuratore di frumento

ANTONIO BARATTA 23 gennaio 1679


di Piateda in Voltolina muore. E’ sepolto in chiesa (230d).
marito di Margarita
45 anni

GIACOMO BARIGELLI 21 marzo 1679


da Civo in Voltolina nella casa affittata, che è detta dai
marito di Caterina D’Antonio Ciampini, muore ed è sepolto in chie-
38 anni sa (231d).
misuratore di frumento

GIUSEPPE MARCHESINI 14 settembre 1685


di Voltolina abitava in una strada quae vulgo dici-
tur delle Carrozze. Muore ed è sepolto in
chiesa (232d).

L’attività che riguardava il Dazio del Grano, l’Annona e i suoi lavora-


tori era costantemente regolamentata da disposizioni di legge. Ordini,
bandi, editti, capitoli per appalti, divieti, monitori e perfino motupropri e
brevi si susseguirono per tutto il secolo. Ne ricordiamo alcuni:

- 1601, giugno 21
“Ordini da osservarsi dai portatori, misuratori e facchini di grani” in Roma,
emanati dal cardinale camerlengo Pietro Aldobrandini (233d).

277
- 1603, giugno 10
“Ordini da osservarsi nel vendere e comprare grani e biade in Campo di Fiore”,
emanati dal cardinale camerlengo Pietro Aldobrandini (234d).

- 1603, luglio 5
“Ordini da osservarsi dai portatori…” rinnovati dallo stesso cardinale (235d).

- 1604, giugno 12
“Ordini da osservarsi dai portatori…” sempre da parte dell’Aldobrandini (236d).

- 1604, luglio 13
“Ordine ai facchini che misurano il grano in piazza Campo di Fiore di non oltre-
passare la selciata che circonda la detta piazza, sotto pena di tre tratti di corda,
della frusta, della berlina e di multe ad arbitrio”, emanato dal cardinale camer-
lengo Pietro Aldobrandini (237d).

Abbiamo sempre, nel contempo, testimonianze della presenza di nostri


convalligiani addetti alle granaglie a Campo dei Fiori e che si erano stan-
ziati non solo nei rioni Parione, Pigna e S. Eustachio, dove abbiamo avuto
modo di rintracciarne tanti, ma anche nei rioni S. Angelo, Ponte, Regola,
Campo Marzio, Trevi e Monti. Eccone una parte:

BARTOLOMEO CASTELLI 6 novembre 1601


di Voltolina abitante al rione S. Angelo in una stanza
38 anni affittata nella parrocchia di S. Gregorio
facchino al Ponte Quattro Capi, colpito da morte
improvvisa passa a miglior vita. Viene
sepolto nella chiesa di S. Gregorio
(238d).

Nella parrocchia di S. Salvatore in Campo al rione Regola, dietro


Campo dei Fiori, si era insediata una numerosa “colonia” di Valtellinesi.
Nel vicolo della Goletta, accanto a una Hosteria troviamo (239d):

Casa di Pichini 1602


abitata da spallati
PIETRO CRACCOLO
PIETRO SPALLATO
GIACOMO CRACCOLO
GIACOMO BUFFONE

278
GIACOMO DELLA CHIESA
ANDREA FEROLO
ANDREA MOTTA
BARTOLOMEO DI STANA
VINCENZO GRATIOLO
PIETRO FONTANA

Alcune case più avanti ci sono altri facchini valtellinesi (240d):

PIETRO DELL’HERBA abitano nella casa di proprietà della


BARTOLOMEO DELL’HERBA parrocchia di S. Lorenzo in Damaso.
GIACOMO DELL’HERBA
GIOVANNI MURETTI
GIACOMO della BIANCA
GIACOMO detto CHIOCCA
MATTEO anche lui detto CHIOCCA
GIOVANNI MORETTI
GIACOMO DEL BIANCO

E, sempre nello stesso vicolo, troviamo un gruppo consistente di conval-


ligiani – molti omonimi – e non meglio qualificati (241d):

Bioli
Domenico alloggiano insieme nella casa di un certo
Giouanni Giovan Battista De Marchi, che a sua
Giouanni volta vi abita con tre fratelli.
Giouanni
Pietro
Pietro
Tomaso
Pietro
Domenico
Giacomo
Antonio
Martino
Tomaso

Proseguono intanto i provvedimenti, che vengono regolarmente ag-


giornati:

- 1606, maggio 18

279
“Ordini da osservarsi nel vendere e comprare grani e biade in Campo di Fiore”
in Roma, emanati dal cardinale camerlengo Pietro Aldobrandini (242d).

- 1606, maggio 31
“Ordini da osservarsi dalli portatori, misuratori di grani, e facchini” in Roma,
emanati dal cardinale camerlengo Pietro Aldobrandini (243d).

- 1607, giugno 18
“Ordini da osservarsi dalli portatori…”, emanati dal solito camerlengo (244d).

- 1607, dicembre 19
“Editto di notifica dell’apertura di un magazzino di farina a Campo de’ Fiori,
per servizio dei poveri”, emanato dal camerlengo (245d).

- 1608, giugno 14
“Ordini da osservarsi dalli portatori…”, emanati dal camerlengo (246d).

- 1609, giugno 15
“Ordini da osservarsi dalli portatori…”, emanati dal camerlengo (247d).

- 1610, giugno 7
“Ordini da osservarsi dalli portatori, misuratori e facchini deputati a misurare
grani ed altre biade per la città di Roma, fuori della piazza di Campo di
Fiore” (248d).

Nel rione Ponte, in questo periodo, presso la parrocchia di S. Cecilia a


Monte Giordano - situata fra piazza Navona e piazza della Chiesa Nuova
- un gruppo di facchini valtellinesi abitano sotto casa (249d):

GIOUANNI de FAZZINO 1611


CESARE TREUIGANTO
MATTEO RASPINO
PIETRO CASCHETTO
DOMENICO del PARRINO
PIETRO FAZZINO
JACOMO FAZZINI
GIOVANNI di Mele Mele dovrebbe stare per Mello.

