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Confessioni dun Matematico Apostata Edward Nelson dipartimento di matematica Universit` di Princeton a

http://www.math.princeton.edu/nelson/papers.html

Nel mezzo del periodo tra Mos` e Ges` ` apparsa una gura anchese ue sa dotata di un forte carisma: Pitagora dalla coscia doro. Figlio di una greca e dun fenicio, visse per anni in Egitto, sub` un periodo di cattivit` a in Babilonia, e fond` la Fratellanza Pitagorica nellItalia meridionale. o La fratellanza era cosa rara per lepoca sua, e purtroppo! anche per la nostra: una vera fratellanza e sorrellanza. Le leggende che circondano la gura di Pitagora variano sfrenatamente luna dallaltra, ma tutte attestano che la sua persona e il suo volto in particolare emanavano una straordinaria radiosit`. a Per sviluppare la mia tesi, devo parlare della matematica dellantichit`. La mia conoscenza di questo campo ` per` superciale, di seconda a e o mano. E non c` un pur tuttavia che segue a questa mia constatazione: e voglio soltanto ammettere n dallinizio una debolezza in questa mia presentazione. Non cera la matematica prima di Pitagora, come non cera il cristianesimo prima di Ges`. Il racconto che gli egiziani scoprirono la geu ometria a causa delle inondazioni annuali del Nilo ` dello stesso genere e del racconto di Newton e la mela. I babilonesi erano maghi della computazione: avevano almeno uno dei due metodi per generare ci` che o chiamiamo ora i tripli di Pitagora (come Otto Neugebauer ha brillantamente dimostrato dalle tavolette cuneiformi della collezione Plimpton), potevano approssimare la radice quadrata di due a tante cifre sessagesimali quante volevano. Ma la questione della razionalit` o dell irraziona alit` della radice quadrata di due non avrebbe avuto nessun senso per a loro, perch` non avevano i numeri nella loro struttura concettuale. Non e c` da stupirsi di questo: davvero a quei tempi i numeri non esistevano e ancora. I numeri sono stati inventati oppure rivelati, come sosterrebbero i credenti da Pitagora. Per lui i numeri sono divini, la sola vera divinit`, a la fonte di tutto quello che esiste nel mondo. Essi sono sacri, oggetti di autentica venerazione. Tale ` la religione pitagorica, e tale ` lorigine e e ` questa la religione dalla quale sono apostata. della matematica. E E che religione straordinaria ` questa! Se non fosse stato per Pitae gora, a chi sarebbe mai venuto a mente che fosse cosa buona e giusta avere delle comunit` di persone che si riunivano esclusivamente per ria ettere e meditare con inusitata profondit` su numeri e grandezze, e cos` a cominciare a tessere una trama complessa di deduzioni formali che ben 1

presto hanno oltrepassato limmaginazione un tessuto di ragionamento che ormai copre il globo e che si stende attraverso i millenni? Eudosso Platone si spinse no in Sicilia per poter ottenere un manoscritto pitagorico. Platone era un tipo orribile, lorigine di un male persistente dal quale il mondo ancora non si ` liberato, ma fu il maestro di Eudosso. e Quando ebbi loccasione di trovarmi nellagor` di Atene, i pensieri di a Socrate, di Platone, dAristotele, di San Paolo, dei grandi tragediogra greci che si aacciavano alla mia mente, svanirono come dincanto con la consapevolezza che io stavo camminando dove una volta aveva camminato Eudosso! Eudosso ` stato il pi` grande matematico di tutti i e u ` tempi. E stato lui ad inventare il metodo delle esauastioni (integrali deniti) che Archimede ha in seguito sviluppato con tanto successo. ` E stato lui che per primo enunci` il principio sottile che chiamiamo o lassioma di Archimede, ma che Archimede medesimo attribuisce a Eudosso. Questo eccezionale matematico ha anche prodotto un lavoro estremamente complesso sul moto apparente dei pianeti e in pratica ha fondato la sica matematica con un lavoro pionieristico sulla dinamica. Eppure nemmeno uno dei suoi manoscritti sopravvive! Ma ancora non abbiamo parlato dellinvenzione pi` profonda di u Eudosso. Con senso di grande costernazione i pitagorici avevano scoperto che il rapprto fra la diagonale del quadrato ed un suo lato non ` un e numero intero: la radice quadrata di due ` irrazionale, con tutto il peso e emozionale ed intellettuale che questa parola possiede. Era una vera crisi della religione. Se i numeri sono la sola divinit`, la fonte di tutto, come a potrebbe essere cos` Dobbiamo forse ammettere nel panteon anche le ? grandezze? Sembra di s` visto che la descrizione pitagorica del quadrivio, , nel periodo successivo a questa sconvolgente scoperta, era la seguente: aritmetica: musica: geometria: astronomia: numeri in riposo numeri in moto grandezze in riposo grandezze in moto

