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è
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÒ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONC1LII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI,ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. XXXVI.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLV1.
,

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

INN INN
LNNOCENZO VIII,P. CCXXIII. di Molfetta. Questo ultimo che per
Giambattista Cibo nacque in Ge- la vivacità del talento assai l'ama-
nova da nobile famiglia nel ìfòi, va e l'avea in molto pregio^ lo no-
da Arano senatore di Roma e vi- minò datario, ed ai 7 maggio 1 47^
ceré di Napoli, e da Marzia dei lo creò cardinale prete del titolo
Mare, Sino da fanciullo die segni di s. Balbina, e poi di s. Cecilia
di animo grande e di cuore assai non che legato a latere a Federi-
generoso, a cui corrispondeva un van- co III imperatore ed a Mattia
,

taggioso ed elegante aspetto. Per Corvino re d' Ungheria, legazione


notabile tempo si trattenne col pa- però che non sortì effetto. Gli
dre nella coite di Alfonso I re di commise oltre a ciò il governo di
Napoli, e di Ferdinando I suo fi- Roma, allorquando Sisto IV a ca-
glio. Indi si condusse in Padova gione della peste si ritirò a Cam-
dove in quella università attese a- pagnano nel i47^; incarico che
gli studi delle umane lettere, i qua- esercitò con somma vigilanza, pru-
li compiti, trasferitosi in Roma strin- denza e quiete della città. Né mi-
se amicizia col cardinal Calandri- nore fu la saviezzza ed il va-
ci fratello uterino di Nicolò V, fino lore che mostrò nel governare la
ad aver comune con lui l'abitazio- città di Siena, dove fu legato in
ne, con tal gusto e piacere di quel tempi scabrosi. Per opera di lui
porporato, che per la sperimentata si stipulò la pace tra il Pontefice,
sua fedeltà ed industria gli affidò il re di Napoli, il duca di Mi-
il governo di tutte le sue cose, e lano ed i fiorentini. Quantunque
per vari gradi gli ottenne da Pao- fosse povero manteneva
cardinale
lo lì nel 1467 il vescovato di numerosa ed onesta famiglia, qua-
Savona, da cui venne da Sisto le trattava con tal soavità e mo-
IV trasferito nel 1472 a quello derazione che si rese oggetto di
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comune stima. Dopo la morte di trarono nella grazia del Papa. Con-
Sisto IV entrarono in conclave fermò i diritti nella Guinea ed in
ventisei cardinali, più o meno se- altre terre de' saraceni concessi dai
condo altri, nel quale avendo il suoi predecessori, ed approvò l'or-
cardinal Marco Barbo ricusato il dine delle monache della Concezio-
triregno che undici elettori gli da- ne. Ribellatisi i baroni del regno
vano, rivolti tutti al cardinal Giam- di Napoli contro il re Ferdinando I,

battista, concordemente l'elessero ricorsero al Pontefice come supre-


Papa in eia di cinquantadue anni, ai mo signor loro e del reame , ed
29 agosto del 1 4^4> giorno sacro egli nulla calcolando l'anteriore sua
alla decollazione del santo cui porta- relazione con quel sovrano, prese
va nome, sebbene il Sandini, Vi-
il la difesa degli innocenti e delle
tae PojiL, dica prima di tal giorno. ragioni della Chiesa. Volendo il re
In memoria d' Innocenzo IV suo muovere guerra al Papa , sotto
degno ed illustre concittadino pre- pretesto dell'irregolarità di sua ele-
se il nome
Innocenzo Vili, e
d' zione, incominciò a suscitar la guer-
confermò i capitoli che tutti i ra civile ed a guadagnare Virginio
cardinali aveano giurato in con- Orsini, che colle sue genti scorse
clave, argomento che trattammo fino alle porte di Roma , e si pro-
all'articolo Conclave. Indi fu co- curò soccorsi dai forestieri e dal
ronato a' 12 settembre, e nello duca di Milano. Allora Innocenzo
stesso giorno si portò con solen- Vili fece lega co* genovesi e co' ve-
nissima pompa a prender il pos- neziani, e diede il comando delle
sesso della basilica lateranense ,
sue truppe a Roberto Sanseverino
funzione che descrisse minutamen- col grado di generale, per cui ne
te il celebre cerimoniere Giovanni creò poi il figlio Federico cardi-
Burcardo nel suo Diario^ nella nale. A' 6 gennaio i485 canoniz-
Mantissa codicis juris geni, di' zò solennemente s. Leopoldo detto
plom. di Gotfredo Guillelrao Leib-
y
il IV marchese d'Austria. Pro-
Pio,
nizio pag. i5i. Questa descrizione seguendosi nel 4^6 la guerra in- 1

è lapiù esatta ed importante, per torno a Roma, Innocenzo Vili sen-


quelli che v' intervennero, delle za aspettar il soccorso di Francia,
precedenti, per cui ai rispettivi conchiuse col re di Napoli la pace,
articoliriguardanti i ceti delle la quale fu pubblicata a' 12 ago-
persone che vi avevano luogo ne sto; ed in essa tra le altre condi-
riporto le nozioni. zioni in favore della Chiesa roma-
Le prime cure d' Innocenzo Vili na, il re a questa si obbligò pagar
furono di conciliar la pace fra' prin- annue ottomila oncie d' oro oltre
cipi cristiani,per bandir la crocia- la chinea. Mancando poco dopo il
ta contro i turchi, e per darne re non meno a questa che alle al-
egli stesso l'esempio cominciò dal tre condizioni, fu dal Papa scomu-
terminar la guerra di Sisto IV coi nicato e privato del regno, di cui
veneziani, fece cessare ogni ostilità trasferì il diritto in Carlo VIII re
e levò le censure ch'esso avea con- di Francia, per le ragioni eredita-
tro di loro fulminate per V usur- rie che esso vi avea. Quindi si vol-
pazione di Ferrara , ond' essi nel- se il santo Padre a procurar la
l'anno seguente venendo assolti rien- quiete e la felicità di Roma, a ri-
,

INN INN 7
conciliar i cittadini, a pacificare i minacciava la Sicilia e l'Italia per
Colonnesi cogli Orsini a' quali re- ridurre i fedeli a dura schiavitù.

stituìquanto loro apparteneva , ed A questo fine mandò il vescovo


a reprimere i principi violato- d'Orte legato in Germania , con
ri della libertà ecclesiastica ; per- diploma del primo settembre, ac-
ciò riprese i fiorentini perchè a- ciò raccomandasse a tutti i prin-
veano messo nuove gabelle agli ec- cipi la spedizione. Le sollecitudini
clesiastici, eparimenti
i veneziani del zelante Pontefice non ebbero
i quali non volevano dare il pos- il desiderato fine, dappoiché i prin-
sesso del vescovato di Padova al cipi attenti alle private guerre non
nuovo cardinal vescovo. Nell'anno favorirono l'impresa. Il re d'Un-
stesso Innocenzo Vili, per estin- gheria confederato di quello di Na-
guere fuoco della guerra acceso
il poli, procurava sostenerlo a pre-
in Inghilterra per l' antica contro- giudizio del Papa ; Massimiliano I
versia della successione di questa re de' romani faceva guerra al re
corona fra le due famiglie di Lan- di Francia ; quello di Scozia era
castro e di York, confermò le ragio- impegnato in altra guerra; Gio-
ni dello scettro a favore della pri- vanni re di Danimarca era in dis-
ma, e dispensò nell' impedimento cordia co' principi del suo regno;
di parentela che passava fra En- il re di Polonia guerreggiava coi
rico VII della Lancastro casa di cavalieri di Prussia. Nel dominio
e Isabella erede de'duchi di York, poi della Chiesa si erano rinnovati
dal qual matrimonio nacque Enri- i tumulti il re di Napoli, violati
:

co Vili. In Boemia essendosi rin- i diritti di essa, occupò la città di

novata l'eresia degli ussiti, il Pon- Rieti ; il duca di Calabria Alfonso


tefice accorse ad annientarla. Nello suo figlio occupò la Campagna ro-
stesso tempo venendo pregato da mana; i duchi di Bracciano s'im-
Casimiro IV con-re di Polonia, padronirono di Perugia, e le fa-
tro i turchi e che infe- i tartari zioni de' guelfi e ghibellini presta-
stavano i suoi stati, bandi la cro- rono occasione alle città di Todi,
ciata. Nel 1487 rinnovò colla re- Foligno ed altri luoghi della Mar-
pubblica veneta la lega colla Chie- ca di scuotere il dominio della
sa romana ; e vedendo che il do- Chiesa onde il Papa per mettervi
;

minio de' turchi dilatavasi per la rimedio pregò Federico III e gli
Germania e per l'Italia, ed ivi per altri principi di mandare presso di
Bocolini tiranno di Osimo, pub- lui i loro ambasciatori per li 25
blicò la sacra guerra dichiarando- di marzo, co' quali tratterebbe del-
ne capo l' imperatore, e per faci- la guerra col turco , della quale
. litarla ordinò le decime agli eccle- trattò in fatti con Papa, che
essi il

siastici. Nel 1488


che gli stabilì promise di sostenerla con vigore
estremi supplizi avessero luogo nel- e di assistere personalmente all'e-
la piazza di ponte s. Angelo, co- sercitoquando questo fosse co-
,

me meglio dicemmo all' articolo mandato dal re di Spagna o di


Governatore di Roma. Francia o d'Inghilterra. Ma il pro-
Nel detto anno continuò il Pa- getto del Papa non ebbe alcun
pa ad esortare i principi cristiani effetto, per lo che nulla si esegui
alla guerra contro il turco, che contro i turchi. Nata grave conte-
,

8 1NN INN
sa fra Dorotea regina di Svezia e come assegnò quarantami-
questi
Stenone governatore del regno, a la ducati d'oro e gli donò la sa-
cagione d'una fortezza, il Papa cra Lancia colla spuuga e la can-
s' interpose come arbitro, deputan- na servite nella passione di Ge-
do per negoziatori della concilia- sù, Cristo; inoltre in detto luogo
zione gli arcivescovi di Lunden e si accennò come certo Macrino ten-
d'Upsala, ed i vescovi di Roschild tò di avvelenare Zizimo ed il Pa-
e di Stregnes. Non essendo essi pa, quando era giunto in Roma il

venuti a capo de' tentativi, 1' affa- p.Antonio Milan guardiano di Ge-
re fu avocato alla santa Sede e rusalemme, ed ambasciatore del
giudicato in favore della regina ; e soldano di Egitto, il quale deside-
Stenone fu minacciato delle cen- rava il principe per metterlo al
sure, se negava obbedire. Ripieno comando dell' esercito che voleva
di zelo per la purità della fede muovere contro Bajazetto lì. A
Innocenzo Vili emanò costituzioni questa condizione prometteva il sol-
contro i maghi che infestavano va- dano di trattare benignamente i

rie provincie di Germania, ed altri cristiani di Palestina e di loro re-


eretici. In questo tempo insorse stituire tutte le conquiste che con-
nuova discordia fra il santo Padre tro i turchi si sarebbero fatte. Ab
e il re di Napoli, il quale fece git- Ro-
l'articolo poi Ingressi solenni in
lar nel mare i baroni che aveano ma, descrivemmo quello che il Papa
parteggiato per la Chiesa, e ricusò fece fare al principe Zizimo. Men-
ad essa di pagare il censo; onde tre all'articolo Chiesa di s. Pietro
Innocenzo Vili nella festa de' ss. in Vaticano si descrisse la cappella
Pietro e Paolo dell' anno i4^9 da Innocenzo Vili ivi fatta edifi-
Io citò sotto pena di scomuni- care per riporvi l'insigne reliquia
ca a pagarlo entro lo spazio di del sacro ferro. Inoltre all'articolo
due mesi. Adiratosi perciò quel Chiesa di s. Croce in Gerusalemme
sovrano, minacciò di entrare ostil- venne detto come ivi si rinvenne
mente nello stato delia Chiesa, e il titolo della ss. Croce, che il Pa-

per mezzo del suo ambasciatore si pa si portò a venerare.


appellò al futuro concilio. Veden- A' 28 gennaio i49 2 fu dopo
do il Papa che le sue paterne am- diverse pratiche conchiusa la pace
monizioni non pruducevano alcun per mediazione del re di Spagna,
con editto degli
profitto, 1 1 set- tra il ré di Napoli ed il Pontefi-
tembre dichiarò aver lui perduta ce, obbligandosi Ferdinando I pa-
ogni ragione al regno di Nàpoli ed gar l'annuo tributo, non usurpare
esser questo tornato alla Chiesa l'autorità pontificia nel conferire i

romana, che però trattò di chia- benefizi , non intromettersi nelle


marvi Carlo Vili re di Francia , cause de'giudici ecclesiasti'ci, e sod-
il quale sosteneva appartenergli il disfare i figliuoli de' baroni ucci-
reame come legittimo erede del re si da
e lui spogliati della roba.
Renato di Angiò. Nel voi. XVIII, Nel mese di maggio si portò a Ro-
pag. 62 e 63 del Dizionario di- ma il nipote del re a domandar
cemmo come fu data al Papa la perdono al santo Padre per l'avo
custodia di Zizimo fratello di Ba- e pel padre, ma poi ni uno fu fe-
jazetto II imperatore de' turchi, e dele all'osservanza delle coudizioni
INN INN 9
stabilite. In questo tempo Inno- fare Innocenzo VIII in vantaggio
cenzo Vili, che avea concesso le della Chiesa, ma travagliato da lun-
decime a Ferdinando V per cac- ghissime malattie dovette finalmen-
ciare mori dalla Spagna, ricevet-
i te soccombere al male, e dopo il
te la fausta notizia della presa di governo di sette anni, dieci mesi e
Granata, per cui in Roma furono ventisette giorni, con sessanta anni
celebrate solenni feste, che il Can- di età mori la notte del 25 ve-
cellieri descrisse a pag. 268 delle nendo il 26 luglio i49 2 fra le »

sue Dissertazioni epistolari. Frat- cinque o sei ore. Fu sepolto nella


tanto Giovanni Pico signore della basilica vaticana, nella quale fu
Mirandola propose in Roma nove- trasportato al modo che narrammo
cento questioni estratte da autori nel voi. XII, pag. 297 del Dizior
latini, greci, ebraici e caldei sopra narioy dalla cappella di s. Seba-
le scienze, per difenderle pub-in stiano incontro quella della PurifìV
blica disputa, e le sostenne col suo cazione ; e siccome fu scolpito nel
straordinario e meraviglioso inge- suo sepolcro che sotto di lui il

gno, come consumato in ciascuna Colombo scuoprì I* America , così


lingua ; ma siccome tra di esse se va letto quanto aggiungemmo nel
ne trovarono alcune poco conformi voi. XXVI lì, pag. 3 12 e 3i3, nel
alla dottrina della Chiesa , così il riportare le sue notizie riguardanti
santo Padre
condannò. Però le Genova sua patria, e dell'interdet-
sotto il successore Alessandro VI to contro di essa da lui fulminato
avendone Pico spiegato il senti- con dispiacere di tutti i genovesi.
mento, furono approvate. Non me- Era Innocenzo Vili di statura gran-
ritano credenza quelli che sull'au- de, bianco di carnagione, di pre-
torità di Raffaello da Volterra, senza ed aspetto bello ed amabile,
lib.7 Geographiae p. 80, scrissero e di ottime qualità dotato. Mise-
avere Innocenzo Vili concesso ai ricordioso co' poverelli, di costumi
norvegi di consecrare il calice sen- dolce ed affabile in guisa tale,
za vino. Altra calunnia contro In- che o concedesse o negasse niun
nocenzo VIII fu inventata da Do- da lui partiva dolente o mesto,
menico da Viterbo e Francesco ed amantissimo della pace, per cui
Maldente , come si ha dal Rinaldi di lui così cantò Giano Vitali :

all'anno i49° num. 22 , i quali 5

spacciarono aver detto questo Pa- Non minus Innocuus fuit hic, quam
pa, che la privata fornicazione non nomine factis,
era proibita. L'uno e l'altro per- Virtus cuius erat maxima Pacis
ciò furono condannati al capestro, amor.
e fatti quindi abbruciare per or-
dine del Pontefice, in pena della Ne sia una riprova ciò che rac-
loro scandalosa audacia, non ostan- conta il p. Antonio Baldassarri nel
te che i parenti loro per liberarli suo Compendio delle vite di alcuni
offrissero al fìsco, oltre tutti gli al- uomini illustri pag. 224, cioè che
tri averi, sediciinila scudi d' oro ,
il cardinal francese Giovanni Bai-
come si può vedere nel Bernini, ve trattò di radunare un concilio
Storia di tutte l'eresie, toni. IV ,
contro Innocenzo Vili, e che que-
po£. 21 3. Gran cose pensava di sti geucrosamentc gli condonò un
.
,

io INN INN
sì indegno attentato a questo car-: illustre femmina diGravegna nella
dinaie il Papa avea affidata la cu- diocesi di Novara, e non come
stodia del principe Zizimo, e per disse il Piatti. Usavano prima i
lui dovette sostenere una differen- Facchinetti il cognome della Noce,
za quando la Francia lo ricusò per e in fatti questo albero forma la
legato. In una
promozione creò loro arme, ma congiunti alla fa-
Lorenzo
undici cardinali, tra' quali miglia Titta continuarono questo
Cibo suo consanguineo, Pantaleone casato, per la adozione che fece
Cibo suo pronipote Nicolò Cibo, questo Papa de' discendenti di sua
suo fratello, e Giovanni de Medici sorella Antonia moglie di Antonio
che fu poi Leone X, fratello della Titta da Trento, come si ha dal
moglie del suo figlio Franceschet- Dolfi , Cronologìa delle famìglie no-
to, de quali come degli altri pa- bili di Bologna pag. 294. Sopra
lenti, e di quanto il Papa fece il detto scrissestemma
Angelo
per essi , se ne tratta all'articolo Rocca un Commentario, che dedi-
Cibo Famiglia. Innocenzo Vili fu co a questo Pontefice, gran pro-
criticato per aver istituito cinquan- tettore de' letterati. Giannantonio
tadue offiziali o piombatoli del- sino dall'adolescenza seppe conser-
le bolle apostoliche, da' quali ri- varsi illibato nel costume per. Te-
ca vò venliseimila ducati d' oro sercizio continuato delle cristiane
Ampliò il collegio de' segretari a- virtù, e della frequente meditazio-
postolici pur
venali, e ciò per di- ne della morte. Avendo fatti i suoi
fendere dominii della Chiesa
i studi in Bologna, in questa città
giacché avea dovuto impegnare per prese nel i544 U grado di dotto-
centomila ducati d'oro la tiara, re. Quindi parti alla volta di Ro-
molte gioie, e vasi d'oro e d' ar- ma ove fu segretario del cardinal
gento a diversi mercanti di Roma. Nicolò Ardinghelli , dal quale pas-
Prese per suo motto analogo al so a far parte della famiglia del
nome, ed al salmo i5: Ego au- cardinal Alessandro Farnese nipote
lem in innocentia mea ingressus di Paolo III, che in suo nome
sum. Che la memoria d' Innocenzo lo mandò in Avignone, della qual
Vili fu gloriosa, tale ce la dimo- città il Farnese era arcivescovo
stia Uberto Foglietta in Elogiis e legato, affinchè vi facesse le sue
clarorum lìgurum. Da ultimo in veci. Dipoi venne fatto governato-
Milano nel 18 19 è stata pubbli- re di Parma, dove acquistossi fa-

cata la Vita d'Innocenzo Vili del ma di uomo giusto e prudente.


Serdonato. Vacò la s. Chiesa quin- Paolo IV lo nominò referendario
dici giorni. dell'una e dell'altra segnatura. Pio
INNOCENZO IX, Papa CCXL. IV avendo conosciuta la sua inle-
Giannantonio Facchinetti nacque grità lo dichiarò vescovo di Nica- ,

ai 20 luglio i5ig in Bologna, stro a' 26 gennaio i56o, essendo


ove questa famiglia senatoria era egli il primo vescovo che nel i56i
stata trasportata da Novara, per fosse inviato al concilio di Trento,
mezzo di Antonio Facchinetti della dove diede saggio di sua dottrina,
Noce o di Navarino di lui padre, saviezza, e zelo per la cattolica
che vi si i5i4, e vi spo-
recò nel religione. Spedito da s. Pio V
so Francesca Titta o Festi de'Ciui, nel i566 nunzio apostolico al se-
INN INN 11
nato Tcneto, in) piegò per Io spa- dal cardinale Andrea d'Austria nel
zio di sei anni 1' opera sua per portico avanti la basilica vaticana,
conchiudere la famosa lega contro ove solevano i Pontefici benedir
i turchi, che produsse la vittoria il popolo ne' giorni solenni ; men-
di Lepanto. Restituitosi alla sua tre il Piatti vuole che a'2 novembre

chiesa fece scintillare, come lucer- avesse luogo la coronazione. Agli


na posta sul candelliere, innanzi 8 novembre, e non a' 6, come si

agli occhi del suo popolo preclari legge nelle note al Bull. Vat. t.

esempi di virtù, tutto impiegando- Ili, p. 181, siccome festa de'santi


si nel sacro ministero e singolar- del suo antico titolo, con gran so-
mente nella predicazione del van- lennità si portò a cavallo d' una
gelo. A cagione però del clima mula a prender possesso della ba-
contrario alla sanità sua, fu co- silica lateranense , dopo il quale
stretto a rassegnarla liberamente in lettiga si recò in detta chiesa
nelle mani di Gregorio XIII l'an- de' ss. Quattro Coronali , vi fece
no i575, che in vece lo nominò orazione, e nella camera contigua
patriarca di Gerusalemme in par- ammise le monache al bacio del
ti bus e consultore del s. offizio ; piede. I cerimonieri Gio. Paolo
indi a* \i dicembre 1 583 lo creò Mucanzio e Paolo Alaleona ci die-
cardinale prete col titolo de' ss. dero la descrizione della funzione
Quattro Coronati, lo confermò nella del possesso.
congregazione del s. offizio, e lo Secondo 1' antico costume scris-
ammise in quella de' vescovi e re- se Innocenzo IX la nuova della
golari. Dopo aver assistito ai con- sua esaltazione ai patriarchi, arci-
clavi per le elezioni di Sisto V, vescovi, primati e vescovi, affinchè
Urbano VII e Gregorio XIV, nel colle loro preci gli ottenessero da
primo de' quali papeggiò, per le Dio un felice governo del popolo
frequenti malattie di Gregorio XIV cristiano. Confermò subito la bol-
fu dal medesimo incaricato di pre- la di s. Pio V di non alienar le
siedere in sua vece al tribunale terre della Chiesa romana, e pro-
della segnatura, ciò che esegui con testò di voler che Roma fosse prov-
fama di grande integrità e pru- veduta di tutto il bisognevole, co-
denza. Dopo la morte di Gregorio me di soccorrere l'indigenza del
XIV cinquantasei o cinquantaset- popolo, al quale levò diversi tri-
te cardinali , nel secondo gior- buti imposti da Sisto V. A cagio-
no di conclave, cioè ai 29 ot- ne della grande carestia fece cala-
tobre dell'anno i5c)r, con mirabile re il prezzo delle derrate, ed a ri-
concordia elessero nello scrutinio parare in Roma la penuria del
con voti scoperti al pontificato il grano prese in prestito quaranta-
cardinal Facchinetti cheavea settan- mila scudi, riserbando il tesoro
tadue anni passati. Prese il nome di eh' era in Castel
per s. Angelo
Innocenzo IX, e privatamente si fe- maggiori calamità. Accolse con af-
ce coronare a'3 novembre, secon- fetto e stima Vincenzo I Gonzaga
do T Oldoino nelle aggiunte al duca di Mantova, che trattò a spe-
Ciaccopio, Vìtae Pont. t. IV, p. se della camera con magnificenza,
^4o. Il Ciacconio avea scritto che ed in concistoro lo fece sedere so-
Innocenzo IX era stato coronato pra r ultimo cardinale diacono.
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Al re di Polonia Sigismondo III quasi sempre a letto, essendo an-
mostrò il suo dispiacere per l'av- che obbligato perciò a darvi le
venuta ribellione, e promettendo- sue udienze.
gli assistenza deputò una congre- Innocenzo IX fino dal suo in-
gazione di cardinali. Dichiarò di gresso al pontificato si condusse con

voler sostenere la lega in Francia tanta saviezza, ed annunziò cosi


contro Enrico IV, e promise agli belle speranze, che si rese egual-
alleati cinquantamila scudi al me- mente caro al clero, alla nobiltà,
se. una promozione di
In due al popolo ed ai ministri stranieri ;
cardinali vi comprese Antonio Fac- ma questo fu ancora un di quei
?
chinetti della Noce de marchesi di Papi che avendo fatto concepire
Via nino suo pronipote. Concorren- grandi speranze, esse non si pote-
do nei primi giorni del pontifica- rono né smentire ne avverare. Fu
to, secondo il solito, diversi cardi- il cadavere privatamente trasferito
nali per pregarlo di qualche favo- dal Quirinale al Vaticano, ove le
re, ricusò a tutti di farlo, prote- sue ceneri trovansi nelle sagre
standosi nulla risolvere senza ma- grotte, nella terza nave. Era Inno-
tura riflessione ; e al cardinal Gae- cenzo IX di venerabile sembiante,
tani che gli domandò grazia per di alta statura , e di corporatura
d. Giannantonio Orsini, offrendo gracile per cagione de'suoi conti-
una somma di denaro, rispose vo- nui digiuni, essendo solito di noti
ler obbedienza non denari. Da cibarsi che una volta il giorno la
questo ben si comprende, che se il sera. Fra i suoi preziosi arredi
suo pontificato fosse stato piti lun- gli fu trovata una pittura a fog-
go, sarebbe riuscito un modello gia di un piccolo specchio che si

del più. felice governo, e corri- piegava in due parti, in una del-
spondente alle belle speranze con- le quali vi era dipinto un teschio,
cepite dai romani, che in lui am- e nell'altra la pompa un fune-di
miravano un complesso di rare rale, con cui fomentava la rimem-
qualità, come innocenza di vita, branza della morte alla quale si
liberalità , magnificenza, maturità disponeva ogni giorno. 1/ esatta
di consiglio, esperienza negli affari. storia di lui si legge nell'orazione
Mentre però da lui aspettavansi funebre recitata al sacro collegio
gran cose a vantaggio della Chie- dal p. Benedetto Giustiniani, pres-
sa, che accenna il Vittorelli nelle so il citato Oldoini. Vacò la san-
aggiunte al Ciacconio 239,
p. la ta Sede un mese.
morte il rapi in tempo di un e- INNOCENZO X, PapaCCXLVI.
clisse della luna, a'3o dicembre Giambattista Pamphilj nacque in
1591, dopo dieci giorni di malattia Roma a' 7 maggio \5ji da Ca-
e due soli mesi di pontificato. Nel millo e da Flaminia del Bufalo Can-
bollano vaticano ed in altri scrit- cellieri, ambedue di nobili famiglie
tori si legge che mori a' 29 di- romane, nipote dei cardinali In-
cembre, avvenne nella
perchè ciò nocenzo del Bufalo Cancellieri e
notte avanzata venendo il 3o. Girolamo Pamphilj, che creati tali
Qualche tempo prima della sua nella medesima promozione da Cle-
morte il calor naturale l'avea tal- mente Vili, entrambi morirono nel
mente abbandonato, che restava 1610. Fra la nobiltà che nel se-
INN INN i3
minario romano riceveva la prima quella del concilio , segretario di
educazione, si applicò Giambattista quella del s. ofiizio e protettore del
con successo alle lettere umane. regno di Polonia, Dopo la morte
Istruito di poi nelle scienze mag- di Urbano Vili i suoi nipoti car-

giori per le principali università dinali Barberini, nel conclave in


d' Italia, in età di venti anni prese cui entrarono cinquantasei cardi-
le insegne di dottore. Clemente Vili nali, volevano esaltare il cardinal
lo fece in primo luogo avvocato Giulio Sacchetti per cui era impe-
concistoriale e poscia uditore della gnatissimo il cardinal Panciroli a
rota romana in vece di suo zio cagione dell'antica amicizia che a-
Girolamo fatto cardinale nel 1604, vea con esso, ma il cardinal Al-
nella quale onorifica carica eserci- bornoz vi si oppose con venti-
tata con molta lode per venticin- quattro colleghi. Il cardinal Guido
que anni, scrisse con mirabile eru- Bentivoglio per sentimento comune
dizione settecentocinquanta decisio- era portato al trono pontificio, go-
ni, le quali in tre volumi, al dite dendo giustamente la stima gene-
del Novaes, conservami in gran pre- rale del sacro collegio, ma essendosi
gio dai principi Doria Pamphilj ammalato dovette uscir dal con-
suoi eredi. La sua profonda scien- clave e poco dopo morì. 11 cardi-
za nell'una e l'altra legge gli ot- nal Francesco Cenni ni giunse ad
tenne la carica di canonista della avere ventisei e ventotto voti a suo
sacra penitenzieria. Gregorio XV favore, essendogli propensi i cardi-
che inconobbe una singoiar
lui nali spagnuoli. Concorreva di poi
destrezza nel maneggio degli affari la maggior parte nel cardinal Pam-
più scabrosi, per l'intima amici- philj , il quale perciò avea con-
zia che li avea legati da prelati, lo trario il cardinal Antonio Barbe-
mandò nunzio alla corte di Napo- rini che gli procurò l'esclusiva dalla
li, donde lo richiamò Urbano Vili Francia, quale però fu tolta al mo-
per darlo per compagno colla qua- do che narrammo all'articolo Es~
lifica di datario al suo nipote car- elusiva (Vedi), per opera del car-
dinal Francesco Barberini nella le- dinal Teodoli e del marchese suo
gazione alla Francia ed alla Spa- fratello. Quali poi fossero moti- i

gna, nella quale Giambattista si vi delle disgrazie de' Barberini in


prestò con tanta soddisfazione del questo pontificato, per le quali fug-
suo principe, che questi lo nominò girono in Francia, oltre quanto si
patriarca di Antiochia in partibus disse all'articolo Barberina si pos-
e nunzio apostolico in Madrid alla sono leggere il Muratori ne' suoi
corte di Filippo IV. Inoltre Urbano Annali) ed il Piatti nella vita di
Vili lo creò cardinale a' 3o agosto questo Papa. A' 16 settembre 1644»
1627, e poscia benché assente lo nell'età di settantadue anni, il car-
pubblicò a' 19 novembre 1629, an- dinal Pamphilj restò eletto Ponte-
noverandolo nell'ordine de' preti e fice con quarantanove voli, e prese
conferendogli per titolo la chiesa il nome a" Innocenzo X, avendogli
di s. Eusebio. Lo fece pure suc- già predetto il pontificato s. Feli-
cessivamente legato in Germania ,
ce da Cantalice cappuccino. Que-
prefetto della congregazione dell'im- sta elezione riempì di giubilo i

munità ecclesiastica, prefetto di suoi concittadini, che lo ma nife-


,

i4 INN INN
starono con segni di allegrezza, con d'un grande spirito ed ingegno, si
molte poetiche composizioni, di cui dice ch'ella ebbe sul cognato tanto
fa menzione il Novaes nella vita da cardinale che da Papa un grande
di questo Papa, ed in questa oc* ascendente. Governò essa dispotica-
casione fu per la prima volta il- mente la di lui casa e molti affari
luminata la cupola vaticana come esterni. Riceveva le suppliche , fa-
dicemmo all' articolo Fuoco. A' 4 ceva accordar gl'impieghi, dispo-
ottobre fu coronato dal cardinal neva pene e delle ricompen-
delle
Carlo de Medici primo diacono, se, entravane' consigli ed era il
nelle scale della basilica vaticana canale delle grazie. Tale autorità
e a' 2 3 novembre in lettiga aper- esorbitante suscitò mormorazioni ed
ta e con solenissima pompa si por- accuse gravi ; si giunse ad afferma-
tò a prender possesso della basili- re che la condotta di d. Olimpia
ca lateranense , nella qual funzio- era un misto d'orgoglio, d'avidità
ne descritta da Fulvio Servanzio e di corruzione.Il Papa importu-

Lorenzo Banck ed altri riportati nato dai clamori e da gravi istan-


dal Novaes, il magistrato e popolo ze, temporaneamente l'allontanò dal
romano fece particolari dimostra- palazzo.
zioni. Nella sala regia del Vatica-
Innocenzo X prestò subito soc- no Pio IV avea posta una lapi-
corsi ai veneziani per la guerra di de in onore della difesa che di A-
Candia contro i turchi con alcune lessandro III fece la repubblica di
galere; istituì una congregazione Venezia. Questa memoria essendo
di prelati per trattare di sgravar stata da Urbano Vili nelle
tolta
la camera apostolica dai gran de- vertenze eh' ebbe colla medesima,
biti che aveva e per conseguir la fu restituita da Innocenzo sic- X
pace fra i principi cristiani , ed come amante della pace e nemico
ordinò che si accrescesse il peso di aver disgusti coi sovrani. Grati
del pane ordinario in vantaggio i veneziani di tal contegno, rista-
de' poveri. Confermò ai cardinali bilirono colla santa Sede la buona
Francesco ed Antonio Barberini la armonia ed ascrissero alla loro no-
legazione di Urbino e di Avigno- biltà la famiglia Pamphilj . Con
ne; decretò il disarmamento delle una costituzione Innocenzo X ordinò
truppe assoldate dal predecessore ai cardinali di qualunque stirpe che
per la guerra di Parma, abolendo usassero il solo titolo di Eminenza
le gabelle a tal fine introdotte; ri- {Vedi)) e che le loro armi le or-
formò le spese della camera apo- nassero col solo Cappello cardina-
stolica, scelse a segretario di stato lizio [Vedi). Nel i645 approvò il

il cardinal Gianjaeopo Panciroli, e culto del b. Bernardo Tolomei fon-


restituì ad ogni provincia la quiete datore degli Olivetani. Nel marzo
e l'abbondanza. A' 4 novembre creò dei 1646 aveva il cardinal Rinal-
cardinale il nipote Camillo Pam- do d'Este richiesto a Ferdinando
philj nobile romano, figlio del de- III la prolezione dell' impero in
funto suo fratello Pamfìlio e di d. Roma ;
gli spagnuoli però , cono-
Olimpia Maidalchini dama di Vi- scendo la contrarietà di Francesco
terbo. Fra le tante cose che si I duca di Modena fratello del car-
narrano di questa donna dolala dinale, verso le due case d' Austria
INN INN i5
imperiale e spngnuola, talmente at- col riconquistar il regno alla santa
traversarono il negoziato, che ne Sede; ma egli in vece sommini-
restò privo. La ripulsa di Vienna strò al viceré doppie
trentamila
fece al cardinale ottenere la pro- d'oro e gli permise di far leva d'uo-
tezione della Francia , la quale non mini nello stato ecclesiastico. Nel
trascurava di acquistare que' car- 1647 il Papa fece senatore di Ro-
dinali che più potenti erano nella ma Girolamo Inghirami ed accreb-
coite di Roma. A questa giunse be le prerogative ed onorificenze
in quel tempo l'almirante di Ca- de' senatori e conservatori di Ro-
stiglia ambasciatore del re di Spa- ma, al modo che dicesi all'articolo
gna, il quale subito si dichiarò di Senato Romano. Confermò i dot-
non volere invitare il cardinal d'E- trinari istituiti dal b. Cesare de
ste alla cavalcata pel suo ingresso Bus, non che la congregazione delle
solenne in Roma. Oltre a ciò il vedove di Dol istituita per mag-
palazzo di Spagna fu pieno d'armi giormente propagare il culto del-
e di gente armata, onde il cardi- l'immacolata Concezione, la vigilia
nale per non restare oppresso armò della quale comandò ad istanza
anche egli il suo, facendo venir da dell'imperatore che si osservasse
Modena gente di coraggio. Tutto con digiuno. Dopo aver confermato
in Roma s'incamminava a serio l'estinzione dell'ordine de' ss. Am-
disordine, quando il Pontefice, di- brogio e Barnaba ad Nenius, sop-
versi cardinali e principi s' impie- presse due congregazioni religiose,
garono per l'accomodamento ; ma quella cioè di s. Basilio degli ar-
volendo l'Estense difendere le sue meni e l'altra del Buon Gesù di
convenienze a nulla si arrese. A' 16 Ravenna perchè aveano traviato
,

aprile nell' incontrarsi le carrozze dal primiero spirito. Per la cattiva


di questi due ministri si udì un intelligenza tra il Papa ed i Bar-
tiro di pistola, e ciò diede occasione berini i cardinali di questa fami-
alle genti dell'almirante di far fuo- glia fuggirono in Francia presso il

co, per cui alcuni rimasero uccisi, re Luigi XIV ed il cardinal Giulio
onde temendo gli spagnuoli di rice- Mazzarini primo ministro, il quale
ver la pariglia dai famigliari del era potentissimo e nemico del Pon-
cardinale fuggirono ed abbandona- tefice.Il ministro accolse i Barbe-
rono il loro padrone, esponendolo rini con ogni distinzione , si dice
ad ogni pericolo, che forse avreb- che ne ricavò grosse somme di de-
be corso, se il cardinale non aves- naro, che gli servirono nella guerra
se ordinato alla sua gente di non che sosteneva contro la casa d' Au-
offenderlo in modo alcuno. Altri stria, e gli fece conferire cariche
disordini si prevedevano, ma il Pa- e dignità. In Roma le cose si spin-
pa con suprema autorità vi si op- sero agli estremi per le disposizio-
pose e li troncò, riconciliando a' 3 ni emanate contro i cardinali fra-
di maggio i due personaggi che si telliFrancesco ed Antonio, ed in
pacificarono. vece in Francia si minacciò una
Nel 1646 Massaniello sollevò il qualche rappresaglia. Tuttavolta si
popolo in Napoli ed altrove contro venne a sentimenti pacifici. Inno-
il viceré, per cui alcuni consiglia- cenzo X
a riguardo del re rimise
rono Innocenzo X a profittarne nella sua grazia i Barberini, sposò
i6 '

INN INN
d. Maffeo colla sua pronipote , e bre Papa approvò il culto im-
il

creò cardinale il di lui fratello memorabile del b. Nicolò di Flue.


Carlo. Innalzò alla medesima di- In quest' anno a Fermo fu ucciso
gnità Orazio Giustiniani di Andrea il governatore, onde Innocenzo X
Giustiniani principe di Rossano che vi spedìmonsignor Lorenzo Im-
avea preso in moglie la sua nipote periali con truppa comandata dal
d. Olimpia, e perciò fatto da lui conte David Vidman, per punirne
governatore di Castel s. Angelo. gli autori. Nel dicembre 1649 si
Fece pure cardinale Michele Maz- pubblicò un quale
decreto, nel
zarini fratello di Giulio, nella spe- venne ordinato conven-
a tutti i

ranza che questi deponesse la sua ti d'Italia di dare un' esatta nota
contrarietà e facesse restituire Piom- di tutte le rendite loro, e del nu-
bino al principe Nicolò Ludovisi mero de' religiosi che in essi abi-
nipote di Gregorio XV, che aven- tavano, vietando intanto la vesti-
do sposato Costanza Camilla Pam- zione di nuovi religiosi. Qui ag-
philj altra nipote del Papa , que- giungeremo, che poi nel i652 si
sto lo avea fatto principe assisten- comandò colla costituzione Instali*
te al soglio e generale delle galere randae de' i5 ottobre, Bull. Rom.
pontificie con altre cariche. Intan- t. VI, par. 3, pag. 2 33, la sop-
to l'altro nipote cardinal Camillo pressione di tutti que'conventi nei
sopraintendente di tutti gli affari quali, per ragione del piccolo nu-
dello stato ecclesiastico, avendo ai mero de' religiosi, non si poteva
21 gennaio 1647 rinunziata la por- osservare la regolare disciplina, se-
pora, per continuar la discenden- condo gli statuti di ciascun ordine,
za nella famiglia, si sposò con d. e nello stesso tempo si die facoltà
Olimpia Aldobrandini principessa a'vescovi di convertire a loro ar-
di Rossano pronipote di Clemente bitrio le rendile de' conventi sop-
Vili, e fu fatto generale di santa pressi in altri pii e sacri usi. Da
Chiesa. Inoltre nel 1647 Innocen- queste provvidenze ebbe origine la
zo Xcreò cardinali Baccio Aldo- cardinalizia Congregazione della dì*
brandini parente della principessa, sciplìna regolare (Vedi). Narra il
col titolo di s. Agnese a piazza Novaes che nella vita mss. di d.
Navona, e Francesco Maidalchini Olimpia Maidalchini si riporta un
nobile viterbese nipote di d. Olim- lungo dettaglio di tale disposizione,
pia Maidalchini, nell'età di dicias- come invenzione del cieco Fa-
sette anni ed illetterato. Nelle bio- gnani nemico giurato de' frati, per
grafie di tutti i summentovati car- trovare un mezzo d'arricchire mag-
dinali sono riportate altre notizie giormente d. Olimpia Maidalchini,
riguardanti Innocenzo X. la quale ricevette trecento doppie
Essendosi conchiusa nel 1648 d'oro per ogni convento che si le-
la pace di Munster o di Westfa- vava dalla lista di quelli che si
lia o d'Osnabruck tra l'impero, la doveano sopprimere; laonde avendo
Francia e la Svezia, il santo Pa- essa ottenuta la grazia che restas-
dre trovandola ingiuriosa allo stes- sero nel!' antico stato più di cin-
so impero e perniciosa alla repub- quecento conventi, colarono nel-
blica cristiana, la riprovò e con- la borsa della dama più di cin-
dannò. Con decreto de' 21 novem- quantamila doppie ( sarà meglio il
1NN INN i
7
dire centocinquantamila) di regali. Chiesa di s. Giovanni in Lalera-
Se questo è vero, come si pretende no (Vedi), terminò la Chiesa di
in detta storia, nulla ha che fare s. Pietro in Vaticano (Vedi), e
coli* avidità di quella donna il per maggior polizia della medesima
huon Pontefice, cui si proponeva proibì con scomunica di prendervi
utilissimo alla disciplina ecclesiastica il Tabacco (Vedi) censura che %

tale provvedimento, come dicono tolse poi Benedetto XIII. Eresse


nella sua vita il Bagatta ed il per la sua famiglia la Chiesa di s.
Brusoni, e negli annali il Murato- Agnese in piazza Navona (Vedi),
ri. All'articolo Castro (Vedi) si è situata in mezzo al Palazzo Pam-
detto che per 1' uccisione di quel philj (Vedi) disua famiglia, ed il
vescovo, Innocenzo X ne soppres- Collegio Pampinij (Vedi), da lui
se la sede, fece spianar la città, istituito con juspatronato come la
coi motivi pei quali fu il ducato chiesa a' suoi discendenti. La detta
di Castro tolto al feudatario O- piazza adornò con sontuosa fon-
doardo Farnese duca Parma, e di tana, oltre due minori egualmen-
riunito alla santa Sede: si può te belle, e siccome la prima deco-
anche leggere F articolo Farnese rò di nobile guglia, se ne tratta
Famiglia. Essendosi estinta la fa- all'articolo Obelisco di piazza Na-
miglia Malatesta colla morte del vona. Avendo d. Olimpia Maidal-
conte Sigismondo , Innocenzo X chini comprato il castello di san
ordinò che per la camera aposto- Martino presso Viterbo, il Papa
lica si prendesse possesso de' feudi l'onorò di sua presenza, Io dichia-
eli e da essa avea ottenuto con in- rò principato, e la chiesa abbazia
vestitura. Morto ancora il duca iiullius, parleremo all'arti-
di che
Fulvio della Cornia e con esso e- lo Pamphilj Famiglia Per essa .

stinta la famiglia investita di di- Innocenzo X


formò la vasta ed
verse terre, il santo Padre da un amena Villa Pamphilf (Vedi) sul-
commissario ne fece prender pos- la via Aurelia, mezzo miglio di-
sesso per la stessa camera, alla stante dalla città. Fabbricò in Ro-
quale incorporò pure le terre che ma le celebri Carceri (Vedi), nel-
lasciò morendo Malatesta Baglioni, la qual rinnovò ancora ed
città
siccome di ragione della Chiesa. ampliò molte strade, e quella che
Giunto Fanno i65o, Innocenzo X da essa conduce a Frascati, città
con gran fervore celebrò F Anno che onorò di sua presenza rinno-
santo XIV (Vedi), al modo descrit- vandone la porta s. Pietro. Sul
to in quell' articolo, insieme al be- Campidoglio (Vedi) fece edificare
ne che fece in esso d. Olimpia un bel palazzo, per cui il senato
Maidalchiui. romano ivi fece collocare una sta-
Queste cure proprie di un ze- tua di bronzo rappresentante il be-
lante supremo pastore non impe- nefico Pontefice, con corrisponden-
dirono punto ad Innocenzo X quel- te onorevole iscrizione del gesuita
le ancora di un magnanimo prin- p. Guglielmo Dandini, nella quale
cipe attento sempre al popolo che fece l'epilogo di sua storia e dello
governava allo stato ond' era so-
, zelo ch'egli sempre dimostrò nel-
vrano , ed all' abbellimento di Ro- Famministrazione del suo duplice
ma. Bin novo magnificamente la ministero. Di questo zelo d' Inno-
vol, xxxvi

feiwnU, fi»/
i8 INN INN
cenzo X sono documenti autentici, che sentiva per lui il Pontefice, il
fra gli altri, la spedizione ch'egli quale nel vederlo provava una vio-
fece in Irlanda monsignor Ri-
di lenta commozione di cuore ; laon-
nuccini con buona quantità di de- de nella mattina de' 19 settembre
nari per difesa de' cattolici ; i po- i65o, avendo egli allora trentacin-
tenti soccorsi di truppe e denaro que anni, lo creò cardinale, l'adottò
con cui sino dal i6o5 scampò per nipote col cognome e stemma
dall'invasione de'turchi l'isola di de' Pamphilj e colle rendite, ono-
,

Malta a* cavalieri gerosolimitani, la ri e preminenze di cardinal nipote.

Dalmazia ai veneziani, e la Polo- Tuttociò fece Innocenzo col con- X


nia al re Ladislao VII, al quale siglio del cardinal Panciroli segre-
diede trentamila scudi. La conver- tario di stato e primo suo favori-
sione che ottenne dal protestanti- to; ma 1' si guada-
adottato tanto
smo nella Germania di Odoardo gnò 1' animo del Papa che il Pan-
conte palatino, Oderico duca
di ciroliperdette interamente la be-
di ^Vittemberga, del duca di Al- nevolenza pontifìcia: però se non mo-
sazia-Luneburg, di Ernesto e di riva nel i65i avrebbe veduto la
Eleonora landgravi d'Assia, di caduta del rivale. Il cardinal Astalli
Wolfango Federico di Hoffman in un punto fu spogliato degli o-
barone di Moravia, di Erardo con- nori sopra di lui cumulati e della
te di Truchses e di molti altri che maggior parte delle rendite che a
possono vedersi nel p. Giovanni dovizia gli aveva il Papa concesse.
Kraus, in Exemplis conversionum Ricusò la chiesa di Ferrara, ed
ad cat. /idem : alcuni di essi si allora venne rilegato nel suo feu-
videro a' piedi del Pontefice con do di Sambuci, ordinandosi nello
paterna benevolenza accolti. La stesso tempo un processo sopra le
nuova che nell'anno santo ricevet- supposte sue colpe, che si estese
te della propagazione del vangelo fino sopra i trascorsi giovanili ; se
nell'Indie orientali, nel Congo, in non che la mancanza delle neces-
Goa, in Tunkino e nella Cina. sarie prove per verificarle, lo fece
Finalmente la lettera scrittagli dal- affatto svanire. Fu caricato ingiu-
l' imperatrice della Cina Elena, do- stamente di altri gravi delitti, e
po il battesimo eh' essa ricevette tra gli altri aver mancato di
di
con altri della famiglia. fedeltà al Pontefice che tanto lo
La rinunzia al cardinalato del avea ingrandito ; ma la sua cono-
nipote d. Camillo essendo dispia- sciuta innocenza determinò il car-
ciuta ad Innocenzo X, lo espulse da dinale Jacopo Corrado a rifiutar
Roma. Decorsi circa quatti*' anni le rendite ecclesiastiche conferite a
da questo parendo al Papa
esilio, lui, come suo successore nei titoli

che la sua decrepita età avesse di pretesi vacanti, dei quali non po-
bisogno d' un supremo ministro teva veramente essere spogliato sen-
che lo sollevasse dalle sue cure, za una formale e solenne verifica-
pensò di adottare per nipote mon- zione di un delitto tale, che seco
signor Camillo Astalli nobile ro- si recasse la pena della privazione
mano, chierico di camera, e presi- de' benefizi, riconosciuta per vera
dente del|e carceri, di cui il mag- dal processo e dalla relazione che
gior merito era la viva simpatia se ne doveva fare in pieno conci-
INN INN ,
9
storo. TI cardinal Astalli restò nel e però piò spesso di prima sì fa-
suo feudo sino alla morte del Pa- ceva vedere fuori di casa, nel ca-
pa pel resto può vedersi la sua
: der di agosto fu attaccato da una
biografia. Nella vita mss. di d. O- grave malattia, nella quale die egli
limpia si legge, che la disgrazia di riprove evidenti della sua pietà e
questo cardinale ebbe origine per delle sue rare virtù, come si ha
aver esso Spagna del
avvisata la dall' Oldoino, Vit Pont. tom. IV,
trattato che maneggiavano Bar- i col. 661. Abbiamo la Relazione
berini con d. Olimpia e col Papa, dell'ultima malattìa e della morte
di acquistare per la loro famiglia d' Innocenzo X tradotta dalla la"
il regno di Napoli. Avendo poi dna neW italiana favella da Do-
Innocenzo X trovato reo di falsi- menico Moneta romano Roma ,

ficazioni di brevi, dispense ed al- i655, per Francesco Moneta. L'au-


tre grazie il suo favorito e gran tore di tale libro è Germano Ali-
confidente monsignor Mascabruni tino, ma vuoisi nome supposto.
sotto-datario, gli fece tagliar la te- Per dodici giorni la vita del Papa
sta, come narrammo descrivendone fu in pericolo, ma l'agonia durò
la storia all' articolo Dateria apo- per nove continui , ciò che dal po-
stolica. polo romano fu attribuito a par-
Continuando in Francia le per- ticolar provvidenza di Dio , affine
turbazioni pel libro di Giansenio, di poter meglio purgare in vita la
se ne ricavarono le cinque famose soverchia autorità che avea con-
proposizioni, che il Papa dopo cessa a sua cognata d. Olimpia
maturo esame condannò con ap- nell' amministrazione del suo go-
plaudita bolla. Di questo grave ar- verno, il quale se molto per ciò
gomento ne trattammo con qualche fu biasimato sino dal principio,
diffusione al 33 e
voi. XXVII, p. a cagione dell' influenza che que-
seg. del Dizionario, ove pur di- sta donna ambiziosa godette, e ciò
cemmo degli analoghi libri da In- per molto tempo, tanto più lo fu
nocenzo X condannali, quindi i dipoi, quando dopo averla essa per-
disgusti tra Roma e la Francia duta , il Papa avendole sostitui-
riguardanti il cardinal Gio. Fran- ta nuora principessa di Ros-
la

cesco Paolo de Gondy detto di sano, questa non riparando le mor-


Retz, potente avversario del cardi- morazioni, diede motivo a diverse
nal Giulio Mazza ri ni. Innocenzo X satire. In seguito risalì di nuovo
eresse I' università di s. Tommaso d. Olimpia Maidalchini al pri-
in Manila, e il vescovato di Ro- miero favore, di cui non seppe
cella nellaGuascogna, oltre quello mai farne uso con moderazione:
di Acquapendente in luogo di Ca- tale si ravvisa nella sua vita stam-
stro. Eresse parimenti il vescovato pata nel 1666 colla falsa data di
di Prato e V unì a quello di Pi- Costantinopoli da Gregorio Leti
stoia. i654 approvò il culto
Nel sotto il finto nome di abbate Guai-
immemorabile del b. Bernardino di. Nel 1670 se ne pubblicò al-
da Fellre minore osservante. In tra colla data
falsa di Raglisi,
tale anno continuando Innocenzo da un anonimo che in essa di-
X a soffrire alcuni incomodi, che ce essere stato testimonio ocula-
per altro procurava di dissimulare, re di ciò che scrive. Altra nel 16S1
20 INN INN
senza data di luogo, che fu Firen- forzava d'ora in ora in qualunque
ze, e con questo titolo Vita dì : luogo ad essere, fra preziosi arredi,
d. Olimpia Maidalchini Pamphilj oggetto stomachevole. Quindi sem-
principessa di s. Martino, cogna- pre più cresceva nello stranimento,
ta d Innocenzo X sommo Pontefi- per cui privò del supremo gene-
ce. Quindi è, che se la Chiesa non ralato, senza apparente ragione, il
ebbe occasione di lamentarsi di nipote Camillo, non solo esi-
d.
questo Papa, degno veramente d'al- liandolo sua presenza , ma
dalla
ta memoria per le sue eccellenti imponendo alle guardie di respin-
qualità, si lamentò in lui di d. gerlo se compariva in anticamera;
Olimpia, che tutto fece per oscu- tolse il generalato delle galere e
rarle nei suo favore. Si narra che altre cariche al principe Ludovisi
nel fine del pontificato tutte le marito della nipote, e ciò con un
cure di d. Olimpia furono rivolte breve in cui Io accusava d' ingra-
a vegliare sulla salute d' Innocen- titudine. In una parola, molti mi-
zo X. Sia che ella temesse per lui nistri inferiori licenziò, quasi tutti
alcun tentativo d'avvelenamento, minacciò, e tutti per certo spaven-
sia che tenesse necessario 1' assog- tò : all'articolo Famiglia. Pontificia.
gettare un vecchio malaticcio ad riportammo il novero di quella
lina regola di vita rigorosa, assiste- d' Innocenzo X. La lunghezza del
va a tutti i suoi pasti e non la- male vinse la robustezza della com-
sciava entrare alcuno in credenza plessione, e vi si aggiunse la mala
ed in cucina senza che lei vi si regola del vitto consueto , con al-
trovasse presente. cuni gagliardi accidenti d' improv-
Il cardinal Sforza Pallavicini, già viso, onde i medici dubitarono che
religioso della compagnia di Gesù, mio di questi gli togliesse la vita.

nella vita mss. di Alessandro VII, Bisognava dargli il funesto annun-


scrive che giunto il giorno i3 agosto zio, e d. Olimpia procuravagli la

165 4? sopravvenne al Papa Innocen- dilazione di sì trista nuova; ma i

zo X una leggera dissenteria, aggra- cardinali Azzolini e Chigi, il quale


vata dalla fama comune, e molto più lo successe col nome di Alessandro
da lui stesso, che volendone mo- VII, vinsero l'ostacolo, onde gli fu

strare la leggerezza, nella vicina fe- data prima che


qualche insulto
sta dell'Assunzione volle farsi ve- impedisse i sacramenti, al ricevi-
dere come sano, portandosi a s. mento de' quali il Papa si dispo-
Maria Maggiore, onde talmente si se con mirabile prontezza e tran-
scomposero gli umori mal disposti, quillità, per mezzo del p. Gio. Pao-
ch'egli non guari mai più di quel lo Oliva generale della compagnia
male, restato più ostinato che vio- di Gesù, suo predicatore e confes-
lento. Nell'infermità usciva di casa sore. Innocenzo X
fece entrare nella
più spesso che prima, quasi fug- sua camera i cardinali, e disse lo-
gendo sé stesso e travagli della i ro : voi vedete dove vanno a ter-
mente e del corpo, che si rende- minare tutte le grandezze del sommo
vano insopportabili a se e agli al- Pontefice. Raccomandò ai medesimi
tri, senza però poter evitare un la Chiesa, e la buona scelta del suc-
molestissimo effetto di quel male, cessore, e tra essi vi fece chiama-
che con imperio incontrastabile lo re ancora il cardinal Cecchini, ch'es-
,

INN INN IT
seiulo poco innanzi caduto di gra- didentro sulla porta principale, fra
zia,goduta anche prima del pon- questa e l'organo; fu fatto con di-
gli avea tolta
tiiìcato, la dateria, segno di Giambattista Maini, e col
bandito dalla sua presenza fino busto di bronzo rappresentante il
negli atti solenni, e tolta la pro- Papa con triregno e piviale, eoa
cione di cardinale povero. Non un braccio alzato in atto di parla-
gliela restituì tuttavia, né fece tor- re. Ma le sue ceneri riposano nel-
nare in Roma il cardinal Astalli la piccola cappella di s. Francesca
dicendo aver ragioni per tratte- situata dalla parte sinistra del mag-
nersene. Rimise in grazia i due gior ingresso della medesima chie-
nipoti Pamphilj e Ludovisi, a'quali sa. Molte notizie su questa chiesa,
restituì gli uffizi tolti, e gli ammi- e sopra Innocenzo le pubblicò X
se di buona maniera alla sua pre- in Roma il Cancellieri nel suo Mer-
senza. JVel resto esercitavasi in atti cato ce. ed
palazzo Panfiliano
il

frequenti di pietà , cambiata in nel Circo agonale, narrando a p. 1 15


un'improvvisa mansuetudine quel- che d. Olimpia Maidalchini, essen-
T acerbità di trattare , eh' essendo do partita dal palazzo, e andata in
costante in lui dopo la sua esalta- quello di sua figlia d. Olimpia Giu-
zione, si era oltremodo inasprita stiniani alle quattro fontane, al prin-
nella malattia. cipio del i655 tentò di ritornarvi,
Arrivato dunque il Papa a*7 mag- ma non le fu permesso dal p. Oli-
gio 1 655, assistito dal p. Oliva, sulle va, ed aggiunge. Il povero Papa si
ore quattordici rese il suo spirito a era ridotto che non avea neppu-
Dio, in età danni ottantuno comin- re piti un cucchiaio o una scodella.
ciati, avendo governata laChiesa die- Era rimasto colla sola camicia in
ci anni, tre mesi e venti tre giorni, dosso, e con una copertaccia, e can-
assai temuto, niente amato, non delliere d'ottone, che prima che spi-
senza qualche gloria e felicità nei suc- rasse diventò di legno. Vi è di peg-
cessi esterni, ma inglorioso e mise- gio. D. Olimpia Maidalchini si ri-

rabile per le continue tragedie do- cusò di far la cassa e di farlo sep-
mestiche fra lui ed i molti suoi pellire, al che vi rimediarono altri
parenti, ora esaltati, ora depressi al modo che dicemmo nei voi. VI,
dal suo favore, come scrisse il cita- p. 206, e XXIII, p, 82 del Dizio-
to cardinal Pallavicini. In sette o nario. E pure d. Olimpia Maidal-
otto promozioni creò quaranta car- chini, secondo il contemporaneo dia-
due divennero Pon-
dinali, tra' quali rista Giglì, tornata a palazzo do-
tefici, Alessandro VII ed Innocen- po la morte del Papa, si portò via
zo XI non lasciando die un sol
, due casse piene di denari, che sta-
cappello vacante. Nella sera degli 8 vano sotto il letto del defunto.
fu privatamente trasferito alla basi- Laonde il p. Pallavicini gesuita poi
ove restò sepolto. Ven-
lica vaticana, cardinale, e testimonio di sì inu-
ne dipoi trasportato ad un deposito mani avvenimenti, si espresse nel-
cominciato dal principe d. Camillo la suddetta storia con queste me-
suo nipote, e terminato dal figlio morabili parole. Grande insegnamen-
di questo Giambattista nella loro to a'Ponteiìci, per imparare qual
chiesa a s. Agnese, la sera dei 4 corrispondenza d'alletto possono a-
gennaio 1677. Questo deposito è al spettare dui parenti, per cui talo-
2i INN INN
ra pongono a rischio la coscien- vate di numerosi figliuoli, il nome
za e l'onore. Era Innocenzo di X delle quali avea presso di se per
corpo alto e robusto; avea la fron- soccorrerle. Ciò nondimeno, scrive
te ampia e rugosa, gli occhi bian- il Muratori negli annali d'Italia
chicci, barba rara, e le guancie di t.XI, inclinava il santo Padre non
color sanguigno; in somma era di poco all' economia ed al risparmio,
sembiante bruito più dell'ordinario, scusandosi coll'aver trovato esausto
benché per altro di aspetto mae- l'erario pontificio, bramando costan-
stoso e severo. Il celebre Guido temente di non aggravare i suddi-
Reni per vendicarsi di lui che men- ti, siccome effettivamente osservò :

tre era cardinale avea sparlato di anzi per sollevarli, nell'occasione


se, nel suo quadro di s. Michele ar- dell'anno santo, come osserva il Man-
cangelo ne ritrasse sembianze sot- le ni nella sua storia a p. 193, non
to la figura del demonio, e quan- solo levò la gabella di sei paoli per
do ne fu rimproverato si difese col nibbio al macinato, ma voleva del
dire, che se per azzardo si somi- tutto sopprimerlo, al quale effetto a-
gliava non era sua colpa, ma dis- vea preparati seicentomila scudi,
grazia dei cardinale di aver una fi- e solo mancavane
duecentomila
sonomia sì deforme. per porre in opera il benigno di-
Innocenzo X
fu nelle doti dell'a- visamente Da Francesco Felice
.

nimo di risoluta fortezza, sobrio, e- Mancini si ha il Compendio del-


conomo delle spese superflue, ma la vita ed azioni di Papa In-
nelle necessarie splendido, di ma-. nocenzo X con il racconto della
gnifica beneficenza, di rara mode- sua ultima infermità e morte,
stia, prudente nel governare, savio stampato senza nota di anno né di
e circospetto nel parlare, tardo nel luogo. In latino ne scrisse la vita
risolvere e però difficile di far gra- Andrea Taurello, che fu stampata
zie all'improvviso, onde nel tempo in Bologna nel i644> c *°è dalla
ch'era datario del cardinal Barbe- nascita all'esaltazione al pontificato,
rini si acquistò il nome di monsi- con questo titolo : De novissima e-
gnor non si può. Amantissimo del- lectione Innocentii X liber singularis.
la giustizia, riceveva per la città i Levrai Nic. Moltken, De Innocen'
memoriali de'poveri, affine di tene- tii X pracmissa est conclavi
vita,

re in freno i suoi ministri. Quindi Fabii Chisìi, postea Alexandri VII,


è che trovando infedele il cardinal Slesvini i656. De elcctione Urbani
Astalli lo punì modo detto, ed
al Vili et Innocentii X Pontificuni
all'altro favorito Mascabruni fece commentarii historici duo, Helmsta-
troncar il capo. Era ancora affettuo- dii i65r. Joh. Georgii Rossteuschei,
sissimo de'poveri, per riguardo dei Historia Innocenti X3 Vittembergae
quali visitava in persona le piazze 1672. Luca Bertolotti, Elogium ad
e le strade a fine d'informarsi del- Innocentium X. V. Mazzucchelli,
la copia, della misura e del peso Scrittori italiani t. IV, p. 1069. An-
del pane. Ai centomila scudi che tonio Bagatti, le Vite d Innocen-
solevano annualmente i Pontefici zo Xe di Alessandro VII, Maz-
distribuire in elemosine, molte sov- zucchelli t. Ili, p. 63. Vacò la Se-
venzioni aggiunse in favor loro, e de apostolica tre mesi.
xli parecchie famiglie romane gra- INNOCENZO XI (ven.), Papa
INN INN 23

CCL. Benedetto Odescalchi nacque contro il duca di Parma, per esi-

ai i6 moggio 6 i da Livio e da
1 1 gerne le imposizioni messe per
Paola Castelli in Como, alla cui no- detta guerra. Innocenzo X lo no-
biltà era aggregata la famiglia, del minò presidente generale della stes-
lustro ed antichità della quale par- sa Marca o sia governatore di
lasi Odescalchi Fami-
all'articolo Macerata; poscia acquistò un posto
glia. Terminali da Benedetto primi i di chierico di camera, sebbene pa-
studi coi gesuiti, che per industria re che il chiericato piuttosto lo
de'suoi maggiori eransi stabiliti in conseguisse da Urbano "Vili. In
Como , in età di vent'anni passò a tutti questi uffizi diede saggio
Genova per applicarsi allo studio mirabile de' suoi talenti, modera-
delle scienze, quindi in Roma e po- zione e dolcezza , meritandosi gli
scia in Napoli ove prese le insegne di applausi di quelli che governò. Es-
dottore. Narra il Cardella ch'entrò sendo in età di trentaquattro anni,
nella carriera militare al sei-vizio del- lo stesso Innocenzo a' 6 marzo X
la Spagna nelle guerre di Fiandra, 1645 lo creò cardinale dell' ordine
dove si trovò in grande pericolo di de' diaconi, e per diaconia gli con-
perdere la vita per un colpo di mo- ferì la chiesa de' ss. Cosma e Da-
schetto, che lo ferì sopra una spal- miano ; passando poi all' ordine
la. Il Bayle nel suo Dizionario nel- de' preti ebbe per titolo la chiesa
la vita d' Innocenzo XI, e dopo di s. Onofrio. Nel 1646 Innocenzo
lui più altri francesi, dicono eh' egli X Io mandò legato a Ferrara, e-
fosse stato militare in Polonia o sprimendosi nel breve colle parole:
in Fiandra; ma il Lambertini, De mittimus patrem paupemm ; dipoi
canoniz. ss. lib. Ili, cap. XXI, n. nel i65o Io fece vescovo di No-
i3, afferma che ciò sia indubitata- vara, venendo consagrato nel duo-
mente falso. A questo errore adot- mo di Ferrara nel i65i. Dichia-
talo dal Bayle, diede occasione randosi però il clima di quella
un altro della famiglia Odescalchi, città contrario al temperamento
che militò nella guerra di Fiandra. del cardinale, il Papa nel i656
Su di che si può consultare il lo liberò da tal sede, quale diede
conte Anton Giuseppe Rezzonico al di lui fratello d. Giovanni Ma-
nella sua dissertazione De suppo- : ria come lo chiama 1' Ughelli, ma
sitidis milita ribu? stipendili Bene- veramente Giulio Odescalchi, mo-
dirli Odescalchi, qui Ponlifex ma- naco benedettino, riserbando in fa-
ximus an. 1676 Innocentii prae- vore del cardinale una pingue pen-
nomine fidi rcnunciatus Comi }
sione, la quale Benedetto lasciò li-

1742; dove pienamente combatte bera al fratello, coll'obbligo bensì


la menzogna di sì fatto stato mi- di distribuirla interamente a' po-
litare di Benedetto. Ritornato egli veri, in cui benefizio impiegò con-
in Roma nel pontificato di Urba- siderabile quantità di denaro, ol-
no Vili, questi lo fece protonota- tre le somme trasmesse oli' im-
rio apostolico del numero de' par- peratore Leopoldo I ed al re di
tecipanti; indi Innocenzo X lo no- Polonia in sussidio della guerra
minò presidente della camera, e che contro di essi avea mosso il

poi commissario del soccorso della turco, come si rileva dagli Ada.
Marca, nella guerra di quel tempo canoniz. Innoc. Xl\ in summar.
,

24 INN INN
p. 27. Sciolto il cardinale de' pesi nedetto XIII con più impegno,
del che religiosamente
vescovato, nel dopo pranzo de' 20 settembre
e con prudenza resse il fratello 1676 i cardinali tutti si recarono
fmo al i666_, epoca di sua morte, in cappella a baciargli la mano,
seguitando il cardinale a soggior- ciò che basta per compiere la le-
nare in Roma ove erasi restituito, gittima elezione del capo della
veniva stimato da tutti qual mo- Chiesa. Sorpreso il cardinal Ode-
dello di pietà. scalchi da questa novità proruppe
Intervenne ai conclavi di Ales- domandò in grazia
in singhiozzi, e
sandro VII e di Clemente IX in : un momento per risolvere. Quin-
quello di Clemente X avrebbe egli di disteso colla faccia in terra, in
senza dubbio occupato la suprema cui lasciò 1' autentica del dirotto
dignità, per le sue virtù ed alla suo pianto, pregolli ad eleggere
riputazione che godeva nel sacro un altro, eh' egli suggeriva, e li

collegio, se colle più fervide istan- scongiurò non addossargli un


di
ze non avesse indotto i cardinali peso, pel quale non erano bastan-
ad Clemente X, al dire
eleggere ti le sue forze. Costanti non di
del Cardella. Ma il Novaes narra meno i sacri elettori, massimamen-
eh' egli sarebbe allora stato eletto te il cardinal Cibo, porporato di
Papa, se al cardinal di Buglione somma integrità e di singoiar ze-
non fosse stata sospetta 1' austeri- lo pel decoro della Chiesa, non
tà della sua vita, per la qual cau- gli permisero più tempo a delibe-
sa maneggiò 1' indugio necessario rare, anzi lo minacciarono in caso
ad avvisarne Luigi XIV re di di non accettare di prolungar il

Francia, e se egli stesso non aves- conclave^ con discapito della santa
se per mezzo del cardinal Rospi- Chiesa. Ci voleva solamente questo
gliosi nipote del defunto Clemente per vincerlo onde fatto nel gior-
:

IX, suo gran confidente, distornati no seguente lo scrutinio in cui


dal loro impegno i sacri elettori, ebbe diecinove voti, nell' accesso
che già in esso concorrevano co- restò eletto Pontefice, secondo la
stanti con gran parte di suffragi predizione di s. Giuseppe da Co-
siccome consta dalle testimonianze pertino, con tutti i voti a' 2 1 set-
del cardinal Giuseppe Renato Impe- tembre, nel qual giorno ottennero
riali e del cardinal Fabroni, riferi- i polacchi un' insigne vittoria so-
te nel processo della canonizzazione pra i turchi. Preso il nome di
dello stesso veti. Innocenzo XI, p. Innocenzo XI, fu pubblicato al po-
5y e 281. Dopo la morte di Cle- polo circa le ore 21 dal cardinal
mente X entrarono sessantasette Maidalchini primo diacono, e poi
cardinali in conclave, ed oltre quan- fu solennemente coronato a' 4 ot-
to su di esso dicemmo al voi. XV, tobre, nella qual funzione, non so-
p. 288 del Dizionario, i cardinali lenne, ma bassa celebrò la messa.
dopo diversi trattati, pe' quali fra Indi agli 8 novembre prese in
gli altri il cardinal Celio Piccolo- lettiga aperta solenne possesso del-
mini giunse ad avere vent' otto la basilica lateranense. Fra quelli
voti, non avendo più riguardo al- che lo descrissero nomineremo il
la resistenza del cardinal Odescal- cerimoniere Bona e 1' anonimo
chi, proposto dall' Orsini poi Ite-. presso il Cancellieri, il quale nella
,

INN INN 15
Storia de possessi riporta il nove- filari, ma diffalcò gran parte del
ro delle descrizioni e composizioni soldo, dicendo che la Chiesa non
stampale per 1' elezione, coronazio- era in guerra ne avea intenzione
ne e possesso d' Innocenzo XI, nel di farla.Riformò la tavola di pa-
qnal giorno il Papa fece distribui- lazzo, e non ammise al suo servi-
re ai poveri cinquemila scudi, ed zio persone le quali non fossero
altrettanti ai cattolici polacchi per raccomandate dalla loro modestia
la vittoria riportata. e bontà de" costumi. Subito con
Appena egli entrò nel palazzo lettere di proprio pugno avvisò i
vaticano, alle due ore di notte, sovrani di sua esaltazione e li con-
chiamò a se d. Livio Odescalchi sigliò alla pace, promettendo di
figlio unico di suo fratello d. Car- trasferirsi, se lo volevano, a qua-
lo, e gì' intimò con efficacia che lunque città cattolica per la me-
seguitasse co' gesuiti i suoi studi desima. Collo stesso impegno pre-
che non mutasse punto lo stato scrisse ai nunzi che procurassero
in cui si trovava, non ricevesse l'unione de' monarchi, esortandoli
visite ne regali come suo nipote, a voltar le loro forze contro il

che si contentasse di abitare nel turco, divenuto più insolente pei


palazzo da sé occupato mentr' era riportati trionfi, assicurandoli che
cardinale, ne si frammischiasse in egli non avrebbe mancato soccor-
veruna guisa nel governo. A tutti rerli generosamente.
questi comandi obbedì esattamente Ad istanza di Pietro II re di
il degno nipote, allora in età di ven- Portogallo, Innocenzo Xr eresse in
tidue anni, ed affinchè egli non si metropoli s. Salvatore del Brasile,
potesse lagnare della troppa au- ed in sedi vescovili Olinda, s. Se-
sterità dello zio, il medesimo Pa- bastiano, s. Luigi tutti nel Brasile;
pa cedette i suoi beni patrimo-
gli confermò 1' ordine di san Paolo
niali,che con quelli che già go- primo eremita nello stesso Porto-
deva ascendevano alla rendita di gallo, ed a questo concesse 1' uffi-
quarantamila scudi, dicendogli che zio e messa della B. Vergine del
tanto poteva bastare per man-
gli Carmine, che Benedetto XIII estese
tenersinobilmente senza aver bi- poi a tutta la Chiesa. Ad istanza
sogno della rugiada del Vaticano. del re di Francia eresse in metro-
Biserbossi tuttavia il santo Padre poli Alby con cinque vescovati per
dai suoi beni seicento scudi annui suffragane!. Per esaminare i costu-
per le spese di sua persona, onde mi di quelli che nell' avvenire si
è che in tutto il pontificato non dovevano promuovere alle dignità,
prese un quattrino delle rendite massime a quella episcopale, Inno-
pontificie, le quali invece ampliò cenzo XI istituì una congregazio-
per saldar i debiti della camera, ne di quattro cardinali ed altret-
e per le necessità della Chiesa. E- tanti prelati, volendo egli che i

lesse in segretario di stato il car- meriti de' pretendenti soltanto, non


dinal Alderano Cibo ; lasciò ai già le preghiere de' protettori che
Paluzzi Altieri parenti del Papa magnificano sempre le qualità dei
defunto, e ad altri la pompa dei loro clienti , fossero il necessario
titoli che godevano di gener.de capitale per ottenere i benefìzi ec-
della Chiesa e di altre patenti mi* clesiastici, come dimostrò nella grau
,,

26 INN INN
risposta die diede al cardinal Ci- della camera. In concistoro ripro-
bo, da noi riportata all'articolo vò le carrozze e le livree sfarzose
Canonicato (Fedi). In virtù del de' cardinali. Voleva sovente es-
suo virtuoso pensare comandò e sere informato de' costumi della
prescrisse a tutti i vescovi, che per nobiltà romana, facendo esiliare i

niun conto conferissero gli ordini dissoluti. Proibì i giuochi illeciti

sacri a chi non avesse patrimonio che diconsi d'invito; e trovando


o beneficio, e rinnovando il decre- che i baroni a cagione del lusso
to di Alessandro VII ordinò che si aggravavano di debiti e non pa-

i pretendenti ai medesimi ordini gavano i mercanti, ordinò che si


prima di riceverli si ritirassero per pagassero dal governo il quale se
dieci giorni a fare gli Esercizi spi- ne sarebbe rivalso sui debitori; in-
rituali (Vedi). Moderò ancora la di proibì ai mercanti di far cre-
libertà di dispensare nell'età e ne- diti, altrimenti non si sarebbero
gli interstizi agli ordinandi stessi riconosciuti. Severamente comaudò
prescrivendo ai ministri per mezzo alle donne che incedessero nelle
de' quali si dispensa, ciò solamen- chiese vestite modestamente e col
te che per la loro fatica richiede capo coperto. Rinnovando decreti i

la giustizia. Piaccomandò caldamen- di alcuni suoi predecessori, ordinò


te alla gioventù l'istruzione nella ai medici di abbandonar gì* infer-

dottrina cristiana, ordinando insie- mi, se questi da loro avvisati non


me che per la negligenza di que- ricevessero dopo il terzo giorno il

sta i chierici non fossero promossi sagramento della penitenza. Con


agli ordini maggiori, e le zitelle rigoroso editto represse le usure
non potessero abilitarsi alle doti. degli ebrei, ed a provvedere alle
Ma non si fermò qui il zelante necessità de' bisognosi restaurò i

provvedimento con cui il Papa at- monti di pietà. Con ottime leggi
tendeva continuamente al vantag- riformò i tribunali della curia e
gio della disciplina ecclesiastica. cancelleria..
Nella Toscana e nella Lombardia Nel 1677 confermò Innocenzo
riformò i religiosi predicatori; e XI il culto immemorabile del b.
in Venezia quelli de' ss. Giovanni Amadeo di Savoia. Non potendo
e Paolo, restituendo questi alla mo- tollerare la vendita degli uffizi ve-
destia cominciavano
dell'abito che nali, soppresse il collegio de' ven-
a tralasciare; poiché sebbene l'a- tiquattro segretari apostolici . Nel
bito non faccia il monaco, dall'a- 1678 approvò il culto immemora-
bito certamente questo si conosce, bile del b. Ildegario o Ollegario
come osservò l'Eggs, Pontificiwn arcivescovo di Tarragona. Con una
docturn, in Vita Innocentii XI. Vie- costituzione prescrisse le spese ed
tò alle monache di qualsivoglia or- altro riguardante la canonizzazione
dine ogni sorta di musica nelle de' santi. Frattanto si vide nuova-
chiese loro, ed il farne professione mente messa in campo la differen-

coll'aiuto di persone esterne. Dopo za delle regalie col re di Francia,


aver introdotta nel suo palazzo la per le quali ebbero luogo le quat-
moderazione, abolì porzione de'ca- tro famose proposizioni del clero
valleggieri, guardia accresciuta sen- gallicano che il Papa fece brucia-
za necessità con sommo aggravio re, ricusando dar le bolle ai tren-
INN INN 27
ta vescovi nominati dal re. Di tutto concesse alla Spagna l'uffizio e mes-
clo se ne tratta all' articolo Fran- sa della Beata Vergine della Mer-
cia. Con diversi brevi Innocenzo cede; ed a' io marzo 1 68 1 ca-
XI confermò l'elezione che i ve- nonizzò per equipollenza s. Rai-
scovi vicari nella Cina
apostolici mondo Nonnato cardinale. Sempre
aveano fatto di s. Giuseppe sposo intento Innocenzo XI a promuo-
della Beata Vergine, per protetto- vere la dilatazione della cattolica
re di tutte le loro missioni ; e quel- fede, vide premiate le sue aposto-
la del re di Spagna che avea di- lidie fatiche con alcuni successi
chiarato il medesimo santo protet- alla religione vantaggiosi. Volen-
tore de' suoi dominii. Prese ener- dosi riunir alla Chiesa romana al-
gica provvidenza sugi' inquisitori di cuni popoli scismatici dell' oriente,
Portogallo, ed a' 23 giugno 1679 Biagio arcivescovo di Samaco nella
beatificòsolennemente il b. Turi- provincia Scirvaciense presso il mar
bio vescovo di Lima. Inoltre ap- Caspio, con lettera de' 20 aprile
provò il culto immemorabile dei 1682, e Maidirio vescovo di Sa-
beali Giovanni Canzio, Giuliana maniri con lettera del maggio i683,
Falconieri, Pietro Regalato, Pietro supplicarono il santo Padre che
Armengol, Antonio di Strancone, e spedisse in que' paesi missionari, i

confermò s. Ignazio in protettore quali istruissero i loro popoli nella


della Biscaglia. Per quanto riguar- fede cattolica, ch'essi sotto il gio-
da ciò che fece Innocenzo XI con- go ottomanoavevano quasi del
tro gli errori de' giansenisti, mas- tutto abbandonata. Nello stesso tem-
sime sull'uso frequente della co- pò Ignazio patriarca d'Antiochia,
munione, e sul segreto e peniten- Eutimio vescovo greco di Tiro e
za della confessione, ne trattammo Sidone, e Giuseppe patriarca dei
al citato articolo Feancia. Appli- caldei abiurando l'eresie rientraro-
cato sempre il Pontefice al buon no nel grembo della Chiesa. Nel
regolamento della Chiesa univer- 1688 poi il Papa ricevette una
sale , molte costituzioni pubblicò pubblica ambasceria del re di Siam
che a questo fine assai giovarono, con donativi, a' quali egli corrispo-
Approvò l' istituto de' chierici re- se splendidamente. Di quanto fece
golari dell'Assunzione di PortogaU Innocenzo XI per la famosa libe-
lo e l'altro dell'Assunta di Lisbo- razione di Vienna dai turchi che
na. Confermò parimente l'istituto l'aveano assediata, concorrendovi il

delle monache recollette della ss. nipote d. Livio con diecimila scu-
Trinità della redenzione degli schia- di, ne parlammo ai voi. XVIII,
vi nella Spagna. Eresse in pubblica pag. 77 e 78, e XXIX, pag. 168
università quella di Guatimela nel- del Dizionario, insieme ad altro
le Indie occidentali, e quella di s. relativo. All'articolo Arciconfrati:r-
Tommaso di Manilla già istituita nita del ss. nome di Maria, di-
con minor estensione da Innocen- cemmo che fu istituita in oceasio-
zo X. Per implorare il divino aiu- ne di tal liberazione, e per avere
to nelle calamità che allora angu- Innocenzo XI, che approvò il so-
stavano la Chiesa pubblicò un dalizio, ordinalo per tutta la Ghie-
giubileo universale straordinario, sa la festa del ss. Nome dì Maria
Con breve de' i5 febbraio 1680 (fedi).
2t8 INN INN
Nel 1686 il Papa dichiarò nulla novo l'abolizione. Se ne offese il re
la vendita fatta dal principe di di Francia, e per mantenersi nelle
Masserano feudatario della Chiesa al sue pretensioni spedì in Roma am-
duca di Savoia, di Masserano, Cre- basciatore il marchese di Lavardi-
vacour, Quirin, Flexia e Rissi sen- no , il quale colle sue imprudenze
za permesso della santa Sede.
il provocò dal Papa la scomunica con-
In tempi condannò Inno-
diversi tro di lui e l'interdetto alla chie-
cenzo XI alcune opere contrarie sa nazionale di s. Luigi. Per rap-
alla disciplina ecclesiastica ed al- presaglia il re occupò Avignone e
l'autorità suprema del Pontefice ro- fece altre dimostrazioni ostili. Di
mano, il cui novero riporta No- il questa seria differenza ne abbiamo
•vaes al § XXX della sua vita. A- parlato all'articolo Francia, e più
vendo Luigi XIV ridotto e poi in- ali' articolo Immunità' ove si tratta
vocato l'editto di Nantes contro gli ancora delle franchigie. All'articolo
eretici ugonotti , il Papa benché Quietisti diremo della condanna
per diverse ragioni disgustato col che fece Innocenzo XI delle pro-
re, non potè dispensarsi di render- posizioni tratte dal libro di Miche-
gliene grazie con un breve de' i3 le Molinos. All'articolo Inghilterra
novembre i685, per una revoca [Vedi) abbiamo narrato come il
stimata giustamente atto eroico e re Giacomo II avendo ristabilito
degno di sì gran monarca , come la cattolica religione, il Papa spe-
si legge nel Guarnacci, Vitate et dì un nunzio a Londra ed il re ,

res gesiae Pont. Rotnanor. t. I, in un ambasciatore a Roma non che ;

Vita Innoc. XI. Nel medesimo an- il ritiro di quel monarca in Fran-

no approvò il culto immemorabile cia, e del breve che Innocenzo XI


del b. Simone da Lipnica. Con le scrisse a Luigi XIV, ringraziando-
case acquistate da Tommaso Ode- lo della generosa ospitalità. In due
scalchi canonico di s. Pietro ( il promozioni creò quarantatre car-
l
quale nel 1684 incominciò 1' ed i fi- dinali, Antonio Pignattelli
fra quali
zio dell' Ospizio apostolico, [Fedi) che divenne poi Innocenzo XII, e
e parente del Papa questi essen- ,
Carlo Ciceri suo amico concitta- ,

do cardinale fondò o rinnovò l'O- dino e parente, avendolo già fatto


spedale dì s. Galla [Vedi), che da vescovo della comune patria Como.
d. Livio fu riedificato e dotato di Vi comprese pure Benedetto Pam-
rendite con giuspatronato di sua philj pronipote d'Innocenzo X, per
famiglia, ciò che approvò nel 1686 restituire la dignità che avea da
Innocenzo XI con sua bolla. Nello lui ricevuta.
stesso anno canonizzò per equipol- Ora mentre Innocenzo XI co-
lenza s. Stefano I re di Ungheria. sì utilmente si affaticava nell'am-
Avendo il Papa protestato sino dal ministrazione del pontificato, a 6
principio del suo pontificato che giugno dell'anno 1689 cadde gra-
non avrebbe ammesso i nuovi am- vemente infermo di sì fiera ma-
basciatori de' sovrani, se prima non lattia, che per quasi un mese stet-
avessero rinunziato al preteso e no- te sull'orlo del sepolcro. In questo
cevole diritto delle franchigie che tempo si esercitò nelle più belle
volevano godere intorno ai loro pa- virtù, spesso ripetendo : Accrescete
lazzi, nel 1687 con bolla ne ria- Signore i dolori, ma accrescete pu-
INN INN 29
re la pazienza. Fece dire dal car- do di comprato dal nipote.
Ceri
dinal Colloredo penitenziere mag- Seguitando il male ad aggravarsi,
giore che l'assisteva, a' cardinali nei primi di agosto 1689 si dispe-
radunati in palazzo, che li prega- rò della salute dei santo Padre,
va di sostituirgli un successore di il quale agli 8 dal cardinal Collo-
lui migliore, che correggesse i suoi redo prese il s. Viatico, e cadendo
errori; e che i centoventimila scu- a' 10 in un mortale deliquio gli
di da adunati per soccorso dei
lui fu conferita l'estrema unzione. Nel
poveri ed isgravio de' dazi, voleva giorno seguente non avendo forza
che s' impiegassero nelle medesime di fare la solita professione di fe-
opere. Quindi permettendo, già mo- de, gliela lesse ad alta voce il detto
ribondo, che si accostasse al suo cardinale , ed egli stese la mano
letto d. Livio suo nipote, che da sulla carta per comprovar l'animo
cinquanta giorni non avealo potu- suo. Quindi ricevè con singoiar pie-
to vedere, gli raccomandò di non tà l'assoluzione, e le indulgenze del
impicciarsi nel governo futuro, gl'im- Rosario, del Carmine e della buo-
pose l'obbligo di far impiegare in na morte, in presenza de' generali
cause pie, come vedrebbe nel suo de' domenicani de' carmelitani e ,

testamento, la somma di centomila de' gesuiti dopo la quale santa-


,

scudi, e lo benedì. Rispose il ni- mente spirò a' 12 agosto 1689,


pote, che sua Santità aggiugnesse circa le ore ventidue, in età d'an-
pure tutto quello che gli fosse in ni settantotto passati , e di glorio-
grado, finché egli avesse capitale so pontificato anni dodici , mesi
da poterlo eseguire. Ma il santo dieci e giorni ventotto. Il suo ca-
Padre a questa generosa esibizione davere fu sepolto nella basilica va-
gli ricordò l'esempio de' loro an- ticana, nel nobile deposilo di cui
tenati, sempre libéralissimi verso i facemmo parola al voi. XII, p. 3oo
poveri e si afììdò alla pietà di lui. del Dizionario, erettogli dalla ri-

Tutto eseguì poi il generoso ni- conoscenza d' Innocenzo XII.


pote, per riguardo al quale aven- Fu Innocenzo XI uno de' più,
do un ambasciatore avvisato il san- illustri abbiano go-
Pontefici, che
to Padre che il suo sovrano avea vernata la Chiesa, e che non do-
preso sotto la sua protezione la vette la sua esaltazione se non al
famiglia Odescalchi, quegli pronta- proprio merito, dagP istessi eretici
mente gli rispose che non avea né anche applaudito come si legge ,

casa né famiglia, e che teneva la nel toni. V dell' TLstoire des Pa-
dignità pontificia in prestilo da pes t
pag. 263 dell'edizione dell'Aja
Dio, non per benefizio de' suoi pa- 17 34- Era egli sì sollecito della
renti, ma per vantaggio della Chie- giustizia, sì zelante della disciplina
sa e de' suoi popoli. Tuttavolta ecclesiastica, sì alieno di sé e dei
1'imperatore Leopoldo I dichiarò suoi, che fu nemico del nepotismo.
d. Livio principe del sacro romano Fu sì attento al bene del cristia-
impero, e dopo la morte del Papa nesimo e al sollievo do' suoi sud-
gli conferì il ducato del Sirmio col diti, che per queste e per molte
titolo di altezza. Quanto ad Inno- altre virtù insigni delle quali era
cenzo XI altro non fece per d. doviziosamente fornito, militò che
Livio che dichiarar ducato il feu- dopo la sua morie si formassero
,

3o INN INN
i processi per la sua canonizzazio- camera, aitale non otte*
ricato di
ne, rammentandosi moltissime gra- nemmo che in tempo di Urbano
zie da Dio conseguite per mezzo Vili nostro predecessore. Lo stes-
di lui, che i romani acclamarono so confessò ad altri personaggi, ag-
subito per santo, procurandosi tutti giungendo, eh* egli né con regali,
qualche sua reliquia o Agnus Dei né con industria avea procurato
da lui benedetto ; onde fu diviso di essere cardinale, e che a N.
piti volte a' fedeli il manto che non avea mai fatto altro donati-
copriva il suo cadavere, e se non vo, se non di due mule, le quali
si fossero rinforzate le guardie alla gli mandò dieci anni dopo aver
custodia del medesimo, non si sa- ricevuto il cappello, in occasione
rebbe potuto resistere alla violen- che ritorno dal suo vescovato di
ta pietà del popolo, che voleva Novara.
porzione di ciò che gli appartene- Innocenzo XI saldò considerabi-
va. Pietro Bayle, più insigne nella li debiti della camera apostolica,
detrazione che nella critica, nel suo e V arricchì inoltre di due milioni
Dictionnaire historique et criti- di scudi, frutto della sua parsimo-
que, della terza edizione tomo II, nia, non ostante centomila scudi
p. i546, scrisse che Innocenzo XI che inviò all' imperatore per soc-
con doni fatti a persona potente corso della guerra contro i turchi,
avea ottenuta una carica prelatizia, per lo stesso argomento ottocento-
la quale facilmente lo conduceva mila a Giovanni III re di Polonia,
alla porpora. La sua causa, dice il e più di mezzo milione che impie-
Lamoerlini, De canon, ss. lib. Ili, gò co' poverelli, colle donzelle, e
cap. 3i, n. 1 4j non si sarebbe po- nella riparazione delle chiese e del-
tuta introdurre per la beatificazio- le città del suo stato. Dava straor-
ne, se i postulatola non avessero dinarie limosino alle famiglie po-
prima dileguato, come fecero, que- vere, con dotar anco le fanciulle.
sta calunnia. Nella biblioteca della Aiutò T ospedale della ss. Trinità
Vallicella si trova una vita di que- de' pellegrini ; levò le imposizioni
sto santo Pontefice, scritta col con- poste pel ruolo de' soldati, ed una
siglio e colla direzione pel p. Ca- gabella sulla carne, collo sborso
rafini e del cardinal Colloredo, di molte migliaia di scudi delle
ambedue filippini di gran pietà proprie rendite; con gran somma
dalla quale consta eh' egli stesso di denaro soccorse le comunità per
non avendo voluto dare una di- estinguer i censi ; nella Romagna
gnità ecclesiastica a persona ambi- e nel regno di Napoli fece distri-
ziosa ed interrogato arditamente
, buire centocinquantamila scudi ai
da un ambasciatore, che raccoman- poveri, e molte monete
di questo
dava il pretendente, s'egli per l'ad- Pontefice nei motti dimostrano la
dietro avea mai procurato dalla carità di questo Papa verso i po-
santa Sede i propri avanzamenti veri. Assegnò una pensione consi-
gli rispose con mansuetudine Si- : derabile alla regina di Svezia Cri-
gnor ambasciatore, con tutta co- stina ritirata in Roma. Si è già
scienza vi confessiamo di non a- detto altrove, che negli stati ponti-
ver in vita nostra desiderato mai ficii antichissimo e più antico an-
dignità alcuna, eccettualo un chie- cora de' tempi di Paolo III è l'uso
INN INN 3i
di ripartire sull' estimo i pesipub- avesse voluto mortificare il re. Mon-
blici. Abbiamo una carta di Ni- signor Filippo Bonamici segreta-
colò V, riferitaci da monsignor rio delle lettere latine di Clemen-
Fontani ni, De Anlìq. Hortae, cip- te XIV pubblicò in Roma nel 1776
perni, p. 470 (anche altre città di e dedicò a Pio VI, De vita et re-
Italiaaveano in quel tempo i lo- bus gestis veri, servi Dei Iiinocen-
ro catasti; ed in una bolla di tiì XI Poni. Max. comnientarìus.
Eugenio IV presso il Bullar. Car- Il quale, come scrivono gli autori
iaci, pag. 197, si parla della tassa, del Nuovo Dizionario storico se ,

dell'estimo e del catasto di Pistoia), ebbe molto incontro presso i dot-


in cui si ordina, che » Advenae, ti pel sapore della buona latinità
et forenses, qui in civitate, et ter- con cui fu scritto, incontrò la dis-
ritorio praediclis bona stabilita (for- approvazione del gesuita Le Fo-
se stabìlia) quovis titillo possident. .. restier, allora o meglio già revisore
allibrati, eorumque bona hujusmo- de'libri per l'assistenza di Francia
di immobilia, secundum antiquam nel collegio romano, che perciò io,
consuetudinetn diclae civitatis in riguardo di quanto nel commen-
ipso catasto descripti, et annotati, tario si asserisce sul proposito del
ac omnia et siugula onera ratione giansenismo, vi fece alcune note
bonorum eorumdem id ipsos quo- interessanti, rimaste tuttavia ine-
modolibet contigentia subire te- dite. Oltre a ciò abbiamo da Gio.
neantur ". Ogni paese però avea Battista Pitoni, Vita d'Innocenzo
allora il catasto formato a suo mo- XI y
Venezia per Leonardo Pitoni
do e in differenti maniere, finché 1692, e per Giovanni Albrizzi
Innocenzo XI nel 1682 ordinò e 1695, Vita d'Innocenzo XI P. O.
fece eseguire una rinnovazione di M. Vacò la santa Chiesa un mese
catasto generale per tutto lo stato, e venti tre giorni.
perchè servisse appunto di norma INNOCENZO XII, Papa CCLII.
per la leva de' pubblici pesi. In- Antonio Pignattelli, nobile napole-
nocenzo XI accoppiò una fermezza tano, nacque a' 12 marzo 161 5 in
di carattere che talvolta era infles- Spinazzola, feudo di sua casa nel-
sibile, allorché credeva che la sua la Basilicata, da Fabricio Pignattelli
opinione o i suoi interessi andas- I principe di Minervino e da Por-
sero d'accordo con la giustizia ; e ziaCarafa figlia del duca d' And ria.
tale carattere fu da lui per intero V Pignattelli Famiglia. Compiti i
.

spiegato nelle dispute celebri che primi suoi studi in Roma nel se*
ebbe Francia sulle
colla regalie, miliario romano e collegio roma-
sulle quattro proposizioni gallica- no, prese le insegne di dottore
ne, e sulle Postulando
franchigie. nell'uno e nell'altro diritto, e po-
l'arcivescovato ed Co-
elettorato di co dopo veline ascritto all'ordine
lonia il cardinal Guglielmo di Fu- gerosolimitano. Urbano Vili lo intro-
slemberg portato dal re Luigi XIV, dusse nella prelatura quando era
e Giuseppe Clemente di Baviera, in età di vent' anni, e nello stesso
il Papa secondo ad on-
preferì il anno lo fece vice-presidente d' Ur-
ta che il primo avesse avuto piti bino. Innocenzo X 1' inviò inqui-
di lui quattro voti. Fu opinione sitore a Malta nel 1 (>{(>, indi go-
che in tale incontro Innocenzo XI vernatore a Viterbo, e poscia nun-
32 INN '

INN
zio a Firenze col titolo arcivesco- torio ÒV vescovi e regolari, dove
-vile di Larissa nelle parti degli forse per la poca pratica della eu-
infedeli. Col medesimo carattere ria non riuscì felicemente. Indi fu
Io spedi Alessandro VII alla corte fatto camera del Papa,
maestro di
di Polonia, in cui ridusse non me- nel qual posto lo confermò Inno-
no i magnati all' obbedienza del cenzo XI, il quale nel primo set-
re Casimiro, che i vescovi alla co- tembre 68 1 lo creò cardinale
1

munione del romano Pontefice da prete coi titolo di s. Pancrazio,


cui erano divisi, e gli armeni al- Dopo un anno lo fece vescovo di
1' unità della fede da cui aveano Faenza, poi legato di Bologna e
apostatato. Da questa nunziatura finalmente nel 1686 arcivescovo
Io trasferì Clemente IX nei 1688 di Napoli, dove tra le altre pie
a quella di Vienna, do v e fra le e religiose costumanze che v* in-
altre sue fatiche a vantaggio della trodusse, una fu la divozione dei-
religione, fece imprigionare e man- le quarant'ore. Mostrossi cosi a-
dò in Roma 1' eresiarca cav. mi- mante de' poveri, che per sovveni-
lanese Gianfrancesco Borri, che sos- re alle loro miserie si privò più.

tenuto da molti grandi di quelle cT una volta delle necessarie sup-


regioni recava impunemente gran pellettili, contento per la sua per-
danno alla purità della fede. In sona d' una mensa assai frugale, e
molti regni d' Europa avea questo di vesti di panno vile e grossola-
impostore fatto risuonare il suo no. I sacerdoti bisognosi, ma ap-
nome, spacciando falsi prodigi, spe- plicati allo studio, le zitelle peri-
cialmente quelli di rendere mira- colanti, le femmine convertite, i

colosamente la sanità, per cui gran fanciulli orfani, trovarono nel car-
numero di persone ricorreva a dinaie asilo e rifugio. Dopo la
lui medico sicuro da
credendolo morte di Alessandro Vili si rin-
ogni male, e sperandone con fidu- chiusero in conclave quarantatre
eia la sollecita guarigione, sicché cardinali, a'quali poi si aggiunsero
ebbe vasto campo a trafficare con altri sino al numero di sessanta-
profìtto della loro semplicità. Nelle cinque, le cui particolarità nar-
carceri di Castel s. Angelo morì ramino al voi. XV, p. 288 del
a' 9 settembre i6g5 , alle quali Dizionario. Il cardinal Colloredo
fu condannato per eretico visiona- mise subito sul tappeto il trattato
rio, o piuttosto autore di una set- a favore de' due cardinali Grego-
ta che appena nata ebbe fine, e rio Barbadigo poi beatificato, e
eh' egli stesso solennemente abituò. Pignattelli pel quale cospirarono
Ritornato in B.oma il Pignattelli nel quasi tutti i cardinali con cinquanta-
ponlificato di Clemente X, per ri- tre voti, laonde restò eletto Pon-
chiamo del cardinal nipote, altro tefice a' 12
1691, nell' età
luglio
premio non ebbe ai suoi gran me- di settantasei anni. Col nome d'In-
riti che il semplice vescovato di nocenzo XII fu annunziato al po-
Lecce nel 167 1, che fu da lui polo nella loggia della benedizione
amministrato per pochi anni con dal cardinal Sacchetti. Coronossi
fama d'integrità e zelo. Tuttavolta nel Vaticano a' i5 di detto mese,
richiamato di nuovo dallo stesso ed ai i3 aprile del 1692 colla
Papa in Roma, lo dichiarò segre- solita pompa si portò in lettiga a
3

INN INN 33
prender possesso della basilica la- altre simili dignità, cui erano an-
Uranense, funzioni che descrissero nessi cospicui asseguamenti ; le
quelle relazioni che si leggono nel quali cariche solamente con neces-
Novaes, e presso il Cancellieri, Sto- sità urgente si sarebbero potute
ria de possessi, p. 3 1 3. rinnovare, nel qual caso si avreb-

Dalle prime cure d' Innocenzo be unicamente riguardo al merito


XII restarono subito assicurati i di chi ne dovesse essere provvedu-
sacri elettori di aver scelto un to. Con questa riforma Innocenzo
Pontefice, che nato era pel bene XII risparmiò annui ottantamila
della Chiesa non pel suo, né dei scudi al tesoro pontificio eh* egli
suoi parenti. Al voi. XXIII, p. 87 avea trovato esausto ed aggravato
e 88, parlammo della sua famiglia di debiti. Perchè la bolla fosse
domestica e del modo come egli sempre eseguita, obbligò a giurar-
la scelse. Dopo aver a' i5 settem- la i cardinali allora presenti in
bre 1691 canonizzata per equipol- Roma, i cardinali nel loro ingres-
lenza s. Margherita regina di Sco- so in conclave, ed i Papi appena
zia, ed a' 12 novembre pubblicato eletti. Tolta in tal guisa la spe-
il giubileo universale per ottener ranza d'arricchirsi ai parenti, che
da Dio un prospero governo della egli mai lasciò accostare a Roma,
Chiesa, cominciò a compiere la restò Innocenzo XII in certo mo-
grand' opera incominciata da In- do senza i congiunti che gli aveva
nocenzo XI. Colla bolla dunque dato la natura, e in vece di essi
ftoìntnuni decet Pontificem, de' 2 sostituì i poveri, che chiamò sem-
giugno 1692, Buìi. lìom. t. IX, p. pre suoi nipoti, facendo di tutto
260, estinsc affatto il nepotismo, per bandir la mendicità. A questi
ossia la grande autorità e gli esu- distribuì i piccoli doni che rice-
beranti vantaggi che pel passato veva, rigettando quelli di qualche
aveano goduto i parenti e nipoti considerazione ; ad essi applicò il

de' Papi. Con questa bolla, che fu suo privato patrimonio, e per o-
lodata anche dagli eretici che per- spedale il magnifico palazzo late-
ciò innalzarono ad Innocenzo XII ranense, cioè pegl' invalidi e per
una statua in Wurtemberga, il le fanciulle, destinando V edilizio
santo Padre vietò severamente che di s. Michele a Ripa grande pei
i Pontefici potessero arricchire i lo- fanciulli, al quale uni i poveri
ro parenti co'beni della Chiesa, e fanciulli letterati per educarli nelle
dichiarò che ai Papi era lecito arti meccaniche, e principalmente
soltanto il soccorrerli con quella in quella della lana; edilìzio che
moderata liberalità, colla quale prese ilnome di Ospizio aposto-
avrebbero sollevato le necessità de- lico (Vedi). Ad esso riunì pari-
gli estranei, per la qual causa menti l'ospedale da Sisto V eretto
prescrisse che ai parenti i Ponte- a ponte Sisto, ed insieme al palaz-
fici non potessero dare più di do- zo lalcranense dispose che il pio
dicimila scudi di rendita annuale. stabilimento costituisse propriamen-
Soppresse perciò quei titoli che te l'ospizio apostolico, cui assegnò
spesso ingrandivano i nipoti dei corrispondenti rendite, onde tutto-
Pontefici, cioè generalato della ra fiorisce con meraviglia degli
Chiesa e delle galere pontificie, ed ^lanieri. Non solo in vita, ma an-
vol. xxxvi. 3
.

