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Gruppo SanVitok- FantAmbiente

ECOFAVOLE
morali per un mondo migliore
(classe IA)

Progetto
Ambienti moci

www.lafabbricadellascuola.ning.com

Progetto operativo del gruppo


Tecnologie di carta
www.lascuolachefunziona.it

I testi sono pubblicati anche su Lo Strillone giornalino scolastico on-line


www.alboscuole.it/171565
IL PESCE INGENUO ALLA SCOPERTA
DEL MONDO
Tutti gli animali che non vivevano in acqua
gettavano sempre buste, scarpe, ruote delle
machine, lavatrici…. nel laghetto dove viveva un
pesciolino di nome Nemo.
Nemo era molto piccolo e non capiva ancora molte
cose, dato questo, guardando quelle strane cose, si
poneva in continuazione la stessa domanda “che
pesce è quello?”.
Era diventato quasi un vizio, dal momento che lo
ripeteva in continuazione.
Un giorno Nemo incontrò un pesce spada e lui
impaurito scappò più veloce che poté, ma, ad un
certo punto, trovò uno scoglio davanti a sé che non
gli permetteva di passare, così fu costretto a parlare
con il pesce. Questo enorme pesce con il naso a
punta gli disse delle cose che non erano affatto vere,
ma Nemo ingenuo ci cascò e tutto attento ascoltava
le parole del pesce. Il pesce spada gli disse che, le
scarpe marroni, erano dei pesci palla morti.
Nemo ne rimase come traumatizzato e così cominciò a disprezzare il mondo perché
pensava che un giorno sarebbe dovuto morire anche lui e avrebbe girato per lo stagno
quelle condizioni…
Ogni volta che nel suo cammino incontrava una scarpa marrone si fermava a pregare
per circa trenta minuti. Un giorno Nemo incontrò una medusa molto saggia che gli
spiegò tutto quanto su ciò che lui credeva pesci palla morti. Gli disse che gli animali
chiamati umani gettavano senza vergogna sporcizia nel laghetto. Dopo un lungo
discorso della medusa, Nemo, con un po’ di fatica, riuscì a capire che il pesce spada si
era preso gioco di lui e cominciò così ad amare di nuovo il mondo e per ultimo
cominciò a pulire il laghetto.

BISOGNA CONOSCERE IL MONDO PER POTERLO AMARE


Claudia Scarpellini
VIAGGIO NELL’INQUINAMENTO NELLA CITTÀ DEGLI UMANI

Un pavone viveva in una campagna con i suoi amici, ma si annoiava molto.


Così decise di andare in città perché pensava che sarebbe stato più divertente.
Il giorno dopo salutò gli amici e si incamminò verso la città più vicina.
Mentre andava, le macchine facevano tanto fumo fino a farlo tossire e
lacrimare. Allora pensò a cosa lo avrebbe aspettato tra macchine, pericoli e
inquinamento. Verso sera arrivò in città e scivolò su una buccia di banana,
si alzò e si mise in un angolo sporco a dormire. Trascorse ben tre giorni in
città e furono tre giorni da incubo tra: confusione, sporcizia, aria inquinata
e persone maleducate che buttavano rifiuti ovunque. Il poverino non ce la
fece più, così decise di tornare alla fattoria con i suoi amici e vivere felice
respirando la fresca aria della campagna.