Ma Eudosso elimin` il dualismo tra numero e grandezza. Ecco la o sua idea: invece di dire che cosa ` il rapporto fra due grandezze, basta e specicare quando due di tali rapporti (che forse non esistono) sono uguali. Questo straordinario risultato intellettuale Eudosso lha ottenuto tramite una sottile quanticazione su tutti i numeri pitagorici. Eppure, malgrado questa costruzione del sistema dei numeri reali (positivi) fosse stata esposta negli Elementi in modo che tutti la potessero leggere, essa non fu capita, nemmeno da Galilei. Fu solamente nel secolo scorso che 2

la costruzione fu inventata di nuovo da Richard Dedekind. Non conosco niente di simile nella storia del pensiero umano! Eudosso in pratica den` una nozione dugualianza fra due cose come mezzo per costruire le cose stesse. Ecco un trionfo del formalismo, una vittoria della sintassi sopra la semantica! Lorigine dei numeri Dal punto di vista di una fede monoteista, respingiamo l idea religiosa di numeri come enti divini e increati. Allora che cosa sono i numeri? Sono forse stati creati? Ho scritto altrove:
Il detto famoso di Kronecker, che Dio cre` i numeri, tutto il o resto ` lopera delluomo, presumabilmente non era da prendersi sul e serio. Nel libro di Genesi, non troviamo infatti il passaggio: E Dio disse: Ci siano i numeri! E i numeri furono, dispari e pari Egli li ha creati. E disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi. E comand` loro di ubbedire alle leggi d induzione. o

Tutta la creazione ` contingente; lessere di ogni cosa creata dipende e dal volere del Creatore. Se i numeri sono increati, allora sono divini questo lo respingiamo. Se i numeri sono stati creati, allora sono contingenti questo lo troviamo assurdo. Che altra possibilit` c`? Semplicea e mente che non esistono i numeri no a che non vengono fabbricati da esseri umani. Nonostante lasserzione di William Butler Yeats Things out of perfection sail, ben pochi sosterebbero che il poema che comincia con questa frase esisteva prima dellatto della sua composizione da parte di Yeats. Perch` allora noi matematici artigiani come i poeti e i musici e descriviamo il nostro lavoro come scoperta invece che come invenzione? Questa ` la religione pitagorica. e Come sarebbe il mondo se Dio non avesse creato i numeri? Sarebbe esattamente uguale a com ` ora. Non c` la minima indicazione che i e e numeri siano stati creati. Se io ti do un problema di addizione quale: 37460225182244100253734521345623457115604427833 + 52328763514530238412154321543225430143254061105 e tu sei il primo a risolverlo, allora avrai creato un numero che prima non esisteva. Ma questa invenzione non far` grande sensazione nella communit` a a dei matematici. Non ` questo il tipo di numero al quale principalmente e c interessiamo. Pi` interessanti per noi sono gli n, a, b, c, e d nel teorema u di Lagrange: n a b c d [ n = a2 + b2 + c2 + d2 ]. 3