34 INN INN
co inmorte il Papa beneficò i romana eresse a Monte Citorio l'e-
poverelli, dappoiché nel suo testa- dilìzio che descrivemmo a quell'ar-
mento li chiamò eredi, meritando- ticolo , che per lui fu chiamato
si in vita e dopo morto il glorio- della Curia Innocenziana. Proibì
so titolo di padre de'poveri. Nel egualmente che gli uffizi e magi-
1692 il Papa riprovò il titolo e strati di cui si compone il tribu-
dignità di Elettore del sacro ro- nale della Camera apostolica (Fe-
mano impero, che l'imperatore a- di) fossero venali e vendibili per
\eva dato al duca di Brunswick l'avvenire. Emanò provvidenze sui
ed Annover, siccome protestante. Vacabili (Vedi); soppresse la le-
Si portò a Civitavecchia [Fedi) e gazione d' Avignone (Vedi); a van-
la beneficò al modo detto a quel- taggio della camera apostolica di-
l'articolo. minuì rendite dei cardinali vice-
le
Nel medesimo anno 1692 ebbe cancelliere e vicario, e dichiarò me-
Innocenzo XII la consolazione di glio quanto riguarda le sportule
dar fine alle famose vertenze tra de' giudici e Tribunali di Roma
la corte di Francia e Roma sulle (Vedi). Nel i6g3 Innocenzo XII
franchigie e sulle regalie, di che approvò il culto immemorabile del-
tenemmo proposito agli articoli la b. Giovanna figlia del re di
Francia ed Immunità' ecclesiasti- Portogallo, del b. Pietro Gamba-
ca. Pacificatasi la santa Sede colla corta , e in
epoche delle
diverse
Francia, Innocenzo XII accordò le beate Maria del Capo, Maria Tor-
bolle da tanto tempo desiderate ribia della Cabeza , Umiliana de
da trenta o trentacinque vescovi Cerchi o Circulis, Elena Enselmi-
Fin da quel momento il Papa, fe- na, Zita vergine, ed Osanna de
dele della Francia, cercò
alleato Andreasis; nonché dei beati Ago-
tutti mezzi di costringere l' im-
i stino di Dalmazia vescovo, Giovan-
peratore a far pace con essa. Al ni Tomko vescovo Bosnense, e Gia-
medesimo articolo Francia si disse como Bitotto. A' i5 marzo 1693
quanto fece Innocenzo XII contro ordinò che per tutta la Chiesa si

il Giansenismo ed Quietismo; il celebrasse per otto giorni la festa


e per quest'ultimo anche all'arti- dell'immacolata Concezione. Estese
colo Fenelon. Nel 1692 ancora, le concessioni fatte da Clemente X
Innocenzo XII approvò il culto ne' collegi de' gesuiti di s. Fede
immemorabile della b. Maria de e di Quito nel!' Indie occidentali,
Soccos. In diversi tempi confermò dichiarandoli vere università, ed e-
le regole e costituzioni dei reli- resse i vescovati d'Alais e Blois in
giosi della Mercede, de* preti seco- Francia. Nei 1694 somministrò co-
lari della ss. Trinità de'pellegrini, piosi sussidii all'imperatore Leopol-
di quelli di s. Lucia di Bologna, do I ed ai veneziani ch'erano in
e della congregazione della carità guerra col turco; ed aiutò il re-
di s. Ippolito nell'Indie occidenta- gno di Napoli afflitto dal terremo-
li. Estinse il santo Padre diverse to le conseguenze dei soccorsi con-
:

straordinarie giudicature, e tutti i tro il turco possono leggersi all'ar-


tribunali e giudici particolari, ri- ticolo Costantinopoli. Procurò di
mettendo tutte le liti a' giudici or- frenare il lusso, sorgente fatale d'in-

dinari: ed a comodo della Curia numerabili disordini; e curando la


-

IJIN INN 35
rifórma degli ordini regolari, cioè pani, che descrivemmo al voi. II,
ili quelli decaduti dall'aulica osser- pag. 33 del Dizionario. Fece dei
vanza, perfezionò la salutare istitu- preparativi pel diseccamento delle
zione della cardinalizia Congrega- paludi Pontine, ma non potè man-
zione della disciplina regolare {Ve- dar ad effetto il divisamento. Iu
di).Nel medesimo anno 1694 ca- Roma fece fabbricare le due Do-
nonizzò per equipollenza i santi gane {Vedi)j sgravò i sudditi di
Giovanni ili Malha e Felice di Va- alcune gabelle, ed acquistò la città
lois fondatori dell' ordine della ss. d' Albano {Vedi) per la camera
Trinità della redenzione desìi
o schia- apostolica. Comprò il teatro di Tor-
vi. Nel l6o5 avendo sofferte mol- dinona impedirne le rappre-
per
te disavventure lo stato pontificio, sentanze sceniche, ed assegnò ad
Innocenzo XII facendo le parti di un suo concittadino napoletano, con
padre e di principe prestò pronto breve de' 16 novembre 169-7, un
soccorso con magnanima liberalità, luogo perpetuo nel collegio degli
tanto per le conseguenze prodotte avvocati concistoriali. Sulla confes-
in Roma e luoghi suburbani per sione e sui confessori emanò prov-
l'inondazione del Tevere ,
quanto videnze per la contesa eccitatasi iu
per quelle del terremoto nella pro- Portogallo fra l'arcivescovo di Bra-
vincia del Patrimonio e luoghi con- ga ed il vescovo di Leiria ed al-
vicini. Germania {Ve'
All'articolo cuni regolari. Insorta pure la con-
di) non solo riportammo quanto troversia se i Carmelitani {Vedi)
fece Innocenzo XII per la guerra fossero stali istituiti da Elia ed E-
contro turchi, ma ancora come
i liseo profeti , impose silenzio con
seppe resistere alle arroganti pre- pena di scomunica. Confermò le in-
tensioni dell' ambasciatore cesareo dulgenze a coloro che accompagna-
Giorgio Adamo conte di Martinilz, no il s. Viatico. Determinò che i
che meritò essere richiamato dal parrochi e confessori prima d'in-
i

suo sovrano, senza essere ricevuto cominciare il loro ministero si ri-


ad udienza dal Pontefice alla sua tirassero in esercizi spirituali per
partenza. dieci giorni, ed ai primi prescrisse
Avendo il santo Padre esortato applicare pel popolo la messa nel-
i sovrani cattolici alla pace, ebbe le feste. A' 24 marzo 1699 si por-
la compiacenza di vederla nel 1697 tò a stabilirsi in Roma Maria Ca-
conchiusa in Riswick, e più tardi si mira regina vedova di Polonia :

anche in Carlowitz. Provò pure la il Papa la fece incontrare fuori


soddisfazione che il duca Federico della città, con quegli onori con-
di Sassonia essendo stato eletto re venienti suo rango, e la
all'alto
di Polonia , solennemente abiurò ricevette con paterne distinzioni.
gli errori di Lutero ; inoltre Inno- Promulgò la celebrazione dell' An-
cenzo XII avea favorito tale ele- no santo XVI {Vedi), ma non po-
zione a mezzo del suo nunzio, e tè aprire la porta santa, né ve-
poi ricevè benignamente l'ambascia- derne compimento. Nel principio
il

tore regio. Trasferitosi il Papa a della primavera del 1700, Inno-


Nettuno fece fortificare il porto cenzo XII ad onta di sua infermi-
iY Amo {Vedi), e ricevette dal ca- tà, si sforzò per passare nel sabba
pitolo d'Anagni l'omaggio de' sette to in Albis dal Quirinale al Va
,,

36 INN INN
ticano, affine di consolare colla sua colando gradi ed impegni. Fece
benedizione i pellegrini che porta- castigare delle dame pei giuochi di
vasi in Roma all'acquisto del giu- azzardo vietati, e punir i birri per
bileo ; ma tornato poi al Quirinale non aver denunziato alcuni giuo-
e seguitando il male a peggiorare, catori. Volle che tutti gli ecclesia-
chiamò a se il p. Casini predica- stici lasciassero le parucche, e co-
tore apostolico, col quale fece una strinse i parrochi alle conferenze
confessione generale di tutta la sua di coscienza. Per l'efficace riforma
vita; e ricevuti gran pietà i con degli ecclesiastici teneva la lista di
sacramenti della Chiesa, morì san- quelli che credeva meritar corre-
tamente nella notte seguente a'27 zione, onde ridusse molti a vita
settembre 1700,10 età di anni ot- più costumata. In quattro promo-
tantacinque, mesi sei e giorni un- zioni creò trenta cardinali, lascian-
dici , e di pontificato anni nove do tre soli cappelli vacanti. Tal-
mesi due e giorni quindici. Nel mente fu alieno dai parenti , che
Diario delle memorie isteriche del- il cardinal Francesco del Giudice,
l'anno del giubileo 1700, diFran- eh' era tale, abbandonò B.oma e si

cesco Posteria, trovansi minuta- recò in Ispagna, per non aver ri-
mente descritte l'esequie di questo cevuto dal Papa alcun segno di
Pontefice e il seguente conclave, benevolenza. Innocenzo XII era cosi
tom. II, pag. 86 e seg. Avea egli moderato colla sua persona , che
ancor vivente fatto erigere sotto secondo gli ordini dati sino dal
l'arco presso la cappella del ss. Sa- primo giorno del pontificato, il

cramento della basilica vaticana maestro di casa non poteva oltre-


una modesta urna di marmo sen- passare per la sua tavola la spesa
za verun ornato per servirgli di se- di tre paoli al desinare, perchè la
polcro, ma il cardinal Petra per sera non prendeva altro che una
ma-
gratitudine vi fece erigere quel chicchera di cioccolata l'inverno,
gnifico ed elegante monumento di ed un sorbetto nell'estate. Al con-
cui parlammo nel voi. XII, p. 3oo trario per la propagazione del van-
del Dizionario. gelo assegnò un fondo alla propa-
Era Innocenzo XII doviziosamen- ganda cinquantamila scudi per
di

te fornito di tutte quelle doti che le missioni d'Etiopia, ed altro di

si trovano in uno de' migliori Pon- centomila per quelle della Cina.
tefici. Nella continenza era delica- Nel dì della sua morte applicò qua-
to, nell'austerità rigoroso, nella fa- rantamila scudi per redimere schia-
tica avaro , nella giustizia inflessi- vi, ed in aiuto dell' ospizio aposto-
bile, facile nel dispensar favori, os- lico. Malgrado però queste ed al-
sequioso co' principi ; ove però si tre esorbitanti spese impiegate nelle
trattasse di religione, di costumi, cose che abbiamo indicate, e mal-
della difesa della fede e della san- grado i gran soccorsi dati a Gia-
ta Sede, era egli d' insuperabile como II re cattolico d'Inghilterra
costanza. Per tutti concedeva affa- per ricuperare il regno, e ai con-
bile accesso, ne a veruno seppe federati contro i turchi, ripose un
negar udienza nel lunedì d' ogni milione di scudi in Castel s. An-
settimana. Quando il bisogno Io ri- gelo. Al suo benefattore Innocenzo
chiese si mostrò severo, non cal- XI eresse nella basilica vaticana,
,

INH INN 37

presso la cappella del coro, un ma- conferì per titolo la chiesa de' ss.

gnifico mausoleo. Che Carlo II re Quirico e Giulitta, nominandolo


di Spagna chiedesse consiglio ad protettore di Portogallo. Lo desti-

Innocenzo XII per dichiarare il suo nò legato di Ferrara, ma egli pre-

erede alla monarchia, e che il Pa- gò di esserne dispensato. Nel 1 709


pa favori la Francia , lo afferma il promosse a vescovo d' Osimo, e
l'Ottieri d'Europa
nella sua Storia nel 17 12 lo trasferì alla sede di
t. I, lib. II, p. 272 e 388. Vacò la Viterbo, che rinunziò a'i5 marzo
santa Chiesa un mese e ventisei 1 7 1
9 per attendere con più como-
giorni. do alla suapoco stabile salute. Do-
INNOCENZO XIII, Papa CCLIV. po la morte di Clemente XI si rin-

Michelangelo Conti romano nacque chiusero in conclave quaranta car-


primogenito di Carlo Conti duca dinali , a' quali poi si aggiunsero
di Poli, e d'Isabella Muti a' i3 altri quindici. I cardinali Cunha
maggio i655 in Roma. Avendo e Pereira portoghesi giunsero in
terminato nel collegio romano i Roma quando l'elezione era fatta,
suoi studi ed educato alla discipli- come successe ai cardinali Belluga
na del cardinal Giannicolò suo zio, e Borgia spagnuoli. Per malattia
Alessandro VIII lo fece suo came- uscirono dal conclave i cardinali
riere d'onore, e nel 1690 lo spe- Paracciani che morì nel suo pa-
di al doge di Venezia con lo stoc- lazzo nello stesso giorno che fu e-
co e berrettone benedetti. Innocen- letto il Papa, e Salerno che rien-
zo XII T introdusse nella prelatu- trò un giorno prima dell'elezione.
ra e lo mandò governatore ad A- Sul principio del conclave molti
scoli, poi a Frosinone, indi a Vi- sacri elettori concorsero ad elegge-
terbo nel 1693, dov'ebbe a sof- re il cardinal Paolucci, ma ebbe
frire nella carestia a fine di prov- l'esclusiva dall'imperatore. Allora
vedere la città di grano e di vi- i cardinali, rivoltatisi al cardinal
veri. A tenore delle facoltà accor- Conti, agli 8 maggio 1721 tutti
dategli dal Papa la ridusse in mi- concordemente cospirarono ad eleg-
glior forma, e ne ampliò le case e gerlo Pontefice , e prese il nome
le contrade assai male ridotte dal d'Innocenzo XIII. A' 18 fu coro-
terremoto. Oltre a ciò fu deputato nato dal cardinal Benedetto Pam-
commissario a vegliare che non philj primo diacono, ed a' 16 no-
8 introducesse nello stato ecclesia- vembre si portò in lettiga con so-
stico il pestifero contagio che mi- lenne cavalcata a prender possesso
nacciava i confini. Passati due anni della basilica lateranense con gran-
Innocenzo XII lo dichiarò arcive- dissima pompa e sommo tripudio
scovo di Tarso in partibus, e nun- de' romani suoi concittadini. La sua
zio apostolico ai cantoni cattolici relazione ed il novero delle dimo-
nella Svizzera, donde nel 1698 lo strazioni fatte per la sua elezione
passò collo stesso carattere in Por- e coronazione, si riportano dal Can-
togallo, ove restò dodici anni. Cle- e dal Novaes. Della sua fa-
cellieri

mente XI, in luogo del prelato Fi- miglia domestica trattammo al voi.
lippucci che rifiutò il cardinalato XXIII, pag. 90 del Dizionario. Dei
a' 7 giugno 1706 lo creò cardi- suoi parenti e delle onorificenze e
nale prete, e tornato in Roma gli beneficenze che loro compartì, se
38 INN INN
ne parla al voi. XVII, p. 79 e 80. de aiuto all'ordine Gerosolimitano
Nei primi giorni dopo la sua (Vedi) minacciato in Malta da' tur-
esaltazione, Innocenzo XIII si fece chi, e provocò anche quello del sa-
portare a palazzo alcune pagnotte, cro collegio. Ai canonici della Ger-
prese all'improvviso da ciascun for- mania superiore concesse le indul-
naio, per osservarne la qualità ed genze di quelli lateranensi in alcu-
il peso, affinchè il pubblico non ne feste. Ad istanza del re di Spa-
fosse defraudato ; e per dimostrare gna eresse l'università di s. Giaco-
il suo animo generoso al re Gia- mo di Lione di Caraccas nell'A-
como III d'Inghilterra, gli assegnò merica meridionale, e decretò che
una pensione di ottomila scudi, in- la festa di s. Antonio di Padova
di depositò per la ricupera del suo si osservasse con precetto nella Spa-

regno centomila scudi. Pubblicò il gna e nell'America soggetta a quel


consueto giubileo straordinario per monarca. Corresse e migliorò le co-
ottenere il divino aiuto; deputò una stituzioni degli ospitalari della con-
congregazione per mantener l'ab- gregazione della carità di s. Ippo-
bondanza in Ptoma e regolare i lito nella stessa America. Accrescen-
prezzi delle vettovaglie; e per l'e- do i singolari pregi dell'illustre cit-

stinzione della peste che affliggeva tà d' Anagni, dove la sua famiglia
diverse provincie si portò in pro- Conti traeva l'origine, Innocenzo
cessione di penitenza a Maria Mag- s. XIII accordò onorevoli insegne co-
giore. Sebbene amico del re di Por- rali al capitolo della cattedrale. So-
togallo Giovanni V, presso il quale lennemente protestò sulle disposi-
era stato nunzio, non volle favo- zioni prese nel congresso di Cam-
rirlo sulla vertenza del nunzio Bi- bray a danno dei diritti sovrani
chi, e si mostrò d'animo fermissi- della santa Sede sui ducali di Par-
mo, come si può vedere all' artico- ma e Piacenza. Nel maggio 1723
lo Nunzi apostolici [Fedi). Confer- onorò di sua presenza il capitolo
mò l'ordine teutonico ed i suoi pri- generale che i minori osservanti
vilegi. Ai penitenzieri lateranensi celebrarono in Araceli. Essendosi nel-
accordò alcuni privilegi, ed al p. la Spagna rilassata non poco la di-
guardiano del santo Sepolcro il po- sciplina degli ecclesiastici sì rego-
ter conferire la cresima man- in lari che secolari , il Papa procurò
canza di vescovi, e raccomandò le di correggerla prontamente con pa-
consuete limosine per Terra Santa. recchi decreti in una bolla de' i3
Approvò il culto immemorabile del maggio 1723. In Roma ordinò che
b. Dalmazio Moner, e decretò che i bambini si battezzassero entro
la festa del ss. Nome di Gesù si tre giorni dopo la nascita. Nel
celebrasse da tutta la Chiesa uni- concistoro de' 20 dicembre pose fi-
versale. Nel 1722 die solennemente ne alla causa del cardinal Albero-
l'investitura del regno delle due ni, per lo che in quello primo del
Sicilie all'imperatore Carlo VI, col seguente anno gli die il cappello
consueto annuo tributo, riserban- cardinalizio. Rinnovò la costituzio-
do al solito per la santa Sede il ne de' predecessori sul genere dei
ducato di Benevento e Pontecor- traffichi degli ebrei; e riparò i fon-
vo, abilitandolo a ritenere coll'im- damenti del ponte s. Angelo. Per
pero tal regno. Generosamente die- animar i ruteni a venire al cat-
, ,

INN INN 39
tolicismo, il Papa decretò ch'essi professione di fede, e morì a' 7
erano capaci di possedere i loro marzo 1724, sulle ore ventitre e
beni ; quindi approvò il culto im- mezza, con sessant'otto anni , nove
memorabile del b. Andrea Conti. mesi e ventiquattro giorni di età,
Quanto alle vertenze colla Fran- e due anni, nove mesi e ventino-
cia sulla bolla Unigenitus di Cle- ve giorni di pontificato, nel qua-
mente XI , egli seguì le tracce di le in due promozioni creò tre soli

questo immediato suo predecessore, cardinali, cioè il proprio fratello, A-


e scrisse al duca d'Orleans reggente lessandro Albani in restituzione della
di Francia in proposito : biasimò porpora che avea ricevuto dallo zio,
l'accomodamento del 1720, e si e Du Bois ad istanza del reggente di
espresse che la sola via di conci- Francia, e non senza sua ripugnan-
liazione era un' obbedienza non e- za. Lasciò quattro cappelli vacan-
quivoca o finta, ma leale e since- ti, ch'egli ne per le preghiere dei

ra. Indi condannò una lettera non parenti, ne per quelle de' cardinali
poco violenta che sette vescovi op- non volle provvederne altri, rispon-
ponenti gli avevano indirizzata. Così dendo non appartenere più. ormai
Innocenzo XIII difese la bolla di a questo mondo. Fu sepolto nella
Clemente XI emanata per estin- basilica vaticana ove ora è il de-
guere interamente il giansenismo. posito di Leone XII, e poscia tras-
Giunse finalmente il tempo in cui ferito nelle sagre grotte, come si
la divina provvidenza avea desti- disse nel voi. XII, p. 3oo e 3o2
nato ad Innocenzo XIII la parten- del Dizionario. Allorché il cadave-
za da questo mondo. Dopo un'in- re si dovette incassare, il cardi-
fermità cominciata ne'primi di mar- nal fratello nello scuoprirgli il vol-
zo 1723, per ordine de' medici era to si svenne. Nello stesso gior-
passato a' 26 aprile al feudo di sua no della morte del Papa giunse
casa chiamato la Catena , e poi a in Roma la notizia che Comacchio
Poli , come indicammo al citato veniva definitivamente restituito al-
voi. XVII. Ritornato in Roma fu la santa Sede, a seconda delle trat-
accolto dai concittadini con segni tative per lui conchiuse colla corte
di particolar giubilo ed ossequio ,
di Vienna. Era Innocenzo XIII di
ma non tardò molto a riammalar- corpo grosso, di statura sopra la
si.Essendo il suo corpo estrema- mediocre, di sembiante tondo e se-
mente grasso, e non volendosi egli rio, ma piacevole, bianco mischia-
confidare dopo la morte del suo to di rosso , avea gli occhi bian-
cameriere ad un altro, per farsi aiu- chi e il naso largo e schiacciato.
tare a raccogliere le viscere che spes- Con tutti manteneva un porta-
so gli cadevano da una rottura mento grave e maestoso, volendo
la grassezza gli cagionò una idro- rialzare la gravità del principato
pisia, e la rottura sino allora oc- eh' egli credeva un poco abbattuta
cultata un'infiammazione interna, dall'amabilità del suo predecessore.
per cui gli venne un' ardente feb- Ne' complimenti di congratulazioni
bre. Quindi avvisato dal suo me- rispondeva con serietà, a quelli an-
dico Nuccarini del suo imminente cora che con esso aveano qualche
pericolo, si munì il Papa di tutti confidenza. Non gli mancava né
i sagrameuli, fece e sottoscrisse la modestia , ne umiltà , ma stimava
,

4o INQ INQ
la magnificenza e gravità del suo religione, qual è in fatto, come il

carattere, per lo che niuno meglio primo bene de'popoli, e come e-


di lui seppe conservare la dignità ziandio il più forte baluardo della
pontificia, e la munificenza del suo pubblica sicurezza, si riputarono ob-
grande animo. Con poche parole bligati a proteggerla e a difender-
ma mai alterarsi, ma
gravi, senza la, occorrendo, ancor colla spada
sempre con prudenza rispondeva da ogni ostile attentato; e perciò
e felicemente sbrigava qualunque non pochi di essi non solo accol-
affare. Amato da tutti i grandi , sero volontieri, mapur sollecitarono
essi diedero i contrassegni del più con istanze questo energico riparo
vivo cordoglio alla sua morte; ed contro le serpeggianti eresie, sem-
il popolo romano espresse il suo pre infeste all' altare insieme ed
dolore colle lagrime. Vacò la san- al trono. Vi sono inquisitori ge-
ta Sede due mesi e ventisette nerali e inquisitori particolari :

giorni. gl'inquisitori generali sono in Ro-


INNOCENZO III, Antipapa. V. ma i cardinali della congregazione
Antipapa XXXIII. della sacra inquisizione, i partico-
INNOCENZO , Cardinale. V. lari sono i consultori della mede-
S. Innocenzo Papa. I sima, e gli altri ministri eh' essa
INNOCENZO, Cardinale. Inno- tiene in diverse città e luoghi del-
cenzo viene annoverato tra car- i lo stato pontifìcio. I grandi inqui-
dinali di s. Gregorio VII dell' or- sitori di Spagna e di Portogallo
dine de' preti, ma infelicemente ne erano nominati dal re, e dopo ve-
abbandonò l'obbedienza per segui- nivano confermati dal Papa. I pro-
re il partito dell'antipapa Clemen- testanti ed altri nemici della Chie-
te III del 1084. sa cattolica hanno inventato le più
INQUISITORI ed INQUISIZIO- ridicole e false imposture contro il

NE. L' inquisitore è un uffiziale santo uffizio degli inquisitori, e


del tribunale dell'inquisizione, san- contro la salutare benigna isti- e
to uffizio stabilito per inquisire tuzione del benemerito tribunale
contro gli eretici. L'inquisizione è dell'inquisizione. L'autorità della
un tribunale ecclesiastico con am- suprema universale inquisizione del-
pia giurisdizione, istituito dai som- la congregazione cardinalizia in
mi per inquisire e pu-
Pontefici Roma, che ha per prefetto il som-
nire coloro che dommatizzano con- mo Pontefice, si estende, trattan-
tro la fede cristiana e generalmen- dosi di cause di sopra qua- fede,
ta contro la religione. Questo tri- lunque persona di qualunque gra-
bunale fu eietto dapprima in do, condizione e dignità, ossiano
Francia e poscia in Italia, nella vescovi, magistrati, comunità, né
Spagna, in Portogallo e nell'Indie vi ha privilegio personale o loca-
per estirpare gli errori de'giudei^ le eh' esenti dalla di lui giurisdi-
de'mori saraceni, degli infedeli e zione . Costringe sotto pena di
degli eretici. Quantunque l'inquisi- scomunica i magistrati ed giudi- i

zione appartiene alla giurisdizione ci ad eseguire i suoi decreti, ed


ecclesiastica, vi ebbe già una gran in genere gì' inquisitori procedono
parte la civile potestà; poiché i contro gli eretici ed i fautori o
cristiani regnanti, riguardando la ricettatori di essi, contro i sospet-
INQ INQ 4i
ti di una falsa credenza, contro quelle verità, che nella loro cre-
quelli che impediscono agli inqui- denza sono comuni coi cristiani ,
sitori di esercitare liberamente il se invochino o facciano sacrifizi ai
loro uffizio, e contro quelli clic ri- demoni, e cerchino d'indurre an-
chiesti a prestar la loro opera per che i cristiani ad eseguirli, se pro-
poterlo eseguire si ricusano, an- nunzino delle bestemmie ereticali,
corché siano principi, magistrati e ed in molti altri casi. All'articolo
comunità; contro pagani che ve- i Congregazione della santa roma-
nuti alla fede e battezzati ritor- na ed universale inquisizione detta
nano a professare il paganesimo ;
del santo offìzh (Fedi), non solo
contro i malefici ed
che i sortilegi si disse tutto ciò che riguarda es-

con arti superstiziose tentano dan- sa ed i suoi ministri, ma ancora


neggiare il prossimo; contro gli a- IMuquisizione e gl'inquisitori in ge-
strologi giudiziari, divinatori e ma- nere.
ghi, molto più se questi abbiano L'origine dell'inquisizione si ri-

fatto patti col demonio, ed abbia- pete dall'abbominevole e fatale au-


no apostatato dalla vera religione ;
mento dell'eresie, e quale zelante,
contro quelli che impediscono ai energico ed opportuno provvedi-
bramosi di professare la vera fede mento per estirparle, della vigilan-
e di abbracciarla; contro chi pre- za e paterna sollecitudine de' ro-
dichi dottrine scandalose e contra- mani Pontefici. Da Costantino in
rie alla religione; ccn'uo quelli che poi tutti gl'imperatori cristiani a-
in pubbliche lezioni o dispute, ed veano stabilito, di concerto colla
anche in discorsi e scritti privati Chiesa, discipline e leggi penali,
sostengono che la ss. Vergine non sia che si mantennero sempre in vi-
stala concepita senza macchia o- gore contro gli autori e propaga-
riginale; contro chi usa litanie nuo- tori delle eresie e degli scismi. Lu-
ve non approvate dalla sacra con- cio 111, dopo abboccato nel
essersi

gregazione de* riti; contro chi ce- li 83 o 1 84 in Verona coli' impe-


i

lebra la messa e ascolta le con- ratore Federico I, sopragli affari del-


fessioni non essendo sacerdote; con- la repubblica cristiana, di concerto

tro i sacerdoti sollecitanti a cose con lo stesso cesare, unendosi il con-


turpi nell'atto della confessione o corso delle due potenze per l'estirpa-
immediatamente innanzi o dopo zione dell'eresie, nel concilio di Ve-
di essa, o nell'occasione o col pre- rona (Fedi) emanò la costituzione
testo della medesima ; contro i mi- Ad abolendani diversarum haere-
nistri del sagramento della peni- suni pravilattm, quae in plerisque
tenza, che negligentino di avvertire mundi partibus modernis coepit
i penitenti dell'obbligo di denun- temporibus pullulare, vigor debet
ziare i sollecitanti, o che insegnano ecclesiasticus excitari, la quale tro-
non esservi siffatta obbligazione, e vasi registrata nel Labini , Sac
contro i testimoni falsi e calunnia- Concilia, toni. X, pag. 1737. la
tòri che depongono in causa di questa costituzione si osserva l'ori-

fede. Procedono di più gP inquisi- gine dell' inquisizione , dappoiché


tori contro i cristiani apostati, an- con essa si ordina ai vescovi d'in»
zi possono procedere contro i giu- formarsi per loro stessi o per mez-
dei ed altri infedeli se neghino zo de' loro delegati commissari,
,

4^ INQ INQ
delle persone sospette d'eresi a > ea ed abbatterli Innocenzo III delegò
inoltre si legge, che dopo aver la l'apostolica autorità a diversi mo-
Chiesa impiegato senza frutto con- naci cisterciensi, ai quali successe-
tro i colpevoli le pene spirituali ro i domenicani, principalmente a
Ja medesima li abbandonava al questo fine istituiti da s. Domeni-
braccio secolare, per esercitare con- co. E
siccome i baldanzosi eretici
tro di loro le pene temporali. Si tenevano in Tolosa un nido de'più
unirono dunque le due podestà velenosi, ed ivi i zelanti delegati
spirituale e temporale per l'estir- pontificii ed i predicatori attende-
pazione delle eresie; e la Chiesa vano a combatterli con più vigo-
adoperò a quel fine le scomuniche re, cosi il gran Pontefice dopo a-
e le altre censure, mentre i so- vere nel 1208 scomunicato il detto
vrani e magistrati s'incaricarono
i conte, in quella città stabilì il primo
della applicazione delle pene corpo- tribunale dell'inquisizione, così chia-
rali. Sì ordinò la distinzione in di- mato perchè faceva inquisizione di
Tersi gradi d'individui delle perso- quelliche nascostamente dommatiz-
ne cadute nell'eresia, cioè sospetti, zavano, e li castigava severamente,
convinti, penitenti e recidivi, e si come tra gli altri narra Van-Espen,
stabilirono per
ciascuno di essi Jur. eccl. univ. par. I, tit. 22, cap.
pene proporzionate. Dopo di ave- 3, § 3. I cisterciensi sostengono
re assoggettati i colpevoli alle pe- che i primi inquisitori deputati da
ne spirituali, si abbandonavano al Innocenzo III furono Pietro di Castel-
braccio secolare, affinchè si inflig- nati o Castelnuovo, Rodolfo ed Ar-
gessero ai medesimi le pene cor- noldo, tutti e tre abbati del loro
porali. L'inquisizione però venne ordine, e legati della santa Sede.
poi più formalmente da stabilita Il p. Echard ed il p. Cuper pre-
Innocenzo III (Fedi). Oltre quan- tendono invece, che il primo che
to abbiamo detto a quell'articolo, portò il nome di inquisitore fu
ad Albigesi e ad Avignone, dove Corrado di Marpurg, francescano
facemmo la breve storia dell'ori- secondo Cuper, e prete seco-
il p.
gine e progressi degli albigesi, e lare secondo p. Echard. Se poi
il

delle conseguenze politiche e reli- s. Domenico, che fu un portento


giose che ne provennero, qui ag- cogli albigesi, sia stato realmente
giungeremo, che Innocenzo III per inquisitore, è cosa contesa. Certo è
impedire che gli eretici albigesi che questi come i cisterciensi si
distesi per la Francia, massime ^per dedicarono alla conversione degli
la Provenza e Linguadoca , non eretici con un fervore prodigioso,
potessero dommatizzare segretamen- come sembra certissimo che solo do-
te, dappoiché diramati in più set- po la morte di s. Domenico, e nel
te con incredibile furore adultera- 1229 o 1233, il tribunale dell' in-
vano le cattoliche verità, e depra- quisizione sia stato affidato ai dome-
vavano tutto il sacro culto anche nicani, ed il loro generale dichiarato
in Ispagna ed in Italia, prese le inquisitore della cristianità.
provvidenze più energiche e con- Pietro di Castelnuovo della Lin-
facenti alla potente protezione di guadoca, monaco ed abbate ci-
Raimondo VI conte di Tolosa lo- sterciense, primo inquisitore e le-
ro pertinace fautore. A deprimerli gato apostolico, in odio della fede
INQ INQ 43
e del suo officio, fu martirizzato il vescovo Raimondo di Falgario
a* 16 febbraio 1208 per opera di domenicano, il clero ed i frati mi-
Raimondo VI conte di Tolosa', nori. Risentì il discapito della cat-
per cui Innocenzo III lo canonizzò tolica religione Gregorio IX, ed a
nel medesimo anno. Però il Lam- rimettere in campo le discacciate
De canoniz. ss. lib. I, cap.
bertiui, religiose famiglie, che riguardava
XXIX, num. 9, avverte, che Inno- come una forte milizia spedita dal
cenzo 111 non l'abbia formalmen- cielo a sostenere la Chiesa, dichia-
te canonizzato, ma soltanto appro- rò legato apostolico Giovanni ar-
vato il martirio, sperando di cano- civescovo di Vienna, il quale ado-

nizzarlo formalmente quando ne peratosi con valore, restituì il ve-


avrebbe esaminati ed approvati i mi- scovo alla sua chiesa, ai domeni-
racoli, per dargli allora gli onori cani l'inquisizione delegata, e per
di santo, ciò che rilevasi dalle sue calmar animi sediziosi, e toglier
gli

costituzioni 3i e 32 in codice loro i motivi ai lamenti, accoppiò


Fontanini p. 4 1 > 4^ ^eggansi i : all'inquisitore domenicano un in-
Bollandisti, Act. ss. mariti tom. quisitore francescano, il quale con
I, ad diem 5, p. 4 11 - 1° esse umiltà e dolcezza temperasse il

costituzioni il Papa niun culto di collega se rigoroso. La promiscua


santo concesse a Pietro, mentre lo inquisizione delegata contro f ere-
decretò ad altri che avea cano- sia nei frati domenicani e frauce-
nizzato. Alcuni scrittori hanno con- scani, continuò nella Francia e
1
fuso Pietro di Castelnuovo, con s. Bel! Italia sino all' anno ultimo di
Pietro da Verona domenicano, mar- Innocenzo IV. Inoltre Gregorio IX
tirizzato dagli eretici manichei ai pubblicò la bolla Excommunicamus
6 aprile 1252, e canonizzalo da et anathenializamus universos ere-
Innocenzo IV in Perugia a' 24 ticos i neh' anno nono del suo pon-
marzo 1253. Il Pontefice Gregorio tificato, indi nell'anno undecimo
IX, ad istanza di s. Raimondo di colla bolla Ille Immani generis
Pegnafort domenicano, confermò pervicax inimicus i diretta al prio-
in Tolosa il primo tribunale del- re de' frati predicatori di Lombar-
1' inquisizione già eretto da Inno- dia, lo costituì esecutore della pre-
cenzo III, nominando per inquisito- cedente bolla contro gli eretici,
ri i domenicani, il cui san-
religiosi Ambedue le bolle si leggono nel
to fondatore avea faticato con fé- Labbé t. XI, p. 334 e 335.
lice successo nella conversione de- Innocenzo IV riformò con utili
gli albigesi, perlocchè il padre Gio- leggi il tribunale della sacra in-
vanni di Gabaston scrisse un' A- quisizione contro l'eresia, per cui
pologia,qne s. Domingo ftte ci presso alcuni autori ne fu conside-
prermer Jnq itisidor^ Valenza 1621. rato come un altro fondatore, e
Attendendo i zelanti religiosi do- ripartì le provincie per l' inquisì-
menicani a combattere con vigore zione tra i due ordini de' predi-
le false dottrine degli albigesi ed catori o sia domenicani, e dei mi-
altri loro settari, troppo austero nori francescani, ed investì i pro-
sembrò a' tolosani il loro contegno, vinciali della podestà d'istituire gli
e sollevatisi contro li cacciò da apostolici inquisitori. Così ebbe prin-
Tolosa, e con essi espulsero anche cipio e stabilimento per le altre
44 INQ INQ
provincie ancora il tribunale del- suo regno il tribunale dell' inqui-

l' come Lombardia


inquisizione ,
,
sizione sotto l'autorità del re e in
Romagna, Marca Trivigiana ed al- dipendenza de' vescovi , del quale
tre, tranne il regno delle due Si- dà una compita descrizione il Ber-
cilie per le pretensioni dei re sulla castel, e veramente imparziale nel-
nomina degl'inquisitori, a motivo 1' Histoìre de VEglise, tom. XVI,
de' privilegi loro concessi dai Papi. pag.235 e seg. A' 17 settembre
Solo per qualche tempo in tali re- i485 fu mortalmente ferito nel
gni esistette 1' inquisizione, cioè do- coro della metropolitana di Sara-
po averla il re Ferdinando V fatta gozza il b. Pietro de Arbues ara-
stabilire nella Spagna. Il Papa morì gonese e primo inquisitore d'Ara-
nel dicembre ia54- Alessandro IV gona, dagli ebrei in odio dell' in-
nel 12 55 stabili in Francia T in- quisizione ; ne morì colla palma del
quisizione di consenso di s. Luigi martirio, per tale riconosciuto da
IX. Ilguardiano de' francescani
p. Alessandro VII. Secondo il p. Fo-
di Parigi, ed il provinciale de* do» resti gesuita nel suo Mappamondo
menicani erano grandi inquisitori. i storico, ed altri, il re di Spagna
Secondo la bolla di Alessandro IV domandò a Sisto IV l'erezione del
doveano consultare vescovi. Que- i tribunale per le istanze del cardi-
sta nuova giurisdizione irragione- nal Pietro Gonzalez de Mendoza
volmente spiacque al clero egual- arcivescovo di Toledo. Tultavolta
mente che ai magistrali ,
per cui il Musantio nelle sue Tavole ero-
il potere degli inquisitori andò pre- nologiclw y il Lenglet ed altri
stoad indebolirsi. Abbiamo dal Wa- attribuiscono 1' introduzione del tri-
dingo, in Annal. minor, ad an. bunale nella Spagna ad Alessan-
1289, num. 14, che il Pontefice dro VI nell'anno i49^, conside-
Nicolò IV ottenne dalla repubblica randosi necessario in que' regni per
di Venezia l'istituzione del tribu- castigar quelli che abbracciando
nnle dell' inquisizione in quello sta- per politica la religione cattolica,
lo, coli' assegnamento convenevole poi profanavano con orribile me-
la

pe' loro ufliziali e ministri a spese scolanza di giudaismo e maomet-


del pubblico erario. La repubblica tismo, dopo le vittorie riportate da
aggiunse al consiglio inquisitoriale Ferdinando V Dice un
sui mori.
il patriarca, e tre de' suoi magi- moderno scrittore, per quanto vo-
strali o senatori. II discorso di fr. gliasi calunniare e sparlare del tri-
Paolo Sarpi sull'inquisizione dello bunale dell'inquisizione di Spagna,
stato di Venezia, fu egregiamente ad essa la monarchia dovette per
confutato. L'autorità di questo tri- tanti anni la sua pace. Il medesimo
bunale fu moderata. Narra il Ri- Pontefice Alessandro VI con un
naldi all'anno i3i2, num. 21, che breve riportato dall' Eimerico ,

il concilio generale di Vienna, per post. Director, in litteris ap. p. 86,


abbattere tutte l'eresie, molte delle diretto agli inquisitori di Lombar-
quali condannò, ampliò l'autorità dia, soffocò lamagia eh' erasi pro-
degli inquisitori e de' vescovi a si- pagata in Germania ed in Boemia,
curezza della fede. Nel 1478 ad ove questa eresia si chiamava dei
istanza di Ferdinando V re di Spa- fossari o fossariani , poiché quelli
gna, il Papa Sisto IV stabilì nel che l'abbracciavano, in profonde
INQ INQ 45
tosse e in romiti nascondigli s* in- citta e consultore del s. oftìzio, li

tanavano, alfine di esercitar più si- pubblicò nel suo libro : Apìwrismi
diramente le loro laidissime bestia- inq itisi to rum nel quale
t
tratta la
lità, senza differenza di persone e vera Historia de origine s. inquisì'
di sesso, come nota il Tritemio in tionis Lusitaniae, adversus impo-
Chron. Spanheim i5oi con an. , sturas cujusdam Saavedrae, qui
altri enormi eccessi che vedonsi legatimi ponlifìcium mentitila in
nel Bernini, Sforia dell'eresie t. IV, hoc regnimi invexisse eam falso
p. 216. Quando gli spagnuoli con- ereditar. Pietro Monteiro dorneni-
quistarono l'America, ivi pure sta- cano pubblicò colle stampe, Noli-
bilirono l'inquisizione. Clemente VII zia generale della santa inquisì-
ordinò agli inquisitori di procede- zione del regno di Portogallo, col
ve contro i religiosi di qualunque catalogo degli inquisitori, depu'atit
ordine in materia di ftnìe, per ira- promotori e notari. Nei regni di
pedire i funesti progressi dell' ere- Spagna e di Portogallo fu stabili-
sia luterana. to un consiglio supremo d' inqui-
Ad islanza del re di Portogallo sizione, con la stessa autorità della
Giovanni 111, il Papa Clemente congregazione del s. offizio di Ro-
VII con bolla de' 1 7 dicembre ma. Tutte le inquisizioni partico-
dell'anno 1 53 1 , stabilì nel suo regno larifurono assoggettate al consiglio
il tribunale dell'inquisizione; ma supremo. L'inquisitore generale dei-
pretendendo il re di Spagna che il la Spagna per tutti i regni, dove-
tribunale portoghese fosse soggetto va confermarlo il Papa. Questo in-
a quello di Spagna, lo stesso Gio- quisitore generale nominava gli in-

vanni III fece passar dalla corte quisitori particolari, i quali però
di Vienna a quella di Roma il suo non potevano esercitare la loro ca-
ambasciatore Vasconcellos, per ot- Hca senza il consenso del re. Di
tenere dal Pontefice Paolo Ili che il più il re teneva un consiglio per
tribunale portoghese fosse indipen- queste materie nel luogo ove tro-
dente dallo spagnuolo: ciò che accor- vavasi il grande inquisitore o pre-
dò Paolo III con bolla àe'i 3 maggio sidente, e tal consiglio aveva una
i536. Il re la fece pubblicare in giurisdizione suprema su tutti gli

Evora a' 11 ottobre, restando ivi affari riguardanti l' inquisizione. In


fondato il primo tribunale dell'in- Portogallo lutti gl'inquisitori era-
quisizione di Portogallo, al quale no nominati dal re e confermati
seguì quello di Lisbona nel i53g, dal Papa, da cui ricevevano le bol-
e poi quello di Coimbra, e l'ai- le. Finalmente Paolo III nel \5f\i

tro di Goa nell' Asia soggetta al eresse in Roma la rispettabile car-

dominio portoghese, per 1' Indie dinalizia congregazione della sacra


orientali. Ai medesimi tribunali romana ed udì versa le inquisizione
Paolo III ai 16 agosto i547 con ~ del santo oftìzio, indi confermata
cesse parecchie grazie e giurisdizio- ed ampliata da Paolo IV e da altri
ni. Tali documenti furono depo- Pontefici. Quegli stessi poi che gri-
sitati nel regio archivio della tor- davano con più forza contro Tin-
re del Toinbo. Per quelli dell' in- quisizione, confessarono tuitavolta
quisizione di Lisbona il p. Anto- che sovente le imputarono de-
s'

mo de Sousa domenicano di tal gli eccessi di onore che non coni-


,

46 INQ INS
mise, e cercarono menzogne on-
si maggiori nemici della santa Sede,
de renderla odiosa. Certo è che rispose il cardinal Francesco Albi-
forse in nessun luogo quanto in zi, senza nota di stampa, che fu
Italia si mantenne la maggior mo- la tipografia di Propaganda fide
derazione nelle procedure dell'in- nel 1678, colla Risposta all'istoria
quisizione del santo oflizio; dolcis- delta sacra inquisizione composta
sima e paterna fu sempre la con- da Paolo Sarpi servita. Giaco-
fr.
dotta tenuta dal tribunale di Ro- mo Pasqualone, Sacro arsenale ov-
ma; moderatissima pure in tutti gli vero pratica delVoffìzio della sacra
stati d' Italia. inquisizione, Genova i653, e Ro-
Molto si scrisse sulla storia del- ma 17 16 e 1730. Pane, Della pu-
l' inquisizione e degli inquisitori, e nizione degli eretici, e del tribu-
di quanto li riguarda, laonde ci- nale della santa inquisizione, let-
teremo qui le opere di diversi au- tere apologetiche, 1789. Del Bene,
tori. Il Backro teologo inglese ci De officio s. inquisilionis, Lugdu-
diede il libro, De inquisilione 3 tra- ni 1666. Reginaldo Gonzalvio Mon-
dotto in tedesco da Federico Tief- tano, Sanctae inquisilionis hispani-
fense, e pubblicalo in Hafniae 1674* cae artes alìquot dclectae ac palam.
Filippo Limborgio, Historia inqui- traductae, Heidelbergae i568, ope-
sitionis, cui sub/ungitur liber sen- ra che offende vivamente il mini-
tentiarum inquisitionìs Tholosanae stero spagnuolo, e della quale si
ab anno ad an. 1327, Am-
iZo'j fece la versione francese nell'anno
stelodami 1692. Opera curiosa che seguente col titolo : Relation de
passa come scritta con molte ve- Vinquisition d' Espagne 3 senza luo-
rità. Nicolò Eimerico, Directorium in- go tipografia, ne di stampatore.
di
quisito rum ,cum commentariìs Fran- Il p.Plettemberg nella Notitia con.'
cisci Pegnae, Romae 1587. L'edi- gregationum, è a vedersi Congre-
zione veneta del 1607 è meno cor- gatio s. offìcii, pag. 619 e seg., e
retta. Giacomo Marsollier, Histoi- gli articoli Inquisitor et Inquisi-
re de Vinquisition et de son origi- tionis. V. l'articolo Gesù Cristo ,

ne, 1693. Francesco Manfredi, Ri- s. Domenico e s. Pietro martire,


slretto de processi delVitiquisizione ordine equestre che si conferiva
di Sicilia nel 1640. Cesare Care- dai religiosi inquisitori, siccome isti-

na, De officio sacrae inquisitionìs tuito in difesa della cattolica reli-


et modo procedendi in causis fidei, gione.
Cremonae i64i,e Bononiae 1668. INSEGNA D'ONORE, Phalerae.
Lodovico Paiamo, De origine et Segni ed ornamenti di distinzione,
processu offìcii sanctae inquisilionis, di cui parlasi, secondo le persone
ejusque dignitate et utilitate, Ma- che li godono, ai loro rispettivi ar-
triti 1589. Anselmo Dandini , De Guasco ne Riti funebri dei
ticoli. Il

suspectis et haeresi, Romae 1703. romani, p. ^.5, prova che nei con-
Fr. Paolo Sarpi, Storia della sa- vogli funebri recavansi le insegne
cra inquisizione, Serravalle i638. appartenenti alla dignità del defun-
Piti, il Discorso dell'origine, for- to, ma per segno di dolore si por-
ma, leggi ed uso dell' inquisizione tavano rivolte a terra a rovescio,
nel dominio di Venezia, i6y5. così learmi di que'militari che in-
Alla quale, come opera d'uno dei tervenivano al funerale. Al quarto
1NS I IN S 47
Pontefice s. Clemente I si attribui- degli abiti ed insegne pontifìcie,
sce ia concessione agli arcivescovi sedente nella sedia pontificale, col-
iKl pallio, ed ai vescovi diverse in- la corona in capo, e colle chiavi del-
segne vescovili. Dal codice vatica- la Chiesa incrociate tra le mani.
no 556o, citato dal Piazza nella sua Mentre celebravasi il concilio di
Gerarchia, si deduce la concessio- Costanza, ad estinguere lo scisma
ne fatta dall'imperatore Costantino Gregorio XII rinunziò alla supre-
il Grande, delle insegne imperiali a ma dignità, e nel concistoro che
s. Silvestro I del 3i4 ed ai Papi tenne a Rimini depose le insegne
suoi successori. S. Silvestro I è il papali ; ma morendo in Recanati
primo Papa che portò capo co- il fu sepolto colle insegne pontificie.
ronato della tiara, poi ornata di due L'antipapa Clemente Vili rinunzian-
corone, indi di tre, onde prese no- do l'antipontificato nel i4 2 9» s i s p°"

me di triregno. Nel 5i4 il Papa s. gliò degli ornamenti pontifìcii sotto


Ormisda mandò a Clodoveo I re Martino V. Essendo supremo ge-
dei franchi il donativo d'una coro- rarca Nicolò V nel i449> l'antipa-
na d'oro. Portandosi nel 52 5 s. pa Felice V rinunziò il pseudo-pon-
Giovanni I in Costantinopoli, coro- tificato,onde in premio il Papa
nò solennemente l'imperatore Giu- gli concesse l'uso di alcune insegne
stino I, onde fu il primo Papa che pontificie. Paolo II represse l'orgo-
ornò l'imperatore im- colle insegne glio degli arcivescovi di Beneven-
periali. E Giustino I ornò con gran to, i quali facevano uso di alcune
pompa il Pontefice delle vesti au- insegne e cose, sole proprie del ro-
gustali, concedendone l'uso a lui mano Pontefice . L' insegna della
ed ai suoi successori. Benedetto Vili Chiesa romana sono le chiavi incro-
coronando nella basilica vaticana ciate col gonfalone. Nel solenne in-
l'anno 1014 l'imperatore s. Enrico gresso che fece Urbano V in Ro-
li, col donargli lo scettro imperia- ma nel 1 366, Ridolfo Varano si-

le ed il pomo o globo d'oro cinto gnore di Camerino portò il gonfa-


di gioie e sovrastato dalla croce, al- lone della Chiesa e le chiavi sopra
cuni dissero aver formato lo scet- il capo del Papa. Innocenzo IV pel

tro imperiale. Delle insegne impe- primo concesse ai cardinali l'inse-


riali, reali, ducali, e di altre con- gna del cappello rosso. Quando i
cesse da'Pontefìci, come delle cardi- Papi mandano ai novelli cardinali
nalizie, abbaziali, ec. se ne tratta assenti la berretta rossa, questa vie-
ai tanti relativi ne imposta dal sovrano del luogo,
articoli. Eletto Pa-
pa in Francia Calisto e in sua mancanza da un cardina-
II da alcuni
cardinali nel 19, non prese le in-
r i le o da un vescovo; ma il p. Ri-
segne pontificie finché non confer- dia nel t. VI, p. 32i delle Chiese
marono l'elezione cardinali rimasti fiorentine, narra che Clemente X
i

in Roma. Nel 1294 s. Celestino V creò cardinale Francesco Nerli il giu-


in concistoro rinunziò solennemen- niore nunzio di Parigi, il quale ri-
te il pontificato , e si spogliò di cevette la berretta cardinalizia dalle
tutte le insegne pontifìcie. Il suo mani di Maria Teresa d'Austria re-
successore Bonifacio Vili, essendo gina di Francia , nella chiesa di
nel i3o3 assalito in Anagni dai Xournay dei monaci benedettini.
suoi nemici, si lece trovar vestito Vedi Imperatori, Re, Duchi, Cardi-
48 INT INT
nali, Vescovi, ec. ec. Bandiera, Sten- egli lo regga secondo la volontà
dardo, Sigilli, ec. ec. Abiti, Para- sua ". L'interdetto è una censura
menti e Vesti sacre. colla quale la Chiesa priva i tède-
INTERDETTO ( Interdictum )
. li dell'uso di certe cose sante, co-
Censura e pena ecclesiastica. Fino me i sacramenti, gli uffici divini,
dalla sua istituzione la Chiesa sem- l'ingresso nella chiesa , la sepoltu-
pre tenne a dover suo il dichiara- ra ecclesiastica. L' interdetto si di-
re indegni della sua comunione quei vide in personale, locale e misto.
membri he non rispettassero ne
e la L'interdetto personale colpisce le

sua dottrina, né le sue leggi, ed ai persone immediatamente e le pri-


quali avesse indarno rivolte ammo- va dell'uso delle cose sante in qual-
nizioni e censure. Il separare dal- siasi luogo. L'interdetto locale col-
la comunione della Chiesa gli erran- pisce il luogo immediatamente, ed
ti fedeli è antichissima istituzione impedisce che vi si ascolti o vi si

del cristianesimo, fondata sulla po- celebri la che


messa, vi si ricevi-
destà divina che Gesù Cristo con- no i sacramenti o che vi si dia la
cesse segnatamente a s. Pietro pri- sepoltura. L'interdetto misto com-
mo suo vicario in terra, e princi- prende il personale ed il locale, e
pe di tutti gli apostoli. Usò di que- cade per conseguenza sulle persone
sto divino potere s. Paolo contro e sui luoghi. L' interdetto tanto lo-
un incestuoso di Corinto, e ne u- cale che personale si divide in ge-
sarono sempre romani Pontefici,
i nerale ed in particolare. L'inter-
ogniqualvolta così esigette il loro detto generale cade é quello che
sacro dovere del ministero apostoli- sopra un luogo universale, cioè un
co. Si ebbe più volte ricorso all'in- luogo che ne contiene molti altri
terdetto per reprimere la tirannia da lui dipendenti, come un regno,
feroce di alcuni feudatari, che non una diocesi, una città, ec. L'inter-
rispettavano ne la santità degli alta- detto locale particolare è quello che
ri, ne i diritti dell' umanità. Si cade sopra un luogo speciale, e non
adoperò pure contro principi e re- sui luoghi che ne dipendono, tal-
pubbliche che commettevano enor- mente ch'essi non ne formano né
mi profanazioni, pubblici scandali parte né l'accessorio. Così 1' inter-
e delitti, ingiustizie, usurpazioni, detto d'una chiesa è un interdetto
crudeltà, lesione dell'immunità eccle- particolare, benché cada sulle cap-
siastica e de'diritti de'chierici; non pelle ch'essa rinchiude, e sul cimi-
che contro i matrimoni illeciti, e terio che le è attiguo, perchè gli
gli adulteri. Scrisse Innocenzo 111, altri luoghi profani non sono inter-
in psalm. poenit. 3: « Non è for- detti. Da ciò ne consegue che l'inter-
se permesso a'prelati e al Pontefi- detto di tutte le chiese del mondo
ce principalmente di castigare i non sarebbe che particolare, per-
principi secolari, quando essi nega- chè la moltitudine delle chiese nul-
no di dare soddisfazione pei loro la influisce sull'interdetto generale,
trascorsi, benché non debbano ri- per il quale è necessario che tutti
sponderne dinanzi agli uomini, ma i luoghi che dipendono da una chie-
solo innanzi a Dio ? Ma sì che tan- sa sieno interdetti. L'interdetto per-
to è loro permesso, benché il cuo- sonale generale è quello che colpi-
re dei re sia in mano di Dio, ed sce direttamente una comunità, cioè
INT INT 49
in quanto essa costituisce un corpo se nell'interdetto, vi si può celebra-
particolare. Questo interdetto vin- re divino a voce bassa e
l'uffizio

cola tutti i membri di quel corpo senza suono delle campane. Quan-
il

in quanto ch'essi ne fanno parte. do una cappella o un cimiterio so-


L'interdetto personale particolare è no interdetti , la chiesa eh' è ad es-
quello che cade sopra una o mol- si contigua non è perciò interdet-
te persone particolari, come parti- ta, perchè l'accessorio non tira con
colari, così l'interdetto che fosse se il principale; all'opposto allorché
imposto a mille o diecimila perso- una chiesa è interdetta, il cimiterio
ne che avessero cooperato ad una contiguo lo è pure, perchè il princi-
cattiva azione, sarebbe sempre un in- pale attira seco l'accessorio.
terdetto particolare, perchè egli è L'origine dell'interdetto viene da
sempre tale fino a tanto che non alcuni attribuito a s. Gregorio VII
è imposto ad una comunità, come nel 1073, ma altri casi abbiamo*
comunità Quando l'interdetto è
. anteriori. E in fatti, il Bercastel,
imposto al clero, il popolo non vi Storia del cristianesimo, nel voL
è soggetto, e quando è imposto al Vili, p. 42 > tratta di alcuni inter-
popolo, il clero ne secolare né re- detti locali del sesto secolo. Nel 58S
golare non vi è soggetto. Quando e principalmente per ordine della
è imposto al clero, i religiosi non regina Fredegonda, un assassino tru-
visono parimenti sottomessi, a me- cidò nella cattedrale di Rouen il

no ch'essi non siano parrochi o vescovo s. Pretestato, mentre esso


che non possedano alcun ufficio con- cantava il mattutino col suo clero.
simile,o che l'interdetto non sia Prima che si fosse fatta giustizia delle*
espressamente imposto a tutte le il vescovo di Bayeuxv
schiavo sicario,
persone ecclesiastiche. Quando un Leodovaldo, come primo suffraganeo
interdetto colpisce una famiglia, so- della provincia, consultò i vescovi
no pure interdetti gli ecclesiastici della Francia. Col loro parere fe-
che ne fanno parte. I vescovi, i fan- ce chiudere tutte le porte delle
ciulli, gl'insensati, i pellegrini, gli chiese di Rouen, finché si fosse tro-
stranieri , non sono compresi in vato l'omicida ; e s'impedì che il

un interdetto generale. L'interdetto popolo assistesse al servizio divino.


personale generale o particolare È questo, dice il Bercastel, une-
non comprende quello che lo ha sempio degl'interdetti ecclesiastici, a
imposto, ma l'interdetto locale lo cui si potrebbero unirne altri in
comprende, eccettuato il Papa. Quan- gran numero di que' tempi antichi.
do una città è interdetta, i suoi Alcuni anni prima, essendo stata pro-
sobborghi e gli edifici vicini lo so- fanata con molta effusione di san-
no pure, quand'anche i sobborghi gue la chiesa di s. Dionigi, si ces-
stessi fossero sottomessi ad un altro sò di farvi l'uffizio, e i colpevoli
vescovo. Quando la chiesa princi- furono scomunicati , fintanto che
pale di un luogo è interdetta, le non avessero soddisfatto la pena
chiese inferiori, tanto collegiate che delle loro colpe. Leone vescovo di
parrocchiali che si trovano nello stes- Agde dominazione dei go-
sotto la
so luogo., devono osservare l'inter- ti, per obbligare un signore di quel-

detto quanto all'esteriore; ma se es- la nazione a restituire un terreno


se non sono nominatamente espres- ecclesiastico che aveva usurpato, si
YOL. xxxvi. 4
5o INT INT
recò alla chiesa di Andrea, ove s. predatore di beni di chiesa, essen-
passò la notte in orazioni, e la mat- do stato di nascosto sepolto in un
tina spezzò le lampade che pende- cimiterio presso la chiesa di s. Pie-
vano dalla volta dicendo: Non ri- tro, cinque volte prodigiosamente
splenderà qui la luce se prima non fu trovato gittato fuori. Termina-
sieno siati restituiti i beni della ca- to il racconto, Odelrico abbate di
sa di Dio. Avendo Roberto II re s. Marziale, richiesto dai vescovi del
di Francia, contro le leggi della Chie- suo parere, consigliò che contro i
sa, sposata Berta sua consanguinea, sediziosi nemici della pace, interdi-

il Papa Gregorio V nel concilio cessero tutte le terre del Limosino;


romano del 998 decretò ad ambe- che non si seppellissero i defunti,
due sette anni di penitenza; ma i salvo i chierici, i poveri, i pellegri-
reali il Pon-
coniugi ripugnandovi, ni, e gl'infanti da due anni in giù,
teficescomunico tutto il regno di ne tampoco si portasse alcuno a sep-
Francia dichiarandovi V interdetto pellire in altro vescovato; che si

nella celebrazione de'divini uffizi, celebrassero solamente in privato i

nell'aministrazione de'sacramenti, e divini uffizi, dandosi nondimeno il

nella sepoltura a' morti, ne assol- battesimo a chi lo chiedesse e in


vette il re ed il regno finche Ro- articolo di morte la penitenza e
berto II non si separò da Berta. il s. Viatico ; presso all'ora di terza
Racconta il Rinaldi all'anno io34, si suonassero nelle chiese le campa-
num. 9 e seg., che fu celebrato un ne, nel qual tempo tutti prostrati

concilio Limoges, ove il ve-


in in terra porgessero a Dio divote
scovo Giordano si lamentò dei se- preghiere per la presente tribola-
colari potenti che turbavano e tri- zione, e per la pace; e che si spo-
bolavano la Chiesa, usurpandone gliassero in tutti i sacri templi gli

i beni e opprimendo suoi mini- i altari, come nella Parasceve, e s'a-


stri ed i poveri, onde fu senten- scondessero le croci e gli ornamen-
ziata la scomunica contro i sedi- ti. messe nondimeno, che do-
Alle
ziosi nella celebrazione della mes- veansi celebrare a porte chiuse, si
sa solenne. Nel quale atto tutti i parassero gli altari, ma terminato
vescovi tenendo in mano
e preti il sacrifizio si spogliassero. Vedi
candele accese, le gittarono a terra Scomunica. Questi esempli d'inter-
dopo che il diacono che avea can- dettisono anteriori a s. Gregorio
tato il vangelo ebbe terminato di VII (Vedi) s
al quale articolo ri-

leggere ad alta voce nel tribunale portiamo le Censure ecclesiastiche


avanti l'altare la sentenza di sco- ( Vedi ) da lui sentenziate. De'prin-
munica; ed allora vescovi e preti cipali interdetti se ne parla ai luo-

gridarono: Siccome questi lumi si ghi rispettivi, tuttavia qui appresso


1
estinguono ne vostri occhi, così s'e- ne accenneremo diversi rimarche-
stingua l'allegrezza de'perturbatori voli.

della pace nel cospetto degli ange- Innocenzo


II a cagione dell'arci-

li santi, se non faranno la conde- vescovo Bourges da lui fatto,


di
gna penitenza. In altra azione il e ricusato da Luigi VII re di Fran-
vescovo Caturcense narrò, come giu- cia, nel ii4* pubblicò l'interdetto

dizio visibile della vendetta divina, nel reame che durò tre anni ; ma Ce-
che il cadavere d'uno scomunicato lestino II col solo segno della Be-
3

INT INT 5?*

riedizione (Fedi) assolse il re ed popolo, tutto annunziava tempo di


il regno. Sollevati romani dall'e- i lutto, di sciagura e di pubblica pe-

retico e rivoluzionario Arnaldo da nitenza. Continuando il re a resiste-


Brescia, ferirono il cardinal Gherar- re al capo della Chiesa, Innocenzo
do di s. Pudenziana gravemente, III sciolse i di lui sudditi e vassal-
onde il Pontefice Adriano IV sot- li dal Giuramento (Vedi) di fe-

topose all'interdetto tutta Roma, ca- deltà. Intimorito Giovanni da tan-


stigo non mai per l'addietro pro- to rigore, mostrò pentito, ottenne
si

Tato dall'alma città, e fece in es- dal Papa il suo


l'assoluzione, e fece
sa cessare gli uffizi divini sino al regno tributario della Sede apostolica
mercoledì santo, che cadde a* 2 con annuo censo. Al citato artico-
marzo 1 i55. Allora i senatori, co- lo Innocenzo III, parlammo ezian-
stretti dal clero e popolo romano, dio dell'interdetto ch'egli fece pro-
giurarono avanti il Papa, che avreb- nunziare dal cardinal Pietro di Ca-
bero cacciato da Roma e dal suo pua legato nel concilio di Dijon nel
Arnaldo e
distretto suoi seguaci; i 1099 ° ne 1200, dopo aver esau-
^

onde avendo Adriano IV prosciolto rito replicatameli te le paterne am-


si riem-
la città dall'interdetto, tutti monizioni, su tutti gli stati del re
pirono d'allegrezza, lodando e bene- di Francia Filippo Augusto, fìnch'e-
dicendo il Signore. Degl'interdetti gli non troncasse l'adultero suo com-

fulminati dal magnanimo e zelante mercio con Agnese di Merania, e


Innocenzo III ( Fedi), ne parlam- ripigliasse la regina Ildemburga sua
mo a quell'articolo. A voler qui ri- legittima sposa. La patetica ecom-
cordare solo que' d'Inghilterra e di movente descrizione che nell'applau-
Francia, primieramente diremo di dita storia di quelPapa ci diede il
quello d' Inghilterra ( Fedi). Es- eh. comm. Hurter, non riuscirà qui
so fu formidabile siccome provoca- superfluoil riportarla in gran par-
to nel 12 12 dal re Giovanni op- te,a cagione di sua importanza e
pressore dei diritti della Chiesa, bi- per prendere una vera idea dell'in»
gamo, ed uccisore del nipote. Dal terdetto. Si deve prima però no-
momento in cui l'interdetto fu pub- tare, che il legatoavea facoltà di
blicato contro il regno, le chiese si porre in interdetto sia il re solo
chiusero, si spogliarono gli altari, con la sua concubina, la sua fami-
le sacre immagini e le croci ven- glia e tutti i luoghi dov'essi dimo-
nero coperte di nero e deposte sul rassero, sia tutto il regno o par-
suolo. 1 ministri del Signore cessa- te di esso, ma il legato preferì il

rono d'amministrare i sacramenti ai partito più rigoroso.


fedeli, dal battesimo e dalla peni- Il concilio di Dijon fu convocato
tenza io fuori, i quali continuaro- dal cardinal Pietro pel giorno di s.
no a conferirsi in privato, il pri- Nicolò, e v'intervennero gli arcivesco-
mo bambini, il secondo a'mori-
ai vi di Lione, Reims, Besancon e
bondi. Quelli che morivano veni- Vienna, diciotto vescovi e molti ab-
vano sepolti fuori dei cimiteri. 1 tea- bati: non solo il re invitato rieiw»
tri, i giuochi, le feste, i tripudi fu- portarvisi , ma dai suoi deputati
rono egualmente sospesi. Le cam- fece protestare essere nulla qualun-
pane non suonarono più, le vesti, que deliberazione, ed appellarsi t|
il cibo, l'audameuto esteriore del Papa, Essendo il cardinale autori*-
52 INT INT
zato a procedere non ostante qua- furono privati della parola di Dio
lunque appellazione, il re, secondo e delle pratiche religiose che forti-
il Lenglet , Princìpii della sto- ficano l'anima in tutte le vicende
ria , in Filippo Augusto }
appel- della vita e la sostengono nelle bat-
lò ancora al concilio generale fu- taglie del mondo : più non vi eb-
turo. durò sette giorni,
Il concilio be chi annunziasse le verità del-
a capo de' quali il suono lugubre l'eterna salute. I sacerdoti più. non
delle campane annunziò verso la consacrarono corpo e sangue di
il

mezza notte la fatale sentenza. I Gesù Cristo, tacque il canto de' ser-
vescovi insieme coi preti si por- vi di Dio, ed appena fu concedu-
tarono in silenzio e al lume delle to in qualche monastero supplicare
torcie alla cattedrale,dove i cano- il Signore, fuor della presenza dei
nici stavano pregando Dio ad aver laici, a voce bassa, con porte chiu-
misericordia dei colpevoli. Un velo se, nella solitudine della mezza not-
coperse dappoi l' immagine del Cro- te soltanto, affinchè la sua grazia
cefisso, le reliquie dei santi furono movesse gli animi alla penitenza.
trasportate nelle arche sotterranee, L'organo piti non fece risuonar le
e le fiamme consumarono le specie volte de'templi, e un sepolcrale si-
sagramentali. Dopo di che il lega- lenzio regnava colà dove i fedeli a-
to, colla stola violacea, dinanzi al veano per lo innanzi fatto udire i

popolo, pronunziò in nome di Gesù. loro inni e cantici di gioia sia per
Cristo l'interdetto su tutti gli sta- celebrare che per ringraziare l'Al-
ti del re di Francia, finché que- tissimo. I cerei furono spenti in mez-
sti non troncasse il suo adulterio; zo alle preci funebri; un velo na-
e fu generale il terrore e i gemiti de- scose la vista del Crocefisso; le im-
gli astanti. Il legato ordinò quindi magini de'suoi più gloriosi confes-
che l'interdetto fosse pubblicato pas- sori giacevano in terra, quasi fug-
sati trenta giorni, per tentare se gissero una generazione maledetta;
nella dilazione il re avesse mutato i corpi de'santi si toglievano dalle
consiglio. Questi non si mosse pun- loro casse o teche, e si stendevano
to, onde spirato il termine, portos- sul pavimento della chiesa coperti
si il cardinal legato in Vienna del con un velo nero. Le croci, le im-
Delfinato, allora soggetta all'impe- magini ed i sacri ornamenti degli
ratore, ed in altro concilio di ecclesia- altari, segni di santità e di religio-
stici bandì pubblicamente l'inter- sa consolazione
,
giacendo disper-
detto. Tutti prelati del regno di
i si pavimento, né laici ne sacer-
sul
Francia ebbero quindi ordine di doti osavano baciarli o toccarli con
pubblicarlo nelle loro diocesi e d'in- mano. Il cristiano passando tutto
vigilare per la sua esecuzione, sotto tristo avanti il tempio, con un fug-

pena dell'immediata sospensione de- gitivo sguardo sentiva l'ardente de-


gli uffizi ad ogni vescovo che o- siderio di ritornare in quella chie-
perasse contrariamente a questa sen- sa dove il cuor suo avea sì spesso
tenza, e ad ogni ricalcitrante di do- provate le dolcezze della presenza
ver andare per la festa dell' Ascen- di Dio ; ma le porte erano chiuse.
sione a giustificarsi in persona a Ro- Non più conforto ne fiducia si de-

ma dinanzi alla santa Sede. Da quel stò negli animi, come provavano
giorno i fedeli in tutta la Francia nel venerar le sacre immagini e ri-
INT INT 53
ceverne interni sensi di edificazio- polo a penitenza sotto il pronao
ne; e come se l'aria stessa e la luce del tempio, e solo la domenica, e
fossero contaminate, un negro ve- vestito degli ornamenti di lutto.
lo le ricopriva. E acciò ogni cosa La donna uscita da parto non po-
spirasse lutto e confusione, non più tea venirne a ringraziar il Signo-
suono di campana, salvo che il lu- re che nel vestibolo, ed ivi solo il

gubre squillo d'un monastero dopo pellegrino riceveva la benedizione


il transito d'un fratello ricordava al del suo compiuto pellegrinaggio. Il

cristiano la morte, i misteri, la su- Viatico dal sacerdote consecrato il

prema partita consecrata dalla re- venerdì nella solitudine, veniva re-
ligione. Lo special favore del suo- cato in sull'albeggiare ai moribon-
no campana non
della si concesse di, ma
negata era loro l' estrema
che per una sola e ita ut nec mul- unzione. Vietata era la sepoltura
timi sit intervallimi 3 nec pulsatio in luogo sacro, salvo i preti, i men-
sit prolixa. Fu concessosuono il dicanti, i pellegrini ed i crociati.
ai monaci di Grandmont, a que' lo- Più non si registravano sui regi-
ro monasteri cioè lontani dalle abi- stri de' monasteri i nomi dei pa-
tazioni, e per chiamale i religiosi droni né dei servi. Quelle grandi
sparsi nelle campagne al lavoro. Tal- feste, quelle gloriose solennità del-
volta le campane si tolsero dalle la vita cristiana che accoppiavano
torri e si nascosero in sotterranei. il Signore ed il vassallo dinanzi
La vita già santificata in tutte agli altari, convertivansi in giorno
le sue importanti vicende, si trovò di lutto, e il tempo trascorreva tri-
espulsa fuori della Chiesa; l'uomo ste sì pel che per le a-
pastore
non avea più intercessori presso gnelle. Sparite erano la musica e
Dio. Il giorno battesimo dei
del le feste, tutte le brigate, tutti gli
fanciulli, non più festevole, era triste ornamenti e fìnanco spesso le cu-
e silenzioso, amministrandosi il sa- re del corpo , e persino il ra-
cramento privatamente. Le nozze, dersi la barba e il tagliarsi i ca-
anziché essere celebrate sull'altare pelli; universale digiuno, proibizio-
della vita, stringevansi per così ne di mangiar carni, non più traf-
dire sopraje tombe laonde; gli spon- fico ne' mercati , con fatali conse-
sali del principe ereditario di Fran- guenze per l' industria generale. I
cia si Normandia. Le co-
fecero in notari coscienziosi passavano negli
scienze inquiete non potevano spes- atti pubblici sotto silenzio, come
so aver sollievo nò di confessione, non degno di ricordarsi , il nome
né di assoluzione. In questa pittu- del principe, e segnavano la data
ra dell'interdetto nel suo maggior solo dal regno di Cristo: Regnan-
rigore, deve notarsi che il legato te Christo, della qual formula trat-
tuttavia avea permesso il conlessa- ta diffusamente Natale Alessandro,
re, ma in porticum ecclesiae. L'af- Bui. eccl. tom. VI, sec. XI e XII,
flitto più non era consolalo dalle cap. io, art. 5, p. 637. Nel terzo
parole del sacerdote; più non por- giorno dopo la Candelora fu messo
gevasi il cibo della vita a colui in esecuzione l'interdetto per quasi
che n' era famelico ; non più acqua tutto il reame di Francia. La mag-
benedetta. Al ministro dell' altare gior parte de' vescovi, de' capitoli
era solo conceduto d'esortar il no- e de' curati tennero per più sacri
,

54 I JN T INT
i doveri del ministero spirituale 1282 sottomise la Sicilia all'inter-
che i riguardi verso al principe. detto, pei famosi vesperi siciliani
1! paese fu coperto di lutto, e gli ossia per 1' orrenda strage fatta
storici rammentano con lacrime dei francesi, oltre l'aver solenne-
quell'infelice tempo, in cui il cri- mente scomunicato Pietro III re
stiano più non salutava se non so- d'Aragona complice di tal crudel-
spirando il cristiano, essendo proi- tà ed invasore dell' isola, ove vuoi-
bito il vicendevole saluto. Parec- si che l'interdetto durasse settanta
chi fra que' fedeli uscirono dal re- anni al dire del Rinaldi. Nicolò IV
gno solo per goder le consolazioni nel 1289 levò dal regno
Por- di
della Chiesa, ed in varie contrade togallo l' interdetto postovi da Gre-
ilpopolo sollevossi, costringer vo- gorio X sedici anni prima, per 1' op-
lendo i preti ad aprire le chiese pressione che faceva Alfonso III de-
ed a celebrare i sacri misteri. Fi- gli ecclesiastici. Bonifacio VIII nel
nalmente Filippo Augusto si sot- 1294 scomunicò il re di Danimar-
tomise alla Chiesa, e l' interdetto ca Erico VIII e mise l'interdetto
fu levato nella vigilia dell' Esalta- a tutto il regno, per la prigionia
zione della Croce. Al suono giu- dell'arcivescovo di Lunden. Lo stes-
livo delle campane, al discopritnen- so Bonifacio Vili, per la difesa del-
to delle sacre immagini, allo spa- l' immunità ecclesiastica, scomunicò
lancarsi le porte de' templi,, la giu- Filippo IV il Bello re di Francia,
bilante moltitudine si precipitò in e sentenziò al regno ;
l' interdetto
furia nelle chiese a contemplar i grave argomentoche trattammo
santuari chiusi da oltre sette me- all'articolo Francia. Considerando
si, a udire i sacri cantici, a dedi- il successore Benedetto XI, che ove

carsi alle pratiche del culto reli- pecca la moltitudine conviene al-
gioso : quasi trecento persone pe- quanto moderare il rigore, assol-
rirono nella calca. vette dalle censure il re ed il re-
Altri memorabili interdetti so- gno, senza nominar ne la scomu-
no i seguenti. All'articolo Grego- nica ne l' interdetto. Il suo legato
rio X (Fedi), dicemmo di quello cardinal Albertini di Prato, per le
che nel 1273 tal Papa fulminò fatali fazioni de' guelfi e ghibellini,
alla città di Firenze, ove doven- die sentenza di scomunica e d' in-
dovi transitare nel 1275, mentre terdetto contro Firenze. Nel i355
la traversava assolveva la censura, Innocenzo VI interdisse il regno
ma poi uscito dalla città
rinnovò di Napoli e la regina Giovanna I
l'interdetto, poi da Innocen- tolto pei censo non pagato. A mezzo del
zo V. Quando Martino IV nel 1281 vescovo di Senez Innocenzo VI sco-
fu eletto in Viterbo, la città era municò Pietro I re di Castiglia pei
allacciata dall' interdetto ,
per ca- suoi adulterii, e pose il regno nel-
gione dell'arresto fatto in conclave l' interdizione. Urbano VI decretò
di due cardinali, onde fu punita nel i38g che ne' luoghi ove vi
ancora coll'atterramento d'una par- fosse l' interdetto si potesse cele-
te delle mura ed obbligata ad eri- brare i divini uffizi e la festa del
gere un ospedale: per l'interdetto Corpus Domini colle porte delle
il Papa passò ad Orvieto a farsi chiese aperte, ciò che poi Martino
coronare. Lo stesso Martino IV nel V estese a tutta l'ottava, nella me-
INT INT 5i
desi 'na che Bonifacio Vili
guisa il nunzio apostolico. Dell' interdet-
l'uvea permesso nelle feste di Na- to poi cui Innocenzo XI sottopose
tale, di Pasqua, di Pentecoste e del- la chiesa di s. Luigi de' francesi di
l'Assunzione e Concezione di Ma- Roma, a cagione del marchese di
ria Vergine e sue ottave. Gli ana- Lavardino, si discorre all' articolo
loghi decreti di Urbano VI, Alma Immunità ecclesiastica (Vedi).
Mater ed In festivitatibus, li pub- Degli effetti dell' interdetto di
blicò il successore Bonifacio IX. sopra se n' è parlato nella narra-
Della scomunica, famoso interdet- zione di alcuni interdetti, qui dun-
to e solenne assoluzione di Sisto que ricapitoleremo le cose princi-
IV per le sentenze pronunziate con- pali. Gli effetti che 1' interdetto
tro Firenze nel i47^> P er 1* ucci- produce consistono nella privazio-
sione dell'arcivescovo di Pisa, ar- ne di alcuni sacramenti, degli uf-
resto del cardinal Riario, ed altri fizi divini , e della sepoltura ec-
delitti, ne parlammo all'articolo Fi- clesiastica. Durante un interdetto
renze (Vedi). Dell'interdetto ful- generale non si può amministrare
minato da Innocenzo Vili contro la ss. Eucaristia ad alcuno, tranne
Genova sua patria nel 1489, è a in punto di morte, potendosi pre-
vedersi l' articolo Genova. Giulio cedere in tal caso col suono del
Il nel i5o9 campanello Viatico. Gli eccle-
P er punire la repub- il

blica di Venezia che opprimeva siastici nominatamente interdetti


gli ecclesiastici ed avea occupalo non possono portar quel sagramen-
diverse città e terre della santa to, che in mancanza di coloro che
Sede, sottopose gli stati veneti all'in- non lo sono. Per consecrar perciò
terdetto, e siccome la repubblica, le ostie necessarie è permesso dire
malgrado la costituzione di Pio II, messa una volta la settimana a
erasi appellata al futuro concilio voce bassa, senza suono di campa-
generale, il Papa condannò l'ap- ne, e a porte chiuse. Si possono
pellazione. Di tuttociò, come della confessare le persone sane e am-
solenne assoluzione di Giulio II, se malate, meno quelle che hanno
ne parla negli articoli Venezia ,
provocato 1' interdetto. Un prete
Ferrara, ed altrove. Inoltre Giulio interdetto può confessare benché
II sottopose all' interdetto le città illecitamente. Non si può ammini-
di Pisa e di Lione, per aver dato strare neestrema unzione, né
1'

asiloai cardinali ribelli, che inten- 1' ordinazione, però questa si può
tarono un conciliabolo contro di lui. fare in mancanza di sacerdoti ,

Pei* l'aspra differenza avvenuta nel 1' estrema unzione può dare a si

pontificato di Paolo V coi veneziani chi uon si potè confessare. E dub-


per grave lesione de' diritti della bio se siamministrar il sa-
possa
Chiesa e de' chierici, nel r6o6 quel cramento del matrimonio durante
Papa intimò alla repubblica un mo- 1' interdetto quaulo al battesimo
;

nitorio con interdetto ed altre pe- ed alla cresima è permesso con-


ne. I teatini ed i cappuccini, tran- terirli ; dalla seconda sono escludi
ne quelli del Bresciano e del Ber- quelli colpiti da un interdetto par-
gamasco, partirono perciò dal ter- ticolare. L' interdetto sia locale,
ritorio della repubblica, così i ge- sia personale impediate la celebra-
suiti in forma di processione, oltre zione de' divini uffizi che si so-
56 1NT INT
gliono fare dai ministri della Chie- d' essi erano parte, come lo sono
sa, tranne le feste su m mentova te. ancora, 1' Europa ed altre regioni
Durante 1' interdetto generale tut- avrebbero mancato, massime in
ti sono privati della sepoltura ec- alcuni tempi, d'un freno potente
clesiastica, eccettuati i laici privile- ai più, formidabili principi, non
giati, e gli ecclesiastici che non che ai duelli legali e volontari,
sono nominatamente interdetti; i alle discordie civili, alla schiavitù
fanciulli, e che hanno
gli adulti domestica, a tanti altri mali
e
ricevuto i sagramenti sono privi che 1' uomo perverso fa al suo si-
della sepoltura ecclesiastica, perchè mile. I canoni de'concilii e le de-
essa non è ne utile, ne necessaria, cretali de' Papi di cen-sono pieni
come i sacramenti. Quanto ai casi sure fulminate per simili cagioni.
sottoposti all' interdetto, sei sono i Dall'altra parte non si deve tace-
principali. i.° Quando una città dà re che alcuni pastori della Chiesa,
consiglio o aiuto a quelli che mal- abusando armi spirituali, co-
delle
trattano un cardinale. i.° Quando me spesso abusa della ragione
si

riceve gli usurai pubblici. 3.° Quan- e di altri doni celesti, le adopera-
do oltraggiasse qualche Pontefice. rono in certe epoche con eccessiva
4-° Quando dei religiosi o laici frequenza, e talvolta per leggiere
hanno sepolto nelle loro chiese o o non giuste cagioni. E siccome
cimiteri persone alle quali aveano la forza delle esterne applicazioni
fatto promettere eh' essi scegliereb- quanto è più spesso esercitata, di
bero le loro sepolture presso di tanto vien meno, così gì' interdet-
essi,o che non le cambierebbero ti ed altre canoniche pene perdet-

punto. 5.° La sepoltura degli ere- tero a poco a poco della salubre
tici ne' luoghi ov' essi sono sep- ed utile loro efficacia.
pelliti.6.° Quando vengono am- INTERIM. Specie di regolamen-
messe in una chiesa ai divini uffi- to provvisionale pubblicato per or-
zi persone nominatamente inter- dine dell' imperatore Carlo V nel
dette; intorno a che va notato i548 per pacificare la Germania.
che dopo la bolla Ad vitanda Diversi furono gì' Interim concessi
scandala, non vi è più interdetto da Carlo V in materia di religio-
locale che non sia denunciato. Vi ne agli eretici di Germania, finche
sono le pene imposte a chi viola si celebrasse il concilio generale ;

T interdetto, sia coli' interdizione ma il più famoso è ['Interim d'Au-


nelle chiese, sia Dell' incorrere in gusta, perchè l'atto si formò du-
irregolarità, ancora colla sco-
sia rante la dieta celebrata in quella
munica. Finalmente, quanto a co- città,ove nella dieta del i53o eb-
loro che possono levare 1' interdet- be già luogo la famosa Angus tana
to, questo sia generale, sia locale, Confessione (Vedi)) forinola di fede
sia personale, non può essere leva- de'luterani compilata dall' eretico

to che da colui che ha giurisdizio- Filippo Melantone. A riparare i

ne nel foro esteriore. Senza queste gravi danni delle moltiplici eresie,
regole austere gì' interdetti non il Pontefice Paolo III stabili la ce-
avrebbero prodotta 1' impressione lebrazione del concilio generale, ad
profonda che da principio facevauo; onta della ostinazione e contrarietà
e senza 1' ecclesiastiche censure on* de' principi tedeschi fautori degli
INT INT 57
eretici, laonde si aprì in Trento berga, Michele Heldingo vescovo
nel i545, città posta ai confini di Sidonia suffraganeo di Magon-
dell' Italia e di Germania. Per la za, e Giovanni Agricola d'Eislebeu
strage che fece poi la peste ne'con- compatriotta di Lutero, quello stes-
gregati, stimò bene il Papa trasfe- so che avea travagliato con Me-
rirlo nel i547 a Bologna, malgra- lantone alla prima confessione di
do la ripugnanza ed altiere mi- Augusta, e che poi si era fatto
nacce dell'imperatore, il quale si capo degli antinomiani, ossia di
disgustò pure con Paolo III per que' luterani duri e senza ritegno,
le sue pretensioni su Parma e Pia- i quali negavano persino la neces-
cerna. Restalo per tal discordia il sità delle buone opere prescritte
concilio interrotto, e dubitando Car- dal vangelo ; dicesi però che Gio-
lo V in tale intervallo di qualche vanni a quel tempo avea abiura-
sconvolgimento, giacché i turchi e to, o voleva abiurare le passate
il re di Francia erano in armi e , eresie. In ventisei articoli o capi-
spesso gli tumultuavano nei
ereti-ci toli i tre teologi in termini gene-
suoi stati, eccedendo i diritti d' un rali abbracciarono i principali dom-
sovrano temporale, concepì il chi- ini della religione, de' sacramenti
merico disegno di pacificar la Ger- e delle cerimonie della Chiesa, e
mania col conciliare due cose in- due affatto contrari all'economia
compatibili come sono la fede e e disciplina medesima, cioè
della
J
l'eresia, a mezzo di una formola di concedere il matrimonio a sa-
di fede, che facesse interinalmente cerdoti, e la comunione sotto am-
dottrinale regola pei cattolici e lu- bedue le specie ai laici cioè il ,

terani, sino alla decisione definiti- primo tollerarlo in que' preti che
va e solenne del concilio generale, avevano rinunziato al celibato, la
e spedirla a tale effetto nella die- seconda tollerarla in ogni luogo ove
ta che allora celebravasi ad Au- erasi introdotta. Oltre quanto di
gusta. Progetto assurdo e ingiu- esso regolamento dicemmo al voi.
rioso ai padri del concilio che a- Ili, p. ii3 del Dizionario, come
veano già deciso in otto sessioni delle sue conseguenze, aggiungere-
molti articoli, e disonorante per mo col Bergier, che tali articoli
tutta la Chiesa, di cui faceva cre- concernevano lo stato del primo
dere la fede versatile o talmente uomo avanti e dopo la caduta; la
oscurata sui punti essenziali com- redenzione degli uomini fatta da
battuti dai novatori, che i fedeli Gesù. Cristo; la giustificazione del
quasi non sapevano più cosa cre- peccatore; la carità e le buone opere;
dersi. Questo regolamento provviso- la fiducia deve avere che Dio
che si

rio voleva l'imperatore farlo com- ci abbia perdonato peccali la Chie- i ;

porre da alcuni teologi de'due par- sa e le sue vere note, la di lei po-
titi per meglio conciliare i lutera- destà ed autorità, i di lei ministri,
ni coi cattolici; ma non avendo il Papa ed i vescovi; i sacramenti
potuto questi accordarsi tra loro, in generale ed in particolare; il
incaricò tre celebri teologi che for- sacrifizio della messa; la commemo-
massero degli articoli sui punti con- razione de' santi, la loro intercessio-
troversi tra le parti. Essi furono ne ed invocazione ; la preghiera
Giulio Paflugio vescovo di Norini- pei morti, e l'uso de' sugi amenti.
58 INT INT
Sebbene i teologi compilatori di tri Io accettarono e scrissero per
sì fatta professione di fede assicu- difenderlo. Molto meno fu accetta-
rassero l'imperatore ch'era inte- to 1' Interim dai protestanti : Bu-
ramente ortodossa, il Pontefice non cero, Muscolo, Osiandro
ed altri
voile giammai approvarla, non solo lo rigettarono col pretesto che vi
perchè non apparteneva a cesare pro- si comprovava e ristabiliva 1* au-
nunziare sulle materie di fede, ma torità pontifìcia, cui questi pretesi
anco perchè la più parte degli ar- riformatori sognavano aver distrut-
ticoli erano enunziati in termini ta, onde molti per con-
scrissero
ambigui, tanto propri a favorire futarlo. Ma poiché
imperatore 1'

l'errore, come ad esprimere la ve- adoperò tutta la sua autorità per


rità. Nondimeno Carlo V persistet- farlo accettare, sino a bandir dal-
te nel presentare il regolamento, l' impero Magdeburgo e Costanza
o come altri lo chiamano libello, che ricusavano sottomettervisi, così
a tutti gli ordini dell'impero adu- quelli che lo ricusarono si chiama-
nati nella dieta d'Augusta, speran- rono Rigidi, quelli che lo accetta-
do così tenersi armi dei
unite le rono, fra' quali gli elettori prote-
principi luterani come avea fatto con stanti di Brandeburgo e Palati-
altri Interim, e la dieta accettando- no, Interimisti o Adiciforisti cioè
a'i5 maggio 1 548 lo con-
lo, egli indifferenti, asserendo essere meglio
fermò con una costituzione imperia- servirsi della religione secondo il

le. Carlo V lo promulgò quindi in tempo, conformarsi ai voleri del-


tedesco e in latino, riservando a l'imperatore, che fomentar discor-
sé la dichiarazione dubbi che ne' die, riservandosi però il diritto di
potessero nascere, e con pene pei adottare o rigettare ciò che loro
trasgressori. Paolo III con avve- sembrava buono nella costituzione
duto consiglio per allora non fece imperiale. GÌ* interimisti vennero
doglianze per sì pregiudizievole anche detti generalmente Luterani
editto, ma esso eccitò grave rumo- rilassati o Luterani molles . Si
re nel cristianesimo, e venne chia- distinsero ancora in altre classi,
mato Interim come decreto o re- cioè in Cesarei, Politici ed Impe-
golamento provvisorio, ordinato fin- riali, quelli che ricevettero intera-
ché il concilio non pronunciasse la mente 1' Interim di Carlo V; in
decisione e la regola di ciò che ap- Lipsici quelli che lo abbracciarono
parteneva alla fede, di conformar- emendato però dai ministri di
visi a tutti gli stati dell'impero ger- Lipsia, con nuovo Interim in cui
manico. Da molti 1' Interim fu si ammettevano la confermazione
chiamalo Intentus, perchè alla e r estrema unzione co' riti e ce-
morte dell' anima conduceva quel- rimonie della Chiesa, e si rigetta-
li che 1' abbracciavano ; altri lo vano molte sentenze di Lutero ;
paragonarono alle forme simili e ed in Francici, ch'erano predicato-
riprovate dette Etiotico, Ectesi e ri del marchese di Brandeburgo,
Tipo (Vedi), di tre imperatori che alcune cose innovarono e
greci a' quali fu assomigliato Car- commutarono nell' Interim de' li-

lo V. In generale i cattolici ricu- psici, così detti dai teologi della


sarono di sottomettersi all'Interim, Franconia autori di tali mutazioni.
perchè favoriva il luteranismo ; al- Dall'Interim derivarono delle set-
INT INT 5V)

le, e guerre die lacerarono


litigi rosa condotta, e li premunì della
sempre più la Germania. Perciò secondo il bi-
facoltà di dispensare
T Interim è una di quelle opere sogno nei due sopraddetti articoli,
con cui volendo accordare due par- dove non soffrisse pregiudizio al-
titi opposti, si perviene a disgu- cuno la purità della nostra reli-

starli tutti e due, e spesse volte gione; ma trovando i nunzi che


a vieppiù Tale si fu
inasprirli. la pentinacia de' protestanti non
l'esito di quello di cui pnrliamo ; cedeva in modo alcuno dalla co-
non rimediò a niente, fece mor- munione del calice, e che i loro
morare i cattolici, ed irritò i lute- predicatori, per la maggior parte
rani. É per altro un assurdo vo- religiosi non riducevansi
apostati,
ler dare un temperamento, e pal- in veruna guisa ad abbandonar le
liare le verità cui piacque a Dio mogli che sacrilegamente avevano
rivelare, come se dipendesse da prese, così il zelante Pontefice non
noi l'aggiungervi o diminuire; si potè ricavar frutto alcuno per
devono professare e credere come mezzo de' suoi nunzi.
ci furono trasmesse da Gesù Cri- INTER1MISTI. V. Interim.
sto e dagli apostoli. Fu dunque INTERNUNZIO APOSTOLICO,
1'Interim attaccato gagliardamente Internunlius apostolicus. Officio e
da molti scrittori non meno pro- dignità di quello che il sommo
testanti che cattolici. Tra primi i Pontefice manda con tal qualifica
sono Gaspare Aquila, Filippo Me- ad una corte straniera per eserci-
lantone, e Giovanni Calvino. Tra tarvi il ministero del Nunzio apo-
i secondi, Roberto Canale vescovo stolico (Vedi), in mancanza del
d' Avranches, col libro: Antidotum nunzio medesimo, ambasciatore o
ad proposila per Interim non per legato del Papa. Siccome V officio
modum, quam praeter omnem re- e dignità di questi si dice Nun-
ligionis modnm oliata, Lugduni ziatura, così quello dell'i nternun-

1 548, et Parisiis i54g. Corrado zio chiamasi Inlernunziatura. Al


Clingio teologo francescano col presente la santa Sede tiene in
trattato: De securitatc conscientiae. Lisbona, presso la corte reale di
In Roma Francesco Remeo gene- Portogallo, un arcivescovo in par-
rale de* domenicani, e in Germa- tibus col titolo e grado d' inter-
nia Nicolò Eobadilla uno de' pri- inimio straordinario e delegalo a-
mi della compagnia Gesù. Veg- di postolicoj ed in Rio-Gianeiro, pres-
gasi il Pallavicini, Istoria del conc. so la corte imperiale del Brasile,
di Trento lib. X, cap. 17. Per ov- un prelato domestico del Papa,
viare a' gravi mali che dall' Inte- col titolo d' internunzio apostolico
rim potevano provenire, Paolo III ed inviato straordinario.
nel 1 54<3 spedi in Germania i ve- INTERSTIZIO, Interslitium. In-
scovi di Fano, Verona, e di
di tervallo o spazio di tempo regola-
Ferentino in qualità di nunzi a- to dalle legqi. Gl'interstizi ecclesia-
postolici, con piena autorità di stici sono gl'intervalli di tempo che
trattare con Carlo V la maniera secondo le leggi della Chiesa vi de-

più efficace per mettervi un giusto vono essere tra il ricevimento di


riparo. Raccomandò a questi pro- un ordine e ((urlio di un altro ordi-
ni urosamcule una dolce e manic- ne superiore. V. Ordinazioni,
2

60 INT INT
INTROITO, Introitus. Il prlnci- mi cardinali dell' ordine de' pre-
che consiste in una
cìpio della messa, ti, i quali lo baciano nel petto e
antifona composta ordinariamente nella guancia, al modo già detto al
di qualche versetto di un salmo. voi. IX, p. 19 del Dizionario, con
La parola introito deriva da introi- le analoghe spiegazioni. Il Ponte-
tus che vuol dire entrata, ingresso, fice s. Celestino I del 4 2 ^, secon-
perchè l'introito si dice al princi- do Valfrido, De rebus eccles:, cap.
pio della messa. Macri in fatti
Il 9, ordinò si cantasse nel principio
nella Notizia devocab. eccl. dice che della messa: Antìplionas ad introi-
l'introito è cos\ nominato perchè timi dicere Caelestinus Papa quadra-
si canta mentre il sacerdote entra nel gesimus quintus instituit, sicut legitur

sacro altare, e perciò nel rito ambro- in gestis Pontificum , cimi ad e/us
siano chiamasi Ingressus, Ingressa; usque tempora ante sacrificium le-
ovvero perchè si cantava mentre il ctio una Apostoli tantum et evange-
popolo entrava in chiesa. Nel Gior- lium legeretur. Sebbene prima di
gi t. II, cap. 7, p. 4o, ed in Ducan- s. Celestino I si cantava l'introi-
ge e Carpentier, l'introito si chia- to come si raccoglie da Cassia-
ma Ingressa, Ingressarium, o Invi- no, De instit. monadi, lib. 3, cap.
tatorium. Da s. Gregorio I viene i 1 . Per Baronio all'anno 4 1
il che il

chiamato Antiphona, perchè al suo afferma che questo Papa facesse tal
tempo si cantava dal coro alterna- decreto per la Chiesa romana, e
tivamente, mentre il celebrante u- dell'istesso sentimento fu il cardi-
sciva dal sacrario, ovvero celebran- nal Bellarmino, De miss. lib. 1, cap.
do il Pontefice quando dal trono 16. Si cantava anticamente tut-
andava all'altare. Tuttociò denota- to il salmo, ma poi per il lamen-
va la venuta del Salvatore in ter- to del popolo, come dice s. Agosti-
ra, come nota Simeone Tessaloni - no serm. 11 5, De temp. y si abbre-
cense, lib. De tempi, cap. De mystag. viarono le messe cantandosi sola-
Anzi per alludere alle parole del mente un versetto del salmo coll'an-
profeta Abacuc, Deus ah austro ve- tifona ; alla fine di questo versetto
niet, solevasi anticamente a tale ef- dicesi anche il Gloria Patri (Vedi),
fetto collocare il trono del vesco- come si dice in fine di tutti i salmi,
vo nella parte australe della chie- secondo l'uso della Chiesa, fondato
sa, nel medesimo sito ove si vedo- sulla tradizione degli apostoli. Dei
no erette le sagrestie antiche; co- versetti chiamati troparii, che si

sì confermano alcuni ragionando


lo cantavano avanti o insieme all'in-
della processione mentre il celebran- troito, sono a vedersi g|i articoli
te dalla sacrestia s'incammina ver- Libro e Tropus. Inoltre ne' primi se-
so l'altare, nel lib. De divin. offìc. coli della Chiesa sembra che l'introi-
con queste parole: Ab australi par- to fosse soltanto il Dominus vobiscum
te sit , declarat Dominimi Jesum (Vedi), colle lezioni della sacra Scrit-
a parte meridionali ortum esse, tura. Nel rito ambrosiano però l'in-
nani Hierusalem in meridio liabet troito non ha né il versetto del
Bethleetn, a quo loco ipse Salvator salmo, né Gloria Patri, né si
il

venit. In questa processione, quan- duplica , eccetto che nelle mes-


do il Papa celebra pontificalmen- se da morto. Ommettesi il mede-
te viene incontrato dai tre ulti- simo in quelle delle quattro più
.