GLI UMANI DOVREBBERO FARE COME NOI ANIMALI


E MANTENERE PULITO IL LUOGO IN CUI VIVONO

Giovanni Battista De Paolis


IL PINGUINO FREDDOLOSO
Al Polo Nord, insieme alla sua famiglia, viveva un
Pinguino tenero e ingenuo, di nome Pingu.
Era un pinguino speciale,
infatti, a differenza della sua famiglia e di tutti i pinguini che
abitavano i Poli, aveva una caratteristica: era freddoloso.
Un giorno, debole e infreddolito, si mise seduto su uno
scoglio a parlare con Tricky, un saggio tricheco, di tutti i
tentativi che aveva fatto per sconfiggere il freddo nella
speranza che l’amico potesse dargli qualche suggerimento.
“Ho tentato in tutti i modi” disse “ho provato ad accendere un
falò, ma il primo soffio di
vento ha spento le poche fiamme che si erano accese; ho
contattato una negozio di termosifoni, ma i dipendenti che
dovevano consegnarmeli si sono persi; la nonna mi ha
addirittura sferruzzato un cappello, una sciarpa, dei guanti e
un maglione, ma non sono bastati a proteggermi dalle gelide
correnti!”. Non riscaldare il mondo che si scioglie!
Il tricheco allora gli consigliò ironicamente:
“Perché non accendi una stufa?”. Il pinguino,
però, prese il suggerimento sul serio ed esclamò:
“Lo sai, hai proprio ragione, una stufa non si
spegnerebbe mai, mi scalderebbe a sufficienza e,
ora che ci penso bene, ho un cugino che lavora
in una fabbrica di stufe, i suoi operai sono gente
seria e affidabile, non si perderanno di certo!”. Il
tricheco provò a replicare: “Ma io stavo
scherzando: se accenderai una stufa al Polo
Nord, potranno esserci gravi conseguenze!”. Il
pinguino, però, lo stava a malapena ad ascoltare
e aveva già il cellulare in mano. Il giorno dopo
gli operai arrivarono e montarono una bella
stufetta alogena nell’igloo di Pingu, che, felice e
soddisfatto, esclamò: “Così starò al calduccio e
poi, cosa potrà succedere di tanto grave come
dice Tricky?”.
I giorni passavano, il pinguino trascorreva 24
ore su 24 davanti alla stufa, non accorgendosi
che il suo igloo cominciava a sciogliersi, e ogni
volta il tricheco lo avvisava: “Se continui in
questo modo accadrà una catastrofe
universale!”, ma la risposta di Pingu era sempre
la stessa: “Non ti devi assolutamente
preoccupare, non potrà succedere nulla!” Erano
passate solo poche settimane: i ghiacci del Polo
Nord cominciarono a sciogliersi, ed il calore era
così forte che arrivò fino al Polo Sud, dove
accadde la stessa cosa. Il pinguino, irremovibile,
non cambiava opinione.
La neve continuava a sciogliersi e l’acqua cominciò a sommergere i continenti,
fino a che sulla Terra rimase solo un’immensa distesa d’acqua e gli unici
esseri viventi che la popolavano erano i pesci e gli altri animali acquatici. Il
pinguino se ne stava lì, sull’unico frammento di ghiaccio rimasto, a riscaldarsi
davanti alla sua adorata stufa alogena, e continuava a ripetersi: “Che sarà mai
successo di tanto grave, l’importante è che io sono al caldo!”

NON RISCALDARE IL MONDO CHE SI SCIOGLIE!


Sara Luigia Tomassetti
LO SPORCO MAIALE E LA CANDIDA COLOMBA

In una stalla viveva un maiale di nome Rattato. Questo maiale mangiava

e sporcava molto, tanto che chiunque passava davanti alla stalla,

chiedeva al suo proprietario di pulirlo e portarlo via, ma il suo padrone

non voleva. Un giorno una colomba dalle piume bianche e candide passò

davanti al maiale e gli disse: -Se non pulisci finirai per inquinare l’aria, a

causa della tua puzza, che arriva fino al mio nido!-

Rattato indifferente rispose:-Tu sbagli, l’ambiente non si inquina, perché

se così fosse saremmo già tutti morti!-.

La colomba aggiunse: - Adesso non mi stai ascoltando, ma fra un po’

di tempo capirai che tu hai torto e io ho ragione-.

Il maiale rispose:- Non succederà mai!-


La colomba indignata se ne andò. Il giorno seguente Rattato piantò dei fiori e

dell’insalata nella sua stalla per vedere se la colomba aveva ragione nel dire che lui

contaminava l’ambiente. La vegetazione crebbe, ma l’insalata era cattiva e i fiori

brutti e grigi. L’animale capì finalmente che ciò che affermava l’uccello era vero. Il

maiale chiamò la colomba e le disse che lei era nel giusto e lui aveva torto. L’uccello

risposte: -Per dimostrarmelo devi ripulire il tuo rifugio-

Rattato cominciò a rassettare le stalla da capo a fondo, fin quando diventò

splendente. La colomba soddisfatta lo raccontò a tutti e l’animale smise di essere

maleodorante e cominciò ad avere cura di se stesso.