Nel rione Campo Marzio, in piazza di S. Lorenzo in Lucina, un altro


gruppetto di sei convalligiani si stanziano per otto anni. Di quattro abbia-
mo i nominativi (250d):

280
Fachini di grano 1611 - 1618
BERNARDO di Voltolina
del Comune d’Ardenno
BATTISTA BERTINOTTO
GIOVAN ANTONIO CASTELLO
ANTONIO GANDELINO

In un quinquennio, i facchini che abitavano sotto casa a S. Cecilia a


Monte Giordano sono stati sostituiti da altri convalligiani. Il loro numero
è aumentato (251d):

GIOVANNI PINOLLE 1616


JACOMO de SOCHI
PAOLO de POLI
ANTONIO di…
BATISTA del NEGRI
BATISTA CAPELETTO
GIOVANNI GUARESCHO
GIORGIO
BATISTA BIANCO
JACOMO GUIRO
JACOMO DI PIETRO
GIOVAN MARIA
ENRICO de FENAIA
BATISTA BAGGIULO

Anche nella casa degli spallati a San Salvatore in Campo ai facchini,


stanziatisi nel 1602, se ne sono aggiunti altri (252d):

GIOVANNI dalla FONTANA 1616 - 1620


GIOVANNI FERONIO
GIOVANNI CASSINELLO
DOMENICO MOTTA

Più avanti, dopo l’abitazione dei due archibugieri valtellinesi CRISTO-


FARO e TOMMASO PAINO, ancora dei convalligiani facchini (253d):

MARTINO BONINO 1616 - 1620


ANTONIO DELLA GATTA
MATTEO DEL NERO

281
BATTISTA DEL NERO
GIOVANNI BONINI

L’anno dopo, finalmente, scopriamo i cognomi dei BIOLI ed altresì


che la loro attività di facchini non riguarda le granaglie, ma il vino (254d):

Facchini di vino 1621


DOMENICO COVAIA
ANDREA CAMERINI
GIOVANNI BAROLA
GIOVANNI CAMERINI
LORENZO COVAIA
DOMENICO CAMONICA
LORENZO BIASOLA
LORENZO PAPINO
GIACOMO PALINA
GIOVANNI COPPA

Nell’abitazione accanto all’osteria gli spallati non ci sono più. O,


meglio, due di loro che sono rimasti, Domenico Motta e Giovanni
Fontana, hanno costituito una nuova compagnia di facchini tutti valtelli-
nesi (255d):

Compagnia del Gallo 1621


DOMENICO FONTANA
GIOVANNI CRACOLA
DOMENICO CAMERINO
GIOVANNI BUFFONE
PAGANO FONTANA
ANDREA CRACOLA
PIETRO RONCAIOLA
PIETRO BUFFONE
DOMENICO MOTTA
GIOVANNI FONTANA
GIACOMO CARRA

Un paio d’altre case più avanti ecco altri convalligiani (256d):


STEFANO DEL NERO
DOMENICO DEL NERO
PIETRO DEL NERO
GIACOMO DEL NERO

282
GIUSEPPE MANINI
PIETRO GAGLI
GIOVAN ANTONIO GREGORI

E non è finita. Nell’abitazione attigua ancora Valtellinesi (257d):

Facchini di vino
Compagnia dei Palombi
GIOVANNI CIAPPA
MATTEO BAIETTA
PIETRO PETRICCIOLO
GIACOMO BUFFONE
PIETRO MUZIO
GIOVANNI MASSIMO
DOMENICO BAGINI
PIETRO MOTTO
SIMONE PIETROCCIOLO
GIACOMO RIBUCCIO
LORENZO CIORINO

Nel rione Monti, l’anno successivo, alla parrocchia di S. Lorenzo ci


sono tre gruppetti di Valtellinesi che abitano nella casa di mastro Giovan
Antonio muratore (258d):

PIETRO AMBROSINO 1622


facchino dalla Voltolina alloggiano a pianterreno.
PIETRO MARTINOTTI
facchino dalla Voltolina

LORENZO di TARQUINIO facchini stanno di sotto.


PIETRO di TARQUINIO da Voltolina
PIETRO MASEDA

GIORGIO DI GIOVANNI della Giorgia anche loro di sotto.


dalla Voltolina
con sua moglie
MARTINO della Menicha
GIOUANNI di Thomasso
GIOUAN ANDREA CAPORALE

Continuano anche le disposizioni di legge:

283
- 1624, maggio 13
“Ordini da osservarsi dalli portatori, misuratori e facchini, deputati a misurar
grani e altre biade per la città di Roma, e fuor dalla piazza di Campo di Fiore”,
emanati dal cardinale camerlengo Ippolito Aldobrandini (259d).

- 1625, giugno 19
“Ordini con le norme da osservarsi da coloro che vendono o comprano grani e
biade in Campo di Fiore” (260d).

- 1625, giugno 19
“Ordini da osservarsi dalli portatori…”, emanati dal camerlengo (261d).

A piazza S. Lorenzo in Lucina, i facchini di grano valtellinesi hanno


lasciato il posto a convalligiani misuratori (262d):

PIETRO CIAMPINI 1626


BERNARDO BERTINELLI
GIOVANNI SAVETTA
JACOMO RUMIGET
VINCENTIO RUMIGET
LORENZO CASTELLI
TOMASSO GANDELINO
LORENZO GANDELINO

L’anno dopo vengono emesse disposizioni di legge importanti (263d):

1627, giugno 10
“Ordini coi quali si regola il commercio dei grani e delle biade in Campo de’
Fiori”, emanati dal cardinale camerlengo.

Nello stesso anno, la casa occupata dai misuratori di grano valtellinesi


a piazza S. Lorenzo in Lucina risulta occupata da altri convalligiani
(264d):

Facchini da vino 1627


JACOMO D’AGOSTINO
AGNELLINO SALVISIO
BENEDETTO FAROVINO
PIETRO di CAPIOLA
GIOVAN PIETRO di CANA
PIETRO D’AGOSTINO 14 a.