Questo si pu` leggere: per ogni n esistono a, b, c, e d tali che n ` uguale o e a a per a pi` b per b pi` c per c pi` d per d cio`, ogni numero ` la u u u e e somma di quattro quadrati. Che signica questa frase? Signicati diversi sono stati ascritti a questa formula. Mio padre il cui lavoro allAssociazione Cristiana dei Giovani (YMCA), allora sita in Piazza Indipendenza qui a Roma, fu la causa della mia prima permanenza in questa citt` nel 1938, allorch frequentai la prima elementare a e in una scuola vicina a Piazza Pitagora aveva labitudine, quando guidava, di osservare il numero sulla targa della macchina che ci precedeva e trovare a mente a, b, c, e d. Ecco allora un tentativo a dare un signicato: una sda o un insieme di sde alla computazione. Il teorema infatti parla di ogni n. Una prima prospettiva sulla matematica: il realismo Tradizionalmente il teorema aveva il signicato che per ogni numero n = 0, 1, 2, 3, 4, 5, . . . esistono numeri a, b, c, e d tali che n ` uguale alla somma dei loro e quadrati. Fino all inizio di questo secolo, con la critica intuizionista incisiva di L. E. J. Brouwer, questa interpretazione era accettata da quasi tutti come chiara e senza ambiguit`. La matematica basata su questo a concetto ` chiamata classica. Molte prove della matematica classica die mostrano che esiste unoggetto con una certa propriet` senza dare nessun a modo di costruire un tale oggetto. Si dimostra che la supposizione che un qualsiasi oggetto non soddis la propriet` ` insostenibile la supa e posizione conduce ad una contradizione e quindi si conclude che deve esistere unoggetto che ha la propriet` in questione. Dunque la matema atica classica ` fondata sul concetto di oggetti matematici che esistono e eternamente nella realt` platonica o meglio, pitagorica. a Una seconda prospettiva sulla matematica: l intuizionismo Nella prima parte di questo secolo, Brouwer attac` vigorosamente o quest interpretazione come priva di signicato. L intuizionismo ` una e forma di costruzionismo; dire che unoggetto matematico esiste signica, per Brouwer, che si sa costruirlo. Per la formula che riguarda i quattro quadrati, non esiste problema secondo Brouwer: dato n, i numeri a, b, c, e d devono essere pi` piccoli u di n, sicch` c` solamente un insieme nito da ricercare. Questa frase e e arrogante solamente un insieme nito ` molto comune fra i matematici, e e mi sono divertito a sentirla pronunciare anche da mogli e mariti di matematici. Alla ne di questo secolo, colla venuta dei calcolatori digitali 4