INT INT 61
solenni vigilie delle ferie dette de fìti novellamente battezzati. La ter-
exceptato, quando nell'uffizio si reci- za domenica dell'Avvento prende il

tano le litanie, e dei tre giorni del- nome di Gaudete dall'introito del-
le rogazioni, come pure nel decorso la messa. Nella festività di s. Aga-
della messa sì om mettono in tali ta vergine e martire si canta un
giorni il evangelium Yoffèren-
post t
introito particolare, che comincia
da, il confrattorio ed il transitorio. colle parole Gaudeamus omnes ,

Rappresenta l'introito le reitera- per denotare la singolare e straor-


te preghiere dei santi padri del Te- dinaria allegrezza con la quale an-
stamento vecchio in chiedere il so- dò al martirio, mostrando costanza
spirato Messia, che però si replica, virile, osservandolo Durando nel lib.
come nota Innocenzo III, De mist. 7, cap. 47* Nella festa de'ss. Ger-
missàc lih. I, cap. 18. Nella mes- vasio e Protasio martiri comincia
sa della domenica seconda dopo l'E- l'introito, Loqueliir Dominus pa-
pi fatti a comincia l'introito Omnis cem, composto da s. Gregorio I, per-
terra adoret te, per la seguen- chè in tal giorno si stabilì la pace
te ragione riportata dal Macri. L'im- tra romani, l'imperatore e il re dei
i

peratore Augusto avea ordinato che longobardi Agisulfo. Quello della


da tutte le città soggette all'impe- Beata Vergine, Salve sancta parens,
ro romano venisse una persona in fu composto dal poeta Sedulio. Vi
Roma, portando un pugno di ter- sono pure alcuni introiti irregolari,
ra per mostrare il vassallaggio all'im- tratti non dal salterio e salmi di
pero. Di questa terra si formò un Davidde, ma dai profeti o da altri

monticello, sopra del quale fu poi libri della Scrittura, come sarebbe
al tempo dei cristiani edificata una nel giorno del santo Natale: Puer
chiesa dedicata in tal domenica uatus est nobis, tratto da Isaia al
Laonde si canta questo introito per cap. g; e nell' Ascensione di Cristo:
mostrare la grandezza del supremo Viri Galìlaei, tratto degli Atti de-
monarca adorato da tutta la terra, gli apostoli al cap. i;e talvolta sono
assai piò: degnamente che i cesa- formati ad libitum dalla Chiesa, co-
ri romani, come osservò il Duran- me sarebbe : Gaudeamus omnes m
do nel lib. 6, cap. 19. La quarta Domino diem festum celebrantes
domenica di quaresima chiamasi sub honore etc. Si (lice l'introito
y

Laetare dall'introito della messa. della messa sempre allo stesso mo-
L'introito della feria quarta dopo do col Gloria Patri, come sta re-
tale domenica tutto allude al san- gistrato nel messale, fuorché nel tem-
to battesimo, perchè in tal giorno po di Passione, perchè gl'introiti so-
si faceva il terzo e più solenue scru- no della Passione di Cristo, e perchè
tinio dei catecumeni, come rileva è vicina l' umiliazione del nostro
Durando, lib. 6, cap. 56. Il saba- Capo; onde si tace la lode dovu-
to precedente la domenica di Pas- ta alla ss. Trinità, perchè il Figliuo-
sione è denominato Sitientes dalla lo quanto alla natura è lo stesso col-
prima parola dell'introito della mes- le altre divine persone. La prima
sa. Nel sabato santo e in quello ragione è addotta da Durando lib.
della Pentecoste non si canta l'in- 6, cap. 60, la seconda da A inalano
troito cominciando la messa dal Ky- lib. 4> ca P* 20# Senza il Gloria
rie cleison, perchè si prega pei neo- Patri e come sta uel messale si di-
,

62 INT INV
ce pure nelle messe de'defunti. Glis- pagarono un tempo i Papi nell'in-
sai Rom. par. I, tit. 7, rub. 1. V. tronizzazione e consecrazione, ar-
Messa. gomento che trattammo pure al-
INTRONIZZAZIONE, Inthroniza- l'articolo Elezione de' Pontefici.
tio. Collocare nel trono ovvero nella INTRUSIONE ed INTRUSO.
sua sedia vescovile il nuovo vesco- L'intrusione è godimento di unil

vo immediatamente dopo la sua benefizio o l'esercizio di una cari-


consecrazione. Questo uso risale ai ca senza buono o legittimo titolo :

primi secoli della Chiesa, scrivendo r intrusione produce una incapaci-


s. Pier Damiano neìì'epist. 9: Bea- tà perpetua in colui che è intru-
tus Valerius episcopus dum sibi pro- so, di possedere il benefizio nel qua-
vider successorem magnani Augusli- le è intruso; è altresì l'intruso in-
num ecclesiae Hipponensi inlhronizat. capace di possederne alcun altro
Appena il vescovo era collocato secondo alcuni teologi , che dicono
sulla sua sede faceva al popolo una che l' intrusione produce l' irrego-
istruzione, e questo primo sermone larità, e l'irregolarità produce l'ina-
eia chiamato discorso intronislico. bilità generale ai benefìzi. L'intru-
Scriveva in seguito ai suoi compro- so dunque è quello che è entrato
vinciali per dar loro conto della per forza in possesso d' un benefì-
sua fede ed entrare in comunione zio di sua propria autorità e sen-
con essi, e queste lettere appella- za un titolo canonico od almeno
vansi intronisi che . Chiamossi poi colorato. Il diritto comune qualifi-
Inthronis ticum quella somma di de- ca per intrusi quelli che avendo
naro che i vescovi solevano paga- molti benefìzi incompatibili, ancora
ma era
re a fine di essere installati; vogliono averne altri simili per ambi-
questo un abuso e fu dichiaralo si- zione o per avarizia; quelli che si fan-
moniaco e condannato col VII no provvedere di benefizi senza l'au-
canone del concilio generale Late- torità del collatore, quand'anche fosse
ranense III, tenuto nel 11 79 dal egli sospeso a quell'epoca che ; quelli
Papa Alessandro V. Cattedra,III. si fanno dare dai collatori dei be-
Faldistorio, Sedia e Vescovi. An- nefizi che non sono ancora vacanti,
ticamente anco i romani Pontefici e quelli eh' entrano in un benefizio
venivano intronizzati dopo la elezio- senza alcun diritto, di loro propria
ne e dopo la consagrazione, ordina- autorità o per forza. V. Benefizi
zione o benedizione, tanto nella Chie- ecclesiastici.
sa di s. Giovanni in Laterano, come INVENZIONE della ss. Croce,
dicemmo in quell'articolo e nell'al- Festa. V. il voi. XVIII, pag. 234
tro d'Ingressi solenni in Roma, che e 2 35 del Dizionario.
nella chiesa di s. Pietro in Vatica- INVESTITURA, Dominium tra-
no, come si notò ai voi. Vili, p. dere. Lo investire, in significato di
168, X, pag. 268, e principal- concedere dominio o un feudo, ed an-
mente nel XVI, p. 3o6, 307 e 3o8 che l'atto col quale s'investe. La pa-
del Dizionario, cioè sulla sedia rola investitura deriva dal lati-

o cattedra di s. Pietro che tut- no investire , che significa vestire


tora si venera in quella basilica. ed ornare; ed è perciò che investire
Cosi nel detto ultimo volume si ed infeudare sono sinonimi, e signifi-
parla dell' abuso delle tasse che cano ambedue mettere in possesso
INV INV 63
e investire del feudo colui il quale ad altra persona. Per rinvestitura
presta giuramento di fedeltà al si- d'un campo davasi talvolta all'in-
gnore dominante. L'investitura pro- vestito una zolla erbosa ; tal altra
priamente è dunque un atto con cui gli metteva tra le mani un ba-
si

il signore che ha il dominio su di stoncello chiamato festuca, oppure


un paese, investe di un feudo, un pugnale e una spada per de-
o di una porzione d'un feudo, di notare la podestà che al nuovo
una terra o di una dignità un suo possessore si concedeva di cambia-
vassallo, il quale si obbligava con re, distruggere, tagliare, rovesciare
giuramento di essergli fedele e di e generalmente operare sul suo
rendergli i servigi ed i doveri ri- fondo tutto quello ch'egli credesse
chiesti. Dal diritto civile passò po- opportuno. In alcuni casi si pone-
scia quel vocabolo al diritto cano- va in dito all' investito un anello
nico, e si dissero investiti de'be- o gli consegnava una moneta,
si

nefizi ecclesiastici quelli che al una pietra o qualche altra cosa


possedimento di que' benefizi era- che fosse emblema di dominio.
no legittimamente ammessi dal Pa- Così sovrani accordavano l'inve-
i

pa o da altri collatori ecclesiastici, stitura di una provincia, consegnan-


o anche dai patroni ecclesiastici do all'investito uno stendardo o
o laici. Laonde l'investitura de'be- una bandiera.
nefizi eziandio è un atto col qua- Il Muratori nelle Dissert. sopra
le si dichiara e si conferma il di- le antichità italiane, parlando nel-
ritto risultante dalla collazione di la XI dei feudi, dice come davasi
un beneficio fatta dal collatore le- 1' investitura con vari simboli, cioè
gittimo in favore di un nuovo ti- colla tradizione d' un bastone, di
tolare. V. Benefizi ecclesiastici una coppa d'oro, d' un ramo d'al-
ed Investiture ecclesiastiche, men- bero o altra simil cosa che si met-
tre all'articolo Feudo (Fedi), oltre teva nelle mani del nuovo vassal-
la sua definizione, parlammo della lo. Il Ducange nel Glossario alla
sua differente specie, sua origine, voce Investitura ne riporta vari e-

de' doveri e cose riguardanti i feu- sempli. Ma allorché si trattava dei


datari, ed ancora de' feudi eccle- maggiori feudi, si dava l' investitu-

siastici. Investitura de'feudi nomi- ra per lanceam et cqfanonum, co-


nossi dapprincipio la concessione o- me apparisce da quella che l' im-
riginaria del feudo o l'atto d'infeu- peratore Enrico YI diede al po-
dazione ; in appresso s' indicò col- polo di Cremona per la loro cit-
lo stesso vocabolo il ricevimento tà nel i iQ^. Solevasi dare l'inve-
della fede e dell'omaggio prestato stituraanche per virgarn ovvero
dal nuovo vassallo, per mezzo del per baculum, e tal modo usarono
quale il vassallo medesimo veniva non solo i principi o signori laici,

investilo ed impossessato del suo ma ancora i romani Pontefici col-


feudo. Gli atti d' investitura erano la verga o colla Ferula (Fedi).
anticamente accompagnali da alcu- Antonio degli Elfetti nelle Memo-
ni segni esteriori o simboli, co'qua- vie di s. Nonnoso, p. 81, discor-
li si esprimeva la traslazione che rendo de' feudi come s'investivano,
con quegli atti facevasi delle pro- dice che Cencio Camerario nella do-
prietà o del possedimento da una nazione della contessa Matilde ri-
64 INV INV
porta la formola della rinunzia so- per la quale il Pontefice dichiara-
pra i jus e dominii per cultellum, : va che per essa non intendeva pre-
feslucani innodatam, gantonem et giudicare in nulla i diritti che al-
gavalionem terrae, atque ramum tri potesse avervi. Del modo come

arbori* me ex inde foras expuli 3 concedevasi questa investitura delle


carpini^ et absentem me feci; i pos- due Sicilie ne parlammo all' articolo

sessi feudali poi ed investiture mag- Concistoro [Vedi), massime in quel-


giori si facevano per Iradilionem lo di Clemente XIII, in cui si ri-

baculi, anuli, per cuppam argen- porta il cerimoniale eh' ebbe luo-
fustem mirtinum. Aggiun-
leatn, et go nel 1760, e può eziandio ve-
ge che
i no tari de' suoi tempi dersi l'articolo Chinea. Il di lui

(1675) usavano ne' possessi inferio- predecessore Benedetto XIV nel


ri invece degli antidelti, glebas e- 1748 a' 12 giugno emanò la co-
vellendo, ramos incidendo, herbas stituzione Concreditum, presso il suo
et flore s legendo, portas clauden- Bull. tom. I, p. i45, sopra la rin-
do et aperiendo : per regulam s'in- novazione delle investiture e delle
vestivano le abbazie, ex festucare altre concessioni de' beni di domi-
era dal vecchio padrone al nuovo nio diretto della camera apostoli-
dare un ramo del predio venduto, ca. V. Censi della santa Sede.
spossessandosene. 11 Borgia nella sua Delle altre investiture date dalla
Breve istoria del dominio tempo- santa Sede de' suoi dominii, come
rale della Sede apostolica nelle della Corsica, della Sardegna, di
due Sicilie^ dice che ligius homo, Parma e Piacenza, ec. se ne par-
ligius homagium non significa che la ai loro articoli.
vassallo e vassallaggio , formole INVESTITURE Ecclesiastiche.
spesso ripetute ne'diplomi delle in- Pretensione ch'ebbero gl'imperatori,
vestiture e ne' giuramenti. Nella i re, i principi, i duchi, i conti ed
medesima opera prova come le in- altri signori, di mettere in posses-
vestiture delle Sicilie date per tan- so col pastorale e coll'anello quei
ti secoli dalla santa Sede, sono at- vescovi ed abbati de' loro stati , i

ti evidenti del suo sovrano domi- quali prestavangli fede ed omaggio


nio sopra le medesime; che esse pei feudi da essi ottenuti. Diversa
non sono un atto di mera divo- però era secondo le varie dignità,
zione, ma
rendono l'investito giu- e secondo i vari uffizi, la forma
sto possessore, e vero e proprio con cui conferivasi l'investitura dei
vassallo della santa Sede; che sono benefizi ecclesiastici ; il vescovo ri-
affatto diverse da quelle de' regni ceveva quell'investitura per mezzo
offerii tributari a s. Pietro, di che del bacolo o bastone pastorale e
trattiamo all'articolo Stati tribu- dell'anello, l'abbate per mezzo del
tari alla santa Sede ; che quella solo bacolo, il canonico col mezzo
delle due Sicilie era data dalla del libro corale, ec. Sopra i diversi
santa Sede per aver nell' investito modi e formole di concedere le in-
un conservatore e difensore de'suoi vestiture, può vedersi l'articolo In-
diritti, il ad ogni
quale prestava vestitura. Oltre quanto dicemmo
nuovo Papa il giuramento di fe- all' articolo Feudo sulla sua origi-
deltà, e confuta quanto venne det- ne, qui noteremo che i francesi as-
to sulla clausola dell'investitura, segnano alle investiture la seguente
INV INV 65
origine. Avendo la Chiesa comìn- giormente piaciuto. Il più delle
nato a possedere molti feudi sotto volle concedevano essi l'investitura
Pipino ed il suo figlio Carlo Ma- delle chiese non ad uomini saggi
gno de' quali arricchita 1' aveano
, ed esemplari, ma sibbene alle loro
la liberalità de' principi tanto in creature e ai cortigiani che meglio
Francia quanto in Germania, i ve- sapessero adularne le viziose pas-
scovi e gli abbati trovaronsi impe- sioni ; e siccome erano sempre in
gnali da queste concessioni a pre- bisogno di denaro, sia per far la
stare tra le mani del principe con- guerra, sia per alimentare il lusso
cedente il giuramento di fedeltà e e la prodigalità necessaria al deco-
l'omaggio de' feudi da esso avuti , ro della loro grandezza, mettevano
e di riceverne ^'investitura per mez- perciò le abbazie e i vescovati al-
zo del bacolo e dell'anello, senza l' incanto, e ne conferivano il pos-
però che i principi pretendessero sesso a chi poteva comperarlo più.

con questa cerimonia conferire ad caro.


essi alcun potere spirituale. 1 piti Fu questa la fonte e la scaturi-

antichi re d'Inghilterra esercitaro- gine di tutti i mali della Chiesa :

no egualmente il medesimo diritto. ciascuno, non polendo giungere alle


In tal modo i vescovi e gli abbati dignità ecclesiastiche se non a forza
pel vincolo del feudalismo erano d'oro, si studiava di rammassarne
influenzati e soggetti al potere tem- tutto quel più che venissegli fatto;
porale con fatalissime conseguenze. e per tal modo una turpe cupidi-
Nel secolo X il governo feudale in- gia, la dilapidazione dei beni dei
vase tutta la società; la guerra non poveri, vessazioni, estorsioni , an-
si mantenne che
mezzo de' vas- col gherie senza numero furono le tri-

salli, ai aveano ac-


quali i principi ste conseguenze di questo falso si-

cordato le terre sotto il canone del stema. I vescovi e gli abbati, in*
servigio militare, né gli stessi pre- nalzatisi al loro grado per simonia,
lati furono esclusi da queste lusin- non potevano godere di veruna au-
ghiere e seducenti gratificazioni. torità sopra i loro inferiori ; e que-
Grandi feudi essendo congiunti ai sti sedotti dai cattivi esempi de' ca-
vescovati, tenevano soggetto il ve- pi, e desiderosi di poterli un ò\
scovo a tutte le leggi del feuda- pareggiare , si abbandonavano di
lismo, e l'obbligavano a fornire in buona coscienza alle prave inclina-
tempo guerra un certo contin-
di zioni della natura, e distruggevano
gente d'uomini e di cavalli , e a per tal guisa ogni ragione di ec-
cavalcare in persona all'esercito, clesiastica disciplina. D'altra parte
ogni qualvolta il signore del feudo i vescovi stavano quasi sempre as-
lo avesse intimato. Ma ciò che pone- senti dalle loro diocesi, occupati
va il colino allo scandalo della Chie- siccom' erano alla guerra che in
sa che i principi, mas-
era il diritto quell' epoca di barbarie non aveva
simamente di Germania, si aveano mai fine, o se questa per avven-
arrogalo di nominare senza l' in- tura lasciava luogo ad un istante
tervento dell'autorità ecclesiastica di tregua e di riposo, intrattenuti
a tutte le dignità sacerdotali che dalle assemblee generali della na-
si trovavano nel territorio de' loro zione, alle quali venivano come si-

vassalli, chiunque fosse loro mag- gnori e primi membri dello stato
VOL. xxxvi.
66 INV INV
convocati non potevano sottrarre
, *d' impinguarsi a danno di quelle
alle cure del governo un momento greggi di cui trascuravano la sa-
da dedicarsi agli affari della loro lute. eccedevano nella
Altri in vece
chiesa. Inoltre il seguito della corte vanità delle pompe, pascendo stor-
era per la maggior parte composto mi di falchi e di cervieri per le
di vescovi e di prelati; e siccome cacce, nulla curando i poverelli.
quella non aveva mai una residen- Abbandonavano le loro chiese per
za , così gli ecclesiastici passavano seguir gì' imperatori, e ferivano le
la vita per lo più viaggiando, quasi prescrizioni de' canoni.
ramminghi di provincia in provin- Ecco le funeste conseguenze delle
cia, e stando sempre quali umili investiture ecclesiastiche, le quali
servi intorno alla persona di un furono da taluni riguardate come
dispotico signore. I disordini per- un semplice affare di. cerimonia.
tanto del clero derivavano tutti dal Un' immoralità profonda avea in-
sociale sistema dell'epoca, e prin- fettata e corrotta la società : la si-
cipalmente dalla corrotta fonte del- monia e l'incontinenza aveano quasi
l' investiture. Il vescovo s. Ansel- per contagio invaso il tempio e la
mo, uno de'più prudenti ed eru- Chiesa, la disciplina caduta in ol-
diti uomini del secolo XI, nella traggiosa non curanza, il disprezzo
diss. II, fa un patetico quadro dei de' sacerdoti divenne quindi comu-
disordini provenienti dalle investi- ne, si conculcaronocanoni i sacri
ture ecclesiastiche, che chiama sor- come i decreti salutari della santa
gente della simonia, e falce che Sede. In tal modo si esprimeva
assaggia le radici della fede. I chie- pure il contemporaneo s. Pier Da-
rici, sperando di ottener dal prin- miani, ed alcune sue lettere sono
cipe le maggiori dignità della Chie- piene di lamentazioni e di gemiti,
sa, l'abbandonavano per attaccarsi facendo la pittura delle violenze,
esclusivamente a lui , disprezzando scelleragini e nequizie derivate dal-
i vescovi e i propri superiori. Gli l' investiture , che pur deploravano
uni dispensavano 1' oro fra' corti- tutte le persone probe e timorate
giani per comprarsene il favore e di Dio, perchè vedevano minaccia-
le raccomandazioni; gli altri non ta per così dire la santa Chiesa e
facevano riserbo di cosa alcuna, a derelitto il cristianesimo. II siste-

fine di potersi vantare aver servito ma delle investiture affidava l'e-


la corte dieci anni, al seguito del lezione dei successori degli apostoli
temporale sovrano, impoverendosi agli uomini del secolo ed ai so-
e soffrendo disagi de' viaggi. Tal-
i vrani : esse erano una manifesta
volta si giunse a conferire la su- usurpazione dei diritti della Sede
blime dignità di vescovo a servi, apostolica dappoiché le investiture
,

buffoni o dissoluti, perchè essi non consistevano ancora nella nomina


potevano riprender vizi e pec- i i regia de' vescovi e degli abbati; e
cati de' grandi di cui erano crea- ilvedere esigere da essi il giura-
ture. I simoniaci e falsi pastori mento di fedeltà, conceder loro il
non pensavano che a rifarsi del- godimento de' beni ecclesiastici col-
l'enorme prezzo che loro costava la consegna dell'anello e del baco-
il vescovato e l'abbazia, ne si pro- lo, simboli del sacro potere, fatta
ponevano altro scopo che quello da mani laiche, spiaceva a molti e
,

IN V INV 67
suscitò gravi malcontenti. Vuoisi tammo all'articolo Germania (Fe-
che il primo ad impugnar l'abuso di). Riguardo a s. Gregorio V li,
delle investiture ai sovrani, sia sta- alla sua biografia diffusamente de-
to il Papa Gregorio VI nel io45, scrivemmo quanto con petto sa-
considerandosi come un'eresia peg- cerdotale operò a bene della Chie-
giore della simonia. Il suo disce- sa per l'estinzione della simonia,
polo cardinal Ildebrando, volendo per l'osservanza della disciplina ec-
estirpar dalla Chiesa sì fatale mer- clesiastica, ed in confermare la con-
cimonio e renderla indipendente danna delle riprovevoli investiture
dalla supremazia imperiale, pieno ecclesiastiche, con tutti quegli strepi-
di magnanimo primieramente zelo, tosi avvenimenti eh' ebbero luogo.
indusse il Alessandro II
Pontefice Dopo aver paternamente ammoni-
nel 1061 a promulgare contro la to Enrico IV, lo scomunicò, lo de-
simonia una bolla, colla quale stabili pose dal regno, e sciolse i di lui
che vescovi, di qualunque chiesa
i sudditi dal giuramento. Ridotto il
essi fossero, non potevano esserne principe alle più grandi umiliazio-
legittimamente investiti, se non in ni, affettò pentimento, indi divenne
quanto stabiliti erano dall'autorità più perverso di prima, fece eleg-
del Papa e che quindi coloro che
, gere l'antipapa Clemente III, e per-
vescovi diventavano per l'elezione seguitò ostinatamente il buon Pon-
del clero e del popolo, benché con- tefice, recandosi tre volte in Ro-
sentita fosse l'elezione da' principi, ma coll'esercito per farlo prigione.
non erano vescovi legittimi, perchè Fuggi s. Gregorio VII in Salerno,
tali elezioni nella maggior parte ove mori acerrimo difensore della
erano infette o sospette di simo- libertà ecclesiastica. All'articolo £"-

nia.Divenuto Pontefice Ildebrando sclusiva (Fedi), parlammo dell'ere-


col nome di Gregorio VII nel sia degli Enrichiani che osavano
1073, formalmente condannò le in- sostenere che l'imperatore avea
vestiture ecclesiastiche, che i prin- autorità sull'elezione pontifìcia, per-
cipi chiamavano regalie, decretan- ciò condannati dal concilio di Qued-
do in un che coloro i
concilio, limburgo.
quali ricevessero dai laici, ancorché 1086 gli successe Vittore
Nel
re, duchi e principi di qualunque III, quale nel concilio di Bene-
il

nazione, le investiture delle chiese, vento vietò con pena di scomuni-


tanto essi che quelli che le confe- ca il dare o ricevere dai laici le
rissero fossero scomunicati, non do- investiture ecclesiastiche di qualun-
vendosi riconoscere per vescovi, ab- que si fosse dignità; egual condan-
bati e chierici quelli che da qua- na fulminò Urbano II eletto nel
lunque persona laica ricevessero 1088, il quale nelT anno seguente
vescovati, monasteri, abbazie o qual- essendo consultato intorno gli sco-
sivoglia altro benefizia ecclesiasti- municati e scismatici enriciani
co. Enrico IV re de' romani, a cui rispose: Noi teniamo per iscomu-
per parte del Papa fu intimato il nicati in primo luogo l' eresiarca
decreto, restò irritato, e nacque la antipapa usurpatore della Chiesa
famosa e fatale differenza tra il romana col re Enrico 1F j in se-
sacerdozio e l'impero che durò condo luogo coloro che gli aiutano
cinquanta anni circa, come ripor- di denaro e di consiglio, o gli ub*
.

68 INV INV
bidiscono, ricevendo da loro le di- e pei mali che sovrastavano ai ro-
gnità ecclesiastiche ; in terzo luogo mani, fu forzato a concedere al re,
quelli che con loro comunicano. che senza violenza ne simonia po-
Così Agnello nella Storia degli tesse dare le investiture ai vescovi
antipapi t. I, p. 281. Morto infeli- ed abbati del suo regno coli' anel-
cemente Enrico IV, e continuando lo e col bacolo, purché l'elezio-
la differenza delle investiture, Pa- ne fosse libera ed il possesso fosse
squale II, che avea rinnovato con- dato senza simonia. Appagato di
tro di lui le scomuniche,condannò ciò Enrico V ricondusse il Ponte-
le medesime anno
106 nel con-
1' 1 fice in Roma, sue mani
e dalle
cilio di Guastalla, l'anno 1107 a' i3 aprile anno rice-
dell' istesso

nel sinodo Trecense, Tanno 1108 vette la corona imperiale, non sen-
nel concilio di Benevento. Ritor- za grave dispiacere de* veri zelato-
nato Pasquale II in Roma, vi si ri della libertà ecclesiastica, pel
portò pure nel r 1 1 1 con un eser- concesso privilegio delle investiture,
cito Enrico V re de' romani per benché 1' imperatore giurò di re-
ricevervi la corona imperiale, men- stituire alla Chiesa romana le ter-
tre avendo sino allora seguito le re Difendono
tolte. Pasquale II
orme del genitore Enrico IV, per quelli che noteremo alla sua bio-
conseguirla promise di rinunzia!* grafia, e la Chiesa restò commossa
all' investiture delle possessioni ec- tanto per T enormità del privilegio
clesiastiche, e fece altre convenzio- che della violenza usata, per cui
ni e le giurò. Neil' atrio di s. Pie- diversi concilii scomunicarono l'im-
tro, facendo mostra di sentimenti peratore , condannarono le inve-
cattolici, il re baciò genuflesso i stiture ecclesiastiche, e dichiararo-
piedi a Pasquale II e tre volte no eretico chi le sosteneva, fra i

nel volto. Ma nella basilica vati- quali anche il concilio di Gerusa-


cana prima della coronazione esi- lemme del 1 1 1 3. Pentito il Papa
gendo il Pontefice da cesare il della violenta concessione, nel 1 1 12
giuramento di desistere dalla pre- nel concilio Lateranense condannò
tensione delle investiture, adirato- il privilegio delle investiture al
si Enrico V con dolo arresta-
fece modo che dicesi in quelT articolo
re Pasquale II con molti cardinali Quindi nei 11 16 nell'altro con-
e prelati della Chiesa romana, e li cilio Lateranense approvò gli atti
condusse tutti prigioni in Sabina, de' nominati concilii, e solennemen-
e come scrivono Pietro Diacono e te condannò con perpetua scomu-
il Cardinal d' Aragona apud Tre- nica il pravilegio, così chiamò il
bienni, a' 12 febbraio. Lasciati tut- privilegio che avea sottoscritto nel
ti sotto sicura guardia, Enrico V padiglione di Enrico contro sua V
ritornò colle sue genti in Roma, voglia; rinnovando i decreti di s.
per cui temendo i romani grandi Gregorio VII contro tutti i seco-
sciagure, si portarono dal Papa a lari di qualunque grado che con-

scongiurarlo di concedere a cesare ferissero le investiture, e quegli


quanto bramava. Erano decorsi che da essi le riceves-
ecclesiastici
cinquantacinque giorni di dura schia- sero laonde irritato cesare si av-
:

vitù, quando Pasquale II inteneri- viò a Roma con un esercito, ed


tosi per le miserie de' compagni, il Papa si ritirò presso i norman-
,

INV INV 69
ni suoi feudatari ed in Benevento. nuta in Worms agli 8 settembre
Enrico V continuò a tribolare il 1 122. In essa l'imperatore si u-
sauto Padre, e questi con aposto- miliò ai legali del Papa, ricevè da
licocoraggio rinnovò le scomuni- essi l'assoluzione delle censure per-
che contro di lui e delle investiture. chè rinunziò formalmente alle pre-
Tornato Pasquale II in Romn, vi tensioni delle investiture ecclesiasti-
morì a'21 gennaio 1118, ed a'i5 che, e promise restituire alla Chie-
fu eletto a successore Gelasio II sa romana ed a tutte le altre, gli
(I edi), il quale temendo la furia stati e beni eh' egli e suo padre
dell' imperatore, che poco dopo avevano usurpato, come si legge
giunse in Roma, partì per la Fran- nell'atto di questa solenne rinunzia
cia, dopo averlo in Capua nel gior- riferito nel Bull. Ro/n. tom. II. Il
no dellepalme scomunicato insie- Pontefice all'incontro con sua car-
me all' antipapa Gregorio Vili da ta in data de' 2 3 settembre 1122
lui intruso nella cattedra romana. accordò imperatore che le ele-
all'

Morì Gelasio
in Cluny a' 29
11 zioni de' vescovi ed abbati del re-
gennaio dopo quattro gior-
1 1 19, e gno teutonico si facessero libera-
ni cardinali che lo avevano se-
i mente e senza simonia o violenza
guito elessero Calisto li, di sangue alla presenza e col consenso del-
imperiale e reale come figlio di l'imperatore o de' suoi messi e ,

Guglielmo II conte di Borgogna, nascendo discordia fosse questa ri-


siccome quegli ch'essendo già arci- messa al metropolitano coi vescovi
vescovo di Vienna avea condannato provinciali. L'eletto poi prima di
le investiture, ed in un altro conci- essere consacrato doveva ricevere
lio tenuto nella città diReims essen- dall' imperatore l' investitura, colla
do Papa, alla presenza di Luigi tradizione o consegna dello scettro
VI re di Francia rinnovò la con- degli stati, cioè di tutti i beni che
danna e la scomunica contro En- riceveva dalla corona, e delle re-
rico V. La deplorabile scissura tra galie spettanti alla chiesa , eccet-
il sacerdozio e l' impero continuan- tuate le appartenenti alla Chiesa
do, dopo aver lacerato la Chiesa romana. L' investito doveva toccare
non meno nello spirituale che nel o baciar Io scettro con rispetto.
temporale degli
stati suoi, non fu di Nelle altre parti dell' impero, con-
minor danno alle forze dello stes* secrato che fosse V eletto, nel ter-
so impero per le sanguinose guer- mine di sei mesi egli prenderebbe
re che ne furono conseguenza, e l'investitura delle regalie egualmen-
pei scismi sostenuti successivamen- te collo scettro. In sostanza la con-
te dagli antipapi Clemente III, Al- venzione, che chiamasi per la sua
berto, Teodorico, Maignulfo o Sil- rinomanza Transazione Callistina,
vestro IV, e Gregorio Vili. e tiensi pel primo concordato fra
Tutto sembrava progredire ad i due poteri, determinò che in av-
una generale perturbazione, allor- venire i vescovi e gli abbati fosse-
ché Iddio toccò i cuori di tutti, e ro eletti dal clero e dal popolo
la controversia delle investiture ec- giusta il costume antico, alla pre-
clesiastiche fu pienamente aggiusta- senza però dell'imperatore o dei
ta per mezzo dei legati di Calisto suoi legati, che V eletto giurasse fe-
Jl e di Enrico V, nella dietu te- deltà all' imperatore, e che questi
7o INV IWV
nella tradizione simbolica de' beni Quindi nel concilio generale
sistere.

si servisse dello scettro, e non del- Lateranense II, celebrato nel ii39
l' anello e pastorale, come abusi- dal medesimo Innocenzo li, si de-
vamente prima
faceva perchè i ,
cretò un canone contro le investi-
principi temporali
concedendo le ture laicali. Federico I re de' ro-
investiture con tali ornamenti ed mani regno
nel principio del suo
insegne del potere ecclesiastico, con cominciò a rinnovar l'abuso delle
tali cerimonie sembravano confe- investiture, ma vi si oppose il Pa-
rire l'autorità spirituale. Si con- pa Eugenio III. Narra il Rinaldi
venne inoltre, che i vescovi adem- all'anno i 169, num. 29, che aven-
pirebbero verso i principi tempo- do inteso il Pontefice Alessandro
rali a tutti i doveri ed ai servigi III darsi impedimento in Inghil-
loro dovuti a motivo dei loro feu- terra dal re Enrico li nelle ele-
di o delle loro regalie. Questo ce- zioni dei vescovi per le sedi vacan-
lebre accordo venne solennemente ti,minacciò di punirlo; indi ema-
confermato nel concilio ecumenico nò una costituzione contro chiun-
Lateranense I , il primo generale que avesse preso dalle mani de' lai-
di occidente, celebrato dal Ponte- ci l'investiture delle chiese o dei
fice Calisto II nel marzo ii23. In beni di esse, e mandolla a tutti i

questo modo si pose fine alla que- vescovi d'Inghilterra, ove sì enor-
stione delle investiture ecclesiasti- me abuso ancora regnava. Quanto
che, ossia delle più infami vendite alla Francia, non hanno mai avuto
de' benefizi, si come
pose termine i suoi re dissensioni o contese col
alla contesa che inondata avea di sommo Pontefice relativamente al-
sangue 1' Italia e la Germania. Si l' investiture; essi ne godettero sem-
calcola da alcuni, che in sessanta pre pacificamente anche nel pon-
battaglie che date furono sotto il tificato di s. Gregorio VII. Sotto
regno di Enrico IV, ed in altre i Papi successivi però i re rinun-
sessant' otto combattute sotto il di ziarono all' investitura per mezzo
lui figliuolo e successore Enrico V, del bastone o bacolo pastorale e
perissero per sì strana pretesa più dell'anello, abbenchè non avessero
di due milioni d' uomini. Il cardi- essi giammai preteso, del pari degli
nal Enrico Noris ci ha dato l'ope- altri sovrani , di dare la potenza
ra intitolata : Dtlle investiture ec- spirituale con siffatti segni esterni
clesiastiche 3 Mantova l'j^.i. ai prelati che li ricevevano da loro.
Il Pontefice Innocenzo li, essen- Questa contestazione lece maggio-
dosi abboccato nel ii3i in Liegi re rumore in Inghilterra, per cui
con Lotario li re de' romani e suc- Anselmo arcivescovo di Cantorbe-
cessore di Enrico V, gli promise la ry procurò al regno una conven-
corona imperiale se difendesse e zione, in virtù della quale la santa
conservasse i diritti della Chiesa Sede conservava il diritto d' inve-
e della Sede apostolica. Tutto pro- stire i vescovi quanto allo spiri-
mise Lotario II, ma proponendo tuale, e mandava loro soltanto la
al Papa con minacce il ristabili- croce e l'anello pastorale, mentre
mento delle condannate investiture, il re riceveva da essi il giuramen-
con animo forte Innocenzo II ri- to di fedeltà per riguardo ai loro
cusò di farlo, onde il re lasciò d'in- possedimenti e privilegi temporali.
INV INV 71
Quindi anche in Inghilterra venne dar Dio, e secondo l'ordine descrit-
accettato il regolamento di Calisto to nel principio del Salterio, solo
Jl, e perchè sotto Enrico li erasi variandosi secondo la qualità del-
rinnovato in parte Y abuso, Ales- l'uffizio e delle feste. Il Macri nel-
sandro HI vi pose rimedio al mo- la Notizia de' vocab. eccl. dice
do detto. Che è proibito all'eccle- che nell'uffizio mozzarabico V invi-
siastico dare in feudo i beni di chie- tatorio chiamò Sonus; che nelle
si

sa, e facendolo occorre il Benepla- regole monastiche è detto Versus


cito apostolico (Vedi\ altrimenti è aperitionis 3 ovvero Responsorium
nullo, perchè il dare in feudo e- hortationis; e che in alcuni anti-
quivale ad alienare, lo trattammo chi cerimoniali gli vien dato il no-
al voi. XXIV, pag. 228 del Dizio- me di Antiphona invitatoria. Si
nario. ora mette però nei tre giorni della
INVIATO Ordinario o Straor- settimana santa, onde al dire di
dinario, Ablegatus. Persona invia- Alcuino, De div. offìc, non imi-
ta da un principe sovrano o da tiamo, ma piuttosto detestiamo il
una repubblica ad altra signoria o pessimo consiglio de' giudei contro
monarca, a cagione di negozio o Cristo che con quell' adorazione
,

di complimento. Al presente in Ro- nel detto triduo de'suoi patimenti il


ma presso la santa Sede il re di beffeggiava venerandolo per ischer-
Baviera tiene un inviato straordi- no ; inoltre gli apostoli in allora
nario e ministro plenipotenziario ; erano dispersi non per invitar gli
il re del Belgio un invialo straor- altri alla sequela di Cristo , come
dinario e ministro plenipotenziario; dice il Durando, lib. 6, cap. 72 ,

cos'i l'imperatore del Brasile, il re ma piuttosto a confortarsi fra di


de' Paesi Bassi, la regina di Por- loro a restare costanti in seguire
togallo, l'imperatore delle Russie, Cristo. Si ancora nella fe-
tralascia
ed il re di Sardegna. Attualmente sta dell' Epifania per non imitare
il prelato rappresentante la santa Erode che simulatamente dimostra-
Sede presso l'imperiai corte Bra- va voler adorare Cristo bambino,
porta il titolo d'internun-
siliana, secondo Micrologo , De eccles.
il

zio apostolico e inviato straordina- observat. cap. 4° ; ovvero perchè


1
rio.V, Ambasciatori, Diplomazia e i Magi non furono invitati ali a-
Nunzio apostolico. dorazione, come i pastori, come si

INVISIBILI. Eretici luterani ri- espresse il citato Durando al cap.


gidi seguaci di Osiandro, di Fiac- 16. L'Amalario aggiunge al cap.
co Illirico e di Swerfeld, i quali 5 De ord. Antiph.,che cantando il
pretendevano che non vi fosse Chie- mattutino nella notte di Natale il Pa-
sa visibile. I fratelli della Rose- pa nella basilica di s. Maria Mag-
Croix furono pur detti invisibili. giore, non si diceva l' invitatorio ,

INVITATORIO , Irwitatorium. forse per additare che essendovi


L'antifona o versetto che si canta colà lo stesso presepio, ivi appun-
o si recita comunemente al prin- to il bambino Gesù col proprio
cipio del mattutino, avanti il sal- vagito invitasse il popolo alla di
mo Fenile exuUemus, e si replica lui adorazione. Finalmente l'invi-
almeno in parte dopo ciascun ver- tatorio neppur si dice nell' uffizio
setto, per invitare il popolo a lo- de' defunti, cioè in quello che si
, ,

7* IPE IPP
elice fra l'anno, eccettuato il giorno conoscono sei vescovi d' Ipepa, tre
della loro commemorazione e il de' quali furono, Mite o Mita che
giorno della morte, ed ancora ogni fu al concilio di Nicea ; Euporo
qualvolta si dicono i tre notturni, che intervenne al primo concilio
come si ha dalla rubrica generale d'Efeso; e Gregorio che trovossi al
del Brev. Rom. tit. 19. L'invitato- concilio nel quale venne ristabili-
rio varia alcune volte, come per le to Fozio dopo la morte di s. Igna-
sante vergini e martiri, dicendosi zio.
Laudemus Dcum nostrum in con- IPPA, Hippa. Sede vescovile
versione beatae, etc. L' invitatorio della Mauritiana di Si tifi nell'Afri-
della conversione di s. Paolo, che ca occidentale, sotto la metropoli
incomincia : Laudemus Deum no- di Sitifi.
strum in conversione, fu composto IPPA, Hippos, Sede vescovile
da Ermanno Contratto. Invitatoria- della Siria nella seconda Palestina,
110 tra' cisterciensi si chiamò quello sotto il patriarcato di Gerusalem-
che avea l' incarico di cominciare me, circa quattro miglia distante
V uffizio divino. dal mare di Genesareth nel pro-
IJNZAP ATI. Eretici spagnuoli con- spetto di Tiberiade. Fu città rino-
dannali dal concilio di Tarragona mata pei suoi orti , e ragguarde-
tenuto nel 124°' Furono cosi chia- vole per le sue fabbriche , i cui
mati dal portare le scarpe forate abitanti sono da Gioseffo chiamati
nella parte superiore in segno di hippeni. Pompeo Magno la risto-
povertà, ed in questa superstizione rò dai gravi danni patiti aitempi
riponevano tutta la loro perfezio- degli Antiochi, non meno che dalle
ne. Furono auche detti poveri di scorrerie degli arabi. Augusto in
Lione. considerazione che gli abitatori trae-
IPATA, Hypata. Sede vescovile vano l'origine dai greci, l'aggiun-
della Tessaglia, nella diocesi dell'll- se ai dominii dei Seleuci, onde poi
liria orientale, sotto la metropoli nacquero lunghi disordini tra la
di Larissa, a piedi del monte Oe- città e la nazione giudaica. Ol-
ta sul golfo Maliaco. Pausiano suo traggiati gli hippeni in mille gui-
vescovo assistette al primo conci- se dagli ebrei, ne vendicarono se
lio d'Efeso, nel quale seguì col suo con uccider quelli che ivi voleansi
metropolitano il partito di Nesto- rifugiare all'approssimarsi di Ve-
rio, opponendosi affinchè il concilio spasiano. La sede vescovile fu eretta
non si aprisse prima dell'arrivo di nel sesto secolo sotto la metropoli
Giovanni d' Antiochia e de' suoi di Nazareth, e negli atti de' con-
orientali; preferì l'abbandono della evvi una lettera scritta da Co-
cilii

Chiesa a quello dell' eresiarca. no vescovo di quella chiesa a Gio-


IPEPA, Ifypaepa. Sede vesco- vanni patriarca di Costantinopoli
vile della prima provincia d* Asia mentre in un sinodo gerosolimita-
sotto la metropoli d' Efeso, presso no convenne Teodoro altro suo
il monte Imalo vicino a Sardi, la vescovo. Da Ippa trassero l'origine
cui erezione risale al V secolo i ss. Eugenio e Macario che con-
quindi verso l'anno 1190 fu di- fessarono la fede tra' più crudeli
chiarata metropoli onoraria dal- tormenti ,
per ordine di Giuliano
l'imperatore Isacco li l'Angelo. Si l'apostata, Siria sacra pag. 277.
IPP IPP 73
Al presente Ippa , Ilippen, è un ivi a tal uopo chiamato. Saputosi
titolo vescovile in partibus sotto il dall' imperatore che Ipparco e Fi-
patriarcato pure in partibus di Ge- loteo non erano comparsi alla fe-
rusalemme. Per morte di Sebastia- sta, ordinò che fossero condotti al
no Brisciani, che ne avea portato tempio della Fortuna, ed obbligati
il titolo, il regnante Gregorio XVI a sagrifìcare. Ipparco e Filoteo pei
a' 17 gennaio i843 fece vescovo primi, poi successivamente gli al-
d' Ippa monsignor Gaspare de Cari tri cinque nuovi cristiani, compar-
ab Hohenbalken, deputandolo coa- vero al cospetto dell' imperatore,
diutore al vescovo di Coirà e s. che invano di vincere con
tentò
Gallo, al quale essendo succeduto lusinghe e minaccie la loro fede ;
nel gennaio i844> il medesimo laonde caricati di catene furono
Pontefice nel concistoro de' 24 a- rinchiusi in carceri separate. Qual-
prile i845 ha conferito il titolo che giorno appresso subirono un
vescovile monsignor Francesco
a altro interrogatorio, in cui avendo
Garda Contarines di Cordova, ar- nuovamente ricusato di sagrifìcare,
cidiacono della cattedrale di Ante- furono distesi sull' eculeo, e rice-
quara nel Messico. vettero ciascuno venti colpi di sfer-
1PPARCO (s.), martire, il quale za sopra le spalle, indi furono per-
sofferse in Samosata, sotto Y impe- cossi con coreggie sul petto e sul
ratore Massimiano, neh' anno 297, ventre. Quando
ebbero sofferto
insieme a s. Filoteo, s. Giacomo, questo tormento, vennero ricondotti
s. Paragro, s. Abido., s. Romano in prigione, ove rimasero quasi sen-
e s. Lolliano. Allorché 1' impera- za cibo dal i5 aprile fino ai 21
tore, ritornando vincitore de' per- di giugno. Poscia condotti un' al-
siani, fece celebrare i giuochi pel tra volta dinanzi Y imperatore que-
quinto anno del suo regno a Sa- sti invitti confessori, che sembra-
mosata, ordinò che tutti gli abi- vano piuttosto scheletri che uomi-
tanti si recassero al tempio della ni vivi si dimostrarono
, più che
Fortuna per assistere ai sagrifizi mai fermi nella loro risoluzione di
solenni che si dovevano offerire dar la vita per Gesti Cristo ;
per-
agli dei. Ipparco e Filoteo, rag- locchè V imperatore irritato oltre-
guardevoli per la loro nascita e modo condannò tutti ad essere
li

pei posti distinti che occupavano, crocefissi.Prima che fosse eseguita


avendo da tre anni abbracciato la la sentenza, avendo 1' imperatore
religione cristiana, si ritirarono in esortato ancora Ipparco ad obbe-
una camera per passare il tempo dire, questi mostrando la calva sua
della festa in orazione. Cinque dei testa rispose « Siccome non è
:

loro amici, cioè Giacomo, Paragro, possibile, secondo il corso ordina-


Abido, Romano e Lolliano, i qua- rio della natura, che la mia testa
li ^rano ancora pagani, recatisi a sia di nuovo coperta di capelli,
visitarli, restarono maravigliati di meno è ancora eh' io muti risolu-
trovarli genuflessi dinanzi una cro- zione". Il crudele imperatore gli fe-

ce; ma commossi dai loro discor- ce attaccare sopra la testa con chio-
si, desiderarono di essere anch' es- di una pelle di capra, e dissegli mot-
si battezzali : locchè fu eseguito teggiandolo. « Ecco la calva tua
da un prete di nome Giacomo, testa coperta di capelli : sugrilìca
74 IPP IPP
adunque .... » Ipparco morì sul- tirologio romano colloca la sua
la croce in poco tempo ; Giacomo, festa sotto il giorno 22 agosto,
Romano e Lolliano vissero infino come pure Usuardo. I greci ono-
al giorno seguente, e furono stilet- rano la sua memoria in fine del
tati dai carnefici sopra le loro ero- mese di gennaio, e confondono la
ci. Abido e Paragro furo-
Filoteo, sua storia con quella del sacerdo-
no distaccati mentre vivevano an- te romano dello stesso nome, mar-
cora. L' imperatore fece loro con- tire di Porto. S. Ippolito compose
ficcare dei chiodi nella testa, e co- un gran numero di opere, di cui
mandò che i còrpi di tutti questi alcune giunsero fino a noi in tut-
marliri fossero gettati nell' Eufra- to od in parte, ed altre sono per-
te; ma un ricco cristiano per no- dute. Le prime sono le seguenti:
me Easso, li ottenne segretamente un libro sull'Anticristo; un Ciclo
dalle guardie per una somma di pasquale; un'omelia sulla Teofa-
settecento danari, e li seppellì not- nia ; diversi frammenti dei suoi
tetempo in un podere eh' egli te- commentari sopra molle parti del-
neva. La loro festa si celebra ai la Scrittura; alcuni frammenti dei

9 dicembre. suoi trattati contro tutte le eresie,


IPPOLITO (s.), vescovo, mar- ed in particolare contro quella di
lire e dottore della Chiesa, che Cerone, di Elia e di Noet; uno
fiorì nel principio del terzo secolo, scritto sui doni dello Spirito San-
Ignorasi ancora la sua patria, la to e sulla tradizione apostolica;
famiglia e la sede ove fu vescovo, un'omelia intitolata: Di un solo
Il Papa s. Gelasio nel suo libro Dio in tre persone, e Incar- dell'
Delle due nature dì Gesù Cristo, nazione, contro l'eresia di Noet;
10 chiama metropolitano dell'Ara- varie parti di altre sue omelie;
bia, e diversi greci lo dicono ve- finalmente diversi frammenti del
scovo di Porto in Italia. A detta suo trattato contro Platone, infi-
di Fozio fu discepolo di s. Ireneo, tolato: Dell'universo, e della sua
non che di Clemente Alessandrino, lettera ad una regina, che credesi
e precettore di Origene. S. Gio. sia stata l'imperatrice Severa mo-
Grisostomo, Teodoreto ed altri glie di Filippo, nella quale tratta-
scrittori ecclesiastici danno epi- gli va dell'Incarnazione, e della risur-
teti onorevoli, Girolamo lo
e s. rezione de'morti. Egli compose una
chiama uomo santissimo ed elo- cronaca fino all'anno 222, ma non
quentissimo. Alcuni martirologi col- si fu ancora potuta scoprire nei
locano la sua morte sotto il regno mss. greci che si conoscono. Si
d'Alessandro, che visse fino al- compiange la perdita del suo trat-
l'anno 235; ma
Gregorio di s. tato sul digiuno del sabbato; di
Tours ed altri antichi dicono che quello che aveva titoloperSe :

egli ricevette la corona del marti- un cristiano debba ricevere la co-


vìo durante la persecuzione di De- munione tutti i giorni; de' suoi in-
do nel 25 1. Quest'ultima opinio- ni sulla sacra Scrittura; de' suoi
ne è avvalorata dalla confutazione libri Dell'origine del bene e del
che fece s. Ippolito dell'eresia di male; di quelli contro Marcione,
Noet, la quale cominciò a com- ec. Non avvi ancora un'edizione
padre circa l'anno 245. Il mar- completa di tutte le opere di s.
IPP IPP 75
Ippolito; la migliore è quella di sotto regno di Gallo; e la sua
il

Fabricio, stampata in greco ed in festa celebra ai i3 d'agosto.


si

latino ad Amburgo nel 1716 in Onorasi nello stesso giorno un


due volumi, con molte utili an- altro s. Ippolito martire, il quale
notazioni. Nel i55[, scavandosi era un soldato che avendo avuto
presso alla chiesa di s. Lorenzo l'incarico di vegliare s. Lorenzo,
fuori di Roma, trovossi nelle ro- fu da esso convertito e battezzato
vine di un'antica chiesa di s. Ip- nella prigione, e pochi giorni do-
polito martire di Porto, una sta- po fu coronato col martirio, nel
tua di marmo seduta in cattedra, 258. Vuoisi che sia stato seppel-
ai cui lati erano incisi in caratte- lito nelle catacombe, sulla via di
ri greci due cicli, ciascuno di otto Tivoli, nel campo Verano, presso
anni. Non vi fu dubbio che fosse la patriarcale basilica di s. Lo-
questo il ciclo pasquale e la sta- renzo , nel cimiterio di Ciriaco.
tua del santo dottore. Trovossi pu- Gli antichi calendari non parla-
re una tavola dei titoli delle ope- no del genere della sua morte ;
re che sono certamente di lui. Il ma i martirologisti dell'ottavo se-
tutto venne trasportato nella bi- colo dicono che messo in pez- fu
blioteca del Vaticano, dove anche zi da due furiosi cavalli. Siccome
in oggi è uno dei principali og- non ci fanno sapere dove abbia-
getti della curiosità de'dotti. Della no preso questa circostanza, alcu-
statua di marmo di tal santo, co- ni scrittori sospettano che abbia-
me del suo corpo che si venera no confuso questo martire col pre-
nella Chiesa di s. Lorenzo in Da- cedente: tuttavia è possibile che
maso (Fedi), lo dicemmo a quel- abbiano sofferto ambedue lo stesso
l'articolo. genere di martirio. Secondo parec-
IPPOLITO (s.). Era uno dei chi critici é^ -tUifrcile a decidersi
venticinque preti delle antiche chie- quale di questi due santi sia stalo
se o parrocchie di Roma. Inganna- trasportato a s. Dionigi in Fran-
to dalla ipocrisia di Novaziano e cia, e a chi debbansi attribuire le
di Novato, ebbe la mala sorte di reliquie di s. Ippolito che si cu-
aderire per qualche tempo allo stodiscono a Colonia, Lucca, a a
scisma. Ma espiò questo fallo con Brescia, e nelle chiese di s. Loren-
una pubblica ritrattazione e con zo a Roma. Vi furono pure mol-
un glorioso martirio; poiché es- ti altri martiri che hanno portato
sendo stato preso con molti altri il nome d' Ippolito.
cristiani, fa per ordine del prefet- IPPOLITO (s.), martire. V.
to attaccato pei piedi a due indo- Marcello (s.), diacono.
miti cavalli, e trascinalo fra i sassi, IPPOLITO Galantini (beato),
i dirupi e le spine, fino a che fu fondatore della congregazione della
fatto in pezzi. 1 fedeli raccolsero gli dottrina cristiana. Nacque in Fi-
sparsi brani delle sue carni e del- renze il 14 ottobre i565, da un
le sue vesti, e li seppellirono nelle tessitore di panni. Mentr' era an-
catacombe di Roma. Il martirio di cora fanciullo, i padri gesuiti, che
s. Ippolito, la cui storia leggesi iti ne conobbero 1'
innocenza ed il

s. Prudenzio, ebbe luogo ad Oltia fervore, lo destinarono a maestro


oppure a Porto, Dell' anuo 252, di una classe di giovanetti, ai «pia-
76 IPP IPP
li egli insegnava le verità della fe- e delle accuse ingiuste che gli fu-
de, esortandoli anche alla pietà, rono intentate, abbiamo parlato al
alla frequenza delle chiese e dei voi. XX, pag. 262 e seg. del Di-
sacramenti. Di dodici anni fu pre- zionario. 11 b. Ippolito ebbe anche
scelto a capo del novello istituto a soffrire oltraggi personali. Com-
della dottrina cristiana eretto in s. battendo egli il vizio con forza,
Lucia del Prato per opera del car- due giovani scostumati insidiarono
dinale arcivescovo de Medici, che la sua vita. Fingendo che un am-
fu poi Papa Leone XI ; ed egli malato lo richiedesse di suo soc-
vi si applicò con quello zelo e corso, lo a notte a-
fecero uscire
con quella felice riuscita che appe- vanzata di casa, e giunti su di un
na si avrebbe potuto attendere ponte lo precipitarono nell' Arno.
dall' uomo più assennato. Intorno La B.egina degli angeli e il pa-
ai quindici anni, siccome si era triarca s. Francesco, da lui invo-
dato alle pratiche della penitenza, cati in quel pericolo, lo trassero
desiderò di entrare nell'ordine dei salvo dalle acque. Vide il fatto,

cappuccini, ma a cagione della de- e ne riconobbe gli autori un ami-


bolezza di sua complessione ne fu co d' Ippolito, ma furono tali le

rigettato più volte. Gli apparve sue preghiere, che non potè pale-
una volta il Salvatore, mentre o- sarlo che dopo la di lui morte.
rava, e gli comandò espressamente Colle sue orazioni il beato estinse
di rimanersi nel secolo per istabi- più volte T incendio ; operò alcu-
lire una pia congregazione, dove ne guarigioni istantanee, e fece
si istruissero particolarmente i più altre opere evidentemente
molto
rozzi del popolo nei misteri della prodigiose a vantaggio del prossi-
religione. Ippolito s' adoperò allora mo. Trionfò infine colla sua mi-
a tult' uomo per queste opere di rabile pazienza di tutte le perse-
carità; ma prima di giungere al cuzioni e calunnie, ed ebbe la con-
fine bramato dovette passare d'una solazione di vedere la sua congre-
in altra congregazione, e sostenere gazione crescere e fiorire ogni gior-
persecuzioni gran
e travagli in s'i no più bella. Avvicinandosi il ter-
numero, che valsero a formarne mine di sua vita, di cui ebbe cer-
un eroe di mansuetudine e di pa- to presentimento, raddoppiò il suo

zienza. Finalmente nel 1602 molti zelo, le sue preghiere furon più
facoltosi di Firenze avendo eretto a lunghe, i digiuni più rigorosi, i

tale oggetto un nuovo oratorio che suoi ragionamenti più fervidi. Egli
fu intitolato ai ss. Francesco e rendè l'anima a Dio il 20 marzo
Lucia, Ippolito si dedicò a perfe- del 1619, cinquanlesimoquarto di
zionare la sua istituzione con nuo- sua età ; e i suoi funerali furono
ve regole che volle approvate dal- accompagnati da moltiplicati pro-
l' arcivescovo. Lo scopo primario digi. Il famelico, il pupillo, la ve-
della congregazione era quello di dova, la periclitante donzella, l'in-
insegnare la dottrina cristiana. Di fermo, il prigione, per lui tante
questa congregazione, detta dei volte provveduti e soccorsi, ne
Pan- Chetoni, della sua propagazio- piansero amaramente la perdita.
ne in molte altre città, di quanto Tali furono le opere della sua ca-
il beato istitutore fece per essa, rità, che il cardinal de Medici lo
1PP 1PP 77
chiamava meritamente 1' apostolo Poltcn o Poelten, paese dell'arcidu-
di Firenze. Dopo essere stato per cato d'Austria nell'impero austria-
più di due secoli venerato pel co sotto dell' Ens, capoluogo del
pubblico concetto di sua santità, circondario superiore del Wiener-
Leone XII con decreto del 20 wald, giace in una pianura presso
settembre 1825, lo annoverò so- la sponda sinistra del Trasen. E

lennemente fra i beati. cinta di buone mura e ben fab-


La cattedrale, ampio e solido edi- bricata, e divisa in quattro quar-
fìzio, è sotto l'invocazione della tieri; vi si osservano tre piazze,

Beata Vergine assunta in cielo, ed diversi edilìzi, stabilimenti e fab-


ivi sono in gran venerazione le in- briche. Deve questa città l'origine
signi reliquie di s. Ippolito mar- ad un capitolo di canonici regola-
tire e di s. Agostino. Vi è il fonte ri dell'ordine di s. Agostino, fonda-
battesimale con la cura d'anime, to nell'ottavo secolo dai conti A-
quale amministrasi dal canonico dalberto ed Oltocaro, e soppresso
curato. Il capitolo si compone di nel 1784. Questa città nel 17/j.i

tre dignità, prima delle quali è il fu presa dai francesi e dai bava-
prevosto, e di sette canonici senza resi.

comprendervi le prebende teologa- La sede vescovile fu eretta dal


le e penitenziaria, oltre altri preti Pontefice Pio VI 17 85, ad i-
nel
addetti al divin culto. L'episcopio stanza dell' imperatore Giuseppe
prossimo alla cattedrale è decente- II, in luogo dell'antica e ricca ab-
mente ornato e di solida struttura. bazia e per la soppressione del ve-
Oltre la cattedrale nella città vi scovato di Newstadt, la cui origi-
sono due altre chiese parrocchiali ne risaliva al XV secolo. Nel con-
munite del sacro fonte. Evvi il cistoro de' i4 febbraio 1785 ne
convento de' religiosi di s. Fran- fece primo vescovo Enrico Giovan-
cesco, una confraternita , il semi- ni Kerensdi Maestricht, ultimo ve-

nario e l' ospedale. La diocesi si scovo di Newstadt, al quale il me-


distende circa nella metà della pro- desimo Pio VI nel 1 794 die in suc-
vincia dell'Austria inferiore, com- cessore Sigismondo Antonio ab
prendendo quaranta parrocchie, cit- Hohenwart della diocesi di Lubia-
tà,castelli e terre. Ogni nuovo ve- na, traslatandolo da Trieste. Pio
scovo è tassato ne' libri della ca- VII ne fece vescovi, nel 1806 Go-
mera apostolica ad fior. 5oo, quo- defrido Giuseppe Crutz de Creitz
rum vents valor ascendit ad quin- di Maestricht, e nel 18 16 Giovan-
decim mille jlorenos illarum par- ni Nepomuceno de Dankesreither

tinnì, seu ad sentala romana cen- che trattato da Pel la in partibus.


tum quinque supra sepie ni
vigìnti Nel 1824 Leone XII ne dichiarò
mille (7125), nulla pensione gra- vescovo Giuseppe Cristoforo Paner,
vati. traslatandolo da Dulma in parti-
IPPOLITO (s.), Congregazione bus, e nel 1827 gli diede per suc-
de' fratelli della Carità, fedi il cessore Giacomo Frinì boemo. Il
voi. X, p. 3i del Dizionario. Papa che regna Gregorio XVI nel
IPPOLITO (s), s. ITyppolitl Cit- primo febbraio i836
concistoro del
tà con residenza vescovile nell'Au- preconizzò in vescovo Gio. Miche-
stria inferiore, chiamata ancora 8. le Wagner di Lintz, traslatandolo
78 IPP IPP
da Belgrado e Semendria; indi per il migliore ed il più fertile paese
sua morte gli die a successore nel di tutta la Barba ria. Fu anticamen-
concistoro de'3o gennaio 1843 l'o- te assai più considerabile, e sopra
dierno vescovo monsignor Antonio tutto al tempo che sussistevano i re
Buchmayr della stessa diocesi, tras- di Costantina, ai quali Bona era
lalandolo da Ellenopoli in parti- tributaria. Dopo la decadenza del-
bus, già ausiliare e vicario generale l'impero romano venne in potere de-
dell'arcivescovo di Vienna. La se- gli arabi o saraceni, e fu governa-
de vescovile, come nella sua ere- ta per molto tempo dai suoi capi
zione, è tuttora suffraganea della particolari. 1 re di Tunisi se ne
metropoli di Vienna d' Austria. impadronirono in appresso, e vi e-
IPPONA, Hippo Regius, Bona. Se- ressero delle fortificazioni. Barbaros-
de vescovile della Numidia nell'A- sa l'assediò con ventidue galere, se
frica occidentale. L'attuale città di ne rese padrone e la incorporò nel
Bona chiamasi anco Ippona per es- regno di Algeri. Carlo dopo a- V
sere a questa succeduta, laonde pri- ver preso i535
Tunisi, nel inviò
ma di parlare d'Jppona daremo un Andrea Doria con un poderoso eser-
cenno Bona. Questa città e por-
di cito per prender che questa città
to di Barbarla della provincia di trovò abbandonata dagli abitanti.
Bona e Costantina nell' Algeria, è Qualche tempo dopo fece smantel-
posta in ridente e deliziosissima po- lare le sue fortificazioni, ma ripre-
sizione siccome situata sul mare fra sa dagli algerini la ripopolarono for-
il capo Rosa all'est ed il capo Ham- tificandola nuovamente. Nel 1607
rah all'ovest: la campagna è assai sotto granduca Ferdinando I,
il

feconda, ma il porto non è de'più i toscani assalirono e presero Bo-


sicuri e la rada è pericolosissima; in na, onde per memoria fu eretta a
arabo Bona viene chiamata Blaid- quel sovrano in Firenze una sta-
el-Aneb, o Anaba. È cinta da un tua equestre. Avendo i francesi
muro che cade in rovina, e difesa nell'anno i83o conquistato Alge-
da un castello e da un forte di ri, dipoi s'impadronirono anche di
qualche considerazione, eretto sopra Bona, e tuttora è sotto il dominio
un'altura nel i5oo circa. Sotto Lui- della Francia.
gi XIV i francesi avevano a Bona Ippona è a mezza lega di Bona,
uno stabilimento che abbandonaro- cioè le vestigie della celebre antica
no dopo la rivoluzione. Nel i8o5 città che fu quasi intieramente di-
gl'inglesi ottennero la permissione strutta dal califfo Oduian l'anno
di formarne uno, ma non pare che 65 1. Le rovine d' Ippona contri-
ne profilassero. I contorni di Bona buiscono al di lei ornamento per
abbondano di giardini ed offrono l'effetto pittoresco di quei maestosi
belle passeggiate, e tra i suoi pro- frammenti di archi, templi, colon-
dotti abbondantissime sono le gius- ne, acquedotti e volte, che sembra-
gioie, da cui si desume che i na- no sfidare il tempo, e perpetuare la
zionali fabbricando la città la chia- memoria della grandezza romana;
massero Beledel-Ungeb , cioè a dire scavando a poca profondità si scuo-
luogo delle giuggiole. Il nome di prono spesso dei mosaici, e rottami
Bona le venne dato dai marinari di antichi utensili ; all'imboccatura
e commercianti europei, per essere del Seybouse si vedono i resti del
IPP IPP 79
porto romano, dove l'anno di Roma Vincenzo Calza console generale pon-
707 era stazionata la flotta con cui tifìcio nell'Algeria, a p. i5o e seg.,

]\ Sitio luogotenente di Cesare di- dopo aver parlato eruditamente d'ip-


strusse quella di Scipione. Le rovi- pona, nella sua Algeria, stampata in
ne del convento di s. Agostino si Roma nel 1844*
riconoscono a Ippona, e le traccie Massacrando e devastando van- i

della chiesa che si dice avesse cen- dali la Numidia, popoli spaventa-
i

to passi di lunghezza e trenta di ti si rifugiarono ad Ippona, Carta-


larghezza. La sede vescovile d'Ippo- gine e Cirta, com'erano le città più
na fu istituita nel terzo secolo, sot- forti di quelle parti; fu allora che
to la metropoli di Cirta Julia. Il s. Agostino scrisse sui Doveri dei
primo vescovo diesi conosce è Teo- pastori le di cui città divengono pre-
gene martire, che intervenne nel da del nemico, quella lettera al ve-
i55 al terzo concilio adunato da scovo Onorato dove il santo ed
,

Cipriano vescovo di Cartagine. Il il cittadino si mostrarono tanto gran-


secondo è Fidenzio del 3o4; il ter- di per divozione e coraggio. I van-
zo Leonzio ; il quarto Faustino do- dali nel 4*^9 assediarono Ippona per
natista; il quinto Valerio che nel mare, la resistenza durò quattordi-
3c)o ordinò sacerdote per acclama- ci mesi, nel qual tempo il santo
zione il gran dottore della Chiesa vescovo morì prima di veder cade-
s. agostino (Vedi). Ivi egli fon- re la sua città in potere dei bar-
dò uno stabilimento da cui sortiro- bari, che seguì nel dicembre o me-
no ipiù sapienti ed illustri vesco- glio a'28 agosto 43o. I vandali ri-
vi dell'Africa, Alipio suo concitta- dussero in cenere quasi tutto, ma
dino, Evodio di Uzale, Possidio di rispettarono l'episcopio e la biblio-
Catana» Profeturo e Fortunato di teca, soli beni posseduti da s. Ago-
Cirta, Severo di Milevi, ed Urba- stino, e che morendo avea legati
no di Sicca. TI vescovo Valerio Io alla sua chiesa. Il suo corpo ripo-
prese per coadiutore nel 39 5 e mo- sò in Ippona, finché verso il termi-
rì poco dopo. S. Agostino scrisse ad ne del quinto secolo, per sottrarlo
Ippona le sue Confessioni nel 397, dal crescente furore de' vandali, i ve-
la Città di Dio dal 4i3 al 426, e scovi africani lo trasportarono in-

nel medesimo anno incominciò le Sardegna, donde nell'ottavo secolo


Ritrattazioni. In Ippona, come avea fu trasferito a Pavia nella chiesa di
fatto in Tagaste, una casa di
istituì s. Pietro m Coelo aureo. L'attua-
chierici, donde derivarono Cano- i le zelante vescovod'Algeri monsi-
nici regolari e gli agostiniani (Ve- gnor Antonio Adolfo Dupuch implo-
di). In Ippona sotto la direzione rò ed ottenne dal Papa Gregorio
di Perpetua sua sorella riunì in un XVI un breve apostolico pel ve-
ospizio un numero di vergini con- scovo di Pavia, onde conseguire una
sacrate a Dio, da cui provennero reliquia insigne, cioè una porzione
le monache Agostiniane (Fedi), su del braccio di s. Agostino, ed a ta-
di che può ancora vedersi l'articolo le effetto il prelato si recò in quella
Monache. Di alcuni uomini di som- città nel 184 Ritornando in Afri-
3.

mo merito, e in ispecie nell'arte me- ca approdò prima il prelato in


dica, che fiorirono in Africa al tem- Marsiglia, ove unironsi a lui altri
po di s. Agostino, ne tratta il cav. sei vescovi francesi per accompagnar-
,

80 IPP IPP
lo a questa terra su cui il santo niani eremitani vi contribuirono, i

avea sparso tanto splendore di re- quali sono pronti, quando contiguo
ligione e di dottrina, e nella qua- alla chiesa s'innalzerà un conven-
le avea seduto pastore glorioso per to, di mandarvi una famiglia reli-
quarant' anni . Giunto monsignor giosa. Contribuirono pure alla pia
Dupuch ad Ippona con religiosa opera altre persone.
pompa, alla presenza dei sei vescovi Successe nella sede d'Ippona a s.

depose le reliquie di s. Agostino in Agostino Eraclio, proposto dal san-


un monumento, espressamente eret- to a sua vece sino dal 4 2 ^. Dopo
to sul luogo stesso ove in vita a- di Eraclio non si trova altra men-
veva il santo dottore con tanto ef- zione -de' vescovi d'Ippona sino a Ser-
ficace zelo esercitata la di lui pa- vando arcivescovo di questa sede
storale carriera. Indi il medesimo consacrato dal Pontefices. Grego-

vescovo di Algeri verso la line di rio VII, il quale con lettera rin-
detto anno inviò in dono al regnan- graziò l'emiro mussulmano che glie-
te Gregorio XVI un tavolino ro- lo avea proposto per degno. Sicco-
tondo con sua base di marmo bian- me l'universo intero fu sempre og-
co, e composto di frammenti di va- getto delle cure di s. Gregorio VII,
ri marmi trovati in Ippona, ed ap- nel 1076 si occupò della chiesa
partenenti alla sua antica basilica africana, e scrisse molte lettere al-

della Pace. Il Papa nel gradire il l'uopo di riformarla, in una delle


donativo ordinò che fosse collocato quali compianse la trista condizio-
in una delle sale del museo cristia- ne dell' Africa, ove allora non era-
no esistente nella biblioteca Vati- no tre vescovi a poter ordinarne ca-
cana, siccome monumento, che fra nonicamente un altro. Trascorsero
le molte memorie raccolte in quel trecent'anni senza che Ippona avesse
raro museo, ricorderà pure i pre- più il suo vescovo nemmeno titola-

ziosi avanzi dell' antica cristianità re, finche nel i3j5 si trova Gio*
africana. Il vescovo Dupuch non vanni che ne portò il titolo in par'
solo intraprese l'erezione d'una chie- tibus. Il Morcelli nel t. I della sua
sa in onore di Dio, e sotto l'invo- Africa Christiana p. i84>ne ripor-
cazione di s. Agostino in Ippona, ta r successori in numero di qua-
sull'antica area, e col medesimo di- rantadue , inclusive a Bartolomeo
segno dell'antica, gettandovi la pri- Menochio dell' anno 179,5. Di-
ma pietra, ma vi celebrò i divini venuta la sede d' Ippoua un titolo
misteri, non che diverse ordinazio- vescovile in partibus della metro-
ni, cioè nella temporanea cappella, poli pure in partibus di Cartagi-
che contiene l'altare precariamente ne, ne furono gli ultimi ad es-
eretto per depositarvi la detta pre- serne fregiati, monsignor Gregorio
ziosa reliquia, sito appunto ove si Zelli della congregazione benedetti-
erigerà la chiesa, la quale non è an- na cassinese di Vetralla, che Leo-
cora incominciata a fabbricarsi. Per ne XII nel 1827 traslatò alla chie-
questo edifizio il vescovo Dupuch sa residenziale di Asisi, e l'odierno
mandò una circolare a tutti i ve- Pontefice nel 1882 a quella d'Asco-
scovi del mondo, anche in pardbus ì li che con zelo governa; non che
onde volessero contribuirvi, e ne ot- monsignor Paolo Berretta di Cata-
tenne successo. Anche gli agosti- nia, nominato dallo stesso Leone
.

IPP IPS 81
XII gennaio
nel concistoro de* 28 dine de'preti sino alla propria mor-
1828. Al presente in Ippona vi è te, per non contravvenire al con-
un ospedale sotto l'invocazione di cilio di Nicea,
quale proibisce di
il

s. Agostino, e le sorelle della Carità crear un nuovo vescovo vivendone un


venute di Francia. altro. L'assemblea acconsentì a que-
sta dichiarazione. S. Agostino epist.
3
Conciliì d Ippona 2i3; Bai uzio, Concil. t. I, p. 371;
Diz. de' coite.

II primo si adunò agli 8 ottobre IPSISTARI o IPSISTARIANI.


del 3cj3 , e fu presieduto da Aure- Eretici del quarto secolo che pro-
lio di Cartagine. Megale di Calama fessavano di adorare l'Altissimo, che
primate di Numidia e tutti gli al- in greco dicesi Hypsistos j ma sem-
tri primati delle provincie d'Africa bra che per Altissimo intendessero
vi assistettero, ond'è chiamato con- il sole, poiché adoravano come i
cilio generale d' Africa. Il dottore pagani il fuoco ed i baleni, os-
s. Agostino, ch'era allora semplice servavano il sabbato, e distingue-
sacerdote, vi si trovò presente. Sì vano le carni in monde ed im-
trattò in questo concilio della fede monde come gli ebrei. Rassomi-
e della disciplina ecclesiastica, e fu- gliavano quindi agli euchiti o
rono fatti quarant'uno canoni, che massalieni, ed ai cellcoli. C inse-
vennero inseriti in compendio nel gna s. Gregorio Nazianzeno nel-
terzo concilio di Cartagine. Regia T orai. 19, che gì' ipsisterii o ipsi-
t. Ili; Labbé t. II; Arduino t. I; stariani erano originariamente giu-
Diz. de concilii. dei da molto tempo stabiliti nella
Il secondo si tenne nel 394 o 3c)5 Persia, i quali si lasciarono tra-
sulla disciplina . In questo concilio scinare dai maghi al culto del fuo-
s. Agostino fu ordinato vescovo d'Ip- co, ma che per altro abborrivano
pona contro le regole, e contro sua i sagrifìci de' greci.
voglia, vivente Valerio, per autori- IPSELA, Hypsela. Sede vesco-
tà del concilio. Regia t. Ili, e Diz. vile della prima Tebaide nel pa-
de conc. triarcato di Alessandria, le di cui
Il terzo ebbe luogo nel ^11. An- rovine veggonsi nel luogo detto
tonio di Fussala vi fu deposto. E- Sciotb nel Said, dove i copti eb-
gli avea sorpreso il primate e in bero pure un vescovato sotto il

appresso il Papa s. Bonifazio I. N'eb- nome di Sciotb. Ipsela fu eretta


be tanto dolore s. Agostino che vo- nel IV secolo suffraganea alla me-
leva piuttosto lasciar il vescovato, tropoli di Antinoe. Arsene ne fu
di quello che veder Antonio rista- ordinato vescovo dallo scismatico
bilito. Diz. de concilii. Melezio, ed essendo stato creduto
Il quarto nell'anno 4^6 a'26 set- ucciso, gli eusebiani ne incolparono
tembre nella chiesa della Pace. S. s. Atanasio : questa calunnia fu
Agostino che avea seco lui due al- distrutta nel concilio di Tiro nel
trivescovi, cioè Religiano e Mar* 334, in cui Arsene comparve. Esso
tiniano, oltre sette sacerdoti, e tut- fu sempre affezionato al santo, di-
to il popolo d'Ippona, dichiarò suo chiarando al Papa s. Giulio I che

successore nel vescovato il sacerdo- tutte le inquisizioni fatte contro


te Eraclio, ma lasciandolo nell'or- di lui nella Mareotide, dovevano
vol. xxxvi. 6
82 IRC IRE
essere molto sospette. Egli si trovò nella sua epistola ai romani ; Gio-
al concilio di Sardiea, e rese sem- vanni, a cagione del quale Fla-
pre giustizia a s. Atanasio. Oriens viano patriarca di Costantinopoli
christ. t. II, p. 600. radunò un concilio in quella cit-
IPSO POLI, Sede ve- Hipsus. tà, ove si parlò dell'eresia eutichia-
scovile della Frigia Salutare, prima na, onde Giovanni sottoscrisse al-
nel!' esarcato d' Asia, sotto la me- la condanna d'Eutiche, come pure
tropoli di Si mia o Sinnada, eretta al concilio di Galcedonia, ed alla
nel quinto secolo. Questo luogo è lettera de* vescovi di sua provincia
altresì celebre per la famosa batta- all'imperatore Leone; Eustazio che
glia tra Antigono e Demetrio fu al settimo concilio generale ; e
contro Seleuco, Lisimaco e Cassan- Dionigi che fu a quello di Co-
dio, nell' anno 3oo avanti l* era stantinopoli sotto Luca Crisobergo
nostra. Antigono fu ucciso sul cam- patriarca. Oriens christ tom. I,

po, Demetrio fuggì in Grecia, e p. 88.


i vincitori si divisero fra loro gli IRENE (s.). V. Agape (s.).

stati. I vescovi d' Ipsopoli o Ipsus IRENEO (s.), vescovo di Liane,


che si conoscono, furono Luciano dottore della Chiesa e martire.
che sottoscrisse al concilio di Cal- Nacque verso Y anno 120, proba-
cedonia ; Gelasio che trovossi al bilmente nell' Asia minore, e fu
settimo concilio generale ; Fozio discepolo di s. Policarpo vescovo
che intervenne all' ottavo, e Tom- di Smirne, e di s. Papia. Alfine
maso che fu a quello di Fozio. di confutare 1' eresie del suo tem-
Oriens christ. t. I, p. 842. Al po, eh' erano un misto di favole,
presente Ipsopoli, TJypwpolitan, è di filosofìa e di cristianesimo, si

un titolo vescovile in parlibus che applicò allo studio della mitologia


conferisce lasanta Sede, sotto la e dei differenti sistemi filosofici dei

metropoli pure in partibus di Sin- pagani ; laonde si rese capace di


na o Sinnada. J\e furono per ul- esporre ogni errore in tutto il suo
timo insigniti Tommaso
Gillow, ed lume , e di scoprirne la fonte, e
il vivente monsignor Giorgio Priin- divenne il terrore degli eretici. S.
ster di Leithen diocesi di Bressan- Policarpo lo mandò nelle Gallio,
one, fatto dal Papa regnante nel ove s. Potino primo vescovo di
concistoro del primo febbraio 1 836, Lione lo elevò al sacerdozio ; e
deputandolo ausiliare e sulfraganeo nel 187 fu deputato al Papa s.
all' odierno vescovo di Bressaunone Eleuterio per pregarlo di non le-
monsignor Bernardo Galura. vare dalla sua comunione gli orien-
1RCANIA, Hircanis. Sede ve- tali che continuavano a celebrare
scovile della Lidia , nella diocesi la Pasqua lo stesso di che gli e-
d'Asia, sotto la metropoli di Sardi, brei. Al suo ritorno a Lione fu
eretta nel nono secolo. Essa era eletto successore di s. Potino, che
situata nella pianura di questa aveva versato il proprio sangue
provincia, detta Ircana, dalla colo- per Gesti Cristo. Egli ridusse alla
nia che i persiani vi condussero fede colle sue predicazioni quasi
dall' Ircania. Fu chiamala anche tutto il paese, e diventò il capo
Horcanus e Myrum. Ebbe per ve- delle chiese delle Gallie, cioè delle
scovi : Ansicrito che s. Paolo saluta Provincie vicine alla ÌXarbonese,
IRE IRE 83
che governò con eguale pietà, zelo della chiesa detta di s. Ireneo so-
e dolcezza. Fu per combattere spe- pra monte, sino all'anno i562,
il

cialmente T eresia di Valentino in cuifurono disperse dagli ugo-


che s. Ireneo scrisse i suoi cinque notti. Il suo cranio fu trovato da

libri contro le eresie. Confutò pu- un cattolico, che lo raccolse e lo


re gli errori di Fiorino e di Bla- depose nella chiesa primaziale di
sto: il primo con una lettera che s. Giovanni. S. Ireneo aveva scrit-

più non abbiamo, intitolata Del- : to in greco diverse opere; ma noi


la monarchia o unità di Dio, e non abbiamo se non una tradu-
che Dio non e V autor del peccato ; zione latina dei suoi cinque libri
il secondo col suo trattato Dello contro le eresie; alcuni frammenti
scisma. Essendosi rinnovata la di- greci riferiti da diversi autori ; la

sputa intorno la celebrazione della lettera al Papa s. Vittore I conser-


Pasqua, il Papa s. Vittore I mi- vataci da Eusebio, e quella che
nacciò i vescovi dell' Asia di sco- contiene la storia dei primi marti-
municarli. S. Ireneo gli scrisse per ri di Lione, indirizzata ai cristiani
indurlo a non essere soverchiamen- d' Asia e di Frigia, in nome di
te severo, dimostrandogli con egual quelli di Vienna e di Lione. La
forza e rispetto, eh' egli potea a migliore edizione delle opere del
cagione delle circostanze tollerare santo dottore è quella fatta a Pa-
per qualche tempo la differenza rigi nel 1710 dal p. Massuet.
di pratica nel punto di cui si trat- IRENEO vescovo di Sirmio
(s.),

tava ; ma nello stesso tempo si o Sirmich, capitale della Pannonia,


oppose agli asiatici, celebrando la ora villaggio d'Ungheria. Era am-
Pasqua nella domenica. La sua moglialo quando fu fatto vescovo;
lettera ottenne il maggior buon ma dopo la sua ordinazione serbò
esito, e restituì la pace alla Chie- la continenza conforme ai canoni
sa. Non si sa quasi più nulla di della Chiesa. Al tempo della per-
s.Ireneo da questo tempo fino al secuzione di Diocleziano e Massi-
suo martirio, che soffrì egli insie- miano fu arrestato per ordine di
me ad una moltitudine di cristia- Probo governatore della provincia,
ni, sotto 1' imperatore Severo, il -che lo fece crudelmente tormenta-
quale nell'anno 202 mosse fiera re per indurlo a sagrificare agli
persecuzione contro i cristiani. Giu- dei.Tutta la sua famiglia era im-
sta un antico epitaffio che leggesi mersa nel più vivo dolore. Vedea-
sopra un pavimento lavorato a si intorno di lui la madre, la
mosaico nella chiesa del santo in móglie , i figliuoli , che uniti ai
Lione, il numero di quelli che fu- parenti e agli amici lo scongiurava-
rono martirizzati con lui era di no piangendo di aver pietà di lui
diciannovemila. onorano s. I greci stesso e di loro. Ma egli eroica-
Ireneo ai 23 di agosto, ed lati- i mente fermo nella sua fede soffrì
ni ai 28 di giugno ; e primi di- i la prigionia ed altre torture ; fi-

cono che morì di spada. A Lione nalmente gli fu troncata la testa


la sua festa fu trasportata nel nuo- e gettato nel fiume, ai 2 5 di mar-
vo breviario ai 29 di novembre. zo del 3o4- 11 suo nome è posto
Le sue reliquie sonosi custodite a nel martirologio romano a detto
Lione in una cappella sotterranea giorno.
.

84 IRE IRK
IRENOPOLI, Irenopolis. Sede renopoli, Irenopolilan , è un titolo
vescovile della seconda Cilicia nel arcivescovile in parlibus senza suf-
patriarcato d' Antiochia , sotto la fraganei , che conferisce la santa
metropoli Anazarbo, la cui e-
di Sede. Papa che regna Grego-
Il

rezione risale al quinto secolo : rio XVI, a' 12 marzo 1837 di*
essa chiamasi anche Neronia dal chiaro arcivescovo d' Irenopoli e
nome di Nerone. Tolomeo, s. Ata- residente in Roma pei pontificali
nasio, Teodoreto ne fanno men- e per le sacre ordinazioni in rito
zione, e gli atti de'concilii e' inse- greco, il monsignor Stefa-
vivente
gnano il nome de'seguenti vescovi no Missir di Smirne, già alunno del
che ne occuparono la sede. Narci- collegio Urbano di propaganda fide.
so che intervenne al concilio di IRENOPOLI, Irenopolis o Bag-
Ancora ed a quello di Neocesarea, datum. Sede episcopale della Ba-
fu uno de' principali vescovi ariani, bilonia nell'antica Caldea. I nesto-
ed assistette altresì al concilio di riani nel nono secolo v'istituirono
Antiochia nel 335, a quello di una sede arcivescovile, ed ivi ri-
Sardica, quindi ritirossi a Filippopoli siedette ancora il loro patriarca.
e morì prima del 35g. Indimo IRROUTSK, IRRUSTR o IR-
sottoscrisse al conciliabolo d'Efeso, KUTSKI. Sede vescovile della Si-
ma ritrattossi due anni dopo al beria , situata sulla riva destra
concilio di Calcedonia. Basilio oc- deli'Angara, di un vescovo greco,
cupava la sede d' Irenopoli sotto dipendente già dall' arcivescovo di
V imperatore Giovanni
Anastasio. Tobolsk , in oggi indipendente
che fu scacciato nel 5i8 come mo- La città d'Irkoutsk è capoluogo
nofìsito. Procopio che fu al conci- del governo di questo nome, e re-
lio Mopsuesto, riunito nel 55o
di sidenza del governatore generale
per ordine dell' imperatore Giusti- della Siberia orientale nella Rus-
niano I. Paolo che sottoscrisse ai sia asiatica, al confluente dell' Ir-
capitoli in Trullo. kut. Vi si contano trentatre chie-
IRENOPOLI, Irenopolis. Sede se, dodici delle quali in pietra,
vescovile della provincia d' Isauria due conventi, due ospedali ed al-
nella diocesi d' Antiochia , sotto • tri stabilimenti : la cattedrale fu
la metropoli di Seleucia, eretta fondata nel 1746. Ha un ricchis-
nel quinto secolo, e conosciuta per simo gabinetto mineralogico , una
mezzo delle notizie, e per gli atti vasta prigione, ed una copiosa bi-
de'concilii, i quali ricordano i se- blioteca. Questa città è il fondaco
guenti vescovi. Giovanni che fu d'un commercio considerabilissimo,
al concilio di Nicea. Menodoro rap- di pelliccerie tanto della Siberia
presentato al concilio di Calcedonia che delle colonie russe della costa
da Basilio suo metropolitano. Pao- nord-ovest dell'America. Fu fab-
lo che sottoscrisse le lettere delle bricata secondo alcuni nel 166 1 3
sua provincia mandate all' impera- e secondo altri nel 1691. La gran,
tore Leone. Giorgio che appose quantità di porcellane, smalti, mo-
la sua firma ai canoni in Trullo. biglie ed altri oggetti della Cina
Euschimone il quale trovossi al che si trovano nelle Case, le dan-
concilio di Fozio nel pontificato no l'aspetto di una città di quel
di Giovanni Vili. Al presente I- paese.
,

IRL IRL 85
IRLANDA, IRELAND, Hibernia. Irlanda dagl'i inglesi; ed Irìn o
Regno dell' impero britannico, ed Etyn o Erin da quelli del paese.
una delle isole Britanniche, la piti Tutti questi nomi provengono dalla
grande dopo la Gran Bretagna, parola hier che in lingua irlandese
°
presso e all'ovest di essa tra 5 1 , significa il ponente, perchè il paese
20' e 55° 16'di latitudine nord, e è situato al ponente dell' Europa.
7° 35' e 1 2° 4° di longitudine ovest. Altri dicono derivar dalla parola
È bagnata all'est dal canale del Erynland che significa in irlande-
nord che la divide dalla Scozia, se una terra occidentale. Il suolo
da cui è distante quindici miglia; dell' Irlanda è montuoso al nord
all'oriente dal mare burrascosissimo ed al sud, e paludoso nell'interno,
d'Irlanda, Mare Hibernum, Ocea- eh' è però attraversato altresì da
mts Ilibernusj gran canale dell'O- catene di colline. Molte sono le
ceano occidentale o Atlantico, a ca- montagne qua e colà sparse, ma
gione de' venti che vi dominano, non di grande elevazione mon- : i

e delle correnti formate da molte ti dì Rippure o Wickolw al sud


riviere che vi si scaricano. Questo di Dublino, Nephin nella par-
il

mare che si estende all'est dell'Ir- te ed il Croagh- Pa-


occidentale,
landa, forma il gran canale di s. trick al sud-est di Clewbay sono
Giorgio e di Bristol, e divide l'Ir- di qualche rilievo. Frequenti ed
landa dall' Inghilterra propriamen- ampie sono le foreste irlandesi , e
te detta, da cui è distante quaran- somministrano in copia il legname
tacinque miglia. La sua lunghezza da costruzione. Fra i moltissimi la-
dal nord nordest al sud sud-ovest, ghi disti nguonsi l'Era ed il Neagh
fra il capo Clear ed il capo Malin, per la loro estensione di circa trenta
è quasi di cento leghe , e la sua miglia di lunghezza e dodici in lar-
maggior larghezza dall'est all'ovest, ghezza. Il Derg è celebre per an-
fra i proni ontorii di Howthoad e tiche tradizioni non scevre da su-
Sleynehead , è di sessantaquattro perstizione, ed il Lean o Killarney
leghe. Cesare Moreau nella sua si ammira per V amenità del sito
opera statistica e politica sull'Ir- e pel gradevole spettacolo che of-
landa, fa osservare che nel 1827 fre ne' suoi deliziosi punti di vista,
non si conosceva ancora esatta- nelle precipitose cadute de' torren-
mente la superficie di quest'isola, ti, e ne' suoi smisurati macigni per
che di fatto è calcolata 31,874 lo più ricoperti di frondosa verzu-
miglia quadrate (20,379,608 acres ra . Il Shannon è il principale
inglesi); da Newenham a 31,370; fiume dell'Irlanda. Sorge nel lago
da Wakefield a 32, 201. Gli ad- di Aller, e passando per due altri
dentellati delle coste rendono clini- laghi cioè Longh-Ree e Longh-Derg,
ci le un calcolo esalto. Questa re- è navigabile per tutto il suo lunga

gione fu chiamata Jerna da Orfeo, corso di miglia centosettanta, ed i

Strabone ed Aristotile; Inverna più grossi basi ii n vnli lo rimontano


dai greci non che da Tolomeo per un considerabile tratto, essen-
Pomponio Mela, Giovenale e So- dosi rimediato medianle un canale
lino; Iris da Diodoro Siculo; I- all'ostacolo che vi frapponeva una
ventiteli dagli antichi bretoni , o catena di rupi, la quale ne occu-
quelli del paese di Galles; Irtland, pava l'alveo presso Killaloe. Ricevo
3

86 1RL IRL
per via oltre trenta piccole rivie- armenti nudriti cogli ubertosi pa-
re, si arricchisce delle acque di scoli suoi è straordinario. Ciò che
vari laghi, e forma presso a cin- alimenta soprattutto il popolo d'Ir-
quanta amene isolette ricoperte di landa, sono i pomi di terra; ed è
alberi e di verzura. Il Barin è al- rinomata la sua coltivazione. Fra
tro considerevole fiume, che si getta le piante ha una specie di fiore a
nell'Atlantico ; il Boyne, il Liffey, sé proprio, che dicesi rosa hyber*-
il Barrow, il Noie ed il Suir si nica. Le manifatture delle tele for-
scaricano nel mar d' Irlanda. 11 mano il primario ramo della na-
Blachwater esce nel mare al sud zionale industria. Estesa è pur quel-
dell'Irlanda. Moltissime baie offro- la de' cotoni e delle mussoline. Le
no alle navi ne' dintorni dell'isola fabbriche dell'acquavite e della bir-
la più comoda stazione. Vari ca- ra erano numerose : ora sono di-
nali pure le interne co-
facilitano minuite massime quelle dell' ac-
,

municazioni. Il maggiore ha venti quavite, mediante la tanto celebrata


leghe di lunghezza, e congiunge da istituzione delia società di tempe-
Dublino tra il Shannon ed il Lif- ranza, di cui fu benemerito fon-
fey mare d'Irlanda coll'Atlantico.
il datore il padre Teobaldo Matthew;
Altro dal lago Neagh porta a Ne- istituzione che in questi ultimi an-
wry, ed un terzo recentemente co- ni ha avuto tanti associati, con fe-
struito da Philipstown imbocca nel lici risultati. A' 3o ottobre 184
Shannon verso Longford. in Cork sul monte Patrick, a me-
11 clima dell'Irlanda è general- moria del glorioso successo di tal
mente più temperato di quanto opera di amore , solennemente fu
la sua latitudine sembri promette- gittata laprima pietra di una bella
re. Il suolo è ricoperto di terra torre gotica monumentale. Il com-
fertile , la quale posa a qualche mercio, sebbene soggiaccia sovente
profondità in un letto di macigno. a penose restrizioni, è della mas-
Le paludi occupano circa due mi- sima importanza, e si pratica col-
lioni di iugeri, e si cura incessan- l'Inghilterra, colla Francia, colla
temente di asciugarle e renderle Spagna, col Portogallo e coli' A-
coltivabili ; i terreni paludosi si chia- merica. L'industria delle tele risa-
mano bogs. 11 granito e la pietra le all'epoca del conte di Stafford,
calcarea sono comuni ; si trovano ch'essendo viceré d'Irlanda sotto
più cave di finissimo e bel marmo, ilregno di Carlo I, fece venire la
miniere di argento, di ferro, di semente di lino dall'Olanda, e mol-
piombo, di rame e di carbon fos- ti operai della Francia. Da quel
sile. Non mancano altresì pietre di tempo la coltivazione del lino e
pregio come berilli, amatiste e dia- la fàbbrica delle tele presero una
spri. 1 lupi che vi commettevano rapida estensione. Il banco dell'Ir-
per l' innanzi molti guasti, furono landa ha di capitale settantacinque
del tutto esterminati al tempo di milioni di franchi. Dal 1825 for-
Cromwell. Ogni specie di velenosi mò banchi nelle principali città
rettili vi è sconosciuta per le be- della provincia d'Irlanda, dei qua-
nedizioni di s. Patrizio, come di- li è stato assai rinomato il nazio-
remo parlaudo di lui. I cavalli so- nale, istituito principalmenteda
no eccellenti , e il numero degli O' Connell. La prima moneta fu
IRL TRL 87
coniata sotto gli scandinavi, e l'Ir- eh' esercitano, non per la necessi-
landa el)be sino ai nostri tempi tà, o per le sociali convenienze,
la sua moneta particolare, preseti- ma per uno slancio spontaneo del
(cnicnte essendo quella dell' Inghil- proprio cuore. Lo straniero che
terra la stessa di quest' isola. 11 viaggia nell'interno dell'Irlanda, ac-
movirnento però degli affari indù- colto sempre co' modi i più affet-
striosi è minore di quello d' In- tuosi, crede bentosto di essere cir-

ghilterra. Molti battelli a vapore condato da' propri cittadini e coti-


mnntengono delle comunicazioni giunti. In genere la civiltà verso i
fra quest' isola e l'Inghilterra, forestieri, e l'induramento nella fa-
gli vanno e vengono
uni fra tica, costituiscono il carattere della
Holyhead ed Howlh, gli altri fra nazione irlandese. Per le classi

Liverpool e Dublino. Altri basti- superiori i divertimenti sono gli


menti, forse non tutti a vapore, stessi dell' Inghilterra. La lingua
vanno pure dalla Scozia o dal- degli irlandesi antichi è un dialet-
1' Inghilterra a Belfast, Waterford, to celtico, mescolato di molte pa-
Cork, ec. Una quantità d'irlande- iole gotiche portate dalle colonie
si specialmente delle classi degli belgiche , scandinave ed inglesi,
artefici emigrano in Inghilterra per L' Irlanda essendo stata Y ultimo
cercarvi del lavoro ; altri emigrano asilo dei celti, nell'idioma irlande-
nell' America, e tutti gli anni al- se ritrovar si deve il maggior nu-
dine migliaia d' irlandesi s' imbar- mero di termini e di frasi appar-
tano per quella vasta regione, tenenti al loro linguaggio. Le an-
ove si trovano molte colonie qua- tiche vite de'santi ci conservarono
si interamente popolate d' irlandesi, molte parole irlandesi che risalgono
I costumi e gli usi delle classi al sestosecolo e seguenti: qualche
superiori della società nell'Irlanda frammento di libri sacri giunge
si rassomigliano oggidì a quelli sino al decimo secolo; niente es-
deli'Inghilterra , e poco diversifica- sendovi di piti prezioso e venera-
no nelle abitudini. L' Irlanda prò- bile tra gli scritti di questi tempi
duce gli uomini i più robusti e remoti, che gli annali di Tigher-
le donne più belle d'Europa. Gli nac, qualche altro seritto del
e
abitatori della campagna sono or- secolo decimoprimo. 11 popolo ir-
dinariamente poveri, abitanti in ru- landese parla ancora l'antico gae-
sticani casolari. 11 popolo conser- lieo ch'era sparso altresì nell'In-
va molte somiglianze degli antichi ghil terra ; quest' idioma è, come si
costumi nazionali. A ciascun con- dice, meno alterato e meno me-
voglio funebre tutti gli abitanti e scolato nell'Irlanda , che nel paese
persone del vicinato si riuniscono di Galles e nella Scozia. In que-
seguendo il morto, in testimonianza sta lingua si conservano inoltre
di rispetto ed amicizia pel de- alcuni libri antichi, e si pretende
funto e per la famiglia superstite, altresì che anticamente il gaelico
Gl'irlandesi sembrano generalmente dell'Irlanda avesse caratteri parti-
aver cercato nelle vesti loro piuttosto colari che non rassomigliavano ad
una difesa contro il freddo, che alcun altro alfabeto, ma si asseri-
un mezzo di abbigliamento. Si di- sce che non si sia potuto produr-
stinguono i grandi uclf ospitalità re verun mouumcnto veramente
88 IRL IRL
autentico, che comprovasse Y esi- comparvero molti autori i cui scrit-
stenza di questo alfabeto particolare, ti consistono principalmente in li-

Vuolsi che s. Patrizio sia stato bri ascetici , contengono


i quali
primo ad insegnar agi' irlandesi
il passi singolari che possono servire
l'alfabeto, almeno il romano, giac- alla storia della mente umana; in
che prima di tal santo gli antichi essi sono dipinti i costumi nazio-
jilanplesi già avevano un alfabeto, nali , ed il carattere particolare
Geoghegan risguarda la lingua ir- dei tempi. La principal gloria del-
landese come lingua madre. In 1' irlandese letteratura è di aver,
sostanza la lingua irlandese è un per cosi dire, conservato il sacro
puro dialetto celtico, e si riconosce fuoco della scienza quando esso ,

assai nobile, dolce e copioso. Nel si estingueva in quasi tutta 1' Eu-
lato occidentale dell'isola si man- ropa caduta dell' impero ro-
alla
tieue tenacemente, ma nell'opposta mano. Dalla Irlanda principalmen-
parte la favella inglese ha pre- te gli anglo sassoni trassero le lp-
valso, e l' antico idioma è quasi ro prime cognizioni. In una pre-
andato in oblio. Gli annalisti chia- gevole opera del secolo decimoset-
mati i quattro maestri, ci hanno timo si vede una lista cronologie^
conservata la lingua irlandese come da circa l'au-
degli autori irlandesi
esisteva nel quinto secolo e se- no 4^° Sino a quel tempo. Vi si
guenti. contano quasi duecento nomi il :