284
Nel 1628 si registrano due nuovi arrivi. Sono tutti presenti anche nel
1629.

Gli altri facchini di vino al vicolo della Goletta, tranne Giovanni Ca-
merino, Lorenzo e Domenico Covaia, cedono a loro volta il posto a quel-
li che evidentemente li sostituiscono anche nel lavoro (265d):

Compagnia dei Bioli 1629


TOMASSO TOMASSETTI
LORENZO DI STEFANO
LORENZO PAPINO
ANTONIO del SCIGOLO
MARTINO del CAMERO
MARC’ANTONIO GIOVANNINI
DOMENICO GIOVANNINI
TOMASSO GIOVANNINI
ANTONIO del CAMERO
REMEDIO del CAMERO
LORENZO COVAIA
DOMENICO COVAIA
GIOVANNI CAMERINO

Degli altri Valtellinesi che alloggiano nello stesso vicolo, accanto all’o-
steria, ne sono rimasti un paio. Gli altri sono cambiati. Ecco come si pre-
senta il gruppo rinnovato (266d):

Compagnia del Gallo


PIETRO CRACCOLA
ANTONIO BUFFONE
GIACOMO BIANCO
LORENZO FEROLA
BARTOLOMEO CRIMONESE
CARLO della MILANESE
GIOVANNI CRACCOLA
ANDREA CRACCOLA

L’anno seguente i componenti di queste due Compagnie aumentano


ancora (267d):

Compagnia dei Bioli 1630


GIOVANNI CAMERA

285
MARTINO GIANNINI
GIOVANNI CAMERA altro
ANTONIO CAMERA
BARTOLO BAROLA
ANTONIO CICALA
LORENZO PAPA
TOMASSO CITTI
TOMASSO TOMASSETTI
DOMENICO GIOVANNINI
LORENZO DI STEFANO

Compagnia del Gallo


PIETRO PAOLO MARTINELLI
CARLO MARTINELLI
PIETRO MARTINELLI
BATTISTA SCOLARO
BARTOLOMEO CREMONESE
ANTONIO BUFFONE
ANTONIO DELL’HORTO
GIOVANNI GROSSO
CARLO GROSSO
LORENZO FEROLA
PIETRO CRACCOLA
GIOVAN GIACOMO CARRA

Sempre nel vicolo si è installato un terzo gruppo di Valtellinesi (268d):

Compagnia dei Fedeli


VINCENZO RONCAIOLO
GIOVANNI ANDRIONI
PIETRO PETRUCCIOLO
ANTONIO del FOLLA
JACOMO della CHIESA

Più avanti ancora, nella casa di Salomonii, troviamo infine ALTRI 7


FACCHINI VALTELLINESI di cui è riportato solamente il nome e la pro-
venienza dalla nostra generosa Valle (269d).
In questo stesso anno, a S. Lorenzo in Lucina, i facchini da vino hanno
restituito l’alloggio a Lorenzo Gandelino, tornato dopo tre anni con una
sua nuova squadra. Evidentemente i Valtellinesi si scambiavano le abita-
zioni (270d):

286
Misuratori di grano 1630
LORENZO GANDELINO
PIETRO PALOMBO
ANDREA BARTORI
GIOVAN PIETRO MIGRINI
LORENZO SQUADRA
ANDREA RONCHAIOL
JACOMO VANON

L’anno dopo, i misuratori sono ancora aumentati. Ai soliti si sono ag-


giunti (271d):

JACOMO POLA 1631


ANDREA MARTINOLO
PIETRO GAGIOLO

Nel frattempo, al vicolo della Goletta, i componenti delle prime due


Compagnie di Valtellinesi si sono sistemati tutti assieme in una stessa
casa. Tranne Antonio Camera per il primo gruppo ed Antonio Buffone per
il secondo, tutti gli altri sono cambiati. Si ha l’impressione che per i nostri
emigrati non ci sia mai un momento di calma. Sono costantemente in
movimento. Proprio una vita non facile (272d):

Compagnia dei Bioli 1631


ANTONIO CAMERA
LORENZO CAMERA
MARTINO CAMERA
LORENZO CAMERA
GIOVANNI GIANINI
LORENZO COVAIA
GIACOMO GALERA

Compagnia del Gallo


ANTONIO BUFFONE
GIOVANNI MOTTA
GIOVANNI GIROLLO
MARTINO GIERA
SIMONE RONCAIOLO
ANDREA BERTONE
ANTONIO ALBERTI
CARLO DI GIOVANNI BIOLLO

287
C’è poi la terza squadra di convalligiani. E anche qui ne è rimasto uno
solo degli anni precedenti, Antonio Folla. Gli altri sono forze nuove (273d):

Compagnia dei Fedeli


ANTONIO FOLLA
MUZIO MESCIA
ANTONIO DI MATTIA
ANTONIO CIAPPA
DOMENICO VALLA’

E l’anno successivo, sempre nel vicolo della Goletta andando verso


Campo de’ Fiore, abbiamo addirittura un quarto gruppo dei nostri (274d):

Compagnia dei Facchini della Trinità 1632


JACOMO COVAIA Il nome della Compagnia è dovuto alla
GIOVANNI CRACOLO piazza della Trinità, tra Campo dei Fiori
MATTEO NIGROLA e piazza di S. Salvatore in Campo, dove i
LORENZO TOGNETTO suoi componenti avevano sede.
LIONARDO FOPAL

Nello stesso anno uno dei tanti Valtellinesi che lavorano al Dazio del
Grano, nella piazza di Campo dei Fiori, abita con la famiglia nella strada
Salara - quella che noi chiamiamo “antica”, situata dietro piazza del
Campidoglio parallelamente a via dei Fori Imperiali - in casa di tale
Clemente Gargiolo scarpellino, che ci vive a sua volta (275d):

GIACOMO GABBANO
misuratore dalla Voltolina
Donna ROMEA moglie
MARGARITA figlia 8 a.
FRANCESCO figlio 7 a.
MARTHA figlia 5 a.
LUCIA figlia 2 a.
ANTONIO FRANCESCO
putto a balia

Sempre in quell’anno, oltre ai ricorrenti Ordini da osservarsi dalli por-


tatori, misuratori e facchini deputati a misurar grani e altre biade per la
città di Roma…, viene emanato un documento interessante che riguarda

288
anche i nostri lavoratori (276d). Lo riportiamo:

PRECETTO
ai Facchini Misuratori
di Campo di Fiore

Ippolito di S. Angelo in Pescaria Diacono Cardinale Aldobrandino della S.R.C.