i quali, ci piaccia o no (a me s` hanno uninuenza profonda sulla ), matematica si pu` fare lobbiezione che una tale ricerca non ` fattibile: o e ` possibile scrivere su un pezzo di carta un numero n tale che nessun e calcolatore, da ora no al Big Crunch, al Grande Collasso, del nostro universo o qualsiasi altra ne sia tenuta in serbo per esso, potr` mai a completare la ricerca di tutti i numeri a, b, c, e d inferiori a n. Il problema da elucidare matematicamente per capire la natura di una computazione fattibile, eettiva, ` attualmente al centro della ricerca matematica ed e informatica ed ` un problema davanti a cui tanto il realismo quanto e l intuizionismo sono impotenti. La posizione di Brouwer fu vigorosamente criticata da Hilbert, che difese la matematica classica vestendo i panni del formalista. Un dibattito spiacevole, acrimonioso, e non necessario segu` questa critica. a (Prendo al volo questoccasione per ringraziare gli organizzatori di quest avvenimento che mi da lopportunit` di dibattere, in uno spirito ben dia ` verso, col Professore De Giorgi. E un gran piacere per me, dopo tanti anni, dincontrarlo nalmente di persona e di poter comunicare e discutere con lui le nostre idee sui fondamenti della matematica.) Il dibattito Brouwer-Hilbert non era necessario perch` ambedue partivano da e una premessa sbagliata: quella che l intuizionismo di Brouwer fosse una limitazione della matematica classica. Ma Gdel dimostr` in unarticolo o o breve, pubblicato due anni dopo lo storico teorema dincompletezza del 1931, che in verit` lintuizionismo ` unestensione della matematica clasa e sica. Almeno, cos` ` per laritmetica (teoria dei numeri), mentre meno e si parla dellanalisi intuizionista meglio `. e Ecco una descrizione un poco ma solo un poco semplicata del ragionamento di Gdel. Per unintuizionista, x A(x) signica so o costruire unx con la propriet` A(x). Certo, questo implica x A(x) : a non si da il caso che per ogni x x manchi della propriet` A(x); anche a se l implicazione nel senso inverso certamente non ` valida. Ma un ree alista interpreta x A(x) come nelluniverso astratto pre-esistente degli oggetti matematici, esiste almeno uno di questi ogetti, x, con la propriet` A(x). E per il realista, questo equivale a x A(x), che ha lo a stesso signicato tanto per il realista quanto per lintuizionista ammesso che vadano daccordo sul signicato di A(x) . Similmente, per unintuizionista A(x) B(x) signica x ha la propriet` A(x) oppure x ha la a propriet` B(x), e so dire quale dei due casi ` valido. Questo ` pi` a e e u forte di [A(x) & B(x)] cio`, non si da il caso che x manchi della e propriet` A(x) e x manchi della propriet` B(x). Ma per il realista, a a tutte due signicano la stessa cosa nel cielo pitagorico. Gdel ci dice o essenzialmente: per ogni formula x A(x) in una prova classica, sostituite x A(x) e per ogni A(x) B(x), sostituite [ A(x) & B(x)]. Il realista sar` contento, perch` per lui le formule sono equivalenti; a e l intuizionista accetta le sostituzioni come spiegazione dellintendimento 5

del realista. E allora risulta (e questo ` un fatto indipendente da quale siasi prospettiva sulla matematica) che la prova classica trasformata in questo modo diventa una prova intuizionista del teorema trasformato! Alla luce del risultato di Gdel, possiamo dire che quello che verao mante ha fatto Brouwer era di estendere la matematica classica tramite la creazione di due nuovi operatori logici: lesiste costruttivo e loppure costruttivo, operatori pi` forti di quelli classici correspondenti. Sfortuu natamente larticolo di Gdel non ha ricevuto lattenzione o linterpreo tazione dovuta, e lalterco squallido si ` prolungato. e Una terza prospettiva sulla matematica: il formalismo Il formalismo ha una risposta semplice alla questione del signicato di n a b c d [ n = a2 + b2 + c2 + d2 ] : non signica niente. (Voglio subito chiarire un punto. Forse sarebbe meglio dire che la formula non denota niente. La matematica, come la musica, ` signicativa, ma oramai non si dice pi` dei passaggi di un e u brano musicale: questo denota unuccellino e quello denota un venticello. Ma i non-formalisti insistono ancora oggi a dare una denotazione a ogni passaggio di matematica.) I simboli nella formula sono segni sulla carta, e il compito del matematico ` linventare concatenamenti profondi e e belli di tali segni secondo certe regole strette. Quando si discute la matematica, si pu` parlare in termini di verit` o delle immagini visuali, o a ma questo ` senza rapporto col fare la matematica quanto la critica e dellarte ` senza rapporto col fare larte. e Hilbert si chiamava un formalista, e infatti ha coronato la sua carriera con lavori profondi e brillanti sui fondamenti della matematica dalla prospettiva formalista. C` comunque ogni ragione di sospettare che e Hilbert non abbia mai rinunciato alla fede pitagorica, che per lui, cio`, e il formalismo sia stato essenzialmente una tattica nella battaglia contro Brouwer. Concludo con unapologia breve ma appassionata del formalismo. Come descrizione di quello che, durante un periodo di ben pi` di u due millenni, i matematici hanno sempre fatto e sempre curato, la formulazione formalista della matematica ` giusta e non trascura niente. e ` E alla ricerca delle prove che dedichiamo le nostre vite; se una prova si conforma alle regole formali, ` corretta; se no, non ` una prova e non e e vale nulla a meno che non suggerisca il modo di scoprire una prova. Nessunaltro campo dattivit` umana ha mantenuto un tale consenso per a unestensione di spazio e di tempo cos` vasta. i Il formalismo nega rilevanza di verit` alla matematica. Ma, si a potrebbe obbiettare, la matematica funziona levidenza ` dappertutto. e 6