La coltura delle lettere fu in- secolo decimo è quello che ne con-


trodptta neir Irlanda sino dai teni- tiene meno degli altri. Usserio e
pi remotissimi dello stabilimento Ware illustrarono coi loro scritti
del cristianesimo. Molta celebri- la patria. Altri camminando sulle
tà acquistarono le scuole dell'isola, loro tracce ne divennero i degni
Due irlandesi nel 791 portandosi successori. Il sapere fu il precur-
ia Francia si fecero ammirare pel soie del genio, e tutta l'Europa
loro sapere, e da essi ebbero prin- rende omaggio ai rari talenti di
J
cìpio le prime università, fra le un Burks e d un Sheridan. Il con-
quali si noverano quelle di Parigi te di Charlemont offre 1' unione
e di Pavia. Alfredo I re d'Inghil- di un'alta nascita e di una grande
terra consultò nell' 891 tre abili letteratura. Nella mineralogia si
irlandesi intorno ai mezzi eh' egli vede brillare il nome di Rirwan,
dovea usare per far fiorire le senza parlare degli altri autori di
scienze nel suo regno. Camden os- ogni genere che l'Irlanda produsse,
serva che gli anglo-sassoni andava- Ne' tempi moderni i poeti e gl'i-
no anticamente in Irlanda per ap- storici dell' sono onore-
Irlanda si

prendervi le lettere sacre; e con- volmente distinti. Le opere di Switt,


gettura che i medesimi prendesse- di Goldsmith, di Moore, e di mol-
1*0 il loro alfabeto dagl' irlandesi, ti altri sono state accolte eoa
e si fonda su questo che gli an- plauso in tutto il resto dell'Euro-
glo-sassoni si servivano di caralte- pa. Gli scrittori che parlano dei-
ri somiglianti a quelli che usano 1' Irlanda , sono particolarmente
ancora gl'irlandesi quando scrivono Keating, il quale ne compilò una
nella loro lingua. Sino dall'intro- storia esatta, che venne tradotta
duzione delle lettere in Irlanda in latino; CoJgan, Pietro Lonibar-
IRL IRL 89
do, Ca ruderi ec. Il cav. Giacomo Dublino risiede 1' accademia reale
\\ are fu quello che scrisse la no- irlandese, che pubblica la raccolta
minata eccellente opera riguar- delle sue memorie. Molte altre cit-
dante gli autori d' Irlanda , dal tà grandi della provincia hanno
quarto al decimosettimo secolo : pure le loro accademie e società
opera che venne considerabilmente scientifiche o letterarie. Le scuole
aumentata da Harris di Dublino. vuoisi che in tutta l' isola ascendi-
Sulla storia dell'Irlanda hanno scrit- ne a dodicimila. L' Irlanda ha
to O'Halloran, l'abbate Mac Geo- molti giornali politici e dotti ; ul-
ghegan, l'opera del quale è stima- timamente se ne pubblicavano ven-
ta, ed in tempi più. recenti M. tiquattro a Dublino, sette a Cork
Dermott e Moore. Ma più diffu- ed altrettanti a Limerick, cinque
samente ed eruditamente di tutti i a Galway, quattro nella contea di
moderni scrisse sulla storia delle Antrim ec. Se si getta un colpo
ecclesiastiche antichità e letteratu- d' occhio sulle diverse epoche sto-
ra dell'Irlanda il rev. dottore La- riche dell' Irlanda e se si chiede
nigan già professore di sacra scrit- quali monumenti possono apparte-
tura e storia ecclesiastica nell'uni- nere a ciascuna di esse, si vedrà
versità di Pavia. che gli antichi edilìzi essendo sta-
Per 1' istruzione pubblica V Ir- ti costruiti in legno, sino dai se-
landa non ha che una sola univer- coli decimoprimo e decimosecondo,
sità a Dublino, il cui fabbricato si deve credere di non ritrovarne
consiste iu due grandi quadrati., più le vestigia. La pietra però era
con stamperia, ed un
biblioteca, impiegata pei monumenti funebri.
parco: gode alta rinomanza.
essa I barrowso monticelli di terra
L' arcivescovo Leech ne progettò elevati onore dei morti di una
in
il suo stabilimento verso 1' anno estrazione o di un merito distinto,
1 3 i i ; ma sorpreso dalla moi te, non mancano nell' Irlanda. Si tro-
Alessandro Bicknor o Bilanore suo vano pure alcuni monumenti at-
successore ne fece il compimento. tribuiti ai druidi, come pietre iso-
Questa utile fondazione si sostenne late, innalzate dalla mano dell'uo-
con lustro sommo per circa qua- mo. La conversione dell' Irlanda
rant' anni, allorché le mancarono al cristianesimo promosse la costru-
le rendite. Durante il regno di zione di un gran numero di chie-
Elisabetta, 1' università di Dublino se e di monasteri. Si pretende
si rialzò sotto gli auspicii del lord che ve ne fossero \n quest' isola
deputato Sydney, col mezzo d'u- mille e più di questi ultimi, ma
na volontaria contribuzione. Con in origine tutti questi edilìzi poco
una carta particolare la regina considerabili furono, perchè eretti
confermò la nuova fondazione, e con vinchi intrecciati, o con legna-
ne furono benefattori Giacomo I me squadrato. Si vede negli scritti

e Carlo che la dotarono genero-


I, di s. Bernardo che una chiesa co-
samente. Sonovi professori in tutte struita in pietra tenevasi per una
le facoltà , ed è amministrata sot- rarità nell' Irlanda. 1 capi scandi-
to la sorveglianza di diversi mini- navi devono però prima di que-
stri, i primi de' quali sono il can- st' epoca aver introdotto V u><>
celliere ed il prevosto. Inolile a delle pietre nelle costruzioni dei.
9° IRL IRL
castelli e delle fortezze. Credettero mali la cattolica Irlanda per tras-
di aver qualche volta bisogno di mettere ai posteri suoi la preziosa
rifugi sotterranei, de' quali si con- eredità della fede. Essa si è di-
servano alcune stampe. Si devono stinta mai sempre per le vittorie
riferire all' istessa epoca i trincie- riportate dai suoi nemici spiritua-
ramenti circolari attribuiti ai da- li, il più fiero de' quali sperimentò
nesi, e la qualche
costruzione di empio
nell' Enrico Vili e nella
cappella, tali sono quelle di Glen- sua degna figlia Elisabetta, che
dalock o Glenclalough Porta ferry, colla sovversione dell' Irlanda cre-
Killaloe, Saulabbery s. Doulach , derono trovare un appoggio al lo-
e Cashel. Quanto a quei castelli ro di nuovo introdotto iniquo siste-
rotondi chiamati Duns nella Sco- ma di pretesa riforma, onde far
zia, e agli obelischi carichi di fi- cosi onta maggiore alla Chiesa ro-
gure ed ornamenti, appena ne e- mana. Il loro primo passo fu l' in-
siste qualcuno nelP Irlanda. Vede- vadere le sedi vescovili, ed appro-
si però ancora una specie di anti- priarsene le rendite. Furono di-
chità che risale ai primi tempi chiarati vescovi persone laiche e
del cristianesimo, e consiste in torri coniugate venute dall' Inghilterra
rotonde, il cui ingresso sta ad una e dalla Scozia, senza ordine e sen-
grande elevazione sopra il suolo, za carattere sacro, e colla commis-
e le quali sono aperte in alto ;
sione di reggere anime con quel-
le

queste torri strette, simili a grosse 1' autorità che può dare una po-
colonne, si trovano specialmente testà secolare. E siccome a questo
in vicinanza di antiche chiese, e sistema ne potevano, ne dovevano
si formarono diverse congetture adattarsi i cattolici ibernesi, quin-
Bull* uso di questi piccoli edifìzi. I di contro di essi uscirono le più.
principi del paese sentirono la ne- severe leggi penali , empi giura-
cessità di avere delle fortezze, ed menti, confische de' beni, esclusio-
attaccati molto alla religione, co- ne da impieghi civili e militari,
struir fecero in pietra castelli, privazione dell' eredità de' propri
cliiese e monasteri da architetti genitori, bando dalla patria, colo-
fatti venire dall' Inghilterra e dal- nie di eretici inglesi e scozzesi im-
la Francia, essendosi questi edilizi piantate fra loro, ed eretici predi-
assai moltiplicati dopo lo stabili- canti spediti in questa misera ter-
mento degP inglesi nell' Irlanda. ra per precipitarla nell' abisso
Nel numero delle antichità di que- de' mali. Venne tolta ali' Irlanda
sto paese si può metter qualche la facoltà di servire, dove per di-
ornamento d' oro trovato in una ritto ereditario era signora; distrus-
palude presso a Cui leu nel sud. se Enrico VIII le chiese cattoliche,
La religione dello stato in Ir- ed obbligò cattolici a ripararlei

landa è 1' anglicana, e ciò a fron- per uso degli eretici ; gli stipendi
te della sproporzione tra' cattolici dovuti ai ministri cattolici passa-
ed i protestanti. Il numero de'cat- rono in potere de' falsi pastori
tolici è fra i sette agli otto milioni, riformati ; si multò quello che non
mentre gli anglicani sono al più. interveniva alle prediche e comu-
otiocentomila. Cominciando da tem- nione di protestanti ; ogni dome-
pi remoti ha sofferti gravissimi nica lutti i cattolici padri di fami-
IRL IRL 9 t

glia per se e suoi furono costretti mancipazione guadagnando annual-


a sborsare una somma. Con nuo- mente nuovi partigiani, finalmente
vo genere di crudeltà si pretese fu vinta mentre moriva Leone
fulminar la scomunica, non accor- XII ed eleggevasi Pio Vili. Me-
dandosi 1' assoluzione se non ve- diante la sospirata emancipazione
niva riconosciuta la nuova autorità. furono abolite le leggi penali e
Tutti coloro che stettero costanti rimessi i cattolici al possesso di
nella vera e pura religione dei quasi tutti i diritti degli altri sud-
loro padri si chiusero in orride diti della Gran Bretagna, quan- e
prigioni, ed cadaveri di quelli i tunque tante oppressioni usate da
che ne morivano si seppellivano questa ai cattolici irlandesi non
in luogo profano. Si ebbe cura possano cancellarsi dalla memoria,
di aprir scuole e di fondare isti- pure il governo britannico ha tol-
tuti eretici per sovvertir così più. to quella macchia, che tanto dis-
facilmente la gioventù. Dal momen- onorava suo nome.
il

to che T Irlanda fu soggiogata dai Tuttavolta protestanti hanno


i

re protestanti dell' Inghilterra sino nell'Irlanda quasi tanti arcivescovi


all' epoca recente della emancipa- e vescovi quanti ne hanno i
ve
zione, la religione cattolica era cattolici , e si godono le rendite
per gì' irlandesi un ostacolo onde del clero di questi, anzi il bill di
giungere ai posti eminenti nel ci- emancipazione lasciò i protestanti
vile e militare : un cattolico non in possesso di tutti i beni che u-
poteva neppur sedere nel parlamen- surparono essi all'epoca della ri-

to, uè i cattolici potevano eleggere forma, e delle grosse rendite che


i suoi rappresentanti; ma questa un tempo arricchivano la Chiesa
ingiusta esclusione divenne da lun- cattolica. I protestanti hanno nel-
go tempo 1' oggetto dei più vivi 1' Irlanda quattro arcivescovati e
rechimi dalla parte degli irlandesi dieciolto vescovati. Si vuole per-
cattolici. Questo funestissimo stato tanto che l'arcivescovo d'Armagh
di cose, contro cui reclamava la Ubbia 37^,000 franchi di rendita,
ragione e la natura, tiranneggiò il quello di Dublino 35o,ooo, il ve-
popolo irlandese per tre secoli. Ad scovo di Londonderry 3 75,000, e
ogni sessione del parlamento una quello di Elphin 3oo,ooo Le .

folla di petizioni erano prodotte tanto rendite degli altri vescovati sono
dai cattolici quanto da quei pro- in proporzione di questi enormi
testanti che mossi a compassione appuntamenti; si calcola a tren*
ad essi unironsi, alzando la voce ladue milioni cinquecentomila (rau-
dell' umanità e domandando 1' e- chi la rendita annua del clero
mancipazione dell' blanda, o la protestante in Irlanda, somma che
sua riabilitazione. La resistenza op- si dividono circa mille settecento in-
posta a tali giuste domande fon- dividui. L' ultime investigazioni dei
davasi in parte sul timore, senza commissari fa ascendere la rendita
dubbio chimerico, di vedere la co- attuale della chiesa irlandese a lire
stituzione rovesciata dai cattolici, sterline 6^0,71 5. Nel 1 835 vi e-
e la Gran Bretagna rimessa sotto rano ottocento sessanta parrocchia
il materno spirituale dominio del- protestanti con meno di cinquanta
la santa Sede. La causa della e- protestanti per ciascuna, con una
9» IRL IRL
rendita complessiva per dette par- Emely ch'è unito a Cashel, Fer-
rocchie di lire sterline 58,ooo. In nes, Galway eretto dal Papa re-
Irlanda alcuni anni addietro si tro- gnante, Kerry ed Aghadoe uni-
vavano d' anglicani ottocentocin- ti , Rildare e Leighlin uniti, Ril-
quantamila di presbiteriani sei-
, lala , Rillaloe , Rillfenora e Ril-
centoquarantamila , di altre sette maeduagh Rilmore , Li-
uniti ,

ventuno mila. Pare che adesso merick, Meath, Ossory, Raphoe,


tutti questi eretici sieno discesi Waterford e Lismore uniti. Cle-
sotto il milione, e come dicemmo mente X col breve Credito, nobis,
a circa ottocentomila, per le emi- de' io luglio 1671, Bull, de prop.
grazioni e per le conversioni che fide, tom. I, p. 175, decretò, che
seguono. Essendo V isola geografi- gli arcivescovi e vescovi d'Irlanda
camente divisa in quattro provin- non potessero esercitare i pontifi-
ole, cioè l'Ultonia o Ulster, Lagenia cali fuori del regno. Riportere-
o Leinster, Momonia o Munster, e mo qui appresso il moclo con
Connacia o Connaught, così quat- cui si propongono alla santa Se-
tro, e colla medesima denomina- de i sacerdoti per essere promos-
zione sono le provincie ecclesiasti- si agli arcivescovati e vescova-
che della Chiesa cattolica, presiedu- ti d'Irlanda, e coadiutore dei me-
te le metropoli da quattro arci- desimi, secondo il decreto della
vescovi coi loro suffragane!. Tiene cardinalizia Congregazione di pro-
il primo luogo ed ha il titolo di paganda fide (Vedi), Cum ad
primate dell'Irlanda l'arcivescovo gravissimwn elecùonis Iliberniae e-
di Armagli che ha soggetta la pro- piscoporum, del primo giugno 1829,
vincia d'Ultonia. Gli succede l'arci- spedito a' 17 ottobre essendo pre-
vescovo di Dublino, che riportò il fetto generale della medesima il

titolo di primate della provincia Mauro Cappellaio, ora


cardinal d.
per privilegio, che ha soggetta la Papa Gregorio XVI, nel pontifi-
provincia di Lagenia. Il terzo metro- cato di Pio VIII.
politano è quello di Cashel, che Appena vacata una sede vesco-
ha soggetta la provincia di Momo- vile in Irlanda per qualunque mo-
nia. L' ultimo è quello di Tuam, tivo, o di morie, o di traslazione,
che ha soggetta la provincia di o di rinunzia, ec, si deve eleggere
Connacia. Tutti questi arcivesco- il vicario capitolare a tennre dei
vati, ed i venti tre vescovati, che sacri canoni. Il metropolitano della
in formano ventisette sedi
tutto provincia dov* è seguita la vacan-
vescovili hanno articoli in questo
, za dev'essere informato della me-
Dizionario nel quale pur 1' han-
, desima, e della seguita elezione del
no que'luoghi che furono sede ve- vicario, ed in appresso prescrive per
scovile, o vi si celebrò alcun con- via di lettera al vicario che nel
cilio. I concilii sono descritti nei giorno ventesimo dalla data della
luoghi ove si celebrarono. Ecco i lettera debba congregare tutti co-
nomi de' venti tre odierni vesco- loro che hanno diritto di proporre
vi per ordine alfabetico. Achonry, tre soggetti al sommo Pontefice per
Ardagli, Clogher, Clonfert, Cloyne esserne uno scelto dal medesimo alla

e Ross uniti, Cork, Derry, Down sede vescovile vacante. Quelli che
e Connor uniti, Dromore, Elphin, debbono intervenire a tale unione
,,

IRL IRL 93
sono i parrochi, e dove vi è il l'arcivescovo cattolico di Dublino
capitolo i canonici. Il vicario deve incominciò ad aver luogo nel con-
avvertire entro detti giorni dalla da- siglio che dirige le scuole di tutto
ta della lettera ricevuta dal metro- il regno, ed a ricevere dal gover-
politano, tutti i sacerdoti detti di so- no somme di denaro da impie-
le
pra, che si tiene Y unione nel tal garsi per la istruzione pubblica ;
sito per devenire alla scelta dei tre quindi gran parti di tali somme
candidati da proporsi alla santa s'impiegano per il mantenimento
Sede per vescovi. 11 metropolitano delle scuole cattoliche. Nel 1840
o uno de' vescovi della provincia fu dalla sacra congregazione risolu-
da luì delegato deve assistere a tale to di rimettere alla vigilanza dei
riunione quale prima di farla si
,
vescovi il sistema nazionale d' in-
deve celebrare la messa dello Spi- segnamento, ed a tale effetto in-
rito Santo, e finita la medesima dirizzò ai quattro arcivescovi del-
si viene per voti segreti a proporre l' Irlanda la lettera Quantam ne-
i tre candidati. Se la sede che godi gravitatemi de' 16 gennaio
vaca è arcivescovile, allora tutto- 184.1, circa l'educazione nazionale
ciò che conviene all'arcivescovo è della gioventù: cattolica. Questa let-
devoluto al vescovo seniore della tera si legge nel voi. XII, p. ifó
provincia. Dopo ciò il metropolita- degli Annali delle scienze religio-
no congrega tutti i vescovi della se. Sino dal 1829 furono dalla
provincia, e fa loro conoscere i no- santa Sede abolite le prime e se-
mi dei tre proposti dai parrochi ,
conde feste di Pasqua e Penteco-
e trovatili senza eccezione deb- ste. Si desiderò conservata la festa
bono munire di sottoscrizione e si- di s. Giovanni Battista: di toglier-
gillo una carta in forma di sup- la ebbero la facoltà i vescovi, ma
plica e di semplice relazione, sen- restò fisso l'obbligo della messa.
za speciale raccomandazione, da man- Colle limosine che si raccolgono si

darsi a Roma alla sacra congrega- fabbricano le chiese nuove , e si

zione di propaganda fide, dicendo mantengono quelle che esistono. Le


chi credono degno dell'episcopato, tasse delle dispense delle procla-
perchè poi il santo Padre scelga mazioni dei matrimoni servono per
nella terna quello che crede degno gli utensili delle chiese. In tutte le
dell' arcivescovato o vescovato. Lo diocesi tengono spesso le confe-
si

stesso metodo si pratica nello sce- renze de' casi morali ; ed è proi-
gliere i coadiutori. I vescovi ed i bito al clero usare abiti ecclesia-
parrochi che non possono inter- stici fuori che nelle chiese. Il clero
venire a mandano i
tali unioni, vive dei proventi parrocchiali e dei
loro voti sigillati. Giacomo III ul- sussidii e pie oblazioni de' fedeli
timo re cattolico della Gran Bre- giacche, lo ripetiamo, esistono i be-
tagna, morto in Roma nel 1766, ni del clero cattolico in tutte le
avea il diritto di nominare i ve- diocesi, ma sono in potere de' pro-
scovi d' Irlanda, su di che vi sono testanti. I capitoli che esistono
diversi brevi nel Bull, de Prop., spogliati di tutto,non sono che ti-
come nel tom. IV, pag. 2 3, Cam tolari, non esercitano le funzioni
e
720.?, di Clemente XI li. Dopo ac- corali. Per Io più adempiono V uf-
cordala l'emancipazione ai cattolici fizio di parrochi, e non si unisco-
,

94 niL IBL
no che nelle eiezioni de' vescovi. I pirati venuti dalla Norvegia: que-
canonicati e le dignità si conferi- sti monaci erano delti canonici re-
scono dalla santa Sede e dall'ordi- golari della congregazione di s. Pa-
nario, secondo le regole della can- trizio. Quanti fossero i monasteri
celleria apostolica. I parroebi d'Ir- di questa congregazione negli ulti-
landa sono dispensati dall'applicare mi tempi s'ignora, anzi non si co-
prò populo in que' giorni festivi nosce che esista ,
poiché nella pro-
abrogali, in cui si lavora. Sono in vincia ecclesiastica di Tuam nel 1797
uso in Irlanda le parrocchie men- erano ridotti a soli sette, avevano
sali, ed hanno questo nome perchè cinque parrocchie, e pretendevano
tengono il luogo della mensa ve- il diritto di presentare i curati ,

scovile, e sono amministrate dall'or- diritto che veniva loro contraddetto


dinario per mezzo di un vicario dagli ordinari, in favore de' quali
e come tali vengono assegnate dalla fu decisa la causa dopo sette anni
Sede apostolica. Una parie delle di contesa. Leggesi nell'Origine del-
rendile è riservata al vescovo, ed lo stalo monastico di R.ogero Twis-
ima parte al vicario, che è amovi- den, assai dotto antiquario, che i
bile ad nutum. Anche due parroc- monaci di Bangor erano poco dis-
chie sogliono riservarsi agli ordi- somigliatiti da quelli di s. Basilio,
nari, perchè abbiano onde vivere. e forse erano la stessa cosa con
11 clero in tutte le diocesi è esem- essi. Tanner pure vuole che le re-

plare, ed attende all'istruzione pro- gole de' primi monaci bretoni e ir-

pria ed a quella del gregge. Ora pas- landesi avessero molta rassomiglian-
seremo a dare un' idea di tutti gli za con quelle degli orientali. Usse-
ordini monastici e religiosi d'am- rio provò avere s. Congallo abbate
bo i sessi che furono stabiliti in d'Irlanda fondato la gran badia di
Irlanda, e poi de' collegi che per Bangor in Irlanda verso l' auno
lei si fondarono. 55o, non quella di Bangor nel pae-
L'apostolo dell'Irlanda s. Patri- se di Galles, come Camden asserì
zio era monaco di professione, on- falsamente. Qualunque sia stato il
de il monachismo mirabilmente vi fondatore di questa ultima, essa era
propagò, come lo propagarono di i molto celebre al tempo di Gildas,
lui successori nel chiostro. Fra i il quale nomina i decreta mona-
monasteri ivi edificati il più cele- chorum, e monachi votimi. Sappia-
bre fu quello di Benchor o Ban- mo dal medesimo Usserio, De an-
gor, capace di più centinaia di mo- liquit. Brit. e. 18, esservi ancora
naci , uffizio de' quali era il sal- quattro regole scritte nell'antica
meggiare senza interruzione giorno lingua irlandese. La prima è quella
e nolle in questo :monastero si di Colombano, ed era seguita nella
s.

formò quel s. Colombano che da , Scozia e nelle chiese che monaci i

s. Teodoro I Papa del Gzp venne scozzesi aveano fondato fra gli an-
paragonato a s. Benedetto. V Co- . glo sassoni al settentrione dell In-
lombano, congregazione monastica. ghilterra, dove si mantenne fino al
Uscirono dal medesimo monastero tempo di s. Wilfrido, dal quale
di Benchor que' molti monaci santi fu cangiata. seconda, che è di
La
che subirono il martirio in uno stes- s. Congallo, è scritta in tal lingua

so giorno per opera degli idolatri che ora non si intende più. La
IRL IRL 95
terza è quella di s. Mocuda o di s. ni, discepoli diFininno a Clo- s.

Cartacei discepolo di s. Congallo il , naid, de' quali uno fondò l'abbazia


quale fondò il monastero di Rai- di Birra in mezzo all' Irlanda, e
thin nel West-Meath, e l'altro a mori nel 564, ° secondo altri nel
Lismore, ove egli Cu primo vesco- 572; e l'altro appellato il vecchio,
vo, morendo nel 637. La quarta e ancora più celebre, figlio di Fiud-
regola è quella di s. Ailbeo, il qua- loga , innalzò nella provincia di
lepredicava in Irlanda nello stesso Connaught il grau monastero di
tempo ehe s. Patrizio, e fu primo Cluain-Fearta, non il monastero sum-
vescovo di Emely nella provincia mentovato, cui successe la sede di
di Munster di cui era originario. Clonfert. S. Brendano il vecchio scris-
Nell'isola di Arran
Albeo o Ail- s. se una regola e fondò per sua sorella
bio fondò un monastero, celebre Briga un monastero vicino a Tiiam,
di cui pose a primo abbate s. Eu- che si chiamava Inachduin, ove mo-
deo divenne tanto celebre per la
; rì nel 578. San Fintano abbate di
santità di quelli che lo abitarono, CluainAidbnech, nella provincia di
che fu detto 1' Arran de santi. Leinster, e maestro di s. Congallo,
Fra i più illustri discepoli di s. faceva osservare nella sua com unità
Congallo conta s. Luano fonda-
si una regola assai rigida, e i suoi
tore di cento monasteri, come te- religiosi non si nutrivano che di
stifica s. Bernardo, di cui il prin- erbe e di radici, e coltivavano la
cipale era posto nella provincia di terra colle proprie mani: spirò nel
Leinster, tra Ossory e Lesia oggi sesto secolo. Nello stesso tempo fio-
contea Queen di ed era detto , rì s. Cainico, che fondò l' abbazia
Chiain -Feartha.- Moina o la soli- di Achadh-bho ove anticamente a-
tudine delle meraviglie. San Lua- veano sede i vescovi di Ossory, e
no scrisse una regola monastica morì nel 599. San Finiano Lobar
che fu rinomatissima, e che si di- od il leproso, discepolo di s. Bren-
ce essere stata approvala da s. Gre- dano, fondò il monastero di lnis-
gorio I: mori nel 622. Fallen nel paese di Desmond e ,

Ecco i nomi de' principali santi quello di Ardfinan nella contea di


antichi d'Irlanda, dicendoci l'Us- Tipperary, e morì verso il 61 5.
serio che ve ne fiorirono anche pri- San Coemgen o Keivin, morto nel
ma di s. Patrizio. Sani' Abbano 61 5, fondò la badia di Gleande-
abbate figlio di Cormac re di Lein- loch, che divenne sede episcopale,
ster, fondò i monasteri di Kill-Abain poi unita a Dublino. San Colman-
e di Magharnoidhe nel Leinster : Elo fondò il monastero di Land-
il suo zio pretende
s. ll)ar, che si Elo nella contea di King, e man-
consccrolo da I, Patrizio, morì verso cò nel 610. Sant' Aidano vescovo
il 5oo dopo aver fondato un mo- di Ferns fondò un gran numero
nastero sulla eosta meridionale di di chiese e di monasteri, morendo
Leinster, che fu chiamato Beekerin nel 632. Il fervore col quale i pri-
o Beg-Erin, cioè piccola Irlanda. mi irlandesi abbracciarono la fede,
San Tigernake vescovo di Clogher, non si raffreddò per molti secoli.
fondò l'abbazia di Cluanois o Clones Mariano, parlando dell'I rlandu nel-
e vi pose la sede episcopale, mo- la sua cronaca, sotto l'anno 674
reudo nel 55o. Due sunti Blenda- dice eh' essa era piena di santi.
96 IRL IRL
Molta celebrità eziandio godevano ci case. Sulla storia de' domenicani
le scuole dell'isola. I monaci che in Irlanda abbiamo, YHibernia Do-
si davano all'orazione e all'istru- minicaha sive História provinciac
zione dei popoli in Irlanda ed in Hiberniae ordinis predicatonim, del
Jscozia erano, al dire di alcuni, nei p. Tommaso de Burgo vescovo di
bassi tempi chiamati celdees 3 cioè Ossory, Coloniae Agrippae 1762.
servitori di Dio, dal latino cultores I minori osservanti riformati nel-
Dei. Nei secoli susseguenti l'Irlan- 1' epoca indicata aveano sessanta-
da ebbe molte case e molte pro- sei case coi rispettivi guardiani di-
vincie di benedettini , come anco pendenti da un provinciale e da
di altri religiosi ; ma l'ordine dei quattro definitori, che si eleggeva-
canonici regolari di s. Agostino vi no ne' triennali capitoli che si te-
fiorì sopra tutti gli altri, e da essi nevano e forse tengono in Du- si

si prendeva la piti parte dei ve- blino. Questi facevano e fanno il


scovi e degli altri pastori inferiori. corso degli studi nel convento di
A Dublino la chiesa della ss. Tri- s. Isidoro di Roma; di questo e
nità de' canonici regolari avea la della contigua chiesa ne parlam-
preminenza sulla cattedrale, la qua- mo al voi. XXVI, p. 162 e i65
le era dedicata sotto l' invocazione del Dizionario. Ivi dicemmo che
di s. Patrizio. L'abbate di questa ne fu ornamento il p. Wadingo
casa, come anche quelli di alcune annalista dell' ordine, ed il p. Ha-
altre, sedevano fra i lord, e aveva rold o Araldo, il quale compendiò
pure alcuni priori che godevano quegli annali. Prima lo facevano
dello stesso privilegio. possono Si ancora in quello di Capranica alie-
consultare la Storia monastica d' Ir- nato, o in quello di Praga, o nel-
landa, pubblicata a Parigi nel 1 690 ; 1' altro di s. Antonio in Lovanio.
ed il Compendio degli annali ec- Oggi in Irlanda si trovano circa
clesiastici d'Irlanda^ pubblicato in cinquanta padri di questo istituto.
Pioma dal p. Porter nel 1691. Ja- Gli agostiniani avevano ventitre
copo Ware ha eziandio parlato dei case o conventi sparsi per 1' isola.
principali monasteri d' Irlanda. Ebbero in Roma da Clemente XII
Evvi in Irlanda una provincia il piccolo convento presso la Chie-
di domenicani presieduta dal pro- sa di s. Matteo in Merulana (Ve-
vinciale e suo vicario generale. Que- di) y distrutto con questa nella pri-
sti erano eletti in Dublino nel ca- ma invasione francese: il p. priore
pitolo che suole ivi tenersi ogni Tommaso ne prese possesso
Berrill
triennio. Nel pontificato di Bene- il primo aprile 1739. Ebbero an-
detto XIV possedeva ventinove case cora da Clemente XIV, per orga-
o conventi con un discreto nume- no della congregazione di propa-
ro di religiosi presieduti da un ganda fide^ a'5 agosto 177 1, per
priore. Solevano mandare agli stu- una sol volta la grazia speciale di
di i loro o nel convento
professi poter vestire dodici novizi da col-
contiguo alla Chiesa di s. Clemen- locarsi in uno o più conventi, de
te {Fedi) di Roma, de' quali è tut- licentia ordinario rum. Molto ristret-
tora, o in s. Croce in Lovanio. Da to oggidì pare che sia il numero
ultimo in Irlanda si trovavano cir- di essi in Irlanda. Al presente han-
ca cinquanta domenicani, con tredi- no in Roma la chiesa e il conti-
IRL IRL 97
Convento di s. Maria in Po- monasteri di monache, che vivono
sterula, di cui parlammo ai voi. in comunità in case che chiamano
VI, p. 216, e XI, p. 5i del Di- monasteri, ma senza certi obblighi
zionario. I carmelitani calzati ri- di clausura. Ritengono il nome di
tornarono in questo regno circa scuole, ma che sieno istituti mo-
la metà del secolo passato ; sotto nastici lo conoscono gli stessi acat-
Benedetta XIV aveano ricuperate, tolici. Avrebbero dovuto esser que-

non senza opposizione delle altre sti, in virtù dei decreti particolari
corporazioni, sedici residenze. Molti della congregazione di propaganda
di essi si applicavano all'istruzione fide del 4 febbraio 1664, e del
della gioventù, e con frutto. Non 7 maggio 1743, soggetti ai ri-

avendo essi conventi nazionali fuo- spettivi ordinari, ma i più erano


ri del regno, andavano ad appren- diretti dai superiori regolari. In
dere la disciplina regolare in paesi questi ultimi tempi però alcuni
cattolici. Vi erano i carmelitani monasteri specialmente in Dublino
scalzi sotto un vicario provinciale, sono passati sotto la giurisdizione
ed i cappuccini che facevano il dell' arcivescovo chiamato visitato-
noviziato in Francia. Evvi iu Ir- re. Sparse nella diocesi d' Irlanda
landa una provincia di gesuiti, si trovano monache di diversi isti-
con tre collegi, una casa, ed ulti- tuti. Così in Dublino si trovano
mamente circa settanta, tra padri, le Clarisse, domenicane e teresiane.
scolastici e fratelli coadiutori. L'i- Le prime e le seconde si manten-
stituto de' fratelli monaci fu ap- gono colle ricognizioni delle edu^
provato nel 1820 da Pio VII. Es- cande : esse hanno comode abita-
so mautiene la vita comune e fa zioni, ed un decente oratorio. In
i tre consueti voti. Istruisce i po- Galvia si trovano tre monasteri di
veri fanciulli gratuitamente nel Clarisse,domenicane e agostiniane.
leggere e scrivere, nella dottrina cri- In Drogheda havvi un monaste-
stiana e nell'aritmetica. Il superior ro di domenicane. In Longroè dio-
generale esercita la carica un trien- cesi di Cork havvi un convento
nio. Le regole sono state con pic- di teresiane. In Waterford di do-
cole variazioni desunte da quelle menicane. La nobile Onorata Na-
dei fratelli della dottrina cristiana. gle irlandese aveva istituito una
Quest' ultima congregazione fu e- congregazione di vergini dedicate
retta in Francia, e nel 1724 a P" alla educazione delle povere fan-
provata da Benedetto XIII, colla ciulle. Nel 1791 il vescovo di
costituzione Iti Aposlolicae digni- Cork ottenne di fondare quivi
tà tis solio. Il breve di approvazio- ed in altre città dell' Irlanda delle
ne di Pio VII, Ad pastoralis di- case di simil natura da Pio VI, il

gnita tis, si legge nel tom. IV, p. quale accordò ad ogni casa quelle
379 del Bull, de Prop. de' 5 set- indulgenze, che sono state concesse
tembre detto anno 1820, in un all' istituto delle orsoline. Final-
alla regola di essi fratrum laico- mente si trovano stabilite in Irlan-
rum monachorum scholarium, sot- da molte case delle sorelle della
to il patrocinio del ss. Infante Ge- Carità e della Misericordia. L'isti-
sù, e della Beata Vergine Maria. tuto delle sorelle della Misericor-
Si trovano in Irlanda anche molti dia fondato dalla nobile Caterina
vol. xxxvi. 7
98 1RL IRL
Mac-Auley, che vi consacrò i suoi alunni che durante il loro
quelli
beni, ha per oggetto 1' istruzione corso accademico si sono segnalati
delle povere fanciulle, 1' assistenza per rari talenti e per irreprensibi-
delle giovani pencolanti, la cura le condotta. Per amministrare lo
degl' infermi. Questo istituto e le stabilimento fu decretato dal go-
sue regole furono approvate dalla verno inglese che di ciò fossero
congregazione propaganda nel
di incaricati il lord cancelliere ed i

1840. Nell'Irlanda evvi ancora il tre capi giudici d' Irlanda prote-
celebre collegio di Maynooth, il qua- stanti, insieme con sei nobili
le collegio, come universale per tut- privati signori cattolici, e di più
ta 1' Irlanda, merita che ne fac- undici prelati egualmente cattolici.
ciamo una particolar descrizione. Questo corpo di amministratori
II collegio di Maynooth è situa- venne rivestito del potere di no-
to nella contea di Rildare, provin- minare gli alunni nelle vacanze dei
cia di Leinster, baronia di Salt, posti, indi nel 1800 fu cambiato
nel villaggio del suo nome, nel- nel personale : i quattro protestan-
V arcidiocesi di Dublino, e distante ti lasciarono di essere amministra-
circa dodici miglia da quella città. tori, onde restarono i soli cattoli-
Fu fondato nell'anno 1 79^ sotto ci, cioè sei laici ed undici eccle-
il titolo del glorioso s. Patrizio. siastici,che tuttora fungono 1' uf-
Dapprima fu dal parlamento d'Ir- fìzio ; con questo però che gli
landa provvisto di entrate e pos- amministratori laici sono semplice-
sessioni, che ammontavano ad an- mente onorari e di nome, tutto
nue lire sterline quattordicimila. Tali facendo gli ecclesiastici. Gli ammi-
assegni furono poi confermati dal nistratori hanno il potere di sce-
parlamento d' Inghilterra, sebbene gliere il presidente del collegio, i

dopo breve tempo le rendite ven- professori, gli scolari, i ministri, e


nero ridotte a novemila lire ster- tutti gì' inservienti necessari , come
line. Ad onta di una somma si ancora di sorvegliare a tutti gli

scarsa per uno stabilimento così affari di esso. Le cose si risolvono


vasto, gli economi e tesoriere del per maggioranza di voti, essendo
collegio,mediante la loro saggia sufficiente la presenza di sette mem-
economia, poterono successivamente bri per qualunque decisione. Vi
aggiungervi considerabili fabbricati, sono ancora i visitatori nominati
per lo che è ora capace il colle- secondo le leggi esistenti, compo-
gio di contenere quattrocenlottanta nendosi di quattro protestanti e
alunni, oltre i superiori e profes- di tre cattolici : essi però non pos-
sori del medesimo. Alcuni anni sono in alcun modo interloquire
dopo lord Dunboyne nobile irlan- in ciò che riguarda l'esercizio della
dese cattolico lasciò morendo una religione cattolica, la dottrina, e la
considerabile somma allo stabili- disciplina dello stabilimento, restan-
mento, per mantenervi altri venti do la sua intera amministrazione e
alunni, assegnando a ciascuno ses- direzione disciplinare negli ammi-
santa lire sterline annue. Questa nistratori e visitatori cattolici. Al
fondazione fu chiamata stabilimen- presente sono visitatori cattolici
to Dunboyniano. JXel collegio di 1' arcivescovo di Armagh, 1' arci-
Maynooth solo sono ammessi per vescovo di Dublino, ed il conte
.

IRL IRL 99
Fingal. I superiori del collegio assai negletto e senza ornamenti
consistono nel presidente, nel vi- Per mancanza di fondi le sue cap-
ce-presidenle, in tre decani, nel- pelle sono piccole e disadorne. Ri-
1' economo o procuratore, nel pro- conoscendo governo inglese non
il

fessore dello stabilimento di Dun- essere sufficiente al mantenimento


boyne, in tre professori di teolo- del collegio le annue novemila li-
gia, nei professori di filosofìa na- re sterline, tir Roberto Peel ca-
turale , di sacra Scrittura e lin- po del medesimo^, nell'annoi845
gua ebraica , della lingua irlan- presentò alle camere una leg-
dese, di logica e metafisica , di ge, mediante la quale, non ostan-
rettorica, di belle lettere e lin- te i clamori dei protestanti, l'as-
gua francese, di umanità, e della segno pel collegio fu notabilmente
seconda classe di scrittura, in tut- accresciuto sino alla somma di
ti diecisette. Il numero degli alun- ventiseimila lire sterline. Sebbene
ni è quattrocentottanta, duecento- sir Roberto arrischiò con tal mo-
cinquanta de' quali sono mantenu- zione tutta la stabilità del suo
ti gratis dal governo; gli altri pa- ministero, ed i deputati dell'oppo-
gano ventuna lire annue e si sizione hanno cooperato al bill, pu-
provvedono loro del necessario, co- re il famigerato oratore irlandese
me abiti, libri, ec. I vescovi soli O'Connell, nell' accettare e ringra-
hanno la facoltà di nominare dei ziare da parte dell'Irlanda il con-
candidali pel collegio, solo venen- venuto bill, rammentò essere un
dovi ammessi quelli che studiano niente la somma accordata, in con-
per lo stato ecclesiastico. Fra'suoi fronto di quanto gl'inglesi dovreb-
presidenti, chepure vi studiarono bero agl'irlandesi.
per qualche tempo, sono a no- Quanto ai collegi d'Irlanda fuori
verarsi monsignori Murray arci-
i del regno, godeva già la nazione iber-
vescovo di Dublino, Slattery arci- nese quattro posti nel Collegio Urbano
vescovo di Cashel, Crotty vescovo di propaganda fide (Fedi) in Roma.
di Cloyne e Ross, Foran vescovo di Negli ultimi anni per l'arcidiocesi
Waterford e vari altri, di cui molti di Dublino ivi è stata fatta la fon-
furono anche professori nel collegio, dazione di un altro alunnato. In
come per dire di due monsignor Mac- questo collegio sei '
attualmente se
Hule arcivescovo di Tuam, chiama- ne mantengono della medesima na-
to da suoi connazionali cattolici il zione. Comune a tutti i vescovi
leone di Giuda, ed il celebre d'Irlanda esiste in Roma e fiori-
controversista sacerdote Mac-Guire. sce il Collegio Irlandese (Fedi), i-
In principio il collegio fu eretto stituito dal cardinal Lodovico Lu-
esclusivamente per la missione ir- dovisi nipote Gregorio XV. A.
di
landese; ma da ultimo fu permesso questo collegio monsignor Blake
anche ai vescovi forestieri di otte- vicario generale dell'arcivescovo di
nere sacerdoti da Maynooth per le Dublino donò la vistosa somma
rispettive loro missioni , ed è raro di scudi diciasseltemila. Sogliono
che non ottenghino il numero di esservi circa cinquanta alunni, che
ministri da loro richiesti. Finora adempiendo le costituzioni proprie
il collegio restò mal provveduto, approvate da Leone XII, sono di
ed in conseguenza l'intiero edilìzio profìtto a se stessi, di edificazione
ioo IRL IRL
al popolo e di speranze all'Irlanda. ni prestavanoil giuramento. In
li prolettore è il cardinal prefetto questo collegio, fondato da Urbano
generale pro-tempore della congre- Vili, resta ancora qualche parte
gazione di propaganda fide. At- dei beni, che in virtù di un de-
tualmente n'è benemerito rettore creto del re Leopoldo degli 8 lu-
l' irlandese monsignor Paolo Cul- glio i833 si sperava di potere ap-
len cameriere segreto soprannu- plicare a vantaggio della chiesa
merario del Papa regnante. Altro irlandese o al collegio di questa
collegio esiste in Roma nel memo- in B.oma, approssimandosi così alla
rato convento di s. Isidoro dei mente del testatore, per opera del-
minori osservanti riformati d' Ir- l'internunzio. In qualche parte si
landa, per fornire a questa dei conseguì 1' intento ,
poiché colle
missionari. Di qua sono usciti mol- rendite decapitali superstiti si man-
ti ed utili operai evangelici, par- tengono in Lovanio i giovani che
rochi e vescovi in molto numero. vi spediscono gli ordinari dell' Ir-
In quanto dipende
alle missioni landa. Degli altri due collegi di
dalla congregazione di propaganda, Anversa e di Doway può dirsi so-
nel resto è soggetto ai superiori lo, che dipendevano anch'essi dal

dell' ordine. Per la soppressione nunzio di Brusselles, che fin dal


dei collegi di Lovanio e Doway 1694 appena ciascuno poteva man-
molto si accrebbero i religiosi del tenere sette alunni che studiavano
collegio di s. Isidoro, per cui eb- nel seminario vescovile di Anver-
be i sussidii che avevano quelli. sa e neh' università di Doway, e
Sogliono esservi istruiti dodici mis- che dovendo essi essere sacerdoti
sionari. Il Belgio, la Francia , il contribuivano al luogo l'elemosina
Portogallo e la Spagna ebbero an- della messa. La Francia aveva due
ch'essi i collegi per mantenere ed collegi ibernesi, uno in Parigi, l'al-

accrescere la religione in Irlanda. tro in Bordeaux, quello di Parigi


Quattro ne ebbe il Belgio. Il pri- esiste tuttora. Il primo manteneva
mo era a Lilla, fondato per dodi- centoventi alunni sotto la cura di
ci alunni della sola provincia di quattro sacerdoti deputati dagli or-
La geni a. Erano diretti da un sa- dinari delle quattro provincie, cia-
cerdote secolare, che n' era 'il pre- scuno per la sua. Non avea il col-
sidente. Non aveva altra rendita legio rendita fìssa, gli alunni non
che quella proveniente dall'associa- prestavano giuramento., ed il col-
zione de' cadaveri. Studiavano le legio in qualche modo esiste. Nel
sole lettere umane e pochi tende- collegio di Bordeaux
manteneva- si

vano al sacerdozio ; forse perì nel- no ventiquattro alunni, che si am-


la rivoluzione francese , certo è mettevano per concorso e presta-
che più non esiste. Il collegio di vano il giuramento consueto. Nel-
Lovanio diretto da un prete seco- la capitale del Portogallo vi erano

lare dipendeva dalla congregazione due collegi ibernesi, uno detto di


di propaganda per mezzo del nun- s. Patrizio, l'altro dei domenicani
zio di Brusselles. Aveva dalla da- irlandesi. In quello di s. Patrizio
teria apostolica scudi duecento qua- gli alunni potevano essere ordinati
ranta annui e dei sussidii dalla con- a titolo di missione. Da esso usci-
gregazione di propaganda. Gli alun- rono molti uomini insigni per scien-
IRL IRL tot
za c per pietà, e che giunsero alle a tutti i rettori dei coHegi irlan-
prime dignità nella patria Irlanda: desi fondati nelle Fiandre, nella
H fabbrica soffrì nel terremoto del Francia, Spagna e Portogallo di poter
1 755. Il collegio deidomenicani far promovere gli alunni agli ordini
detto del Rosario poterà man-
ss. colla loro semplice testimonianza,
tenere venticinque religiosi per le la qual facoltà doveva durare sin-
missioni dell'Irlanda e della Scozia ché l'Irlanda tornasse intieramente
e di qualche isola dell' America, alla fede. Godendo la chiesa ir-
anzi in Lisbona stessa attendevano landese pace perfetta ed intiera
alla conversione degli eretici ri- libertà, per le istanze dell' arcive-
chiamativi dal commercio . Pel scovo di Dublino a nome di tutti
detto terremoto i beni urbani pe- gli ordinari del regno, la santa
rirono e la fabbrica del collegio Sede nel i835 abrogò la bolla di
soffrì non poco, ma mediante le Urbano Vili. Questo privilegio di
pie offerte de'fedeli ebbe neces-i ordinare indipendentemente dai ve-
sari ristauri . Al presente in Li- scovi si volle conservare ai collegi
sbona esiste un collegio . Anche pontificii, ne'quali la dimissoria si

la Spagna ebbe collegi in più dà dal cardinal prefetto generale


luoghi per gl'irlandesi. Vi fu in di propaganda e dai cardinali pro-
Madrid, il cui patronato era pre- tettori.
teso dal capitolo dei parrochi e Nel voi. XVII degli Annali del-
beneficiati. Nel collegio inglese di le scienze religiose che si pubbli-
Valladolid erano ammessi anche cano in Roma, a p. 229 riportasi
gl'irlandesi. In Salamanca questi un articolo intitolato: Il governo
ebbero altro collegio dotato dalla della chiesa anglicana in quesCisola,
pietà de' monarchi, sotto la dire- che così dice. Tutto il mondo cri-
zione de'gesuiti; frequentavano gli stiano conosce che in Irlanda esi-
alunni l'università ed avevano co- ste una porzione di quella che
stituzioni proprie. Anche Compo- chiamasi Chiesa anglicana stabilita
stella aveva un collegio irlandese, per legge. Non s'ignora egualmen-
di cui era rettore a vicenda un te quale enormissimo aggravio sos-

prete secolare delle quattro Pro- tenga la massa intiera del popolo
vincie. Nel 1600 Clemente Vili irlandese, eh' essendo quasi tutta
fondò altro collegio in Alcalà di cattolica è astretta a pagare e
Henares pegli irlandesi, col dispo- mantenere sontuosamente quel cle-
sto della costituzione Ex injuncto ro anglicano, il quale non rende
nobis. Le sue entrate, dono del alcun servigio spirituale che a soli

baron Giorgio di Silveira, consi- settecentomila dei nove milioni di


stenti in canoni, potevano mante- abitatori dell' isola. Con tuttociò il

nere trenta alunni destinati alle governo inglese è fermamente stabile


missioni della patria o a servire nel proposito di mantener salvi ed
come cappellani ne'reggimenti. Essi illesi i pretesi diritti e le entrate
eleggevano il rettore alternativa- pecuniarie della chiesa riformata
mente dalle quattro provincie. A- d'Irlanda, veramente mostruosa; ed
vevano in Madrid l'ospizio di s. i recenti fatti, noti pei pubblici
Giorgio e vi passavano le vaca DM diari, apertamente lignificano
ben
autunnali. Urbano Vili concesse a quali pericoli possa condurre e
102 IRL IRL
la chiesa stessa e l'impero britan- sede di Pietro non poter sussistere
nico questa ingiusta pertinacia. In la Chiesa, e senza Chiesa non es-
tale luogo degli Annali pertanto, servi cristianesimo. Qui noteremo
perchè viemmeglio apparisca la che T Irlanda ebbe un cardinal,
mostruosa istituzione e sussistenza protettore presso la santa Sede,
di quella chiesa, si produce un do- come gli altri regni cattolici.
cumento autentico dal quale si rac- L'Irlanda è da molti secoli sog-
coglie l'assoluto dubbio sopra i getta all' Inghilterra, e la costitu-
dommi fondamentali del cristia- zione politica di questa servì di
nesimo, e la mancanza assoluta di modello a quella dell' altra. Sino
un governo ecclesiastico, propria- al 1800 ebbe il suo parlamento
mente detto, per la chiesa unita separato, cioè due camere de' co-
d'Inghilterra e d'Irlanda. Appari- muni e de' pari. Il re era rappre-
sce in esso eziandio manifesto in sentato dal lord luogotenente o vi-
qual condizione abbia condotto la ceré, e nessun atto di qualche
pretesa riforma protestante le dette importanza si poteva dir valido
chiese, che per loro somma sven- se non era in prima sanzionato
tura recisero il vincolo di unità dal re e dal consiglio della Gran
che prima le teneva collegate col- Bretagna. Dopo la riunione, cioè
l'inconcussa cattedra di Pietro, ve- della soppressione del parlamento
ra ed unica fonte della vita cri- irlandese avvenuta nel 180 1, in
stiana. Il documento o petizione è cui quello di Londra incominciò
del protestante arcivescovo di Du- a regolare esclusivamente gì* inte-
blino, presentato all' alta camera ressi dell' Irlanda come regolava
del parlamento britannico a'4 lu- quelli dell' Inghilterra e della Sco-
glio 1843, sottoscritto da circa zia, governo è lo stesso nei tre
il

duecento membri della chiesa sta- regni d' Inghilterra,Scozia ed Ir-


bilita in Irlanda, tra 'quali il ve- landa, e soltanto si trovano delle
scovo protestante di Rildare e pa- leggi di polizia e di comune di-
recchi altri ecclesiastici e laici ir- ritto fra l' Inghilterra e l' Irlan-
landesi. In questo documento non da. Ora quest' isola è amministra-
si trattò di minuti dommi , ma ta da un lord luogotenente no-
sibbene della sostanza e fondamen- minato dal re d'Inghilterra, e che
to di essi. L'evangelo e la pratica corrisponde col segretario dell' Ir-
costante di tutta la Chiesa, dal landa e col segretario di stato
suo cominciamento fino a' nostri per gli affari dell' interno. Egli ri-

giorni, c'insegnano che le questio- siede nel castello di Dublino, ove


ni religiose debbono essere sotto- tiene una specie di corte, compo-
poste al giudizio degli apostoli e sta un segretario privato, uno
di
de'loro legittimi successori. Ma la steward od intendente, un ciam-
riforma ha riformato lo stesso e- bellano, uno scudiere, vari gentil-
vangelo, dimodoché oggidì i laici uomini di camera, paggi, ec. I
debbono prescrivere qual domma suoi appuntamenti sono di seicen-
credere e quale discredere per tosettantacinquemila franchi; pre-
giuugere all'eterna salute. Però o- siede ad un consiglio privato i cui
gui giorno si ha una novella pro- membri sono i principali funziona-
va del grande assioma: senza la ri dello stato.
r

JN el 1827 la nobiltà
IRL IRL io3
irlandese era rappresentata da due- con Dundalk por capoluogo. Meath
centodieciotto individui, cioè cinque con Trini per capoluogo. Queen's-
pari del sangue reale, un duca, county o contea della Regina con
quattordici marchesi, settantasei Maryborough per capoluogo. West-
conti, quarantotto visconti, settanta Meath con Mullinger per capoluo-
baroni, quattro mogli d' individui go. Vexford con Vexford per capo-
che godono la dignità di pari ;
luogo. Wicklow con Wicklow per ca-
questo corpo di nobiltà elegge ven- poluogo. Munster. Gare con Ennis
tuno membri in vita della sua per capoluogo. Cork con Cork per
classe, onde sedere nella camera capoluogo. Kerry con Tralee per
dei pari della Gran Bretagna, ove capoluogo. Limerick con Limerick
hanno pur diritto di sedere un ar- per capoluogo. Tipperary con Clon-
civescovo e tre vescovi protestanti, mel per capoluogo. Waterford con
che operano a vicenda in ciascuna Waterford per capoluogo. Ulster,
sessione. I comuni sono rappresen- Antrim con Belfast per capoluogo.
tati da settantaqualtro Knights o Armagli con Armagli per capoluo-
cavalieri, e quarantuno burgesses o go. Cavan con Cavan per capoluo»
borghesi, in tutto centocinque rap- go. Donegal con Donegal per ca-
presentanti eletti unicamente fino al poluogo. Down con Downpatrick
lyuS, come i pari, dai soli prote- per capoluogo. Fermanagh con En-
stanti. Fin qui i popoli d' Irlanda niskillen per capoluogo. Derry con
hanno inutilmente reclamata la re- Coleraine per capoluogo. Monaghan
voca dell' unione del loro parla- con Monaghan per capoluogo. Ty-
mento ; ma forse non è lontano il rone con Ornagli per capoluogo.
momento tanto dagl' irlandesi de- Queste contee si suddividono in
siderato di ritornare al possesso baronie. Le
città più popolose del-

de' loro diritti. l' sono Dublino capitale


Irlanda
L'Irlanda, come dicemmo, è divi- del regno, Cork, Limerick, Belfast,
sa in quattro provincie, che sono Con- Waterford, Galway, Kilkenny, Clon-
Munster ed Ulster ,
nauglit, Leinster , mei e Londonderry.
che comprendono trentadue contee, L' organizzazione giudiziaria ras-
delle qualicome de'capoluoghi ecco somiglia anch'essa a quella dell'In-
i nomi. Connaught. Galway il cui ghilterra. Vi sono cinque corti di
capoluogo porta egual nome. Lei- giustizia, cioè, quella della cancel-
trim con Carrick-on-Shannon per leria, delbanco del re e delle cause
capoluogo. Mayo con Castlebar per comuni, dello scacchiere e le assise.
capoluogo. Roscomnon con Ro- In primavera ed in estate si tengo-
scommon per capoluogo. Sligo con no i tribunali detti delle assise quan-
Sligo per capoluogo. Leinster. Car- do i giudici delle corti della legge
lo w con Carlow per capoluogo. Du- comune girano perle contee; per
blino con Dublino capitale del re- tal fine l' Irlanda è divisa in sei

gno per capoluogo. Kildare con circuiti. Per le sessioni trimestrali,


JNaas per capoluogo. Kilkenny con ciascuna contea è d' ordinario di-
Kilkenny per capoluogo. King's- visa in quattro distretti, e le ses-
county o contea del Re con l'hi- sioni hanno luogo alternativamente
Ijpstown per capoluogo. Longford in diverse città. Lo sceriffo convo-
con Longt'oid per capoluogo. Louth ca il gran giuri, che quasi polreb-
ìo4 IRL IRL
besi paragonare ad un parlamento desimo secolo la popolazione irlan-

provinciale, attesoché può disporre dese si raddoppiò. Oggi se si sta


di una considerabile porzione dei agli schiarimenti di Cesare Moreau
pubblici fondi. Neil' Irlanda vi è ascende ad otto milioni cinquecen-
un solo ordine equestre, quello cioè toraila. Sono i cattolici sette mi-
di S. Fedi )
Patrizio fondato
( , lioni cinquecentomilà ; gli angli-
a' 5 febbraio 1783 dal re Giorgio cani, i presbiterani e metodisti , e
III. gran numero di porti e di
Il quelli di altre sette , compresi gli
ancoraggi rende comoda la navi- ebrei, un milione.
gazione sulle coste dell' isola ; se
ne contano cento trenta. Taluno Cenni storici, civili ed ecclesiastici
di questi porti può sostenere il del regno d'Irlanda.
confronto dei piti vasti e belli del-
l'Europa, ne sono quattordici
ve La conoscenza di questa rag-
capaci di ricevere vascelli anche da guardevole isola rimonta a' remoti
guerra, tali essendo quelli di Ban- tempi de' fenicii, de' cartaginesi e
try, Belfast, Carlingford, Cork, Din- de' greci. Il cominciamento della
gle, Sligo, ec. Il porto o piuttosto storia d'Irlanda è avviluppato dalle
la baia di Bantry è uno de' più favole. Sembra che allora quando
vasti e sicuri del mondo; le mag- i greci non avevano sul nord-ovest
giori flotte possono stazionarvi fra dell' Europa che cognizioni tanto
la costa e l'isola chiamata Bear- incerte quanto quella a cui trova-
Island, eh' è situata in questa baia. vansi ridotti alcuni anni addietro
Il porto di Cork è osservabile per i popoli moderni relativamente alle
la sua profondità; tutta la marina isole che sono al nord-est della
dell' Inghilterra potrebbe ancorar- Siberia, la Irlanda formasse una
visi, ed i vascelli vi trovano una delle isole Cassiteridi . Allorché
sicura difesa dietro tre piccole iso- Giulio Cesare fece la sua spedizio-
le. U porto di Swilly, nella contea ne nella gran Bretagna, parla del-
di Donegal, ha egualmente bastan- l'Ilibernia come di un' isola che
te capacità per la più gran flotta. avea circa la metà dell'estensione di
Con qualche eccezione, le coste del- quella che percorse. Durante tutto
l' Irlanda sono in generale sicure , il tempo che i romani conserva-
e possono essere avvicinate dai na- rono la loro conquista , dovettero
vigli senza molto pericolo. Le isole aver coli' Irlanda delle relazioni che
che cingono l' Irlanda non sono ]i posero a portata di prenderne
numerose, e la maggior parte pic- conoscenza, e perciò Tolomeo ce
cole e poco importanti. Al nord- ne diede una carta alquanto esat-
est di Dublino sta la piccola isola ta. L' impero romano non estese
Lambey, resa sacra per un pozzo giammai fino all'Irlanda i suoi con-
venerato. La popolazione dell'Irlan- quisti, ma ebbe anzi a soffrire fre-
da cresce mirabilmente. Nel i632 quenti molestie nella occupazione
al dire di William Petty non con- delle provincie britanniche, per le
tava che un milione circa di abi- spedizioni marittime degli scoti, che
tanti. Tommaso Dobbs nel 1712 dalla minore isola alla maggiore
ne calcolò due milioni e quasi portavano le loro aggressioni. Quin-
centomila: verso la fine del me- di è che gì' irlandesi primitivi de-
.

IRL IRL jo5


rivatì dalle antiche colonie si res- goti provenienti dalla Germania,
sero sempre colle proprie leggi, ed ch'essendosi alterato il carattere dei
ebbero lunga serie e non interrotta belgi, perdettero anche quasi del
di re nazionali. Verso la line del- tutto il loro nativo linguaggio. Di-
l'impero d'occidente l'Irlanda es- versi matrimoni fra questi popoli
sendo stata meglio conosciuta, i scancellarono ben tosto le loro ori-
romani ebbero agio di scoprire che ginarie fattezze. Allora fu difficile

quelli che la dominavano, e fra le di distinguerli fra essi ; gli scozzesi

mani de'quali risiedeva l'autorità, però, e tutti quelli che discende-


erano gli o scozzesi, e da ciò
scoti vano da qualche colonia gotica si
venne che diedero a quest' isola il distinguevano per maggior ferocia,
nome di Scotio,, denominazione che in vece che le tribù di origine gae-
conservarono nelle opere loro tutti lica erano conoscibili per la dol-
gli scrittori sacri sino al secolo XI. cezza de' loro costumi, e per le lo-
Ad una tal epoca questo istesso ro pacifiche inclinazioni.
nome essendo stato applicato al Anche gli storici moderni di
paese che abitano oggidì gli scoz- questo paese, e fra O'Fla-
gli altri,

zesi, l'antico nome d' Hibernia ri- herty, Kéating, O'Halloran, Val-
prese i suoi diritti e prevalse nel- lancey, parlano di colonie greche,
V Irlanda. Si crede che questo no- fenicie e del Ponto-Eussino. Essi
me, e secondo alcuni, anche la paro- danno elenchi di re, e racconti di
la gotica Irlanda, non sia che una battaglie ed altri avvenimenti, al-

modificazione di tryn } termine na- cuni de' quali non è per altro fon-
tivo che significa paese dell'ovest. dato sopra nessun autentico docu-
E probabile che i primi abitanti mento. Plowden istesso, che scrisse
dell' Irlanda sieno stati i gaulesi di recente, comincia la sua storia
venuti dal continente, e che i guy- a mille anni prima dell'era nostra,
dil loro fratelli, avendo abbando- ma però i fatti certi nella storia
nata 1' Inghilterra per venire a d'Irlanda non oltrepassano l'epoca
congiungersi ad essi, accresciuta ili cui il cristianesimo fu introdot-
abbiano questa primitiva popola- to nella regione. San Rerano o
zione. Verso il tempo in cui belgi i Chierano, detto Piran o Pierano
s'impadronirono del sud dell' In- nel paese di Cornovaglia, era nato
ghilterra, alcune tribù di goti, che a Ossory o in Cork in Irlanda.
avevano con essi un'origine comu- Tornato da Roma, ove avea fatto
ne, passarono al sud dell' Irlanda un viaggio, convertì alla fede sua
Sembra che sia lo stesso popolo al madre e molti altri pagani e que- ;

quale i romani diedero il nome di ste conversioni precedettero di tren-


scozzesi, allorché le loro conquiste t'anni la venuta di s. Patrizio, se-
al nord e all'est dell'Irlanda, eie condo Usserio, il quale mette la
incursioni loro nelle prò vi nei e ma- nascita di s. Kerano nel 352, ed
rittime romane, la fecero conosce- i! suo ritorno da Roma in Irlan-
re e acquistare con qualche cele- da nel 4 02 Questo santo passò in
-

brità. 1/ Irlanda però fu talmente Cornovaglia per ivi disporsi alla


inondata di tribù celtiche , scac- morte, ove per alcun tempo visse
ciate dal continente e dalla Gran da romito sopra quella costiera ,

lhetagua mediante i progressi dei quindici miglia lungi da Padstow,


106 IRL IRL
e morì assai vecchio. Usserio conta nero fregiati del carattere episco-
altri santi d'Irlanda, ch'è voce esse- pale. S. Albeo fu consecrato arci-
re vissuti qualche tempo prima che vescovo di Munster e pose la sua
s. Patrizio venisse a predicar in sede ad Emely, poi trasferita a
quest'isola il vangelo/ Il Pontefice Cashel. Riferisce Giovanni di Tyn-
s. Celestino I, eletto nel 4 2 3, ordi- mouth che s. Kerano o Chierano,
nò vescovo s. Palladio, greco d'o- soprannominato Saigrio, è appella-
rigine, diacono romano, e lo spedì to s. Pierano o Piran nel paese
legato nell' Irlanda per la conver- di Cornovaglia, che visse trent'an-
sione dei popoli, tra'quali gli scoz- ni in Irlanda prima di andare a
zesistabiliti nel paese aveano qual- Roma, ove ne soggiornò venti , e
che tintura del cristianesimo. Vuoisi ch'essendo stato consecrato vesco-
che s. Celestino I abbia ordina- vo tornò nella sua patria, ove giun-
to san Palladio vescovo per gli se trent'anni prima della predica-
scozzesi , incaricandolo di adope- zione di s. Patrizio, e morì a detta
rarsi nello stesso tempo a ren- dello stesso autore nel paese di
der cristiana un' isola barbara, che Cornovaglia vicino a Padstow. Us-
V Usserio crede doversi intendere serio, come dicemmo, pone la na-
Anche il Rinaldi all'anno
l'Irlanda. scita di questo santo nel 352 ed
429, num. 8, parla della legazione il Tynmouth vuole che sia uno dei
di s. Palladio, che navigò in Hi- dodici che s. Patrizio consacrò ve-
bernia e predicovvi per ordine di scovi, per dargli mano a piantar
s. Celestino I il vangelo. Gli au- la fede in Irlanda. GÌ' irlandesi Io
tori irlandesi delle diverse vite di chiamano il primogenito de' loro
s. Patrizio dicono che s. Palladio santi. Nel i836 si pubblicò: Let-
apostolo degli scozzesi, la cui missio- tera a Tommaso Moore di Arr.
ne fu anteriore a quella di s. Pa- Giovanni Monk Mason , sul cri-
trizio, venne cacciato dal paese dal stianesimo primitivo d'Irlanda. Nel-
re di Leinster, e aggiungono che la Storia d'Irlanda di recente pub-
tornò nelle parti settentrionali del- blicata dal celebre poeta Tomma-
la Bretagna, ove dapprima aveva so Moore, si dimostra con prove
esercitato il suo zelo: egli morì indubitabili che il primitivo cristia-
verso l'anno 4^o a Ford un capo- nesimo, predicato da s. Patrizio
luogo del territorio di Mernis. Os- apostolo dell'Irlanda, in nulla dif-
serva 1' Usserio, che dalle vite di feriva dalle odierne credenze e dal-
s. Albeo, di s. Declano, di s. Ibaro la disciplina della Chiesa cattolica.
e di s. Onerano, rilevasi che questi Fondatore tultavolta dell'illustre
quattro santi predicarono separa- chiesa d'Irlanda, ed apostolo della
tamente la fede in diverse contra- medesima è s. Patrizio, chiesa che
de d'Irlanda loro patria, alcun pel corso di tanti secoli fu sì fecon-
tempo prima della missione di s. da di eroi cristiani, che popolò di
Patrizio. Ibaro era stato convertito santi gran numero di straniere con-
nella Gran Bretagna, e i tre altri trade, e che lino ad oggi sempre
avevano imparato a Roma i prin- si è mostrata zelante nel mantene-
cipii del cristianesimo. Gli autori re il deposito della fede, a fronte
della loro vita ci dicono, che ri- di tutte le persecuzioni mosse a lei

passarono in Irlanda, e che ven- dall'eresia. E siccome l'Irlanda si-


IRL IRL 107
no dai primi tempi di sua conver- nia o Irlanda, perchè fu lo stromen-
sione produsse un grandissimo nu- to di cui Dio servissi alla conver-
mero di santi, meritossi quindi il sione generale di quest' isola. Fedi
titolo à' Isola dt santi. Coll'autorità Scozia. Si vuole che s. Patrizio do-
di Albano Butlcr accenneremo le po la sua seconda cattività passas-
principali gesta del suo apostolo. se nelle Gallie, ed ivi vedesse suo
Nacque s. Patrizio verso la fine del zio s. Martino di Tours e s. Ger-
quarto secolo nel villaggio della mano d'Auxerre. Predicando il san-
Gran Bretagna, ch'egli chiama Bo- to la fede nel suo paese, de- si

naven Taberniae. Pare che dai suoi cise recarsi in Italia, ove vuoisi che
genitori Calfurnio e Concessa fosse ricevesse dal Papa s. Celestino I
romano da un canto, bretone dal- la sua missione per l'Irlanda, come
l'altro. Trasportato nell'età di se- tra gli altri afferma Mariano Sco-
dici anni schiavo in Irlanda da una to, lib. II, aelat. 6, ad an. ^3i.
torma di barbari, ivi fu ridotto a Sembra inoltre dalla confessione di
pascere le greggi sulle montagne e s. Patrizio eh' egli fosse fatto nel
nelle foreste. Tra i patimenti visse proprio paese diacono, prete, poi ve-
da buon cristiano, con pazienza e scovo per andare a predicare il van-
piamente. Ispirato da Dio, dopo sei gelo agl'irlandesi. Non si dubita che
anni abbandonò il padrone di cui non sia stalo molli anni preparando-
era schiavo, per tornare al suo pae- si alle funzioni apostoliche che vo-
se, e giunto al porto s'imbarcò in leva esercitare. Quando si trattò di
un bastimento. Passati alcuni anni di consecrarlo provò
vescovo, egli
nella sua patria ricadde in ischia- molte contrarietà dal canto della
vitù, ma
riebbe la libertà dopo sua famiglia e del clero del paese
due Quindi tornato alla ca-
mesi. che disapprovavano il disegno del-
sa paterna, Dio gli fece conoscere la sua missione. Patrizio in mez-
per molte visioni che si voleva ser- zo a tante opposizioni fu vinto nel-
vir di lui per la conversione dell'Ir- la da Dio ch'egli invo-
perplessità
landa. Tra le altre cose gli parve cò, e ne consolato da una
restò
vedere tutti i figliuoletti del paese visione e rassodato nel primo pro-
dal seno delle loro madri stendere posto. Allora date generosamente
verso di lui le braccia, e implora- le spalle alla famiglia, lasciò la sua
re il suo soccorso con lamentevoli nobiltà per servire una nazione stra-
grida. E vero, come notammo di niera, e consacrò la sua anima a
sopra, che s. Palladio incominciò Dio, per andare a portare il nome
la sua missione agli scozzesi con di Gesù Cristo fino all'estremità del-
quelli stabiliti in Irlanda, non de- la terra, risoluto di tutto soffrire
vesi però credere essere sempre sta- per seguire la sua vocazione. Il ve-
ta la religione cristiana all'alto sco- ro suo nome era Mann, prese quel-
nosciuta in quest'isola, dappoiché es- lo di Patrizio dopo la sua consecra-
sa vi era penetrata per mezzo dei zione.
bretoni innanzi l'arrivo di s. Palla- Animato da queste sante dispo-
dio, come
ha mostrato Usserio
lo sizioni passò san Patrizio nell' Ir-
dietro a parecchi antichi monumenti. landa, per adoprarsi a iptgnera
ivi

Questo però non toglie a s. Patri- l'idolatria, che quasi uuiversalmente


zio il titolo di apostolo dell'I ber- vi regnava: la percorse da un ca-
.

io8 IRL IRL


pò all'altro e si spinse fin dentro sedizioni sopra tutto da un prin-
;

alle contrade più remote, senza ti- cipe per nome Corotico, il quale
more ai pericoli cui si esponeva a quanto pare regnava in qualche
La sua predicazione rafforzata dal- cantone del paese di Galles. È no*
le sue sofferenze ebbe meraviglioso to che i bretoni, dopo essersi af-
successo, dappoiché un'innumerabile francati daldominio de'romani nel
moltitudine di pagani chiesero il 409, epoca in cui essi abbandona-
battesimo. Il santo dopo averli am- rono la Bretagna, si crearono di-
maestrati nei misteri della fede, am- versi piccoli re, del numero de'quali
ministrò ad essi questo sacramento; era Corotico. Questi sebbene cristia-
poscia adoperossi a rassodarli nel- no di professione, la sua condotta non
la religione che aveano abbracciato. corrispondeva per nulla alla sua re-
Conferì gli ordini sacri a molti pii ligione; e s. Patrizio gli dà l'odio-
ministri che lo secondarono nelle so nome di tiranno. Costui fece
sue apostoliche fatiche ; persuase una discesa in Irlanda, e pose a ru-
molte femmine a vivere vedove e ba tutto il paese, in cui s. Pa-
continenti; consecrò molte vergini a trizio avea da poco amministrata

Gesti Cristo; istituì molti santi mo- la cresima a un gran numero di


naci che praticavano i consigli del neofiti che portavano ancora l'abi-
vangelo ; dimodoché assai considera- to bianco del loro battesimo. Il ri-
bile fu il numero di coloro che per spetto dovuto alla religione, massi-
opera sua si misero sulle vie della me in questa circostanza, non po-
perfezione. I novelli convertiti vollero tè rallentare il suo furore : molti
far parte dei loro beni terreni a chi di questi poveri neofiti furono bar-
aveangli arricchiti con quelli del cielo, baramente scannati, e gli altri me-
ma s. sempre il più.
Patrizio mostrò nati via e venduti ai pagani che
perfetto disinteresse, né mai accet- abitavano le contrade fra gli scoz-
tar volle cosa alcuna, onde il suo zesi ed i pitti. Dopo aver inutilmen-
ministero non venisse ad essere dis- te s. Patrizio ammonito Corotico
onorato, anzi talvolta restituì i pic- a riparare il mal fatto, e riceven-
coli presenti che alcuni mettevano do in vece insulti e beffe, il san-
sugli altari. Egli spinse la sua ge- to scrisse una lettera circolare, ove
nerosità fino a dare gl'istessi suoi dopo di aver parlato della sua in-
beni ai fedeli ed ai pagani. Quan- degnità personale, dichiarò che Dio
do visitava le provincie dispensava lo avea stabilito vescovo d'Irlanda,
larghe elemosine ai poveri e facea e che in questa qualità egli sepa-
dei regali agli stessi re onde agevo- rava da Gesù Cristo e dalla sua co-
lare con questi i progressi del van- munione Corotico, e tutti quelli
gelo. Molti figliuoletti trovarono in ch'erano stati complici del suo mis-
lui un tenero padre che prendeva fatto; proibì di mangiare con es-
sopra di sé le spese della loro e- si, di ricevere limosine, in sino a
ducazione, e la cura di allevarli al che non abbiano soddisfatto a Dio
servigio degli altari. Difficilmente si colle lagrime d'una sincera peniten-

potrebbe credere quante pene gli za, e reso la libertà ai discepoli di


ebbe a costare que-
il buon esito di Gesù Cristo. In questa lettera si ve-
ste sue imprese, nelle quali dovet- de espressa la somma tenerezza che
te sostenere infiniti rovesci e per- il santo avea pel suo gregge, e il
g

IRL IRL 109


vivo dolore che sentiva pei truci- che di Patrizio, che prima della
dati: si confortava però in consi- sua morte egli ebbe la consola-
derar ch'essi regnavano su in eie- zione di vedere quasi tutta l' Ir-
lo coi profeti, cogli apostoli e coi landa adorare il vero Dio. Fondò
martiri. Giocelino dice che Coro- s. Patrizio tre monasteri, uno in
tico perì miseramente, e attribuisce Armagli, l'altro si chiamò Doni-
la sua morte alla divina vendetta, nach- Patirai cioè chiesa di san y

Il santo apostolo tenne più con- Patrizio , il terzo Sabhal - Pa-


cilii per istabilire una buona di- draig. Riempì il santo di chie-
sciplina nella Chiesa di cui era se e di scuole l'Irlanda , nelle
stato il fondatore: i canoni che quali la pietà e buoni studi fio- i

\i si trovano hanno per obbietto rirono per lungo tempo. Queste


alcune regole piene di saviezza, scuole divennero tanto celebri, che
Credesi, giusta s. Bernardo e la gli stranieri vi accorsero d' ogni
tradizione del paese, ch'egli fissas- parte pel tratto di molti secoli ;

se la sua sede primaziale in Ar- e l'Irlanda, che gli altri popoli in


magli. Pare dagli atti del primo passato aveano
trattato da paese
concilio da lui celebrato e da altri barbaro, fu convegno generale il

antichi monumenti, eh' egli oidi- di tutti quelli che volevano colti-
nasse dei vescovi per l'Irlanda. Al- vare il loro ingegno collo studio
tri affermano che s. Patrizio isti- delle scienze, e istruirsi nelle mas-
tuì tutti i vescovati d'Irlanda. San sime della più alta perfezione. S.
Patrizio primo anno di
osò nel Patrizio morì in pace verso l'an-
sua missione predicar Gesù Cristo no 4^4? e fa riposto il suo cor-
in mezzo all'assemblea generale dei pò a Down in CJltonia, in una
re e degli stati di tutta l'Irlanda, chiesa che prese poi il suo nome,
la quale teneasi ogni anno a Ta- e dove fu scoperto nel 11 85. La
ra o Themoria, nella provincia di sua festa è notata a'iy marzo, e
East-Meath, dove risiedeva il re la sua memoria è stata sempre in
principale detto monarca di tutta grande venerazione nella chiesa di
l'isola. La città di Tara era il Irlanda. Avvi una tradizione, che
principale soggiorno dei druidi, e s. Patrizio colle sue benedizioni
come la capitale della religione del abbia liberato quest' isola da ogni
paese. Il figlio di Neill, che allora animale velenoso, ed è certo che
era il monarca, dichiarossi contro non ve n' è alcuno. Pare che il
il santo e contro la dottrina che bastone di Gesù, sul quale gli sto-
annunziava ; ma ciò non impedì rici irlandesi hanno raccontato tan-
punto del frutto de'suoi discorsi, te cose meravigliose, altro non
Molti principi si convertirono, e fra fosse che il bastone pastorale di s.

gli altri il padre di Benigno, che Patrizio e de' primi arcivescovi di


fu il primo successore di s. Patri- Armagli : era custodito anticamen-
zio nella sede di Armagli. La lo- te in questa città, ma nel i3bo
ro conversione fu seguita da quel- era a Dublino. Il purgatorio o
la dei re di Dublino, di Munster pozzo di s. Patrizio, di cui si spac-
e di sette figli del re di Connau- ciarono tante cose false, era una
ght. Da ultimo sì abbondanti be- caverna posta in un'isolrlta del lago
indizioni sparse il cielo sulle fati- Dearg, sulle frontiere della contea
no 1RL 1RL
di Fermanagh nell'Ultonia. Il Pa- una circostanza così singolare, che
pa fece chiudere questa caverna merita di essere notata ; il popolo
nel i497 P er far cessare lo spac- conservò i suoi costumi feroci e
cio di certe fole superstiziose, le selvaggi, nello stesso tempo che
quali trovavano credenza tra la stabilivansi ovunque monasteri, che
gentaglia; ma
poco tempo appresso fiorirono al modo narrato, onde
fu riaperta. Venne
chiusa nuova- la Irlanda o la Scozia divenne ce-
mente per ordine di Enrico Vili. lebre per tutta la cristianità. Non
Non si tralasciò per questo di vi- è vero, come scrissero alcuni, che
sitarla, o per farvi orazione, o per i vescovi caddero nello scisma per
praticarvi delle austerità a imita- 1' affare dei Tre Capitoli, ma stret-
zione di s. Patrizio e di molti ti dalle persecuzioni mosse contro
altri santi, che si ritiravano spesso di essi, ricorsero con lettera alla
in questo luogo o in altri simili Chiesa romana. Rispose loro il

remoti, per darsi più liberamente Pontefice s. Gregorio I, il quale si

agli esercizi della contemplazione. studiò di fare ad essi conoscere la


Giacomo Ceratini, per non dire di verità, che poi abbracciarono, co-
altri, Vita di s. Patrizio
scrisse la me si ha dal Rinaldi all' anno
che fu a Bologna nel
pubblicata 592, num. 6. L' Irlanda è stata
1686. San Melo nipote di s. Pa- sempre attaccata alla santa Sede,
trizio, fu primo vescovo d'Ardagh: e ne ha sempre riconosciuto il pri-
al suo tempo fiorirono molti ir- mato, come ha provato di recente
landesi che si resero commendabili con incontrastabili argomenti il ,

per la loro santità, grande essendo dotto e benemerito sacerdote don


il fervore col quale gì' irlandesi Daniele Rock già alunno del col-
abbracciarono la fede. legio inglese di Roma, nella sua
Il zelo di s. Patrizio fu corona- Lettera a lord Giovanni Manners.
to del piti felice successo, poiché Fra le altre cose, comprova che pri-
ebbe 1' infinito gaudio di vedere ma di s. Patrizio i cristiani erano
uscir dall' Irlanda tanti santi mo- pochi in Irlanda, e radamente dis-
naci, che illustrarono il Belgio, la seminati per 1' isola, i quali però
Germania e la Francia, ed irlan- aderivano a Roma e alla sede di
dese fu quel santo monaco Gallo, Pietro che ; la chiesa irlandese eb-
che tanto cooperò alla conversione be a fondatore un Papa, qual fu
degli elveti, e che fondò la celebre s. Celestino I, il quale v'inviò i

abbazia di s. Gallo, al modo che primi apostoli s. Palladio e s. Pa-


dicemmo al suo articolo. S. Con- trizio, dando cosi principio alla non
gallo abbate d' Irlanda, di cui ab- mai interrotta serie de' vescovi;
biamo già parlato, fu uno de' più che uno de' canoni statuiti in un
illustri fondatori della vita mona- sinodo presieduto da s. Patrizio, de-
stica nel paese, e si dice che ebbe cretò, ogni disputa o dubbio do-
sotto di se sino a tremila monaci. versi Sede apostolica;
riferire alla
S. Senano fondò molte
vescovo che da quel pun-
la chiesa irlandese

chiese e un grande monastero nel- to in avanti prestò sempre impli-


V isola d' Inis-Cathaig, e mori nel cita obbedienza; che segnatamente

544- La conversione però di que- nel VII secolo si sottomise senza


sta isola alla fede fu seguita da limitazione alcuna ai decreti de'ro-
IRL IRL m
mani Pontefici, toccanti la contro- T Irlanda, e levatasi la sua propria
versia della celebrazione della Pa- mitra di testa, la pose sopra quel-
squa; che i missionari irlandesi, pri- la del prelato. Di poi il Pontefice
ma di passare in altre regioni per e- Eugenio III in un concilio nazio-
vangelizzarle, imprendevano il viag- nale di Rells nel 11 52, presiedu-
gio di Roma, per essere investiti to dal pontificio legato Cristiano
dell' autorità di predicare e inse- vescovo di Lismore, per mezzo del
gnare a* gentili; che l'ortodossa fe- cardinal Giovanni Paparo o Pa pe-
de della chiesa irlandese fu alta- roni, altro suo legato che spedì nel-
mente commendata da Alcuini, cat- l' Irlanda, confermò i quattro ve-
tolicissimo. scovati di Armagh, di Dublino, di
L' rimase per lungo tempo
isola Cashel e di Tuam, e diede ad o-
divisa molti capi, che senza
fra gnuno di essi il pallio arcivescovile.
dubbio erano sovente in guerra Neil' adunanza convennero, oltre a
gli uni cogli altri, e quindi alter- molti re e principi irlandesi, tre-
nativamente vincitori e vinti. I mila ecclesiastici. Queste quattro
danesi e gli scandinavi nel nono se- illustri sedi erano state occupate
colo sopravvennero, e desolando colle da molti pastori che si venera-
loro incursioni 1' Irlanda, s' impa- no sopra gli mol-
altari, tra' quali
dronirono di una parte delle coste, tifurono martirizzati. Altri dicono
di cui rimasero signori per quasi che due erano già arcivescovati,
due secoli, ad eccezione di alcune due furono esaltati a tal grado,
città che furono loro riprese dai tutti poi ebbero il sacro pallio ar-
capi indigeni. Le irruzioni scandi- civescovile, cioè Gelasio d' Armagh,
nave apportarono al paese frequen- Gregorio di Dublino, Donalo di
ti stragi ed abborrita soggezione. Cashel, ed Edare di Tuam.
Briam Boroimhe, re o capo della Regnando nell' Irlanda Dermont
provincia di Munster, s' impadro- o Dermot re di Leinster, il re
nì al principio del secolo XI della di Meath Rotherigo suo compe-
maggior parte d' Irlanda, ma fu titore lo investì, assistito da una
ucciso in una battaglia che diede sediziosa fazione, onde il re legit-
nel 1027 al re di Leinster ed ai timo invocò 1' aiuto di Enrico II
danesi suoi alleati. Nel 1090 Gil- re d' Inghilterra. Allora questi si
berto vescovo di Limerick, in un rivolse al Papa Adriano IV di na-
Trattato tu la chiesa diretto ai ve- zione inglese, acciò lo autorizzasse
scovi e al clero tutto d'Irlanda, di- ad occupar 1' Irlanda; ed il Ponte-
chiarò in termini espressi « che fice colla Bolla Laudabilìter del
tutte le membra debbo-
della Chiesa n55, Bull. Rom. t. II, p. 35i,
no ridursi sotto il governo di un solo gli concesse di potere occupare
vescovo, cioè Cristo e il suo vica- T Ibernia senza pregiudizio della
rio, il beato apostolo Pietro e il santa Sede, con censo annuale di
Papa sedente sulla sua cattedra. Di- un denaro alla medesima da pa-
poi nel 139, nel pontificato d'Inno-
1 garsi da ogni casa, come si ha da
cenzo II, s. Malachia arcivescovo di Giraldo Cambrense, Hibernia ex-
Armagh si portò in Roma a prendere pugnat. lib. II, cap. 6. L'autentici-
dalle mani del Papa il pallio. Inno- tà di questa bolla di Adriano IV
cenzo II lo fece suo legato per tutta viene contestata da diversi storici.
ii2 IRL IRL
Senza entrare in questa contesa, strarla, quando era già da lungo
sembra però che tale opinione non tempo morto Adriano IV, il quale
sia del tutto da dispreizarsi, dappoi- fini di vivere nel primo settembre
ché diverse forti ragioni sono in 1 1 5<j ? 4-° Enrico II non otteune
suo favore. Per brevità qui ne ripor- mai il possesso dell'Irlanda in vir-
teremo soltanto qualcuna. i.° Il tù di nessuna bolla, mentre si era
Pontefice fa nella citata bolla un già impadronito di Cork, Limerick
quadro costumi del-
sì terribile de' ed altri luoghi, molli anni prima
la che fa quasi
nazione irlandese, che avesse ardito spacciar la bolla.
dubitare che non fossero o pagani 5.° Se pure vi fossero stati degli a-

o barbari anzi la bolla dice in


; busi da correggersi in Irlanda, la s.

fine, come motivo della concessio- Sede avrebbe stimolata a questa


ne fatta ad Enrico II, che quel impresa non gli esteri, ma i pre-
re avesse da seminarvi e piantarvi lati ed il clero nazionale, il quale
la vera religione cristiana. Ora co- fu illustrato in quell'epoca da mol-
me si può combinare siffatta de- tissimi santi e dottissimi vescovi,
scrizione collo stalo dell' Irlanda come Malachia arcivescovo di
s.

in quel secolo, in cui fiorivano Armagli, *e s. Lorenzo arcivescovo


tanti santi e dotti prelati, tante di Dublino: dal grembo di cui la
chiese insigni e tanti monasteri santa Sede avea poco prima scelto
veri domicilii di tutte le virtù nella persona di Cristiano vescovo
evangeliche? Sei magnifiche chiese di Lismore il suo legato apostolico,
cattedrali furono di nuovo fabbri- e eh' era così specchiato che strap-
cate, eranvi quattordici priorati in- pò dalla penna nemica di Giraldus
signi di canonici regolari, dieciolto Cambrensis il seguente elogio.» Il
monasteri pei soli cisterciensi, oltre clero di questo paese è assai com-
altri molti stabilimenti pii che fu- mendevole per la sua religione, e
rono in quel secolo medesimo fon- tra le virtù in cui si distingue è
dati dalla pietà de' fedeli e dei preeminente nella prerogativa della
principi irlandesi. i.° La stessa castità. Sono i membri del clero
santa Sede era in quell' epoca per- attenti e diligenti al salmeggio ed
suasa dell' ottimo stato della reli- alle ore canoniche, alla lettura ed
gione in Irlanda, che nell' anno alla orazione, stando ritirati nelle
1 1 5 1
,
quattro soli anni prima del loro chiese per attendere ai loro
tempo in cui questa bolla dicesi uffizi. Si esercitano altresì nell'asti-
fatta, Eugenio III aumentò il nu- nenza e nella frugalità di mangia*
mero delle sedi arcivescovili da re. Sicché la maggior parte di es-

due a quattro, ed in testimonianza si digiunano quasi tutto il giorno


di rispetto alla nazione vi mandò fino alla sera, quando hanno com-
il cardinal Paparo legato coi pal- piti tutti gli uffizi economici ". Gi-
lii ai rispettivi arcivescovi. 3.° Se rald, Top. Heb. d. 3. 6.° Tutta-
questa bolla fosse autentica, per- via se fosse necessario di adopera-
chè Enrico II non la produsse sul re opera degli esteri per rifor-
1'

principio dell' invasione d' Irlanda, mare qual si fosse abuso vero o
quando gli sarebbe stata di mag- preteso nella chiesa irlandese, non
gior giovamento? Perchè lasciò cor- è da credersi che la santa Sede
rere quasi vent'anni prima di rao* avrebbe affidata tale impresa agli
IRL IRL u3
inglesi. Mentre narrano diversi sto- Papa Alessandro III approvò ad
rici che i vescovi di quella chiesa Enrico II sì fatta conquista, e que-
quasi unani inamente volevano se- sti la uni al suo regno, come nar-
pararsi dalla Chiesa romana, per ra Polidoro Virgilio, Hist. Angl.
condiscendere alla volontà del re lib. i3, p. 288. Essendo Pontefice
Guglielmo II al principio dell'istes- Urbano il re Enrico II gli spe-
III,

so secolo, come pure riferisce Mo- di un' ambasceria perchè volesse


heler nella vita di s. Anselmo : far coronare re d' Irlanda uno dei
aggiungono che il clero era di tal propri figliuoli. Il Papa spedi in
sorta che il santo prelato Lorenzo Inghilterra per legato il cardinal
per farli vedere al santo Padre, Ottaviano Conti, col donativo di
ne mandò di quelli scelti che ven- una corona reale formata di pen-
nero per convertire 1' Irlanda, cen- ne di pavone tessuta in oro, con
toquaranta condannati di scostuma- la quale il cardinale coronò Gio-
tezza per essere assoluti in Roma, vanni secondogenito del re, che
benché avesse egli la facoltà di altri chiamano e considerano pri-
assolverli inLaonde dal
Irlanda. mo lord-viceré d' Irlanda. Tutta-
sin sembra che la sud-
qui detto volta T intera popolazione irlande-
detta bolla non si possa ammettere se non fu sottomessa; il paese in
per autentica troppo ferire
senza cui dominavano gì' inglesi rinchiu-
1' onore della santa Sede, da cui deva le attuali contee di Dublino,
dicesi emanata. Qui noteremo che Meath, Louth e Rildare, e forse
era allora V Irlanda divisa ne' cin- qualche distretto vicino, chiaman-
que principati di Munster, Ulster, dosi tal paese the englìshpale o pa-
Meath, Leinster e Connaught. lizzata inglese; ma tali possedimen-
All' orticolo Inghilterra, ripor- ti non erano molto considerabili,
tammo i tratti principali della storia per lo che i re d' Inghilterra non
d'Irlanda. Nel i 169 gì' inglesi sotto avevano a quell' epoca, e nella
ilcomando di Riccardo Strongbow successiva sino ad Enrico VIII, che
conte di Pembroke sbarcarono nej- il titolo di signori dell' Irlanda.
1' Irlanda, col quale mezzo fu ricon- E nemmeno di questi possedimen-
dotto l'ordine, e ripristinato Dermot ti potè sostenerne pacificamente
nell' esercizio del sovrano potere. 1' Inghilterra il suo dominio, che
Le armi inglesi però non più si anzi più volte riuscì agi' irlandesi
allontanarono, e seguita ben presto di ricuperare la propria indipen-
la morte del re Dermot, in no- denza, e vi furono delle brevi e-
me di Enrico II fu preso possesso poche, nelle quali tranquilli al di
dell'isola. JNel 1171 o 1172 que- dentro, esercitarono al di fuori
sto re vi sbarcò in persona per prosperamente il commercio, e l'I-

farne l' intera conquista ; ond' essa talia rigurgitò nel secolo XIV di
invasa da un' armata possente, e ottime manifatture irlandesi.
divisa fra molti principi che non Innocenzo III avendo scomuni-
andavano d' accordo, fu obbligata cato Giovanni re d' Inghilterra, e
sottomettersi all' Inghilterra, che sottoposto il regno all' interdetto,
da quel punto non lasciò più di intimorito il principe delle con-
dominarla, considerandola come seguenze, domandò perdono, fece
una provincia della monarchia. Il un solenne alto di sommissione in
vol. xxxvi.