L’ARIA PURA SERVE A VIVERE;

RISPETTA TE STESSO E AIUTERAI IL MONDO

Sofia Angelocola
LA PECORA SAGGIA E IL CASTORO SPORCACCIONE
Un castoro molto agile e bravo a costruire grandi
strutture con il legno tagliava tantissimi alberi
per costruire una grandissima diga nella quale
doveva andare ad abitare. Poco più giù del posto
dove lavorava il castoro abitava una pecora che
era stufa di bere l’acqua del ruscello piena di
bastoncini e sporcizia. Dopo un po’ di tempo il
castoro finì la diga e andò ad abitarci dentro.
Tutti i resti del cibo li prendeva e li buttava di
sotto, giù per il fiume. La pecora vide il fiume
sempre più sporco e cominciò ad arrabbiarsi
pensando tra sé e sé: - Chi sarà che sporca così
tanto quest’ acqua? Se continuerà ad inquinarla
così, fra qualche giorno dovrò trovare un altro
posto dove andare a bere acqua più pulita. Il
giorno dopo salì fino alla cima della collina e si
nascose dietro un albero per osservare cosa
succedeva al quel vero ruscello.
Si accorse che il colpevole dell’inquinamento era il castoro
che buttava qualunque cosa non gli servisse fuori dalla sua
diga sporcando tutto. La pecora così decise di dargli una
lezione. Uscì dal suo nascondiglio dietro l’albero e invitò il
castoro a cenare a casa sua. Mentre mangiavano la pecora
lo fece alzare e lo portò a bere al ruscello.
Il castoro mentre beveva chiese:
- Perché quest’acqua è così sporca? - Sei tu che la inquini
buttando tutto fuori dalla tua tana –
gli rispose la pecora. - Hai ragione, mi dispiace, non lo farò
più – disse ancora il castoro:
- Ok, ma ricordati che
l’ACQUA DALLA SORGENTE AL MARE NON È SOLO
LA TUA. NON SPORCARLA.
Matteo Coni
LA PAPERA I FIGLI E LA RANA
In un bellissimo prato, vicino ad un piccolo
stagno, viveva, in una casetta, una papera che
aveva tanti figlioletti. Lei era un po’ disordinata,
infatti aveva la casa piena di resti di cibo.
Un giorno la papera si stufò di tutto quel caos
e pian piano pulì la casa, ma gettando tutto lo
sporco nello stagno dove viveva, indisturbata,
una rana. Lei vide lo sporco, ma non si lamentò
e disse tra sé e sé:
Tanto è poco!
Nel pomeriggio la papera iniziò a pulire
la camera e gettò di nuovo la sporcizia
nello stagno.
La rana disse di nuovo tra sé e sé:
-Tanto è poco ! -.
Il giorno successivo la papera iniziò a
pulire la cameretta e ugualmente gettò
tutto nello stagno e la rana non disse
niente.
Il giorno dopo la papera con i suoi figli
andarono a farsi unbagno nello stagno
e cominciarono a lamentarsi dicendo :
-Ma quanto è sporco qui! -
In quel momento la rana intervenne e
disse :-
USA I CESTINI PER I RIFIUTI E
I TUOI FIGLI VIVRANNO
IN UN MONDO PULITO
Claudia Mastrantonio
IL CINGHIALE SPORCACCIONE
C’era un cinghiale mangione che ingurgitava sempre
nocciole, ghiande e castagne, e altre volte rubava
coca-cola e snacks dai campeggi sparpagliando poi
la carta per tutto il bosco. Nel bosco viveva un
cervo che ogni volta che andava a passeggiare si
sporcava tutto, ma non solo lui, anche tutti gli altri
animali.
Un giorno gli animali, stufi della sua sporcizia, lo
pregarono di andare con loro; dopo un po’ gli
animali insieme al cinghiale arrivarono in città, ma
in ogni angolo c’erano: chewing gum, sacchi di
spazzatura, cartacce unte … e c’era un odore tale
da far svenire.
Allora gli animali dissero al cinghiale:
Se non vuoi che il nostro bosco diventi così, limitati a
non buttare cartacce per terra!-
E il cinghiale con sarcasmo giurò di non farlo più.
Passati un po’ di giorni l’animale ricominciò
la solita storia, anzi faceva più sporcizia di prima.
Un giorno, mentre un coniglietto gioioso e
adorabile stava saltellando sul prato, scivolò su
una lattina lasciata dal cinghiale e si ruppe le
zampette.
Il cinghiale addolorato si rese conto della
situazione cioè che tutto il bosco e i posti più
belli erano diventati un sudiciume; allora mentre
tutti gli animali dormivano pulì il bosco da cima
afondo e al risveglio degli animali tutto era ulito.