Camerlengo
P.mo Con il presente Precetto d’ordine espresso di N. S. datoci a bocca, e per auto-
rità del nostro Officio di Camerlengato, comandiamo, ed ordiniamo che fra il
termine di tre giorni prossimi li facchini quali vorranno lavorare con la quar-
ta nella Piazza di Campo di Fiore debbano fare le Compagnie vere, reali che
non passino il numero di dieci Compagni per ciascheduna compagnia, e dare
la nota vera, e reale così delli nomi di dette Compagnie, come dei Compagni
e Monsignor Prefetto dell’annona, ed alli Commissarj di detta Piazza.

2.° Che li Compagni di dette Compagnie per l’avvenire non possano mutarsi,
cacciarsi, o riceversi di nuovo senza prima parteciparne detti Commissarj, e
senza l’approvazione di Monsignor Prefetto, sotto pena di 25 Scudi per ogni
volta che si contravverrà, e per qualsiasi persona.

3.° Che nessun Facchino, o persona che non sia alcuna di dette Compagnie,
possa sotto qualsivoglia pretesto stare assistere o misurare in detta piazza, ne
possino li Facchini, e misuratori di dette Compagnie chiamare a lavorare, o
per loro ajuto altri, che li Compagni della sua Compagnia, acciò non si com-
mettino fraudi sotto la pena di 25 Scudi per ogni volta che si contraverrà, ed
altre pene ancora corporali ad arbitrio nostro, e di Monsignor Prefetto,
dichiarando che il Compagno sarà tenuto per l’altro in quanto alle pene pe-
cuniarie.

4.° Che nessuno de suddetti facchini o misuratori ardischi di andare per le porte,
e per le Strade ad incontrare li grani, biade, e legumi che entrano in Roma,
ne trattar con li Padroni, che li condurranno, sotto pena di Scudi Cento, e di
tre tratti di corda, ed altre pene maggiori come sopra.

5.° Volendo Noi che il presente precetto affisso che sarà in Campo di fiore, astrin-
ga ognuno come se fosse personalmente intimato. In fede.
Dato in Roma nella Camera apostolica il dì 15 Giugno 1632.

Visa Octavianus Raggius annonae Prefectus


Rufinus Plebanus
Die Mense et anno quibus supra supradictum Preceptum affixum et publicatum fuit

289
ad valvas Revd. Cam : Ap.lica in Campi Florae ac alie locis solitis et consuetis urbis
per me Michael Angelum alterium apostolicum Cursorem.
Augustinus de Bolis pro Mag. Cursor

Tra i Valtellinesi più longevi, in quel periodo, nell’Urbe abbiamo tro-


vato:

17 marzo 1633
GIACOMO di Valtellina
in età di 94 anni
abitante nelle case di proprietà della parrocchia di S. Lucia della Tinta morì e fu sepol-
to nella nostra Chiesa (277d).

Abbiamo altresì la testimonianza della presenza di un altro facchino


(278d):

GIOUANNI TOGNETTI 1683


della Voltolina abita nella strada delle Quattro Fontane.

Quanto alle disposizioni di legge:

- 1634, giugno 20
“Editto col quale si ordina ai venditori e compratori di grani, biade e legumi in
Campo de’Fiori, di denunziare ai commissari della piazza i generi acquistati ed
il prezzo relativo”, emanato dal cardinale camerlengo Ippolito Aldobrandini
(279d).

- 1634, giugno 22
“Precetto col quale si regolano le compagnie dei facchini di Campo de’ Fiori”,
emanato dal cardinale camerlengo (280d).

- 1636, giugno 20
“Editto col quale si ordina ai compratori e venditori di grani, biade e legumi in
Campo de’Fiori di denunziare ai Commissari della Piazza i generi acquistati ed
il relativo prezzo”, emanato dal cardinale camerlengo (281d).

- 1636, giugno 30
“Motuproprio col quale si sostituiscono ai subappaltatori le comunità dello
Stato Pontificio per l’esazione della gabella di un giulio per ogni rubbio di grano
macinato”, emanato da papa Urbano VIII (282d).

290
- 1637, giugno 1
“Ordini coi quali si regola il commercio dei grani e delle biade in Campo de’
Fiori”, emanato dal cardinale camerlengo (283d).

Nel rione Monti, in una delle case di proprietà della Compagnia della
Madonna di Loreto dei Fornari, si è insediato un gruppo di Valtellinesi
(284d):

Facchini da grano 1645


JACOMO CAPORALE 30 a.
CARLO PULITO 20 a.
PIETRO ROSSO 40 a.
PIETRO BARTELLI 36 a.
PIETRO PULITO 30 a.
CARLO BULLI 40 a.
JACOMO BERNARDO 27 a.
GIOUANNI D’OMODEI 30 a.
NAZZEI PUNCINI 22 a.

Un paio d’anni dopo, nella solita abitazione, sono rimasti soltanto i


primi due convalligiani. Nel non comune avvicendamento dei nostri fac-
chini e misuratori di granaglie constatiamo che, ancora una volta, tutti gli
altri compagni sono stati sostituiti. Ecco i nuovi Valtellinesi (285d):
PIETRO AMBROSINO 39 a.
CARLO GIOMELLO 23 a.
BATISTA BULLO 24 a.
GIO: BATTISTA MARANGONI 25 a.
CARLO ANTONIETTO 29 a.
GIOVANNI DOTTINO 26 a.