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favore della santa Sede con assog- do agl'inglesi stabiliti nell' Irlanda
tarle i reami d' Inghilterra e di di sposare donne del paese, e di
Irlanda, e fu contento di riceverli servirsi nelle loro transazioni della
in feudo qual vassallo della Chiesa lingua nazionale. Questi oltraggi
romana , obbligandosi all' annuo proseguirono a mantenere per co-
tributo, oltreil denaro di s. Pie- sì dire una linea di demarcazione
tro, pagar trecento marchi per
di fra i vincitori ed i vinti , coi
l'Irlanda e settecento per l'Inghil- quali la politica inglese avrebbe
terra ; ciò che rinnovarono altri dovuto cercare di produrre un'in-
re, come Odoardo II nel 1 3 1
tera trasfusione. L'Irlanda essendo
con Papa Giovanni XXII. Frattan- sparsa di monasteri, di conventi
to non cessarono gl'inglesi di sot- e di chiese, la divozione del po-
tomettere pienamente l'Irlanda al- polo contenne il patriottismo na-
la loro obbedienza; ma gl'irlandesi zionale. Nella loro ardente brama
punto non abbattuti dai disastri di scuotere un giogo tanto pesante,
replicati, fecero ogni sforzo onde riconobbero per loro re il famoso
sostenere con intrepidezza la lotta Perkin Warbeck, quel falso prin-
ineguale, e ridussero al nulla i cipe che si faceva credere il duca
tentativi di Riccardo II. Prima di diYork ; ma inutilmente consu-
questo tempo nel restante dell'Ir- marono tutte le loro forze onde
landa non soggetta all'Inghilterra, sostenere simili pretensioni. Allor-
i capi delle tribù conservavano pur ché nel secolo XVI Enrico Vili,
anco qualche indipendenza, che an- onde seguire più liberamente il
dava però scemandosi a misura che corso delle sue passioni , scosse il

gl'inglesi più si fortificavano nel- salutifero freno della santa Sede, ed


l'isola. Gl'indigeni chiamarono in abbracciò la pretesa riforma religio-
loro soccorso gli scozzesi, e nel sa,dicono alcuni, che tutta la por-
i3io Odoardo Bruce fratello del zione della popolazione irlandese che
re di Scozia. Sbarcato in
Irlanda era di origine inglese, fatalmente
si fece coronare a Dundalk in qua- segui suo cattivo esempio, mentre
il

lità di re dell' isola, ma non es- gl'irlandesi veri rimasero cattolici sen-
sendo molto sostenuto contro gl'in- za riformare alcuno de'loro usi. Al-
glesi, e perduta avendo una bat- tri e con maggior verità asseriscono
taglia, si vide obbligato di rimbar- che tutti i nativi d' Irlanda, com-
carsi insieme co' suoi partigiani. presi quelli di origine inglese, in
Nel 1 3 8 il partito scozzese fu
1 generale rigettarono la riforma. II

interamente espulso dall'isola. Ri- partito del governo inglese si com-


maneva un principe indipendente pose di gente sbarcata di fresco iu
Della provincia di Ulster ; sua fi- Irlanda, che pigliò il nome di pro-
glia ed unica erede sposando il testanti. Allora gì' irlandesi altro
duca di Chiarenza terzo figlio di non cercarono che l'alleanza delle
Odoardo III portò questa provincia potenze europee, che com'essi con-
agl'inglesi nel i36i. Nello stesso servato aveano i domini cattolici.
anno il parlamento sedente a Ril- Frattanto Enrico Vili fu il pri-
kenny e composto d' inglesi ter- mo re d' Inghilterra che aggiunse
minò d'imporre un giogo umiliante agli altri suoi titoli quello di re
alla popolazione indigena, pioiben- d'Irlanda, e da quell'epoca questa
IRL IRL Ut
isola fu trattata come un re-* Pio V scomunicò la regina, la di-
gno. chiarò eretica e sciolse dal giura-
Dopo la morte di Enrico VII! mento i sudditi , fulminando la
nel 547 montò sul
1 trono il suo scomunica a chiunque l'obbedisse.
figlio Odoardo VI, ma essendo Elisabetta spogliò i cattolici irlan-
questi morto nell'anno i553 gli suc- desi del diritto di occupare pub-
cesse la sorella Maria figlia di blici impieghi, attesoché rifiutavano
Caterina d'Aragona, che il padre sempre governo inglese la su-
al
avea ripudiato per sposarsi con premazia ed obbedienza in punto
Anna Bolena, ad onta della sen- di religione. La dominazione in-
tenza di Clemente VII contro il glese in Irlanda incominciata nel
divorzio, e le censure ecclesiasti- 1172 ,
per più secoli non si e-
che da lui fulminate, e rinnovate stese che sopra poca parte dell'i-
da Paolo III quando Enrico Vili sola, ed i limili della sua giurisdi-
mandò in bando la religione cat- zione furono soggetti a frequenti
tolico. Essendo Maria zelante cat- alterazioni; ma si diffuse sopra
tolica spedì subito alla santa Sede tutta l'isola negli ultimi anni della
un' ambasceria pel ristabilimento regina Elisabetta, ne onninamente
della religione ne' suoi domini^ e se non se poco dopo 1' esaltazione
per rendere obbedienza al Pontefice. al trono di Giacomo I, che fu nel
Laonde Paolo IV tolse le censu- i6o3. Il successo delle forze della
re, e per maggiormente accrescere regina fu ottenuto co' mezzi i più.

la dignità della regina e del suo vili, col tradimento, gli assassini!,

marito Filippo II re di Spagna, le stragi e la fame cagionata a


con bolla de' 7 giugno i555 eres- bella posta : così fu compiuto il

se T isola d' Irlanda in regno ti- : soggiogamento degl'irlandesi; nessun


tolo che senza 1' approvazione del- popolo al mondo fu trattato con
la Sede avevano
apostolica le altrettanta crudeltà che l' irlandese.
dato Enrico Vili e Odoardo VI. Esso non ottenne il godimento dei
Nel i558 la regina Maria morì, diritti provenienti dalla condizione
quindi la religione cattolica fu ban- di suddito prima
del 16 12, alla
dita nuovamente dall' inglese mo- promulgazione dello statuto di Gia-
narchia, perchè essendole successa como I. Dal 1172 sino a tale
la sorella Elisabetta, figlia però anno il popolo irlandese non fu
della Bolena, come educata alla dal governo conosciuto negli atti
riforma, si usurpò la mostruosa che sotto il nome di nemici ir-
qualifica di capo della chiesa an- landesi. Durante lo stesso periodo
glicana, espulse dalle loro chiese gl'inglesi non potevano contrarre
i vescovi cattolici, abolì la messa, matrimonio cogl'irlandesi, non com-
ed esercitò una crudelissima tiran- merciar con essi; e chiunque di o-
nia sopra tutti quelli che mostra- rigine inglese poteva uccidere un
ronsi costanti nella fede romana, irlandese o donna, nulla pativa,
per lo che più. di quattro quinti de- meno una lieve multa pecuniaria.
gl'irlandesi furono segno delle sue Il regno di Giacomo I si di-
persecuzioni, essendone esenti que- stinse pei delitti commesi a danno
gli abitanti che designammo col degl'irlandesi sotto pretesto di pro-
nome di protestanti. Il Papa s. testantismo : mai non fu vista in
n6 IRL IRL
seno alla cristianità devastazione tinue persecuzioni religiose, scoppiò
eguale alla operata da Giacomo I laguerra civile, e nel 1641 si av-
in Irlanda. La giurisdizione del ventarono terribilmente contro le
parlamento estendendosi sopra tut- numerose colonie inglesi e scozze-
ta l'Irlanda, il re vi creò in un si introdotte in Irlanda da Giaco-
sol giorno quaranta borghi chiusi, mo I per consolidare il loro ser-
e conferì a tredici protestanti il vaggio, e ne fecero spaventevole
diritto di nominar in ciascun di strage. Per le vicende cui soggiac-
essi due membri del parlamento; que l' Carlo I, i cattolici
infelice

e ciò a fine di privare i suoi sud- dimenticando tutti i delitti commes-


diti cattolici della loro giusta e si a loro danno, si strinsero colla
naturai parte di rappresentazione. tenacità della disperazione al par-
Inoltre Giacomo
onde portare un I, tito del re. I protestanti irlandesi,
colpo vigoroso alla popolazione ed chi prima chi dopo, tutti si di-
alla religione degl'indigeni, confi- chiararono ligi al potere usurpa-
scò tutte le terre degl'insorgenti, e tore di Oliviero Cromwell. Que-
le distribuì fra gl'inglesi e gli scoz- sti nel portossi a domar l'i-
i65o
zesi che appartenevano alla sua sola con un' armata che mise tutto
corte o che avevano combattuto a fuoco e sangue ; le stragi di quel
per lui. Il clero era già stato spo- tempo sono sino a'nostri giorni visi-
gliato di una gran porzione delle bili. Le stragi poi eseguite nella cat-
sue ricchezze che furono cedute al tedrale di Cashel, a Litneriek, a
clero protestante. Queste privazioni Drogheria e Wexford non si pos-
diedero una gran forza al partito sono descrivere. Si cacciarono i
inglese, ma la esacerbazione dei disgraziati cattolici ne' deserti di
vinti non che accrescersi
faceva Connaught, e pubblicossi per ordi-
maggiormente. Vi furono varie co- ne di Cromwell che qualunque
spirazioni onde tentar di ricuperare cattolico fosse ritrovato in alcuna
l'indipendenza; gl'inglesi ne previ- altra parte del regno dopo un de-
dero l'esplosione e confiscarono al- corso di tempo, potesse essere uc-
tre terre, in modo che la popola- ciso senza alcun giudizio. Egli di-
zione indigena cadde sempre più in stribuì, come i re precedenti, le

povertà, e gl'inglesi si arricchirono terre conquistate fra i suoi parti-


a spese dei legittimi proprietari giani, o fra la gente della sua
del suolo. Il regno di Carlo I co- corte. Conquisa in tal modo l'Ir-
minciò nel 1625 sotto diversi au- landa , fu di nuovo spogliata di
spicio La forma della spogliazione alcune delle sue utilità, privandola
e della ruberia cangiò, ma la so- per anco de' benefizi che ritraeva
stanza rimase la stessa la commis- : dalle esportazioni de' bestiami e
sione d'indagine spogliò il popolo delle derrate per l'Inghilterra. Nel
cattolico irlandese di oltre un i65o Innocenzo X spedì
il Papa
milione di iugeri di terra da la- in monsignor Rinuccini
Irlanda
voro, e d'una superficie ancor più, con buona quantità di denaro per
estesa di campagne tolte ai loro aiuto e difesa degli oppressi cat-
padroni, e concedute ai rapaci au- tolici.

tori del disertamento. Vinti e non Nel 1660 ebbe luogo con Carlo
domi gl'irlandesi irritati dalle coa- H figlio del decapitato Carlo I, la
,

IRL IRL 117


ristorazione del real trono. I rea- ghil terra in perpetuo. Dall'altro la-
listi inglesi e scozzesi vennero rein- to solennemente si stipulò in fa-
tegrati ne* loro beni, cioè le pro- vore del popolo cattolico irlande-
prietà tolte ai cattolici irlandesi, i se, che i beni e la libertà de' cat-

quali avevano combattuto sino [al- tolici goderebbero della stessa pro-
l'ultimo sangue a difesa del re tezione legale che quelli degli altri
contro il potere usurpatore. Il du- sudditi, ed in ispecie, che verrebbe
ca di York, dipoi Giacomo II, pi- ad essi conceduto il libero e illimi-
gliossi per sua porzione da ottan- tato esercizio di loro religione. Gl'ir-
tamila iugeri di terreno apparte- landesi soddisfecero agli obblighi
nenti a' cattolici irlandesi , il cui assunti nel trattato colla più scru-
solo delitto era quello d'essere stati polosa esattezza ; ma il governo
amici e padre di
sostenitori del inglese violò compiutamente il trat-
lui lo sfortunato Carlo I, e nemi- tato, appena gli si offrì il buon
ci de' suoi nemici. Ciò nondimeno, punto per farlo con sicurezza. Sif-
sì radicato era nella nazione ir- fatta violazione fu operata colla
landese l'attaccamento al principio promulgazione del più astuto ed
di una lealtà, che quando Giaco- iniquo codice, che abbia mai con-
mo II per aver professato la reli- taminato gli annali della legisla-
gione cattolica fu cacciato nel 1688 zione. I principali tratti della vio-
dal trono dai suoi sudditi britan- lazione del trattato di Limerick, e
nici, egli si rifuggiò in Irlanda, e che ributta in leggerli, sono ripor-
la nobiltà irlandese cattolica, i bor- tati nel capo V della Memoria sto-
ghesi ed il popolo si strinsero a lui rica sopra V Irlanda e gl'irlandesi
dintorno per sostenere i suoi diritti di Daniello O'Connell, tradotta
alla corona, quindi sparsero il pro- dall'inglese dal cav. A. de Bayer,
prio sangue con un coraggio ed Torino 1 843 pel Marietti. Questo
una perseveranza degna di miglior trattato fu spesso invocato dai cat-
sorte. Uniti alle donne gl'irlandesi irlandesi in progresso, contro
tolici
cacciarono da Limerick, con grande lemisure dei governo inglese, co-
sconfìtta, Guglielmo III d' Orange me fosse ed esser dovesse una gua-
che avea usurpato il trono degli rentigia contro l'arbitrio; ma gl'in-
Stuardi, e di Giacomo II suo suo- glesi sostennero che un
sempre
cero: egli però guadagnò la fa- tale atto non dice tuttociò che gl'ir-
mosa Boyne, annien-
battagli..- della landesi vi leggono, e che d'altron-
tando con tal colpo decisivo le de non concerneva esso che quelli
speranze degl'irlandesi. Limerick, che trovavansi rinchiusi nella città
in cui eransi rifuggiti gli avanzi di Limerick.
del partito degli Stuardi, capitolò. Nel 1705 Clemente XI altamen-
L' esercito irlandese forte di tren- te lodò del vescovo di
la pietà
tamila uomini, la nobiltà irlande- Chartres aver benignamente
per
se, i borghesi ed il popolo capito- accolto, e largamente sovvenuto i
larono coll'esercito della Gran Bre- cattolici cacciati dall' Irlanda, nello
tagna. Essi a' 3 ottobre 1691 col rinnovate stragi e proscrizioni. Il

trattato di Limerick spensero la medesimo Pontelìce nel 1709 rac-


guerra civile , riposero la nazione comandò vivamente all' imperatore
irlandese sotto il dominio dell' hi- Giuseppe 1, al cardinale di Lam-
n8 IRL IRL
berg, al granduca di Toscana, e aveano le mani in opera a vessare,
ad altri sovrani, i cattolici dell'Ir- perchè non trapassarono il milione
landa assai travagliati dai magistra- primitivo. Giunse finalmente il tem-
ti inglesi, esortando detti personag- po del raddolcì mento del codice
gi a procurar l'osservanza detrat- penale o persecutore. Nel 1775
tati di pace Limericense e Gal- r ostinato rifiuto del parlamento
viense. Nel 17 13 Clemente XI britannico di far giustizia all'Ame-
eguali energiche raccomandazioni rica inglese fu vinto col sangue.
avanzò al nuovo imperatore Car- Nel 1777 un esercito britannico,
lo VI, a Luigi XIV re di Fran- nel fiore della sua forza, fu costret-
cia, ed al duca di Savoia. Bene- to a rendersi a Saratoga, a de'mi-
detto XIV poi, dolendosi che molti liziotti già disprezzati. Neil' anno
vescovi dell' Irlanda non risiedeva- seguente non essendo più tempo
no nelle loro chiese personalmente, d' accordi coli' America, essa pro-
ed altri formalmente non vi risie- clamò la sua indipendenza , e fu
devano, poiché sebbene vi fossero perduta per sempre per la corona
colla persona, non esercitavano i britannica. Gli antichi nemici in
doveri dei loro ministero, a tutti Europa dell'Inghilterra, profittando
diresse le sue esortazioni per la delle circostanze gli vennero sopra.
residenza che ed
i sacri canoni i Il governo inglese ebbe in quel
Pontefici sempre e tanto caldamen- tempo di calamità una grave le-
te inculcarono, colla costituzione zione della sua fatale sperienza.
Grave, data a'i5agosto i74 r •#"#• > Esso per la prima volta cercò di
Magn. tom. XVI, p. 3o,. Per ri- conciliarsi Y Irlanda, col modificar
guardo alla residenza formale , li nel 1778 il codice penale. Questa
scongiurava ad imitare que' vesco- modificazione parificò in favore dei
vi nel luogo de' quali erano entra- cattolici il potere e i diritti sulle
ti, cioè s. Patrizio, s. Malachia, s. proprietà a quelli goduti dai pro-
Lorenzo, s. Colombano, s. Riliano, testanti ; abilitò i cattolici ad acqui-
s. Vigilio, s. Rumoldo es. Gallo. Che stare, sia come afììttaiuoli o come
se alcuno di loro non si credesse proprietari assoluti, qualsivoglia di-
bastante a portare questo peso, do- rittosopra immobili per un ter-
mandasse alla santa Sede il coadiu- mine qualunque. Non poteano pe-
tore, che gli sarebbe stato concesso, rò acquistare, né per compri ta, né
cioè quello che gli avrebbero pre- per locazione, diritti provenienti da
sentato per idoneo. Frattanto pro- feudi.
seguendo la persecuzione contro gli Nel 1782 l'Inghilterra si trovò
irlandesi per ridurre il popolo cat- da sola in conflitto colle più gran-
tolico nella più abbietta miseria, di potenze del globo. Le flotte com-
onde con tal mezzo estirpar la ve- binate de* suoi nemici, con esempio
ra religione, Dio benedi gli oppres- rarissimo ne' suoi annali marittimi,
si, e li fece giungere a sette mi- s' innoltrarono trionfanti e senza
lioni, come altra volta moltiplicò ritegno nel canal britannico , ciò
Israele ne'ceppi della cattività. Men- che produsse una nuova modifica-
tre l'accrescimento enorme de' per- zione del codice penale. L' Irlanda
seguitati giunse a tanto, fa stupire riconciliata, die alla flotta britan-
il decremento de' protestanti che nica ventimila uomini di gente di
IRL IRL 1 ii)

mare e da sbarco, e pose in grado missione alla carriera legale, e la


Rodney d' inseguir la flotta fran- franchigia elettorale; ma fu riget-
cese alle Indie dove
occidentali
, tata pe' suffragi complessivi di tut-
nella fazione contro de Grasse, il ti i membri parziali al governo.
valor irlandese emulando la bra- Prima del finire del 1792 gli eser-
vura inglese , die la vittoria alla citi francesi sconfissero da ogni
bandiera d' Inghilterra, oppresse le banda tutti i loro nemici : i Pae-
forze navali del nemico, salvò non si-Bassi furono conquistati , e un
solo le colonie americane, ma l'o- torrente di repubblicanismo spinto
nore eziandio della corona britan- dal poter militare minacciò tutti

nica, e sparse d'allori una pace, che gli stati dell' Europa. La prudenza
senza ciò sarebbe stata ignominiosa del gabinetto britannico consigliò
altrettanto che disastrosa. Il tem- di cattivarsi i cattolici, presentò un
peramento del codice nel 1782 fu bill per allentare ancor di vantag-
una seconda ricognizione del de- gio il codice penale., e nell'anno
bito verso l' Irlanda. I cattolici fu- seguente ne presentò un secondo
rono resi abili ad acquistar beni e che conduceva o piuttosto restitui-
diritti feudali per atti fra vivi o va privilegi più ragguardevoli ai
per successione. Si fece di più. Do- cattolici. Per questi due bill il fo-

po novanta anni di persecuzione ro fu aperto ai cattolici; poterono


contro T istruzione, i cattolici per diventare avvocati, non però con-
la prima volta furono abilitati ad siglieri del re; poterono essere cau-
aprir scuole., e ad allevarvi la loro sidici , curiali ; appartenere alle

gioventù nelle lettere e nella reli- corporazioni laicali ; far parte del
gione. Malgrado le anteriori tristi gran-giuri e della magistratura;
vicende, l'Irlanda mantenne sem- giungere nell'esercito sino al gra-
pre il proprio parlamento, invian- do di colonnello ; acquistare il

do visi dal monarca della Gran Bre- diritto elettorale e nominare i

tagna un lord luogotenente. Fra membri del parlamento. Osservano


gli avvenimenti del 1782 va ri- alcuni che siffatte concessioni del
marcato, che il parlamento irlan- governo furono più. dettate dal
dese, il quale sostenne l'indipen- timore che non da un sentimento
denza legislativa dell' Irlanda, non di giustizia o di amicizia. La guer-
solo riuscì di vantaggio ai suoi co- ra della rivoluzione era in procin-
stituenti, ma fu altresì leale verso to di scoppiare; il repubblicanismo
la corona e utile al potere britan- stendevasi in mezzo ai protestanti
nico, come quello de' ventimila uo- e particolarmente tra' presbiteriani
mini dati a Rodney. Dieci anni si del nord dell' Irlanda, essendone
succedettero di grande e crescente Belfast il focolare più ardente. Im-
prosperità per l' Irlanda , essendo portava assai al governo britannico
l'Inghilterra in pace. Questo felice staccare dalla parte degli avversari
stato, l' aumento progressivo delle la ricchezza e l'intelligenza de'cat-
loro proprietà rese impazienti gli tolici d'Irlanda. Laonde la nobiltà

irlandesi di ottenere i loro diritti cattolica, i borghesi, il commercio


politici. A tal fine presentarono al- e le altre classi educale si sepa-
la camera irlandese de' comuni una rarono interamente da quelle par-
petizioue intesa a conseguire l'aui- ti, grazie alla saviezza delle con-
,

120 IRL IRL


cessioni e de' mezzi concilianti ado- grado il più vivo dibattimento dal
perati. canto della legislatura irlandese
La
Francia repubblicana volen- venne il regno definitivamente uni-
do profittare delle disposizioni de- to alla Gran Bretagna ; e da quel-
gl'irlandesi,sempre impazienti di l' epoca le isole britanniche presero
scuotere uh giogo che ancora era il nome regno unito della Gran
di
pesante, inviò loro un' armata sotto Bretagna e dell' Irlanda. Di tre-
il comando de* generali Humber e cento membri , cento sessantadue
Sarazin ; ma sino dal loro sbarco votarono per l'unione, ma l'opinio-
essa provò dei rovesci, e quindi ne pubblica manifestassi ben chiara
questa spedizione non fu di alcuna colle petizioni di settecentomila in-
utilità per l' Irlanda. Questa ribel- dividui opposte a soli tremila unio-
lione del 1798 vuoisi indubitabil- narii. Mentre l' unione progrediva^
mente fomentata col fine di porre l' atto dell' habeas corpus fu so-
il governo britannico in grado di speso; ogni libertà fu spenta in
distruggere l'indipendenza legislati- Irlanda ; la legge marziale procla-
va dell'Irlanda e d'operare l'unio- mata, e Trequentemente adoperata
ne. Ma stromento eletto a quel
lo la tortura. Nessuna protezione del-
fine era quasi di troppo potente la vita e della libertà ; 1' opinione

per le mani inabili che lo tratta- pubblica soffocata; ordinarie le pro-


vano; e se la ricchezza, l'intelli- cedure delle corti marziali. I mee-
genza e T educazione de' cattolici tings , convocati legalmente dagli
si fossero congiunte alla ribellione, sceriffi e dai magistrati , dispersi
questa probabilmente avrebbe riu- dalla violenza militare; la voce
scito. Il florido commercio delle dell' Irlanda soppressa ; il popolo
manifatture, la ricchezza territoria- irlandese abbandonato e deserto.
le e la prosperità generale dell' Ir- L' unione e la corruzione per con-
landa, che rapidamente avea pro- seguirla costò al governo in com-
gredito dal 1782 al 1799, venne plesso, siccome dicesi, tre milioni
ecclissata a questa epoca. Una folla di lire sterline. Le dignità, i gra-
di bravi irlandesi emigrò dal pa- di, le cariche, i seggi arcivescovili
trio suolo, e gli annali militari dei e vescovili protestanti, furono traf-
due mondi ne hanno eternata la ficati, almeno si asserisce da alcu-
fama. Il governo inglese che sino ni ,
quali mezzi di corruzione, e
allora avea lasciato sussistere il scambiati in correspettivo di voti
parlamento, stabilito immediatamen- nel parlamento in favore dell'u-
te dopo la conquista, credette do- nione. Cosi perì l'indipendenza le-
ver sopprimerlo, facendo credere gislativa dell' Irlanda, così fu con-
che lo faceva affine di cattivarsi la sumato dal governo inglese il gran-
popolazione con un vincolo di più, de atto a danno dell'Irlanda. A-
o meglio per dirigere più facilmen- vendo questa il diritto a centotto
te gli affari d'Irlanda. Quelli che sopra il totale di seicentocinquan-
maledicono 1' unione, dicono che fu totto rappresentanti, lord Castle-
inflitta agl'irlandesi dall'azione com- reagh di suo arbitrio ne tolse via
binata del terrore, della forza, della otto, non lasciandone all' Irlanda
fròde e della corruzione. Nella tor- che soli cento. Ma s'egli avesse
nata del primo gennaio 1801, mal- calcolate le rendite relative di eia-
IRL IRL 121
scuri paese , avrebbe il
V Irlanda una camera , fu spesso rigettata
diritto a centosessanta no ve mem- dall' altra. La corte, forse intimo-
bri, e a centosettantasei se gli ele- rita dalle rappresentanze dell'alto
menti d' una rappresentanza rela- clero anglicano, rifiutava sempre
tiva consistessero solo nella popo- di proporre una misura in cui se
lazione e nell'entrate. Almeno l'Jr- le faceva destramente scorgere la
landa doveva avere centocinquanta caduta della religione anglicana, e
membri al parlamento, ma un terzo forse del trono; gli irlandesi stessi
gli fu tolto. alienavano molti membri del par-
Lo scopo preteso dell'unione era lamento, giustamente rifiutando al
quello di consolidare e comporre governo inglese il diritto d' inter-
in un sol corpo di nazione gli abi- vento nella loro ecclesiastica am-
tanti delle due isole; l'Irlanda non ministrazione, volendo continuare
dovea più a lungo rimanere estra- costantemente a trattare e diretta-
nea al benefìzio della britannica mente dipendere dalla santa Sede.
libertà; la religione dc'suoi abitan- Però gli anglicani incominciarono
ti non dovea una nota essere più a divenire più tolleranti, e gli uo-
persecuzione due nazioni do-
; le mini più alluminati dell'Inghilterra
veano identificarsi mercè gli stessi sidichiararono per la causa del-
privilegi, le stesse leggi, le medesi- l'emancipazione. I cattolici irlan-
me franchigie. Pitt si comportò con desi, rientrati per ben tre volte in
dignità quando rinunziò alla carica possesso del potere prima della ri-
di primo ministro, vistosi ricusar forma, non perseguitarono mai per-
da Giorgio III il potere di adem- sona al mondo. In processo di
piere all'impegno contratto all' u- tempo i rappresentanti irlandesi
nione di emancipare i cattolici ; fecero traboccar la bilancia della
ma una tal dignità fu poco dopo vittoria, e vinsero il bill della ri-
lasciata cader nel fango ,
pel con- forma parlamentaria inglese, ma
sentir eh' egli fece ad essere mini- dovettero contentarsi di centocin*
stro, rompendo la sua promessa e que membri, dei centosettantasei
violando la propria fede. Dopo cui avevano diritto. Vinsero del
trentasei anni di agitazione il po- pari il bill della riforma scozzese.
polo irlandese ottenne quasi a for- Egualmente e quale inevitabile co-
za il bill di emancipazione, al mo- rollario vinsero il bill della rifor-
do narrato all'articolo Inghilterra, ma municipale inglese, e quello pure
all'epoca del 1829, ed accennato della riforma municipale scozzese,
più sopra. Poiché fu sancita l' e- ma non ottennero il bill di riforma
mancipazione, il popolo inglese po- parlamentaria come quelli dell'Inghil-
tè a suo bell'agio convincersi del- terra e della Scozia. L'Irlanda sente
le frodi adoperate per tenerlo in in fondo cuore l' ingiustizia che
al
timore e sospetto intorno alla re- pesa da tanti anni sopra di lei. Il
ligione e lealtà de'cattolici. Quan- popolo cattolico irlandese provvede
do gl'irlandesi chiesero l'emanci- a quattro arcivescovi, venticinque
pazione al parlamento, questa que- vescovi, parecchi decani, vicari ge-
stione fu agitata in tutte le suc- nerali, e a più di tremila parro-
cessive sessioni parlamentarie ; ri- chi e curati, pei bisogni spiritua-
soluta a favore degli irlandesi da li di presso a sette milioni di
122 IRL IRL
cristiani, contribuisce in somma al nevolenza. Menò vita tranquilla e
mantenimento d'una gerarchia col- signorile nel castello di Denynane,
la quale non trovasi in comunio- e fece allevare il suo Daniello pri-
ne, e di provvedere alla chiesa del ma a Saint-Omer e poscia a Do-
minor numero. Argomento grave way in Francia. Quivi il giovine
di lagnanze nel popolo irlandese è O' Connell ricevè quell' educazione
il vedersi sottomesso alla degrada- generosa, e quelle impressioni che
zione ed al giogo dell'unione, di produssero col tempo sì felici ri?
cui non cessa reclamar la revoca sultamenti. Studiò il diritto e fu
come la restaurazione del parla- ammesso ad avvocare nel 1798. I

mento domestico. Le pregiudizie- suoi concittadini gemevano sotto il

voli conseguenze dell' unione, e la peso delle incapacità inflitte dalle


falsità dell' idea di eguaglianza dei meschine e gelose leggi dell'Inghil-
diritti degli irlandesi a quelli degli terra; leggi che autorizzavano un
degli scozzesi, secondo il
inglesi e figlio apostata , col passare al pro-
vocabolo unione, sono provate nel- testantismo, a cacciar dal tetto do-
la importante citata Memoria sto- mestico il padre e i suoi fratelli
rica sopra l'Irlanda e gli ir- cattolici ; davano diritto
leggiche
landesi. al protestante a chiedere un caval-
L'associazione formatasi col con- lo od una vacca, od altri beni del
senso del popolo irlandese per la vicino cattolico, fissandone egli stes-
revoca dell' unione e la restaura- so il prezzo ; leggi che vietavano
zione del parlamento, dichiarò che al cattolico d' avere in sua casa al-
si sarebbe continuato a vivere uniti tri o forchette che d' una
coltelli
se si fosse fatta giustizia ; se le certa forma, e questi attaccati al-
franchigie si fossero semplificate ed la tavola. O' Connell sensibile ad
estese; se le corporazioni si fossero ingiurie e a torti di sì rea quali-
modificate; se il numero dei de- tà, entrò nella sua politica e bril-
putati irlandesi si fosse accresciuto lante carriera. Da quell' ora sino
in giusta proporzione; e finalmente al presente, il tempo, i suoi
suo
se il sistema delle decime si fosse talenti, le sue sostanze furono con-
abolito, e renduta interamente li- secrate alla liberazione de'suoi pae-
bera la coscienza. Eloquente e po- sani. Egli possiede un' eloquenza di
tente sostenitore dell'associazione ir- primo grado, e sottilissimo acume
landese è il celebre Daniello O'Con- legale; doti che l'avrebbero innal-
nell, autore della lodata Memoria. zato al sommo di sua professione,
Egli nacque a Derrynane-Abbey, ed arricchito la sua famiglia. Ri-
contea di Kerry, provincia di Mun- provando la forza fisica, svelò l'on-
ster in Irlanda, verso l'anno 1 774* nipotenza della forza morale sulla
J suoi illustri erano capi
antenati fisica ; insegnò agi' irlandesi di af-
dei Clan di O' Connell in Iveragh ferrare la libertà colle armi mo-
e Gare. La memoria del suo pa- rali., non colle materiali ; a cerca-
dre Morgan si mantiene sempre re i suoi diritti coi mezzi costitu-
viva ne' paesani, siccome uomo che zionali e legali . Questo difensore
fu chiaro per sociali domestiche e instancabile de'dirilti religiosi e po-
virtù, guadagnandogli la sua bene- litici della sua povera patria, aven-
ficenza ed ospitalità 1' uni versai be- do tentato ogni via per ottenere
IRL IRL 123
dal parlamento britannico il rad- tutto il clero. Contiene trenlaquat-
drizzamento de* torti e delle in- tro canoni, risguardanti per la
giustizie commesse verso l'Irlanda, maggior parte la condotta del cle-

e non avendo finora potuto con- ro. Con tali regolamenti si ordina
seguire l'intento, ha corso dall'uno ai chierici che saranno separati
all' altro capo tutta iutiera la sua dalla Chiesa se non sono vestiti
isola nativa, sommoveudo l'intero modestamente, non hanno i e se
popolo irlandese colla potente sua capelli corti come romani. Co- i

voce a domandar con unanimi vo- manda inoltre che le donne degli
ti dal britannico parlamento , che ostiari, e degli altri chierici inferio-
si tronchi il nodo legislativo, il ri, ai quali allora era permesso
quale un corpo riunisce dal
in 1' averne, non compariranno mai
1801 in qua le due isole; che si se non velate. Il nono canone
ristami di nuovo il parlamento ir- proibisce qualunque frequenza so-
landese abolito dal famoso Pitt con spetta e pericolosa tra i monaci e
far melate promesse che non eb- le vergini. decimosettimo scomu-
Il

bero mai elfetto. A questa chia- nica le vergini che si saranno se-
mata dell' agitatore eloquente tut- parate con tra il loro voto, accor-
ta l' Irlanda rispose , e per ogni dando loro la penitenza, nel caso
canto si adunarono assemblee, e che si separino
dall' adultero, e
ciascuno paga in volontario tributo che non soggiornino più nel luogo
un soldo, pel denaro necessario a stesso con quello. Il decimonono
poter accorrere al dispendio di una scomunica una donna, che abban-
sì grave e sì vitale contesa. Dal- dona il marito per isposarne un
l'altro canto i cattolici inglesi, tut- altro ; ed anche il padre se accon-
toché sentano commiserazione pei sentì a queir adulterio. Inoltre
loro conculcati fratelli irlandesi, non questo concilio proibisce di ricever
pertanto sembrano inclinare al man- nelle chiese limosine, pagani e sco-
tenimento dell'unità legislativa del- municati ; e comanda un digiuno
l' impero britannico, per quelle ra- di quaranta giorni per tutti quelli
gioni e conseguenze religiose ac- che domandano il battesimo. Con-
J
cennate nel voi. XII, pag. io5 e cil. t. III, p. 1478; Diz. de concilii.

seg. degli Annali delle scienze re- Il secondo concilio sembra adu-
ligiose. Tuttora O'Connell prosie- nato verso lo stesso tempo del pre-
gue il suo meraviglioso sistema di cedente. Si attribuisce a s. Patrizio,
eccitare la popolazione alla revoca, quantunque non porti alcun con-
senza però consentire che abban- trassegno particolare eh' esso sia
doni la legalità per darsi alle vio- suo. Forse deve attribuirsi al di
lenti reazioni. lui nipote, giacche va avvertito che
nello Spicilegio d' Achery e ne- li
Concilii d'Irlanda . Anecdota di Mortene tomo IV,
par. Si , trovansi molti canoni che
primo concilio fu celebrato
Il portano il nome di s. Patrizio,
nell'anno 465. Questo concilio por- ma sono di alcuni suoi succes-
essi
ta in fronte il nome di s. Patrizio sori. Su di che va consultato Wil-
apostolo dell' Irlanda, ed è indirti* kins, Condì. Briian. et Hibcrn. t.
zato ai sacerdoti, ai diaconi, ed a I, p. 3. In questo concilio vi si
124 IRL IRR
leggono alcuni canoni rimarchevoli, stabiliti, o per meglio dire confer-
ii secondo proibisce di non ricever mati i quattro arcivescovati di Ar-
nulla dai pagani fuori del cibo e magh, Dublino, Cashel e Tuam,
del vestimento, qualora non si pos- assegnandosi loro i vescovi suffra-
gano avere d' altra parte. Il setti- ganei. Labbé t. X ; Arduino t. VI ;

reo dice che non bisogna ribattez- Angl. t. I.

zar coloro che hanno ricevuto il II sesto concilio si adunò nel


simbolo, da chiunque lo abbiano 1 1 86, sopra la disciplina. Mansi,
poi ricevuto. Il nono toglie ai mi- t. II, col. 733; Lenglet, Tavolette
nistri della chiesa, che sono caduti cronol.
nei peccati canonici, ogni speranza IRREGOLARITÀ. Irregolare,cio(*
di rientrare nel ministero, lasciati- che non è conforme alla regola, è
do loro tuttavia il titolo. Il duodeci» colui eh' è inabile a ricever gli or-
mo dichiara, che quelli che noti dini sacri, ad esercitarne le funzio-
si fossero renduti degni di parteci- ni, e per conseguenza anche a pos-
pare del sacrifizio, non vi potran- sedere un benefìzio. L' irregolarità
no trovar soccorsi dopo la morte, in sostanza è un impedimento ca-
Concil. t. Ili, p. 14B2; Diz. dei nonico, vale a dire stabilito dai
concìlii. canoni della Chiesa, che deriva da cer-
11 terzo concilio fu tenuto nel ti difetti e da certi delitti, ed il qua-

684, e giusta l'avviso del p. Man- le fa sì, che un uomo non può ricevere
si, i canoni di esso, e di alcuni gli ordini che non ha, uè esercitare
altri del medesimo tempo, od an- le funzioni tanto di quelli che ha
che più antichi, formano ciò che ricevuti,quanto della giurisdizione
chiamasi Codice d! Ibernici, di cui attaccata agli ordini stessi, ne fi-
trovasi una parte nel succitato nalmente essere provveduto di un
Spicilegio e nei mentovati Anecdo- beneficio ecclesiastico senza aver
ta del Malterie. Diverse e consi- ottenuta una dispensa. Si distingue
derabili penitenze furono imposte la irregolarità in quella di diritto
da questo concilio, specialmente divino, e in quella di diritto eccle-
contro i peccati d' impurità. Man- siastico. In virtù della prima, le

si, Suppl. t. I, col. 5 1 3 e 5 14. donne e le persone non battezzate


Il quatto concilio ebbe luogo sono inabili a ricevere gli ordini
nel 1097. Venne in esso presenta- sacri, ec; per diritto ecclesiastico
ta una supplica, allineile Anselmo e pei canoni, gli eunuchi, gli uo-
vescovo Cantorbery
di erigesse mini privi di qualche membro, i

in vescovato la città di Waterford, bigami, i figli illegittimi, ec. sono


ed affinchè ordinasse vescovo un pure esclusi dagli ordini sacri, e
monaco per nome Malco, e tutto sono dichiarati incapaci di eserci-
venne accordato. Labbé t. XI; Ar- tarne le fuuzioni. Dunque la irre-
duino t. VI; Angl. t. I. golaritànon è sempre un delitto,
11 quinto concilio venne celebra- né una pena, poiché può dipendere
to nel i52 nel monastero di Mei-
1 da un difetto naturale involontario,
liford dell' ordine cisterciense, nel come è quello della nascita, o di
mese di ottobre. Lo presiedette in una azione innocente, come delle
nome del Papa Eugenio III il car- seconde nozze; ma può essere an-
dinal Paperoui legato, e vennero che volontario, e provenire da ita
IRL ISA. 1*5
delitto, come da un omicidio, dal- dell' irregolarità è il concilio ge-
la reiterazione del battesimo, dal nerale, o il Papa solo, perchè essi

disprezzo di una censura, ec. Ogni soli hanno il diritto d' instituire
ecclesiastico scomunicato o sospeso delle irregolarità, come lo prova
od interdetto, eli' esercita una fun- 1' esperienza di tutti i secoli dal-
zione de' suoi ordini, è dichiarato l' origine della Chiesa sino a noi.
irregolare. ISABELLA (b.), sorella di s.

L' irregolarità si divide in per- Luigi IX re di Francia, nata nel


petua, temporale, totale, parziale, 1225. Tutta la sua vita, special-
in quella che deriva dal difetto, mente dopo 1' età di tredici anni,
ed io quella che deriva dal pecca- fu consacrata all' orazione, alla let-
to. La perpetua non si toglie che tura e al lavoro, fuggendo le pom-
colla dispensa ; tale è quella che pe e i diletti della corte. Decisa
deriva dall' omicidio. La temporale di rimaner vergine, rifiutò di spo-
cessa per il lasso del tempo; tale sarsi a Corrado figlio primogenito
è quella che deriva dal difetto di dell' imperatore Federico 11, che
età, la quale cessa quando si ha le era stato proposto. Ella digiu-
1' età richiesta. La totale esclude nava tre giorni per settimana, sen-
da qualunque ordine, da qualunque za quelli a cui la Chiesa obbliga-
da qualunque
esercizio d' ordine, e va; non mangiava che cibi assai

beneficio. La parziale non esclude comuni, e di questi assai poco,


che da alcuna od alcune di que- dando ai vivande più
poveri le

ste cose. Quella che deriva dal di- squisite della sua mensa. L' umiltà
fetto s' incorre a motivo di qual- era la virtù da lei prediletta, per
che indecenza non colpevole dalla cui volle che il monastero di Long-
parte del soggetto. Quella che de- Champ dai lei fatto fabbricare por-
riva dalla colpa è fondata sul fal- tasse il nome di Umilia di Nostra
lo del soggetto. Vi sono otto sor- Signora. Ella lo fondò l'anno i25a
ta d' irregolarità che derivano dal per le religiose di s. Chiara, che
difetto, ossia otto sorta di difetti che chiamaronsi poscia urbaniste, dal
producono Y irregolarità. Essi sono nome di Papa Urbano IV, che
i difetti di nascita, di ragione, di mitigò il rigore della loro prima
corpo, di età, di libertà, di ripu- regola. Dopo la morte della regina
tazione, di bigamia, di mansuetu- sua madre, ritirassi in questo mo-
dine.Vi sono cinque peccati che nastero, ove diede continui esempi
producono 1' irregolarità, cioè l'o- delle più rare virtù, sebbene non
micidio, la reiterazione del battesi- ne vestisse 1' abito. Guglielmo di
mo, la cattiva ricezione degli or- Nangis andò errato dicendo, eh' el-
dini, il cattivo esercizio degli ordi- la avea fatto professione della re-

ni stessi, 1' eresia. La causa finale gola di s. Francesco ; imperocché


poi o il fine dell' istituzione delle tutti gli scrittori che di lei parla-

irregolarità, è 1'onore della reli- rono, dicono che la sua cattiva


gione e la maestà del culto di salute le fu d' impedimento per
Dio, eh' esige ne' suoi ministri la contrarre un simile impegno. Ne-
esenzione da certi peccati o da gli ultimi dieci anni della sua vita
certi difetti che li disonorano agli fu travagliata da una continua in-
occhi de' popoli. La causa efficiente fermità, che sostenne con eroica
126 ISA ISA
pazienza. Ebbe i! dono dei mira- questo ordine consiste in una ero-
coli, e morì ai 11 febbraio 1270, ce d'oro fiorgigliata, la quale si
essendo in età di quarantacinque appende sul petto, sospesa ad un
anni. Il suo corpo vestito dell'abi- nastro di seta color di perla cogli
to di s. Chiara, fu sepolto nel mo- orli turchini.
naslero, come ella medesima aveva ISACCO (s.). Nato in Siria, la-
desiderato. Urbano Vili permise sciò l'oriente per isfuggire la vi-
che fosse dissotterrato ed esposto sta dei danni che l'eutichianismo
in una cassa alla pubblica venera- faceva nel suo paese; e passato in
zione. Leone X dichiarò Isabella Italia, si stabilì nel territorio di
beata, e permise alle religiose di Spoleto. Si ritirò in seguito in un
Long Champ di celebrarne la fé- luogo deserto, ove fabbricossi una
sta ai 3 1 d' agosto, la qual per- piccola casa, non avendo voluto
missione fu estesa da Innocenzo accettare nulla de'beni che gli fu-
XII nel 1696 a tutto l'ordine fran- rono offerti per fondarvi un mona-
cescano. stero. Ricevette da ultimo ai-
ISA BELLA li Cattolica, orarne quanti discepoli, a cui porse l'e-
equestre. Fu istituito da Ferdinan- sempio di tutte le virtù, special-
do VII re di Spagna nel 181 5, mente d'un perfetto distaccamento
per celebrare il suo ristabilimento dalle cose create, eli governò san-
sul trono, che occupato da Napo- tamente fino oltre la metà del se-
leone, questi lo avea dato al proprio sto secolo, epoca in cui morì. Fu
fratello Giuseppe. Con questo or- seppellito nel suo romitorio, don-
dine cavalleresco Ferdinando VII de poscia venne trasportato a Spo-
intese premiare que' suoi sudditi leto, e deposto in una chiesa che

che rimasti fedeli a lui, e zelanti portò il suo nome, e che avendo
dell'onore e della gloria spagnuo- preso dipoi quello del santo marti-
la, aveano combattuto costantemen- re Ansano ,
passò dai benedettini
te contro gli stranieri invasori del- ai canonici regolari che la posse-
la Spagna. E perchè da tutti si dono ancora. S.nomina-
Isacco è
comprendesse che questo faceva il to in parecchi martirologi, e mas-
re a premio de' valorosi, che col si me nel romano, agli 1 1 di a-
sangue aveano sostenuto la dignità prile.

della Spagna, credette bene di da- ISACCO (s.), vescovo martire,


re all'ordine il nome della pia e V. Sapore (s.).

celebre regina di Castiglia e di ISAIA (s.). Fu uno di quei va-


Leone Isabella, detta la Cattolica lorosi confessori di Gesù Cristo,
per quel titolo glorioso dato dalla che soffersero il martirio insieme
santa Sede al suo degno consorte con s. Elia (Vedi^ a Cesarea nel-
Ferdinando V re d'Aragona, col la Palestina, sotto l'impero di
qual matrimonio si riunì nuova- Massimiano Galerio e di Massimi-
mente la possente monarchia di no, l'anno 309. Egli è onorato il
Spagna. L' istitutore Ferdinando giorno 16 di febbraio unitamente
VII diede all' ordine opportuni sta- a quelli che furono compagni del
tuti, e nominò cavalieri i primi suo martirio.
personaggi del regno La deco- . ISAURIA. Provincia dell' Asia
razione ed insegna equestre di minore ai confini della Panfilia e
ISA ISA 127
della Cilicio, e vicina alla Pisidia, ISAUROPOLIoISAURA, Isaii-
che fa presentemente parte della ropolis. Sede vescovile della diocesi
Caramania soggetta ai turchi, che d' Asia, nella Licaonia, e già capita-
la chiamano Sauria. È situata in le dell' Isauria, fu città grande e
parte alla estremità del monte beu fortificata. Chiamata poscia
Tauro, ed in parte sul monte me- Isaura vetus fu prima distrutta da
desimo ; il resto si esteude dalle Perdicca; gli assediati ridotti all'e-
montagne verso la Panfilia, la Ci- stremo perirono tutti neh' incendio
licia e la Frigia. Prese il nome da essi medesimi dato alla città.
dalla sua città capitale chiamata Rifabbricata in seguito, venne per
Isaura o lsaurìa e quindi Isauro- la seconda volta distrutta da Ser-

poli (Fedi), I suoi abitanti chia- vilio, né potè risorgere, perchè


mati isauri , che infestarono per I' Isaura nuova di Augusto non
molto tempo le provincie vicine è 1' antica Isaura rifabbricata, ma
commettendo orribili eccessi, furo- un* altra distante dall' antica, e si-

no vinti da Serrili», che da ciò tuata più al sud-est, la quale non


prese il soprannome d'Isauro. La potè eguagliarne lo splendore. Al-
loro città capitale essendo stata cuni scrittori collocano Isaura nel-
da questo generale distrutta, Au- la Licaonia, ed altri nella Pisidia,
gusto ne costrusse una nuova. Que- come s. Basilio, perchè al di lui
sti popoli resistettero con valore tempo alla Pisidia apparteneva, a-
agli arabi maomettani nel VII se- vendola solo l'imperatore Teodosio
colo, e rimasero sotto il dominio stabilita nella provincia d' Isauria.
dei greci imperatori sino all' inva- La sede vescovile vi fu eretta nel
sione dei turchi Seldgiukidi. quinto secolo sotto la metropoli di
L' Isauria diventò provincia ec- Iconio. Sembra dall' epistola 4°6
clesiastica nel quarto secolo, dopo di s. Basilio, che il vescovo d' I-

il concilio di Nicea, sotto il pa- saura si arrogasse il diritto di or-


triarcato d' Antiochia. Furativi ag- dinare dei vescovi in tutte le pic-
giunte alcune città, e qualche bor- cole città del suo distretto, consi-
go della Cilicia Trachea, principal- derandosi come dipendente da det-
mente Seleucia che fu fatta me- to metropolitano di Licaonia o
tropoli cou trenta sedi vescovili di Ne furono vescovi, Ila-
Pisidia.
per suffiaganee, e la Cataonia che rio che sottoscrisse nel 38 1 il te-
era una parte della Cappadocia, stamento di s. Gregorio Nazianzeno,
cui fu anche unita la città di Clau- e trovossi al primo concilio di
diopoli. Gl'imperatori levavano an- Costantinopoli. Callistrato, al quale
nualmente su di essa un tributo indirizzò s. Giovanni Crisostomo
che chiamavasi tributo isaurico. una delle sue lettere. Ezio rap-
Secondo Jerocle e Leone il Saggio, presentato al concilio di Calcedonia
la sua capitale chiamossi Seleucia da Onesiforo suo metropolitano.
(Fedi). Fu soggetta al patriarca Zenone cui si va debitori degli at-
d' Antiochia, fino al tempo del- ti del martirio di s. Siro e di s.

l' imperatore Leone III del 717, Giulia. Al presente Isauropoli, /-


detto T Isaurico perchè n' era o- s.uiropolitan, è un titolo vescovile
riginario, il quale assoggrt lolla alla in partila*, sotto 1* arcivescovato
sede di Costantinopoli. pure in parlibus d' leoni»), che
,

n8 ISC ISC
conferisce la santa Sede. L' ultimo pò da una cit-
fortissima, e difesa
che ne fu decorato fu monsignor tadella che dominava la città di :

Lodovico Taberd alunno del semi- questa si vedono ancora delle reli-
nario delle missioni straniere in quie sopra una vicina montagna.
Parigi, fatto da Leone XII vesco- Vi si sono rinvenute numerose an-
vo d' Isauropoli e vicario apostoli- tichità romane, cioè medaglie, sta-
co della Cochinchina a' 18 settem- tue e sepolcri.
bre 1827, poi vicario apostolico in- Caerleon non solo fu capitale del
terino di Calcutta. Al presente ne paese di Galles, ma antichissima
porta il monsignor Domeni-
titolo ed insigne sede vescovile che nel
co le Febvre_, alunno del nomina- quarto secolo divenne metropolita-
to seminario, per essergli stato con- na nella provincia romana Brilan-
ferito a' 26 febbraio 1841 dal re- nia Secunda j indi verso V anno
gnante Gregorio XVI, il quale nel 52 r sede vescovile fu trasferita
la

1844 1° fece sicario apostolico del- a LandafF da s. Dubrizio o Du-


la Cochinchina occidentale. bricio, e poco tempo dopo a Me-
ISCA o CAERLEON o CAR- nevia o Menew da s. David, cioè

LEON, Iseo. Silurimi, Civitas Le- ottant' anni prima dell' arrivo di
gionum. Città vescovile d'Inghilter- s. Agostino in Inghilterra. Nella
ra presso il canale di Bristol e sul- vita di s. Dubricio però si legge
1' Uske eh' è attraversato da un eh' egli fu consacrato vescovo di
bel ponte di pietra, talvolta dan- Landaff da s. Germano in un si-
neggiato dalla marea che s'innal- nodo tenuto circa 1' anno 446; e
za sino a trenta piedi. Anticamente che allorquando fu trasferito sulla
questa città del principato di Gal- sede arcivescovile di Caerleon nel
les, del quale n' era la capitale 495 ebbe a successore s. Teliao
non la che a Londra per
cedeva su quella di Landaff. Nella vita
grandezza ed importanza, ma og- poi di s. Davide si narra in vece
gidì è ridotta a sole due o tre come s. Dubrizio arcivescovo di
strade, avendo anche le case in Caerleon gli cedette il governo del-
parte rovinate. La chiesa fondata la sua chiesa in un concilio del
all' epoca della conquista, e che 5i2 o 5 19, e perchè s. Davide
accuratamente si restaurò, è un vi si ricusava, i padri del concilio
bel modello di architettura di quel 1'obbligarono ad accettare. Quindi
tempo. Di tutti gli edifìzi di Caer- s.Davide ottenne di trasferire la
leon non sono riconoscibili che le sede di Caerleon, città allora po-
rovine di un anfiteatro, detto da- polarissima, a Menevia oggidì s.
gli abitanti la Tavola rotonda del Davide, luogo solitario e ritirato,
re Arturo, perchè si pretende che ed ora in comunicazione per mez-
ivi istituisse quel re l'ordine dei zo del porto di Milford. Dipoi
cavalieri di tal nome. Nei dintor- tanto Caerleon che s. Davide fu-

ni si lavorano delle miniere di rono assoggettate all' arcivescovo


ferro, e vi sono delle fucine ad di Cantorbery primate d'Inghilter-
uso della marina. Questa città oc- ra. Di Chepstow o Ferita- Silurum
cupa il luogo d' lsca Silurimi, la ne parlammo in fine all'articolo
più considerabile stazione romana Inghilterra, trattando del vicariato
del paese dei siluri. Era un teca- apostolico di Galles, come luogo
ISC ISC 129
di residenza del vicario apostoli- boreale. Le strade sono larghe e drit-
co. te; frese' acqua zampilla dalle va-
ISCHIA (Isclan): Città con resi- rie fontane, recatavi dal monte E-
denza vescovile nel regno delle due pomèo mediante un lungo acque-
Sicilie nella provincia di Napoli, ca- dotto d'una lega. L'Epomèo, che
poluogo di cantone, sulla costa nord- occupa il centro dell'isola, è un vul-
est dell'isola del suo nome, ove ha cano estinto l'ultima sua eruzione
;

una piccola baia: l'isola d'Ischia avvenne nel i3o2. I migliori edi-
dagli antichi fu celebrata per le lizi consistono nella cattedrale, nel
sue acque minerali, di cui la vesta- palazzo vescovile, nel seminario ed
le Attilia Metella sperimentò la sa- in altri fabbricati. Bisogna traver-
lutare efficacia. Tali acque, dal ter- sare il campo formato dalla lava
remoto del 1728 in parte fatte spa- d'Arso, detta anche di Cremote, che
rire, non formano sole la celebri- si eleva a cinquanta piedi di altez-
tà d'Ischia, ch'è separata dalla co- za, per giungere ai rinomati bagni
sta per un canale largo due leghe, d'Ischia, che sono per essi divisi
ed in uno stretto spazio presenta con- dal paese. Si vede in una prossi-
centrate tutte le bellezze che leggia- ma collina una casa di delizia del
dro e dovizioso rendono il golfo re delle due Sicilie, ed al pie di
di Napoli. Ischia ^ Iscla Alena- essa si discopre il villaggio ove so-
ria , è situata sopra una rupe di no le due sorgenti di acque termo-
basalto, che si eleva all' altezza minerali, di natura muriatica, a
di seicento piedi dal livello del quaranta gradi di calorico,le qua-

mare. Troncata a mezzo nei fianchi li chiamano Fontana d'Ischia e


si

sud ed ovest, si veggono su dolce Formello: ambedue hanno casa an-


pendio gli avanzi di una città co- nessa dove si prendono i bagni. La
struttavi nel medio evo, circondata Soprabbondanza delle acque forma
da giardini. Sono oggi quegli edi- un ruscello, che a pochi passi si get-
fizi abbandonati , e sull'alto della ta nel sottoposto lago d'Ischia di-
rocca esiste solo la cittadella o ca- viso dal mare per un banco di sab-
stello. Tutto lo scoglio è unito al- bia, all'estremità quale è pra- del
l'isola mediante un molo, ovvero ticato un canale di comunicazione.
istmo artificiale, con un ponte le- Il circuito del lago non supera tre

vatoio, e si sale alla cima per quarti di miglio, ed è il fondo un


uua galleria coperta, praticata per cratere formato all'est dal promon-
lo più sul massiccio. Si riguar- torio di lave di s. Pietro a Panta-
dò nel medio evo come fortezza ine- nello e al nord ed ovest dalle colli-
spugnabile, e sulla rupe ebbero si- ne vulcaniche di s. Alessandro. Al
curo asilo nelle guerre i cittadini sud d'Ischia si entra nella ridente
pacifici. Ma nel ritorno della quie- pianura di Campagnano; la fertilità
te non tardarono a stabilirsi nella del suolo, le fonti e la vista dell'acque-
amena riva dell'isola posta di rim- dotto che attraversa il villaggio, re-
petto, e gettarono cos'i le fondamen- cando ad Ischia le acque di Buceto,
ta dell' odierna città d'Ischia, chia- rendono il soggiorno piacevole ed
mata anche Celso. Sicura stazione amenissimo. Nella suddetta fortezza,
hanno i bastimenti lungo le due come luogo tenuto allora quusi in-
coste del molo e specialmente nella accessibile, ritirossi nel 1496 Fer*
VOL. xxxvi.
i3o ISC ISC
donando II re di Napoli, allorché rale Lateranense III celebrato da
Carlo Vili re di Francia conqui- Alessandro III, e sottoscrisse dopo
stò il regno; e nel i5oi fuggì in Sergio metropolitano di Napoli. A-
Ischia l'infeliceFederico III, men- menio divenne vescovo nel 1206;
tre il Spagna Ferdinando V
re di Salvo nel i3o5, che concesse le de-
insieme al re di Francia Luigi XII cime al re Carlo II per aver il

dividevansi il regno delle due Sici- terremoto devastata l'isola. Clemen-


lie. Nel 1807 l'isola d'Ischia fu pre- te VI nel i348 fece vescovo Tom-
sa dalle truppe inglesi e siciliane maso canonico marsicense; ed In-
che poscia l'abbandonarono. Que- nocenzo VI nel 1359 fr. Bartolo-
sta antichissima città, secondo Stra- meo de Busulari di Pavia, dell'or-
bone e Plinio, avrebbe avuti per dine eremitano di s. Agostino, for-
fondatori i calcedonii deli'Eubea. nito di preclare doti e dottrina, fra-
Cadde in potere de' greci e devo- tello del b. Giacomo domenicano
niani ; i goti, i lombardi ed i nor- le cui ceneri si venerano nella chie-
manni l'occuparono altresì successi- sa di s. Domenico suburbana ad
vamente. Spesso presa e ripresa nel- Ischia, nel monumento erettogli dal
le guerre, di cui il regno di Napo- comune di Pavia. Bartolomeo do-
li fu per sì lungo tempo il teatro, po aver governato la diocesi tren-
Ischia fu pure esposta alle incursio- t'anni,morì nel 1389 e volle es-
ni dei corsari dell'Africa. Allorquan- ser sepolto presso il fratello. Gli suc-
do comandava in Ischia il marche- cesse Paolo Strina, ed a questi il

se del Vasto, il pirata Ariadeno cardinal Baldassarre Coscia o Cos-


Barbarossa irritato contro quel pro- sa de'signori di Procida, per vole-
de capitano, che gravi perdite avea re di Bonifacio IX che gli confe-
fatto soffrire a' turchi, fece una di- rì questa chiesa in commenda. Bal-
scesa dalla parte di Forio e sac- dassarre nel 1410 fu creato Papa
cheggiò questo borgo , non che dai cardinali dell'obbedienza di Al-
Panza, Barano , e tutto il territo- essandro V, e prese il nome di
rio sino alla porta del castello, por- Giovanni XXIII (Vedi). Andrea
tando seco quattromila isolani che fu fatto vescovo da Gregorio XII,
furono venduti come schiavi. Tut- contro quale era stato eletto Gio-
il

ta volta i danni della guerra, con- vanni XXI II.


Nel 1419 Martino V
giunti ai naturali flagelli che tan- dal vescovato di Senigallia trasferì
to spesso desolarono Ischia, non di- a questo Lorenzo de Ricci nobile
minuirono la numerosa e bella po- fiorentino , che Eugenio IV nel
polazione, giacche i suoi abitanti i436 traslatò a Ra vello. Nel i453
sembrano partecipare alla fecondi- promosse Nicolò V alla sede d'Ischia
tà del suolo. Michele Cosai spagnuolo abbate ci-
La sede vescovile d'Ischia, secon- sterciense, dotto, prudente e lodato
do Commanville, vuoisi eretta nel per altre egregie qualità. Giulio
sesto secolo, ma prima del 1170 II nel i5o4 traslatò a Castro Ber-

non si trovano vescovi. Fu dichia- nardino de Leis romano, che nel-


rala suffraganea dell'arcivescovo di l'anno precedente da canonico del-
Napoli, come lo è tuttora. Il pri- la basilica lateranense era stato fat-
mo suo vescovo fu Pietro che nel to vescovo d'Ischia; ed ivi trasferì
1179 intervenne al concilio gene- Donato Strinco vescovo di Castro.
ISG ISC i3i
Nel 1 534 Clemente VII nominò ve- VII a' 26 giugno dell'anno 18 18.
scovo fr. Agostino Falivenia decer- Per sua morte, il regnante Papa
vi di Maria, traslatandolo da Capri, Gregorio XVI, nel concistoro dei
dotto predicatore, ed autore di di- 21 aprile 184^, fece vescovo l'o-
versi opuscoli in lode della Beata dierno monsignor Luigi Gagliardi
Vergine. Giulio III nel i554 di- di Melfi, nato in Barletta, canoni-
chiarò vescovo Virgilio Rosario spo- co della cattedrale.
lpino canonico di s. Maria ad Mar- La cattedrale, edilìzio di antica

tyreSj indi da Paolo IV fu creato struttura, è sotto il titolo dell'As-


cardinale e vicario di Roma. Dopo sunzione della Beata Vergine, eoa
la sua morte Pio IV nel i56o gli il fonte battesimale , e la parroc-
diede in successore Filippo Geri di chia che si amministra dall' arci-
Pistoia ,
poi traslato ad Asisi nel prete, terza dignità del capitolo.
i564j per cui fece commendatario Questo si compone di tre dignità,
il cardinal Innico d'Avalos. Fran- la prima delle quali è il primi-
cesco Tontoli di Siponto de'somaschi cerio, la seconda l'arcidiacono, la
confermò il sinodo del predecessore terza l'arciprete, con tredici canoni-
Innico Avalos nipote del preceden- ci compresa la sola prebenda del
te. Clemente X
1672 promos- nel penitenziere, otto ebdomadari, quat-
se a questa sede Girolamo Rocca di tro beneficiati chiamati quaran-
Catanzaro, che restaurò la cattedrale tisti , ed altri preti e chierici
e l'episcopio, ed altrettanto fece con sacri ministri. L' episcopio è prossi-
diverse chiese della diocesi; pei suoi mo alla cattedrale. Oltre la cura di
grandi meriti Innocenzo XII lo vo- anime di questa, nella città evvi
leva creare cardinale. Essendo mor- un' altra chiesa parrocchiale col
to, il Papa nel 1692 gli die a suc- sacro fonte, un monastero di mo-
cessore Michelangelo Cotignola na- nache, un pio sodalizio , ed il se-
poletano, che aumentò le prebende, minario. La diocesi si estende nel
ristorò la cattedrale che abbellì con circuito di circa venti miglia. O-
pitture di Paolo de Mattei celebre gni nuovo vescovo è tassato nei
dipintore, rifece dai fondamenti l'e- libri della camera apostolica in
piscopio e fu largo di altre bene- fiorini cinquanta, ascendimi vero ad
ficenze Luca Frapani napoletano
. tria fere ducatorum millia illius

divenne vescovo nel 1699, e fu ze- monetae 3 panini a fundis prove-


lante e benemerito Clemente XI . nienti a, partini ab aerario publico
nel 1 7 1 8 lo fece succedere da Gio. persolvenda.
Maria Capecelatro patrizio napole- ISCPIlRIONE(s.). Al tempo del-
tano. La serie de' vescovi d'Ischia la persecuzione di Decio dimora-
è riportata dall'Ughelli, Italia sa- va in Egitto ,
presso un ufliziale
cra, tom. VI, p. 23o e seg., e la cui serviva in qualità di agente.
continuazione si può leggere nelle Avendo rifiutato di obbedire al
annuali Notizie di Roma. L'ultimo suo padrone, che aveagli ordinato
vescovo del secolo passato fu Pa- di sacrificare agi' idoli, fu da esso
squale Sansone di Napoli, preconiz- ucciso con un piuolo che gì' im-

zato da Pio VI nel 1792, ed il suc- merse nel ventre. S. Ischirione ri-
cessore fu monsignor Giuseppe d'A- portò così la corona del martirio
mante di Procida, fatto da Pio ih U' anno 2 53. E nominato DqI
i3a ISC ISC
martirologio romano ai 11 di di- ed erudite nozioni scrisse il cele-
cembre. bre Luigi Lanzi nella prefazione
ISCRIZIONE o INSCRIZIONE, della sua opera intitolata Inserir :

Inscriptio, Titulus. Titolo, contras- ptionum et Carminimi libri tres,


segno, soprascritta. I nostri antichi Florentiae 1807. Ivi giustamente
scrittori parlano d' immagini for- esalta la lingua latina per sì fatti
mate di diverse materie segnate componimenti , sopra ogni lingua
con caratteri e iscrizioni, di iscri- moderna. Tali sentimenti eziandio
zioni scolpite nei fregi, e di iscri- esternò il non men celebre p. Ce-
zioni apposte alle sepolture. Alcu- sari nella lettera che scrisse all'al-
ni definiscono 1' iscrizione una leg- tro dottissimo p. Alfonso Muzza-
genda, o una enunciativa chiara relliche sullo stesso argomento lo
e precisa incisa sul marmo o al- avea interpellato, dappoiché sebbe-
tra pietra, sul rame, sul bronzo, ne egli tanto era appassionato del-
sugli edifizi , sui monumenti pub- le bellezze, eleganza e purezza del-
blici o privati, ad oggetto di con- la lingua
italiana, per la quale
servare la memoria di qualche con successo profondi ed indefessi
persona, di qualche singolare avve- studi avea fatti, pure con ingenua
nimento, o anche di comunicare imparzialità confessò, che la lingua
e d'imprimere nella mente una italiana non si prestava come 1' i-

sentenza o un pensiero profondo dioma latino, e doversi questo pre-


e morale. L'iscrizione storica, dice ferire nelle iscrizioni. Tuttavolta
un poeta francese , figliuola di non mancarono chiari scrittori ita-
Mnemosine, consacra la origine e liani, in darci esempli di mirabili
la data dei grandi avvenimenti ;
iscrizioni, il cui studio sembra ora
sacra, annunzia un Dio o serve di molto coltivato.
consolazione alle tombe; morale, Il costume d'incidere nomi, le i

avverte 1' uomo dei beni e dei azioni o altre memorie sulle pietre
mali; eroica, infonde grande co- monumentali, fu adottato ne' tempi
raggio alle gloriose imprese. Non più antichi dai fenicii e dagli egizi,
par degno certamente di lode quel dai quali poscia passò ai greci. Questi
poeta, il quale venendo alla scel- innalzarono nella cittadella di Atene
ta del linguaggio più opportuno, colonne sulle quali notarono l' in-
opina che la dotta oscurità del giustizia de' tiranni che usurpata
latino più conciso, non può mai avevano la suprema autorità, e gli

paragonarsi alla chiarezza volgare Anfizioni fecero collocare sopra un


del francese, ed anche dell'italiano, mucchio di pietre un epitaffio in
e di tutte le lingue moderne. Un onore de'guerrieri eh' erano periti
sentimento grande, dice inoltre, nel difendere le Termopili . Col
poche parole, uno stile semplice lasso del tempo si scrissero sulle
e vero , imprimono nelle menti colonne e sulle tavole alcune leg-
una vantaggiosa ricordanza delle gi relative alla religione, ed alcu-
cose. Ma sulla maestà, espressione, ni regolamenti per il governo del-
brevità e concisione dell' idioma le città. Finalmente si scolpirono
latino, massime come esso è adat- sul marmo, sul bronzo, sul rame
to, e si presti naturalmente a qua- e sul legno, o la storia del paese
lunque genere d' iscrizioni gravi ,
o il culto degli Dei, o gli elementi
ISC ISC i33
delie scienze, e così pure i trattati sua opera, Delle cose gentilesche
dì pace, le memorie delle guerre, e profane trasportate ad uso ed
Je alleanze de' popoli, le epoche, ornamento delle chiese, tratta delle
in una parola tutti i fatti memo- iscrizioni gentilesche, loro vari no-
rabili o istruttivi.' In Italia più mi, e quanto usate dai gentili nei
che altrove si conservò l'uso delle loro templi ed opere pubbliche.
iscrizioni, tanto onorarie per i vivi Dice ch'esse appellaronsi titoli, e-
e per i defunti, quanto indicative pigrammi, monumenti, memorie,
delle opere pubbliche, dei loro au- elogi, note, scritture, e soprascri-
tori o fondatori, ed anche talvolta zioni, come raccolse Pitisco in Le-
delle leggi stabilite a loro riguar- xic. antiquit. roman., verbo Titulus,
do; e questo doveva ben avvenire il quale osservò questa sola diffe-
in un paese che direttamente a- renza fra le iscrizioni ed i titoli ,

vea ereditatala nobiltà, la sempli- che il titolo è come una parte


cità, la concisione della lingua del ed un compendio dell'iscrizione, e
Lazio. Non si videro in alcun pae- che l'iscrizione è diffusamente spie-
se iscrizioni ed ele-
tanto ornate gata. Indi descrive come furono
ganti, quantoed anche in Italia, le iscrizioni adoperate talvolta da-
nei bassi tempi, ne' tempi dell' i- gli antichi fedeli per chiudere i
gnoranza, in cui perdute erano a loro sepolcri ne' cimiteri ; per usi
cos'i dire le buone lettere ; la bar- diverse nelle chiese, e numero gran-
barie, se ben si osserva, entrò as- de di queste in Roma, e per qua!
sai meno nelle iscrizioni dell' Italia cagione oggidì non vi sieno più;
che in quelle degli altri paesi. Al delle iscrizioni eh' erano scolpite
ripristinarsi de' lumi, al rinascere sopra are a Dei dedicate, sopra are
delle lettere e delle scienze, si vi- sepolcrali ; di alcune di queste tro-
de pure rivivere il buon gusto vate ne' sacri cimiteri, e delle più
delle iscrizioni; e sebbene queste singolari iscrizioni gentilesche, dei
straordinariamente si moltiplicas- loro templi, e di molte iscrizioni di
sero, trovaronsi per maggior
la alcuni sommi Pontefici co'loro no-
parte conformi agli antichi model- mi nelle chiese. 11 Buonarroti nelle
li , e poche
allontanarono dal si Osservazioni sopra alcuni fram-
vigore e dal gusto dello stile lapi- menti di vasi antichi di vetro, nota
dario. che le iscrizioni antiche private se-
11 Martinetti nella sua Colle- guitano neir ortografia la pronun-
zione classica t. II, p. 187, par- zia corrotta. Dice pertanto quel
lando dell'antichità delle iscrizioni, dotto archeologo , che non si deve
fa menzione d'una statua eretta in dire che sempre le iscrizioni dovo
Cilicia per ordine di Sennacherib, sono cose fuori di regola sieno
con una iscrizione in lingua caldea, tutte de'tempi dell'ultima antichità,
che a futura memoria descrivesse perchè ben si sa, che nell' auge
la vittoria da lui riportata. Quel stessa, e nel secolo d' oro, per dir
re di Ninive fiorì 712 anni avan- così, della lingua latina, in pochi
ti T era nostra. Quanto alle iscri- luoghi, e da pochissimo numero
zioni dei sepolcri , ne parlammo di persone si parlava cori precisio-
all'articolo Epitaffio (Fedì). L'eru- ne, secondo i dettami di coloro
ditissimo Giovanni Marangoni nella che ne prescrissero le regole e la
134 isc ISC
ripulirono; quindi che cosa si do- ropa, e fra queste molte di Roma
vrà dire di coloro, e cosa credere da esso vedute nelle chiese, e non
della gente idiota, e particolarmen- indicate dal Mazzocchio. Nel 1 588
te delle iscrizioni composte, non uscì una raccolta copiosa dello Smet-
con pubblica autorità, ma dai pri- zio, coll'aggiunta dell'eruditissimo
vati, e senza la censura de' più. Giusto Lipsio, rapportando quelle
dotti. Osserva il Buonarroti che di Roma in copia maggiore de'so-
nelle antiche iscrizioni sepolcrali prannominati collettori. Nel i5gj
talora vi sono espresse Y acclama- Giacomo Boissard vesontino stam-
zione funerale del vivente, e poi pò in Liegi un tomo con rami
la risposta a nome del morto, co- bellissimi, ne' quali veggonsi inta-
me in dialogo ; e che contenevano gliati tutti i monumenti gentile-
parimenti tali acclamazioni de' cri- schi di Roma, are, urne ed ossua-
stiani, certe sentenze brevi e con- ri, e cinerari colle loro iscrizioni,
cise. Avverte inoltre che le iscri- con qualche diversità dal Mazzoc-
zioni in verso talora hanno inse- chio circa i luoghi dove le rinven-
riti nomi propri fuori del nume- ne. Quest' opera poscia usci di
ro del verso; che i cristiani per nuovo alla luce nel 1627, fra quel-
le loro iscrizioni funerali piglia- le del Panvinio , il quale eziandio

vano le lapidi de' gentili scriven- , raccolse gran quantità sì d' iscri-
do da rovescio, e talora dalla stes- zioni come di altri monumenti
sa parte dell' iscrizione^ o cancel- insigni dell' antica Roma. Più di
landola o lasciandovene parte o tutti segnalossi in questa nobile ed
tutta, e che le iscrizioni funerali dei utile impresa Giovanni o Giano
cristiani talora contengono più no- Grutero, ragunando, per quanto
mi di morti, e di diversi e di diffe- gli fu possibile , tutte le iscrizioni
rente tempo, venendo le iscrizioni greche e latine da ogni parte del
sepolcrali dette istorie da Commo- mondo, e le diede alle stampe nel
diano, autore che si crede de'tempi i6o3, correggendone moltissime,
di Costantino. che dai suoi predecessori scorrettis-
Quanto ai collettori celebri delle sime erano slate pubblicate, au-
iscrizioni, Giacomo Mazzocchio li- mentando considerabilmente la rac-

braio e stampatore in Roma, non colta incominciata da Smetzio. Fu


senza molta e lodevole fatica, rac- stampata in Heidelberg nel 1601
colse gran quantità delle iscrizioni col titolo Corpus inscrìptionuni.
:

antiche gentilesche, le quali affisse Indi vi aggiunse le Nolae Roma-


trovavansi per la città, e le diede norum velerum Tallii Tironis et
alla luce in un volume in foglio Annaei Senecae , lavoro sorpas-
dedicato al Papa Leone X l'anno sato poi di molto dal Carpentier.
i5i7, col privilegio dello stesso, in- La grand' opera del Grutero uscì
titolandolo : Epigrammalum aiiii- di nuovo alla luce in quattro
quae Urbis. Nel i534 Pietro A- grossi volumi, accresciuta colle an-
piani diede alla luce un altro to- notazioni e giunte di Gio. Gior-
mo d'iscrizioni in foglio, in Ingol- gio Grevio, stampata in Amsterdam
stadt, nel quale n'espose gran nu- nel 1707, in cui sono riportati
mero raccolteda molte città d' I- tuttii rami del Boissard. Già nel
talia, e da molte altre parti d'Eu- 1682 Tommaso Reinesioavea slam-
ISC ISE i35
palo a Lipsia in un gran volume: 1784 Andrii Andreae cura editimi,
Sintagma inserìptionuni antiquaruni Pataviae 18 18.
nini primis Romae veleris, quartini ISERNIA (Isernien). Città con
orni ss a est reeentio in vasto Jani residenza vescovile del regno delle
Grutheri opere. Antonio Francesco due Sicilie nel Sannio, provincia di
Gori diede alla luce in Firenze Molise, capoluogo di distretto e
nel 1726 e 1727 due
volumi di di cantone. È
una posi- situata in
antiche iscrizioni si de' greci che zione amena sopra una collina
devoniani esistenti in Toscana ed ; degli Apennini, bagnata dal Cava-
un altro volume colle iscrizioni del liere, influente del Volturno, il

monumento o sia colombaio dei monte Rotaro gli sta a ridosso. È


liberti di Livia Augusta. Simil- una delle più antiche città del re-
mente Lodovico Antonio Muratori gno, perchè fece parte delle sette
die alla luce in Milano nel 1789 città del Sannio ; possiede degli
e quattro volumi in foglio
seg. avanzi di antichità romane ; ma
d'ismzioni col titolo Novus The- : pel terremoto del i8o5 assai de-
saurus veterum inscriplioniim in cadde, poiché venne distrutta in
praccipuis earundem collectoribus gran parte, e fra gli edifìzi che
hactenus praetermissarum. Pier Lui- vi perirono deve contarsi la bella
gi Galletti pubblicò una raccolta cattedrale. Nelle sue vicinanze Siila
d' iscrizioni dividendole secondo le fu rinchiuso in un passo angusto
nazioni a cui potevano interessare. dai sanniti, ma essendone sortilo
Incominciò da quelle di Venezia, per uno stratagemma , e col favo-
Inscriptiones Venetae infimi aevi re di una notte oscurissima, appro-
Romae extantes, Romae 1757. Die- fittò di questa
ritirata per circon-
de alla luce nel 17^9 quelle di dare il campo nemico di cui s'im-
Bologna; nel 1760 quelle di Ro- padronì. I romani vi aveano man-
ma in volumi a spese della
tre dato una colonia nelP anno 4^7
Capitolina camera per disposizio- di Roma, 265 anni avanti la na-
ne di Clemente XIII; nel 1761 scita di Gesù Cristo. Fu più volte
quelle della Marca d'Ancona; e devastata dai longobardi, dai sara-
nel 1766 quelle del Piemonte. ceni e dai terremoti. Gloriasi que-
Stefano Antonio Morcelli gesuita fu sta città di aver dato la nascita a
tenuto l'uomo che meglio posse- Pietro Morone, istitutore de' cele-
desse lo stile conveniente alle iscri- stini, e poi nel 1294 Papa s. Ce-
zioni latine, genere nel quale su- lestino V : altri lo dicono nato nel
però di molto Emmanuele Tesau- castello di Molise. Ebbe già titolo
ro e Guido Ferrari;
ed in tutte di principato appartenente alla il-

le solennità si procurava di otte- lustre casa del Vasto, ed in latino


nere qualche iscrizione della sua chiamasi Aesemia seu Isernia.
felice penna: morì il dotto eccle- Credcsi che Plotino discepolo
siastico nel 1 821. Di questo argo- dell' apostolo s. Pietro vi predicas-
mento abbinino di lui De stilo : se il vangelo, e che la fede cri-
iuseriptionum latinorum libri III, stiana fosse già ben fondata in I-

Ptouiuc 1780. Inscriptiones com- sernia al tempo del Papa s. Sil-


mcntariis subjcctìs, 1783. Jnscri- vestro I. Commanville dice che la
plionum novissimaruni ab anno sede vescovile fu eretta prima del-
i36 ISE ISE
1' anno 4° 3 so ^ l ° * a metropoli di 1471, ed ebbe in suooessore il car-
Capua, di cui è tuttora suffraga nea. dinal Carlo Borromeo commen-
s.

Il suo primo vescovo è s. Benedet- datario; per sua cessione s. Pio


to, del quale parlasi dal Bollando, V nominò Cesare Costa commen-
Acta ss. diem 4 WW& Al dire datario, dopo del quale lo divenne
?
dell Ughelli, verso 1* anno
4° 2 g u Camillo Caetani patriarca d' Antio-
successe Lorenzo nel pontificato di chia che fu il LII ed ultimo ab-
s. Innocenzo I ; indi Eutodio che bate.
fu al sinodo romano di s. Ilario Riprendendo la serie de' vescovi
nel 465 ; Mario che intervenne a Bonifacio lo fu nel 758,
d' Isernia,

quello di Papa s. Simmaco nel Odelgario neh' 877 , s. Landò nel


499 > Innocenzo Mario, che si tro- 946, il quale in un terribile ter-
vò presente agli altri sinodi ce- remoto con molto popolo perì.
lebrati da quel Pontefice. Ma Lu- Arderico fiorì nel 964, pel cui fa-
cenzio nega che i detti quattro vore Pandolfo e Landolfo principi
vescovi fossero successori di s. Ba- longobardi, mediante diploma do-
silio, il primo lo fu Seniense gli narono Isernia al conte Landol-
altri Tifernati. Sembra dunque che fo. Gerardo del 1023 fu conse-
il secondo vescovo d' Isernia sia crato vescovo di Boiano Isernia ,

stato Sebastiano 595, a cui del e Venafro, chiese che al dire del-
scrisse il Papa s. Gregorio I. Tut- l' Ughelli erano già unite. Pietro
ta volta vuoisi che Sebastiano sia di Ravenna che gli successe, essen-
piuttosto stato vescovo Seriniense non do stato consecrato vescovo di Ve-
Aeserniense, e che sino al 639 que- nafro e d' Isernia circa il 1059,
sta sede non abbia avuto vescovo, sottoscrisse nel 1071 una bolla di
come rilevasi da un diploma del Alessandro II : ego Petrus Vena-
Pontefice Giovanni IV. Quindi l'U- franus episcopo. Gli successe nel
?
ghelli riporta il catalogo degli ab- 1 090 Leone vescovo d Isernia e
bati del monastero
celebre s. di Venafro; indi nel iii3 Mauro ve-
Vincenzo martire di Volturno, di scovo d' Isernia e Venafro, Rinal-
cui furono primi abbati s. Paldo do vescovo d' Isernia e Venafro,
morto nel 720, e s. Tato morto che nel concilio generale dell'an-
nel 728. Il decimosettimo ed ul- no 1 1 79 si sottoscrisse episcopus
timo abbate fu Maio, che nell'88o Venafranus, a cui Lucio III con-
fu decollato co'suoi novecento mo- cesse nel 1182 quei privilegi che
naci dai saraceni, i quali incendia- si leggono nella bolla, In eminen-
rono e depredarono il cenobio. ti. Ed aggiunge l'Ughelli « Ex :

Altri dicono che i monaci uccisi hoc privilegio habemus usque ad


furono cinquecento, e quattrocento haec tempora Venafranam ecclesiam
fatti schiavi. Dopo vent' anni il cura Aeserniensi fuisse conjunctam,
monastero fu riedificato, e ne fu quae paulo post dissoluta unione
XVIII abbate Godelpero. Fra i sum recepit pastorem ". A Dario
Suoi successori fu XXIX abbate successe nel i2 3o Teodono o Teo-
Amico che Urbano II nel 1090 doro che nelle turbolenze tra Gre-
creò cardinale di s. Croce in Ge- gorio IX. e Federico II da questi
rusalemme; il XLIX abbate fu Or- fu esiliato e poi fatto morire; i
so Orsini vescovo di Teano nel tesori e le cose di pregio delle
ISE ISE i3 7
chiese per ordine imperatore dell' ni napoletano, nunzio alla repub-
furono portati in Boiano, indi ne blica di Venezia, e poi a Napoli :

fu porzione redenta mediante una intervenne con onore al concilio


somma di denaro. Nel 1267 il generale Lateranense V, e siccome
capitolo elesse fr. Enrico da s. Ger- inclinato alle lettere ed all' erudi-
mano dell'ordine de'minori, e con- zione fu amico del Sannazzaro. Nel
fermato da Clemente IV: esso com- i5ii Adriano VI conferì il vesco-
pì la chiesa di s. Francesco dei vato al cardinal Cristoforo Numai
frati minori. Altro fr. Enrico fran- forlivese, che nel i52/\. Io rassegnò
cescano nel i33o fu eletto da Gio- al nipote Antonio ; fu benemerito
vanni XXII, ma essendo morto nel della cattedrale e del collegio dei
seguente anno, il capitolo elesse fr. canonici. Paolo de Corte napoleta-
Giovanni de' Concivi, che sebbene no nel 1600 da Clemente Vili
consecrato dall' arcivescovo di Ca- fu traslatato da Ravello; prudente,
pila fu ricusato dal Papa, il quale dotto, eloquente, fu venerato per
gli sostituì Guglielmo di Città di le sue virtù, ed in Roma fu vice-
Castello, e poi nominò il Concivi gerente e vicario della basilica Li-
vescovo di Calvi. Nel 1 348 Cle- beriana, non che prefetto di Bene-
mente VI dichiarò vescovo d' Iser- vento e di Spoleto. Alessio Gero»
nia fr. Filippo Ruffini monaco del- maoddio di Terni, celebre giure-
l' ordine di s. Domenico pei suoi : consulto, successe al precedente nel
meriti e somma pietà Urbano V 1606, ed a questi Marc' Antonio
nel 1367 lo trasferì a Tivoli, ed nel 161 1, anch' esso profondo le-
Urbano VI nel 1378 lo creò car- gista.Nel 1640 Urbano Vili fece
dinale. Bonifacio IX nel 1 38g fe- vescovo Marcello Stella romano ;
ce vescovo d' Isernia e cardinale Innocenzo X nel i653 Girolamo
Cristoforo Maroni romano. Dopo Bollini romano, già procuratore
la morte del vescovo Nicola, all' e- generale de' celestini suo degno ; il

poca dello scisma d' occidente, fratelloabbate celestino, gli succes-


Gregorio XII nel i4*4 dichiarò se nel 1657. Giovanni Saverio de
vescovo Lucilio, mentre Giovanni Leone di Ariano, nel 1717 Cle-
XXIII nel i/\.i5 die successore a mente XI lo fece vescovo. L'Ughel-
Nicola Bartolomeo de Pardo cano- li nel tom. VI, p. 366 e seg. del-
nico i4i8 Martino
d' Ostia. Nel l' Italia sacra riporta la serie dei
V essendo a Ginevra nominò ve- vescovi d' Isernia, quale vien con-
scovo Giacomo del Monte Aquila tinuata dalle annuali Notizie di
di Venafro, che avendo il terremo- Roma. Dopo la morte di Donato
to rovinata la città, riparò 1' epi- Liquoro ultimo vescovo di Vena-
scopio e la cattedrale, ed in questa fro, accaduta nel 181 1, essendo ri-

fu sepolto nel 1469. Innocenzo masta vacante la sede, nella nuo-


Vili nel i486 elesse a questa va circoscrizione delle diocesi fatta
chiesa Francesco de Adamo luca- nel regno delle due Sicilie da Pio
no , insigne in pietà e dottrina. VII, mediante la lettera apostolica
Alessandro VI nel i4°,8 gli diede De dominicaey quinto kal.
utiliori
a successore Costantino Castriota julii 1818, la sede vescovile di
dei re di Epiro. Nel i5io Giu- Venafro fu soppressa ed unita ad
lio Il fece vescovo Massimo Ccrvi- Isernia, della quale il medesimo
i38 1SI isi
Papa fece vescovo a' 1 5 maggio dinato sacerdote della chiesa d'A-
1818 Michele Ruopoli di Nola che lessandria da s. Atanasio , che lo
ebbe seguenti successori. Nel 1823
i incaricò dell' uffizio di ospitaliere ,

Salvatore Maria Pignattaro di Na- le cui funzioni consistevano nel ri-


poli domenicano, che Leone XII cevere i poveri e gli stranieri , e
trasferì da s- Severina. Nel 1825 nel provvedere a tutti i loro bi-
Adeodato Gomez Cardosa, dal me- sogni spirituali e corporali. Egli fu
desimo Papa traslato da Cassano. d' esempio a quella città colle sue
Nel 1837 a' 19 maggio 1* odierno virtù non indossò mai pannilini,
:

monsignor Gennaro Saladino di ne usò bagni, né mangiò carni, nò


Napoli, fatto dal regnante Pontefi- saziò mai l'appetito. Rimase sem-
ce Gregorio XVI. Vedi Veivafro. pre attaccato a s. Atanasio , e ne
La cattedrale, nuovo edifizio, è difese generosamente la memoria
sacra a Dio sotto il titolo del prin- dopo la sua morte. Fu altresì per
cipe degli apostoli s. Pietro. In molto tempo amico di Teofilo pa-
essa si venera con gran divozione, triarca d' Alessandria, il quale lo
oltre altre reliquie, il corpo di s. inviò a Pioma al Papa s. Damaso I,

Nicandro martire, patrono della e cercò di farlo eleggere arcivesco-


città ; vi è il fonte battesimale, e vo di Costantinopoli. Avendolo po-
la parrocchia si disimpegna da un scia Teofìlo preso in avversione, lo
canonico del capitolo, coadiuvato scacciò dalla sua chiesa, e poi an-
da altri preti. Il capitolo si com- che dai deserti di Nitria ov' erasi
pone di due dignità, dell' arcipre- ritirato, frammischiando la sua cau-

te eh' è la prima, e del primicerio, sa con quella di alcuni di quei so-


di quattordici canonici comprese litari eh' erano caduti negli errori

le prebende del teologo e del pe- degli origenisti. S. Isidoro si rifu-


nitenziere di otto ebdomadari ,
,
giò a Costantinopoli nel 4oo, ove s.

di quattro cappellani, e di altri Gio. Grisostomo lo accolse alla sua


preti e chierici. L' episcopio è a- comunione , avendogli però fatto
derente alla cattedrale. Nella città fare, insieme coi solitari che lo ac-
non vi sono altre collegiate o par- compagnavano, la condanna espres-
rocchie, tranne una chiesa succur- sa degli errori che loro s' imputa-

sale alla cattedrale. Vi sono due vano. Questa fu la cagione che


conventi di religiosi, un monastero spinse Teofilo a scrivere un' opera
di monache, dei sodalizi, un otti- contro il santo dottore, in cui lo
mo seminario con cento alunni. tacciò di origenismo. S. Girolamo
Ogni nuovo vescovo è tassalo nei mette Isidoro tra gli origenisti, ma
libri della camera apostolica in egli inganno dalle ac-
fu tratto in
fiorini cinquanta, ascendimi vero cuse di Teofilo, il quale avealo
ad 3ooo circiter ducatorum aeris anco prevenuto contro s. Gio. Gri-
neapolitani nonnullis oneribus gra- sostomo per modo, che tradusse in
vati latino l'opera suddetta. S. Isidoro
"

ISIDORO n' Alessandria' ( s. ),


mori a Costantinopoli 4°4> ea
nel
detto Zenodocco , cioè spedaliere. è onorato tanto dai greci che dai
Nacque in Egitto verso l'anno 3 18, latini. Alcuni autori credono ch'e-
visse molti anni solitario sulla mon- gli sia il s. Isidoro nominato nel
tagna di Nitria, e fu iu seguito or- martirologio romano ai 1 5 di gen-
ISI ISI i3g
«aio; ma che il
è più probabile edilae s cimi multis anliquis optimele
martirologio parli in questo luogo notae manuscrìplis codìcibus coni-
di s. Isidoro prete ed eremita di parantur, et inde circiter bis mille
Scetti, che morì alcun tempo avan- locis supplentur et emendantur.
ti il 391, e di cui parlano Cassia- ISIDORO di Siviglia (s.). Nato
no e Tillemont. a Cartagena figlio di Severiano
,

ISIDORO di Pelusio (s.). Sortì governatore di quella città , e di


da una famiglia nobile della città Teodora dama di gran pietà, ebbe
d'Alessandria d' Egitto, in paren- per fratelli s. Fulgenzio vescovo di
tela con quella dei patriarchi Teo- Cartagena, e s. Leandro vescovo di
filo e s. Cirillo. Avendo distribuito Siviglia. Si consacrò fino dalla gio-
i suoi beni ai poveri, ritirossi so- vinezza al servigio della Chiesa, ed
pra una deserta montagna vicina apparecchiossi alle funzioni del mi-
alla città di Pelusio, ove visse de- nistero con grande applicazione al-
dicato intieramente allo studio ed lo studioed agli esercizi di pietà.
alla preghiera, ed acquistò tanta Si unì a s. Leandro per dar ope-
autorità per la santità della sua ra alla conversione de' visigoti in-
vita e l'eminenza della sua dot- fetti della eresia ariana, e dopo la

trina, che sebbene fosse egli sem- morte di esso, nel 600 o 601 fu
plice sacerdote, agiva nondimeno e eletto a successore. Studiossi a tut-
parlava sovente, come se fosse stato to potere di ristabilire la disciplina

il padre ed il maestro dei primi nella chiesa di Spagna, e fu l'ani-


pastori. Fu il difensore, ed il più ma dei concilii che si tennero a
dotto e celebre fra i discepoli di questo fine. Pi esedette nel 619 al
s. Gio. Grisostomo , di cui fu al- concilio di Siviglia, in cui disputò
tresì compagno nelle persecuzioni. pubblicamente contro un vescovo
Giunse ad un' estrema vecchiezza, della setta degli acefali nomato
,

e mori verso 1' anno 449- I greci Gregorio, venuto dalla Siria. Con-
ed latini celebrano
i la sua festa futò con sì forti ragioni l' eresia
nel 4 febbraio, che credono essere degli eutichiani, la quale avea ori-
il giorno della sua morte. Aveva ginato quella degli acefali, che Gre-
composto molte opere che non gorio abiurò istantaneamente l'er-
giunsero fino a noi, ci restano però rore per abbracciare la dottrina
duemila e dodici lettere , le quali, cattolica. Presedette altresì nel 633
tuttoché brevissime, sono piene di al quarto celebre concilio di To-
utili ammaestramenti, e sono pa- ledo. Le infermità della vecchiezza
ragonate agli scritti di s. Basilio non diminuirono punto lo zelo ed
per l'unzione e la pietà, ed a quel- il fervore di s. Isidoro. Negli ulti-

li di s. Gio. Grisostomo per lo ze- mi sei mesi della sua vita aumen-
lo. La migliore edizione è quella tò con una tale larghezza le sue
di Parigi i638, in greco ed in la- limosine, che vedeasi recarsi da lui
tino. Francesco
Arcudio vi fece una moltitudine di bisognosi dal
molte eccellenti osservazioni criti- mattino alla sera. Sentendo avvi-
che, che furono stampate a Roma cinarsi il suo fine, si recò alla chie-
nel 167 1, sotto questo titolo Isi- : sa,ove coperto d'un cilicio e asper-
dorianae collalioncs, quibus Isidori so il capo di cenere , ricevette la
Pelusiotae cpislolae ointies hacltnus santissima comunione; quindi rac-
ISI
cotnandossi alle preghiere degli as- darsi j un* altra Preghiera per non
sistenti, rimise ai suoi debitori quan- cadere negli agguati del demonio.
to gli dovevano, esorlò il popolo io. 11 libro Della natura delle co-
alla carità f e fece distribuire ai se ovvero del mondo, indirizzato a
poveri tutto che ancor
l' argento Sisebuto re de' goti, per risponder-
gli restava. Dopo di che ritornò al gli a diverse domande filosofiche

suo palazzo, ove morì in pace ai 4 ch'esso avevagli fatte. 11. I Com-
aprile del 639. Fu sepolto prima mentari sopra i libri storici del-
nella sua chiesa, poscia trasportato V antico Testamento, dei quali non
nel i6o3 in quella di s. Gio. Bat- ne abbiamo a stampa che una
tista della città di Leone. Celebrasi parte, sebbene s. Isidoro avesse spie-
la sua festa principale ai 4 d' a- gato tutti i libri del vecchio Te-
prile, particolarmente nelle diocesi stamento. 12. Il libro Delle alle-
di Siviglia e di Leone che l'ono- gorie della sacra Scrittura. i3. I
rano come loro patrono. S. Isidoro due libri Contro i giudei, indiriz-
venne sempre riguardato come il zati a Fiorentina sua sorella. i4- I
più illustre dottore della chiesa di tre libri Delle sentenze ovvero del
Spagna. Di lui abbiamo; 1. Una sommo bene : opera tratta quasi
Cronica, che comincia dalla crea- tutta dai Morali di s. Gregorio
zione, e finisce all' anno 626 di Papa. i5. Molte
lettere. 16. La
Gesù Cristo. 2. U Istoria dei re Regola dei monaci, divisa in ven-
de' goti, de' vandali e degli svevi. tiquattro capitoli, e indirizzata alle
3. I venti libri Delle origini del- religiose di Honori nella provincia
le etimologie. 4* H Catalogo degli Betica. 17. Il libro Del combatti-
scrittori ecclesiastici. 5. 11 libro mento delle virtù e dei vizi, di cui
Della vita e della morte dei santi molti dotti fanno autore il beato
dell'uno e dell'altro Testamento. Ambrogio d' Autperto, abbate di
6. I due libri Degli offici divini un monastero d' Italia nell' ottavo
ovvero ecclesiastici. 7. I due libri secolo. 18. Il Commentario sopra
Delle differenze ovvero della pro- il Cantico dei cantici. 19. Il libro
prietà dei verbi; e quello Delle Dell' ordine delle creature. Non si

differenze Ovvero della proprietà ha nessuna prova che il Glossario


del discorso. 8. I due libri Dei che porta il nome di s. Jsidoro
sinonimi ovvero dei soliloqui, i qua- siaveramente di lui. Furono fatte
li sono una specie di dialogo tra varie edizioni di queste opere; ma
l'uomo e la ragione: il libro Del la migliore è quella dell' A re vali,
disprezzo del mondo, di cui tutti i pubblicata in Roma nel 1797.
dotti non fanno autore s. Isidoro, ISIDORO ( s. ), contadino spa-
è cavato pressoché interamente da gnuolo, nato a Madrid da poveri
quest' opera ; lo stesso dicasi della genitori, la cui scarsa fortuna non
Regola della vita. g. Diverse ope- permise loro di farlo educare nelle
re di morale, cioè un Discorso : scienze ; ma gì' ispirarono coi loro
di conforto a un penitente molto esempi e colle loro istruzioni l'or-
spaventalo dai giudizi di Dio j le rore al peccato e l'amore di Dio,
Lamentazioni della penitenza (ope- Giovine ancora si pose al servizio
ra poetica) una Preghiera per do-
; di un gentiluomo di Madrid, chia-
mandarvi a Dio la grazia di emen- mato Giovanni di Vergas, per la-
ISI isi 141
rorare le sue terre e coltivare «no sa, morta nel 1175, è onorata
de' suoi poderi. Egli faceva del suo come santa in Ispagna, essendo
lavoro un atto di religione, met- stato il suo culto solennemente ap-
tendovisi con ispirito di penitenza, provato da Innocenzo XII nel
e proponendovisi di fare la volon- 1697.
tà di Dio, e mentre la sua mano ISIDORO Mercatore, o Pecca-
guidava l'aratro, la sua mente con- tore. Isidoro il Mercante o Pec-
versava con Dio e con le beate in- cator viveva come credesi odi' ot-
telligenze. Prese in moglie Maria tavo secolo, detto Mercatore perchè
Torribia, cui scelse per le virtù vuoisi che si ritirasse a Magonza
che rendevanla commendevole; ma con certi mercanti, e Peccatore for-
dopo averne avuto un figlio che se ad esempio di alcuni antichi ve-
morì giovane, i due sposi risol- scovi,che nelle loro firme aggiun-
vettero vicendevolmente di passare gevano tale qualifica per umiltà.
il rimanente de' loro giorni nella E autore d' una raccolta di canoni
continenza. 11 padrone d'Isidoro, che per lungo tempo fu attribuita
che conobbe le virtù, e la pietà di a s. Isidoro di Siviglia, cioè dei
lui, diegli licenza di assistere ogni canoni de* principali concilii tenu-
giorno all' uflìziatura della chiesa. tisi neh" Africa, nelle Gallie, nella
Egli però non ne abusò; ma al- Spagna, ed in Roma. Contiene al-
zavasi tutti i giorni assai di buo- tresì le apocrife decretali di più
n' ora per poter soddisfare alla sua di da
sessanta o novantasette Papi,
divozione e ai suoi doveri. Caduto s.Clemente I del 93, fino as. Silicio
nella malattia di cui morì, predis- morto nel 398. Sonovi però alcuni
se l'ultima sua ora, e vi si pre- scritti veri, come le epistole e i
parò con un
raddoppiamento di decreti di un gran numero di Pon-
fervore egli si
: addormentò nel tefici da s. Silicio fino a s. Zac-
Signore ai i5 di maggio del 1170, caria morto nel 752. Ma già di
in età di quasi sessantanni ; e questo argomento ne abbiamo par-
molti miracoli attestarono la sua lato nel voi. XIX, p. 190 del Di-
santità. Quarant' anni dopo la sua zionario. Francesco Antonio Zacca-
morte, il suo corpo fu trasportato ria nel tom. I del suo Ariti- Fé-
dal cimiterio alla chiesa di s. An- broniOy diss. III, cap. 3, p. 283, trat-
drea, poi deposto nella cappella del tando delle decretali degli antichi
vescovo, ove giace tuttora fresco ed romani Pontefici, discorre di quelle
intatto. Fu beatificato da Paolo V d' Isidoro Mercatore ; le conférma
nel 1 6 1
9, e canonizzato da Gre- come sua raccolta, rende ragione dei
gorio XV nel 1622; ma la bolla due suoi soprannomi, in che tempo
di sua canonizzazione fu pubbli- tali decretali furono divulgate, io
cala da Benedetto XIII. S. Isido- qual luogo, se in Roma autoriz-
ro viene invocato come uno dei san- zale ;
quanto sieno propagate ; se
ti tutelari della Spagna e come il false ; se in esse fondisi la pon-
patrono della città di Madrid . È tificia autorità ; se abbiano guasta
nominato nel martirologio romano la disciplina. Conchiude col Baro-
il dì io marzo; ma in Ispagna si nio che delle decretali d' Isidoro
celebra la sua festa a' i5 di questo non abbisogna la Chiesa romana,
mese. Maria Torribia di lui spo- la quale dalle promesse di Cristo
,

142 isi ISI


deriva la sua grandezza, e colla sia abiurò il greco scisma, e molto
certissima tradizione la conferma. si adoperò per la riunione della
La grandezza del romano Pontefi- sua chiesa colla latina. Neil' istesso
ce non alle false decretali sta ap- coucilio generale, Eugenio IV ai
poggiata, ma agli antichi canoni, e 18 dicembre i4^9 lo creò cardi-
ai più venerabili padri della Chie- nale prete col titolo de' ss. Mar-
sa cattolica. Il can. d. Giuseppe cellino e Pietro, e poi da Nico-
Maria Graziosi, professore di teo- lò V fu fatto vescovo di Sabina.
logia doramatica nel seminario ro- Terminato il concilio partì per la
mano, nel 1840 nell'accademia di Russia, dove per ordine del Pon-
religione cattolica lesse questa bel- tefice Eugenio IV ne promulgò i
la e dotta dissertazione (che fu decreti, e lo stesso volle eseguire
pubblicata nel voi. XI, pag. 354 in Mosca, dove dal granduca Ba-
degli Annali delle scienze religio- silio III fu posto in carcere, e con-
se)'. I progressi della critica, de- dannato ad essere arso vivo. Ma
ludendo le malfondate speranze dei scampato quasi per miracolo da
novatori, fornirono nuovi e prezio- tale infortunio, si recò a Roma, don-
si documenti ad illustrare la sto- de Nicolò V lo spedì a Costanti-
ria de' romani Parlando Pontefici. nopoli per adoperarsi a pubblicare
del preteso trionfo de'novatori per il decreto dell' unione, e per con-
la scoperta delle false decretali rac- fermare i greci nella cattolica cre-
colte dal Mercatore, ricorda che denza ; ma indarno, quantunque
gli eruditi scrittori cattolici dimo- avesse ottenuto che nella chiesa
strarono che nel pubblicar tali merci di s. Sofia si pubblicasse il decreto
né v'intervenne ne potea interve- dell'unione, che nell'ecumenico con-
nirvi la frode de' romani Pontefi- cilio fiorentino era stato solenne-
ci,checche in contrario abbia im- mente sottoscritto dai greci. Questi
maginato Febronio, o abbia recen- dopo poco tempo ricaddero negli
temente sostenuto Gio. Antonio antichi detestati errori ; ma ben
Theiner nella Dissertatio hislorico" presto per divina disposizione pa-
canonica de pseudo Isidoriana ca- garono i greci il fio di loro perfi-
nonum collectione, stampata in Bres- dia, di cui fu testimonio di vista
lavia nel 1827. lo slesso cardinale, nella presa di
ISIDORO di Tessalonica, Car- Costantinopoli espugnata da Mao-
dinale. Isidoro detto di Tessaloni- metto li imperatore de'turchi a'29
ca dal luogo di sua nascita, quan- maggio i453. Il cardinale in quel-
tunque il Dattichy
nel tom. II, la terribile catastrofe poco mancò

p. 122,
3
De fiori
de cardinali, con che non vi perdesse la vita, quale
altri lo voglia nato in Costantino- scampò per diversi stratagemmi
poli. Greco di nazione e monaco essendosi fatto sotto mentite spo-
dell'ordine di s. Basilio, abbate nel glie trasportare a Pera, e quindi
monastero di s. Demetrio di Co- neir isola di Scio, donde passò in
stantinopoli, intervenne in qualità Candia. Enea Silvio Piccolomini
di arcivescovo di Riovia di rito racconta distintamente le particola-

ruteno , al concilio di Firenze, in- rità di tale avvenimento , e dice,


sieme all'imperatore d' oriente, do- che avendo Isidoro trovato tra i
ve a nome delle chiese della Bus- tanti morti un uomo che lo somi-
.