Questo fatto non implica forse che la verit` si trova nella matemata ica? Nemmeno in parte. Supponiamo di scoprire un popolo primitivo, oppure di scoprire un popolo avanzato, ma, in ogni caso un popolo con una prospettiva sul mondo completamente diversa dalla nostra, e supponiamo che questo popolo abbia unerba molto ecace contro una certa malattia. Questo popolo spiega lecacia della sua erba in termini dellazione divina degli shuki sulle okrus del corpo (parole intraducibili per noi). Ammettiamo ora di scoprire che lerba ` in grado di guarire e i malati anche nella nostra societ`. Quanta evidenza deriva da questo a fatto per giusticare la credenza negli shuki ? Nessuna. La sintassi ` e corretta; la semantica non conta. Ed ` cos` anche con la matematica. e Funziona. Ma questo fatto non fornisce alcuna evidenza per credere che la religione della matematica contenga anche un solo grano di verit`. a Nella matematica, la realt` si trova nelle espressioni simboliche a stesse, non nelle entit` astratte che le espressioni sono supposte di denoa tare. Il simbolo ` semplicemente un E a rovescio. Se concludiamo che e una certa entit` esiste solo perch` abbiamo costruito in un certo sistema a e formale la prova di una certa formula che comincia per , lo facciamo a nostro rischio e pericolo. La dimora del signicato ` la sintassi; la e semantica ` la casa dellillusione. e Come posso continuare a essere matematico quando ho perduto la fede nella semantica della matematica? Perch` dovrei voler continuare e a fare matematica se non credo pi` che esistono i numeri e i processi u stocastici e gli spazi di Hilbert? Rispondo con unaltra domanda: e perch` un compositore dovrebbe voler comporre la musica se poi essa ` e e non-rappresentazionale? La matematica ` lultima delle arti a diventare e non-rappresentazionale. Lentamente, dunque, la matematica comincia a diventare non-rappresentazionale. Lentamente nei dipartimenti di matematica, ma rapidamente nei dipartimenti dinformatica. Coloro che fanno informatica sanno di inventare invece di scoprire, e fabbricano dei risultati belli e profondi sulla natura delle computazioni fattibili. Se noi che ci troviamo nei dipartimenti tradizionali non vogliamo mancare alla partenza della nave, ci conviene sellare un cavallo formalista senza indugio. Le credenze astratte inuenzano le azioni concrete. Nonostante la completa mancanza di giusticazione, la prospettiva semantica sulla matematica la scoperta di propriet` di entit` che esistono in un mondo a a pitagorico ha servito abbastanza bene la matematica durante un lungo periodo. Ma ora ` il momento di andare avanti, di scartare la prospettiva e semantica, e di concentrarci sul reale nella matematica. E ci` che ` reale o e nella matematica ` la notazione, non la denotazione imaginata. e Che sia suciente un solo breve esempio. La creazione da parte di Abraham Robinson dellanalisi non-standard era una semplicazione e 7

unestensione rivoluzionarie della pratica matematica, ma la communit` a matematica ` stata molto lenta, o persino avversa, ad adottarla. La e ragione ` che lanalisi non-standard ` contraria alla religione pitagorica. e e Siamo troppo timidi. Se non possiamo pervenire alla profondit` a di Eudosso, possiamo almeno emulare la sua prontezza ad opporsi alle opinioni universalmente sostenute.

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