IL BOSCO È ANCHE TUO,


NON LO SPORCARE!!!
Alessandro Duca
IL GATTO PERMALOSO
C’ era una volta un gatto che abitava
in un bosco . Il gatto non sopportava
i rumori della natura: il picchio che
batteva molto forte sul tronco degli
alberi che un giorno gli aveva bucato
casa costringendolo a traslocare,
l’usignolo che cantava come Pavarotti
facendo ballare tutti gli uccellini del
bosco, l’asino che ragliava, il gallo che
cantava tutte le mattine all’alba …
Così un giorno il gatto se ne andò dal
bosco e andò a vivere in città.
Il gatto pensò :
Com’ è bello vivere in città !
Dopo un po’ di tempo il gatto cominciò
a odiare anche i rumori della città:
macchine, moto, quad, moto cross,
ambulanze, clacson, …
Così il gatto decise di riandare a vivere
nel bosco e rimase nel bosco per
tutta la vita, pensando che i rumori
del bosco fossero musica in confronto
a quelli della città.
SCEGLIAMO I RUMORI GIUSTI E
CREIAMO MUSICA
Lorenzo Calore
LA TALPA E LA TARTARUGA
In un bosco vivevano una tartaruga e una talpa molto
amiche, ma molto disordinate; facevano tutto quello che
volevano.
Un giorno la talpa iniziò a fare buche nei boschi vicino agli
alberi e la tartaruga ci piantava tutta insalata; così li
rovinava e li faceva seccare.
Pian piano il mondo rimaneva senza alberi.
Dopo quattro giorni, tutti gli animali, specialmente quelli
che abitavano sugli alberi del bosco, andarono a parlare
con la talpa e la tartaruga:
Perché avete rovinato tutto il bosco?
Risposero:
Perché ci andava, avete problemi?
Sì, ora dove andremo noi ad abitare? In casa vostra?
Se volete faremo così e voi sarete costretti ad andare via.
La talpa e la tartaruga cominciarono a riparare tutto
quello che avevano rovinato.
Dopo due mesi gli alberi cominciarono a rifiorire e tutto
tornò a essere come prima.
CHI AGISCE SULLA NATURA SENZA PENSARE
ROVINA LA TERRA
Alin Acsente
L’ UCCELLO PULITORE E
IL PAPPAGALLO SPORCACCIONE