ISI ISL i43


gliava, lo Testi co' suoi abiti car- quinto concilio generale ; ed Igna-
dinalizi , e lasciò il suo cappello zio a quello di Fozio nel pontili-
rosso vicino a quel cadavere, al catodi Giovanni VIII. Oriens chrisL
quale appena veduto da' turchi, ta- tom. IX, p. io33.
gliarono la testa portandola per ISLAMISMO. V. Tsmaelismo e
tutta l'infelice città in cima di Maomettismo.
un'asta col cappello rosso, persuasi 1SLE o ISOLA s Insulanum
che fosse il capo del cardinale. Luogo del contado Venaissino. Vi
Tuttavolta questi cadde poi in ischia- fu tenuto un concilio nel 1 2 58 da
vilù, dalla quale ebbe pur la sorte Rostano di Capre, arcivescovo di
d' involarsi, e dopo diverse vicen- Arles, assistito da quattro vescovi
de giunse sano e salvo in Roma, e dai deputati di altrettanti as-
dove ottenne da Calisto III in am- senti. Vi si pubblicarono gli statuti
ministrazione la chiesa di Cervia, di molti altri concilii della stessa
che governò per brevissimo tempo. provincia, e ve se ne aggiunse uno
Pio 11 lo elesse patriarca di Co- nuovo, che fu di non dare che il

stantinopoli, ed il suo zelo gli acqui- solo camice al fanciullo di cui si

stò il titolo di apostolo de' greci e fosse padrino. Era questo l'abito
ruteni. Intervenne ai conclavi in bianco di cui veniva rivestito il

cui furono eletti Nicolò V, Cali- novello battezzato, sortendo dal


sto III e Pio li, e mori in Roma fonte. Concil. tom. IX, p. i335.
nel i463 o i4^4 ai 2 7 aprile, ed ISLEBIAN1. Diedesi questo no-
ebbe sepoltura nella basilica vati- me a coloro i quali seguirono gli
cana. Scrisse questo cardinale al- errori di Giovanni Agricola d'Isle-
cune storie delle guerre de' suoi bia o Eisleben in Sassonia, teologo
tempi, citate dal Torrigio nel suo luterano, discepolo e compatriota
libro De. Cardìnalibus scriptori- di Lutero. Questi due predicanti
bus, ed un commentario in lingua non furono tra loro d'accordo per
greca sul vangelo di san Luca, il lungo tempo, perchè Agricola pren-
cui manoscritto fu depositato nel- dendo troppo alla lettera qualche
la biblioteca vaticana , riporta- passo di s. Paolo circa la leg-
to dal da Sisto sane-
Possevino , ge giudaica, declamava contro la
se , e da Roberto Gorio nella sua legge e contro la necessità delle
appendice alla storia degli scrittori opere buone, per cui i suoi disre-
ecclesiastici di Guglielmo Cave, a poli furono chiamati Antinomiaiiif
p. 104. cioè nemici della legge. Veramen-
1SINDA, ISINDUS scu PISIN- te non era necessario di essere
DUS. Sede vescovile della seconda molto dotto, per conoscere che s.
Pamfilia, nella diocesi d' Asia, sot- Paolo, quando [tarla contro la ne-
to la metropoli di Pirgi , la cui cessità della legge, intende la leg-
erezione risale al quarto secolo. Fu- ge cerimoniale e non la legge mo-
rono suoi vescovi , Cirillo che in- rale; ma i prelesi riformatori non
tervenne al concilio di Nicea ; Ede- esaminarono inai le cose con at-
sio che fu a quello d'Efeso, al qua- tenzione. Riuscì a Lutero di per-
le prima si oppose, poi sottoscris- suadere ed obbligar Agricola a ri-
se; Marcellino che trovossi al con- trattarsi, ma questi nondimeno la-
cilio di Calcedonia : Talleleo al sciò dei discepoli che coi» tulio il
144 ISO ISO
calore continuarono a professare gli mostrò chiaramente quanto valga-
errori del maestro. no la fede e la carità ad ispirate
ISMAELISMO. Pretesa religio- forza e coraggio ad una semplice
ne che predicò una volta agli ara- donna allorché trattasi di difende-
bi Ismaele figlio di Abramo e di re la religione e i suoi ministri
Agar schiava egizia, che nacque perseguitati. Durante la rivoluzio-
1906 anni avanti l'era nostra. Egli ne francese, Giovanni quale emi-
lasciò una numerosa posterità, del- grato, come pressoché tutta la no-
la quale la Genesi ci ha lasciato biltà del suo paese, non potè tor-
l'enumerazione. Si riguarda come nare in patria se non in tempo
lo stipite di molte nazioni orien- del consolato. Allora fu che si con-
tali. Ismaele è considerato dagli dusse a Parigi per ottenere colle
arabi come loro padre e come sue istanze che fosse cancellato il

l'autore del loro linguaggio, ben- suo nome e quello de' suoi fratel-
ché la loro prima origine, secondo li dalla lista fatale degli emigrati.
la maggior parte degli interpreti, Per questo solo fine egli intrapre-
provenga da Jectan figlio di He- se quel viaggio, ma la divina prov-
ber. La conformità del nome fra videnza avea formato altri disegni
islamismo ed ismaelismo ha fatto sulla sua persona. Per una circostan-
che vari dottori maomettani han- za totalmente fortuita, per un le-

no confuse sovente queste due co- game contratto nel seminario, era-
se; ed hanno sostenuto che la re- si stretta intima amicizia fra Gio-
ligione insegnata da Maometto ai vanni ancor giovinetto, e l'abbate
suoi seguaci, e che chiamano Isla- Giuseppe Fesch di Corsica, anche
mismo o Maomettismo (Vedi\ al- egli in età giovanile. Ognun sa
tro non sia che quella che intro- che ordinariamente nelle famiglie,
dusse negli arabi il detto Ismaele. massime nelle corse, comuni sono
Questi fu padre di dodici figli da i sentimenti affettuosi o contrari,
cui uscirono altrettante tribù, de- quindi l'amicizia nata fra questi
gli arabi, le quali dal settimo se- due giovani divenne comune alle

colo quasi tutte abbracciarono la loro famiglie, ed a tutta quella di


falsa religione dell'impostore Mao- Bonaparte stretta congiunta del
metto, chiamati poscia turchi o Fesch. Per lo che allorquando es*
mussulmani. sa bandita dalla Corsica si ricove-
ISOARD Giovanni Gioacchi- rò sul continente, trovò nella fami-
no Saverio, Cardinale. Giovan- glia Isoard l'ospitalità più cordiale, e
ni Gioacchino Saverio d' Isoard ne ottenne servigi cosi segnalati che
nacque ad Aix il 17 ottobre 1766, non si possono giammai cancellarci
da una delle più antiche famiglie Viva in fatti si mantenne la me-
della Provenza. Ebbe la sventura moria de' medesimi, non ostante la
di perdere assai presto il genitore, prosperità e contrarietà di opinion
il quale gli lasciò in retaggio l'e- ni politiche, per cagione delle qua-
sempio delle più belle virtù, con- li le due famiglie si videro collo-
giunto ad un nome che fu sempre cate in oppo-
istato e condizione
illibato. Educato cristianamente e ste fra loro.Mentre Giovanni tro*
con molta cura dalla genitrice, que- vavasi a Parigi, il Fesch divenuto
sta, come dotata di singoiar pietà, cardinale, come il suo nipote Napo-
ISO ISO 145
leone Bohaparte divenne primo importanti servigi alla religione. Ma
console, fu nominato ambasciatore o la sua tenera e filiale affezione al-
meglio ministro a Roma. Il deside- laSede apostolica spiccò special-
rio di non separarsi dal suo amico, mente nel 1809, epoca di deplora-
indusse il cardinale a far nominare bile ricordanza. Nella corrisponden-
Giovanni uditore per Francia del la za officiale e più ancora nelle sue
sacro tribunale della rota. Giovanni moltissime lettere al cardinal Fesch
innalzato, senza sua saputa, a que- eh' era allora in Parigi, scorgesi
sta cospicua carica, ebbe grande chiaramente quanta cura il prelato
dilììcollà di accettarla, provando in si dasse per mitigar 1' ingiusto
sé gran ripugnanza a servire al odio e le sinistre prevenzioni che
nuovo governo repubblicano, a ca- i capi del governo francese conce-
gione de' suoi sentimenti, e quan- pito aveano contro il Papa e con-
tunque la sua pietà l'invitava ad tro la santa Chiesa. Quante volte
abbracciar lo stato ecclesiastico, tut- egli fece argine agli ordini violenti
tavia non si era fino a quel pun- di cui ebbe contezza, o per impedi-
to determinato ad entrarvi. Ciò re che si eseguissero, o per ren-
non ostante il cardinal Fesch po- derli meno acerbi. Da queste aper-
nendogli innanzi agli occhi i ser- te dimostrazioni di dolore tante
vigi che avrebbe egli potuto pre- volte manifestate per fino colie
stare alla religione accettando l'u- lagrime a* piedi del santo Padre,
ditorato, vinse finalmente ogni derivò quel tenero che per
affetto
scrupolo nell'amico. Questi giunto lui nutrì Pio VII e che mai non.
appena in Roma, si rese segnala- si estinse. Quando finalmente il
to per quelle virtù che abbellirono sacrilegio giunse al suo colmo col
tutta la sua vita, sia per l'angeli- violento trasporto del capo della
ca sua pietà, sia per l'illimitata Chiesa da Roma, da questa ne par-
sua divozione alla santa Sede, e tì anche il prelato e si condusse
per le altre sue doti ragguardevo- a Parigi, sperando poter recare
li, che gli conciliarono la stima e qualche vantaggio alla religione e
l'amicizia di quanti il conobbero, alla Chiesa ; ed a questo nobile fi-
non che del Pontefice Pio VII, il ne egli consacrò tutti i suoi sforzi.
quale dichiarollo uditore di rota A quel!' epoca il governo imperia-
a' 5 giugno 1804. La città di Ro- le di Napoleone gli offrì sovente

ma si rammenta ancora della soa- carichi luminosi, atti a solleticar


vità ed amabilità del suo carattere T ambizione; ma egli costantemen-
e della sua squisita gentilezza. I te rispose che finché il governo
suoi amici numerosi non dimenti- continuasse a perseguitar la Chiesa
cheranno mai il diletto che recava rifiuterebbe di entrare a parte con
la sua conversazione intima e fa» lui, anzi ebbe il coraggio di pro-
migliare, né i poveri gli effetti del- testar altamente contro ogni can-
la sua inesausta carità. Funse mol- giamento che a mano a mano
te volte le veci di ambasciatore operavansi negli stati pontifìcii, con-
di Francia, come esigeva il diritto tinuando pubblicamente a portar
della sua carica, nell'assenza dell'am- il titolo di uditore di rota, non
basciatore ordinario, e si giovò mai ostante le leggi che aveano sop-
sempre di tale opportunità per recare presso il tribunale. Tutti i roma-
VOI. XXXVI io
i.{6 ISO ISO
ni che in quel tempo, o per effet- amicizia dell' uno e dell' altro,
to della persecuzione o per trattare sappiamo che una tal memoria fu
ailari spesso scabrosi, dovettero por- in parte la base di tuttociò che
tarsi alla capitale dell'impero fran- trattossi dal cardinale. Ciò nondi-
cese, sperimentarono le cure amo- meno il prelato che avea date
revoli e officiose del prelato. Nel tante e sì luminose prove di at-
i8i3, quando Napoleone era mag- taccamento alla Chiesa e ai sani
giormente irritato col santo Pa- principii dell' ordine e della giusti-
dre, e gli aveva impedita con se- zia, si trovò esposto alle persecu-
veri ordini ogni comunicazione, zioni de' malevoli. Ma egli difeso
1' Isoard preferì di esporsi al- con fermezza e perseveranza dal-
la di lui collera per avvisare l' autorità e benevolenza di Pio
Pio VII di cosa di somma impor- VII, finalmente nel 18 17 con ap-
tanza, ed a tale effetto si recò dal plauso del sacro collegio e de' suoi
Papa in Fontainebleau. Dio pose colleghi, riprese il suo officio di
fine ai mali che desolato aveano uditore già con tanta onoratezza
r Europa, e i popoli tornarono a esercitato. Dopo essere stato per
respirare in pace, ritornando nel alcuni decano
annidella rota,
18 14 i Borboni sul trono di Fran- ad onta che qualche ulterior ne-
cia, ed il Papa a Roma, ove si mico maneggio voleva ritardargli
condusse nuovamente il prelato, la sua esaltazione, Leone XII pre-
sebbene Luigi XVI li nominò al- miatore del merito senza umani
l' uditorato monsignor Salamon, riguardi, lo creò cardinale prete
come dicemmo al voi. XXVII, p. a' 25 giugno 1827, gli concesse il

1 37 del Dizionario. Ma per le titolo di s. Pietro in Vincoli, don-


tante vicende sparito era 1' antico de nel i83r passò a quello della
pubblico diritto ; laonde doveasi ss. Trinità al Monte Pincio, e lo
crearne altro. Il celebre cardinal ascrisse alle congregazioni del con-
J
Consalvi avea più volte avuta oc- cilio, de riti, del buon governo,
casione di conoscere a prova il fi- delle acque, e della speciale per
no tatto politico dell' Isoard, e fa- la riedificazione della basilica di s.

ceva grandissimo conto della saga- Paolo. Nel 1828 ritornò in Fran-
cità de'suoi giudizi, e della giustez- cia, ove fu fatto duca e pari _,

za delle sue vedute. Quindi pri- ed a' i5 dicembre il medesimo


ma di partire pel congresso di Papa lo preconizzò arcivescovo
Vienna, il cardinale tenne con lui di Auch. Intervenne ai conclavi
lunghe conferenze, e gli richiese per le Pio Vili e
elezioni di
una memoria sopra le importanti del regnante Gregorio XVI, per
questioni che doveano essere trat- la quale egli provò una gioia par-

tate dalla diplomazia, ed in ispecie ticolare, onde il suo cuore e la


su tutto quello che concerneva la sua delicata coscienza se ne ralle-
Chiesa e lo stato romano. Questo grarono coucordemente. Tornando
prezioso documento, che potrebbe nella sua arcidiocesi rivolse tutte
chiamarsi un modello di cognizioni le sue pastorali cure a edificar col-
e di saviezza, esiste ancora, e per le sue virtù il gregge, il quale
testimonianza di ragguardevoli per- restò afflitto quando apprese esse-
sonaggi, che godettero dell' intima re il cardinale destinato alla chie-
.

ISO iso 147


sa arcivescovile di Lione vacata per lace, e cinta dimura. Commanville
morte del cardinal Fescli; ma ciò neir Histoire de tous les archèv. et
non ebbe effetto essendo morto in évesch. p. 4.1, 2 20, e della tavola
Parigi li 7 ottobre 1839. Il suo alfabetica 127, dice che si trovano
cadavere ebbe decorosi funerali dei vescovi d'Isola fino dal VII se-
nella chiesa dell'Assunzione, indi colo, tra' prelati di rito greco, col
giusta la testamentaria sua dispo- nome di Nesiai , e che la notizia
sizione fu trasportato nelle tombe di Leone cita questa sede come suf-
degli Aucb. Il più
arcivescovi d' fraganea di s. Severina. I vescovi
bello e compiuto elogio che si pos- latini erano egualmente suffraganei
sa fare di questo illustre porporato dell'arcivescovo di s. Severina. Il

si raccoglie dalle parole pronunzia- primo vescovo fu Arenolfo che nel


te dal Pontefice in udir l'infausta 1046 intervenne al concilio di Pa-
notizia di sua morte,, le quali co- via; ilsecondo fu Luca del 1092;
me si dice sono queste : Oggi la il terzo Giovanni isolano del 1 128,
s. Chiesa ha perduto un gioiello ; al cui tempo il b. Luca abbate del-
il cardinal d' Isoard era tutto oro la chiesa di s. Costanzo in diocesi,
puro e Le sue decisioni
nitido. gliela donò con tutte le pertinenze.
rotali stampate in Roma
furono Tra gli altri che vescovi d'Isola,
nel 1827 in quattro tomi in foglio. l'Ughelli chiama Insula mediter-
ISOCRIST1. Nome diuna setta ranea nomineremo: Vurnaro del
ì

che comparve verso lametà del 1 i4g, Matteo o Mattia del 1239,
VI secolo. Dopo la morte di Non- il quale col consenso del capitolo
no monaco origenista, i di lui se- cedette alla disposizione d'Innocen-
guaci o settari si divisero in pro- zo IV, con la quale con alcune con*
o telraditi, ed in isocristi.
tottisti dizioni esentò dalla giurisdizione e-
Spacciarono questi che alla fine dei piscopale il monastero di s. Ste-
secoli, epoca della risurrezione, gli fano dell'ordine benedettino. L'an-
apostoli dovevano nelP onore e nel tipapa Benedetto XIII vi avea fat-

premio essere pareggiati a Gesù to vescovo Pietro, ma Gregorio XII


Cristo. Questa proposizione fu con- lo cacciò dalla sede, ed in vece nel
dannata nel concilio di Costanti- i4io elesse fr. Gualtiero domeni-
nopoli del 553. Si chiamarono iso- cano, degno per pietà e dottrina
cristi, perchè isocristo significa egua- Cesare Lambertini arcivescovo di
le a Cristo. Gli isocrisli sono consi- Trani, traslatato nel iSbg da Giu-
derati un ramo degli origenisti: lio II; poscia nel i5^5 cedette la
però Origene non avea mai dato sede in favore del nipote Tomma-
motivo di spacciare siffatte assur- so Lambertini, mìles sancti Pauli,
dità. famigliare di Paolo III. Gli suc-
ISOLA, Insula. Città vescovile del cesse Onorato Fascitello d'Isernia,
regno delle due Sicilie, nella pro- cassinese, versatissimo nelle lettere
vincia di Calabria Ulteriore secon- umane e divine, lepido poeta, on-
da, distretto e cantone di Cotro- de stimato dai contemporanei che
ne, intersecata dal fiume Pilaca, ai fiorirono in dottrina. Giulio III
piedi occidentali del Monte della che lo avea dato a precettore del
Stella o Sibilla, cinque miglia di- cardinal Innocenzo del Monte, nel
stante dal mare o golfo di Squil- i55i lo creò vescovo. Pio IV no*
,

148 ISO ISO


minò nel1S62 Annibale Caraccio- scrizione delle diocesi del regno del-
lo napoletano nipote di Onorato, le due Sicilie, soppresse questa d'I-
successore dello zio per le istanze sola, e l'unì a Cotrone(Vedi) t con la
di questi: nel i5S5, avendo i tur- lettera apostolica De utiliori, quinto
chi saccheggiata la cattedrale, de- kal. julii 18 18; e fece vescovo di
dicata all'Assunzione di Maria Ver- Cotrone Domenico Feudale d'Isca
gine., siccome esistente fuori della diocesi diSquillace. chiesa catte- La
città, Annibale la decorò di magni- drale d'Isola ha dieci canonici, quat-
fiche suppellettili; stabilì il nume- tro dei quali sono dignitari, cioè
ro dei canonici^ istituì il seminario, l'arcidiacono, il decano, il cantore
assegnando loro rendite col proprio ed il tesoriere. Benché la diocesi
patrimonio. Nel 161 4 Paolo fe- V fosse poco estesa, contenne sei ab-
ce vescovo Andrea Giustiniani pa- bazie.
trizio genovese, sommo teologo do- ISOLA (dell') Roffredo , Car-
menicano, e commissario del s. of- dinale. Roffredo dell'isola, detto per
fizio. Per sua morte il Papa a' 12 equivoco Rainaldo dal Panvinio
febbraio 161 8 nominò successore seppur non avesse ambedue i nomi,
Gio. Antonio de Maximis patrizio nacque in Arpino diocesi di Sora,
romano, figlio di Carlo signore di fu monaco e poi abbate di Monte Cas-
Montefortino, e di Clarice Giusti- sino. Celestino III nella Pentecoste
niani sorella del cardinal Vincenzo : del 1 19 1 lo creò cardinale prete
prelato di varia letteratura erudito., col titolo de' ss. Marcellino e Pie-
che avea in diversi offizi servito la tro. Oltre all'esser uomo di gran sen-
santa Sede; mori nei 1623. Urbano no, di specchiata prudenza e di ec-
Vili nel 1628 fece vescovo Ales- cellente letteratura, era dotato d'una
sandro Bichi sanese, che nel i63o fortezza d' animo incomparabile.
trasferì a Carpentrasso e poi creò car- Con essa ricuperò colle truppe im-
dinale. Giuliano Viviani nel 1639 periali, dalle mani
Tancredi e
di
Urbano Vili lo dichiarò vescovo di altri piccoli tiranni ed ingiusti
d'Ischia, che governò con singoiar usurpatori, parecchi castelli appar-
lode: pubblicò colle stampe, Pra- tenenti ai suo monastero; e tra le
xim juris patronatus Roniae. Do- altre cose^ fatta una leva di truppe,
menico Carnovali calabrese, peritis- tolse la città di s. Germano dalle
simo nelle lingue e nelle sacre let- mani Diopoldo che se n'era con
di
tere, fatto vescovo nel i645 da In- aperta violenza reso padrone, e la
nocenzo X. Domenico Votta di Co- cinse di buone mura a fine di pie»
senza nel 17 17 Clemente XI l'esal- servarla da somiglianti
in avvenire
tò al vescovato. L'Ughelli nell'Ita- prepotenze. Ricuperò eziandio la
lia sacra ci dà la serie dei vesco- città di Sora ed altre terre ch'era-
vi d'Isola, t. IX, p. 5o6 e seg», la no state tolte alla Chiesa romana,
cui continuazione si legge nelle an- a cui subito le restituì. Per le qua-
nuali Notizie di Roma. L'ultimo ve- li benemerenze prima da Clemen*
scovo fu Michelangelo Monticelli di te IIIj e poi da Celestino III e da
Rossano, fatto vescovo a'2 1 luglio Innocenzo III, ottenne considerabi-
1766 da Clemente XIII, che dopo li privilegi pel monastero cassinese^
lungo governo morì al termine del fra' quali quello di fulminar di sco-
secolo decorso. Pio VII nella circo- munica gli usurpatori de'benì di es-
ISO ISO 149
so, quantunque esenti dalla di lui so il Digesto, che poi circa il i4o5,
giurisdizione. Accettissimo all'impe- come si crede, passò ad interpreta-
ratore Enrico VI, ebbe l'onore di re nello studio di Pavia. In età di
accoglierlo con Costanza sua moglie dieciotto anni nel 1378 si congiunse
in Monte Cassino, e poi lo accom- in matrimonio con Bartolomea Lu-
pagno nel suo ritorno in Germa- dovisi, la quale fecelo lieto di cin-
nia; sperimentò gli effetti dell'impe- que figli, tre maschi e due femmi-
riai munificenza per se e pel suo ne. La funesta morte di suo padre
monastero, a cui quel principe fe- decapitato in Bologna pel tradimen-
ce dono di cinque castelli, e mo- to da lui ordito contro la propria
strò per Roffredo tale stima ed af- patria,che dar voleva in mano dei
fetto, che stabili di non ammettere Visconti di Milano, fu cagione del-
giammai alla sua grazia qualunque l'esilio del figlio, e della confìsca
si da cui a-
fosse principe italiano, de'suoi beni a cui fu condannato
vesse ricevuto onta ed offesa, se non nel 1389. Frattanto aggiustate le
se per mezzo della mediazione di cose, rimasto vedovo, tutto diedesi
Roffredo. Innocenzo III gli scrisse allo studio, e forse fu allora che
varie lettere, in una delle quali lo passò ad insegnare in Pavia. Ritor-
riprese con qualche risentimento, nato in patria si fece aderente del
perchè non si opponeva con petto partito della Chiesa, e tal si acquistò
forte alla rilassatezza che incomincia- fama di prudente e scienziato uo-
va ad introdursi in Monte Cassino. mo, che dovendo il cardinal Baldas-
Addossogli in seguitola commissione sarre Cossa legato di Bologna por-
di visitarei monaci di s. Paolo fuori tarsi nel i4°9 a l concilio di Pisa,
delle mura, tra' quali andava decli- volle in sua compagnia con altri
nando la monastica disciplina come ; letterati V Isolani. Divenuto il car-
di fatti esegui con ottimo successo dinale Giovanni XXIII, non mancò
e con notabile accrescimento di nuo- di valersi di lui in vari negozi per
vi monaci. Finalmente dopo di es- averlo sperimentato abile, e gli affi-

sere stato legalo d' Innocenzo III, dò commissione di portarsi con


la
del quale col suo suffragio avea fa- amplissima facoltà a comporre al-
vorita la elezione, compì gloriosa- cune differenze insorte in Forlì. Ivi
mente il periodo di sua mortai car- sollevatasi la fazione popolare con-
riera in Monte Cassino nel 1209 o tro i nobili divoti al Papa con ,

12 12. Erasmo Gattula nella storia prudenza e destrezza calmò il tu-


di Monte Cassino, t. I,, p. 398, scri- multo, ed indusse la città a ritor-
ve che Roffredo ebbe l'onore di ac- nare all'obbedienza della Chiesa,
cogliere in quel celebre monastero per cui vi fu destinato a legato il
Innocenzo III che vi giunse a' 23 cardinal Lodovico Fieschi. Avendo
giugno 1208. Giovanni XXIII abbandonata Ro-
ISOLANI Giacomo, Cardinale. ma a cagione di Ladislao re di
Giacomo Jacopo Isolani o dell'Iso- Napoli, giunto in Bologna, a* 20 a
la, detto ancora Oscleani, nato inBo- 28 settembre i4*3, ne premiò i

logna, uno de'sedici riformatori della meriti col crearlo cardinal diacono
sua patria, celebre professore di legge di s. Eustachio, donandogli quattro-
civile medesima, do-
negl'università mila scudi. Passato un anno lo fe-
ve nel i383 spiegava con oppiati- ce legato della provincia del Patri-
i5o ISO ISO
monio e di molti altri luoghi, con le lodi del cardinal Isolani , e i

T assegno di cinquecento fiorini al suoi meriti verso la santa Sede,


mese. Dissipò i tiranni che l'occu- conferendogli in commenda la chio-
pavano, e restituì la provincia al sa di Melfi; poscia molto si valse
pontificio dominio. Tornato Gio- della di lui opera nel governo dello
vanni XXIII in Roma, indi par- stato e della Chiesa. Amicissimo di
titone pel concilio di Costanza, di- Filippo Maria duca di Milauo, que-
chiarò il cardinale legato dell'al- sti nel i4^4 gli affidò il governo
ma con autorità di suo vi-
città, della città di Genova, cui presiedè
cario nel temporale e nello spi- per circa quattro anni, al modo
rituale sopra tutto lo stato eccle- che narra il Muratori, Annali
t. IX,

siastico. I padri del concilio scris- par. I, pag. Martino


118. Inoltre
sero a' 2.5 luglio i/\.i5 al cardi- V lo spedì legato in Francia per
nale una lettera di lode pel suo sedar i tumulti eccitatisi in quei
zelo per la Chiesa e per resistere regno, lo che essendosi da lui ese-
con intrepidezza e valore contro guito con vantaggio, mentre si re-
gli sforzi di Paolo Orsini, che ar- stituiva a Roma, fu colto dalla
mata mano era entrato in Roma, morte d'anni settant' uno in Mi-
e la metteva a rumore. Parte colla lano, e fu sepolto nella chiesa di
forza, parte co' suoi modi , riuscì s. Maria di Calvenzano, ovvero nella
al cardinale di liberarsi da tali mo- basilica di s. Ambrogio maggiore.
lestie, e di ricuperare
molte terre La vita del cardinale scritta dal p.
occupate dai baroni, come ancora d. Celestino Petrarchi monaco ce-
d' indurre Giovanna II regina di lestino nel 1762, fu nell'anno stes-
Napoli a lasciar libero dalle sue so pubblicata nel tom. I delle Mi-
truppe Castel s. Angelo. Poco du- scellanee di Lucca. Un' altra anti-
rò la quiete del cardinale, impe- ca fu divulgata nel 1771 con eru-
rocché entrato in Roma Braccio da dite note e documeuti, da Petro-
Montone perugino, celebre capita- nio Belvederi bolognese. Il cardi-
no che militato avea per lo in- nal Garampi nelle sue Me/norie ec-
nanzi al soldo della Chiesa, fu co- clesiastiche a pag. 161 riporta per
stretto ritirarsi in Castel s. Ange- disteso un' autentica dichiarazione
lo, e implorar soccorso da Giovan- fatta da questo cardinale a certi
na II. Questa, bramosa di render- eremiti denominati fraticelli. Cora-
si benevolo il futuro Pontefice pei pose varie opere di giurisprudenza.
suoi interessi, prontamente spedì in ISOLE. L'isola è quello spazio
soccorso de' romani il famoso Sfor- di terra più piccolo del continen-
za Attendolo , che in un baleno te, circondato in ogni parte dal-
espulse da Roma Braccio colle sue l'acqua, come la Gran- Bretagna,
truppe. Eletto frattanto nel no- l' Irlanda, la Sicilia, la Sardegna,
vembre i 4 7 Martino V, confermò
» la Corsica, Malta, Rodi, Opro,
il cardinale nelle dignità e facoltà Candia, ec, le quali tutte han-
ec.
concessegli dal deposto Giovanni no articoli nel Dizionario. Lo han-
XXIII. Dipoi nuovo
portatosi il no pure quelle altre isole che con-
Papa nel 1419 iti Roma, nel con- tengono statij e quelle che furouo
cistoro de' 29 settembre, alla pre- o sono sedi vescovili. Così delle
senza di ventisei cardinali pubblicò Isole Jonie se ne tratta agli arti-
ISP ISR i5t
coli Corpi Grecia ,Inghilterra, ,
in Anagni affrontò nemici che i

Zante e Cefalonia. Così delle isole volevano imprigionarlo, ed il car-


Canarie o Fortunate se ne parla dinale ebbe il coraggio di non ab-
a quell' articolo. Così delle isole bandonarlo. Dipoi per ordine di
dell' Arcipelago se ne discorre agli Clemente V si trasferì in Inghilter-
articoli Santorino, Sira, Tùie, Mi- ra in qualità di legalo per istabi-
cone ) Scio, ec. ec, per non dire di lir la pace tra Odoardo I ed il
altre isole. Negli articoli degli stati si re di Francia, quale ottenuta as-
parla delle loro principali isole, ed sistè nel i3o7 ai funerali del mo-
in altri articoli ancora. Benedetto narca inglese, e concesse indulgen-
Bordoni ci diede la descrizione di za a tutti i fedeli, che in suffra*
Tutte le isole del mondo , con i gio della di lui anima recitato a-
loro nomi antichi e moderni, Ve- vessero l'orazione domenicale e la
nezia i528 con figure. Abbiamo salutazione angelica. Dopo essere
pure, L'isole più famose del mon- intervenutoai conclavi di Benedet-

do descritte da Tommaso Porcac- to XI Clemente V, morì in A-


e
chi da Castiglione aretino, e inta- vignone nel i3io o nel i3ii, e
gliate da Girolamo Porro pado- trasferito il cadavere in Roma eb-
vano, con l'aggiunta di molte iso- be tomba nella basilica vaticana,
le Venezia i5j6. Borneo
, Bo- , presso il sepolcro di Bonifacio Vili,
na Fortuna , dopo la Nuova O- con breve iscrizione.
landa può considerarsi come la ISRAELITI. Discendenti d' h
maggiore delle isole conosciute. Que- sraele Giacobbe figlio di
ossia di
sta vasta isola del grande Oceano Isacco e di Rebecca, che furono
è di figura quasi rotonda credono : dapprima chiamati Ebrei da A bra-
alcuni che Borneo possa essere la mo, e in seguito Israeliti da Israe-
gran Java nominata da Marco Po- le, padre di elodici patriarchi, che

lo, che asserì avere tremila miglia egli ebbe dalle sue mogli Lia e
di circuito. Nuova Olanda dalla Rachele, e dalle fantesche di esse;
maggior parte de' geografi è chia- e finalmente Giudei dalla tribù di
mata quell'isola immensa, o piut- Giuda, che trovossi molto superio-
tosto quel continente che chiama- re alle altre dopo la schiavitù di
rono Notasia, e di Auslralasia e Babilonia. Col nome di tribù si

poi Australia. Ma Bor-dell' isola distinsero le tredici grandi famiglie


neo e dell'isola della Nuova Olan- di cui eracomposto il popolo d'I-
da, se ne discorre all'articolo Ocea- sraello. Ebbero elleno per capi un-
nia (Fedi), altra parte del mondo. dici figli di Giacobbe, cioè Ruben,
ISPANI Pietro, Cardinale. Pie- Simeone, Levi, Giuda figli di Lia;
tro Ispani spagnuolo , vescovo di Dan, Nephtali figli di Baia fante-
Bourges, a'i5 dicembre i3o2 Bo- sca di Rachele ; Gad, Aser figli
nifacio Vili lo creò cardinale ve- di Zelfa fantesca di lòia ; Issacar,
scovo di Sabina secondo 1' Ughelli, Zàbulon figli di Lia, oltre una fi-
contraddetto da Bernardo autore di glia chiamata Dina ; Giuseppe e
una cronaca de' romani Pontefici, Beniamino figli di Rachele ed i ;

il quale anticipa di quattro anni due figli di Giuseppe, Efraim e


la sua promozione. Si trovò al la- Manasse, che Giacobbe adottò pel-
to del Papa quando Bonifacio Vili figli poche ore prima di morire.
i52 1SR ISP
Lia e Rachele tennero come pro- figlio di Salomone le sole tribù
pri i figli partoriti dalle loro fan- di Giuda e di Beniamino. Il re-
tesche. Compresi i due figli di Giu- gno delle dieci tribù prese il no-
seppe essendo tredici i figli di Gia- me di regno d'Israele, quello odi-
cobbe, nondimeno la Terra pro- le due tribù di regno di Giuda.
messa venne distribuita soltanto in Questa divisione degli israeliti può
dodici parti; non dovendo la tri- essere considerata come la sorgente
bù di Levi essere occupata nel delle disgrazie che in seguito op-
coltivare la terra, ma sempre at- pressero i due regni. Ma sugli \-
taccata al servigio del tabernacolo sraelitisono a vedersi gli articoli
e del tempio. Nel deserto, cioè Ebrei, Giudea, Gerusalemme, quelli
quando gì' israeliti usciti dall' Egit- in essi citati, e tutti gli altri che
to si recavano sotto la condotta di li riguardano.
3Mosè nella Terra promessa, la tri- ISSA , Cardinale . Issa o Isse
bù di Levi, come scelta da Dio o Jesse vescovo cardinale, sotto-
ad esercitare il sacerdozio, era col- scrisseuna bolla di s. Leone III
locata intorno al tabernacolo, e le nell'anno 8o5, riguardante un pri-
altre dodici accampavano a tre a vilegio accordato al monastero di
tre unitamente, ciascuna secondo s. Anastasio alle Acque Salvie.
il proprio rango. In viaggio le tre ISSA o ISSO. Sede vescovile
prime tribù facevano come la van- di Siria sul confine di questa, cit-
guardia ed erano seguite dalle tre tà marittima della Cilicia, costrut-
seconde ; dopo queste venivano i ta dalle Amazoni, ingrandita dai
leviti ed i sacerdoti coll'arca del Seleuci, e resa illustre dai romani."
Signore, e con tuttociò che appar- Erodoto e Filone Biblo narrano
teneva ai tabernacolo ; quindi le quanto fiorì un tempo in fortune
altre tribù, e finalmente le tre ul- ed in ricchezze, mentre delle sue
time erano come di retroguardia. cospicue fabbriche ancora resta qual-
Nella divisione fatta da Giosuè del- che avanzo, sebbene il mare abbia
la Terra promessa, Ruben, Gad e sepolto i migliori resti dopo 1' ec-
metà della tribù, di Manasse ebbe- cidio de' saraceni. Quivi la prima
ro la lor parte al di là del Gior- volta fu vinto Dario, e fugata l'ar-
dano. Tutte le altre tribù e f al- mata persiana da Alessandro l'anno
tra metà della tribù di Manasse 333 avanti l'era nostra, facendone
ebbero la loro parte di qua da la famiglia prigioniera; ed allora la
questo fiume. Alla tribù di Levi città chiamata Nicopolis, cioè
fu
non toccò porzione determinata co- città di poi cambiato col
vittoria,
me alle altre, ma soltanto ebbe nome di Laiazzo da cui prese la
alcune città che le furono assegna- denominazione il golfo. Altri dicono
te sulle parti delle tribù stesse. Le che Nicopolis è a poca distanza.
dodici tribù restarono unite sotto Era sotto la metropoli di Tarso,
un medesimo capo fino dopo la distante sessanta miglia d'Antiochia,
morte Salomone. Allora dieci
di ed Achele suo vescovo sottoscrisse
tribù abbandonarono la
d' Israele un'epistola sinodica. Siria sacra
casa di Davidde, e riconobbero Ge- p. 90. Al presente Issa, Hyssen,
roboamo per re, mentre rimasero è un titolo vescovile in partibus
sotto la dominazione di Roboamo che conferisce la santa Sede, sotto
IST IST i53
Y arcivescovato pure in parlibus di driatico, quello di Trieste all'ovest
Cesarea. e quello di Quarnero all'est; dagli
I STONI A, Histonium, Istonium. altri lati questo circolo ha per li-

Città antica e vescovile d'Italia miti al nord il circolo di Gorizia


nel paese di Peligni, in oggi inte- ed il golfo di Lubiana, all' est la
ramente rovinata, e presso la qua- Croazia civile ed il littorale un-
le surse la città di Vasto sui con- gherese, ed all'ovest il regno Lom-
fini dell' Abruzzo Citeriore, colla bardo-Veneto. L' Istria è in gene-
provincia di Capitanata, in riva rale montuosa. I principali suoi
all' Adriatico. Istonio si governò fiumi sono l'Isonzo, la Dragogna,
prima colle proprie leggi, indi fu il Quieto, la Draga e 1' Arsa. La
municipio, e poi colonia de' roma- costa presenta qualche laguna, so-
ni. Fu città molto nota, e di sue prattutto ne' dintorni di Grado e
magnificenze rimangono tuttavia a- di Aquileia ; essa forma pure
vanzi da poterlo attestare. Non si molti porti rinomati, come quelli
sa con precisione quando mutas- di Pola, Rovigno, Quieto, Umago
se la sua denominazione à'Istonio delle Rose , e Premero. Il clima
in quella di Vasto di Ammone\ dell' Istria è caldo e sano, tranne
ma pare certo che se cambiò no- le lagune e parti paludose. Il ve-
me non cambiò mai 1' antico sito. stito nelle persone civili è simile
Tra gli uomini illustri nati in I- all' italiano, ma quello del minuto
stonio è da mentovarsi il giovi- popolo si avvicina al dalmatino.

netto Lucio Valerio, figlio di L. La lingua similmente accostasi al-


Pudente, il quale, essendo d' anni l' italiana, ma in alcuni luoghi si

tredici, ne'giuochi di Giove Capi- parla la illirica o schiavona, anzi


tolino fu per la sua dottrina e in molte chiese di campagna si

grande vivacità d'ingegno corona- celebrano anche in questa lingua i

to in Roma tra' poeti latini per divini offizi. Gli istriani riescono
sentenza de'giudici ; per il che eb- ottimi nella navigazione e nel traf-
be in patria una statua con ana- fico, e molto bravi nella milizia
loga iscrizione. Da un diploma di marittima. Le sue più considerabi-
s. Gelasio I del 49 2 > citato nel de* li città sono Capo d' Istria, Rovi-
creto, dist. 24, can. 3, sembrereb- gno, Pola, Pirano, Città Nova,
be che l'antica città d' Histonium Parenzo . Trieste, che ordinaria-
fosse stata vescovile, ma non si mente si pone nell' Istria, non fa
conosce alcuno de' suoi vescovi. politicamente parte di questo cir-
L'Ughelli ne parla nell' Italia sa- colo. La maggior parte degli abi-
cra t. X, p. 116. Fu poi Istonio tanti sono di origine slava, com-
successivamente devastata dai goti, ponendosi il restante d' italiani in
dai longobardi e dai saraceni. gran numero, e di pochi tedeschi,
ISTRIA, Histria. Circolo del armeni e greci. I polacchi, boe- i

regno Illirico nel governo di Trie- mi, i dalmati, gl'istrioni, che s'im-
ste, di cui forma la porzione più padronirono in diversi tempi del
meridionale e la più considerabile. paese, ov' essi ora abitano, sono
È composto in gran parte d' una schiavoni di origine. Nel Rinaldi
penisola, il cui istmo è determina- all'anno Goo si legge come gli schia-
to da due golfi profondi dell'À- voni predarono 1' Istria, e posero
i;>4 IST IST
ne' ferri morte i soldati che
e a Aquileia. Quasi coetanea alla fon-
vi trovarono. V. Venezia ed Illiria. dazione della loro repubblica fu la
L'Istria non solo occupa l'antica ingerenza de' veneziani nell'Istria, i
ffistrìci) ma ancora una piccola quali a titolo di protezione prese-
porzione della Carnia, e la estre- ro a difendere gli abitanti contro
mità occidentale del paese dei Ja- gli attentati de'corsari slavi, e dei
pides. Secondo alcuni corrisponde principi mediterranei circonvicini.
all' antica Liburnia. Questo paese Cessò per altro ogni loro influen-
faceva anticamente parte dell'llliria; za sull' Istria quando passò essa
conquistato dai romani , fra la sotto il patriarcato d' Aquileia, col
prima e la seconda guerra punica, titolo di marchesato, per donazione
una colonia di essi lo rese civiliz- imperiale, confermata poi da Cor-
zato, mentre gl'istriani antichi ven- rado II nel 1024, e da Enrico
gono descritti anche da Livio co- IV nel 1061. Ripigliarono ascen-
me popoli d' indole fiera. Questa dente i veneziani in questo paese,
provincia non fu nei primi tempi dacché fecero prigioniero di guer-
compresa nell'Italia, ma lo divenne ra il patriarca Volcherio coi suoi
allorché Augusto divise in dodici dodici canonici, per cui scemos-
legioni le contrade italiane. Colla si l'autorità patriarcale nell'Istria,
monarchia romana declinò pur anco e da tal epoca incominciarono le
lo splendore dell'Istria che fu de- città e le terre istriane a pas-
solata dalle armate d'Attila. Estinto sare per volontaria dedizione sot-
l'impero romano
d'occidente, passò to il veneto dominio. Nel 1 1 5o
questa provincia agl'imperatori d' o- si sottoposero spontaneamente alla
1 iente, i quali vi tenevano un tribu- possente repubblica di Venezia la
no. Entrati poi gli ostrogoti in Italia, città di Pola, indi Rovigno, Pa-
anche 1' Istria diveune loro preda, renzo, Umago, Muggia ed altre,
ed re goti la dominarono pacifi-
i ma non furono dapprima possedu-
camente sino all'anno 54o, in cui te pacificamente. Nel secolo XIII si

fu loro tolta colla Dalmazia da stabilì iu vero il dominio veneto


Giustiniano I imperatore di Co- in molte terre e città dell' Istria,

stantinopoli. Alboino co'suoi longo- come pure nel secolo XIV, finché
bardi non pose piede nelP Istria, resa la repubblica veneta padrona
che restò soggetta all'esarcato o- del Friuli, acquistò anche intiera-
lientale d'Italia. Carlo Ma^uo che mente 14^0; ed eccet-
l'Istria nel
estinse il regno longobardo, s' im- tuando Trieste, la contea di Pisi-
padronì col Friuli anche dell'Istria no, ed altri piccoli luoghi fatti
•vicina , alcuni luoghi della quale sudditi della casa d'Austria, ne ri-
furono donati dallo stesso al pa- tenne il possesso sino al 1797 ,

triarca d' Aquileia Paolino, e con- in cui fu pure ceduta all'Austria


fermati poi a'suoi successori, sotto in conseguenza del trattato di
V impero de' franchi e de' tedeschi. Campo Formio. Per la pace di Vien-
Aveva allora V Istriaun governa- na del 1809 fu l'Istria unita alle
tore,che prese poscia il titolo di Provincie illiriche, e formò un di-
marchese, prima dipendente unica- partimento del regno d'Italia, fin-
mente dall'impero, indi o indipen- ché nel 18 4 ripassò sotto il do-
1

dente od annesso al patriarcato di minio austriaco.


IST IST \55
Nella famosa controversia dei tre in monte Durdone, inde in Berce-
capitoli, i vescovi africani ed il- to, deinde in Parma, deinde in
lirici ad esempio di Pelagio S Pa- Regio et exinde in Mantua, atque
pa del 555, desistettero dall'ostina- in monte Silicis, simulque et uni-
ta difesa de'medesimi; ma i vesco- versum Exarchatum Ravennati um,
vi d'Istria, delle Venezie e della sicut antiquitus erat, atque provin-
Liguria rimasero pertinaci, come ciasVenetiarum et Istriae nec ,

persuasi di non potersi condanna- non cunctum ducatum Spoletinum


re i tre capitoli senza ingiuria del seu Beneventanum ». Pipino nel
concilio di Calcedonio, e però for- 754 avea donato l'Esarcato e la
marono lo scisma che durò più Pentapoli, provincie che sino dal
di cento anni sino al pontificato 7>3o eransi poste sotto la prote-
di s. Sergio I. Pare però che il zione e difesa del romano Ponte-
Pontefice Onorio 1 del 62 5 estin- fice. Il solo confine delle Venezie e
guesse prima di tal tempo lo scisma dell' Istria in questa descrizione per
de'vescovi d'Istria, che da settanta fines è alquanto oscuro per con-
anni difendevano i tre capitoli. S. to dell' Istria. Che l'Esarcato con-
Sergio I poi del 687 colla sua finasse da un lato colle Venezie,
prudenza riconciliò colla Chiesa ben. si comprende; ma non è sta-
romana quella di Aquileia, sepa- to finora schiarito come potesse
ratasi fino dal tempo di Papa Vi- avere per confine anche 1' Istria.
gilio del 548 e predecessore di 11 Borgia non prende la cosa per
Pelagio I, per non voler condan- un parodosso, e se Carlo per e-
nare i tre capitoli; laonde s. Ser- stremo confine da quella parte del-
gio I soppresse interamente il me- la restituzione o dono fatto alla Chie-
morato scisma. Quanto alle noti- sa da Pipino nominò V Istria,
zie delle sedi vescovili dell' Istria crede che avesse buon fondamento
antiche, non che delle odierne, come di porvela. A dimostrarlo il mede-
Capo ci' Istria, Parenzo e Pola, simo si appella al patrimonio che
ec, si possono vedere ai rispettivi la santa Sede possedeva nell'Istria,
articoli. Eruditamente spiega il Bor- raccomandato da s. Gregorio I
gia a p. 283 e seg. della Breve Magno del 5o,o ad un notaro per
istoria del dominio temporale del- amministrarlo, coWepist. 49, lib. 4>
la Sede apostolica, perchè l'Esar- epist. 9, lib. io, e nel possesso
cato si dicesse che confinava col- del quale ella continuava ai tempi
l'Istria, quindi ci sembra importan- di Carlo, come indica una lettera
te qui riportare il suo parere. Pri- del 778, che Adriano I gì' indi-

mieramente narra come Carlo Ma- rizzò per narrargli un grave scon-
gno fece il primo suo dono alla cio accaduto in persona di Mauri-
santa Sede, e come lo compi con zio vescovo dell'Istria, destinato dal
confermar quello del re Pipino di Papa a raccogliere le pensioni di
lui padre. Presso il biografò di quel patrimonio , epist. 6 , t. I,
Adriano I questa conferma va u- cod. Carol. » Credi mus, quod jain
nita alla donazione dello stesso ad vestrae a Deo protectae Excel-
Carlo, ed è spiegata per fincs a lentiae aures pervenit de episco-
questo modo. »•>
A Lunis cum insula po Mauricio Histriensi ,
qualiter
Corsica, deinde in Suriano, dei ode dum eum fidclem b. Pctri, et no-
i56 IST IST
slrum cognovissent , nefandissimi luoghi sebbene delle Venezie ai
graeci ,
qui in praedicto ibidem tempi di tal Pontefice riputavansi
territorio residebant Histriensi, et dell'Istria, segno certissimo che que-
dum per vestram Excellentiam di- sto nome erasi già comunicato ad
spositus fuit praenominatus Mauri- una parte delle Venezie: per lo
cius episcopus ut pensione b. Pe- che a ragione potè dirsi che Y E-
tri, quae in superius nominato sarcato confinasse nel secolo VIII
territorio exigeret , et eas nobis colle Venezie e coll'Istria. Anche
dirigere deberet , zelo ducti tam la Carnia fu in alcun tempo detta
praedicti graeci, quamque ipse Hi- Istria, e lo provò il Farla ti, Illyr.
strienses, ejus oculus eruerint, pro- sacra, in prolegom. t. I.

ponentes ei, ut quasi ipsum torri- ISTRICE, Ordine equestre. Dal-


torium Histriense vestrae sublimi l'esempio di Filippo duca di Bor-
Excellentiae tradere
M gogna, stimolato Carlo d'Orleans,
debuisset .

Certamente quando si dovesse sta- nel i43o per dimostrare al mon-


re all'antico sistema dell' Istria ,
do sapersi egli solo difendere, men-
non si saprebbe mai combinare il tre era da molti provocato, istituì
suo confine con l'Esarcato, ancor- in Orleans un ordine di cavalieri,
ché sia noto che questa provincia, a' quali diede per insegna una col-

come si è detto, fu da Augusto lana d'oro, da cui pendeva la fi-


separata dall' Illirico, e attribuita gura di un' istrice colle parole:
all'Italia, essendo incontrastabile che COMINUS ET EMINUS, cioè da vicino
niuna delle sue terre toccava quel- e da lontano. Il Monstrelet in vece
le che poi si dissero Esarcato, e narra, che Filippo duca di Bor-
ch'ebbero per confine le Venezie. gogna nel i44° P ose a ^ collo di
Ma se riflettasi che il nome d'Istria Carlo d'Orleans quando tornò dal-
fu nei bassi tempi dato talvolta a l'Inghilterra, ov'era stato prigione,
tutte o ad una parte delle mede- la descritta collana , e che poscia
sime Venezie, si vedrà chiaro il il suo fratello Luigi XII re di
perchè nella donazione circoscritta Francia prese per impresa V istri-
per fines si nominasse colle Vene- ce a cui sovrappose una corona.
zie anche l'Istria. Trattavasi per- Dappoiché tale animale è provisto
tanto di confine di luogo, che ora d'armi dalla natura in modo, che
si dicevano Venezie ed ora Istria; provocato si raccoglie in sé stesso,
laonde per certezza di terminazione e scaglia gli aculei o pungiglioni
conveniva nominarle ambedue, co- da tutte le parti, per ferire chi Io
m'è costume di fare ove un luo- assalisce, né lascia ai cani scoperta
go di confine a più denomina- parte alcuna di sé, onde possa es-

zioni è soggetto. Che poi questo sere offeso. Il p. Bonanni parla di


non sia un capriccio, il Borgia si questo ordine a pag. L del Cata-
appella alla sinodica del concilio logo degli ordini equestri.
romano tenuto nel 679 da Papa ISTITUTO o INSTITUTO, In-
s. Agatone contro i monoteliti. In stitutio. Regola che prescrive un
essa leggonsi sottoscritti Orsino, certo genere di vita , come quella
Benenato e Paolo vescovi delle di un ordine religioso, e chiamasi
chiese di Ceneda, Oderzo ed Ai- istitutore quello che ne fu il pri-
tino, in provincia Istriae. I quali mo autore. Istituto propriamente
,

ITA ITA i5 7
significa istituzione, ordine, divisa- Irlanda, discendente dalla famiglia
mente. Più recentemente si appli- reale. Dopo aver fatto a Dio il sa-
cò il nome d'istituto ad alcuni grifizio della sua virginità, si riti-

corpi scientifici. rò a pie del monte Luach nella


1SUALLES Pietro, Cardinale. diocesi di Limerick, ove fondò un
Pietro Isualles o Isualia nato in monastero di religiose conosciuto
Messina di mediocri genitori , pei sotto il nome di Cluain-Credhail.
specchiati suoi costumi ed eccellen- Quivi ella visse in un continuo rac-
te ad onta dell' oscurità di
sapere, coglimento, e nella pratica costan-
sua nascita, nel i497 fu fatto da te della più assoluta mortificazio-
Alessandro VI arcivescovo di Reg- ne , sino alla beata sua morte, che
gio e governatore di Roma ; ìndi avvenne a' i5 di gennaio del 569.
ad istanza di Ferdinando II re di Facevasi altre volte la sua festa nel
Sicilia, a cui avea reso considera- monastero di Cluain-Credhail, in
bili servigi, il Papa a'28 settembre tutto il territorio di Huaconail , e
i5oo lo pubblicò cardinale prete col a Rosmida nel paese di Nandesi
titolo di s. Ciriaco, e poscia lo fece che oggidì è la baronia di Desse
arciprete di Maria Maggiore, le-
s. nella contea di Waterford , e che
gato di Bologna e Romagna. Di- fu il luogo della sua nascita.
poi collo stesso carattere passò per ITACIANI. Nome di quelli che
ordine di Giulio II in Ungheria, nel IV secolo si unirono ad Itacio
ove si trattenne per circa sett'an- vescovo di Merida o di Sossebia
ni, assai stimato dai più gran prin- nella Spagna, per sollecitare la mor-
cipi per la straordinaria sua pru- te di Priscilliano e dei priscilliani-
denza, godendo in tal tempo il ve- sti. È noto che V usurpatore e
scovato di Vesprin. Restituitosi nel crudele Massimo, che regnava nelle
i5o8 in Italia, gli convenne par- Gallie e nella Spagna avea sen- ,

tire per la Boemia dov'eransi sco- tenziato la pena di morte contro i


perti e moltiplicati in gran nume- priscillianisti, la qual sentenza per-
ro alcuni eretici detti fossari, fra i chè si eseguisse si adoperò Itacio.
quali si contavano persone assai di- Non essendo conveniente ciò ad un
stinte e potenti. Avendo saputo il vescovo, Itacio ed i suoi fautori fu-
Papa che il re Ladislao I voleva rono guardati con orrore dagli al-
rivolgere le armi contro siffatti e- tri vescovi, e da tutte le persone
retici, lo consigliò a tentar prima dabbene, laonde furono condannati
le vie della conciliazione. Morì nel dal Papa s. Silicio, da s. Ambro-
i5ii in Roma, o secondo altri in gio e da un concilio di Torino.
Cesena ov' erasi ritirato, dopo aver L' imperatore Massimo tentò per
avuto la disgrazia che una parte lungo tempo di persuadere I. Mar-
delle truppe eh' erangli state affi- tino di Tours a comunicare cogli
date da Giulio II per toglier Bo- itaciani ; tuttavolta il santo poi do-
logna ai Bentivoglio, restassero scon- vette cedere per salvar la vita ad
fitte. Il suo cadavere ebbe tomba alcune persone, ne fece ben ma
nella basilica Liberiana. Intervenne tosto penitenza. Finalmente Itacio
all' elezione di Giulio II, essendo fu deposto e mandato in esilio.
assente per quella di Pio III. ITALIA. Classica, nobilissima,
ITA o MIDA (».), badessa in bella contrada e penisola dell' Eu-
,

i58 ITA ITA


ropa meritamente è chia-
di cui boreale. Può essere V Italia asso-
mata il giardino , la più meridio- migliata giustamente ad una gam-
nale e la più doviziosamente fa- ba umana, o ad uno stivale cogli
vorita dalla natura ; sotto 1' antica speroni la cui imboccatura riguar-
Roma dominò la maggior parte del da il nord, e la suola il sudest,
mondo conosciuto. I suoi confini la sua punta essendo rivolta al sud-
sono : al settentrione la catena delle ovest, cioè si accosta alla Sicilia.

Alpi che la separano dalla confe- La sua maggior larghezza dal Bren-
derazione svizzera e imperodall' nero al promontorio di Vetulonia
d'Austria ; all'oriente medesimoil nel mare Tirreno, è di trecento
impero, il mare Adriatico ed il ma- sessanta media da Pe-
miglia ; la

re Jonio; a mezzodì il Mediterra- scara a Gaeta, oppure dal golfo di


neo; all'occidente questo stesso ma- Manfredonia a quello di Policastro,
re e le Alpi che dividono I- Italia è di novantotto; dalla foce del
dalla Francia e dalla Savoia. E Tevere ad Ancona è di cento
fino
altresì l'Italia attraversata in quasi ottantasette. La lunghezza da s. Got-
tutta la sua lunghezza da una gio- tardo sino al capo Sparavento è
gaia di alti monti, chiamati gli A- di seicentonovanta, e di quasi otto-
pennini. Oltre le alpine vette, la cento fino al capo Peloro nell' isola

catena Apennini , che può


degli di Sicilia. Al settentrione sono il

riguardarsi come una diramazione regno Lombardo -Veneto , l' Italia


di esse, penetra dal ducato di Ge- austriaca, l'Italia svizzera ed il re-
nova nell'Italia, che attraversa si - gno sardo. Nel centro gli stati della
nuosamente in fino all'estremità Chiesa, la repubblica di s. Mari-
sua meridionale, ed hanno pure le no, granducato di Toscana
il ed ,

isole ragguardevoli monti. Le mag- i ducati di Lucca, Parma e Mode-


giori sommità delle Alpi italiane na. A mezzodì il regno delle due
sono ilmonte Bianco, il monte Ro- Sicilie, l'Italia francese, e l' Italia
sa, l'Ortler, l'Iseran, il Ginevra, il inglese. Non vi è regione in Eu-
Cervino o Malterhorn, il Viso, ed ropa che in una eguale estensione
il gran s. Bernardo celebre pel pas- di terreno annoveri al pari d' Ita-
saggio militare de' francesi, e sopra lia sì grandi, sì belle, sì frequenti
tutto pel suo ospizio eh' è forse e popolose città , borghi e ville

l'abitazione più alta del mondo an- contandovisi delle prime circa mil-
tico. Sulla vetta degli Apennini o le, dei secondi mille trecento, e
nelle loro dipendenze stanno il Cor- oltre ventimila villaggi. Roma n'è
no o gran sasso d' Italia , il Ve- la città principale, già centro e
lino, il monte della Sibilla, il Gar- metropoli della repubblica ed impe-
gano, il Vesuvio e F Etna. I due ro romano.
più attivi vulcani europei con al- È ripartita al presente ne' se-
tri minori presentano imponente guenti tredici diversi stati sovrani,
e talora tremendo spettacolo nel con politica divisione di un' esten-
confine australe, cioè il Vesuvio e sione differente. I. Il regno di Sar-
l'Etna o Gibello. Questa celebra- degna che comprende l' isola e re-
tissima regione è situata fra il gno di tal nome, il principato del
5° 17 e 1 6° 19 di longitudine, ed Piemonte, il ducato della Savoia,
il 37 54' e 4^° 4° di latitudine ed il Genovesato già della repub-
,
, ,

ITA ITA i%
blica di Genova. Torino n* è la della signoria della Garfagnana
capitale , residenza del re e sede oltre il ducato di Massa e Carra-
dell'arcivescovo. II. L'Italia sviz- ra. Modena è capitale del ducato,
zera, ossia il cantone Ticino , che residenza del sovrano e sede del
comprende i territorii di Lugano, vescovo. VII. Il ducato di Lucca
Locamo, Bellinzoua e Mendrisio comprende tutto il territorio del-
con qualche porzione di quelli dei l'antica repubblica di Lucca. Al
Grigioni e del Vallese. III. Il re- presente capitale del ducato, resi-
gno Lombardo- Veneto soggetto al- denza del duca e sede dell'arci-
l'imperatore d'Austria, il quale vie- vescovo è la città di Lucca. Per
ne rappresentato da un arciduca un articolo però del congresso di
viceré e diviso due governi
in ,
Vienna, colla morte della duchessa
quello dell' antico ducato di Mila- di Parma , il duca di Lucca re-
no, e quello dell'antica repubblica gnerà sul ducato paterno di Par-
di Milano è la capitale
Venezia. ma, e lo stato di Lucca sarà allora
delle provincie lombarde, e sede unito al granducato di Toscana.
dell'arcivescovo ; Venezia è la ca- Vili. Il granducato di Toscana
pitale delle provincie venete, e se- comprende tutti gli antichi suoi
de del patriarca. Il viceré risiede stati ; più in forza del trattato di
alternativamente nelle due città. Vienna acquistò lo stato dei Pre-
L' impero d'Austria possiede altresì sidi! e la piccola parte dell' isola
lutto il Tirolo italiano, colla mag- dell'Elba, che dipendeva altre volte
gior parte del governo di Trieste nel dal re di Napoli; il principato di
regno dell' llliria, IV. Il principato Piombino colle sue pertinenze, ce-
di Monaco, piccolo stato situato duto ultimamente mediante un an-
tra l'intendenza generale di Geno- nuo assegnamento o livello, dal
va e quella di Nizza. Prima della principe Boncompagni , il quale in
rivoluzione questo principato era forza del trattato di Vienna lo pos-
sotto la protezione della Francia sedeva sotto dipendenza del gran-
la

ed il re avea diritto di mettervi duca ; antichi feudi impe-


più gli
una guarnigione; ma col congresso riali di Vernio, Montauto e Monte

di Vienna questo diritto fu trasfe- Santa Maria. Firenze è la capitale


rito al re di Sardegna. Monaco è del granducato, residenza del so-
la capitale di questo principato, e vrano e sede dell'arcivescovo. IX.
residenza del principe. V. Il duca- Lo stato della Chiesa o del Papa
to di Parma è composto de' du- comprende tutti i paesi già posse-
cati di Parma Piacenza e Gua-
, duti dalla santa Sede, eccettuato
stalla, meno alcune frazioni situate Avignone e il contado Venaissino
a sinistra del Po, e cedute all'Au- ceduto alla Francia nel trattato di
stria. Parma è capitale di lutto il Tolentino , contro il quale emise
ducato, residenza del sovrano e se- protesta Pio VII, e qualche frazione
de del vescovo. VI. 11 ducato di del Ferrarese ceduta all' Austria.
Modena è composto del ducato di Lo stato pontificio è diviso in
Modena propriamente detto, e dei ventuna provincie^ cioè sei lega-
ducati di Reggio e Mirandola; zioni, e quindici delegazioni, nelle
dei principali di Correggio, di Car- quali sono comprese la Comare» di
pi e di Novellala , e d' una parte Roma e il Commissariato della santa
160 ITA ITA
casa eli Loreto. L'alma Roma me- Le sono situate nel
isole italiane
tropoli del cristianesimo è la ca- Mediterraneo e nel mare Tirreno,
pitale dello stato e sede del som- oltre il piccolo arcipelago napoleta-
mo Pontefice
metropolitano della
, no di Tremiti nell Adriatico, gli
provincia romana, primate d'Italia isolotti nel fondo del golfo di Ta-
e patriarca d'occidente. X. La re- ranto, e gli scogli vicini al capo
pubblica di s. Marino nello stato Nan, sopra uno de' quali gli anti-
pontificio, situata tra Cesena, Ri- chi posero il soggiorno di Calipso.
mini e Urbino, composta della città La Sicilia al sud e la Sardegna
di s. Marino sede del governo, e all' ovest, che si contano insieme
di diversi villaggi. Il sommo Pon- alla Corsica fra le maggiori isole
tefice tiene questa piccola ed antica dell'Europa; tuttavia questa ulti-
repubblica sotto la sua protezione. ma, come pure Malta, Gozzo e
XI. Il regno delle due Sicilie è Cornino, che il canale di Malta di-
composto degli antichi regni di Na- vide dalla costa meridionale della
poli e di Sicilia , eccettuati i pos- Sicilia, non appartengono all'Italia
sessi che avea nella Toscana, cioè che per la loro posizione, costumi
lo stato de' Presidii , una piccola e linguaggio ; la Corsica è divisa
parte dell'isola dell'Elba, ed il di- dalla Sardegna mediante le Boc-
ritto di sovranità sul principato di che di Bonifacio. La Sicilia è stac-
Piombino, che in forza del con- cata dal regno di Napoli dal Fa-
gresso di Vienna furono dati al ro o stretto di Messina, all' ingres-
granduca di Toscana. Napoli è la so nord del quale stanno la vora-
città capitale del regno delle due gine di Cariddi e lo scoglio di
Sicilie, residenza del re e sede del- Scilla celebre nell' antichità ; ha
l'arcivescovo. XII. L'Italia france- essa la forma d' un triangolo, di
se, ossia l'antico regno dell'isola cui i capi Faro, Boeo e Passero
di Corsica, che appartiene oggi alla marcano le sommità; al nord si

Francia. XIII. L' Italia inglese, cioè estende 1' arcipelago di Lipari o
l'isola di Malta con quelle che di Eolo, all' ovest il gruppo del-
ne dipendono, già dell'ordine ge- l' Egadi, ed al sud-ovest, ma più
rosolimitano che sono possedute
, al largo, le isole di Pantellaria,
dal re della Gran Bretagna. Tutti Linosa e Lampedusa, che tutte di-
i governi italiani sono monarchici, pendono dal regno delle due Sici-
ad eccezione della repubblica di lie, come Capri, Ischia e Procida,
s. Marino. Pei sovrani diritti di all' ingresso del golfo di Napoli, e
alto dominio, il Papa ogni anno Vandotena e Ponza un poco più
solennemente protesta pei tributi all' ovest. Fra la Toscana e la

non pagati dal ducato di Parma e Corsica sta l'arcipelago toscano, o-


Piacenza, e pel regno delle due ve facilmente distinguonsi le isole

Sicilie, per tutelare le ragioni che di Elba dagli scogli di Pianosa,


su quegli stati ha la Sede apostoli- Monte Cristo, Giglio, Giannuti e
ca. Dappresso i calcoli statistici del Gorgone, e dalla piccola isola sar-
celebre Serrislori, pubblicati negli da di Capraia. La Sardegna è cin-
Annali di 8 4 5, il nu-
statistica del 1 ta da un gran numero d' isole,
mero totale della popolazione italia- fra le quali nomineremo le Inter-
na ascende a ventiquattro milioni. medie, all' uscita orientale delle
1

ITA ITA i6t


bocche di Bonifacio, Asinaio sulla quenti si avanzano nel mare i pro-
eosta nordest, ed in line s. Pio montoni, essendo i piti rinomati
tro e s. capo
Anlioco, presso il quelli del Circeo, d' Argentano, di
Tualada ; questa proiezione ed il Gargano e di Cumero, dopo i ca-
capo Carbonaro formano al sud pi estremi di Leuca e di Sparti-
il golfo di Cagliari, essendo situato vento.
quello di Oristano sulla costa oc- Il clima dell' Italia è compreso
cidentale. Abbiamo dall' Alberti la nel clima caldo dell' Europa ; sem-
Descrizione delle isole appartenenti pre ne' limiti della media tempe-
all' Italia, Venezia i588 con figu- ratura, offre tutte le gradazioni
re. Cesare Orlandi, Compendiose dall'Alpe rigida all'ardente Lilibèo,
notizie sacre e profane delle città ne il gelo invernale vi è mai ec-
J
d Italia e sue isole adiacenti, Pe- cessivo, ed i calori estivi sono o
rugia 1770. L'Italia è generalmen- da vicine montagne o da marini
te bene irrigata. L'antico Eridano venticelli opportunamente mitigati:
oggi Po è il principale tra i nu- il cielo è limpidissimo e puro, e
merosi fiumi italiani, il quale sboc- quanto mai può dirsi eminente-
cando dal monte Viso sulle Alpi mente bello. Quindi la salubrità
Cozie discende al Piemonte e for- dell' aria è invidiabile in ogni pun-
ma poscia il limite de' vari stati to della regione, se la costa palu-
che bagna, gittandosi con molte dosa si eccettui del Mediterraneo
foci sulla costa veneto-ferrarese nel- da Livorno a Terracina, le quali
1' Adriatico, dopo aver nel lungo vanno in parte ad eliminarsi per
corso di duecento leghe raccolto gli ultimi provvedimenti. Il suolo
copiosi influenti. Nuoce alla navi- è dappertutto fertilissimo, ed atto
gazione, e sdegna talora con grandis- ad ogni sorta di vegetazione. La
simo danno i ripari e argini, la varietà del suolo e la bellezza del
rapidità delle sue acque. L'Adige, clima fanno nascere in questa con-
il Ticino, il Tevere, 1' Arno, il trada una quantità di piante di-
Volturno sono pure celebri. Tra verse Ubertosi pascoli e fertili
.

gli amenissimi e numerosi laghi pianure sono in più, luoghi. Gli


primeggiano quelli di Ginevra e animali d' ogni specie vi prospera-
di Garda. L'Italia è assai ricca di no, e se ne traggono grandi van-
acque minerali calde e fredde; si taggi. Le foreste e i monti offro-
citano fra le altre, negli stati sardi, no legni altissimi alla costruzione.
q »iel le di Aqui, Aix, s. Gervasio, Silvestri animali, volatili, pollame ve
ed Oleggio ; nel regno lombardo- ne sono a dovizia. Le coste maritti-
veneto, le acque d'Abano e di Recoa- me, le rive de' fiumi e de' laghi
ro ; sono pure rinomate quelle di rigurgitano di vario e squisitissimo
Lucca ,
quelle di Giuliano, quelle di pesce. Le ricchezze minerali con-
JNocera, ed alcune altre in Toscana, sistono in poco argento e poco o-
e nei dintorni di Napoli molte sorgen- ro, ed in molti ma meno preziosi
ti gazose. Principal golfo è l'Adriati- metalli, come piombo, rame, ferro,
co che spesso mare viene chiamato; ec. , con abbondanza di vetriolo,
vengono poscia quelli di Taranto, zolfo, allume, ec. I marmi, gli a-
di Genova, e della Spezia con più labastri, le pietre e le argille e-
baie e seni di minor conto. Fre- gualmente non mancano e sono di
vol. xxxvi. 1
i6a ITA ITA
varie specie. Le roccie calcaree e essere quelli che andiamo qui ap-
di serpentino delle Alpi e degli presso a registrare, poiché la rnag-
A pennini somministrano marmi bel- gioranza trovasi invasa dal fatale
lissimi ; si citano principalmente, gusto di moda, e pochi si conser-
nelle Alpi, i marmi del Vicentino; vano nella purità delle massime
nell'Apennino settentrionale, il ver- della buona architettura., pittura e
de mare della Bocchetta, ed il
di scoltura. Gli architetti sono i ca-
portore di capo Porto- Venere sul valieri accademici di Luca: in
s.

genovese ; il marmo sta-


territorio Roma, Clemente Folchi, Gaspare
tuario Carrara, nel principato
di Salvi,Luigi Canina, Luigi Poletti,
di Massa e Carrara ; il diaspro di Giovanni Azzurri, Antonio Sarti ;
Barga, i verdi di Firenze e di Pra- in Firenze, Pasquale Poccianti; in
to, che imitano il verde antico, Milano, Carlo Amati; in Napoli,
ed il marmo nero di Pistoia in Pietro Bianchi. I pittori sono :

Toscana ; il sub-apennino toscano, in Roma, i cavalieri accademici di


il lapislazzuli , ed il giallo di s. Luca, Giovanni Silvagui, Ferdi*
Siena e la broccatella di Piombi- nando Cavalieri, Filippo Agricola,
no ; V alabastro di Volterra, i por- Francesco Coghetti, Francesco Po-
fidi, i cristalli di rocca della valle desti , Alessandro Capalti, Natale
d' Aosta, agate e calcedonie della Carta, Pietro Paoletti; dopo i qua-
Toscana, ed altre pietre preziose; li godono Roma molta opinio-
in
lave, basalti e quantità d' avanzi modenese e Nicola Con-
ne, Chierici
vulcanici nei dintorni dei mentova- soni romano: in Torino, Carlo A-
ti Vesuvio ed Etna e nei monti rienti; in Milano, Luigi Sabatelli e
Euganei.. Francesco Ayez accademici di san
L' Italia ,
proporzionatamente Luca; in Bergamo, Giuseppe Diotti
alla sua estensione, risorse, ed ec- accademico di s. Luca; in Venezia,
celienti ingegni, avrebbe potuto a- Liparini, Schiavoni e Demin; in
vere maggior industria e più com- Firenze, Collignon e Bezuoli; in
«lercio, se gì' incoraggimenti fos- Modena, Malatesta; in Napoli, Guer-
sero proporzionati, e le utili comu- ra e Marsili. Gli scultori sono: in
nicazioni da non molto tempo a- Roma , il commendator Fabris ,

perte risalissero ad un' epoca più Finelli, Tenerani, Rinaldi, Tadoli-


lontana. Le città principali italiane ni, Benaglia, Bienaimes, tutti acca-
per altro abbondano di artefici e demici di s. Luca, non che Ben-
manifattori, i quali possono stare zoni, Laboureur, Gnaccherini, Gal-
al confronto di quelli delle altre li e Lucardi ; in Napoli, Angelini
nazioni più industri dell'Europa, e Cali; in Bologna, Baruz- il cav.
Venezia, Firenze, Genova, Milano, zi; in Firenze, Bartolini
accademico
Roma, Torino, Bologna, Vicenza, di s. Luca; in Venezia, Ferrari,
Brescia, Verona, oltre molte altre Zandomeneghi e Bosa accademico
città, si distinguono per la loro di s. Luca; ed in Milano, Sangior-
induslria ed attività. Dalle ricerche gio, Cacciatoli, Monti e Marchesi
fatte sui viventi architetti, pittoii accademici di s. Luca. Roma è
e scultori italiani, i quali sostengo- sempre la sede, il capo ed il centro
no in Italia la buona scuola gre- delle belle arti, e dirige sapiente-
co romana, i distinti sono trovati mente il gusto artistico delle altre
ITA ITA i63
nazioni, che ivi rccansi a studiare, teremo la prolusione di Vincenzo
o a perfezionarsi nel magistero e Monti, sull' obbligo di onorare i
nel bello delle arti medesime. Ivi primi scopritori del vero in fatto
s'insegna il vero bello e il grande, di scienze; ma pochi presero a trat-
a confusione del mediocreche ol- tare dislesamente di si importante
tramoute (e pur troppo anche da e gloriosa materia. Fra questi, ul-

qualche scuola italiana, come os- timo di tempo, ma non ultimo di


servò nel i844> hi un suo discor- merito, si fu il eh. professore Gian-
so recitato nell'accademia di san francesco Rambelli di Lugo, che
Luca di Roma , il cav. Clemente nelle sue Lettere a d. Domenico
Folcili ) all' antico o si preferisce Maria Ferri, intorno invenzioni e
per moda, o si uguaglia per orgo- scoperte italiane, stampate in Mo-
glio. In Roma a migliaia nascono dena nel 1 844 c01 tipi Vincenzi
gli artisti e migliaia professano le e Rossi, adunò in brevi carte i

arti belle, e fra questi moltissimi principali trovati antichi e moder-


eminentemente si distinguono. Al- ni in cui primato Y Italia,
tiene il

tra volta Venezia e Genova tene- a lei appieno quanto


rivendicando
vano il primo posto fra le nazioni gli stranieri venianle ingiustamente

commercianti, singolarmente per gli usurpando. Il pregio, l'utilità, l'iiii-


articoli del Levante, ma dalla sco- mensa erudizione di siffatto lavoro
perta del Capo di Buona Speranza, meritò i più encomii per si
alti

avvenuta i486, e dall' incre-


nel bella, utile ed importante intrapre-
mento delle marine francese, in- sa che onora Y Italia, perchè ne
glese ed olandese, tranne alcune dimostra le sue infinite ricchezze
relazioni col Levante, è assai de- in fatto d' invenzioni, e perchè it*

caduto. cessare dall' ascrivere falsamente


All' Italia, terra sì dal cielo pri- altrui ciò eh' è vero ed unico
•vilegiata da essere maestra e culla vanto italiano. Essendoci vietato
d' ogni arte e scienza a tutte le dalla brevità di darne un sunto,
nazioni, e che nel Propinomio stani- solo ci permetteremo riportare il
pato in Venezia nel 1676 viene titolo d' ogni lettera, dai quali si

chiamata per voce comune delle rileveranno argomenti che 1' e-


gli

nazioni il Paradiso del mondo, si gregio e dotto scrittore ha in o-


debbe eziandio Y averle precorse gnuna trattato, essendo ancora au-
ne' trovati e discoprimenti più. ce- tore di varie opere erudite, epigra -
lebri, i quali spesso o vennero
le fiche, storiche, biografiche e poeti-
inverecondamente negati, o lunga- che. Ecco i titoli delle lettere. Gali,
mente oscuri e dimenticati si giac- Lavater, Mesmer prevenuti. Appli-
quero o arditi stranieri a sé stessi
; cazione dell'elettricità metallica ai-
attribuendoli, rapirono le palme e la terapeutica. Scoperte varie di
le corone di che i soli veri e mo- storia naturale. Globi areostatici :

desti trovatori italiani si avevano seminatore. Architettura militare :

ad onorare. Fu, è vero, alcun he- F. Marchi. Scoperte Leon Bat-


di
nemerilo che a quando a quan- tista Alberti, e Leonardo da Vin-
do levò la voce, assicurando a noi ci. Angelo Poliziano previene Ba-
or questo or quel ritrovamento ; cone e gli enciclopedici Delia or-
come a cagione d' onore rammen- dinata classificazioue dello scibile.
164 ITA ITA
Trasportamento degli edifìzi. Giar- Clinica, anatomia, patologica. Sco-
dini inglesi. Della pittura a olio. perte di Marcello Malpighi. Sco-
Scoperte riguardanti la medicina. perte di Girolamo Segato e Giu-
Intorno alcune strane opinioni di seppe Tranchina. Ponti a filo di
Montesquieu, Rousseau, e d' Alem- ferro. Litotrocia. Mine.
Del tras-
bert. Plastica. Circolazione del san- portar le pitture da muri, tele ec.
gue. Valvole delle véne, ed altre Economia pubblica. Priorità delle
scopette di Gio. Battista Canapi. accademie italiane di scienze e di
Pittura a scagliola . Usurpazioni arti sulle straniere. Scoperte di
diverse in cose mediche. Scoperte Leonardo da Pisa. Filatoio. Archi-
di Alessandro Volta. Macchine a tettura militare. Carte da giuoco.
vapore. Imbalsamazione degli in- Sordo-muti. Chimica. Carta di li-

setti. Belle arti. Veterinaria. Emen- no. Tessuti di vetro e lastrichi di


dazione degli orologi a ripetizione. bitume. Trovati italiani di cristal-
Pozzi modenesi detti Artesiani. Bel- lografìa e botanica fatti suoi da-
le arti conosciute prima dagl' ita- gli estrani. Matematiche pure. Sco-
liani che non da' greci. Diploma- perte di Lazzaro Spallanzani. Me-
tica, medaglie, dizionari storici, ec. dicina legale; scoperte di Gabriele
Invenzione degli occhiali. Irritabili- Faloppio, inoculazione del vaiuolo.
tà ed altre scoperte di Tommaso Meccanica. Scuoprimenti di Barto-
Cornelio. Viaggi e scoprimenti di lomeo Eustacnio. Idraulica. Arti-
terre. Stenografìa. Lazzaretti. Rino- glierie. Grande apparecchio, appa-
plastica. Orologi. Termometro, ba- recchio laterale, ed altre scoperte
rometro, igrometro. Il telescopio. chirurgiche. Del melodramma ed
Microscopio. Bussola . Nautica e altri trovati musicali pertinenti agli
geografia antica. Metodo di mutuo italiani. Trasmissioni di segni per
insegnamento, scuole della domeni- via del magnetismo. Agricoltura.
ca, scuole del povero, scrittura Elettricità. Ottica. Altre scoperte
doppia, stampa. Scoperte ottiche di medicina. Tromba di Diez ri-

newtoniane prevenute da nostrali. vendicata al Ramelli e al Cavalie-


Telegrafo, telegrafo elettro- magne- ri, ed altre cose toccanti la fisica.

tico. Sistema del p. Malebranche Filosofìa, dubbio metodico; critica


prevenuto. Trasfusione del sangue. e forme soggettive di Kant. Pita-
Applicazione del pendolo all' oro- gorica madre della scuola greca.
logio, compasso di proporzione, sco- Balli, lotto, ipoteche, scuole
a fog-
perte astronomiche ed altre del gia di giuri. Lettere
cambio. di
Galileo. Orologio a specchi. Di due Elettrometallurgia. Acqua forte. Del
usurpamenti fatti di fresco all' Italia, primato degl' italiani ne' ritrova-
e quindi delle scoperte di France- menti che riguardano le arti del
sco Maurolico. Fr. Paolo è autore disegno. Sul quale ultimo argomen-
di varie scoperte, e previene mol- to il Rambelìi lesse nell'accademia
ti pensamenti di Locke. Del traspor- delle belle arti di Bologna egual
tare ogni figura disegnata in carta discorso, quale a parte pubblicò
per mezzo de' raggi solari. Nuovi pure colle stampe 844-
nel 1

riflettori pe' grandi telescopi. Gui- In generale gli italiani sono ben
do aretino. Strumenti musicali. Car- fatti di corpo, hanno lo sguardo
ceri penitenziarie. Panni feltrati. vivace e penetrante, e conservano
i

IT.V IT A i65
un che di mezzo tra il carattere T immaginazione. Quello della poe-
francese e la gravità spaglinola. So- sia estemporanea, detto volgarmen-

no appassionatissimi per la musica, te improvvisare, è presso che co-

e molto atti ad ogni scienza e ad mune in Italia, ed è esclusivo a


oì; i i arte. La loro fisica struttura questa nazione. Napoli e Venezia
ed il brio della loro fisonomia ser- sono le scuole principali del teatro
vì spesso di modello ai loro pitto- in musica. Dalla prima di queste
ri. Mostrano un carattere maschio. città uscirono tanti e sì valorosi
Sono pensatori, politici, calcolatori, compositori da sorprendere e in-
tardi a risolversi,, ma determinati cantare le altre nazioni co'loro ca-
e previdenti onde superare qualun- pi d'opera, potendosi dire merita-
que rischio e difficoltà. Non man- mente che il gusto del teatro ita-
cano di diletti, esagerati per altro liano in musica sia divenuto il gu-

dagli scrittori stranieri. Essendo l'I- sto generale d'Europa. I Raffaelli,


talia divisa in molti stati, 'cosi o- i Buonarroti, i Tiziani, i Leonar-
gnuno presenta una qualche diffe- di da Vinci, i Palladi, i Corregi,
renza nella maniera di vivere. Il i Canova , sono i principi della
vestiario degl'italiani differisce di scuola di pittura, scultura ed ar-
poco da quello ch'è in uso presso chitettura. Molte furono le donne
le nazioni vicine. Oltre il Ferrano che professarono e coltivarono le
ed altri autori che descrissero i scienze e le arti con riuscita, e mol-
costumi degl'italiani, al presente il te con celebrità : su di che merita
professore d. Lodovico Menin ci leggersi la Biblioteca femminile
ha dato l'elaborata e dottissima o- italiana,- raccolta, posseduta e de-
pera intitolata: / costumi di tut- scritta dal conte Pietro Leopol-
te le nazioni e di tempi de-
lutti i do Ferri padovano, Padova 1842
scritti ed illustrati, Padova i833. tipografia Crescini . Molli libri

In essa nella parte prima antica a abbiamo in donne ita-


lode delle
pag. 5og e seg., e nella parte se- liane. Il Tomassini nel 184 1 pub-
conda del medio evo dalla pag. 3 blicò in Foligno la Galleria dì
fino alla 497 descrive i costumi giovanette illustri italiane che nel
degl' italiani, più ci dà un magni- secolo XIX fiorirono in ogni gene-
fico volume d'atlante con tavole di re di virtù.

costumi italiani e loro cose prin- La lingua italiana è nata dalla cor-
cipali del medio evo. Generalmen- ruzione della latina che vi operarono
te peraltro gì' italiani benché sobri, i gerghi diversi dei popoli barbari che
si uniformano tutti nella magnifi- occuparono l' Italia dopo la caduta
cenza e nel soverchio modo di dell'impero romano. Alcuni filologi e
spendere. Si può dire che ogni cit- tra questi il Muratori nelle Disser-
tà abbia i suoi spettacoli fìssi, ed tazioni sulle antichità italiane, ha
ogni stagione i suoi spassi deter- fatto chiaramente vedere che nella
minati. La fertilità del suolo, la lingua italiana sono passate molte
dolcezza del clima, il vago spetta- voci che originariamente apparte-
colo di tutte le cose naturali, han- nevano alle lingue dei popoli più
no generato per così dire negl' i- antichi, specialmente degli osci ,

taliani i principii del gusto, e le degli umbri, degli etruschi, ec. , e


migliori disposizioni ai talenti dei- che nella lingua stessa del Lazio
i66 ITA ITA
trova varisi parole e frasi italiane quelli, i monumenti de'quali si con-
già formate. Da ultimo il p. Gio. servano e si leggono nello stato
Pietro Secchi della compagnia di pontifìcio. Stanislao Bardetti sca-isse:
Gesù, nella dissertazione che lesse Della lìngua de* primi abitatori
nell'accademia romana d' archeo- d'Italia, Modena 1772. Lucche- E
logia, come si ha dal numero Zj siiùj Della illustrazione delle lingue
del Diario di Roma 1 84-5, distinse antiche e moderne e principalmen-
sei diversi alfabeti per lo meno te dell'italiana, Lucca 1819.
usati nell'antica Italia, e sono: l'ai- Cominciò là lingua italiana a
fabeto de'cosi detti aborigeni o la- prendere qualche regolarità ed e-
ti no, diffuso dai romani e partico- leganza sulla metà del secolo XI l
larmente dalla Chiesa cattolica in nella corte dei re di Sicilia; di-
tutla l'Europa; l'alfabeto greco-ar- ventò popolare Toscana e si
nella
caico o pelagisco, letto in serie di diffuse per tutta l'Italia. Essa venne
lettere o in contesto di lingua so- perfezionata ed ingentilita dal ge-
pra monumenti trovati fra noi, se- nio di Dante, Petrarca e Boccaccio,
gnatamente a Cere ; l'alfabeto elru- Dopo quell'epoca la lingua italiana
sco, letto in moltissime reliquie potè gareggiare colle più colte, più
dell'antica Etruria, ed ora anche sonore e più copiose lingue d'Eu-
in serie alfabetica sulla tazzetta ropa ; laonde il secolo XIV è chia-
trovata a Bomarzo entro i posse- mato il secolo d' oro della lingua
dimenti del principe d. Marcanto- italiana. Sebbene non possa egua-
nio Borghese, data da questi al gliarsi alla greca ed alla latina,
dotto gesuita per essere esaminata; tuttavolta si ritiene per la miglio-
l'alfabeto umbro, più abbondante re d'Europa. E ricca, maestosa, so-
di lettere proprie, restituito colle nora, regolare nella sua costrui-
ta vole eugubine; l'alfabeto osco, ne, varia nella sua modificazione,
notabilmente distinto e riconosciti- piena di forza e di grazie. Le al-
to da tutti nelle iscrizioni osche; e tre lingue di Europa hanno con-
fìnalmente 1' alfabeto euganeo in servato più durezza di accenti e
varie iscrizioni degli euganei o vene- più grossolane espressioni di quei
ti antichi, che aspetta ancora oidi- popoli feroci. Sulle lingue influisce
natori e sapienti interpreti. Il me- ancora l'asprezza del clima, e quel-
desimo religioso poi disse sei essere lo dell'Italia ha un vantaggio mag-
i diversi alfabeti per lo meno, perchè giore di quello delle altre nazioni
di questi non si può dubitare; ma europee. La lingua italiana fìnal-
soggiunse che distinguendo, e for- mente è quella lingua armonica,
se a buon dritto, l'alfabeto euga- che si adatta più facilmente alla
neo dal veneto, e l'alfabeto messa- musica ed alla poesia. L' Italia ha
pico dall'osco e dal greco, otto e diversi dialetti popolari. Nella mag-
non sei sarebbero gli antichi alfa- gior parte della Lombardia e nel-
beti de' nostri popoli. L'Italia adun- le Calabrie il popolo basso parla
que iu Europa è la sola nazione un gergo grossolano: a Venezia si
che possa vantare sei generi di parla un dialetto particolare eh 'è
scrittura almeno nell'antichità, e grazioso; il dialetto di Genova è
possiamo anzi aggiungere che di difettoso, così quello di Napoli seb-
questi sei alfabeti quattro sono bene espressivo. La lingua italiana
ITA ITA 167
è meglio parlata in Toscana, e la lingua etnisca, e di altre antiche
pia pura e meglio pronunciata d Italia per servire alla storia dei
parlasi a Siena. Egualmente è ben popoli^ delle lingue, e delle belle
parlata dai coltiromani, che anzi arti, Firenze [824. Sulla lingua
non hanno difetto nel pronunziar- e sulla letteratura italiana, inco-
la. Notabile è un passo dell'Erco- minciando dal secolo XII a tutto
Jano del Varchi, nel quale si dice il secolo XVIII, con il novero e
che quasi tutti coloro i quali seri- pregi de' letterati che fiorirono in
vono o nella lingua o della lingua tali epoche, e colle loro opere, scris-
volgare, la chiamano italiana o i- se dottamente il proposto Anto-
talica, dove quelli che la dicono nio Riccardi nel suo Manuale dì
toscana sono pochi, e quelli che ogni letteratura, Milano 1839 per
fiorentina pochissimi. Lasca tut-
Il l'Agnelli, cioèda p. 2o3 a p. 298.
tavia, parlando della lingua o fa- All'articolo Lingua riporteremo al-
vella italiana , la nomina la no- tre opinioni sopra Y origine della
stia bella, o volgare, o toscana, o lingua volgare o italiana,
come vuole il Tràino, italiana. Non è nostro scopo il poter nep-
Altroveil Varchi dice di non sapere pure indicare i nomi di tutti gl'i-
se la toscana sia la lingua scelta taliani che si segnalarono
illustri

e ricevuta per le scritture, perchè in ogni genere di scienze, lettera-


li Castelvetro a' suoi tempi scriven- tura, e belle arti; e molto meno
do la chiamava, ora nostra ed ora di quelli che fiorirono in santità
italica. I nostri antichi scrittori e dignità ecclesiastiche, avendo la
dissero indistintamente italiano, i- maggior parte di questi articoli
talico, ed anche italo il Petrarca : nel Dizionario, o facendosene chia-
disse,L'antico valore negl'italici cor ra menzione ne' luoghi che li ri-
non ancor morto. Alcuni usarono guardano, come alla patria o al
ancora il verbo italianare in si- ceto cui appartennero. È incalco-
gnificato di fare italiano, e il Sai- labile il numero degli italiani di
vini accenna che il nome di blan- ambo i sessi che si distinsero per
che fileur fu mutato per italianar- santa vita con vantaggiosa edifica-
lo in bianco fiore, il che prova, se zione degli altri, molti fondando
non altro, che anco ne'passati tem- ordini e congregazioni religiose, la
pi si pigliavano ad imprestito o maggior parte delle quali tuttora
si italianavano parole di altri lin- sono in isplendore. Egualmente so-
guaggi e specialmente del fran- no innumerabili i santi ed illu-
cese. 11 Baldinucci parla di alcuno stri Pontefici, cardinali, vescovi, pa-
che contraffaceva il parlare di di- dri, e prelati d'ogni sorta che fio-
verse persone italianate, nel signi- rirono in un complesso di precla-
fìcare però che quelle pigliato a- re azioni e dottrina; benemeriti
vevauo i costumi o la favella ita- sommamente eziandio delle arti,
liana. L'Algarotti finalmente chia- delle scienze, e della gloria d'Ita-
mò italicismo la maniera italiana, lia,come ancora della propagazio-
parola applicata per Io più a vo- ne della fede, conversione e civiliz-
ce o modo di dive italiano usato zazionenon solo in molte parti di
nel favellare o scrivere in altra Europa, ma in quelle delle più
lingua. V. Luigi Lanzi, Saggio di remote regioni del resto del glo-
168 ITA ITA
bo; per cui sostennero inaudite fa- mezzi di difesa ;
però prima e
tiche, ed un grandissimo numero dopo di questo tempo eresse anco-
sparsero il sangue per glorioso mar- ra sontuosi templi di forma ora
tirio. Quanto agli scienziati ed ar- longobarda, ora moresca, donde si

tisti nomineremo solo quelli che si originò il bel gotico italiano. Se


distinsero eminentemente, sceglien- ne eccettua però la scuola saler-
do per così dire gli ottimi fra i nitana che fu riputatissima, ed un
migliori. Risalendo ai secoli ante- genio inventore della musica, Gui-
riori all' era cristiana, non si può do aretino, che peraltro non uscì
ommettere di ricordare i seguenti. dalle soglie dei templi, nei quali
Pitagora , Archimede , Teocrito , però già sino dal pontificato di s.
Diodoro Siculo, Ennio, Plauto, Gregorio 1 fioriva il canto eccle-
Terenzio, Catone il vecchio, Cice- siastico, che i Pontefici propagaro-

rone, Lucrezio, Cesare, Catullo, no Europa. De-


in diverse parti di
Vitruvio, Cornelio Nipote, Sallu- vesi pure eccettuare Silvestro II,
stio, Varrone, Virgilio, Properzio, s. Gregorio VII, ed il cardinal s. Pier

Tito Livio, Ovidio, Tibullo, Ora- Damiani., Il XII secolo, benché pre-
zio Fiacco. Scorrendo poi come a senti il maggior possesso che andava
volo sui secoli posteriori all' epoca prendendo lo studio della dialettica e
istessa abbiamo riputato opportuno della filosofia scolastica, non va e-
di separare i nomi secolo per se- sente dalle osservazioni fatte sul
colo. Si ommelteranno però sei se- secolo precedente. Sorge finalmen-
coli posteriori all'epoca istessa, cioè te il secolo XIII con un'aurora
dal VII al XII inclusivamente, e brillante , e tutto annunzia in
ciò per le seguenti ragioni. Nel se- quest'epoca la celerità dei progres-
colo VII i nomi di oratore , di si dello spirito umano, cosicché un
poeta, di filosofo, di astronomo ,
moto universale trascina meravi-
di retore , vi sono quasi scono- gliosamente le menti verso il per-
sciuti; nell'VIII le scorrerie de'bar- fezionamento delle lettere e delle
bari, le guerre de'longobardi, e le belle arti.
sollevazioni interne dei signori di Secolo primo: Fedro, Velleio
Italia non permisero che la lette- Patercolo, Quintiliano, Quinto Cur-
ratura vi fiorisse; nel IX la storia, zio, Petronio, Plinio il vecchio, Ta-
Ja poesia, la dialettica, la giurispru- cito. Secolo secondo : P. Pap. Sta-
denza , tutto si riferisce al sacro, zio, Silio italico, Plinio il giovane,
cosicché non vi si trova un sapien- T. Svetonio, Giovenale, L. A. Flo-
te veramente di prima sfera; nel ro, Aulo Gellio, C. Galeno. Secolo
X la sola denominazione di seco- terzo Dom. Ulpiano Secolo quar-
: .

lo ferreo ne dimostra abbastanza to : L. C. Lattanzio, s. Ambrogio,


il carattere; nell'XI pochi scritto- Claudiano. Secolo V : s. Leone I
li sollevarono a qualche eleganza Magno . Secolo sesto : Boezio, s.

il barbaro latino de'notari e dei Gregorio I Magno Secolo decimo- .

cronisti ; la pittura si restrinse terzo Innocenzo III, s. Bonaventu-


:

a segnare rozzamente i nudi con- ra cardinale, s. Tommaso d' Aqui*


torni , e l'architettura si occupò no, Guittone d' Arezzo, Accursio,
unicamente a fortificare le città Brunetto Latini , Guido Cavalcante,
desolate, e ad erigere castelli e Già, Cinaabue, Marco Polo, Inno*
.