I nostri abitano accanto alla chiesa di S. Maria di Loreto, del cui soda-
lizio – occupando la casa e data la loro professione – presumibilmente
devono aver fatto parte. Un’annotazione ci fa sapere che in questo tempio
sono addetti ben 10 sacerdoti. Un numero rilevante, che rende l’idea del-
l’importanza sia della chiesa che della sua Confraternita.
I nostri, come abbiamo già sovente trovato, stanno anche vicino a un’o-
steria: l’Hostaria della Croce Bianca, gestita da tale Bartolomeo Vachini,
con tre garzoni tra cui il valtellinese ANDREA BOTTA.
Insomma, vivendo in quel posto, hanno a pochi passi il sacro e il pro-
fano.

291
Al rione Trevi, nella strada di S. Nicola, troviamo:

GERONIMO CEVO 1651


facchino la stessa casa è affittata di sotto ad una famiglia
di Acquasparta e di sopra ad una di fiorentini
(286d).
Al rione S. Angelo, nella parrocchia di S. Tommaso a’ Cenci, vive-
vano altri convalligiani:

8 maggio 1651
GIOVANNI facchino dalla Voltolina
dopo essere stato confessato e comunicato
andò all’ Ospedale Fate bene Fratelli,
dove morì (287d).

1 settembre 1652
GIOVANNI BALLETTI della Vultulina
di circa 90 anni
abitante in questa parrocchia
facchino della Compagnia della SS. Trinità
morì e fu seppellito nella tomba della Compagnia (288d).

In quel periodo proseguono le disposizioni in merito all’attività dei no-


stri emigrati:

- 1651, giugno 3
“Ordini da osservarsi nel vendere e comprare grani e biade in Campo di Fiore”,
emanati dal cardinale pro-camerlengo Lorenzo Raggi (289d).

- 1652, giugno 3
“Ordini da osservarsi nel vendere e comprare grani…”, emanati dal cardinale
pro-camerlengo Lorenzo Raggi (290d).
- 1652, luglio 6
“Ordini e provisioni da osservarsi dalli misuratori de grani con la rubbiatella”,
emanati dal prefetto dell’annona mons. Lazzaro Pallavicini (291d).

Anche nella seconda metà del Seicento, la presenza dei Valtellinesi a


Campo dei Fiori è rilevante:

Facchini dalla Uoltolina 1664


PIETRO MESCIO 25 a. Abitano al rione Campo Marzio, nella

292
PIETRO GUAZZA 30 a. parrocchia di S. Nicola dei Prefetti
PIETRO BERTINELLI 27 a. (292d).

Facchini Misuratori di Grano 1669


GIOVANNI PETRUCCI 61 a. Vivono, sempre in Campo Marzio, nella
del q. Tomasso da Valtellina parrocchia dei SS. Celso e Giuliano
JACOMO PETRUCCI 23 a. (293d).
di Lorenzo
ANTONIO CIAMPINI 41 a.
del q. Giovanni
SEBASTIANO COPPINO 21 a.
del q. Sebastiano
PAOLO CARLINI 50 a.
di Antonio
GIOVANNI MARCHETTI 28 a.
del q. Domenico
REMEDIO PETRUCCI 40 a.
di Tomaso
PIETRO TAIEGIO 26 a.
del q.Giacomo
GIOVANNI MOTTA 35 a.
di Giovan Domenico
JACOMO LITTI 27 a.
del q. Paolo
LORENZO CIAMPINI 20 a.
fratello di Antonio

L’anno dopo viene emessa un’importante disposizione di legge che


interessa anche i nostri lavoratori:

- 1670, giugno 4
“Bando col quale si notifica il monopolio concesso a Pier Maria Gherardi e
Giuseppe Tapignetti di misurare grani e biade in Campo di Fiore con rubiatelle
e quarte”, emanato dal tesoriere generale monsignor Girolamo Gastaldi (294d).

In quello stesso anno al rione Regola, nella parrocchia di S. Maria del


Pianto, alloggia un’altra numerosa colonia di nostri emigrati (295d):

JACOMO MAFFIOLI 55 a. 1670


facchino da Voltolina

293
DOMENICO TOGNOLINO 25 a.
compagno
GREGORIO GIULIANO 27 a.
PIETRO MOLADORE 30 a.
PIETRO PONCETTA 27 a.
MICHELE ZOPPO 26 a.
GIUSEPPE D’ALOTTO 26 a.
BERNARDO MAFFIOLI 28 a.
GIOVAN ANTONIO
della BARONA 32 a.
JACOMO AMBROGINO 33 a.

Facchini 1675
GIOVAN BATTISTA di PETRINO 23 a.
di Giovanni
GIOVANNI della Menica 20 a.
della Valtolina
ANDREA BIGIOLLI 25 a.
BATTISTA GIUSTI 26 a.

Facchini 1675
PIETRO BELLOTTI 73 a.
BERNARDO DEL PIANTO 21 a.
GIACOMO DEL PIANTO 30 a.
GIOVANNI DEL PIANTO 25 a.
ANDREA PONCIETTA 16 a.
GIOVAN BATTISTA PONCIETTA 22 a.
GIOVAN ANTONIO PONCETTA
PIETRO RIZZOLO 25 a.
GIOVANNI de TOGNA 25 a.
DOMENICO MOZADONE 30 a.
BARTOLOMEO DELLA ZOPPA 30 a.
MICHELE TARGA 30 a.
GREGORIO GIULIANO 35 a.
DEFENDINO FIORINO 35 a.

Piccola considerazione: per chi come i nostri Bernardo DEL PIANTO,


Giacomo DEL PIANTO, Giovanni DEL PIANTO siano stati portati dalle
circostanze della vita ad abitare proprio nella parrocchia di S. MARIA
DEL PIANTO… è indubbiamente un caso molto particolare !…

294
Nel medesimo rione, ma nella parrocchia di S. Salvatore in Campo, anco-
ra un nutrito gruppo di valtellinesi (296d):

GIACOMO ROMIGLIOLO 55 a. 1677


facchino
Facchini pigionanti vivono assieme alla Casa delle Muratte.
GIACOMO MONASAT 26 a.
di Pietro
dalla Valtollina
EVANGELISTA
D’EVANGELISTA 38 a.
del q. Pietro
GIACOMO DELL’AGOSTO 30 a.
del q. Andrea
CARLO PUNGERINI 27 a.
MARTINO GIANNONE 27 a.
GASPARO PUNGERINI 23 a.