Un uccello, che amava il pulito e l’ordine era andato in


una foresta del Madagascar per cercare lavoro, ma
purtroppo si ritrovò compagno di albero con un
pappagallo che faceva una vita pigra e sporca. Appena
l’ uccello entrò nella nuova casa vide il pappagallo che
lavorava su una torre di lattine usate. L’uccello salutò
cortesemente e gli chiese cosa stesse facendo. Il
pappagallo rispose che stava facendo una torre
perché nel secchio dei rifiuti non c’ era più spazio.
Dopo tre giorni il pappagallo si accorse che all’
uccello piaceva il pulito, che aveva tanti amici e una
lunga carriera da attore e non faceva altro che
lamentarsi, così, lo cominciò a tormentare. Il
pappagallo allora decise di istituire una semplice
regola che appese in salotto: Io sporco, tu pulisci.
L’uccello pensò che fosse uno scherzo, ma non lo
pensò più dopo aver visto che il pappagallo
minacciava di cacciarlo fuori di casa se non avesse
pulito. Povero uccello ogni giorno la stessa storia:
mattina lavoro, fine lavoro, spesa, pulizie, lavoro,
pulizie, con la solita frase nelle orecchie IO SPORCO,
TU PULISCI.
Ogni tanto venivano gli amici del pappagallo che sporcavano, distruggevano tutto,
prendevano in giro l’uccello e se ne andavano lasciando mettere a posto a lui,
mentre il pappagallo se ne stava spaparanzato sulla poltrona a guardare la partita. C’
era così tanta sporcizia che gli amici dell’ uccello non vollero più fargli visita e
questo lo rendeva molto triste. Ogni volta che chiedeva una mano nelle pulizie il
pappagallo rispondeva sempre con la sua frase preferita: Io sporco, tu pulisci. Ma a
volte diceva: Io sporco, magno e bevo, tu pulisci. Come per farglielo capire una volta
per tutte, ma con tono più arrabbiato. Un giorno c’ era la riunione del gruppo
teatrale dell’ uccello che fu interrotta 5 volte per via del pappagallo che lanciava
lattine e cibo addosso a tutti, allora l’uccello pulitore talmente arrabbiato che le sue
penne marroni e bianche divennero rosse, disse:

- QUESTA ME LA PAGHIIIIII!!!!!!!!.
- Il pappagallo non temeva l’ uccello perché c’ era la regola io sporco tu pulisci. Ma la
punizione dell’ uccello verso il pappagallo fu quella di rendergli pan per focaccia non
pulendo più e sporcando come lui.
Il pappagallo però, dopo un po’ capì il
tranello e gli disse:- Tu essere uccello
molto furbo ma mai come me, io essere
furbo come chiocciola.
L’uccello rispose:- Tu puoi essere furbo
quanto ti pare, ma in fatto di modi di dire
fai pena. Ma il primo a cedere fu l’uccello,
che non vedendo nessun risultato, se ne
andò via di casa mettendo in atto il piano
B: spiare l’amico sporcaccione. I conti
però non tornavano! La casa era sempre
bianca e linda, allora l’ uccello decise di
nascondersi in un cespuglio e di spiare il
coinquilino, così scoprì il trucco: il
pappagallo aveva dei domestici! Sapeva
che prima o poi avrebbe finito i soldi per
pagarli e così fu.
La casa di colpo tornò a essere una specie di
discarica con bottiglie, lattine e cartoni di
pizza che uscivano dalla porta. A quel
punto il pappagallo iniziò a pulire e
l’uccello pulitore tornò a casa, vide un
nuovo cartello appeso sul muro, ma
stavolta c’era scritto

“MEGLIO PULIRE CHE SPORCARE”.


Daniele Zinai
LA TARTARUGA E LA TALPA
C’era una volta una tartaruga gentile,
generosa e molto operosa. Un giorno
decise di fare un orto su una collina.
La tartaruga si mise al lavoro
recintando il suo orto con una rete,
così da non fare entrare nessuno.
Piantò l’insalata carote e patate, così
avrebbe avuto cibo per nutrirsi
durante l’anno. Il giorno seguente la
tartaruga
si accorse che qualcosa non andava bene.
L’orto era stato distrutto ed era pieno
di buche. La tartaruga, quindi, capì che
un animale aveva fatto quelle buche.
Era stata una Talpa dispettosa che a
forza di scavare aveva fatto franare il
terreno. La tartaruga andò su tutte le
furie e litigò con la talpa. La talpa,
sentendosi in colpa, aiutò la tartaruga
a ricostruire l’intero orto. La
tartaruga generosa, accettò questo
gesto e da lì divennero grandi amici.
Chi agisce sulla natura senza pensare
rovina la terra.
Saverio Mastropietro
I ragazzi della IA
Istituto Comprensivo San Vito Romano

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