ITA ITA 169


cento IV, Latino Frangipane Or- del Pozzo, Domenico Guglielmini,
sini cardinale, Pietro dalle Vigne, Lorenzo Magalotti cardinale, Gio.
Flavio Gioia, Arnaldo di Lapo. Se- Domenico Giovanni Bona
Cassini,
colo deci moq ti a ito : Bonifacio Vili, cardinale, Gio. Battista de Luca
Dante Alighieri, Giotto, Cino da cardinale , Gio. Vincenzo Gravi-
Pistoia, Francesco Petrarca, Gio- na. Secolo decimottavo: Francesco
vanni Boccaccio, i due Villani. Se- Bianchini, Clemente XI, Gio. Battista
colo decimoquinto: Leon Battista Vico, Antonio Vallisnieri, Eustachio
Alberti, Ermolao
Barbaro, Pico Manfredi, Guido Grandi, Pietro
della Mirandola, Matteo Boiardo, Giannone, Lodovico Antonio Mu-
Pio li, Francesco Zaba iella car- ratori, Apostolo Zeno, Scipione
dinale Agnolo Poliziano
,
Luigi , Maifei, Innocenzo Frugoni, Giulio
Pulci, Annibal Caro, Lazzaro Bra- Alberoni cardinale, Antonio Geno-
mante, Cristoforo Colombo, Ameri- vesi, Giuseppe Tartini, Jacopo Stel-

co Vespucci, Leonardo da Vinci, linì, Gio. Battista Morgagni, Vin-


fr. Giocondo, Andrea Mantegna cenzo Petra cardinale, Francesco
Secolo decimosesto : Raffaele Sanzio, Maria Zanotti Benedetto XIV
,

Baldassare Castiglione, Lodovico A- Lambertini Pietro


, Metastasio >
riosto, Francesco Berni, Giulio Ro- Francesco Soave, Agostino Para-
mano, Paolo 111, Michelangelo Buo- disi , Paolo Frisi, Gaetano Filan-
narroti, Nicolò Macchiavelli, Pietro gieri, Carlo Goldoni, Giuseppe Buo-
Bembo cardinale, Luigi Alamanni, nafede, Girolamo Tiraboschi, Ce-
JNicolò Tartaglia, Onofrio Panvinio, sare Beccaria, Gio. Rinaldo Carli,
Daniele Barbaro, Jacopo Sansovino, Daniele Concina, Giovanni Poleni,
Benvenuto Cellini, Jacopo Vignola Lazzaro Spallanzani, Alfonso Va-
o Baroni, Giorgio Vasari, Tiziano rano, Giuseppe Parini, Giacinto
Vecellio, Andrea Palladio, Jacopo Sigismondo Gerdil cardinale, Gre-
da Ponte detto il Bassano, Grego- gorio Fontana, Domenico Cimaro-
rio XIII, Guglielmo Sirlelo cardi- sa, Vittorio Alfieri, Saverio Betti-
nale, Jacopo Robusti detto il Tin- nelli, Melchiorre Cesarotti, Ricati
torelto, Torquato Tasso, Francesco padre e figlio, Vincenzo Giordani,
Marchi, Andrea Cesalpino, Ulisse Al- Antonio Toaldo, Alessandro Volta,
drovandi, Annibale Caracci, Vincen- Brugnatelli, Leopoldo Caldani, Car-
zo Scamozzi. Secolo decimosetlimo : lo Denina, Lagrangia, Angelo Ma-
Gio. Battista Marini, Paolo Sarpi, fr. ria Quirini cardinale, Marco Fo-
Enrico Calterino Davila, Alessandro scarini, Egidio Forcellini, Gaspare
Tassoni, Gabriele Chiabrera, Urba- Gozzi, Antonio Conti, Francesco
no Vili , Galileo Galilei , Guido Algarotti, Gio. Battista Pergolesi,
Reni, Evangelista Torricelli, Rober- Pietro Verri, Luigi Lanzi, France-
to Bellarmino cardinale, Bonaven- sco Bartolozzi, Maria Gaetana A-
tura Cavalieri, Benedetto Castalpi, gnesi, Lorenzo Pignotti, dementi-
Silvio Antoniano cardinale, Salvator no Vannetti Galvani
, Giuseppe,

Rosa, Gio. Alfonso Borelli, Cesare Garampi cardinale, Tommaso Ma«


Baronio cardinale, Paolo Segneri, scheroni, Felice Fontana, Gagno-
Marcello Malpighi, Giulio Mazzarini li, Antonio Cesari, Giuseppe Piani,
cardinale, Francesco Redi, Luca Cirillo, Cotogno, Ennio Visconti,
Giordani, Vincenzo Filicaia, Andrea Belzoni, Giulio Perticali, Ippolito
,

170 ITA ITA


Pindemonte, Antonio Canova, An- accresciuto sino al1738, Torino
J
drea Appiani, Vincenzo Monti, Ste- 1738. Ruolo de cavalieri di Mal-
fano Antonio Morcelli, Francesco ta ricevuti nella lìngua d'Italia,
Mengotti, Francesco Antonio Zac- Malta 1763. Francesco Sansovino,
caria, Francesco Fontana cardinale, Origine e fatti delle famiglie illu-
Melchiorre Gioia, ed altri molti. stri d'Italia, Venezia i582. Fran-
Ma quanto fiorirono le scienze, cesco Zazzera, Della nobiltà d'I-
le lettere e le arti in Italia, e quali talia, Napoli 1628. Giampiero Cre-
uomini illustri in ogni tempo ne scenzo Corona della nobiltà d'Ita-
accrebbero il lustro, si può vedere lia, Bologna i63o. Andrea Scotti,
ne* seguenti autori. Lodovico Aral- Scriptores rerum italicarum, Fran-
di, L' Italia nobile nelle sue città, e cofurti i6o5. Pietro Burmanno
ne' cavalieri, i quali sono slati in- Thesaurus antiquitatum et histo-
signiti della croce di s. Giovanni e riarum Italìae, cura et studio Jo.
dis. Stefano, Venezia 1
722. L'Italia Georgii Graevìi, Lugduni Baia voi*.
nobile e virtuosa mostrata in com- An. 1704 ad 1725. Pompeo Litta,
pendio, Parma e Macerata 1 647. Pao- Delle famiglie celebri italiane jMWa-
lino Mastai Ferretti, Notizie storiche no (opera in corso). Girolamo Tirabo-
delle accademie d'Europa ec, Roma schi, Storia della letteratura italiana,
1792. Giuseppe Garoffi Malatesta, Roma 1782. Abbiamo pure il Com-
L'Italia accademica, o sia le ac- pendio che ne fece Lorenzo. Zeno-
cademie aperte a pompa e deco- ni, Venezia 1800. Giuseppe Ma-
ro delle lettere più amene delle riano Mazzolali detto Partenio nel-
città d' Italia, Rimini 1688. Gia- le sue Orationes, Romae 1773, a
como Guglielmo ImhofF, Genealo- pag. 247 ci De italorum
diede :

gia viginti illustrimi! in Italia fa- in litteris principatu ad Jlorendnos;


miliarum, Amstelodami 17 io. Gi- ed a pag. 294, De italorum iti
rolamo Henninges, Theatrum ge- artibus picturae, sculpturae et ar-
nealogicum omnium aelatum, et mo- chilecturae principatu ad fiorenti-
jiarchiarum familias complectens, nos. Lombardi, Storia della lette-

Magdeburgi 1598. Giovanni Ma- ratura italiana nel secolo- XVIII,


ni llon, Museuni italicum, seu col- Modena 1827. Luigi Lanzi, Storia
leclio veterum scriptorum ex bi- pittorica dell'Italia dal risorgimento
bliothecis italicis eruta , Lutetiae delle belle arti fino presso alfine del
Parisiorum 1724. Giorgio Vivia- XVIII secolo, Firenze 1 834, quin-
no Marchesi, La gallerìa dell'o- ta edizione. Giovanni Rosini, Sto-
nore, ove sono descritte le segna- ria della pittura italiana esposta
late memorie del sacro ordine di coi monumenti, Pisa 1839. D' A-
s. Stefano P. M. e de' suoi ca- gincourt Seroux, Storia dell'arte
valieri, Forlì
1775. Gio. Maria col mezzo de' monumenti, dalla sua
Mazzucchelli, Gli scrittori d'Italia, decadenza nel IV secolo fino al
cioè notizie storiche e critiche in- suo risorgimento nel XVI, con ag-
torno alle vite ed agli scritti dei giunte italiane, Mantova 184 '-Leo-
Brescia ij53. Bar-
letterati d'Italia, poldo Cicognara, Storia della scol-
tolomeo Pozzo, Del ruolo de' ca- tura dal risorgimento delle belle
valieri gerosolimitani continualo
3 dal arti in Italia fino al secolo di Na-
gran priore fr, Roberto Solaro, ed poleone, Venezia 181 3. Giovanni
ITA ITA 171
Andres, Dell'orìgine, progresso e sta- ze filosofiche, nelle teologiche, nelle
to attuale d'ogni letteratura, Ro- matematiche e fìsiche, nelle scienze
ma 1808. Francesco Antonio Zac- civili, nell'erudizione e nella storia,
caria, Storia letteraria d'Italia, Ve- nelle lettere e nelle arti belle e
nezia 753, terza edizione; Excursus
1 nella lingua. In sostanza egli di-
luterani per Italiani ab an. 1 7 J\i ad chiara *• che l'Italia essendo crea-
an. 1752, Venetiis 1754; Iter liti e- trice, conservatrice e redentrice del-
rarium per ab an.i'jS'ò ad
Italiani la civiltàeuropea destinata ad oc-
an. 1757, Venetiis 1762. Lodovico cupare tutto il mondo e a diven-
Antonio Muratori, Antiquitates I- tare universale, si può meritamen-
taliae medii aevi ex ingenti copia te salutare col titolo di nazione
diplomatimi et chartarum veterum, madre del genere umano. Nel che
mine primum ex archiviis Italiae consiste quel primato morale e ci-
deproniptae, Medi ola ni 1739. No- vile che la provvidenza le ha as-
vus thesaurus veterum inscriptio- segnato, e eh' io mi propongo giu-
niuìi in praecipuis earundem col- stificare col presente discorso ". Al-
lectionibus hactenus praetermissa- tri rimarchevoli argomenti sono :

rum, Mediolani 1739. Rerum ita- la civiltà degli altri popoli deriva
licarum scriptores, ab anno aerae dal cattolicismo; l'Italia è nazione
diri stianae 5 00 ad i5oo, quarum creatrice; l' Italia non deve invi-
potissima pars nunc primum in diare alle altre nazioni; l'Italia fu
lucem prodit ex Ambrosianae, E- sempre la più. cosmopolitica delle
stensis,aliarumque insignium biblio- nazioni ; il suo principato si fonda
thecarum codicibus, Mediolani 1723; soprattutto nella religione ; il cat-
Rerum italicarum scriptores ab an- tolicismo è il sistema unico e uni-
nos aerae christianae 1000 ad versale; servilità dell'Italia mo-
1 600, quartini potissima pars nunc derna verso il genio forestiero ;

primum in lucem prodit ex Fio- sugli amatori dell' architettura go-


rent'mae bibliothecae codic. Floren- tica ; l'Italia è prima nella gerar-
tiae 1748. chia de' popoli ; l'Italia è la più
Vincenzo Gioberti per ultimo ci nazione universale; la religione è
ha dato l'opera intitolata: Del unica conciliatrice delle scienze e
primato morale e civile degl'italia- di coloro che le coltivano; esorta-
ni, della quale sono state fatte tre zione ai sapienti d'Italia, aftinché
edizioni, due in Brusselles, e la rinnovino l' accordo della religione
terza in una città d' Italia, ma colla scienza ; di alcune glorie vi-
colla falsadata di Brusselles, dal- venti delle scienze e lettere italia-
le stampe di Meline, Cans e comp. ne. Il Gioberti aveva fino dal prin-
1 844» e perciò viene delta terza cipio dedicata la sua opera a Sil-
edizione. Vi ha pure una "posterio- vio Pellico, uomo insigne per va-
re e vera terza edizione di Brussel- lore poetico, non meno che per
les con prolegomeni. Questo scrittore grandezza d'infortunio e saldezza
vi svolge col suo ingegno gravissimi di virtù cristiana. Ma come nei
argomenti ad onore d' Italia, come prolegomeni premessi alla vera ter-
del primato d'Italia rispetto all'a- za edizione di Brusselles, l' autore
zione. L'Italia, egli dice, è principe si è fatto lecito di uscire in una
negli ordini universali, nelle scien- lunga e violentissima inaili festazio-
i
7i ITA ITA
ne d' ira contro il venerando e te la fece il dotto servita p. Co-
sempre benemerito istituto della stantino Batti ni professore dell' u-
compagnia di Gesù; cosi il Pellico niversità di opera che
Pisa, coli'
ha stimato debito di sua fedeltà porta per titolo: Apologia de se-
religiosa, il pubblicare contro quel coli barbari, Bologna 1823, seconda
libello una protesta, nella quale edizione corredata di nuove aggiun-
solennemente dichiara di non am- te. Dei quattro secoli cosi delti
mettere affatto quelle condannevo- d'oro, che brillano nella repubbli-
li prevenzioni. La protesta stam- ca delle lettere, due ne conta 1'
I-

pata e ristampata in molti giorna- talia, quello di Augusto e quello


li, leggesi eziandio negli Annali di Leone X. Quanto a questo ul-
delle scienze religiose ì serie seconda, timo, alla biografia di Giulio II
voi. I, pag. 126, compilati in Ro- dicemmo come il dotto Carlo Fea
ma dal prof. Giacomo Arrighi. opinò, che il secolo XVI dovea
Dionisio di Àlicarnasso lib. I, portare il nome non di Giulio II

n. XXVII, versione del Mastrofini, di Leone X. Dei grandi uomini e


ecco come si esprime sull' Italia. delle donne celebri che produsse-
« Se paragonasi una terra con ro le scienze e le arti dai più antichi
un'altra di eguale grandezza, l'Ita- tempi, come di quelli viventi, si

lia per mio giudizio è la migliore propone trattare il eh. cav. Igna-
nell' Europa e dovunque Io zio Cantù nel suo Panteon pitto-
non pongo la ricchezza della terra resco, che nel declinar del 1844
in una specie sola di prodotti, né ha incominciato a pubblicare in
invidierei di abitare dove pingui Milano, opera che riuscirà utile ed
sono le campagne, ne vi scorgo importante, massime ad onorare e
altro bene, se non tenuissimo ma ; rivendicale gli italiani illustri. Dap-
quella regione chiamo la migliore, poiché come si legge nel suo proe-
,

la quale sia bastantissima a sé stes- mio, dopo aver pubblicato un vo-


sa, e che meno abbisogni dell'al- lume intitolato l' Italia scientìfica
trui. Sono poi persuaso, che 1' Ita- contemporanea, nel Panteon egli
lia paragonata con altra qualun- con critica ed imparzialità sto-
que, appunto sia la terra datrice rica intende rifondere le biogra-
d'ogni frutto e di ogni utile". Si fìe degl' italiani ,
quasi tutte ve-
vuole che gir etruschi abbiano im- nute d'oltremonte , e che perciò
paralo le arti dagli egizi, che i greci sentono troppo di forastiero. In esse
le apprendessero dagli etruschi, e che la parte italiana viene sacrificata,
caduta l' Italia nel barbarismo, i e le notizie de* nostri scarse e non
greci abbiano restituito ai loro an- sempre esatte, persino molti ita-

tichi institutori le arti e le scien- liani defraudati nelle loro scoper-


ze. Ma l'apologia de' secoli barbari, te ; in vece tenendosi in siffatte
ossia del medio evo o dei tempi di opere più in conto qualche secon-
mezzo, come sogliono chiamarsi, i darissimo individuo di Francia o
quali, come è noto, si estendono d'altro paese, che non le glorie
dall'anno cinquecento dell'era vol- d' Italia più luminose.
gare fino all'anno mille cinquecen- Va grandemente encomiato il

to, secoli comunemente screditati eh. Salvatore Betti professore e se-

e vilipesi, egregiamente ed utilmen- gretario perpetuo dell' insigoe pon-


ITA 1TA i
73
tificia accademia romana di s. Luca, battista Giuliani somasco , chiama
pel suo dotto libro intitolato: V il- ricco tesoro di patrie glorie i dia-
lustre Italia, dialoghi, Roma tipo- loghi del prof. Betti ,
per le illu-

1841-1843
grafìa delle Belle arti stri immagini di quanti in Italia
in due parti. Opera che dedicò al crebbero l'abbellimento e la gran-
conte commendatore Pompeo Litta, dezza del proprio paese. Dappoiché
siccome tutto inleso da molti anni egli fa osservare, che il lodato au-
a celebrare le glorie italiane, e che tore celebrò coloro che in Italia
fu applaudita da molli come dai fiorirono per virtù politica e mili-
due letterati che qui nomineremo, tare; per la filosofia che ivi si

i quali ne rilevarono i singolari condusse a sublime altezza ; per lo


pregi e bellezze. In essa Y autore studio delle antiche memorie, par-
si sdegna contro coloro che bar- te difficilissima dell'umano sapere,
bari tentano imbarbarire noi, gua- e per quello delle lingue. Celebrò
starci il bello delle arti, contami- eziandio quegl' italiani che si eser-
narci la gloria dello stile, scemarci citano nel vario campo della let-

la potenza del pensiero, con quella teratura; quelli che coltivano le ar-
loro novità stranissima, o a meglio ti sorelle, avvegnaché l'Italia per
dire vecchi e stravecchi deliri. Ri- quante vicende soffrì, volle mai sem-
vendica egliall' Italia ciò che in- pre ne' suoi figli lasciare un segno
solentemente lungo tempo si arro- dell'antica grandezza, e Roma n' é
garono que' greci di là dal mare, splendido testimonio per magna- la
i quali con vanità incredibile soli nima provvidenza de' sommi Pon-
si volevano civili , e principio di tefici, che tennero viva la sapien-
civiltà agli altri, mentre si pote- za italiana. In siffatta guisa il eh.
vano quasi dire barbari a confron- Betti con zelo e patrio amore, in-
to degli egiziani. Con Pitagora e grandì ne' petti italiani la stima di
con la sua scuola avendo avuto loro medesimi, e mantenne in vi-
principio la filosofìa umana, da lui ta ed immacolata la fama de'mag-
prese le mosse per discorrere le giori, come ancora volle ritrarre
glorie della filosofia italiana, la e distogliere coloro che si sono po-
quale certamente fra noi in grado sti in cuore la straniera imitazione.
eminente si mantenne, anche allor- Essendo noto che gli stranieri, forse
quando nuove tenebre di barbarie di noi più accorti, trassero molte
e d' ignoranza si stesero su tutti i cose dalle nostre stesse mondiglie,
popoli. Non si può abbastanza es- e le presentarono poscia come gem-
primere , ciò che ha detto degli me forastiere.Finalmente osserva
storici, poeti ed oratori italiani; il Betti, che non ultima gloria, anzi
così delle glorie militari di nostra la prima della bellissima penisola,
patria e de' conquistalori. In tal ogni tempo fu, il voler conservata
modo, e con più diffusione scri- nella sua maggior purezza e inte-
veva il eh. professore Giuseppe I- grità la religione, da cui per mol-
gnazio Montanari, intorno all'opera tissima e principal parte derivò
in discorso, nella distribuzione 4-* tanta virtù e sapienza negl'italia-
del giornale romano V Album, an- ni. Essa veramente fu che invigorì
no IX. Nella prima distribuzione il braccio a valorosi campioni ; essa
poi dell'anno XI, il eh. p. Giam- che additò la vera politica dei ci-
i
74 ITA ITA
vili reggimenti; in lei i filosofi ri- accademie letterarie, istituti di belle
conobbero un sostegno; da lei i arti e di beneficenza. A cagione
poeti trassero le loro più sublimi d'onore nomineremo il pontificio
ispirazioni ; ne altro che la reli- collegio Urbano di propaganda fide
gione direttamente guidò la mano per tutte le nazioni, l'ospizio apo-
agli artefici, ed infuse a' musici le stolico di s. Michele, 1' arcispedale
soavi e non più udite melodie. Qui di s. Spirito, la pontificia accade-
mi permesso aggiungere, e sia
sia mia di s. Luca di Roma ; il colle-
ancora in solenne rendimento di gio di marina in Venezia ; la scuo-
grazie a Dio onnipotente, che ap- la veterinaria e la scuola militare
punto per la maggior gloria della pei cadetti in Milano ; la reale
santa nostra religione intrapresi scuola di artiglieria e del genio in
coraggioso questa mia qualunque Modena ; molte scuole di medicina,
compilazione del Dizionario di eru- chirurgia ed ostetricia in più luo-
dizione storico-ecclesiastica , e la ghi; tra le accademie di bellf irti
prosieguo intrepido con tal costante sono le più distinte, oltre la men-
alacrità e indefesso amore, che nep- tovata di s. Luca ,
quelle di Bo-
pur sento il peso della grave fati- logna, Milano e Venezia ; altre di
ca; essendo ferma la mia fiducia scienze e lettere, fra le quali quella
in Dio, cui interamente l'offrii, che della società italiana delle scienze
avrò la consolazione di vederne residente a Modena ; quella dell'i-

compita la pubblicazione, s'egli mi stituto italiano di scienze , lettere


continuerà il lume e la forza , di ed arti che risiede a Milano, e che
cui sinora mi è stato largo e be- ha tre sezioni nelle città di Ve-
nigno. nezia, Padova e Verona; le acca-
La pubblica istruzione in Italia demie di religione cattolica e del-
vi è sommamente accurata. Cele- l'archeologia in Roma, oltre 1' Ar-
bri sono le università di Roma, cadia accademie della Crusca e
; le

di Bologna, di Padova, di Pavia, dei Gergofili in Toscana. Sono più


di Siena, di Pisa, di Napoli, di di cinquantacinque le biblioteche
Palermo, di Catania di Torino, , pubbliche aperte, contenenti i più
di Genova, di Cagliari, di Sassari, preziosi monumenti, ed una quan-
di Parma, di Modena, di Lucca, ec. tità innumerabile di volumi ; molte

Moltissimi sono i licei convitti, i ne possiede Roma, fra le quali pri-


collegi ne' quali s' insegnano le lin- meggiano la Vaticana e la Casa*
gue, la storia, la rettorica , la lo- natense ; in Milano l'Ambrosiana ,

gica, gli elementi delle scienze ma- in Firenze la Laurenziana, in Ve-


tematiche e fisiche, per non dire nezia la Marciana, per tacere delle
de' copiosi seminari ad istruzione altre. Il solo breve elenco delle
de' chierici.Molte sono le scuole naturali curiosità che trovansi par-
secondarie ove si apprendono gli zialmente raccolte nei vari gabinetti
elementi delle lingue antiche, ed i pubblici e privati, sparsi in tutte
principii della storia e delle scien- le città che apparten-
dell'Italia, e
ze ; delle scuole primarie ove s'im- gono alla metallurgia, alla minera-
para a leggere, a scrivere ed a regno animale, al vege-
logia, al
conteggiare. Egualmente in gran formerebbe un grosso volu-
tabile,
numero sono i gabinetti scientifici, me. Molti sono i musei di numis-
ITA ITA i
7 5
matica, le raccolte dei capi d'o- denuo cura Joannis Georgii Grcvii
pera d'arte, come statue, quadri ed recensìtae, ec. Amstelodami 1707.
antichità d'ogni genere, alcune del- Bernardo Monlfaucon Diarium ,

le quali di una dovizia incredibi- Italicum, sive monumentorum bi-


le, e di un inestimabile valore. Tra blìothecarum , museorum, etc. No-
tutti solo nomineremo il museo titiae singulares in itinerario ita-
Vaticano, arricchito dal Papa re- lico collectae, Parisiis 1702. Quan-
gnante Gregorio XVI dei musei to monete italiane scrisse-
alle
etrusco ed egizio. L' Italia rinchiu- ro Vincenzo Bellini, De monetis
:

de una moltitudine di monumenti Italiae medii aevi hactenus non


antichi interessantissimi ; i più di- evulgatis, quae in privato museo
stinti di Roma sono il Colosseo, il servantur, una cum earumdem ico-
Pantheon, gli archi trionfali di Ti- nibus postrema dissertalio, Ferra-
to, di Settimio Severo,
e di Co- me 175D- 1774. Gianrinaldo Carli
stantino Grande, le colonne Tra-
il Rubbi, Delle monete e delle isti-
iana ed Antonina, gli obelischi e tuzioni delle zecche d Italia, del-
le catacombe. A Napoli la tomba l'antico e presente sistema di essa,
di Virgilio, gli avanzi dell'accade- Aja 1754. Guid' Antonio Zannetti,
mia di Cicerone a Pozzuoli, le ro- Nuova raccolta delle monete e zec-
vine sotterranee di Ercolano e di che d'Italia, che può servire di
Pompei . Il tempio della sibilla parte ultima e continuazione alla
Tiburtina a Tivoli; l'arco trionfale raccolta dell' Argelati 3 Bologna
di Augusto a Fano, quello del me- 1775. I dotti gesuiti pp. Marchi
desimo a Rimini, quello di Traia- e Tessieri nel i83g pubblicarono
no in Ancona; l'anfiteatro di Vero- per le stampe del Puccinelli in
J
na, quello di Pola nell' Istria, quel- Roma : L Aes grave del museo
lo detto l'arena di Padova, ec. ec. Kircheriano, ovvero le monete' pri-
Quanto alle curiosità naturali, ol- mitive de' popoli dell'Italia media
tre la grotta del Posilippo vi è ordinate e descritte, aggiuntovi un
quella del Cane, il lago d'Averno, ragionamento per tentarne la illu-
la grotta della sibilla Cumana ec. ec. strazione. Finalmente nel 843 coi 1

Abbiamo da
Antonio Francesco tipi della rev. camera apostolica si
Gori, Museum etvuscum exhibens pubblicò la dottissima opera inti-
insignia vetevum elruscorum monu- tolata : La moneta primitiva e i
menta aereis labiilis CC , nunc monumenti dell'Italia antica messi
prìmum edita et illustrala, Floren- in rapporto civnologico e ravvici-
tiae 1737. Amadeo Benigni, Va- nati alle opere d' arte delle altre
rioru/n intra Italiani monumento- nazioni civili dell'antichità per de-
rum inscriptiones ex pluribus in durre onde fosse /' origine ed il
itinere descriptis, Stregae 17 15. progresso delle arti e dell' incivili-
Janus Grillerò, Inscriptiones anti- mento. Disseriazione del dottore A-
quae totius orbis romani in abso- chille Gennarelli coronata dalla
lutissimum corpus redaclae, olim pontificiaaccademia romana d' ar-
auspiciis Josephi Scaligeri et Marcì cheologia il di 21 aprile 1842.
Felserìj cum notis Marquardi Gu- La religione dominante in Ita-
dii emendatati et tabulis aenei» a lia è la cattolica, quale professano
Boissardo confectis illustratati et tutti gli ituliani, tranne una picco-
176 ITA ITA
lissiina parte della popolazione di principi degli Apostoli : ivi ed al-
Italia, che segue altri donimi. Que- trove innumerabili sono le prezio-
sta frazione è suddivisa in valdesi, se sacre reliquie, tesoro della cri-
che vivono nelle valli del Piemon- stianità. Lo spettacolo della reli-
te; in calvinisti e luterani stabiliti gione è grande ed augusto in Ita-
in vari luoghi, e principalmente lia,ed il servizio divino vi si eser-
nelle primarie città di commercio; cita colla maggiore splendidezza ,

in pochi greci che trovansi a Ve- massime in Roma, ed in peculiar


nezia, Livorno, Trieste, nel regno modo nelle sacre funzioni che ce-
delle due Sicilie ed altrove, e che lebra od assiste il Papa coli' inter-

nella maggior parte riconoscono vento del sacro collegio de' cardi-
r autorità del sommo Pontefice. nali, de' patriarchi, arcivescovi, ve-
Degli italo-greci, come della Ma- scovi e prelati, primarii personag-
gna Grecia, se ne paria all'articolo gi del magistrato romano, curia e
Grecia. Vi sono pure gli ebrei tol- famiglia pontificia, con decoro ec-
lerati anche in Roma, e vivendo clesiastico ed imponente magni-
sparsi gli altri in vari luoghi , ficenza. I principi degli apostoli s.

massime nelle città più commer- Pietro primo Pontefice e vicario


cianti. Il clero secolare e regolare di Cristo, e Paolo dottore delle
s.

•vi è numeroso, come la gerarchia genti, furono quelli che sparsero


ecclesiastica. Numerosi sono ezian- in Italia i salutiferi lumi del van-
dio i monasteri, i conventi, i con- gelo ; avendovi il primo fondata
servatorii, le pie case, gl'istituti di la santa sede della Chiesa roma-
pubblica beneficenza d' ogni gene- na , la prima in dignità ed au-
re, come spedali, ospizi, orfanotro- torità ed ambedue poi sigilla-
;

fi , monti di pietà ed altre bene- rono col sangue la propria con-


fiche istituzioni.Quasi da per tutto fessione con glorioso martirio. Es-
i templi sono magnifici, essen-
vi si lo patirono nella prima delle
dovi stato impiegato alla loro pom- dieci persecuzioni della Chiesa più
pa e decorazione tuttociò che le insigni, nella quale come nelle al-

arti hanno prodotto di più grande, tre più di tutti ne soffrirono gli

e tuttociò che il gusto ha saputo italiani, restando la nobile terra


immaginare di più bello e di più ed inaffiata dal
d' Italia consecrata
nobile. In Roma neh' immenso nu- prezioso sangue di tante migliaia
mero di chiese sono a nominarsi di valorosi campioni e confessori
le patriarcali basiliche di s. Gio- della fede di Gesù Cristo. Sino dal
vanni in Laterano, s. Pietro in primo secolo della Chiesa in Italia
Vaticano una delle meraviglie del si fondarono sedi vescovili, e poi

mondo, s. Maria Maggiore, e la ri- le metropolitane, e successivamente


sorgente basilica di s. Paolo. Il in grandissimo numero si aumen-
duomo di Milano, quello di Firen- tarono le prime, essendone il pri-

ze, quello di Orvieto, per non di- mate il sommo Pontefice, patriar-
re di tanti altri celebri templi, che ca d' occidente, e capo della. Chiesa
sono pure decoro all'Italia. Tra i universale. Che le ordinazioni dei
tanti venerabili santuari eh' essa vescovi d' Italia appartenevano al
possiede, in Loreto evvi la santa Papa sino dai primordii del cri-
Casa, ed in Roma la tomba dei stianesimo, lo andiamo a dimostra-
ITA ITA. 177
re col Zaccaria, che ne tratta nel questi due vescovi co' loro suffta-
suo dnti-Fdbronio, t. II, p. 66 ganei fossero dal diritto metropo-
e seg. litico del Papa staccati per consen-
Antichissimo, cioè dai tempi de- timento e per volontà di lui me-
gli apostoli, che i ro-
è il diritto desimo. Allora poi fu determinato,
mani Pontefici godono su tutto che i nuovi metropolitani seguisse-
l'occidente, affermando s. Innocen- ro, come per lo innanzi quando
ro che tutte le chiese occiden-
I non erano metropolitani, ad essere
tali aveano speciale obbligazione di ordinati dal romano Pontefice. Non-
osservare le tradizioni della Chiesa dimeno a' tempi di Pelagio I del
romana, perocché cosa manifesta 556 era già antico costume, che i
era che nessun altro in tutta 1' I- due metropolitani di Aquileia e
talia, nelle Gallie, nelle Spagne, di Milano si ordinassero tra loro,
neir Africa, nella Sicilia^ e nelle sì però che per ordinazione che
interposte isole avea chiese istitui- una faceva dell' altro, 1' ordinato
te, se non se quegli, i quali dal non divenisse suddito dell' ordina-
venerabile apostolo Pietro, o dai tore. Ma questo costume nato era

successori di lui erano stati vesco- per consentimento del Papa, il


vi ordinati. Ai vescovi di Roma quale alla lunghezza e difficoltà del
quasi nativamente apparteneva il viaggio avendo riguardo, condiscese
diritto delle ordinazioni di tutti i a questo nuovo stabilimento, pe-
vescovi neh' occidente ; diritto che rocché proprio diritto patriarcale
fu dapprima patriarcale insieme è 1' ordinazione de' metropolitani
e metropolitico. Le metropoli ec- delle sue diocesi o del suo patriar-
clesiastiche assai tardi, e solo nel cato. Quanto a' vescovi suffraganei,
IV secolo ben avanzato comincia- ne fu rilasciata a' metropolitani la
rono nell' occidente e neh' Italia consecrazione, ma a condizione sem-
stessa, per la qual cosa il solo ro- pre, che al romano Pontefice, al-
mano Pontefice fu quasi per quat- meno come patriarca appartenesse
tro secoli il solo metropolitano di di confermare 1' elezione de' nuovi
occidente, tranne 1' Africa, e a lui vescovi, prestando il consenso alle
per conseguenza appartennero le loro ordinazioni. Coli' istituzione
ordinazioni di tutti i vescovi. Es- de' due metropolitani di Aquileia
sendo per la propagazione della fe- e di Milano si era ristretto il di-
de cresciuto il numero delle chiese ritto metropolitico del Papa e am-
nell'occidente, si pensò ad istituire pliato il patriarcale. Intanto egli
metropolitani, come lo erano nel- seguiva ad aver soggetto nell' Ita-
J' oriente. I primi vescovi che nel- lia, oltre le dieci provincie suburbi-
le provincie soggette al vicariato carie che al vicario di Roma ap-
d' Italia (perocché nelle provincie partenevano, anche il Piceno An-
suburbicarie e soggette al vicario nonario, eh' era una delle sette
di Roma assai più tardi s'introdus- provincie sottoposte al vicario d'I-
sero metropolitani ) fossero metro- talia, avea Ravenna per capo,
e
politani dichiarati, furono dopo la finché dopo la metà del quinto se-
metà del secolo IV ai tempi di s. colo fu pur Ravenna per privilegio
Ambrogio i vescovi di Milano e apostolico eretta in metropoli ec-
d' Aquileia. Ne è da dubitare che clesiastica ; il nuovo metropolitàito»
VOL. xxxvi.
178 ITA ITA
rimase allora dell' ordinazione del Magno per mezzo di s. Agostino
Papa. Quello che nell' erezione di suo vicario al suo immediato di-
Milano, Aquileia e Ravenna ad ritto acquistate le chiese d'Inghil-
ecclesiastiche metropoli, fu pratica- terra, avrehbe pure potuto riserba-
to a misura che le metropoli ec- re a sé le ordinazioni de' loro ve-
clesiastiche crebbero in Italia, fu scovi, tuttavia noi fece; anzi ad
stabilito cioè, che i metropolitani Agostino ingiunse di ordinare due
dal Papa, i suffraganei da' metro- metropolitani, i quali potessero cia-
politani, sempre nondimeno con scuno nella loro provincia ordina-
licenza e saputa dello stesso sommo re dodici vescovi, e sempre doves-
Pontefice, fossero consacrati. sero in avvenire essere nel proprio
Anche nell'Illirico si riserbarono sinodo consacrati, sottoponendo non-
i Papi il diritto delle ordinazioni dimeno l'uno e l' altro metropoli-
de'metropolitani e de' vescovi prò- tano e i vescovi da loro ordinati
vinciali, e lo fecero ivi esercitare all'autorità di Agostino., finché fos-
dai vescovi di Tessalonica loro vi- se vissuto, come Sede vicario della
cari, sicché lecito non fosse in quel- romana. Quindi Onorio I scrìvendo
le diocesi ordinar alcun vescovo, all'arcivescovo di Cantorbery, rinno-
metropolitano fosse, o provinciale, vò la disposizione di s. Gregorio I,
senza il loro consenso. Avrebbero che i metropolitani d'Inghilterra
i Papi anche nelle altre occidentali fossero ordinati nel sinodo, dicen-
provincie potuto usare allo stesso do essere venuto
a questa condi-
modo, cioè chiamare a sé 1' ordi- scendenza, acciocché non fosse ne-
nazione de'metropolitani, e a que- cessano per sì lunghi spazi di
sti lasciar quelle de' vescovi provin- terra e di mare affaticarsi sempre
ciali; come avrebbero potuto pre- sino a Roma per 1' ordinazione
scrivere per le Gallie, Spa- per le dell' arcivescovo. Ragione che mili-
gne, ed altre provincie meno da tò ancora per le provincie della
Roma disgiunte che non erano Spagna, delle Gallie e dell' Africa,

l'illiriche. Se noi fecero non è ad come ognun vede. Il dotto Zacca-


argomentare perciò che non aves- ria ne dà le analoghe spiegazioni,
sero la podestà. Abbiamo detto che e che se nel!' Illirico commisero ai

quantunque i metropolitani di A- vicari le ordinazioni, ciò fecero per


quileia e di Milano all'ordinazione essere l' Illirico composto di tre
del Papa appartenessero, nulladi- diocesi, due state o nell' imperio
meno per la lunghezza e difficoltà di Teodosio o in quello de' suoi
del viaggio, prò longìnquitate aut figliuoli sottoposte per la civile am-
dìfficultate itineris, come Pelagio ministrazione all'impero orientale,
1 si esprime, fu disposto che tra laMacedonia cioè e la Dacia; laon-
loro si ordinassero scambievolmen- de necessario reputarono che vi- i

te. Dunque non è da meravigliar- cari in quello istituiti avessero


siche per le provincie di Fran- maggior possanza, e con ampiezza
eia e di Spagna, tanto più. Ionia- più. splendida di autorità rappre-
ne da Roma, non esigessero i ro- senlassero le veci del romano Pon-
mani Pontefici d'eseguir eglino per tefìce,acciocché col favore degli
sé stessi le ordinazioni de'loro me- imperatori d' oriente, cui nel civil
tropolitani. Avendo s. Gregorio I governo erano soggette, i greci
ITA ITA 179
patriarchi, colle diocesi de'qunli e- vescovi suffraganei. Torino con quat-
rano confinanti, non ne usurpasse- tro vescovi suffraganei. Genova con
ro la spirituale dominazione. sei vescovi suffraganei, oltre tre di
In progresso di tempo il vica- Corsica. Ravenna con quattordici
riato ecclesiastico d' Italia com-si vescovi Bologna con
suffraganei.
pose delle seguenti provincie. Ro- sette vescovi suffraganei. Venezia
ma con ottantacinque vescovi suf- eretta in patriarcato nel XVI se-
fraganei. Fermo con nove vesco- colo coll'unione di Gra-
quello di
vi Urbino con nove
suffragane!. do, con sei vescovi suffraganei. Aqui-
vescovi Firenze con
suffraganei . leia eretta in patriarcato nel seco-
dieci vescovi suffraganei Siena . lo sesto , e soppressa nel XVIII,
con sette vescovi suffraganei. Pisa con venticinque vescovi suffraganei;
con Lucca per suffraganeo, poi e- Lanciano e Nazareth però non fu-
rettain arcivescovato, e con quat- rono provincie ecclesiastiche. In
tro vescovi della Corsica per suf- seguito molte sedi arcivescovili e
fraganei . Chieti con ;
quattordici vescovili si soppressero, altre ne
vescovi suffraganei * Lanciano furono erette, come ancora ebbero
senza suffraganei.Capita con ven- luogo diverse circoscrizioni di Dio-
ti Napoli con
vescovi suffraganei. cesi (Vedi). A quest'articolo ripor-
nove vescovi suffraganei. Sorrento tammo il numero che ogni stato
con tre vescovi suffraganei. Amal- italiano contiene delle medesime
fi con
cinque vescovi suffraganei. al presente, cioè oltre Roma sede
Salerno con tredici vescovi suffra- del sommo Pontefice, e Venezia
ganei. Benevento con ventisei ve- sede del patriarca , V Italia com-
scovi suffraganei. Coma con cin- prende novantasette arcivescovati
que vescovi suffraganei. Siponto e cento cinquantasette vescovati.
con tre vescovi suffraganei. Naza* Dopo la stampa di quell' articolo
reth senza suffraganei. Tranì con e nel 1844 M P a Pa regnante ha
due vescovi suffraganei. Bari con eretto Siracusa in arcivescovato,
quattordici vescovi suffraganei. A- Noto , Caltanisetta , Trapani, Aci-
cerenza con nove vescovi suffraga- Reale e Pitigliano in vescovati,
nei. Taranto con tre vescovi suf- cioè le prime cinque sedi appar-
fragane!. Brindisi con un vescovo tengono alla Sicilia, la sesta, di-
suffraganeo. Otranto con òtto ve- chiarata concattedrale di Soana, al-
scovi suffraganei. Rossano con due la Toscana. Va avvertito che re-
vescovi suffraganei. Cosenza con iezione di Aci-Reale però dovrà
sette vescovi suffraganei. S. Seve- avere effetto alla prima vacanza
rina con dieci vescovi suffraganei. delle sedi di Messina e di Cata-
Reggio con venti vescovi suffraga- nia.
nei. Palermo con sei vescovi suf- Riceve l'Italia al presente dal-
fraganei. Monreale con quattro la religione cattolica, apostolica e
vescovi suffraganei. Messina con romana, di cui possiede la capi-
sei vescovi suffraganei. Cagliari tale, lo stesso pregio che aveva dal-
con sei vescovi suffraganei. Orista- l'impero, allorché vedevano i suoi
no con cinque vescovi suffraganei. imperatori soggetto alle loro leg-
Torri o Sassari con dodici vesco- gi il mondo allora conosciuto.
vi suffraganei. Milano con sedici Sull'esame de'novelli vescovi italia-
180 ITA ITA
ni sono a vedersi gli articoli Con- pub. ad Constantinorum tempora ob-
gregazione dell' esame de' vescovi , servationibus illustravit, et auxit
Concistoro, ed Esame de' vescovi. p. Jo. Conradus Schwarlz, Lipsiae
Per gli autori che trattarono delle 1731. Luca Holstenioj Notae in
sedi vescovili e delle abbazie d'I- geographiam sacram Caroli a s.
talia ne parlammo all' articolo
, Paulo , Italiam antiqua Cluverii,
Geografia, come a tutti i parzia- et thesaurum geographicum Ortelii,
li articoli degli stati, sedi patriarcali, Romae 1666. Il lodato Zaccaria
arcivescovili e vescovili, ancorché nelle sue Dissertazioni varie italia-
non più esistenti, e de'luoghi ove ne a storia ecclesiastica apparte-
furono celebrati concilii. Quanto al- nenti, Roma1780, nella quinta
la Italia sacra d' Ughelli in quel- dimostra quanto convenevole co-
T articolo citata, opera utilissima sa sarebbe che si compilasse una
alla storia sacra e profana, essa si storia ecclesiastica dell'Italia, addi-
pubblicò perprima volta in
la tando il modo che in essa si po-
Roma nel 1642 in nove volumi in trebbe tenere. Per quanto vado
foglio, i quali ebbero il loro com- scrivendo in questo mio Dizionario
pimento nel 1648. In progresso negli innumerabili articoli relativi
di tempo il p. Lucenti, altro dotto all'Italia, porto lusinga di avere in
cisterciense, vi fece un tomo di sup- qualche modo, ma compendiosa-
plemento, il quale nella nuova ri- mente, corrisposto alla prima par-
stampa fatta dal Goleti è stato te del desiderio di sì profondo let-
incorporato per la maggior parte terato.
ed unito all'opera intera. Non o- ha portato anticamente
L'Italia
stante tutte queste aggiunte e cor- molti nomi, che nel buio si
altri

rezioni, restano molti errori per la perdono de' secoli più remoti. Ab-
sua vastità, che rettificarono e cor- bastanza però il nome chiaro di
ressero gli storici che descrissero a Saturnia, fra tutti il più antico, e
parte le storie delle sedi vescovili. la tradizione costante del felicissi-

Il Marchesi succitato ci diede una mo regno di Saturno, che ispirò


Lettera in cui si scoprono alcuni a'poeti le seducenti idee sulla de-
errori, che si trovano
addi- nelle cantata età dell'oro, e che fu con-
zioni dell Italia sacra di Ferdinan- sacrata dai ludi o giuochi satur-
do Ughelli. Exstat negli opuscoli nali anteriori a Roma, rendono e-
del Calogeri t. XIII. Ed Annibale terna la memoria della sua origi-
Olivieri scrisse la Lettera sopra naria coltura nazionale. I vocaboli
alcuni vescovi ignorati dall' Ughel- poi di Ausonia, Gianicola o Eno-
li. Alcune correzioni e giunte le tria, Tirrenia, ed Italia eziandio,
andiamo facendo ancora noi ai provennero da racconti favolosi, e
rispettivi articoli. Pietro Giuseppe dai popoli o dai re che ne abi-
Cantelio ci diede: Metropolitanum tarono diverse parti, ovvero dai
urbium, seu romanae tantum hi- primi ch'ebbero contezza della re-
storia civilis, et ecclesiastica, ubi gione, laonde facilmente da un trat-
Rom. sedis dignitas etc. explican* to di essa alla totalità li applica-
tur, Parisiis 1684. Cristoforo Cel- rono. Quelli che la chiamarono
lario, Notitia orbis antiqui, sive Ausonia fecero derivarne il nome
geographia plenior ab crtu Rerum* da un figlio di Ulisse e di Circe,
ITA ITA 181
oppure di Calipso; quelli che la dare come il bel paese che Àppen-
nominarono Gianìcola o Enotria, nin parte, e 7 mar circonda, e l'Al-
lo fecero dal soprannome di Eno- pe, siccome la definì il Petrarca.
trio dato a Giano secondo re la- Quelli che chiamarono l'Italia col
tino, composto da una radice gre- nome di Vitelia o Vitalia dicono
ca che indica il piantatore delle che forse fu così detta pei raccon-
vigne che a lui attribuiscono; al- ti favolosi de'greci pei bovi d'Er-
tri dicono che si chiamò Enotria cole, o pel vitello scampato da
dalla copia e bontà del vino che Ercole, ovvero pei bovi eccellenti
il suolo produce, ovvero da Eno- che produce la regione d' Italia.
tro figlio di Licaone, che dall'Ar- Qualche altra opinione sulle di-
cadia venne in Italia, o da Eno- verse denominazioni d'Italia le ri-
ch io re de'sabini. Tirreni a si disse porteremo in appresso , parlando
da Tirreno fratello di Lido re di de'suoi primi abitatori. Essa ha
Libia, che portatosi nelle coste di sempre avuto per suoi confini il
Etjuria diede a quel mare il suo mare Jonico, e Tirreno, e Adria-
nome. Italia da Italo re degli e- tico che la separano dall' Africa,
notri o de'siculi ch'egli incivilì e dalla Grecia, dall'antica Dalmazia
dirozzò: vuoisiche fosse figlio di e dalla Liburnia, e inoltre le Al-
Telegono e di Penelope, il che pi che la dividono dalla Gallio,
ancora ci ricondurrebbe alla pro- Transalpina od oltramontana e
genie di Ulisse ; però altri jfenno dalla Rezia. Siccome conviene di-
Italo figlio di Oenotre. Più gene- stinguere i termini naturali e geo-
ricamente i greci la dissero Ma- grafici, dai legali e politici, l'Ita-
gna Esperia, alludendo alla posi- lia non ha sempre avuto gli stessi
zione sua occidentale rispetto ai confini, poiché ne' tempi remoti
medesimi, e distinguendola con si questo nome non era applicato
nobile aggiunto dalla Spagna, che quasi che alla sola parte media,
più specificamente chiamavasi Yul- oltre a che la Magna Grecia, cioè
tinia Esperia. Altri dicono che le due Calabrie, la Basilicata, ed
1' Italia fu Esperia da
chiamata i paesi vicini ne componevano una
Espero figlio di Atlante, che scac- parte. Tuttociò che sta fra le Al-
ciato dalla Spagna venne ad abi- pi, l'Arno, e l' Esis degli antichi,
tare questo paese. Ma in progres- oggi Jesi, portava il nome di Gal-
so di tempo la denominazione di lia Cisalpina; ma dacché i romani
Italia o Vitelia, secondo il lin- ebbero soggiogata questa Gallia,
guaggio osco, prevalse, e da un an- estesero le frontiere dell'Italia sino
golo della odierna Calabria, ove un alle Alpi. I termini poi legali e
re Italo sali in altarinomanza, o politici dei confini d' Italia furono
meglio per la gloria immortale vari secondo i tempi, ciocché vuoi-
dell' Italica scuola di Pitagora, si si avvertire attentamente, dappoi-
estese a poco a poco infìno a de- ché lo stesso paese dagli antichi
signare tutto il paese circoscritto scrittori ora si afferma Italia, ora
dalla Magna
Grecia e dalla Gal- si nega, come ben osserva il J\l af-
Ha Cisalpina, e da vari famosi fé i nella sua Verona illustrata, lib.
popoli abitato, i cui termini natu- IV, e. 79. Inoltre gli scrittori stes-

rali e geografici la fecero riguar- si parlano talora dell'Italia non le-


i8s ITA ITA
gale ma solo naturale, come qual- ducato di Spoleti e la Sabina. La
che volta Catone e Polibio. Dei quinta comprendeva il Piceno, Pi-
paesi che portarono il nome di cenum, abitato dai picenti, da cui
Gallia ne parlammo all' articolo vennero, come dicemmo, i picenti-
Gallio, (fedi), ove pur dicemmo dei ni. Essa si estendeva dalla riviera
confini dell'Italia, e di quello del del memorato Esis sino a quella
Rubicone. di Matrino, Matrinus, oggi la Piom-
Quanto alle diverse divisioni che ba ; tutto ciò formava la più gran
si sono date all' Italia antica , al parte della Marca d' Ancona, ed
tempo degli imperatori romani Au- una porzione dell' Abruzzo Ulte-
gusto la divise in undici regioni riore. La sesta comprendeva l'an-
o provincie. La prima comprende- tica Ombria o Umbria, che cor-
va il Lazio antico e nuovo, La- risponde ad una parte della Mar-
lium vetus et novum, con tutta la ca d' Ancona, ad una parte della
Campania (la cui distinzione dalla Romagna fiorentina, al ducato di
Campania romana, dalla Campa- Urbino, ad una porzione del ter-
nia napolitana o felice la facem- ritorio di Perugia, al contado di
mo nel voi. XXVII, p. 262 del Città di Castello, e alla più gran
Dizionario ) , ov' erano Roma e parte del ducato di Spoleti. La
Capua come capitali, lo che cor- settima comprendeva l'Etruria ove
risponde alla cosi detta Campagna stavano i toscani e gli etruschi. Il
di Roma, maggior parte
e alla loro è oggi lo stato del
paese
della Terra di Lavoro. La seconda granducato di Toscana , lo stato
regione comprendeva i Picentini, di Lucca, parte della Garfagnana,
passati dal Piceno, Picenum, in una alcun poco dello stato di Genova,
parte della Campania, e gì* irpini lo stato di Massa e Carrara, il

parenti dei sanniti, ciò che corris- ducato di Castro, il Patrimonio di


ponde ad una parte del Principato s. Pietro, il contado di Ronciglio-
Citeriore, ove sta Salerno, ed a ne, una parte del territorio di Pe-
tutto il Principato Ulteriore. La rugia, e tutto quello d' Orvieto.
terza comprendeva gli apulii, Apu- L' ottava comprendeva la Gallia
lia o Puglia, i dauni, i peucezi, i Cispadana, cioè a dire la Gallia
messapi , i salentini, i calabri, i di qua del Po, ove sono oggidì gli
lucani ed i bruzi. Tutto questo stati di Parma e di Modena, par-
paese forma una parte del Princi- te Mantovano, il ducato della
del
pato Citeriore, una porzione della Mirandola, ed il Bolognese, parte
Capitanata, i territorii d' Otranto del Ferrarese, una buona porzione
e di Bari, la Basilicata, 1' alta e della Romagna, e la miglior parte
bassa Calabria. La quarta compren- della Romagna La nona
fiorentina.
deva il Sannìo ed i popoli frenta- comprendeva la Liguria, oggidì la
ni, marcucini, peligui, marsì, vesti- costiera di Genova, una parte del
ni, sanniti e sabini che occupava- Piemonte, il marchesato di Saluz-
no una gran parte dell' Abruzzo zo, il contado di Nizza, la più
Ulteriore ; tutta la Citeriore, una gran parte del Monferrato, e la
parte della Capitanata, il contado parte del ducato di Milano al di
di Molise, qualche porzione della là del Po. La decima comprende-
Terra di Lavoro, una parte del va la Venezia o Venizia, ove sta-
.

ITA ITA i83


vano i popoli veneti od eneti, car- bria ; 3. il Piceno suburbioario ;

ni, istri, japidi. Ciò forma al dì 4- la Valeria ; 5. il Sannio ; 6. la


d* oggi tutta T Istria, dovendosi Puglia e la Calabria ; 7. la Luca-
forse aggiungere parte della Croa- nia ed i bruzi; 8. la Sicilia; 9.
zia e delle Carniche, il Friuli, il la Sardegna; io. la Corsica. Di-
Bellunese, una parte
il Cadorino, pendevano dal vicario d' Italia 1 :

del Trentino, il Vicentino, la Mar- la Venezia e 1' Istria ; 2. V Emi-


ca Trivigiana, una porzione del lia; 3. la Flaminia ed il Piceno
Veronese, il Dogado, il Polesine annonario; 4« k* Liguria, alla qua-
di Rovigo, e la maggior parte del le alcuni aggiungono la Toscana
Ferrarese. La undecima finalmente e l'Ombria annonaria; 5. le Alpi
comprendeva la Gallia Transpada- Cozie; 6. la prima Rezia; 7. la
na al di là del Po, ciò che rin- seconda Rezia. Questi differenti
chiude oggidì una parte del Vero- paesi furono da principio possedu-
nese, la più gran parte del Man- ti da diversi popoli, nel numero
tovano, il Bresciano, il Cremonese, de* quali erano i romani. Il paese
una parte del Trentino, la Valtel- di questi ultimi era originariamen-
lina, tutto il Cremasco, tutto il te rinchiuso tra confini assai ri-
ducato di Milano al di qua del stretti, ma eglino si estesero poco
Po, i sudditi degli svizzeri in Ita- a poco, ed invasero non solamente
lia, la signoria di Vercelli, alcun tutta T Italia, ma ancora la miglior
poco del Monferrato, parte del Pie- parte delle altre parti del mondo.
monte, la valle di Aosta, ed alcu- Devesi qui osservare, che il vica-
ne estremità del Delfìnato. riato d' Italia, da alcuni scrittori
Strabone che visse al tempo del- detto anco vicariato di Milano,
l' imperatore Traiano, divide l'Ita- riserbava quasi parzialmente, peri
lia in otto sole parti, la Venezia paesi che ne dipendevano, il nome
cioè, la Toscana, la Liguria, Roma d' Italia, che venne loro dato per
od il Lazio, il Piceno, la Campa- distinzione ed opposizione alle al-
nia, la Puglia e la Lucania. L'im- tre provincie ch'erano del vicariato
peratore Traiano divise 1' Italia in della città, cioè di Roma, che è
diecisette provincie, e Costantino appunto ciò che significa suburbi-
il Grande fatto qualche cambiamen- carie, con cui distinguevansi le
to nella ripartizione delle provincie dieci provincie da quello dipenden-
dell' impero, la divise in tre dio- ti. Quindi facilmente s' intende ciò
cesi o parti, delle quali la princi- che vuol dire il concilio di Sardi-
pale era 1' Italia. Egli la sottomise ca, nella sua lettera alla chiesa di
a due vicari, dei quali V uno a- Alessandria, conservata nelle opere
vea il titolo di vicario d' Italia, e di s. Atanasio. Vi si legge che il
1' altro quello di vicario di Roma. mentovato concilio venne composto
Conservò Costantino la divisione di Roma, d* Italia, della Campa-
dell' Italia in diecisette provincie; nia, della Calabria e della Puglia;
dieci di esse dipendevano dal vi- e s. Atanasio stesso nella sua e pi
cario di Roma, e sette dal vicario stola ai solitari vi aggiunge i bru-
d' Italia. Erano dipendenti dal vi- zi. Roma vi è nominata per uua
cario di Roma : i . il Lazio e la provincia intiera, i cui vescovi a-
Campania; 2. la Toscana el'Om- vevano assistito al suddetto conci-
184 ITA ITA
ho, quanto i deputati della santa talla geografico -storico-polìtica, Ve-
Sede ; e V Italia per tutto il vica- nezia 1727. Filippo Cluverio, Italia
riato appunto d' Italia, del quale antiqua, iteni et Sicilia, Sardinia
era Protaso di Milano, Severo di et Corsica, Lugd uni Batavor. 1624.
Ravenna, e Lucilio di Verona ; ve- Cipriano Elchovio, Deliliae Italiae,
nendo benissimo distinta dalla Cam- Ursel. i6o3. Jodocus Hondius, No-
pania e dalle altre provincie sub- va et accurata Italicae hodiernae
urbicarie, che non erano del vi- descriptio, Lugduni Batavor. 1627.
cariato d' Italia. Nello stesso senso Giovanni Jansoni, Theatrum urbium
deve pure intendersi il nome d'I- Italiae, Amstelodami. Libellus pro-
talia di cui si serve Simmaco nel- vinciarum romanarum editus ab
la sua epistola 121 del libro set- Andrea Scotto. Exstat cum Itine-
timo e da ciò nacque appunto
: rario Antonini. Gio. Antonio Magini,
che si dasse lungo tempo dopo il L'Italia data in luce da Fabio suo
nome di regno d' Italia a questa figliuolo, Bologna 1620. F. Manfro-
parte solamente. ni, Microscopio Manfronio rappre-
Descrissero in vari tempi la bel- le provincie della Marca,
sentante
la Italia, centro del cattolicismo, e Romagna, Umbria, Patrimonio e
che appellano madre le nazioni per Campagnaj le diocesi, città, terre
lei illuminate ed ingentilite, i se- anime
e castelli di esse, e tutte le
guenti autori. Leandro Alberti, di comunione di ciascuna non
Descrizione di tutta l'Italia, nella compresa Roma, Fermo 1700. Fe-
quale si contiene il sito di essa, dele Onofri, Sommario istorico,
Vorigine, e le signorie delle città ed il fioretto delle croniche delle
e dei castelli, e gli uomini famo- più famose città del mondo, con i
si che l'hanno illustrata, i monti, corpi santi che in quelle si trova-
laghi, fiumi, fontane, bagni e mi- no, Venezia i663. Abramo Ortelio,
niere, ec. Bologna 1 55o. Ripurgata Teatro del mondo, Anversa 1608.
poi e con aggiunte di Rorgarucci Salmon, Lo stato presente di tutti
fu in Venezia stampata nel i58r, i paesi del mondo naturale, poli-
a cui fu unita la descrizione delle tico e morale, con nuove osserva-
isole spettanti all'Italia. Guglielmo zioni e correzioni degli antichi e
e Giovanni Blavio, Theatrum or- moderni viaggiatori, Venezia i74°«
bis terrarum, Amstelodami 1640; Francesco Sa uso vi no, Ristretto delle
Theatrum civitatum et admirando- più notabili e famose città d'Ita-
rum Italiae ad aevi veteris, et prae- lia, Venezia i5j5. Andrea Scotto.
sentis temporis faciem expressam, Itinerarium Italiae , Germaniae-
Amstelodami 1642; Civitatum et que , Coloniae 1620. Francesco
admirandorum Italiae pars altera, Scotto , Itinerario d'Italia , col-
in qua urbis Romae ad/niranda la notizia delle poste d'Italia ,

aevi veteris, et hujus saeculi conti- Roma 1 761. Raffaele Volterrano,


nenlur, Amstelodami 1643. Flavio Commentariorum Urbanorum, Ba-
Biondo, Opera omnia, Basileae i53o. Carlo Emanuele Fon-
sileae
i55o,; Roma istaurata ed Italia il- tana, U Italia nobile e virtuosa in
lustrata, tradotta in buona lìngua compendio ec, Parma e Macerata
da Lucio Fauno, Vinezia i558. 1697. Girolamo Andrea Martigno-
Antonio Federico Busching, La T'- ui, Spiegazione della carta istorica
ITA ITA IÒD
delV Italia, Roma
1721. Gio. En- pubblicata Y opera di Francesco
rico Pflaumern, Mercurius italicus Antolini intitolata Dei re d'Italia
:

hospÌLì fidus per Italiae praecipuas inaugurati o no con la corona


rcgiones, et urbes dux, indicans, ferrea, da Odo acre fino al regnan-
explicans quaecumque in iis sunt te augusto imperatore Ferdinando
visu ac si tu digna, Augustae Vin- I. Opera tratta dagli annali di
dclicorum 1625. Giulio Cesare de Italia del Muratori, e dalla storia
Solis, V
origine di molte città del del regno d'Italia del Sigonio.
mondo, e particolarmente di tutta Quanto riguarda la coronazione
r Italia, Venezia i5g3. Agostino dei re d' Italia, si può vedere agli

Turioni, U
origine di molte città articoli Corona Ferrea, Coronazio-
del mondo, e particolarmente di ne de' re , Imperatore ed Impero.
tutta V Italia, Viterbo 1619. Cav. Essendo stati re d' Italia molti re
Antonio Federico Botte, Carla po- di Francia e di Germania vanno
J
stale ed itineraria d Italia, Vene- letti quegli articoli. Alla serie dei
zia i845. re d'Italia premetteremo una ta-
All' articolo Roma riporteremo vola estratta dalla Notizia delle
la serie degl' imperatori romani : dignità dell' impero romano, perciò
qui daremo quella dei re d' Italia che appartiene al reggimento del-
cronologicamente; quella degli e- l' Italia, del quale poi daremo un
sarchi si può leggere all' articolo cenno. Alcuni dignitari del mede-
Esarca. Ai rispettivi articoli degli simo hanno articoli nei Dizionario.
stati sono riportate le serie de* re,

duchi, principi, ec. sovrani d' alcu- Notitia dignitatum Italiae.


na parte d' Italia. All'articolo Cro-
nologia de' romani Pontefici ab- Praefectus Praetorio Italiae.

biamo datoquella de'Papi ed Antipa- Praefectus Urbis Romae.


pi : è noto che i Pontefici sono i più. Vicarius Urbis Romae.
antichi sovrani in Italia, anzi ne Vicarius Italiae.

nel resto dell' occidente, ne in o- Comes rei militaris.


riente nessuna famiglia principesca Dux limitis per Rhetiam primam
può vantare anteriore sovranità. et secundam.
Ai relativi articoli parliamo delle
sovrane famiglie degli Estensi, Me- Provinciae XVII.
dici, Gonzaga, Rovere, Farnese,
Visconti, Sforza, Malatesta, ec. ec. Consulares Vili. Venetiae et I-

e di altre sovrane famiglie che si- striae; Aemiliae; Liguriae; Fla-


gnoreggiarono in Italia. A Parigi miniae annonarii
et Piceni Tu- ;

nel 1736 Francesco


presso Pietro sciae et Umbriaej Piceni suburbi-
Giffart si pubblicò colle stampe : carii ; Campaniae Siciliae. ;

Gencalogies historiques des rois, Correctores II. Apuliae etCalabriae;


empereurs etc, el de toutes Ics mai- Lucaniae Brutiorum.
et
sons souveraines qui ont substitc Praesides VII. Alpium Cotiarum ;

jusqu à present ; excosces duini Rhetiae I; Rhetiae II; Samnii ;

des cartes gcnéalogiques tiivc.s des Valeriae; Sardiniae; Corsicae.


meilleurs auteurs. A Milano nel Sub praefecto Urbis administralio-
1838 coi tipi del Pirotta venne nes quae sequuntur.
186 ITA ITA
Praefectus annonae ; Praefectus vi* Sabini.
gilum ; Comes formarum, alvei Felices juniores.
Tiberis, et cloacarum; Comes por- Àtecoti Honoriani juniores.
tus; Magister census; Rationalis Trisigavi juniores.
vinorum ; Tribunus fori suarii ;
Mauri Honoriani juniores.
Consultaris aquarum ; Curator Galli Victores.
operanti publicorum ; Curator Octaviani.
statuarum ; Curator horeorum Thebei.
galbanorum ; Centenariusportus; Mattiaci juniores.
Tribunus rerum nitentium. Septimani juniores.
Sub vicario Urbis Romae provin- Regii Germaniciani.
ciae X. Campania; Tuscia et Um- Prima Giulia.
bria; Picenum suburbicarium ; Secunda Giulia.
Sicilia ; A pulia et Calabria ; Brutii Tertia Giulia.
et Lucania ; Samnium ; Sardinia; Placidi Valentiniani Felices.
Corsica; Valeria. Gratianenses juniores.
Sub vicario Italiae provinciae VII. Marcomanni.
Venetia et Istria ; Aemilia ; Li- Pontennenses.
guria ; Flaminia et Picenum an-
nonarium ; Alpes Cotiae; Rhe- Fexillationes autem sunt.
tia I; Rhetia II.
Comes Italiae sub dispositione vir. Comites seniores.
illustr. Magistri peditum praesen- Equites promoti seniores.
tatis praeest. Numeris XXXVII, Equites brachati seniores.
et vexillationibus VII. Equites cornuti seniores.
Comites alani.
Numeri sunt. Equites Mauri Feroces.
Equites Constantes Valentianenses
Joviani seniores. juniores. Sub duce limitis Re-
Herculani seniores. thiae I et II. Equites Stablesiani
Divitenses seniores. seniores, augustani. Equites Sta-
Tungricani seniores. blesiani juniores, ponleOeni, nunc
Pannoniciani seniores. Fabianis. Equites Stablesiani sub-
Ooesiaci seniores. montorio.
Cornuti seniores. Praefectus legionis III, Italicae par-
Brachati seniores. tissuperioris Castra Regina nunc
Petulantes seniores. Vallato.
Celtae seniores. Praefectus legionis III, Italicae par-
Heruli seniores. tis superioris deputatae primae
Batavi seniores. submontorio.
Mattiaci seniores. Praefectus legionis III, Italicae prò
Jovii seniores. parte media praetendentis a Vi-
Victores seniores. mania Cassiliacum usque Cam-
Cornuti juniores. biduno.
Leones seniores. Praefectus milit. Ursariensium Gun-
Exculcatores seniores. tiae.
Grati. Praefectus legionis III, Italicae trans-
ITA ITA 187
vectionis specierum deputatae foe- Praef. Sarmat. Gentilium per Bru-
tibus. tius et Lucaniam.
Praefectus legionis III, Italicae trans-

vectionis specierum deputatae Te- Item in provincia Italia


riolis. Mediterranea.
Praefectus Alae Flaviae Rheto-
I.

rum, Quintanis. Tribun. cohort. Praef. Sarmat. Gentilium Foroful-


uovae batavorum, Batavis. Trib. viensi. Opitergio, Patavio, Ve-
cohort. Ili brittorura Abusina. ronae, Cremonae, Taurinis, A-
Praefectus Alae II. Valeriae singu- quisseu Tortonae,Novariae, Ver-
laris Vallato. Trib. cohort. VI. cellis, Samnitis, Bononiae in Ae-

Valeriae Rhetorum, Venaxomo- milia, Quadraris et Eporizio, in


doro. Trib. cohort. I. Herculeae Liguria Pollentiae.
Rhetorum Parroduno. Trib. co-
hort. V. Valeriae Frigum Pi- Sub Magistro Officiorum.
nianis. Trib. cohort III. Hercu-
leae Pannoniorum Coelio. Trib. Fabricae VI.
Gentis per Rhetias deputatae Te- Concordiensis Sagittaria.
riolis. Veronensis Scutorum et Armorum.
Praefectus Numeri barbaricariorum, Mantua Loricaria.
confluentibus sive Brecentiae. Cremonensis Scutaria.
Praef. Alae II. Valeriae Sequa- Ticinensis Arcuaria.
nurum Vimania. Tribunus co- Lucensis Spartana.
hort Herculeae
. Pannoniorum,
Sub Cornile sacrarum largitionum.
Arbore.
Comes largitionum Italicarum.
Item praepositurae Magistri mili- Rationales tres. Summarum Italiae.
timi praestantium a parte pedi' Summarum Urbis Romae. Sum-
tum in Italia. marum trium provinciarum Si-
ciliae, Sardiniae, Corsicae.
In provincia Venetia inferiore. Praef. Prepositi Thesaurorum quatuor. Ur-
classis Venetum Aquilejae. bis Romae: per Italiani Aqui-
In provincia Flaminia. Praef. mi- lejae:Mediolanensium Liguriae:
litimi juniorum italicorum Ra- Augustae Vindelicensis Rhetiae II.
vennae. Praef. class. Ravennan- Procuratorcs Monetae duo : Urbis
tium cum juris ejus de civitate Romae, Aquilejensis.
Ravennae. Procuratores Gynecii quatuor. A-
In provincia Liguria. Praef. classis quilejensis Venetiae inferioris :
Comnensis cum juris ejusdem Mediolanensis Liguriae Urbis :

civitatis Comi. Romae: Canusini et Venusini in


In provincia Campania. Praef. class. A pulii.
Misenatium e Miseno. Procurator Linificii Ravennanliuin
Italiae.

t
Item in provincia Italia. Procuratores Baphiorum tres. Ta-
rentini Calabriae: Cissensis Ve-
Praef. Sarmatarutn Gentilium Apu- netiae et lstriae : Syrucusaui Si-
liae et Calabriae. ciliae.
188 ITA ITA
Sub Cornile rerum privatarum. va , Savona , Albegna ed altre
città.

Rationales rerum privatarum tres: Rodoaldo 65 r.


per Italiani: per Urbem Romani Ariperto 660. Fu cattolico.
et suburbicarias regiones cum , Partorito 688. Fu di gran pietà,
parte Faustinae : per Siciliam. e venne scacciato dal fratello mi-
Rationalis rei privatae per Italiani. nore Gundeberto.
Procuratores rei privatae quinque : Gundeberto 662.
per Siciliam per Apuliam et
: Grimoaldo 671. Essendo ariano si

Calabriam, sive saltus Carminia- fece cattolico.


censes : per Italiam : per Urbem Garibaldo.
Romani: per urbiearias regiones Cuniperto 700. Fu pio e mode-
rerum Juliani. rato.
Luitperto 700.
Strie cronologica dei sessantasette Ragumberto 702. Usurpò il regno
re d'Italia cogli anni della loro al precedente Luitperto suo ni-
morte, con alcuni cenni sui loro pote cugino.
avvenimenti memorabili. Ariperto li 712. Fu molto pio e
prudente.
Odoacre 49 3. Re degli eruli, fu il Asprando 712. Era stato tutore e
primo a dirsi re d' Italia. poi vendicatore di Luitperto.
Teodorico 526, Re dei goti: aggiun- Luitprando 744- Diede saggio or
se alle antiche leggi romane al- di ottimo , or di pessimo prin-
tre centocinquanta. cipe.
Atalarico 534- Morì per dissolutez- Ildebrando 744- Dopo sette mesi
ze nel fiore degli anni. fu scacciato dai sudditi.
Teodato 536. Rachisio 75o. In questo anno ri-
Vitige 54o. nunziò per farsi monaco bene-
Ildebaldo 54 1. dettino.
Alarico 54 1. Questo e il prece- Aistulfo 756.
dente furono uccisi nel medesi- Desiderio ultimo re de'Iongobardi,
mo anno a tradimento. che successe nel 756 ad Aistul-
Totila 552. fo, fu imprigionato nel 773; ed

Teja 552. Fu l'ultimo re de' goti Adelchi o Aldagiso, da lui asso-


entrati in Italia nel 4°/3. ciato nel 767, morì nel 788.
Alboino 572. Fu il primo dei re Con Desiderio finì il regno dei
longobardi venuti nel 568; vin- longobardi cominciato nel 568;
se i gcpidi ed uccise il loro re s' impadronì del regno Carlo
Cunimondo ch'era successo al re Magno.
Ardarico. Carlo Magno. Era re di Francia,
Clefo 573. Ucciso da un servo : e nell'anno 800 fu dal Papa
segui un interregno di dieci anni/ s. Leone III dichiarato e coro-
Antari 5o,o. nato imperatore d'occidente, im-
Agilulfo 616. pero ripristinato da quel Pon-
Adoaldo 624. tefice. .

Arivaldo 63o. Pipino 8 io. Figlio del precedente.


Rotali 646. Tolse ai greci Geno- Bernardo 818. Fu dichiarato re
ITA ITA 189
d'Italiada Carlo Magno suo avo. fece monaco, non potendo più
Luigi 1 il Pio 84o. Fu pure im- sostenere il regno, che gli ave-
peratore e re di Francia, pri- vano dato molti signori ita-
mogenito di Carlo Magno. liani, essendo figlio del marche-
Lotario 855. Imperatore ancora.
I se d'Ivrea.
Luigi II Imperatore ancora.
875. S. Enrico II, per noi il I come
Carlo II 877, il Calvo. Impera- re d' Italia, 1024. Imperatore
tore e re di Francia: era figlio ancora.
minore di Lodovico I. Corrado I 1039. Era duca di
Cadorna nno 880. Imperatore. Franconia e poi imperatore, col
Carlo III 888, il Grasso o Gros- nome di Corrado II il Salico.
so. Con lui finì il lignaggio Enrico II io56. Imperatore an-
di Carlo Magno in Italia. cora.
Guido 894. Era figliuolo del duca Enrico III 1106. Imperatore an-
di Spoleto e d' una figlia di cora, ma col nome di Enrico
Pipino re d' Italia; fu pure im- IV per la precedente avverten-
peratore. za : fu deposto e scomunicato
Arnolfo 899. Imperatore ancora. da s. Gregorio VII.
Luigi III 903. Era figlio del re Corrado II noi. Premorto al pa-
di Provenza. dre Enrico IV, il quale lo fu
Lamberto 910. Regnò in mezzo pure del seguente imperatore
alle turbolenze; fu pure impe- Enrico V.
ratore. Enrico IV n
25. Imperatore an-
Berengario 924. Era figliuolo del cora ; si pacificò col Pontefice
duca di Friuli , ambizioso e Calisto II, terminandosi la gra-
scellerato come Guido suo emu- ve differenza delle investiture ec-
lo; fu pure imperatore. clesiastiche.
Rodolfo 926. In quest'anno si ri- Lotario III 11 37. Era duca di
tirò nel suo regno di Borgogna, Sassonia, ed imperatore col no-
avendo ceduto la corona d' I- me di Lotario II.

taliaad Ugo suo emulo. Corrado III ii52. Era figlio del
Ugo 945. In questo anno si fece duca di Svevia. Fu pure impe-
monaco, avendo regnato venti ratore.
anni. Federico I 1190. Era fratello di
Lotario II 949. Corrado, ed ebbe gravi contra-
Berengario II ed Adalberto 966. sti col Pontefice Alessandro HI
Nel 962 perdette Berengario lo e colla lega delle città italiane.
mani dei
scettro che passò nelle Enrico V 1197. Era figlio del
re della Germania, per lo più ancor lui impe-
precedente, ed
imperatori, e se non coronati ratore, col nome di Enrico VI.
dal Papa, solo re de'romani. Ottone IV 12 18. Eia duca di
Ottone I 973. Era ancora impe- Brunswick, divenne imperatore,
ratore. e fu scomunicato e deposto dal
Ottone II 983. Imperatore ancora. Papa Innocenzo III.
Ottone III 1002. Imperatore an- Federico II i25o. Era figlio del-
cora. l'imperatore Enrico VI. Con lui
Arduino ioi5. In quest' anno si propriamente fìui il regno d'I-
190 ITA ITA
talia,sebbene gl'imperatori con- rebbe il parlare di tutti, laonde ne
tinuassero a farsi coronare colla accenneremo alcuni, dappoiché ai
corona ferrea. Fu scomunicato rispettivi o altri analoghi articoli
e deposto nel concilio generale si parla dell'origine de' diversi po-
di Lione I dal Pontefice Innocen- poli. Annio da Viterbo, Pier Leo-
zo IV. ne Casella, ed un anonimo del
1 391, sognarono non poco su que-

Brevissimi cenni istorici sul? origi- sto punto, per cui non se ne vuo-
ne degl' italiani; sull' antico go~ le far conto. Sembra bizzarra opi-
verno di Romaj sullo stato ci- nione quella di Edmondo Dickin-
vile d' Italia nel tempo della re- son e di parecchi altri da lui ci-

pubblica e dell' impero romano; tati, che Noè in persona fosse il

sui principali avvenimenti d' I- condottiere della prima colonia po-


talia nelle diverse sue epoche ; polatrice d'Italia. Mariano Valguar-
sulla repubblica italiana; sul nera die vanto di primi itali agli
regno italico, e sopra i concilii aborigini o aborigeni, e sotto que-
d' Italia. sto nome intese i progenitori dei
latini e de'romani, e li volle gre-
I più pensano che l'Ita-
critici ci eolici. Non
diversamente pensò
lia non s'incominciasse a popolare Teodoro Richio ; e seguendo Por-
se non più secoli dopo il diluvio, cio Catone e Caio Sempronio li
perchè in que' remotissimi tempi fece venire da Acaia. Filippo Clu-
non era per anco aperto lo stret- verio soli indigeni d' Italia ricono-
to di Gibilterra, e che continui scendo gli umbri, i siculi e gli au-
fossero i monti di Àbila e Calpe. sonii,pare che a costoro dia il pri-
Ond' è, che non avendo il Medi- mato. Per attribuirlo agli etruschi
terraneo alcuno sfogo Oceano,
nell' sonosi assai industriati autori di
se non tra le cime de' monti più molto nome, tra' quali monsignor
bassi, dovette il livello di questo Guarnacci, ed hanno scritto su ciò
mare crescere a tale di soverchia- con grandissima erudizione. Fu o-
re tutto il nostro paese, finché col- pinione di M. Freret, che libur- i

l'andare degli anni o per terremoto ni, i siculi, gli eneti i primi fosse-
o per forza delle acque stesse, o ro che dall'Illirico passassero a po-
per altra cagione, aperto il passo polare la vuota Italia, sedici secoli

tra i monti , scaricossi nel-


detti innanzi la nascita di Gesù Cristo.
l'Oceano gran porzione del nostro All'abbate Quadrio venne vaghez-
mare, e andò a mano a mano za di dar questa gloria qualunque
l'Italia alzando il capo dalle acque olla Valtellina, i cui primi abita-
che T avean sommersa, e invitando tori chiama reseni. Questi sono per
nelle riaperte contrade gli abitato- esso i primi itali, e con essi certi

ri. È assai difficile lo stabilire a tyrani che poi si chiamarono tir-

chi si debba il titolo di primo a- reni. A favore de' celti sotto no-
bitatore d'Italia, tra i tanti popo- me di umbri e di liguri si di-

li ai quali viene dagli autori at- chiarò Jacopo Durandi. Il p. Bar-


tribuito, secondo le varie loro opi- detti prese a provare che i liguri,
nioni, o forse anche le loro incli- gli umbri e i taurisci, questi ger-
nazioni particolari. Lunga cosa sa- mani, gli altri due celti o galli di
ITA ITA 191
origine, primi abitatori della Gal- che l'Italia, detta poi Magna Gre-
lia Cirtom padana, sono quelli a cia,fu prima che da verun altro
cui si vuole dare il nome e il occupata dagli ausonii. Stefano, scrit-
vanto di primi itali ; e da questi tore di autorità, chiama Nola città
esserne discesi gli altri antichi popoli degli ausonii. Strabone afferma che
d'Italia, aborigeni, siculi, aurunci, ec. fabbricarono Temesa nella penisola
Lungi dal prender partito, lasciamo de' bruzi. Livio Vili, dopo di
lib.

ognuno seguire su di ciò quella averli fatti i medesimi che i cale-


opinione che più gli aggrada. Su ni, dà loro tre città, Ausona, Mi-
questo grave punto si possono con- turna e Vescia. La prima città
sultare il p. Bardetti De primi : vien collocata dal can. Pratilli
abitatori d'Italia, Modena 1769. nella sua Via Appia, dov'era Ses-
Pietro Goslino, Origine dell'Italia, sa Aurunca. Ma
Gesualdo nelle il

Venezia i556. Mario Guarnacci, sue Osservazioni sopra la storia


Origini italiche , o siano memorie della via Appia, dopo di avere
etnische sopra l'antichissimo regno provato la diversità degli ausonii
d'Italia, e sopra i di lei primi abi- e degli aurunci, congettura che
tatori nei secoli più remoti, Roma Ausonia essere potesse non molto
1785. Storia dell'Italia dai suoi lungi dalla terra delle Fratte, fab-
primi abitatori dopo il diluvio fi- bricata dalle rovine d'Ausona. Ser-
J
no a nostri giorni, Torino i834- vio però stima, che per aurunci
Giuseppe Micali, Italia avanti V altri non vogliansi intendere che
il dominio de' romani, Firenze 1 8 o 1 gli ausonii, cosi dicendosi per lui
e 1821. Storia degli antichi popo- in greco gli aurunci ; ed un anti-
li italiani, Milano i836. Mazzoldi, co siracusano citato da Strabone,
Origini italiche e della diffusione e Aristotile, Poi. lib. VII, fanno i

dell incivilimento italiano nell'Egli' medesimi che gli ausonii anche gli
to, Fenicia e Grecia, Milano 1840. opicii, creduti da Polibio diversi.
Bareni, Delle orìgini italiche, Bre- Da antichissimi tempi pur vennero
scia 1 84 1 • i pelasgi, il nome de'quali fan de-
Dei popoli che anticamente qua- rivare molti da Phaleg, che fu il
li prima, quali dopo sono venuti quarto dopo Sem figlio di Noè.
in ha Ha, più notizie scrisse il mar- L'origine loro altri la vuole dal-
chese Maflei. I primi furono i li- l'Attica, altri dalla Laconia, altri
dii, secondo che narra Erodoto nei dalla Tessaglia ; lo che non è me-
libi I ; rna ciò egli dice sul solo raviglia, per essere stati in tutti
detto di questi popoli, per cui il questi luoghi i pelasgi. Il tempo
Maflei più cose gli oppone. Gli della loro venuta in Italia, secon-
ausonii furono i secondi, non con- do alcuni ricordati da Diodoro lib.
dotti da Ausone, come vuole il XIV, fu quello del diluvio di Deu-
Kichio nella dissert. De prim. Ita- calione, che li fece sloggiare dalla
liae colon, cap. 2: più cose dicono Tessaglia, tra i cui abitatori ave-
gli autori di questi ausonii. Essi, vano, a detta di tutti, tenuto i

secondo Dionigi di Alicarnasso lib. pelasgi primo luogo; e però se-


il

I ,tennero e denominarono il la- condo il computo di tal diluvio


to occidentale d' Italia. Plinio noi 34o anni prima della guerra di
lib. Ili, cap. 10, scrive similmente Troia. Dionigi lib. I, racconta che
,

192 ITA ITA


alcuni pelasgi originari del Pelo- lestrigone, converrà dire che i la-
ponneso, costretti a lasciar la Tes- conii, discacciati i lestrigoni*!, di nuo-
saglia, giunsero ad una foce del vo la fabbricassero. Da questi vari
Po Spineto; indi valicando
detta abitatori sortì Y Italia i vari suoi
l'Apennino vennero nell' Umbria, nomi suindicati, per cui qui solo
poi tra gli aborigeni, co'quali as- riporteremo qualche altra opinione.
sociatisi godettero gran tratto di Da Ausono fu detta Ausonia, ed
paese, e stettero insieme con essi Enotria da Enotro, siccome da
nel luogo che fu edificata Roma. Italo, nome di altro condottiero
Indi afflitti dalla sterilità della fu detta Italia, come vogliono An-
terra e da altre disgrazie, molti tioco siracusano e Dionigi di A-
di loro lasciarono 1' Italia; i po- licarnasso lib. I. Ellinico però la
chissimi che restarono si restrinsero vuol così detta da un vocabolo
in Cortona, città insigne dell' Um- antico che significa Vitello o To-
bria, e in qualche luogo degli ab- ro, della quale opinione erano sta-
origeni. Macrobio scrive che dei ti Timeo e Varrone
citati da Gel-
pelasgi furono antica colonia gli fio lib. Bochart seguito dal
XI. Il

ernici, metropoli de' quali era sta- Mazzocchi ha creduto, che il no-
ta città come Ala-
Anagni o altra me d' Italia sia una voce fenicia
tri. Bochari poi ed il Meursio
Il derivata da itar o ìtra, che signi-
vogliono che i pelasgi fossero gli fica pece, di cui abbondava quella
stessi che gli etruschi ed i tirreni, parte d'Italia che fu la prima di
ciò che prova essere falso coli' au- tutte così chiamata. Oltre a questi
torità di Dionigi di Alicarnasso, e nomi T Italia è stata detta Satur-
con altre ragioni gravissime il Maf- nia, nome indicante la sua ultima
fei. Sopra i pelasgi può vedersi il antichità, avendo i gentili figura-
Bonhier nelle sue Remaraues sur to in Saturno Noè, come ne'suoi
Herodole, ove ne tratta assai bene. figliuoli Giove, Nettuno e Plutone
Entro molte età prima della che si divisero il mondo, i tre fi-

venuta di Ercole, Oenotro padre gliuoli di Noè, Sem, Cam e Ja-


d'Italo condusse in Italia dal Pe- fet. Fu detta Chanìa, o da Erco-
loponneso una mano di arcadi , le, il quale in lingua egiziana, co-
cui vuol Pausania, lib. VIII, essere me vuole nel lessico il Favo-
suo
stati i primi greci passati in Italia. rino, chiamavasi Chon, o piuttosto
Riferisce Erodoto come certi focesi da Saturno stesso , come dimostra
fuggiti a Reggio possedettero nel- il Mazzocchi , dimodoché C/ionia
l'Enotria una città, che a suo tem- e Saturnia sono sinonimi. Dai gre-
po chiamavasi Hielsa, detta in se- ci fu appellata Esperia, per la ra-
guito dai latini Velia. Afferma gione stessa che Esperia hanno i

Dionigi d' Alicarnasso, lib. V, esser latini chiamato la Spagna, cioè


venuta ne' lidi di una
Terracina perchè l'Italia era ad essi occiden-
colonia di laconii molti secoli dopo tale, traendo un tal nome da E-
la rovina di Troia, regnando Li- spero , stella annunziatrice della
curgo. Strabone lib. IV, e Solino sera. Finalmente il Martinetti nel-
cap. VIIIj vogliono Formia edifica- la sua Collez. clas. p. 307, parlan-
ta dai laconii. Ma se èvero, come do che Jafet occupò e popolò
dice Plinio, che vi ebbero sede i l'Europa, dice esser comune opi-
ITA ITA i
93
ìiione de' dotti , che Cethim figlio celti, benché Erodoto li faccia di-
lli Giavan e nipote di Jafet, dasse scesi dai ligi, popoli della Colchide,
il principio ed il nome all' Italia, o come altri dicono dell'Albania,
die appellasi duini, Cethim o Chet- e Sesto Pompeo li vuol originati
tini in ebraico, come vogliono i dai siculi. Furono i liguri robusti
padri, e tra questi s. Girolamo, e forti contro i disagi della guer-
Gcn. e. io, e Geremia e. i. Ite, ra e delle fatiche. Gli euganei a-
inqitit, ad insula s Cittim, quas vel bitanti tra il mare e l'Alpi , furo-
Jlaliae, vel oaidentalium partitivi no sloggiati da Antenore dopo la
debemui intelligere Il Tostato ,
. presa di Troia, il quale fattosi ca-
Gen. 1. e. Necesse est confileri u~ pò degli eneti^ scacciati dalla Pa-
bi y
Num. 24, dicitur de Chittim. flagonia, venne con essi nell'intimo
Osserva perciò il Martinetti che seno mare Adriatico. Questi
del
Cethim o Chittim nipote di Jafet heneti secondo la pronunzia di
dovette popolare l'Italia molto tem- qua furono detti veneti, e di qui
pò dopo che Nembrod fondò il la denominazione di veneti agli a-

regno di Babilonia, perchè le fami- bitanti tutti di quel tratto, e al


glie babilonesi erano già adulte ed tratto stesso di stato veneto. Gli
esistenti nei contorni di Babel, ed euganei scacciati dai veneti si ri-

all'incontro la discendenza di Jafet tirarono ne'monti, in quelli princi-


spargeudosi per tutta l'Europa e palmente che ora formano le vai-
parte dell' Asia, dovette impiegar li bresciane, come dice Plinio, e
molto tempo ne' viaggi e nella co- anche in Verona. JNV monti il lo-
noscenza de'luoghi, ed appena Ce- ro principal luogo fu Stonos, e
thim nipote di Jafet potè condur- Catone annoverò trentaquattro ca-
re dopo mollo tempo una colonia stella appartenenti a questa gente,
nella regione, cui diedero il nome Gli euganei pare credibile che
d'Italia. fossero o etruschi o venuti dallo
Altri antichi abitatori dell'Italia, stesso luogo. Il nome di euganei si

i qualioccuparono più luogo,


vi vuole un soprannome di onore da-
e vi furono più permanenti, inco- to a questi popoli, per distinguer-
minciando dal tratto d'Italia detto li da altri popoli dello stesso loro
Gallia Cisalpina, furono i seguenti, ceppo. Gli etruschi occuparono di
I liguri , cioè gli abitatori tra il nuovo maggior parte dello sta-
la

Varo e la Magra , furono quelli to occupato dai veneti, e costrin-


propriamente il cui paese fu detto sero i medesimi a ritirarsi alle
Liguria. Poiché oltre questi vi so- spiaggie del mare, finché imitisi
no stati i liguri montani, che de- formarono un solo popolo, che
nominarono le Alpi Liguri. Se fosse bravamente si difese dai galli, e li
vera l'opinione d'Eustazio che dà ai tenne sempre di là dal Chiesio.
liguri per autore un certo Ligure Catone, appresso Plinio lib. XIX,
fratello di Albione, il qual Ligure fa i veneti di stirpe troiana. Dio-
si oppose ad Ercole allorché andò ne poi li pone in quelle parti pri-
in cerca de'buoi di Gerione, sareb- ma di Antenore. Strabone, lib. IV,
be pregevole la derivazione del nome non ò alieno dall'opinione di quel-
loro. Circa l'origine loro, più comune li che stimano ì veneti una propa-
opinione si è, che sieno venuti dai giue di que' galli belgici che col
VOL. XXXVI. l3
'94 ITA ITA
nome di veneti erano sull'Oceano. rali del Lazio e primitivi. Tucidi-
Ma è noto, che la prima inva- de li fa gente italica, e che di es-
sione de' galli in Italia fu quella si andò in Sicilia un e-
dall' Italia
sotto Tarquinia Prisco quinto re occupandone parte, o de-
sercito,
eli Roma epoea assai posteriore.
, nominandola dal loro nome, sor-
Anche un passo di Polibio lib. II, tito da essi, secondo Dionigi, da
mostra i veneti non aver dai gal- Siculo re degli ausonii, che regnò
li Ariano in fine, come
l'origine. fra gli enotri conforme lo stesso
può vedersi in Eustazio sopra il dopo Morgete. Ciò in cui molti
Periegetto, stima che i veneti siano convengono si è, che nessun autore
passati in Europa per essere stati antico ha detto che i siculi fosse-
vinti e scacciati dall' Asia dagli ro toschi, e che i toschi passassero
assiri. in Sicilia. All'Italia ossia all'Etru-
Venendo in giù dalla Gallia Ci- ria è stato dato il nome di Meo-
salpina quali hannovi altri antichi nia dai poeti; lo che è derivato
abitatori d' Italia più rinomati, si dall' opinione che gli etruschi fos-
presentano gli umbri. Si stimano sero venuti dalla Lidia; che i lidii

questi dice Plinio, la più antica


, poi fossero detti meoni lo avverte
gente dell'Italia, siccome così chia- il geografo, lib. XIII. Debbono poi
mati dai greci per essere sopra* rammemorarsi i sabini, cosi detti,
vanzati alle pioggie dell' inondazio- secondo alcuni, da Sabo figliuolo
ne della terra. Quindi egli pensò, di Sanco, genio del loro paese.
iiell' Etruria essere stati gli umbri, Strabone li chiama popolo anti-
indi i pelasgi, e poi i lidii. Furo- chissimo e indigeno, da cui, come
no dunque detti dai greci umbri aggiunge lo stesso, derivarono i pi-
o ombri o ombrici da ombros, ceni, i sanniti, i lucani ed bru- i

che significa secondo loro pioggia zi, lib. III. Anche Vairone fa i

impetuosa, etimologia contrastata, sanniti discesi dai sabini. Fu chi


ma difesa dal p. Bardetti. Plinio disse sannite quel Capi che fondò
e con esso Stefano di Bisanzio e Capua, e secondo altri venuto da
il Cluverio vogliono detti questi Troia, e secondo altri avo di Ti-
popoli umbri dal fiume Ombro- berino o Tiberio Silvio re d' Al-
ne. Gli umbri furono celti essi ba. Ma Patercolo vuole che Ca-
pure d'origine, e circa il paese da pua sia stata fondata dagli etru-
loro abitato in Italia, Zinodoto schi, e Tito Livio afferma, che
scrittore della storia di questi um- Volturno fu il primo nome di
bri li fa indigeni di Rieti, indi quella città ; si aggiunge, che nelle
cacciati di là dai pelasgi li fa pas- monete di Capua si veggono let-
sar il Nar oggi la Nera, e fermar- tere etnische. Vengono in terzo
si intorno alla stessa, e chiamarsi luogo i volsci, famosi per le guer-
sabini, alche ripugna Catone. Nel re co' re di Roma. Il paese di es-
Lazio e contigui luoghi sono de- si è situato tra il Lazio e la Cam-
gni di particolare ricordanza pri- pagna. Il Cellario annovera dili-

mieramente i siculi posti da Pli- gentemente le città e luoghi che


nio in quarto luogo tra i primi possedettero ; la metropoli fu, al
abitatori d' Italia, e Dionigi di dire di Strabone, Suessa Pomezia,
Alicarnasso li chiama popoli natu- e lo conferma ancor Dionigi, ben-
ITA ITA. i
95
che poco appresso dica che Co- presa ogni terra considerabile ; ora
liolo Taceva la figura della loro moltissime, e la più parte di que-
metropoli Ebbero anco Terra ci ne, ste saranno appartenute agli etru-
chiamala Anxur nella loro lingua. schi, signori quasi di tutta Italia.
l\Ja,il ripetiamo, sulle diverse opi- Non è questo il luogo di parlar
nioni dei primi abitatori de'luoghi, delle altre notizie de' celebri e
l'orse meglio ne parla ai loro
se possenti etruschi, del loro governo
articoli. Restando per ultimo gli regio, della loro lingua, arti e
osci, gente cosi antica, che poco scienze in cui tanto si segnalarono,
ne parlano gli scrittori greci e delle loro forze militari, e de' loro
romani, per essere al loro tempo avvenimenti. Se ne tratta all'arti-

di già svanita. Pare che si ritrag- colo Toscana, mentre agli articoli
ga da Plinio , che stessero tra i Lazio e Roma parleremo dei cele-
volsci e gli ausonii. Festo li fa de- bratissimi latini , come ai tanti
nominati da una regione della articoli che li riguardano.
Campagna detta Oscos* Il nome Passeremo a dare una tavola
di Etruria e di etruschi non tro- geografica degli antichi popoli che
vasi usato che dai latini, poiché i abitarono l'Italia, compresivi anche
greci usarono quelli di Tirrenia i venuti dopo la fondazione di Ro-
e tirreni, ed i romani dissero li ma, ma sarà indispensabile riepilo-
anche tuschi, quali nomi sono
i gar brevemente alcuna delle cose
stati dati anche a tutta 1' Italia. già dette di sopra. Questa tavola è
Alla venuta di Enea, dice Livio I. estratta dalla citata Storia d'Italia
I, che P Etruria empiva del suo dai suoi primi abitatori, che la ri-
nome tutta la lunghezza dell'Italia cavò dall'ultima edizione del Clu-
dalle Alpi al mar siciliano, e nota verio. Anche M. de P Iste diede
come due mari che P abbrac-
de' una carta assai distinta co'nomi de-
ciano, P uno era detto Toscano, gli antichi popoli e delle antiche
e l'altro Adriatico, da Adria colo- città, che il barone di Saint-Odill
nia de' toscani. Aggiunge lo stesso pubblicò nuovamente con moltissi-
Livio, che le colonie di questi a- me correzioni. I liguri posti tra
veano occupati i passi tutti di qua il Varo e la Magra, e il mare Li-
dalPo sino alle Alpi, eccettuato gustico, e il fiume Po sino a Pia-
un angolo su! mare. Per autorità cenza, dividevansi in più popoli. I
di Plinio le foci del Po furono liguri cosi detti assolutamente tene-
scavate dai toschi, e dove Polibio vano Genova, Savona, Novi, Sestri
lib. V esalta le pianure di Lom- e Porto-fino. I liguri vagiesi era-
bardia come leEuro- più felici d' no nel marchesato di Saluzzo; i li-

pa, dichiara che furono prima te- guri stazielli abitavano il Monfer-
nute dai tirreni, e quando se ne rato. I liguri intemelii stavano pres-
impadronirono i galli, dicono gli so Ventimiglia. ingauni e-I liguri
autori concordemente, che ne scac- rano in Albenga, nel Finale e nei
ciarono i toscani. Quanto alle città luoghi vicini. I liguri apuani ave-
degli etruschi, fu fama essere state vano Pontremoli. V'erano pure i

anticamente in Italia millecentono- liguri garuli, lapiuni, creati, frinia-


vantasette città, sotto il qual no- ti , veliati , celelati e certiceati. I
me è da credersi, che fosse corri- taurini posti tra la sinistra del Po
196 ITA ITA
e la radice delle Alpi, e il fiume già dell'Adriatico, sino al fiume Ci-
Orco, diedero il nome alla città di sano presso a Capo d'Istria. La lo-
Torino, già espugnata da Annibale ro capitale fu Aquileia; indi veni-
ed ora reggia del re sardo. I coz- vano Cividal del Friuli, e Zuglio
zi e gl'ideonni erano popoli di due di cui restano ora alcuni vestigi, tra
regoli nelle Alpi; la capitale dei pri- il monte della Croce e il fiume
mi fu Susa. I salassi abitavano nel- Tagliamento, tre miglia sopra Tol-
la valle che taglia il fiume Dora: mezzo; e Udine. Appartenne anche
capitale di questi era Aosta detta Au- a questi popoli Norcia ora Gorizia,
gusta Praeloria, perchè fu fabbrica- città prima dei tau risei, i quali di
ta d'Augusto., e perchè fu là man- là dalle Alpi furono poi detti no-
data una colonia di pretoriani; e rici. Trieste similmente, prima città
poscia Ivrea. I leponzi erano po« degl'istri poi colonia de'romani, è
sti circa il lago maggiore a Bellin- entrata nella provincia dei carni .

zona e luoghi vicini. Gli euganei Gl'istri abitarono il paese che a


tra il Iago di Como e il fiume A- forma di penisola entra nell'Adria-
dige. I più celebri fra gli euganei tico, tra i fiumi Cisano ed Arsia :

furono i saruneti* posti nella valle la loro capitale fu Pola fabbricata


di Chiavenna e nella Valtellina. I dai colchi, mentre perseguitavano
vennoni alla sorgente dell' Adige. Giasone e Medea; indi vengono Pa-
I camuni nella Val Camonica. I renzo, Capo d'Istria e Castel Nuovo.
truraplini o triumplini presso al fiu- De'galli cisalpini. Questi furono
me Ohio. I beti furono condot- altri traspadani, altri cispadani. I

tida Reto toscano, quando fu- galli traspadani furono libici, capi-
rono i toschi scacciati dai galli, tale de'quali fu Vercelli. I levi, ca-
dalla regione Circompadana. Stava- pitale de'quali fu Pavia, ed ebbe-
no questi sopra gli euganei., tra la ro anche Novara. Gl'insubri, i più
sorgente del Reno e del Dravo; la forti tra i ebbero per ca-
galli itali,

loro capitale fu Trento; gli altri pitale Milano, poi furono loro illu-
luoghi più cospicui furono Coirà, stri città Lodi, Crema e Monza .