Casa dei Facchini l’abitazione è ubicata nel vicolo adiacen-


GREGORIO CARLINI 25 a. te all’Hostaria di S. Lorenzo in Damaso.
dalla Val Tollina
BERNARDO del BOFF 23 a.
GIOVAN PIETRO della GERLA 25 a.
GIOVANNI BALESTRERI 25 a.
da Ponte
PIETRO BORGOGNONE 26 a.

Magazzino de Vini dell’Apollinara cioè in piazza di S. Apollinare


facchini
ANTONIO PIETRETTI dalla Voltolina
del q. Pietro
ANTONIO DEL MAS
di Giacomo
PIETRO FUMASI
di Domenico
TOMASSO FALDARINI
di Giacomo
AGOSTINO DELLA MARCA
GIUSEPPE FALDARINI

295
Casa della SS. Concettione
in S. Lorenzo in Damaso
GIOVANNI MARTINOLI 46 a.
dalla Valtolina
PASQUA DELL’ORSO 43 a.
genovese moglie
AGOSTINO figlio
GIOVAN BATTISTA figlio
GIACOMO figlio
BERARDINO figlio
GIOVAN PIETRO
PENTOLASCA garzone 28 a.

Appartamento di sopra
BERARDINO FALDERINI 30 a.
dalla Val Tollina
facchino
VERONICA NATALE 23 a.
romana sua moglie

Altre stanze al pari


Facchini
ANTONIO di RICCI 24 a.
BARTOLOMEO BARATTI 45 a.
ANDREA PULETTI 60 a.
GIUSEPPE PULETTI 23 a.

Sempre in questa parrocchia di S. Salvatore in Campo, l’anno dopo,


ritroviamo quasi tutti i nostri. Cambiano soltanto gli occupanti della Casa
di Facchini. Ecco i nuovi arrivati (297d):

BATTISTA TOGNIOLATTI 1678


DOMENICO BAROLI
GIOVANNI GIORDANI

Più avanti, nella casa dell’Ill.mo Santa Croce, ci sono:

Facchini
ANTONIO CAO dalla Valtolina 50 a.
BATTISTA dalla COLOMBERA 21 a.
JACOMO TUJA 23 a.

296
ANTONIO MONINO 20 a.
FRANCO della CHRISTINA 29 a.

Avanti ancora in stanza nel cortiletto:

GIOVAN ANTONIO del RE


da Ciuezna diocesi di Como “Ciuezna” dovrebbe stare per Chiavenna.
JACOMO CACIOLI dalla Voltolina
PIETRO COTTA dalla Voltolina

Alla Casa delle Muratte, oltre ai soliti facchini, un altro Valtellinese:

STEFANO BURNAL 25 a.

E nell’adiacente vicolo delle Muratte:

Casa di Facchini
GREGORIO CARLINI 26 a.
dalla Voltolina
ANTONIO CANTONE 24 a.
GIOVANNI BALESTRER 28 a.
GIOVANNI FERRARI 29 a.
PIETRO BONGIOGNO 28 a.
GIOVAN PIETRO TOMEI 28 a.
ANTONIO d’Albaredo 23 a.
PAOLO RAINA 23 a.
TOMASSO CASA NOVA 26 a.

Al rione Trevi, nella parrocchia dei SS. Apostoli, assieme a due fac-
chini milanesi abita anche un nostro convalligiano (298d):

MARTINO MASOLATTA 35 a. 1680


de Voltolina
facchino
Al rione S. Angelo, nella parrocchia di S. Tommaso ai Cenci, consta-
tiamo infine un ulteriore insediamento di Valtellinesi (299d):

Casa dei Misuratori di Grano


GIOVANNI BELLINO di Martino 40 a.
da Voltolina
CARLO BELLO di Gabriele 25 a.
PIETRO SMACHETTO di Filippo 25 a.

297
PIETRO SIMONI di Giovanni 30 a.
AMBROGIO MENAZATO 23 a.
FRANCESCO BELLO di Gabriele 30 a.
GIOVANNI ORSINO 30 a.
GIOVAN GIACOMO GRATIOLI 30 a.
BARTOLOMEO GIORGINO
D’ANTONIO 20 a.
Botte da orbi
Sul posto di lavoro, ma più frequentemente quando avevano terminato
la fatica quotidiana e si ritiravano a consolarsi in qualche hostaria, prima
o poi i facchini finivano con l’essere coinvolti in qualche rissa, dove spes-
so e volentieri volavano botte da orbi. Il risultato era quello di dover anda-
re, pesti e malconci, a farsi medicare nei “Pronto Soccorso” dell’epoca:
l’ospedale della Consolazione o la bottega del più vicino magister barbi-
tonsor, ossia barbiere, che allora esercitava anche la medicina. In questi
casi, per legge, bisognava compilare un verbale da consegnare alla curia
di Governo da chiunque medicasse un ferito (108).
Nelle Relazioni dei Chirurghi e dei Barbieri erano solitamente riporta-
ti il nome del relatore, le generalità del ferito, il tipo di lesione che aveva
richiesto l’intervento medico e, se nota, l’identità dell’aggressore nonché
la motivazione che aveva causato il danno. Il Tribunale del Governatore
di Roma avrebbe poi deciso se fosse stato il caso di adottare provvedi-
menti in merito. Fatto, questo, che - per evitare ulteriori grane e problemi
– portava spesso i feriti a dichiarare di non conoscere l’aggressore e che
si trovavano in quelle condizioni per essere caduti.
Di queste relazioni, diverse riguardano anche i Valtellinesi. Specifi-
catamente ai nostri facchini ne riportiamo alcune:

30 ottobre 1600
Maestro Michele Blasi barbiere a S. Lorenzo in Damaso
richiesto che medicasse
MICHELE GIACOMELLI
abitante in via Giulia di fronte al palazzo dell’Ill.mo Cardinal Farnese
ferito all’occhio sinistro
per un sasso lanciato da uno sconosciuto (300d).

12 febbraio 1601
M. Giacomo Gregori barbiere a S. Rocco

298
richiesto affinchè medicasse
GIACOMO BERTOLA di Vultolina facchino
abitante dietro al palazzo dell’Ill.mo Carlo Dessa
ferito in testa nella parte sinistra
per la bastonata di uno sconosciuto (301d).

25 aprile 1601
M. Gerolamo Casentini barbiere in Campo de Fiore a via del Pellegrino
richiesto che medicasse
VINCENZO BESESTI facchino di Voltulina
abitante in via della Goletta sopra il fornaio
ferito in fronte nella parte sinistra
da un sasso lanciato da sconosciuto.
Senza pericolo (302d).

19 ottobre 1609
M. Felice barbiere in Campo de Fiore
richiesto che medicasse
FRANCESCO de Voltolina facchino in Campo de Fiore
lì abitante in casa in società con altri facchini
ferito al capo alla parte destra
da GIOVANNI FONTANA facchino abitante nel vicolo della piazza del Duca.
Senza pericolo (303d).

30 luglio 1625
M. Agostino Monticelli barbitonsore in piazza St. Pantaleo
richiesto che medicasse
GIACOMO CARRA baiulum a Campo de Fiore
ferito al capo nella parte destra
con un bastone da uno sconosciuto (304d).

14 ottobre 1625
GIOVAN MARIA ALBERTI baiulus
abitante vicino a S. Maria in Via
ferito al ciglio destro e dalla parte sinistra
dixit di essere caduto (305d).

8 novembre 1635
M. Bartolomeo barbitonsore alla Chiavica di S. Lucia
richiesto che medicasse
VINCENZO TAVAGLIA de Valle tellina facchino
ferito in bocca

299
disse casualmente cum baculo.
Senza pericolo (306d).
11 febbraio 1636
M. Ludovico barbitonsore alla Colonna Traiana
richiesto che medicasse
ANTONIO GUATTI di Valle tellina baiulum
contuso in faccia nella parte sinistra con lividi ed escoriazioni
da parte di Andrea e compagni.
Abitano tutti a San Lorenzolo a Macel de Corbi (307d).

Nella maggior parte dei casi, sono più che evidenti le motivazioni pre-
testuose addotte dai feriti per evitare di denunciare i loro aggressori.

Investigazioni del Tribunale Criminale


Quando però le risse creavano situazioni insostenibili, che rischiavano
di protrarsi nel tempo, si ricorreva alle querele. Bastava la sola querela per
far carcerare l’accusato sulla base di semplici sospetti. Era tuttavia tassa-
tivo, come stabilito fin dal 1548 da Paolo III con la Bolla Ad unus apo-
stolicae servitutis, che gli indizi dovessero sopravvenire entro le 48 ore
dall’arresto.
Anche i verbali delle investigazioni necessarie per il processo investi-
gativo erano svolte dal Tribunale Criminale di Roma con una certa solle-
citudine (109).
Alcuni casi riguardavano i nostri Valtellinesi:

10 maggio 1610
BARTOLOMEO RAIETTI di Voltolina
facchino a S. Marcello
fa querela contro
PIETRO RASCA facchino di Voltolina
abitante in casa del signor Arcangelo Mandolii
denuncia:
“esso nella casa a S. Marcello dove noi abitiamo detto Pietro mi assaltò senza causa
alcuna, et me dette molte botte con una cucchiara di ferro per la testa che mi ammac-
cò et gonfiò la testa in più luoghi et poi mi buttò per terra facendomi anco uscir del
sangue dalla bocca, et l’altro giorno ancora mi diede delli pugni et mi venne al letto la
sera per ammazzarmi, et questo me l’ha fatto perché gli ho fatto presentare un monito-
rio da monsignor Governatore che debbia partire da detta casa per essere così scan-
daloso et lui non vuol partire et di più disse che si voleva nettare il culo con quel moni-
torio che gli hanno fatto…”

300
li testimoni sono
BARTOLOMEO JACOMONI
JACOMO FINI
GIOVANNI CIAPPA (308d)
-
11 ottobre 1624
ANTONIO MAZZA di Valtolina
facchino nella piazza di S. Sisto
fa querela contro
ANDREA FORNONCINI figlio di Giacomo
DOMENICO ROSSI di Montagna
TOMMASO SCHO
ANDREA CASTIGLIONE
GIOVANNI MARIANO calzolaro
denuncia
“Mi hanno pigliato et buttato in terra, dandomi pugni et bastonandomi.”
(309d)

“Imbriaco et bastonatore”
Dalle querele si arrivava anche ai relativi processi. Uno di questi,
istruito come al solito presso il Tribunale del Governatore, vide coinvolto
un nostro convalligiano in una situazione alquanto pittoresca ed altresì
dovuta all’inadeguatezza delle umili dimore di quel tempo. La testimo-
nianza, anche se un po’ confusionaria, ci sembra talmente “gustosa” da
proporla pressochè come nell’originale (310d):

Martedì 28 luglio 1637


Querelante la signora EMILIA vedova di Andrea BENTIVOGLIO romana
contro
LORENZO DI VALLE TELLINA abitante in piazza del Paradiso.

“Vostra Signoria deve sapere che domenica sera prossima passata circa alle ore tre,
essendo io in casa mia posta in questa piazza del Paradiso, nella qual casa abita anco
il detto querelato et perché della detta casa abita anco Giulia moglie di Marchiorre
foriero, che sta in un appartamento su le stanze del detto Lorenzo et le dette tre ore
essendo nell’appartamento mio detta GIULIA, se ne andò nelle sue stanze et l’andò ad
accompagnare PAULA mia figliola et perché per andare alle stanze della detta Giulia
si passa dalle stanze del detto Lorenzo querelato.”
“Nel ritornare la detta PAULA mia figliola volse fare a basso detto LORENZO, che se
ne fece avanti et essendo come si suol credere imbriaco non voleva lasciar passare

301
detta mia figlia et, cominciando quella a strillare, detto querelato diede di mano ad un
bastone, con il quale offese detta PAULA mia figlia zitella in un braccio solamente, che
anco se riconosce il livido e, strillando quella, corsi io et CARLO mio figlio per reme-
diare all’impertinenza del detto querelato. Et corse anco CESARE BONETTI et MAR-
TA sua moglie, padrone della casa, et dopo ANTONIO altro suo figlio, che era in gran
difficoltà, fu remediato all’insolenza del detto querelato, che col bastone in mano tira-
va contro tutti, restando in detta zuffa offesi quasi tutti noi altri.”
“Che perciò io ne do querela contro detto Lorenzo per le insilenze fatte a detta mia
figlia e seguentemente a tutti noi altri. Così per remediare al maggior male, facendo
istanza che sia castigato per giustizia.”

Intervengono anche i sopracitati CESARE BONETTI e la moglie


MARTA, che confermano la testimonianza della querelante.

Molestie a una gallina


Un altro processo, stavolta a difesa di un Valtellinese facchino di gra-
naglie presso la Dogana del Dazio, dove l’elemento “scatenante” è costi-
tuito da una gallina affamata ed impertinente (311d):

31 marzo 1651

ANDREA VIOLE di Voltolina figlio del q. Paolo


ha ferita con sangue inferta. Interrogato su cos’ha
avuto riferisce:

“Signoria Vostra, io sono venuto qui in questo officio perché sono stato ferito come la
S. V. vede. Dirò alla S.V. come è successo questo fatto… ritrovandomi io poco fa, alle…
potevano essere le ventuno ore incirca, nella piazza delle Carrette in Campo de Fiore,
ho tirato il mio cappello a una gallina. E così Titta, garzone d’Antonio carrettiero della
Voltolina, me ha detto perché io avevo tirato alla gallina.”
“Et io li ho risposto che li ho tirato il cappello perché la detta gallina stava a magnar-
se del miglio alla bottega dell’orzarolo.”
“Et lui me ha soggiunto che, se mi coglievo quella gallina, lui me dava questa bacchetta
sulla testa. Chè teneva in mano una bacchetta con la frusta da carrettiero.”
“Et io gli ho risposto che bisognava me avesse colto perché altrimente io averia colto
lui.”
“Allora esso Titta con quella bacchetta della frusta me l’ha data in testa, et poi nel naso
et nella bocca, dove sono restato ferito nelle labbra, sì come S.V. puote vedere. Che
ancora adesso mi esce sangue dalla bocca…”
Il notaio mette a verbale:

302
“Vidi dalla bocca del detto interrogato uscire qualche quantità di sangue. E tutto ciò
ho annotato qui ad ogni buon fine ed effetto.”

Il Valtellinese precisa:
“Per il che sono comparso in questo tribunale a darne querela tanto contro esso Titta,
come anco contro sua madre, che ha corso al rumore et l’ha aiutato. Et a prova del tutto
si ponno esaminare tutti quelli artigiani intorno.”

Un colorito e “ruspante” episodio di vita che sa di ambiente paesano


nell’Urbe Caput Mundi.

Un monumento ai Facchini
In una città definita la piazza universale di tutte le professioni, gli emi-
grati valtellinesi portatori e misuratori di granaglie non hanno certo sfigu-
rato. Così numerosi e ben organizzati, con un’iperbole si può dire che nel
Seicento abbiano retto Roma sulle loro spalle. Alcuni avranno anche avu-
to qualche problema con la legge, tuttavia mai particolarmente grave. I
nostri riuscirono ad inserirsi bene nella struttura socio-economica
dell’Urbe. Molti hanno messo su casa in questa città e i figli sono diven-
tati romani. La popolazione li ha sempre guardati con simpatia, forse per
quel loro modo testardo di affrontare la vita con un costante impegno in
un lavoro così usurante.
In via Lata, a pianterreno di palazzo De Carolis, si trova una delle più
antiche fontane di Roma: quella del Facchino, con la berretta e il cami-
ciotto della sua corporazione, occupato a lasciar zampillare l’acqua dal
barile che sta trasportando.
Un monumento molto particolare, fatto erigere nel Cinquecento da
Gregorio XIII a ricordo del facchino Abbondio Rizio, famoso per la sua
forza nel sollevare pesi enormi ed anche fondatore del sodalizio degli
acquaroli, facchini specializzati nel trasporto di acqua.
E’ curioso, ed ironico, che questi lavoratori instancabili e grandi esti-
matori di vino siano stati immortalati mentre trasportano acqua. E pensa-
re che il Garzoni, già nel 1589, consigliava: Se vuoi buon vino ancora
parla in un tratto con un di loro – così si esprime riferendosi ai facchini
– perché sono prattici delle cantine di tutti i gentiluomini e cittadini, e
sanno dov’è il dolce, dove il garbo, dove il piccante, dove il grande, dove
il piccolo, dove il bianco, dove il nero, dove il vecchio, dove il nuovo, e

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con tre sorsi d’un bicchiero cortesemente ti fanno il saggio, ti dicono s’è
buono o no… (110). Per questo poi erano particolarmente adatti i Valtel-
linesi sia perché provenienti da una terra dove ben si sapeva come pro-
durre buoni vini, sia perché molti lavoravano proprio come facchini di
vino e, comunque, nessuno di loro fu mai astemio.
Quanto all’acqua c’è da dire che i facchini si limitavano a portarla agli
altri. Loro, coi soldi guadagnati, potevano bere del vino nell’osteria sotto
casa. Era forse l’unico diversivo, anche per i nostri emigrati, in quella vita
di sacrifici incommensurabili.

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