Feltre e Belluno. Verona, città chia- Gli orobii ebbero Como, Bergamo
rissima in ogni tempo, fu fabbrica- e Berlasina. I cenomani, de'quali fu
ta di concerto dagli euganei e dai Brescia la capitale, ebbero le città

reti. I veneti erano alla riva del- assai illustri di Cremona e di Man-
l'Adriatico tra il Po e la sorgente tova, già fabbricate dagli etruschi.
della Brenta, la capitale de'quali fu I galli cispadani eranoanani gli

Padova fabbricata o accresciuta da o anamani che confinavano coi ligu-


Antenore lor condottiere; benché ri, e abitavano attorno a Piacenza,

Oliverio voglia questi veneti piut- poi colonia de'romani e celebre an-
tosto popolo illirico. Gli altri loro cora pel superbissimo anfiteatro che
luoghi più celebri furono Adria fab- avea vicino alle mura, il quale re-
bricata in prima dai toschi, Este, stò incendiato quando fu espugna-
Vicenza j ed Aitino di cui non re- ta da Cedrina. I boii, i più for-
starono che il nome e qualche se- ti tra'galli d'Italia dopo gl'insubri,

gno presso il fiume Sile; e inoltre fu loro capitale Bologna , dinanzi


Treviso, Oderzo e Concordia. I car- detta Felsina, quand'era capitale dei
ni tennero il rimanente della spiag- toscani. Ebbero inoltre Parma, Bres»
,

ITA ITA 197


sello, Reggio, Modena, Imola, Faen- ne il fiume che taglia la Toscana;
za, Forlì. I senoni, gli ultimi de- ma dai possedimenti sul mare Me-
gli antichi galli, venuti in Italia, a- diterraneo li scacciarono gli etruschi,
bitarono tra Ravenna e Jesi una e da quelli sull'Adriatico li fecero
parte del paese degli umbri, e sta- ritirare i galli senoni. Distrutti que-
bilirono per loro capitale Senigal- sti dai romani, furono i confini del-
lia, fatta poi colonia de'romani, do- l'Umbria dall'austro la Nera, dall'oc-
poché furono da' quei luoghi dis- caso il Tevere e il Ronco, dal set-

cacciati i da M. Curione Den-


galli tentrione l'Adriatico, e dal levante
tato. Pompeo vinse Mario in que- la sorgente del fiume Jesi fino a
sta città e la saccheggiò. quella della Nera. Le sue città più
De' toscani e degli umbri. Gli etru- celebri nella spiaggia dell'Adriatico fu-
schi, parlando della sede che tennero rono Ravenna, Rimini, Pesaro, Fa-
più stabilmente, ebbero il paese tra no, Senigallia. Più a dentro Cesena,
laMagra, il Tevere, l' A pennino e il Sarsina, Urbino, Sentino, Jesi, Ca-
mare Mediterraneo. Voglionsi le do- merino. Di là dell'Apennino Gubbio,
dici città capitali di questi popoli: Bevagna, Spoleto, Città di Castello,
Eolsena, Chiusi, Perugia, Cortona, Nocera, Asisi, Spello, Foligno, To-
Arezzo, Città di Castello o Civita- di, Terni, Narni, Amelia, Otricoli.
castellana, Volterra, Grosseto e Cer- De' siculi, de' sabini e del Lazio.
veteri, le quali ancora rimangono. E I siculi da prima co-
confinarono
inoltre le già rovinate, Veio poche gli umbri, stendendosi in giù fino al
miglia lungi da Roma; Vetulonia mare. Da Italo loro condottiere vuoi-
presso Piombino, Mazza, Rosella su si cognominato questo paese per la
d'un colle vicino a'bagni di Rosel- prima volta Italia, e poi dopo il lo-
la, dove si vedono ancora le ro- ro discacciamento Saturnia, e poi
vine di questa città; Tarquinio, di Lazio. 1 sabini entrarono a posse-
cui pur restano le vestigia sopra dere la parte del Lazio posta tra
Corneto. Dopo queste città capita- il fiume Nera e il Te verone. La
li, furono città assai distinte dell'an- capitale di questi fu Rieti, dopo la
tica Luni ora l'Erice, la
Etruria, cittàchiamata Cures, che Leandro
quale abbenchè posta al di là del- vuol che corrisponda al luogo or
la Magra, pure era dei toschi, Pi- detto Torri, il Cluverio al castello
sa, Livorno, Populonia di cui re- Vescovio, e Luca Olstenio a Corro-
stano le memorie vicino a Piom- se, presso il monastero di Farfa .

bino, Telamone, Costa ora Ansido- Le genti di questa città furono det-
nia, Gradisca affatto distrutta sotto te cureti, e da essi vogliono alcuni
Corneto, Civita Vecchia, e Alsio o- che i romani fossero appellati quiri-
ra Palo. Più dentro cranvi Nepi ti. Le altre città più celebri de' sa-
Sutri, Viterbo, Orte, indi Erbano bini furono Norcia, Cutilia, le cui
ora Orvieto, Soana, Saturnia rovi- rovine sono presso Civita Ducale,
nata presso Soana stessa , Siena, Amiterno, i cui vestigi stanno pres-
Firenze, Pistoia, Lucca. A'toscani di so l'Aquila, e inoltre Ereto, se-
là dal Tevere si univano gli um- condo il Cluverio, ora Monte Ro-
bri. Questi da principio assai pos- tondo, e N omento ora la Men-
sedettero lungo l'uno e l'altro ma- tana. I latini antichi aveano il

re, e da essi fu denominato Ombro- paese tra il Tevere e l'Anio o


,

r
98 ITA ITA
sia Te verone fino a Circello ; po- li detti aurunci. I picentini o pìci-
scia si computarono nel Lazio gli ni stavano di là dall' Apennino, con-
equi, gli ernici, i volsci e gli au- finanti coi sabini e cogli umbri tra
sonii, ed il fiume Garigiiano fu il i fiumi Jesi e Aterno, ora detto Pe-
loro confine. Capo del Lazio si vuo- scara. \\ loro paese diceasi Piceno.
le da molti che sempre sia stata Ebbero sul mare Ancona fabbrica-
lioma; tra le città principali si con- ta dai siracusani e colonia de'greci,
tano Tivoli, Palestrina, Gabio, Tu- Castel Nuovo ora Flaviano, Castel
scolo e Ariccia, Civita Lavinia, Al- Tronto, dove il fiume Tronto met-
ba Longa, Lavinio ora Patrica, Lau- te in mare ( è però incerto se fos-
rento ora Paterno, e Ostia. Presso se nella destra di questa foce ove
dove si unisce il Teverone, mo- si .èora Torre Segura, o alla sinistra
strano incerti vestigi di Antemna ov è il porto d'Ascoli ), Osimo, Se-
Collazia e Fidene. I rutuli assai ri- ptempeda ora Sanseverino, Tolen-
strettiebbero Atdea per capitale. tino, Fermo , Ascoli , Teramo ed
Gli equi ebbero Carsu la ora Arsoli, Atri. I vestini confinanti de'piceuti-
Valeria o Varia or Vicovaro, poi ni avevano Civita di s. Angelo, Ci-
Subiaco e l'Algido. Gli ernici ebbe- vita della Penna, Avia ovvero Avel-
ro Anagni, A latri, Veroli e Feren- la, ora Aquila. I maruncini segui-
tino. I volsci confinavano cogli er- vano dopo i vestini verso il mare,
nici stendendosi verso il mare ove è avendo assai angusta estensione; di
Anzio distrutto, già capitale de'vol - loro era Tieti o Chieti. I peligni con-
sci, di cui rimane il promontorio finavano coi vestini e coi marunci-
Capo d'Anzo ; Circeo, di cui riman- cini, e fu loro capitale Corfìuio di-
gono alcuni vestigi a monte Circel- strutto, che fu la fortezza stabilita
lo; Te tracina detta Anxur\ l'Agro da'popoli italici nella guerra socia-
Pontino ora Paludi Pontine, ove le contro i romani. Se ne vedono
Ponziano per testimonianza di Pli- i ruderi sette miglia lontano da Sul-
nio dice essere stale venti tre città, mona che poi fu capitale de'peligni,
capo delle quali era Suessa Pome- e tre miglia lontano dalla riva de-
tia posta tra Velletri e Cori. Città stra del fiume Aterno ossia Pescara.
de' volsci furono Velletri, Piperno, marsi continuavano dopo i pe-
I

quali si disputano l'onore di capi- lignied i vestini avevano Alba Fu- :

ta le^ Cori, Norba o Norma che ai cense distratta, detta volgarmente


tempi di Plinio era distrutta, Sezze, Albe e Alba sul lago Fucino ora
Segni, Sermoneta, Frosinone, Fal- Celano, e inoltre Marrubio ora Mor-
vatera, Aquino, Monte Cassino, Ati- rea. 1 frentani o ferentani sul li-

na, Arpino, Arci, Sora, Fregella che do di là dai marrucini e dai peli-
fu ove ora è Ponte Corvo, o Ce- gni avevano Ortona, Lanzano e Gua-
prano, secondo il Cluverio, e Inter- sto d'Amone. I samniti, detti anco-
ramna ora l'isola di Sora. Gli au- ra sabelli, che voglionsi derivati dai
soniiebbero Gaeta, Foudi, e For* sabini, possedettero il paese detto
mia ora Mola. Vuoisi che gran par- Samnio, da una città che vi era,
te di questi popoli sieno stati chia- del cui sito non resta memoria; i

mati opicii, quali osci; siccome che gli luoghi di questo paese erano Boia-
ausonii posti tra i confini dei volsci no, Iseruia, Sepino, A li fé e Telefe.
e Teano Sedicino sieno stati i popo- Gl'irpini discendevano da' samniti,
,

ITA ITA 199


e possedevano Benevento, Ariano, pulii raessapi, essendosi poi chiama-
Avellino e Consa. I campami, che ta la Messapia Calabria e calabri
voglionsi derivare dagli opicii, ovve- i suoi abitatori; siccome la metà della
ro dagli osci, abitarono la Campa- Calabria stessa adiacente al golfo di
nia felice ora detta volgarmente
,
Taranto fu il paese de'popoli detti
Terra di Lavoro, in cui vi avevano salentini. Dopo questa costituzione
Linterno o Literno, ora la Torre della Calabria, la Puglia propriamen-
di Patria, luogo del volontario e- te tale fu il paese tra il fiume Fren-
silio di Scipione africano ; Baia tone e la detta Calabria. I luoghi
antico luogo di delizia de'romani, celebri della Puglia furono Teano,
sul golfo di Pozzuolo, tra esso e Appuloora volgarmente Civitate, di
Cuma; Miseno ora Monte Miseno; cuinon resta che piccolo vestigio del-
Pozzuolo, Partenope ora Napoli; Er- le sue mura; Gerion, or Dragonara;
colano volgarmente Torre di
ora Siponto, Lucerà, Aequulanum ora
Greco; Pompeia, ora volgarmente Troia, Arpi, di cui si vedono le ro-
Scafati, l'uno e l'altra coperti dal vine presso Foggia, Ascoli di Puglia,
Vesuvio, e inoltre Sorrento. Più Venosa, Achirontia ora Acerenza
dentro terra avevano Capua, che Canosa, Canna, Salpe, Ruvo, Biton-
si vuol fabbricata da'toschi, le cui to, Egnatia or terra d'Anazzo. Nel-
rovine veggonsi due miglia lonta- la Calabria Brindisi, Otranto, Castro,
no dalla moderna Capua; Suessa Gallipoli e Taranto. Nella penisola
Auruncii, ora Sessa ; Venafro; Ca- Nardo, Lecce, e Rudia non più esi-
silino celebre per l'assedio soste- stente e già patria di Ennio.
nuto contro d'Annibale. Di esso non I lucani derivati essi pure dai
rimane che il ponte CasilinOj e sor- samniti, presero sotto la condotta
ge sopra l'antico suo sito la nuova di Lucio loro capo il paese posto
Capua. Avevano ancora Tiano, Ca- sotto gì' irpini e i picentini dall' u-
iazzo, Calvi, Aversa, Acerra, Nola e no all'altro mare sino ai fiumi o-
Nocera de'Pagani. I picentini si ra Leino e Cochile. Ebbero
detti
stendevano da Sorrento ossia dal sulla spiaggia del Mediterraneo Posi-
promontorio di Minerva sino al fiu- donia rovinata, ora Pesto, Velia già
me Silaro; furono una colonia degli celebre porto, eBuxento orPolicastro;
altri picentini là condotta dai ro- dalla parte del golfo di Taranto,
mani: la loro capitale fu Salerno. Metaponto or Torre di Mare, Era-
Gli appulii tennero la Puglia, che clea, dinanzi Siri e ora nelle reli-
dal fiume Frentone va sino alle fo- quie delle sue rovine Policore, Siba-
ci dell'Adriatico: si dividevano in ri, che giunse a contener trecentomila

appulii dauni, ch'erano posti tra i abitatori, ne più esiste. Dentro ter-
fiumi Frentone e l'Aufido, ora Lo- ra avevano, Potenza diversa dalla
fanto; in appulii peucezi, eh' erano picena, e Grumento or Clarimon-
posti dal Lofanto sino a Brindisi te. I bruzi provenienti dai lucani
e Taranto, benché una parte di que- tennero il resto dell' Italia fino al-
sta Puglia Peucezia sia stala abita- lo stretto di Sicilia. Ebbero nella
ta da'pediculi ; e in appulii messa- spiaggia verso ponente Cerili or Ci-
pi, posti sul resto della Puglia, ch'en- rella, Clampetia or Amantea, Tem-
tra nel mare in forma di penisola. psa distrutta Torre Lop-
vicino a
1 calabri sono gli stessi che gli ap- pa, Terina or Nocera, Lamelia or
,

300 ITA ITA


sant' Eufemia, Scilleo sulla testa benefizi da lui fatti ai latini, questi
dello scoglio detto Scilla, ora Sci- credettero di vedere in lui ritorna-
giio. Di là Reggio;
dallo stretto, to un nuovo Saturno, onde dopo
dall' altro mare Caulonia or Ca- la sua morte come tale lo venera-
stel Veteri, Squillace, Crotone, Pe- rono. Discendevano quei di Pallan-
telia or Belicastro, Rossano. En- zia dalla città fondata da Evandro
tro il capo de'bruzi, Cosenza e pres- quando co'suoi arcadi si recò nel
so ad essa verso settentrione vi era Lazio, sessantanni prima dell'eccidio
Pandosia, col fiume Acheronte ce- di Troia. A tali primi seguaci di
lebre per la rotta e per la morte Piomolo si unirono molti fuorusci-
quivi incontrata da Alessandro re ti de'luoghi circonvicini, e poscia i

degli epiroti. Fuvvi ancora la fa- sabini : da lui la città prese il nome
mosa città d' Ipponio, detta poi di Roma, e romani gli abitanti. Cin-
dai romani Vibo o Vibona Va- quecento e più anni stette Roma
lentia, ora Monte Leone. Magna a sottomettere tutta l'Italia, avendole
Grecia è propriamente il paese i galli lungo contrasto; dopo
fatto
che sta tra Taranto e lo stret- il qual tempo in
duecento anni i
to di Sicilia. Prima fu detta Ma- romani conquistarono il meglio del-
gna Grecia anche la Sicilia e tut- l'Europa, e gran parte dell'Asia e
ta quasi l'Italia, le cui spiaggie ma- dell' Africa. Incominciamo dunque
rittime occuparono i greci colle lo- i principali avvenimenti d'Italia do-
ro colonie. Così Cluverio nel luogo po la fondazione di Roma, coll'indi-
citato. car le conquiste che i romani fecero
Tralasciando di narrare gli av- nel l' Italia sotto i re.

venimenti riguardanti gli etruschi I re di Roma ebbero molte e


ed i re latini e di Alba, quali si di- lunghe guerre coi popoli circonvici-
ranno ai citati articoli, così pure ni. Romolo coi cenninesi, co'orustu-
della fondazione di Roma, passere- merini, cogli antemnati, co'camme-
mo ad accennar quelli principali del- rini, co' fidenati, co' veienti. Tulio
l'Italia, accaduti dopo la fondazione Ostilio terzo re di Roma, cogli al-
di tale città. Solo qui prima note- banesi, di nuovo co' fidenati e coi
remo che Romolo la fabbricò 748 sabini. Anco Marzio quarto re di
anni avanti la nascita di Gesù Cri- Roma, di nuovo co' veienti. Tar-
sto, ovvero 752 anni avanti o 753, quinio Prisco quinto re di Roma,
corrispondenti agli anni del mondo co' latini, cogli etruschi, e di nuo-
325 1, essendo queste le tre epo- vo co' sabini. Tarquinio il Superbo
che più celebri della tanto contra- settimo ed ultimo re di Roma
stata fondazione. Primi seguaci di coi volsci , e di nuovo co' sabini.
Romolo furono parte degli abitan- Ora in queste guerre Roma dilatò
ti delle piccole città di Saturnia e il suo territorio, e nelle paci si

di Pallanzia, e di quei troiani di- rese confederate nemiche , le città


scendenti da coloro ch'eransi porta- che poi più volte tornarono a ri-
ti nel Lazio con Enea, dopo l'ecci- bellarsi, e nelle medesime inviò co-
dio di Troia. Quanto agli abitanti lonie romane. Cinque di queste co-
di Saturnia, essi discendevano da lonie ne fondò Romolo, cioè Ceci-
quel re latino Sterce successore di na, Antenna, Crustumio, Camelia
Giano, che la fabbricò ; e mercè i e Fidene. Panvinio e il Sigonio vi
ITA ITA 201
aggiungono Medul liti ; ma Dionigi opieii; Marcio Tremolo gli ernici;
d'A licarnasso ci dice solo, che mol- (minio Bruto gli equi ; e Curio
te famiglie di Medullia passarono Dentato sabini. Più consoli doma-
i

Roma per godere dei vantaggi rono galli, rotti specialmente in


i

della dolcezza di Romolo. Ne furo- Toscana da Cornelio Dolabella ; Ti-


ne poi aggiunte tre altre, ma non to Curancanio soggettò la Toscana

per conquista, bensì o per comodo sino al fiume Arno ; Papirio Cen-
del commercio, come fu Ostia fon- sore e Calvilio Massimo i lucani,
data da Anco, o per opportunità di i sanniti ed i bruii; Appio Claudio
larvi svernare i soldati, come fu Se- i picentini ; Decimo Bruto e M.
gna stabilita da Tarquinio il Super- Fabio i salentini e i messapi; la

bo, o per tenere in soggezione i vi- Gallia Cisalpina fu conquistata da


cini, come fu Circeo, che fondò lo C. Marcello. I veneti si diedero spon-
stesso Tarquinio per raffrenare vol- i taneamente compagni a' romani; i

sci. Queste colonie altre erano af- carni e gì' islri vinseli Sempronio
fatto nuove, cioè fondate in luoghi Tuditano; Emilio Scauro;
i liguri
ove non erano in avanti città, altre i Alpi, Appio
salassi, e gli altri delle

stabilite in città \inte e distrutte che Claudio Bello. Nella guerra ch'eb-
popolar si volevano. In queste alcu- bero co' galli L. Emilio Paolo, e
ne volte vi si riteneva parte de' vinti C. Attilio Regolo, narra Plinio nel
cittadini, e solo vi si inviava un lib. Ili, che nell'anno di Roma 529
supplemento di cittadini romani; al- sotto detti consoli si armarono in
tre volte traspiantati a Roma tutti Italia contro i galli settecentomi-
gli abitanti, vi si spedivano tutti la fanti e ottantamila cavalli. Le
nuovi da Roma e presi per lo più parziali e principali guerre devonia-
da plebee famiglie, che non aveva- ni coi diversi popoli d'Italia, le de-
no né casein città, ne poderi in cam- scriviamo in compendio agli analo-
pagna. La porzione del terreno che ghi articoli ; ivi pur dìcesi dei di-

si dava in dominio ai nuovi colo- versi avvenimenti storici dei popoli


ni era a'tempi di Romolo di due italiani con altri popoli e nazioni,
ingerì a testa. Espulso il re Tar- delle loro glorie e vicende segnalate.
quinio il Superbo da Roma 1' anno Le popolazioni del" nord d'Italia
245, avanti la nostra era 5ocj, e erano in origine selvaggie, indipen-
proclamata la repubblica, ebbe in- denti e sempre in guerra tra lo-
cominciamento il governo de'conso- ro ; le colonie greche che ingenti-
li.Lo erano nell'anno di Roma 252 lirono varie contrade, formarono
Spurio Cassio e Opiterio Virginio, successivamente delle repubbliche,
quando romani domarono gli au-
i e le nazioni del centro, gli etru-
runci. Quindi le altre principali con- schi, i latini, i romani, i sanniti, ec.
quiste stabili sotto i consoli nell'Ita- presentarono in diversi tempi va-
lia, furono le seguenti. Camillo dit- rie confederazioni. Il governo ro-
tatore vinse e conquistò Veio; Cin- mano essendo essenzialmente mili-
cinnato i Fabio Ambusto
prenestini ; tale, la storia per molli secoli non
itiburtini Quinto Fulvio quei della
; è che una continuazione dei suoi
Campania o Campagna; M. Torqua- sforzi per estendere il proprio ter-
to latini; Emilio Ma merli no e Gaio
i ritorio a spese de' suoi vicini , i

1Manco i volsci; Publio Filone gli quali per la loro poca unione glie-
,,, ,

202 ITA ITA


ne diedero tutta la facilita. Circa che la guerra
portata dal prode
due secoli avanti Gesù Cristo i , Scipione nel cuore dell'Africa libe-
romani padroni della parte centra- rò dagli stranieri l'Italia, colà ri-
le ed australe dell' Italia portarono chiamando le forze de' cartaginesi
la guerra in Sicilia, ne occuparono per difender la minacciata patria.
la maggior parte, fecero altrettan- Vinta compiutamente Cartagine
to colle piccole isole sparse ne'due senza contrasto romani divennero i

mari, come la Corsica e la Sarde- assoluti padroni di tutta l'Italia;


gna, ed attaccarono i cartaginesi poiché i cimbri ed i teutoni, che
sola potenza che potesse opporre ne saccheggiarono la parte setten-
delle forze, aumentate anche dall'a- trionale,non erano capaci di resi-
bilità e dal calcolo. La prima guer- stere alla mirabile disciplina mili-
ra punica presentò eventi diversi tare de' romani, e le guerre civili

tanto in terra, in Sicilia, nelle Spa- scoppiate poscia nell' interno non,
gne ed in Africa, quanto sul ma- aveano per oggetto che la parte-
re, ove i romani ebbero da prin- cipazione al diritto che dava il ti-
cipio la sorte contraria. La secon- tolo di cittadino, e non mai la in-
da guerra fu più interessante ; i tenzione di voler formare degli stati
cartaginesi vollero colpire la po- separati. Ad assuefare gli animi ita-
tenza romana sino dalle radici liani alla dipendenza, mirabilmente
portando il teatro della guerra sul contribuì l'artifìcio, con che Roma,
di lei proprio territorio, e traendo sotto l'aspetto di amicizia , di al-
vantaggio dallo spirito indipenden- leanza e di partecipazione alle sue
te dei popoli della Gallia Cisalpi- glorie, trasse a sé i popoli circo-
na, che fino allora avevano respinto stanti. Vari furono i modi con che
il giogo romano. Annibale dopo i romani governarono i vinti. Do-
inauditi sforzi pervenne non sola- po l'associazione politica, della quale
mente a vincere i popoli che si sotto Romolo furono mediatrici le
trovavano sul suo passaggio , ma rapite sabine, si continuarono a con-
ad attraversare con sommo ardire trarre quelle società guerriere, che
le Alpi, e pose i romani sull' orlo servirono di tutela alla libertà ci-

della loro perdita. Famose furono vile, rimanendo pattuiti scambie-


le sconfitte cui soggiacquero sul Ti- voli aiuti in caso di aggressione.
cino e sulla Trebbia ; indicibile il Fino dalla famosa pace di Regillo
disastro de' romani al Trasimeno, fu stabilmente sanzionato da Anio
e terribile la fatale giornata di Postumio il gius latino, che i pub-
Canne. La repubblica di Capua blicistiriguardarono come base del-
innalzò lo stendardo della rivolta la romana grandezza, e che fu il
ed Annibale vi fissò la sua sede; tipo delle più vantaggiose condi-
ma non ricevendo però soccorsi da zioni , cui alle genti alleate fosse

Cartagine, fallì nella sua impresa, conceduto di aspirare. Eccone l'at-


ed romani con perseverante va-
i to scolpito sopra una colonna di
lore opponendosi al passaggio di rame. » Tra' romani e tutte le città
Asdrubale, sulle sponde del Me- latine sarà pace vicendevole finché
lauro cancellarono l'onta di Can- il cielo e la terra avrà lo stato

ne. Né più propizio successo ebbe medesimo; uè faranno guerra fra


lo sbarco di Magone nella Liguria, loro; né la chiameranno gli uni
- ,

ITA ITA 2o3


sugli altri da altre regioni ; ne le carsi. I triumviri o i decemviri o
daranno libero il passo : gli uni i anche i vettemviri,
settemviri, o
soccorreranno gli altri con tutte le che conducevano le colonie, pre-
forze nelle guerre, e divideranno siedevano ad esse per tre anni
egualmente le spoglie e le prede stabilendo loro la forma del go-
delle guerre comuni. I giudizii dei verno, sotto cui poi da sé si reg-
contratti privati si compiano tra gevano. Di più le colonie, altre e-
dieci giorni ne' tribunali della gen- rano di cittadini romani , cioè di
te ove accade il contratto, e niuno quelli che godevano il gius privato
possa aggiungere o togliere a questi di Roma, non però pubblico, come
trattati senza il voto de' romani e sarebbe il gius del suffragio e dei
di tutti i latini ". Al gius latino magistrati di Roma
(benché alle
parteciparono successivamente gli colonie romane conceda Maurizio
ernici, gli equi, i volsci, gli a urna ancor questo gius, contro il Sigo-
ci, ed altri popoli ; esso dopo la nio e lo Spanhemio, che più ragio-
romana cittadinanza, che formava nevolmente lo negano); altre colo-
la più onorevole delle prerogative, nie si dicevano latine, cioè quelle
poneva i popoli in meno deterior che non del gius privato di Roma,
condizione. o sia de' quiriti, ma solo godeva-
Unita definitivamente a Roma no del gius del Lazio, e che sce-
l'Italia, le sue città furono chia- mava dall'avere magistrati di Ro-
i

mate gran parte col titolo di mu- ma; altre in terzo luogo erano co-
nicipii, di colonie, di prefetture e lonie di gius italiano, cioè quello
di città confederate. Vedi Munici- che avea vigore nel resto dell'Ita'
pio. Sino da Romolo furono soliti lia, il quale gius era inferiore a
i romani d' inviare nelle terre con- quello del Lazio , ma precedeva al
quistate nuovi abitatori, che servi- gius delle provincie, perchè chi go-
vano come di presidio, assegnando deva di esso, oltre un'esenzione,
ivi ai medesimi abitazioni e terre. obbediva a' suoi propri magistrati,
] tali man-
luoghi a cui faceva n si e non come que' di provincia al
date chiamavano Colonie [Vedi).
si pretore romano. Le colonie di que-
Se i coloni non erano militari, le st'ultimo inferior diritto dicevausi
colonie si chiamavano togate se ; provinciali. Quelle città poi che si

militari, cioè di soldati veterani ai erano mal portate col popolo ro-
quali davansi in premio della sof- mano, ribellandosi ad esso, tornate
ferta milizia, chiamavano colo-
si in suo possesso , erano spogliate
nie militari. Le prime usavano nel- d'ogni diritto, o de' quiriti, o del
le loro monete l'aratro ; le altre Lazio, o italico, e pienamente sog-
un segno militare. Le miste poi gettavansi agli annuali prefetti ad
degli uni e degli altri avevano nelle esse mandati da Roma. Tali città
loro monete l'uno e l'altro segno. si dicevano prefetture, e tali di-
L'aratro alludeva al modo con cui vennero quelle riferite dal Rosino,
fondavasi la colonia, poiché il trium- ed erano come suddite della re-
viro che la condueeva, segnava eol- pubblica romana, perchè iutcramcii-
1' aratro il conline del terreno che te ad essa soggette. Le città con-
di vide vasi nella colonia, o anche il federate erano città libere, ed era-
giro della città, se doveva fabbri- no unite a lluinu pel solo legamo
ao4 ITA 1TA
dell'alleanza. Tali erano tra le al- tria esercitato qualche magistrato
tre «Capua prima di essere ridotta annuale, come
duumvirato, l'e- il

in prefettura, Taranto, Tivoli, Na- dilità, la questura, conforme si ri-


poli. 11 Sigonio, dal veder donata cava da Asconio Pediano in Orat.
ad alcune di queste città confede- Cic. Pison. f e da Appiano Alessan-
rate la cittadinanza di Roma, de- drino, De bello civili Xih. II. Questo
duce che non godevano del diritto diritto fu esteso a' popoli del nuo-
della città o sia de' quiriti. Passe- vo Lazio e finalmente anche ai
,

remo a dichiarar generalmente lo campani, ai sanniti, ai peligni e


stato civile dell'Italia nel tempo a tutti i popoli dell'Apennino. Le
della repubblica sino ad Augusto, città che nell' Italia romana aveva-
ma converrà prima di tutto ricor- no il diritto del Lazio, godevano
dar la divisione dell'Italia nel tem- anche altri privilegi. Godevano l'e-

po della repubblica. senzione da' tributi imposti alle cit-


In tempo della repubblica ro- tà stipendiate dalle provincie ; ed
mana era 1' Italia circoscritta da erano solamente obbligate ad una
due termini, uno datole dalla na- certa somma da ripartirsi a pro-
tura, ed erano le Alpi, l'altro pre- porzione, seguendo una certa ta-
fissole dal diritto de' romani , ed riffa determinata, ex formula 3 co-
era tutto il tratto che si contiene me parla Livio lib. XXVII, in oc-
tra il fiume Rubicone e l'Arno, casione delle avevano guerre che
sino al mar Siculo. L'altro tratto i romani cogli esterni nemici ; ed
che si stendeva sino alle Alpi dal- a somministrare a loro spese certo
l'Arno e dal Rubicone^ fu dai me- numero di fanti e di soldati a ca-
desimi detto Gallia. Si nominò vallo che non erano arrollati nelle
Gallia Traspadana quella che di là legioni, ma formavano corpi par-
dal Po si stendeva sino alle Alpi; ticolari , benché per coman- altro
Gallia Cispadana quella che di qua dati da' generali romani, come può
dal Po stendevasi fino al Rubico- riscontrarsi in Lipsio, De re milit.
ne. Ora i popoli dell'Italia roma- dialog. 7, lib. I. La Gallia Cisal-
na avevano il diritto del Lazio, già pina essendo quella regione passata
conceduto a' popoli del Lazio an- in provincia ,
que' popoli furono
tico dopo il trattato fatto da essi considerati come provinciali, erano
co' romani l'anno di Roma 261, esclusi affatto dalla cittadinanza ro-
sotto il consolato di Spurio Cassio mana , soggetti a' pesi de' popoli
e di Postumio Cominio, come può stipendiari, e governati dai reggi-
\edersi in Livio lib. XI, cap. 33. tori romani , che presiedevano a
Consisteva il diritto del Lazio nella tutta la provincia , eccettuatone, al-
facoltà di dare il suffragio ne' co- cune città, che divenute colonie la-
mizi purché stando in Roma i la-
,
tine, acquistavano il diritto del La-
tini vi fossero invitati dal magi- zio.Ecco poi come i popoli dell'I-
strato che presiedeva ai comizi ,
talia,che godevano il diritto del
come si raccoglie da Dionigi lib. Lazio vennero ad
, acquistare il

Vili, e da Livio lib. XXX, cap. 3; diritto della perfetta cittadinanza


e inoltre nel partecipare al pieno di Roma col diritto del suffragio
diritto della cittadinanza romana, e delia partecipazione degli onori.
quando avessero nella propria pa- Nell'anno 663 di Roma, i popoli
ITA ITA ao5
dell'Italia, non contenti del primo nione delle città italiane che o per
diritto, fecero una quasi generale Roma o per la lega a vicenda
rivolta, e chiesero eam civiiatcm, parteggiavano. Ora per sedare que-
come dice Yelleio lib. II , citjus sta guerra terribile, il console Lu-

imperium armis tuebantur, et quod cio Giunio Cesare fece una legge,
duplici suorum militimi numero, in detta Giulia dal suo autore, per
id fastigium provencrat. Rigettata cui si concedeva la perfetta citta-
dai romani la richiesta, stabilirono dinanza romana, a chi avesse mo-
gli esclusi in Corfinio o Corfurnio strata a chiare prove la sua allean-

un' anti Roma, pur


cioè Corfù, che za con Roma ; legge che molto cal-
fu chiamata Italica, non però Cor- mò il furore de' nemici, e per cui
fù capitale dell'isola dei suo nome. fu data da' romani la prima citta-

Diedero principio alla famosa guer- dinanza a' popoli che in quella
ra che va sotto il nome di sociale, guerra eransi serbati più fedeli ;

italica e marsica, della quale guerra concessione che i romani


inoltre
leggesi una bellissima descrizione dalle circostanze furono costretti ad
presso i pp. Catrou e Roville, Ist. approvare, come narra Yelleio, e
rom. t. 17, agli anni di Roma 663 a mano a mano anche ad altri;
e seg. finche Gneo Pompeo Strabone, pa-
I roani provocarono la lega delle dre del gran Pompeo, la stese a
nazioni italiane, e vi aderirono pei tutti gl'italiani al di qua del Po,
primi i piceni, i vestini, i lucani, cioè a tutta la Gallia Cisalpina ,

gli appulir ed i peligni: Corfinio concedendo ai traspadani il solo


mentovata, città principale di que- diritto del Lazio. Questi ultimi
sti ultimi popoli, in riva all'Ater- mostraronsi poco contenti di tale

no o Pescara, fu decorata del no- disposizione, quindi diedero delle


me d'Italia, e prescelta a capitale. rimostranze del loro disgusto ; laon-
I famosi generali Pompedio Silone de Giulio Cesare dittatore, che mol-
de' mani, e Caio Papio Mutito dei to era stato favorito dai popoli
sanniti, divisero l'Italia in due re- traspadani, nell'anno di Roma 707
pubbliche, e ne assunsero il co- e primo della sua dittatura, accor-
mando, l'uno da Carseoli all'Adria- dò finalmente anche ad essi la per-
tico, e l'altro infìno all'ultima Ca- fetta cittadinanza di Roma. Inoltre
labria : furono assegnati a ciascuno la legge Plozia concesse la romana
sei luogotenenti. Con apparato ter- cittadinanza a tutti gl'individui del-
ribile la campagna si aprì nel paese le città italiane confederate di Ro-
de* alarsi e de' sanniti nell'anno ma. Così lasciando la Gallia d'es-
88 avanti Gesù Cristo. Mario e ser provincia, di tutta l'Italia si

Siila riordinarono le cose romane, fece un sol corpo di nazione , un


e con importanti vittorie sui inarsi sol popolo, e per così dire una sola
ripararono le gravi perdite fatte, città ; ne più furonvi in lei magi-
e rialzarono l'abbattuto coraggio strati ordinari, al governo di alcu-
di Roma. Gneo Pompeo dopo es- na parte della medesima ; non più
sersi rifugiato a Fermo, aiutato da proconsoli o pretori, o presidi o pro-
Servio Sulpizio trionfatole de' pe- pretori; eccettuato il tempo di guer-

ligni, vinse il resto de'nemici, i ra, in cui però l'autorità de magistrali


quali furono rovinali per la di.su- non si stendeva se non sopra le
.

ao6 ITA ITA


truppe, e sopra ciò che potea solo sotto gì' imperatori romani subì
riguardare la milizia. Tale avve- qualche variazione, ed immersa
nimento ebbe luogo dopo il pas- nella corruzione diede di sé mise-
saggio famoso di Giulio Cesare al rabile spettacolo ne' comizi italici,

Rubicone. Con questo dittatore eb- che partecipavano alla gloria di


be fine la possente repubblica ro- Roma nelle pubbliche deliberazio-
mana, e l' istituzione del romano ni, e durarono oltre l'imperatore
impero, di cui fu il primo impe- Tiberio, che trasferì nel senato le

ratore il di lui nipote Ottaviano, popolari elezioni. Sotto questo prin-


meglio conosciuto sotto il nome di cipe ebbe però origine il meravi-
Augusto: ciò avvenne trenta anni glioso stabilimento del cristianesi-
avanti la nostra era , nell'anno di mo, di cui Gerusalemme fu la
Roma 724. Egli regnò felicemente culla, Roma ne divenne la sede, e
quarantaquattro anni, e sotto di lui l'Italia il centro. Neil' impero di
il mondo stette in pace. Augusto Tiberio, Gesù Cristo patì in Ge-
accordò a tutta l'Italia l'esenzione rusalemme la sua passione, fu cro-
dai tributi capitis et soli^ cioè di cefisso e gloriosamente risorse. Pon-
taglia e capitazione ( come direb- zio romano del-
Pilato governatore
besi del testatico e delle servitù la Giudea, avendo mandato a Ti-
prediali ), come può vedersi nel Si- berio una relazione riguardante i

gonio, Dejur. Ital. 1. 1, 21, esen- miracoli e la santità di Gesù Cri-


zione goduta nel diritto italico so- sto,1' imperatore concepì grande
pra quello delle provincie , come stima del Salvatore, e pensò anche
apparisce dal titolo de'digesti , De di porlo nel numero de'suoi Dei
censibus. Dal che si vede, che nel Quindi benché uomo scelleratissimo
sollevar che fecesi l' Italia all'onore e crudele, si mostrò inchinevole al
della cittadinanza romana, non era cristianesimo cioè alla dottrina pre-
stata ancora sciolta da un tal peso. dicata da Gesù Cristo, vietando
Essendo tanti e sì diversi i popoli sotto pena di morte, di accusare
italiani, che godevano il medesimo o di molestare coloro che ne face-
diritto della romana cittadinanza 3 vano professione, i quali già erano
divise Augusto tutta l' Italia in un- segno alle persecuzioni. Le dispo-
dici regioni, come
ha da Plinio si sizioni dell' imperatore, favorevoli
lib. Ili, cap. 5, e come riportam- pei cristiani, poterono contribuire
mo di sopra , colle suddivisioni e a ricondurre la pace nella nascente
luoghi che ogni regione o provin- Chiesa, e s. Pietro principe degli
cia conteneva. apostoli, vicario di Cristo, e primo
Qualche scrittore dice che con sommo Pontefice, ch'era rimasto in
tale divisione Augusto ridusse l'I- Gerusalemme durante la persecu-
talia in provincia, ma il marchese zione, ne uscì cogli altri apostoli

Maffei nella suaVerona illustrata^ per recarsi ad annunziar il vange-


sodamente dimostra, non altro es- lo e la fede cristiana alle nazioni,

sere stata tal divisione di Augusto, secondo il comando del divin fon-
che una geografica ripartizione che datore. Cominciarono dalla Siria e

per sua regola e studio fece quel dalle altre contrade del vicinato
principe, senza che punto influisse della Giudea : s. Pietro nell'anno
nel governo. Tuttavolta 1' Italia 33 o 38 di nostra era fondò la
ITA ITA 207
chiesa di Antiochia, che fli la me- peratore per non essere abbando-
tropoli di tutto P oriente. Nella nato alla rabbia de* suoi persecu-
divisione che i discepoli fecero tra tori ; laonde bisognò mandarlo a
loro delle diverse nazioni a predicar Roma, ove giunse al principio del-
la fede, s. Pietro scelse la città di la primavera dell' anno 61 dell'era

Roma per principale teatro delle nostra, dopo aver predicato a Mal-
sue fatiche. Egli vi si recò nel se- ta ed in altri luoghi d' Italia. I

condo anno del regno dell' impe- fedeli di Roma udita la nuova
ratore Claudio successore di Tibe- della sua venuta, 1' incontrarono
con intendimento
rio, di assalire il nel luogo ora detto Cisterna. Re-
demonio che ne avea fatto il cen- gnava allora Nerone, essendo pre-
tro della superstizione e dell' er- fetto del pretorio Afranio Burro,
rore. In tal modo, secondo lo sco- al quale il santo fu consegnato
po della provvidenza, la quale per con altri prigioni. L' umano ma-
comune sentimento degli scrittori, gistrato lo trattò con moderazione,
non avea innalzato l'impero roma- gli permise star solo con una guar-
no ad un sì alto grado di possan- dia, ed avea libertà di predicar il
za, che per agevolare la propaga- vangelo a tutti quelli che andava-
zione del vangelo, volle porre la no da lui. Dopo la sua liberazione,
rocca della fede nella capitale passò s. Paolo da Roma in orien-
del mondo posta nell' Italia, onde te, predicò in diverse contrade e
di là potesse spargersi con maggio- piantò la fede in diversi luoghi.
re rapidità e con minori ostacoli Dall' oriente fece poi ritorno a
fra i popoli soggetti al dominio Roma, perchè Dio aveagli fatto
degli imperatori. Egli entrò solo conoscere che vi avrebbe sofferto
in Roma, dopo aver piantato la il martirio, e vuoisi che ivi arri-
fede in Napoli, nell' anno di Cri- vasse 1' anno 64; finalmente im-
sto 44 ° 4^ > a' 18 gennaio; vi prigionato con s. Pietro pei pro-
stabilì la sua sede pontifìcia ed gressi del vangelo, Nerone incomin-
apostolica trasferita d' Antiochia, in ciò la sua persecuzione contro la
che consiste il maggior lustro, il Chiesa, anche perchè alle orazioni
maggior bene, e la vera incompa- de' due apostoli il suo protetto Si-
rabile gloria d'Italia, in confronto mon mago si conobbe impostore,
delle altre parti del mondo. Non e fracassandosi le membra nel vo-
può che
dubitarsi s. Pietro non lo fatto per morì arte diabolica,
abbia predicato Y evangelo in tut- Finalmente Nerone
di disperazione.
ta l'Italia, come affermano espres- condannò s. Pietro e s. Paolo alla
samente Eusebio e Ruffino oltre morte, che subirono a' 29 giugno
altri scrittori, e meno poi che non dell' anno 69. Col loro sangue
abbia predicato in altre provincie Roma e 1' Italia furono illustrate,
dell' occidente. Quanto all' aposto- per cui da ogni parte del mondo,
lo s. Paolo, essendo stato accusato sempre i popoli delle più remote
davanti a Pesto governatore della regioni si recarono a venerarne le

Giudea per le sue prediche evan- tombe, e i sacri Vimini cui sono
geliche, 1' apostolo come cittadino obbligati i pastori delle chiese vi-
romano, pel privilegio che godeva sitare.
Tarso sua pallia, appellò all' im* Nell'anno 117 fu sollevalo al-
208 ITA ITA
1' imperoAdriano. Sparziano ci cui si parla in Gruferò p. 1090.
afferma che Adriano qualuor con- 11 cav. Olivieri riporta un' iscrizio-
mlares per omnem Italiani judi- ne pesarese, in cui si fa menzione
ces constiluitj e Sesto Aurelio Vit- di questi giuridici sotto Gordiano.
tore scrive di Adriano: Officia sa- Che cosa fossero i correttori d'Ita-
ne publica, et palatina, nec non lia, che trovatisi in sicure date
militiae in eam formatti statuii, prima di Costantino, è a sapersi
quae paucis per Constantinum im- che Aurelio menzione
Vittore fa
mutata ho die perseverai II Maf- di un Giuliano correttore di Ve-
fei stima che Adriano coli' istitu- nezia; Pollione di un Tetrico cor-
zione delle magistrature consolari, rettore d' Italia ; e altrove si par-
le quali alterarono sempre più il la di un Clio correttore dell' una
sistema italico, dappoiché le mag- e dell' altra Italia; e così di più
giori provincie soggiacquero al di- altri. Osserva però il Maffei, do-
spotismo de' consolari , mentre in versi distinguere nel governo ro-
balia de' correttori e de' presidi e- mano due sorta di magistrali: gli
rano le minori, altro non volesse uni ordinari, chesi creavano e si

che sollevare i popoli delle lonta- spedivano annualmente al governo


ne parti dal disturbo che recar delle provincie ; gli altri straordi-
dovea il passare a Roma per al- nari, non si creavano ne si
che
cune cause più gravi, e per alcu- spedivano, se non per casi insorti
ne appellazioni. Oltreché questi* e per motivi particolari ; e questi
consolari dovettero essere di assai erano ora per più paesi e provin-
cotta durata, trovandosi altra mu- cie, ora per un luogo soltanto. Di

tazione sotto Marco Aurelio. Simil- questa seconda specie di magistrati


mente mostra lo stesso Maffei, che sembra che debbano dirsi cor- i

Vittore per offici pubblici e per rettori prima di Costantino. Siffat-


dignità palatine e militari, non te magistrature caddero poi tutte
abbia inteso di parlare di distri- indistintamente vittima del milita-
buzioni di provincie e di presidi re dispotismo, a misura che si

destinati a governarle, ma di tut- estese 1' autorità dei prefetti del


t' altre cariche. Quanto alla mu- pretorio, dall'ordinamento degli e-
tazione indicata di Marco Aurelio, serciti, alla somma delle cose civi-
racconta Capitolino di questo im- li, e dispose arbitrariamente perfi-
peratore, che datis juridicis Italiae no dell' impero. Fatale però sopra
consuluil ad id esemplimi, quo A- ogni altro avvenimento fu la par-
drianus consulares viros dare jura tecipazione a' civici diritti rénduta
praeceperat. Ma neppur questi giu- da Caracalla del 211, comune a
ridici, come torna a provare il tutti i paesi anche fuori d'Italia,

Maffei, debbonsi credere presidi e che li fece avere in niun conto, e


governatori d' Italia ridotta in pro- disseccò la sorgente del patrio a-
vincia. Il p. Oderico, peritissimo more e d' ogni azione virtuosa.
in queste materie, sospetta assai Qual fu poi nel governo d' Italia
giudiziosamente, èssere stati stabi- lo stabilimento di Diocleziano, as-
liti tali giuridici per affari pecu- sunto all' impero 1' anno 284, nel
niari, traendone buon indizio da libro delle morti dei persecutori,
quel giuridico di ogni somma, di al cap. 7, si legge di questo prin-
,

ITA ITA 209


ripe: et ut omnia terrore compie- dalle sue fondamenta. Questo im-
rcntur, provinciac quoque in frusta peratore, altronde sì benemerito in
concisae, multi praesides, et plura fatto di religione della Chiesa, fu
officia singulis regionibus, ac pene anche il primo fatalmente ad am-
jam civitalibus incubare : item ra- mettere negli imperiali eserciti le
iionales multi, et nwgistri_, et vicarii barbariche orde, invogliandole cosi
pracfeclorum. 11 più volte citato a stabilirsi nelle fiorentissime con-
Malici pretende, non potersi altro trade italiane. Il reggimento del-
dedurre da questo luogo, se non l' Italia sotto Costantino, sino alla
che a più cose introdotte sotto caduta dell' impero d' occidente,
Costantino fu fatta strada e in per la divisione da lui fatta da
certo modo data V idea da Diocle- quello di oriente, si ricava dal li-

ziano. 11 p. Oderico stima dedursi bro intitolato, Notizia delle dignità


qualche cosa di più , benché non dell' impero romano. In questo
sia alieno dalsentimento del Maf- prezioso monumento, lavoro come
fei, che prima di Costantino non si crede de' tempi di Teodosio II
sia stata l'Italia ridotta a provincia. il giovane del 4°8> ci si rappre-

Neil' anno 3 06 fu innalzato al- senta a un di presso la famosa

l' impero Costantino il Grande, il divisione Costantiniana, e ci si e-


quale nel 3 1 3 e nel pontificato di sprime in qual sistema fosse da
s. Melchiade restituì la pace alla Costantino lasciato tuttol' impero,

Chiesa, permettendo la pubblica pro- non che la sola Italia, ed ecco


fessione del cristianesimo, eh' egli quanto venne determinato per essa
stesso abbracciò, e donando a quel riguardo al governo civile. Smem-
Papa 1' imperiale palazzo Latera- brata la gran mole dell' impero
nense di Pioma, coli' aggiunta di in quattro parti, e divisa in altret-
rendite bastanti a mantenere il de- tanti prefetti, detti del pretorio,
coro della suprema pontifìcia di- 1' Italia fu la principal parte del
gnità ; ed in Roma come altrove dipartimento di quello che da lei

fece fabbricare sontuose chiese. Ma si disse prefetto del pretorio d'Ita-


l'incauto divisamente, che Diocle- lia. Gli altri tre furono i prefetti
ziano fu il primo ad esternare, di del pretorio d'Oriente, dell'Illirico
partire in due 1' amministrazione e delle Gallie. Tornando all'Italia,

dell' impero, aprì la via a Costan- fu ella ripartita in diciassette pro-


tino di fondare una nuova Roma vincie, superiormente descritte, delle
in Bisanzio sui lidi della Tracia quali formaronsi due diocesi, 1' una
trasportandovi la sede dell'impero. detta di Roma, composta di dieci
Ne incominciò 1' edificazione nel provincie ; l'altra d'Italia, il cui
326, e ne fece la solenne dedica- capo era Milano, che comprendeva
zione nel 33o, chiamandola col suo le altre sette. L' una e 1' altra
nome Costantinopoli (fedi) : di diocesi ebbe il suo vicario, e ad
che sempre dolere si debbe la bel- ogni provincia fu assegnato il suo
la Italia, come si espresse Io sto- particolare governatore. Otto di
rico Giambullari. Vuoisi che da questi furono detti consolari, due
questo memorabile fatto abbia avuto correttori, e sette presidi. A tutti
origine la rovina dell' occidente, questi si deve aggiungere il pre-
venendo l'unità dell'impero scossa fetto di Roma, grande ed illustre
VOL. XXXVI. >4
aio ITA ITA
carica, sotto cui pone la notizia nomieo d'haliti, nana che due
quindici subalterne amministrazio- conti presiedevano in occidente a
ni. I governatori delle provincie quello che può riguardarsi come
giudicavano gli affari e le cause governo economico, il primo delle
de' loro dipartimenti ; da questi sacre largizioni, V altro chiamato
v* era appello al vicario, e talora rerum privatarum. L'uno e l'altro
direttamente al prefetto del preto- avevano in Italia loro subalterni, i

rio, e da alcune parti a quello di Sotto il primo è posto nella noti-


Roma, per privilegio o delle cause zia il conte delle italiche largizio-
o delle provincie. Circa il militare ni, tre razionali, quattro prefetti
la notizia stabilisce. Dacché il pre- dei tesori, due procuratori delle
fetto del pretorio, magistrato in monete, quattro procuratori de'gi-
prima militare, fu reso civile, il necii, un procuratore del lanifìcio

comando Y autorità sulla milizia


e in Ravenna, e tre procuratori dei-

fu trasferita a due maestri, uno la porpora detti baphiwn. Sotto il

per l'infanteria, l'altro per la ca- secondo erano tre razionali rerum
valleria. Sotto il primo erano sei privatarum, uno de' quali era rei
conti e dodici duci., divisi in al- privatele per Italiani, e similmente
trettante parti dell' impero occi- cinque procuratori rei privatac.
dentale. L'Italia avea il suo conte De' consoli non si fa parola nella
e il suo duce. 11 primo detto co- notizia, e per vero dire, comechè
ines rei militaris per Italiani, co- fossero la prima e più illustre di-
mandava lungo le Alpi, e avea gnità dell' impero, pure la loro
sotto di se trenlasette numeri, os- autorità non eguagliava la gran-
siano reggimenti di fanteria, e set- dezza della loro carica. La notizia
te vessillazioni, ossiano squadroni non rappresenta per intero la di-
di cavalleria. 11 secondo, detto visione Costantiniana, solo la rap-
dux per Rheliam primam
limktis presenta a un di presso. Gli im-
et secundam, guardava il limite o pera tori che succedettero variarono
sia il confine Retico, ed aveva un in qualche cosa il già da lui sta-
corpo di truppa diviso in ventuno bilito. Così per tacere delle muta-
presidii. A questi si vogliono ag- zioni che nella Palestina e in al-
giungere altri sedici presidii e quat- tre parti fece Arcadio, di cui par-
tro squadre; le squadre sono l'A- la il cardinal Noris XìtWEpodi.
quileiense, la Ravennate, la Coma- Macedon. diss. 5 , e. i, l'Illirico,

sca, e quella di Miseno. Dei pre- che nella notizia si vede diviso in
sidii, l'uno era de' giovani italiani due parti, e una di esse messa
ni Ravenna, gli altri quindici sar- sotto il prefetto del pretorio d'Ita-
matarum gentilium, in diversi pò- li», fu intero sotto \\ proprio pre-
sti. Oltre a ciò eranvi sotto il fetto fino a Graziano. Questi fu
maestro degli uffizi sei fabbriche che in grazia del gran Teodosio I,

d'armi maniera in sei


d' ogni a cui avea ceduto I' oriente, dopo
diverse città, e se ne dovrà ag- esserselo associato all' impero, fece
giungere anche una settima in Ra- tal divisione, e cede all' impero
venna, se sussistono le congetture orientale le due diocesi di Dacia
di Zirardini. e di Macedonia, che allora forma-
La notizia circa il governo eco- vano 1' Illirica prefettura, unendo
ITA ITA ali
ni prefetto d' Italia il resto che si te del mondo allora conosciuto, ed
disse Illirico occidentale, ceduto è dall'insieme dei loro vasti posse-
poi anch' esso al giovane Teodosio dimenti che si formarono nel 3c)5
II da Valentiniano III, come nar- i due imperi di oriente e di oc-
rano Giornande e Cassiodoro. Co- cidente, divisione che rinnovò Teo-
sì parimenti alcune provincie sono dosio I tra i due suoi figli, dopo
consolari nella notizia, che non lo la sua morte avvenuta in tale an-
furono sotto Costantino. La To- no.Ad Onorio toccò Y impero ro-
scana per esempio fin sotto Va- mano d' occidente in cui si com-
lentiniano I fu retta da un cor- prese l' Italia, ad Arcadio toccò
rettore. Tali mutazioni però non l'impero romano d'oriente. Teodo-
alterarono gran fatto il governo sio 1, che giustamente fu appellato
d'Italia. Onde assai valenti uomi- l'ultimo de'prodi, non fece che ac-
ni sostengono, che quale fu da crescere il male, col riempire le
Costantino, lasciato tal seguitò fino sue armate di goti, di alani, e di
alla cadutadell' impero occidenta- altre razze della Scizia. Così nelle
le, sappiamo dalle Varie di
anzi mani del debole Onorio passò la
Cassiodoro, che anco sotto il goto Italia, quando nell' anno 4°° Ù
Teodorico mantennesi l'ordine del affacciò dalle Alpi Giulie ad inon-
governo romano. Il p. Bianchi pe- darla il re de'goti Alarico. Possen-
rò nella sua grande opera, Della te schermo peròoffriva all' impe-
podestà e della polizìa della Chie- ratore, che volultosamente stanzia-
sa, t. IV, 1. 2, § \5, prova che va nelle grasse pianure di Lom-
l'istituzione del governo descritto bardia, la prudenza e la militare
dalla notizia, non possa attribuirsi perizia del celebre Sliliconesuo
r. Costantino, e che sia de'tempi ministro. Egli fece pagar cara ai
posteriori. Il p. Berretta di con- barbari la prima irruzione nella
traria opinione, aggiunge alle dicias- battaglia di Pollenza presso il Ta-
sette provincie di Costantino la deci- naro, che fu seguita dalla riconci-
motta va degli A pennini stabilita da liazione di Alarico con Onorio.
Giustiniano I. Quanto nella noti- Né miglior fortuna ebbe Radaga-
zia si contiene per ciò che appar- sio, che mal soffrendo la retroces-
tiene al regolamento d' Italia è sione de'primi goti, discese in Ita-
stato riferito più sopra. Chi bra- lia con altra numerosa armata di
masse sapere i diritti, le facoltà, quella nazione, che da lui dipen-
1' impiego delle dignità ed uffizi deva. Fiesole fu tomba a quel du-
qui mentovati, potrà vedere oltre ce, ai quattro vi eb-
figliuoli che
più altri libri, il Cornine ntarium bero morte fra'ceppi, ed a cento-
Notilia utraque dignitatum, curii mila de'suoi, dalla bravura di Sti-
orieniis tum occidentis ultra Area- licone totalmente sterminati. Ma
dii Honoriique tempora, Lugduni giunto questo valoroso all' apice
1608, di Guido Panciroli. Non della gloria con due sì strepitose
che De ofjìciis domus Augustae, di azioni, gli fu tolta la vita tra' tor-
Giovanni Grutero. menti per ordine del suo genero
L'Italia rimase per lungo tem- Onorio, insospettilo di sua possan-
po soggetta ai romani che a poco za. Allora Alarico profittò del dis-
a poco soggiogarono una gran par- ordine in cui erano gl'imperiali
ai2 ITA ITA
eserciti, mosse co'goti contro Roma, e persuasioni eloquenti Y indusse
la cinse cT assedio e la prese nel a ritirare il suo esercito dalla mi-
409 mediante capitolazione. Indi sera Italia. Preso Valentiniano III
si recò Ravenna per trattare
a da bassa gelosia di Ezio, colle pro-
con Onorio, quando odila l'impen- prie mani gli tolse la vita, indi
sata strage di un distaccamento l'imperatore morì nel 4^5.
goto nel Piceno, montato in furo- Nuove calamità per altro trasse
re, ritornò in Roma, ed mar- a'3 1 sopra l'Italia l'imperatrice Eudos-
zo del 4 10 yì commise tremendo sia vedova di Valentiniano III, che
saccheggio e crudeltà} s'impadro- costretta a dar la mano all'usur-
nì delle immense ricchezze della patore dell' impero Petronio Mas-
capitale del) universo, e distrusse i simo, chiamò in soccorso dall' A-
principali monumenti di sua gran- frica Genserico re de' vandali , il
dezza. Il Pontefice s. Innocenzo quale con oste numerosissima, pre-
I sollevò e consolò i cristiani dal- ceduto dal terrore del suo nome,
le sofferte disgrazie, ed ornò le a' 2 1 aprile di detto anno giunse
chiese di nuovi abbellimenti. Pas- alle porte di Roma : i palazzi, i
sato Alarico in Cosenza v'incontrò templi, i sacri chiostri soffrirono
la morte. Pel matrimonio contrat- l'orrendo saccheggio di quattordici
to dal de' goti
reAtaulfo, con giorni; solo riuscì a s. Leone I
Placidia sorella di Onorio, seguì preservare dall'eccidio le tre prin-
la pace. L'illustre Ezio generale di cipali basiliche. Terminò Genserico
Valentiniano III, nella Gallia re- la fatale scorreria coli' incendio di
presse l' impeto del feroce Attila Capua, colla distruzione di Nola,
re degli unni; ma questi ^ual tor- colla rovina di tutta la Campania
rente devastatore si gettò sull'Ita- e della Sicilia, e colla schiavitù,
lia, distrusse Aquileia , e pose a d'immensa popolazione, e della stes-
ferro ed a fuoco le eugancc con- sa Eudossia tratta nelle sabbie a-
trade. Gli abitanti avanzati dall'ec- fricane colle sue figliuole a morire.
cidio si rifugiarono sulle venete la- Il vandalo Ricimero, ultimo gene-
gune nel 453, e dierono principio rale di Valentiniano III, più accor-
allo stabilimento di Venezia, che to e più. fortunato di Stilicone e
si eresse in repubblica alla fine di Ezio, dispose in que' tempi di
del VII secolo, dilatando prospe- disordine dell' agonizzante impero.
rosamente il suo dominio sul ma- Egli si dichiarò protettore d'Italia,
re. Al principio di Venezia vuoisi e quindi nella guerra civile coll'im-
contemporanea l'origine di s. Ma- peratore Antemio, cinse Roma di
rino, che poi si costituì in repub- assedio, e nell' impadronirsene nel
blica. Intanto Attila si volse alle 472 vide annegato il suo rivale
rive del Po, rovinando tutta l'alta nei Tevere, rivestendo egli stesso
Italia ; mentre Ezio temporeggian- della porpora imperiale Olibrio. A
do lo distornava di avanzarsi sul- questi successero Gliccrio e Giulio
la capitale. Mosso il Papa s. Leo- Nipote ultimi imperatori d' occi-

ne I Magno a compassione di tan- dente. Giulio limitassi a governar


ti popoli., si portò dal re unno, e la Dalmazia ,
perchè il patrizio
sulle rive dei Mincio presso Man- Oreste, che da generale dell'eser-

tova, colla mirabile sua presenza cito romano erasi fatto l'arbitro
5

ITA ITA ai3


dell'Italia, ottobre 47
nel dì a5 ne imperatore d'oriente, sebbene
avendolo posto in fuga verso Ra- re d'Italia unanimamente acclama-
venna, fece proclamare in sua ve- to; e colla misura apparentemen-
ce il proprio figlio Romolo Mo- te arbitraria del dividere la terza
millo Augustolo l' : ultimo nome parte degl'italiani terreni ai nuovi
l'ebbe per derisione trovandosi al- ospiti da lui condotti, ravvivò la
lora nell'infanzia. In questo mise- popolazione e l'agricoltura, questa
ro stato di piena dissoluzione del- negletta, Tal tra menomata per le
l'impero, concepì Odoacre re de- vicende cle'tempi. Odoacre aggiun-
gli Bruti (Fedi) l'ardito disegno se quindi a' suoi domimi la Sicilia,
di cambiare la dominazione d'Italia, riscattandola con denaro dal re
siccome invitato dai nemici di O- Genserico, e dopo la morte di Giu-
reste e da Giulio Nipote; e disceso lio Nipote portò le armi in Dal-
dalla valle di Trento alla testa di ; e punì Odivo e Viatore,
possente esercito, tutta la parte assassini di quell' imperatore. O-
settentrionale della penisola piegò doac?e sede del regno d'I-
costituì
dinanzi a lui senza contrasto. Il talia Ravenna. In una spedizione
patrizio Oreste si racchiuse entro fatta in Germania superò i rugi,
Pavia, a Paolo suo fratello fu con- ed accordò ospitalità ai norici fug-
fidata la difesa di Ravenna, men- gitivi. Imprigionato Febano re dei

tre in Roma risiedeva Augustolo rugi, colla regina Gisa o Sisa, ed


simulacro di sovranità. Assalita e il meno que-
loro figlio Federico,
saccheggiata Pavia, Oreste rimase sti che fuggì nella corte di Teg do-
prigioniero e gli fu troncato il ca- rico re de'goìi o ostrogoti, i di lui
po in Piacenza a* 28 agorto 47^; genitori furono da Odcacrc porta-
eguale morte subì Paolo nella fa- ti in Roma., e dopo aver ornato
cile occupazione di Ravenna, dopo il trionfo con cui si condusse al
la quale tutte le città d' Italia e Campidoglio., a' 14 novembre 487
Roma aprirono le porte al
stessa li fece morire.
vincitore, che moderatamente u- Teodori e o regnava sugli ostrogo-
sando del diritto della forza, con- ti nella Pan noma, ed assunse con-
servò i giorni di Augustolo, il quale tro Odoacre la difesa di Federico:
dopo avere abdicato, ebbe asilo e ne illustrava la certe il celebre
trattamento nel castello napoletano segretario Cas?iodoro, coli' esercizio
di Lucullo, oggi Castel dell' Uovo., delle prime cariche dello stato.
altri dicono
che fu confinato ivi Indi Tecdorico coll'asscnso dell'im-
un monastero così ebbe termine : peratore d' oriente Zenone, si ac-
l'impero romano d'occidente, e si cinse a conquistar l'Italia, vinti i
cambiarono i destini d'Italia. L'im- gepidi ed i bulgari nella Bassa
pero d'oriente troppo debole per Mcsia, s'innoltrò fino all'Isonzo, ed
resistere a dei nemici che l'assali- ivi aprì la campagna con gloria.
vano da tutte le parti, perdette Le sanguinose battaglie dell'Adi-
tuttociò che avea conservato in I- ge e dell' Adda decisero a suo fa-
talia. Odoacre mantenne ai popo- vore la gran lite, ed a stento po-
li italiani le proprie leggi e privi- tè Odoacre nel 49° racchiudersi
legi, si contentò del titolo di pa- nella fortificata Ravenna sua reg-
trizio, mantenendosi ligio a Zeno- gia. Opportuni aiuti somministrò
214 ITA ITA
Alarico II che pe'visigoti reggeva Vittore vescovo di Tortona a trat-
le Spagne; mentre una scorreria di tare co' borgognoni, e riscattare i
Gondebaldo co'suoi borgognoni de- prigionieri italiani, giovandosi dei
vastò la Liguria. Dopo tre anni consigli del sapientissimo Cassio-
di ostinata resistenza Ravenna a- doro divenuto suo primo ministro
prì le porte ; Odoacre si arrese a Dell' età di ventotlo anni. Divise
Teodorico a condizione che ambe- con gran vantaggio dell'agricoltu-
due dominassero insieme nel regno ra le terre tolte, specialmente quel-
d'Italia. Ma nell'anno 4cj3 Teodo- le degli eruli, ai turingi ed ai ru-
rico lo fece uccidere a tradimen- gi confinati nelle valli di Aosta e
to col figliuolo Telane e con tutti d' Ivrea , a favore de' suoi goti e
i loro congiunti ed ertili, in un degli alemanni, che io Italia ripa-
festino e banchetto, spargendo poi rarono dopo successi di Clodo-
i

che da Odoacre gli si trainavano veo. Nel 498 ottenne per gli uf-
insidie. Con ciò fini in Italia il fici del patrizio Festo dall'impera-
regno degli eruli, durato diecisette tore Anastasio la conferma del re-
anni, passando agli ostrogoti. Note- gio titolo e del patriziato romano,
remo che Odoacre, quantunque a- non che la restituzione delle gio-
riano, volle che alle chiese e ve- ie dell'impero d'occidente, che a-
scovi cattolici si conservasse l'anti- vea mandate a Costantinopoli O-
co rispetto. Era
Teodorico figlio doacre. La pompa trionfale del suo
di Vaiamelo re d'una parte della ingresso in Roma, di cui facemmo
Mesia, uno de' più gran principi parola nel voi. XXXI, p. 173 del
del suo regno. Vedutosi padrone Dizionario, fra i plausi del popo-
di tutta T Italia, per meglio stabi- lo e del clero, v'infuse una gene-
lirsi il reame, sposò una sorella di rale letizia; e la sua potenza este-
Clodoveo re de' franchi. Quantun- sa a poco a poco dalla Sa va transi-
que ariano, protesse sempre i cat- tando per I' Italia e per la Fran-
tolici, ne voleva ch'essi si facesse- cia meridionale fino all'Ebro, fece
ro ariani per compiacerlo, anzi fece risorgere la penisola d'Italia a nuo-
decapitare uno de'suoi più lavoriti va vita. Egli si mantenne pure
uffiziali perchè abbracciò l'arianis- nella Sicilia, e colla flotta allestita
ino , dicendogli : se tu non hai nel porto di Classe fece terminare
serbalo la fede al tuo Dio, come le dannose scorrerie de'greci nelle
la serberai a me che son uomo ? coste di Puglia e Calabria. Negli
Asceso Teodorico al soglio d'Italia ultimi anni di sua vita oscurò
per odiosa proclamatosene re,
via, Teodorico la gloria che si era
tutto pose opera a rendersene
iu acquistata, per aver fatto morire
degno, adottando le romane leggi, dopo dura prigionia il celebre
magistrature, costumi e persino le Boezio Severino, e co'supplizi Sim-
vesti. Deferendo alle pie mediazio- maco suo suocero, i due più gran-
ni del santo vescovo di Pavia Epi- di uomini che fossero allora in I-

fanio, e dell' arcivescovo di Milano talia ; e per essere stato cagione


Lorenzo, accordò il perdono ai li- della morte del Pontefice s. Giovan-
guri già fervidi partigiani di O- ni I, imputato di parteggiare per
doacre, solo li privò del diritto di Giustiniano I imperatore d' orien-
cittadinanza. Autorizzò Epifauio e te, oude il rimorso dopo tre mesi
ITA ITA jfti$

1.» condusse ni sepolcro a' 3o ago- dò guari che Vitige alla testa di
>lo 536, passati trentotto unni di centocinquantamila goti nel marzo
remilo. 538 si portò ad assediare Roma.
Poco Teodorico nella sua
lei ice Belisario esiliò il Pontefice s. Sii-

discendenza, invano la saggia sua verio, credendo che avesse segreta


figlia Amalasunta procurò di con- intelligenza co'goti, e con energica
solidare il dominio d' Italia nel difesa costrinse Vitige alla ritirata;
proprio figlio Malarico, fanciullo indi colla sua spedizione nel Pice-
di otto anni che pose sotto la pro- no obbligò il nemico a portare
tfzione di Giustiniano I. Per giova- nell'alta Italia il teatro della guer-
nili disordini con otto anni di re- ra, ove i franchi condotti dal re
gno morì Atalarico, ed Amalasunta d'Austrasia sotto nome di alleati
associandosi al trono ed al talamo de' goti, moltiplicando i disordini,
il cugino Teodato, che reggeva la fecero copioso bottino a proprio
Toscana , fu cou ingratitudine da vantaggio. I lunghi conflitti deter-
esso corrisposta, perchè caricandola minarono Vitige a chiudersi in
di ceppi la fece perire di morte Ravenna, ove corse nel 53o, ad
violenta nell'isola di Bolsena. E qui assediarlo Belisario, che nel seguen-
incomincia la nuova lotta fra gre- te anno impadronitosi della città,
ci e goti, clie straziò più anni la ricusando eroicamente il gotico scet-
misera Italia, e preparò la discesa tro che gli offrì Vitige, fecelo pri-
di nuovi barbari nel suo seno. II gione colla regina, co' figliuoli e
famoso Belisario generale di Giusti- coi signori goti piti distinti, e tutti
niano I fu da questi mandato in
, inviò schiavi a Costantinopoli. Do-
Italia con poderoso esercito nel po la prigionia di Vitige, i goti
535. Teodato costrinse il Papa s. che stavano oltre il Po elessero per
Agapito I a portarsi a Costantino- loro re Eldebaldo o Teodebaldo
poli per supplicar l'imperatore a o lldebaldo, nipote di Teusis re
ritirare dall'Italia il suo esercito; ma de' visigoti, contrastandogli la coro-
le grandi spese fatte da Giustinia- na Uraia nipote di Vitige. Ma
no I per la spedizione, gl'impedi- mentre prendeva tutte le più op-
rono compiacere il Pontefice. Be- portune misure per istabilire in
lisario dopo la conquista di Sicilia Italia la dominazione gotica , fu
pose piede nella penisola, vinse la ucciso in un banchetto da uno
battaglia di Reggio, eh' ebbe per de'suoi nel 54 1. Incontrò lo stes-
conseguenza la presa, saccheggio e so infortunio cinque mesi dopo il
distruzione di Napoli. Allora i go- sostituitogli Alarico o Ararico prin-
ti rigettato il re Teodato come i- cipe de'rugi, a cui sottentrò l'ani-
nelto, ucciso poi da un soldato, moso Totila nipote d' lldebaldo.
si elessero nel 536 Vitige signore Frattanto essendo stato richiamato
di gran valore e marito di Mam- in oriente Belisario, l' inerzia e la
mella figlia d' Amalasunta. Sotto il venalità de' greci uffiziali aveano
regno di esso, proseguendo Belisario dato campo ai goti di assumere
le sue imprese, s'impossessò di Ro- di nuovo una guerriera attitudine.
ma da lui abbandonata, mentre il Profittando Totila dell'assenza di Be-
suo luogotenente Costantino ripor- lisario, la sua spada si fece largo tra
tò vittoria presso Perugia. Non an- gli ammolliti greci, rialzò nell'Italia il
, ,

si6 ITA ITA


dominio gotico dando agli impe- armi in mano. Con esso finì il re-
riali molle rotte, e impadronendo- gno de* Goti (Fedi) in Italia
si di tutta la bassa Italia e delle durato sessanta anni, per cui l'im-
isole di Corsica e di Sardegna. Il peratore Giustiniano I riunì la
Piceno, la Toscana e tutta l'Italia medesima Italia all' impero d'o-
meridionale, essendo state con Na- riente; allora Narsete potè dirsi il

poli riconquistate, Totila prese an- sovrano d' Italia, di cui appellossi
cora Pioma nel 54G, riuscendo in- duca. Quando questi occupatati di
utile per salvarla un ardilo ten- ricuperare le poche piazze ancor
tativo di Belisario reduce dall' o- difese da' goti, irruppero dalle Ai-
riente. Dopo averle dato il sacco pi gli alemanni condotti da Leu-
lasciandovi debole guarnigione, To- tari e da Buccellino, ed i franchi
tila l'abbandonò portandosi in Ca- capitanali da Amingo e Vidino.
labria. Belisario rientrò in Roma, Dediti alla rapina ed alla strage,
e ne procurò la ristorazione. Poco gì' invasori desolarono per piti an-
dopo, nel 54q, ritornò Totila a ni T Italia, che da ogni lato per-
Roma col grosso delle sue forze, corsero. Narsete senza riposo eser-
ruppe i greci comandati da Dio- citò le sue armi contro di essi,
gene, e per l'intercessione di s. finché la morte di Buccellino con
Benedetto che avea visitato a Mon- trentamila de' suoi in riva al Vol-
te Cassino, vi rientrò con amichevo- turno, e la vittoria riportata al-
li modi, ed intese ad abbellirla l' Adige sui franchi colla prigionia
ed a ripararne le fortificazioni. de'loro duci, gli permise di respi-
A ristabilire la fortuna imperia» rare e di attendere alle cure del
le in mosse intanto dalla
Italia, governo. Intanto i romani fecero
Dalmazia Y eunuco Narscte, che acerbe rimostranze presso l'impe-
sbarcato appena in Ravenna, volò ratore Giustino II contro Narsete,
colle sue forze ad incontrare Toti- perchè li travagliava colla sua a-
la. Presso al villaggio di Capra o varizia, protestando che preferiva-
Caprile sulle falde della Verna, si no il giogo de' barbari a quello
combattè 1' ostinata e sanguinosa del governatore d'Italia. Mosso l'im-
battaglia, che terminò colla scon- peratore da queste ed altre rimo-
fìtta totale de' goti, e colla morte riportammo all'artico-
stranze, che
dell' intrepido re, il quale dovette lo Esarca, richiamò Narsete e
soccombere alle ferite, altri dicono mandò a governar l'Italia Longino
che rimase ucciso mentre fuggiva, col titolo di esarca, il quale fissò

e sepolto a Capra, come dicemmo la sede a Ravenna ed incominciò


all' articolo Gualdo ( Vedi). Gli la serie degli esarchi o viceré d'I-
avanzi del disperso radu- esercito talia, i un illi-
quali godettero di
nati in Pavia nel 55i posero la mitato può dirsi
potere, e quasi
corona sul capo del bravo uffiziale che gl'imperatori greci non vi a-
Teia, il quale tutto si adoperò per vessero che un dominio di nome.
ristabilire i goti dalle loro perdite. Questa signoria comprese l'antica
Invano si coprì di gloria con pro- Pentapoli e Piavenna , e sostenne
digi di valore, e venuto presso con barbaro fasto un vano simu-
Nocera di Campania a giornata lacro di romano impero. Datasi
con Narsete, morì da prode colle da Narsete la consegna del gover-
ITA ITA 217
no a Longino, si ritirò a Napoli Italia, per tale acclamato quando
donde invilo alla conquista d'Ita- fu a lui presentata la picca, secon-
lia Alboino re óe Longobardi (Fe- do l'uso della nazione longobarda.
di), popoli che aveano già con lui, Dopo l'assedio di tre anni Alboino
quali confederati, guerreggiato con- s' impadronì di Pavia, che prescelse
tro i goti. Ciò fece Narsete pieno a capitale del nuovo suo regno;
d' ira, per vendicarsi rimpro-
dei laonde la contrada abbandonando
veri di Giustino II, e per le umi- il nome di Gallia Cisalpina, prese
lianti derisorie rampogne dell'im- quello di Lombardia, e contempo-
peratrice Sofìa. Cessato Io sdegno, raneamente si fondarono i ducati
scrisse JVarsete ad Alboino per dis- del Friuli, di Bene-
Spoleto e di
suaderlo dall' invasione propostagli, vento, ed altri molti che furono
ma non fu in tempo, perchè il re il fondamento del sistema feudale
la volle effettuare, forzando il pas- Óe* Feudi e della Investitura (Fedi).
saggio delle Alpi Giulie. I longo- Tranne Roma col suo ducato, l'e-

bardi dopo aver distrutto nella sarcato di Ravenna, ed alcune cit-


Pannonia i gepidi, e distribuite le tà della Romagna, con buona par-
loro terre agli avari ed unni, at- te dell' Umbria e diverse provinole
tratti dalla seducente pittura del- in Napoli ed in Sicilia, che rima-
l' Italia che facevano i reduci loro sero agli imperatori d'oriente, Al-
compatriotti, stati ausiliari di JVar- boino si assoggettò tutta l'Italia.
sete, agognavano a sì vantaggioso L'esarca avea dato l'esempio di
conquisto. Alboino loro capo, di- nominar duchi a Roma e Napoli,
sposto a secondar l'eccitamento a- ma essi non erano che magistrati
vuto dal greco duca, vantava pre- civili ed amovibili , senza ombra
tesi diritti alla successione gotica, alcuna di autorità sovrana. Da
come pronipote di Amaiafreda so- quell'epoca gì' imperatori greci go-
rella di Teodorico, e nipote di vernarono Roma per capitani o
Teodato Amaiafreda. A-
figlio di duchi, e Ravenna per esarchi. Fi-
dunque nel giorno di Pasqua, che nalmente Alboino dopo tre anni
fu il primo o secondo aprile 566 e mezzo di regno, fu ucciso per
o meglio 56$ sboccò dalla Paii- , opera di Rosemonda o Rosmunda
nonia alla testa de' suoi, de'sassoni sua moglie 1' anno 572 altri dan- :

alleati e de'bulgari, sarmati, svevi, no ad Alboino sei anni di regno


norici, ed altri stranieri allettati e. lo fanno morire nel 574- Dal
dall' invito, colle loro mogli, figli voto unanime de' duchi fu innal-
e Penetrò nel Friuli e
bagagli. zato al soglio Clefi, che segnalò
nella Venezia dando il sacco ad la sua barbarie con stragi,deva-
Aquileia , il cui patriarca riparò stazioni e conquiste. Dopo dieciot-
a Grado, e gli abitanti alla sor- to mesi Clefi fu ucciso da un ser-
gente metropoli del vicino estua- vo nel 573. Disgustati i longobar-
rio, Impadronendosi di tutte quel- di dalla sua dispotica autorità, isti-

le Ben presto Mantova, la


città. tuirono un governo federativo a-
Liguria, 1' Umbria e gran parte ristocratico, composto di trenta
della Campania si arresero. Entrò duchi per lo più elettivi, e resi-
in Milano a' 3 settembre del 569, denti nelle principali città. In que-
ed ai 6 vi si lece coronare re di sto nuovo ordine di cose tutta la
2i8 ITA ITA
bassa Italia, oltre Benevento, ed i ci ; conquistò molti luoghi in To-
primari luoghi della costa adriati- scana, nella Puglia, in Calabria, e
ca, si mantennero alla fede del- corse colle armi sino alle porte di
l'impero greco, che ridotto debo- Roma. Morì nel 590 avvelenato,
lissimo dovette più volte transigere non lasciando figliuoli.
co'longobardi, i quali vollero gua- I longobardi allora rimisero la
rentirai nel possesso degli stati che corona all'arbitrio di Teodolinda di
occupavano; mentre i sommi Pon- Baviera moglie di Autari, che col
tefici in Roma in più modi acqui- suo senno avea cooperato ai pro-
stavano diritto alla riconoscenza gressi del marito, e siccome piena
de' desolati popoli, esercitando su di saviezza, protestarono di elegge-
loro il dolce potere di patrocinio, re per re quello eh' essa avesse e-
che li compensava dall' imperiale letto in isposo. Ella scelse Agilulfo
oscitanza, e dalla venalità de' du- duca di Torino, che a persuasione
chi che annualmente erano inviali a della regina si fece cattolico co'prin-
governarla. Mossero i duchi lon- cipali longobardi, e fu il primo re
gobardi guerra alle Gallie ; ma cattolico di tal nazione, e vuoisi
vinti da Mumolo capitano del re ancora che pel primo si cingesse del-
Guntrano, dovettero da esso com- la celebre corona di ferro. Agilulfo
perare la pace con un annuo tri- tolse Perugia con altre città ai
buto. Indi temendo la totale dis- greci, co' quali poscia si pacificò a
soluzione della monarchia, per la richiesta del Pontefice s. Gregorio
potenza e minacce de' re franchi I Magno, onde si astenne dal de-
provocali dagl' imperatori, dopo il signato assedio dt Roma, mercè di
lagrimevole anarchico
governo di non tenue sborso; indi conchiuse
dieci anni, in cui pati in estremo con Clotario re de' franchi, d'esse-
lo stato e la Chiesa, i duchi a re liberato dall'annuo tributo pat-
riparare i gravi mali ripristinaro- tuito dai duchi. Già nel pontificato
no il governo regio, con eleggere di s. Gregorio I opulento era di-
nel 585 per te Autari o Antari venuto lo stato temporale della
figlio di Clefo, di cui i duchi di- Chiesa romana, che amplissimi pa-
vennero vassalli mantenendo una trimoni possedeva nella Sicilia ed
parte delle loro prerogative. Que- in altri luoghi sino al numero di
sto re ad imitazione degl' impera- ventitré, essendo la maggior parte
tori prese il nome di Flavio, e in Italia, senza comprendervi pa- i

ordinò che i successori portato a- trimoni che da molto tempo pos-


vessero lo stesso nome. Vedendo sedeva in oriente. A ciascuno di
difficile togliere i duchi, si conven- tali patrimoni Papi davano uni

ne che ciascuno di essi dasse al difensore o rettore, ch'erano dei


re, da cui dovevano dipendere, la primari chierici della Chiesa roma-
metà delle rendite, oltre T obbligo na. Alcuni di questi patrimoni, ai
di essere pronti ad assisterlo in dire di Gerbert, erano vasti domi-
tempo di guerra. I più celebri di mi con vescovati e governi nel loro
questi duchi furono que' di Bene- distretto, ove il sommo Pontefice e-
vento, di Spoleto, di Toscana, di sercitava potere spirituale e tem-
il

Torino e del Friuli. Autari con- porale, come si legge neh" epistole
quistò l'Istria, che teneasi dai gre- dal medesimo s. Gregorio I dirette
ITA ITA 219
agli amministratori de' patrimoni. cessila temporali, si ricorse ad essi

Sul cominciare del VII secolo Mas- da ogni parte, non che dal duca-
simo Salernitano avvisò il Papa, to romano; ed Pontefici adope- i

che gli slavi traversavano l'Istria, rarono tutti i mezzi eh' erano in
mentre Cagano re degli avari avea poter loro per aiutare gli oppressi
fatta irruzione nella provincia ve- popoli, e mantenere la dovuta sog-
neta, e i longobardi e altri popoli gezione al loro principe. Ebbero
flagellavano l'Italia, la Sicilia, la per lo più a combattere colla gre-
Sardegna e la Dalmazia. L' empio ca vanità degli esarchi, che senza
Foca, trucidato in Costantinopoli armi e senza denari avevano la
Maurizio con tutti i figli, si usur- leggerezza d'ingelosirsi dell'ascen-
pò il trono d'oriente nel 602; ed dente de' Papi, i quali colle ric-
un così torbido ingresso, e il lungo chezze della loro chiesa, colla rive-
indebolimento impero ca-
di quell' renza che si avea per loro alla cor-
dente, e i nemi-
persiani ed altri te imperiale, e coll'autorità del lo-
ci più prossimi, obbligarono Foca ro nome presso i barbari , regge-
a negligentare le cose d'occidente, vano quanto era possibile le rovi-
anche più che noi facessero suoi i ne dell'occidente. Ma gì' imperatori
predecessori. S. Gregorio I non la- spossati rimasero in ultimo colla
sciò d' indirizzarsi ancora a lui col- vanità consueta de' potenti indebo-
l'epist. 33, lib. XIII, per implo- liti, di pretendere che le persone
rare soccorso, lagnandosi eh' erano morissero loro vassalli per risusci-
ormai trentacinque anni, che i po- tare loro sudditi.
poli italiani giacevano abbandonati Neil' accademia di religione cat-
sotto le incursioni di gente barba- tolica di Roma nel i835 l'abbate
re con sciagure indescrivibili. Que- ora vescovo di A versa monsignor
sto abbandono in estremità urgenti De Luca trattò de vantaggi che
delle provincie d'occidente, dai de- i romani Pontefici hanno arrecato
boli sovrani greci , i diritti della alla condizione politica de' popoli
naturale difesa, la necessità pres- italiani; di che se ne legge un
santissima di sottrarsi all'ultima de- chiaro estratto negli Annetti delle
solazione di tanti ferocissimi ne- scienze religiose, da medesimo
lui
mici, costrinse i popoli del romano compilati, voi. I, pag. 4 2 ^. Dopo
impero in occidente a provvedere aver narrato la caduta del roma-
per loro stessi alla propria salute, no impero, le incursioni successive
e a disporre del loro stato come e predazioni dei barbari cui sog-
si potè meglio sotto la dura legge giacque T Italia, osserva che essa
della necessità. Il fatto tanto in- non avea più unità ne di abitanti,
negabile quanto edificante si è, che uè di costumi, non associazione fe-
i romani Pontefici, sulle traccie del derativa, non patrocinio dagP im-
lungo pontificato di s. Gregorio I, belli imperatori d'oriente. Nitin vin-
tanto innanzi, quanto dopo di lui, colo stringeva fra loro i ripugnanti
furono quelli che tennero finche fu elementi della perturbata Italia :

possibile più forte di tutti la sog- gli antichi abitanti non ancor sog-
gezione delle provincie italiane ai giogati dai barbari, gP italo-greci,
greci cesari. Di vernili padri de' po- gli ertili, i vandali, i goti, gli os-
poli anche nelle estreme loro ne- trogoti, i longobardi, tutta questa
220 ITA ITA
mescolanza di popoli conviveva in- ni, che di mano in mano ed al-
sieme non solo tra un'assoluta di- ternamente volevansi arrogare un
strazione politica e civile, e tra una ingiusto predominio a danno dei
rottura di onte e vendette , ma convicini stati. Finalmente ad un
ancora tra l' ardore degli odii re- altro ufficio non meno importante
ligiosi ; poiché i barbari conquista- adempirono con paterna cura i ve-
tori erano affa sci nati dall' ariana scovi di Roma, e fu quello di col-
empietà, che i greci propagavano legare in comune accordo gli ani-
e sostenevano. I Papi crearono un mi degl'italiani a poter sostenere
novello vincolo coli' uniformità re- gli assalti de' saraceni, tener fermo
ligiosa, la quale rinacque in Italia contro le esorbitanti pretensioni de-
per le loro cure, massime di s. gl' imperatori di Germania, e cam-
Gregorio I, estirpando un germe pare dal giogo maomettano l'Ita-
che tornava dannoso all' unione ita- lia; furono quindi i successori di
liana, e divenendo i fondatori della s. Pietro anche un principio di
rigenerazione politica della moder- unione per gli stati italiani. Difese
na Italia. Aggiunge il prelato, che poi il chiaro scrittore quelle cose
dopo la restaurazione dell' imperiai che baldanzosamente s'incolpano
dignità iti occidente, i Papi inco- ai Papi, sull'odierna divisione
po-
minciarono ad essere un principio litica che derivò in mol-
dell'Italia,
di equilibrio politico ; la protezione ta parte dalle antiche colonie spe-
che gì* imperatori nella coronazio- dite dalla repubblica romana sul- ;

ne loro promettevano alla Chiesa l' aver sostenuto guerre in Italia ,

romana, diede ai Pontefici una mentre Papi furono difensori non


i

grave preponderanza sociale, sopra conquistatori , e con singoiar mo-


i destini delle nazioni componenti derazione ; e sulla parte che alcu-
la grande famiglia cristiana, e se- ni presero nell' innovare il politico
gnatamente sopra quelle de' popoli reggimento di taluni stati, e nel
italiani. Secondo principii di quel
i trasmutare il governo democratico
meraviglioso sistema di politica or- in aristocrazia o monarchia, quan-
ganizzazione, che fu denominata da do per la corruzione de' costumi e
Leibnitz la costituzione sociale del- delle assemblee popolari, per le in-
la repubblica cristiana, la dignità subordinate passioni degli ambizio-
pontificia divenne la guardiana del- si che agitavano la pubblica quie-

la giustizia sociale, e l'arbitra delle te, e per le fazioni che cozzavano,

politiche controversie. I popoli ita- le repubblicane istituzioni più non


liani più prossimi che gli altri a erano contemperate alla morale
questo sacro palladio del diritto condizione degl'italiani.
pubblico, sentirono più efficacemen- Dopo ventisei anni di regno morì
te i benefici effetti della teocrazia Agilulfo nel 616, lasciando da Teo-
di Roma cristiana. La storia della dolinda Adoaldo o Adalvado che
nostra penisola molti notevoli fatti gli successe, e che regnò ott'anni
riferisce, i quali sono evidenti pro- con sua madre ; ma essendo l'an-
ve degli ostacoli che i romani Pon- no 624 impazzito per una bevan-
tefici contrapposero alla insaziabile da datagli da Eusebio ambasciato!'
libidine di rapine, dalla quale era- greco, e prorompendo perciò in ec-
no sommossi quei potentati ilalia- cessi di crudeltà, sino ad uccidere
,,

ITA ITA 221


dieci de' principali signori, fu cao- nuti in aiuto dello scacciato re
ciato dal regno, sostituendoglisi A- Partarito,e perfezionò la legislazio-
rioldo o Arivaldo duca di Torino, ne de' longobardi. A Grimoaldo nel
che fissò la sua sede a Pavia. Con- 671 successe il figlio Garibaldo an-
vien però dire, che indi a qualche cor fanciullo. Ma avvisato Partarito
tempo rimontasse sul trono Adoal- della morte Grimoaldo, tornò in
di
do, a cagione di alcune carte se- Italia col suo figliuolo Cuniperto,
gnate da lui dopo la sua espulsio- e ricuperò il trono involatogli, do-
ne, seguendo perciò a regnare su minandovi col figlio a cui poi restò.
qualche. parte de' longobardi anche Frattanto ricusandosi il Pontefice
Arivaldo, che poi, morto Adoaldo s. Sergio I di approvar il con-
nel 628, tornò a regnare solo sino cilio Quinisesto, l'imperatore Giu-
al 63o. Roteri o Rotano figliuolo stiniano II spedì a Roma Zaccaria
di Angione duca di Brescia, fu spo- protospatario, acciò conducesse il Pa-
sato da Cundeberga vedova di A- pa a Costantinopoli , ma fu scac-
rivaldo, e con ciò gli successe nei ciato ignominiosamente da Roma,
trono. Ma egli ingrato chiuse Cun- e questa fu la prima volta che la
deberga in prigione , liberandola gente italiana si oppose alla poten-
dopo cinque anni alle istanze di za cesarea in favore dei Pontefici.
Clodoveo II re de' franchi, e tolse Nel 700 successe a Cuniperto il

a' greci Genova, Savona, Albenga figliuolo ancor tenero Luitperto


ed altre città vicine, che tenevano sotto la tutela diAsprando uomo
colle Alpi Cozzie ; indi rovinò Tre- saggio ma dopo
e sperimentato
;

vigi, con più. città della Toscana. otto mesi Ranguberto duca di To-
Roteri è considerato come il fon- rino e figlio del re Gundeberto
datore della longobardica legisla- facendo valere le ragioni dei padre,
zione, e morto nel 646 gli successe discacciollo dal trono e lasciò nel
il Rodoaldo, ucciso nel quarto
figlio 702 successore il figliuolo Ariperto
anno del regno da un longobardo, II che fece morire l'espulso Luit-
per offesa fatta a sua moglie. Re- perto, e insieme concesse a Luit-
gnò dopo di lui dal 65 1 Ariperto prando figlio d' Asprando di riti-

1 figliuolo di Gundebaldo, cattolico rarsi presso suo padre , che dopo


e fratello della regina Teodolinda. la morte di Luitperto salvato erasi
Morto nel 660 lasciò il regno di- colla fuga. Ariperto li nel 707 re-
viso a due figliuoli, a Parlarito stituì al Papa Giovanni
VII le
primogenito che risiedè in Milano, Alpi Cozzie, che alla Chiesa roma-
e a Gundeberto che risiedè in Pa- na erano state levate molto prima
via. Questi cacciò dal regno il fra- dai medesimi longobardi. Aspran-
tello maggiore coll'opera del valoro- do ritornato dalla Baviera ov'erasi
so Grimoaldo duca di Benevento, ritirato, die una battaglia ad Ari-
e Garibaldo duca di Torino;
di perto II, e disfattolo lo pose in Tu-
ma accusato Gundeberto di tradi- ga, in cui egli peri annegato nel
mento da Garibaldo al duca Gri- 712, mentre passava il Ticino su
moaldo, fu da esso fatto morire d'una barca, che non reggendo al
l'anno terzo del regno; a lui suc- gran peso dell'oro che trasportava
cesse nel 662 Grimoaldo che poi si profondò. Con ciò Aspirando
si fece cattolico, vinse i franchi ve- prima governatore, e poscia vendi-
ni ITA ITA
calore di Luitperto, successe al e difesa del romano Pontefice, an-
regno, che dopo tre mesi lasciò che nel dominio temporale ; e per
per morte al figlio Lui t orando. tale spontanea dedizione acquistò ,

Mentre Luitprando, appellato il la «Sede apostolica il dominio tem-


miglior de're longobardi, adopera- porale delle provincie suddette e
tasi di ed ampliare il
riformare specialmente del ducato di Spoleto e
codice nazionale, e prosperosamen- della Marca. Solo il ducato di Na-
te reggeva i suoi sudditi, l'impera- poli e la parte della Magna Grecia
tore Leone III nel bandire il cul- dominata dall'imperatore non iscos-
to delle sacre Immagini (Vedi), se il giogo. Vani sarebbero stati

gittò nell' Italia le faville di un gli sforzi dell'esarca Eutichio spedito


Tasto incendio che ne cangiò la da Costantinopoli a riparare di- i

faccia. Il Pontefice s. Gregorio II sastri,se Luitprando guadagnato


gli si oppose con fermezza aposto- dall'imperatore, cangiato consiglio,
lica, e sostenne la purità de' catto- ed irritato da vari duchi ribelli

lici donimi contro l'empio editto non avesse alle greche unite le sue
imperiale emanato nel 726. Esau- armi, marciando due eserciti al-
i

rite le paterne ammonizioni e le la volta di Roma per prenderla,


severe minacce, godendo il favore accampandosi ne' prati esterni di
de' longobardi, de' veneti e devo- Castel s. Angelo. Papa implorò
Il

niani, s. Gregorio II nel 7 3o sco- il soccorso di Carlo Martello mag-


municò l'imperatore, ed assolvè giordomo dei re de' franchi, ed
gli italiani dal giuramento fattogli incontrando Luitprando ne disar-
e dai tributi ; onde ribellatasi l'I- mò il furore, ricevette da lui te-

talia ai greci, molte città si eres- stimonianza di venerazione, ed in-


sero in signorie private, altre si sieme portaronsi nella basilica va-
diedero a' longobardi 3 e il ducato ticana. Ivi il re consacrò a s. Pie-
di Roma che abbracciava sedici cit- tro la corona d'oro, le armi, ed
tà con altre sette della Campania, una croce d'argento, e pacificò il

si sottopose volontariamente al do- Papa con l' esarca. Nel 781 fu


minio della santa Sede, ond' ebbe sollevato al pontificato s. Gregorio
origine la sovranità de' romani Pon- III, contro il quale Leone III im-
tefici. Ravenna con molte città del- peratore provocò Luitprando ad in-
l'esarcato e del Piceno si sottomi- vadere lo stato della Chiesa, per cui
sero alla Chiesa romana; però la il Papa ricorse a Carlo Martello, pel-
metropoli e Classe che avea inva- le cui istanze il re evacuò subito
se Luitprando questi le ritenne, lo stato romano , e si ritirò a
per alcun tempo. Ma dell'origine Pavia donde era venuto, ritenendo
della sovranità pontifìcia sull'jEvtfr- tuttavia le città di Orte, Amelia,
calo d'Italia o di Ravenna (Vedi) Bomarzo e Bieda. Nel 741 fu e-

meglio dicesi a quell'articolo. Narra letto Papa s. Zaccaria, senza atten-

però il Marangoni, nelle Memorie dere 1' abusiva conferma dell'esar-


di Novana, che i popoli dell'Emi- ca. Di questa prepotenza de'greci
lia, della Pentapoli e del Piceno e dell'intrusione de' re d'Italia nel-

giustamente scossero il giogo im- 1' Elezione de Pontefici si tratta a


periale e de'longobardi principi ere- quell'articolo. Nell'anno seguente s.
tici, e si posero sotto la divozione Zaccaria si portò a Terni ov'era
ITA ITA 223
Luitprando. Da questi ottenne la il penitente esempio Tesia sua con-
restituzione delle nominate cittì», sorte, e Rattruda sua figlia, riti-
della Sabina e di altre usurpazio- randosi nel monastero da loro
ni. Nel 743 facendo saccheggiare fabbricato presso quel celebre ce-
Luilprnndo la provincia dell' esar- nobio. Astolfo o Aistulfo tolse in-
cato, vi si recò il Pontefice, essen- teramente l'esarcato ai greci, che
do sotto la protezione della Sede aveano per 184 anni l'Italia,
afflitto

apostolica, e passato a Pavia ot- impadronendosi di Ravenna nel


tenne dal re la cessazione dell'o- giugno 752 , e fugando per sem-
stilità, e la reintegrazione dei ter- pre l'ultimo esarca Eutichio che
ritori i Luitprando acqui-
occupati. si ritirò a Napoli ; indi facendo
stò da' saraceni il corpo di s. A- stragi nella provincia romana ne
gostino che deposito in Pavia. Ri- occupò diverse città. Sordo alle
bellatosi Trasimondo duca di Spo- ammonizioni del Papa Stefano HI,
leto unito a Gondescalco occupa- questi si portò in Francia a domandai*
tore del ducato di Benevento, lo soccorso al re Pipino, il quale sceso
perseguitò colle armi, e lo costrin- in Italia valicando le Alpi, l'assediò
se a ritirarsi in Roma. Occupò Ce- in Pavia, e costrinse Astolfo a re-
sena che poi restituì a' greci, e stituir l'esarcato e gli altri luo-
vuoisi che donasse parecchie città ghi occupati, e diede alla Chiesa
Chiesa romana. Nel
alla tempo di romana le ricuperate terre. Tut-
una sua malattia, che fu creduta tavolta Astolfo nel seguente anno
mortale, elessero i longobardi in si mosse con oste poderosa verso
re l'imbecille Ildebrando , di cui Roma, con manifesta infrazione
Luilprando era avo, o secondo al- de' patti. Pipino tornò ad investir
tri padre. Tornato Luitprando in Pavia, e non accordò la pace che
salute, non soddisfatto di quell'ele- a prezzo d'oro, obbligando Astol-
zione, tutfavolta si associò il nipo- fo a cedere al Pontelice oltre 1'
e-
te che poi gli successe. Luitprando . sarcato e Coraacchio, tutto il pae-
mori nel y44> lodato e biasimato se che di qua dal Po giace tra
per buone e cattive qualità. Si Piacenza e gli A pennini, e tra il
disse pio, assai applicato alle ora- fiume Foglia e l'Adriatico. Di tutti
zioni, alle limosine, casto ed at- i luoghi ceduti Pipino mandò a
tento. prenderne possesso il suo cappellano
Ildebrando dopo sette mesi, es- Fulrado abbate di s. Dionigi, ch'ese-
sendosi reso odioso, dai longobardi guito V atto a nome della Chiesa,
fu deposto, e sostituitogli Rachisio quindi portatosi in Roma ne de-
figlio di Pemmone o Remone duca pose le chiavi ed il diploma di per-

del Friuli. Questo principe ruppe la petua donazione e restituzione sulla


pace colla Chiesa assediando Peru- tomba di s. Pietro e di s. Paolo,
gia. Ivi nel 745 si portò s. Zaccaria in segno che ad essi ne rassegnava
e con tanta efficacia gli parlò, che il dominio. Mori Astolfo indi a
non solo tolse l'assedio, ma cono- poco nel 756 per una caduta da
sciute dalle sue esortazioni le va- cavallo mentre era alla caccia. In
nità del mondo, rinunziò il regno suo luogo fu riconosciuto re Desi-
al fratello Astolfo, e si fece mona- derio duca o governalore di To-
co a Monte Cassino. Ne imitarono scana e suo contestabile, secondo il
2^4 ITA ITA
Sigonio, o piuttosto dell' Istria con- pienamente ad esercitarsi sotto Ste-
quistata da Astolfo. Rachisio, non ap- fano III ed Adriano I, solo in-
provando tale elezione, voleva far terrotto nelle ribellioni; così dai
valere i suoi diritti; ma il Pontefice medesimi principiarono i Papi ad
Stefano III lo persuase a ritornare esercitare una salutare influenza po-
alla cella monastica, ed a cederli a litica.

Desiderio, che si obbligò di difendere Pumase l'Italia divisa in tre par-


la Chiesa, e di restituirgli le città ti, consentendovi ancora Niceforo
ritenute da Astolfo, cioè Faenza, imperatore d'oriente. A' greci re-
Imola, Ferrara, Osirao, Ancona, stò in pieno dominio la Puglia, la
Umana e Bologna. Desiderio non Calabria e la Sicilia. Al Papa re-
mantenne le promesse, restituì so- starono l'Esarcato, la Pentapoli, e
lo Faenza e Ferrara, e fattosi a- i ducati di Roma, di Perugia, di
cerbo nemico della santa Sede, Toscana pontifìcia, e della Campa-
prese col figliuolo Adalgiso o A- nia o Campagna. Il rimanente coi
delchi ad invaderne e travagliar- ducati di Benevento, di Spoleto e
ne lo stato. Tentò di uccidere nel del Friuli, si ritenne da Carlo
769 Stefano IV, e minacciò la Magno col nome di regno d'Italia,
rovina di Roma regnando Adria- il quale formò più. marchesi per
no I. Questi ricorse alle armi di invigilare alla custodia delle fron-
Carlo Magno re di Francia, il tiere, come in Ivrea, in Toscana ec.
quale con formidale esercito af- Ai veneziani restò libero il loro allo-
frontò alle falde delle Alpi con ra piccolo dominio. La Sardegna
debole resistenza Tarmata longobar- e la Corsica erano in quel tempo
da, perciò in poco sbandata. Desi- sotto il dominio de' saraceni, ai
derio si chiuse in Pavia, e Adal- quali poi le tolse il medesimo
giso in Verona ; questi riuscì Carlo Magno. 1 più possenti du-
fuggire in Grecia alla corte di chi fra* longobardi tentarono in
Costantinopoli ove visse da priva- seguito di far risorgere il nome
to, ma Desiderio fatto prigioniero longobardo, ma le forze di Carlo
nella presa di Pavia fu mandato sventarono ogni disegno. Però il

in Francia monastero di Cor-


nel regno d'Italia non stette sempre
bio nel 773 o 774, ove fini i suoi unito all' impero; Carlo Magno lo
giorni. Con lui terminò il regno die poi al suo figlio Pipino, che
de'longobardi in Italia, dopo ^ che Adriano I unse re d'Italia. Inoltre
per 206 anni vi avea fiorito. È da Carlo Magno donò a detto Papa
osservarsi che i longobardi aveano l'isola di ducato di Be-
Corsica, il

diviso il loro regno in trentasei nevento, il territorio di Sabina, ed


ducati, che aveano dato a'ioro co- il ducato di Spoleto, amplificando
mandanti col titolo di duca, e con così il principato della Chiesa ro-
un diritto di alta signoria sulla mana. Quindi s. Leone III nel dì
città e suo circondario. Allora Car- del Natale 800 coronò imperatore
lo Magno prese il titolo e la co- de'romani Carlo Magno, rinnovan-
rona di re ed unì il nord
d'Italia, do così l'impero romano d'occiden-
di essa alla monarchia francese. te. Neil' 810 Carlo Magno dichia-
Quanto al dominio assoluto dei rò re d'Italia Bernardo suo nipote.
Papi ne'loro stati, esso incominciò Neil'818 il regno d' Italia tornò
ITA ITA 525
nd unirsi all' impero, nella persona del re o de' suoi ambasciatori, ar*
dell' imperatore Lodovico I il Pio gomenlo trattato all'articolo Con-
prtmogenito di Carlo, che regnan- secrazione de'Pontefici. Il secondo
do il Papa s. Pasquale I con di- fu in favore della dignità d'Italia,
ploma confermò in favore della prescrivendo, che morto senza suc-
santa Sede le precedenti donazioni cessione il re Carlo III ilGrosso,
e restituzioni, aggiungendovi di più il regno d'Italia fosse dato per
la Sicilia e la Sardegna. Regnalo- l'avvenire ad un principe italiano,
no successivamente in Italia gl'im- col titolo di Del primo decreto
re.

pera tori Lotario I, Luigi II, Carlo fecero menzione Martino Polono ad
li, Carlomanno, e Carlo IIIGros- il an. 884; Tolomeo da Lucca, Hist.
so o il Grasso. La continuazione Eccl.lib. 16, cap. 2,3 ; Mabillon
del regime feudale, di cui Carlo in Ord. Rom. cap. 17, p. ii4;e
Magno non cambiò che i nomi in Pagi ad an. 884, n. 2. L'uno e
Italia coli' istituire marchesi ed i l'altro di questi decreti alcuni li

i conti; il deplorabile uso di divi- stimano apocrifi, e del primo preci-


dere fra più figli e fratelli le re- palmente dubita Eckart, Rer. Frane.
gioni del nuovo impero occidenta- t. II, p. 683. Su di che può an-
le ;
1' alterigia ed ambizione de'du- cora vedersi il Sassi in Annoi, ad
chi longobardi superstiti, e spe- Sigoniùm, de regno lidi. t. II, p»
cialmente quelli di Spoleto e del 35 1, il quale li riferisce ambedue.
Friuli ; il crescente potere de' roma- Dopo la morte di Carlo III ter-
ni Pontefici e della repubblica di minata la linea de' Carolingi, il
Venezia, e le guerre dovutesi sos- regno trovossi nuovamente in pre-
tenere nella bassa Italia per la da alle fazioni ; andò nelP Italia
invasione de' feroci e fanatici sa- tutto in rivolta, reggendosi con
raceni, che in mezzo a tante di- arbitrio di più signori,che i re vi
scordie, dalla Sicilia ov'eransi sta- avevano posto a governarla alte-,

biliti, spargendo
calarono in Italia, rando la prima divisione de'ducati
ne'paesi che conquistarono la de- dai longobardi stabiliti. L'Italia fu
solazione e la strage: tali avve- immersa in guerre intestine, pro-
minenti rendettero fluttuante e ben mosse dai pretendenti al regno, e
presto, ridussero al nulla la pos- dalle città medesime secondo i va-
sanza degl'imperatori Carolingi, che ri partili che seguivano. I più pò*

tennero 1 14 anni il regno d'Italia, tenti erano al»


signori dell'Italia
e lo lasciarono esposto colla morte lora duchi del Friuli, di Spoleto
i

di Carlo III, avvenuta nell' 888, e di Benevento, i marchesi di To*


ad in numerabili calamità e disa- scana e d'Ivrea, ed i conti Tuscula-
stri. Prima di questa motte Adria- ni di Pioma, de'quali trattiamo agli
no III dell' 884 , a richiesta de- analoghi articoli, e degli ultimi
gli che si trovavano poco
italiani, parlammo all' articolo Frascati.
contenti del govèrno de're forestie- L'ambizione di tali signori cagionò
ri e da essi lontani, pubblicò due mali gravissimi all'Italia, costretta
famosi decreti. Col primo in favo- a vederne alcuno con titolo di re
re della libertà de romani ordinò, e d'imperatore, oltre alle prepoten-
che il Pontefice eletto potesse es- ze de' conti Tusculani contro Pa- i

sere consccrato senza la presenza pi. Conliuuarouo queste calamità


voi. xxxvi. i5
jé a6 ITA ITA
sino ad Ottone I, in cui ritornò il terrore i bavaresi, ed il figlio del
regno d'Italia ad unirsi all'impero. re Arnolfo tornò in Baviera colle
JVella vacanza del regno per la sue truppe, cui tenne dietro Be-
morte di Carlo III, pretesero l'im- rengario per supplicare con più ef-
pero, la Francia e l'Italia Guido ficacia il re di venire egli sfesso in
figlio di Lamberto duca di Spole- Italia a prendere possesso del re-
to e d'una figlia di Pipino re di gno che gli avrebbe rinunziato,
Italia; ed inoltre Berengario fi- mentre il re ricevette le istanze di
glio di Eberardo duca del Friuli molti baroni italiani inviati dal
e di Gisella figlia di Lodovico I il Pontefice Formoso, con lettere pie-
Pio. I due contendenti dopo di- ne di lamenti per le oppressioni
Terse guerre si accomodarono fra fatte dall'imperatore Guido alla
loro, cedendo Berengario a Guido Chiesa romana. Adunque con for-
tutte le ragioni all'impero e alla midabile esercito , Arnolfo re di
Francia, e Guido a Berengario il Germania venuto in Italia in soc-
regno d'Italia. Laonde neh' 891 il corso di Berengario, obbligò Gui-
Papa Stefano V
detto "VI coronò do a ritirarsi a Spoleto con Lam-
imperatore Guido, ed associò nella berto, e fu fatto re d'Italia e
sovranità Lamberto suo figlio. Non coronato imperatore. Morto Guido
avendo Guido nulla guadagnato nell' 894 ebbe miglior sorte Lam-

nella Germania e nella Francia, berto, poiché fu chiamato due voi


alla cui monarchia avea aspirato, te al regno da' longobardi oppressi
si rivolse contro di Berengario, e da Berengario, il quale dovutosi
vintolo due volte, massime sotto ritirare alla fine ne' luoghi più
Piacenza, s' impossessò di buona forti suo ducato del Friuli,
del
parte d'Italia e ne prese l'insegne non ricuperò suoi stati che dopo
i

di re verso detto tempo. Troppo so- la morte Lamberto, che fu ri-


di
perchiato Berengario dalle maggiori conosciuto imperatore da Giovanni
forze di Guido e dei molti principi IX. Rendutosi Berengario sempre
suoi fautori, si rivolse al potente più odioso, molti signori italiani
Arnolfo re di Alemagna, dal quale chiamarono regno Luigi IH re
al
nell' 8g3 ottenne valido aiuto, col- d'Arles e di Borgogna, figlio di Ro-
l' inviare un' armata sotto il co- sone e di Ermengarda figliuola
mando d'un suo figlio, il quale dell'imperatore II. Venuto Luigi
s'incamminò a dirittura alla volta in Italia da Berengario,
fu vinto
di Pavia, dov' erasi impostato col indi ritornovvi, mosso da Alberto
nerbo di sue genti l'imperatore marchese di Toscana, altro pre-
Guido. Fu in questa circostanza e tendente al regno, e da altri; po-

in mezzo agli accampamenti di Pa- se in fuga Berengario, divenne re


via, quando il valoroso Ubaldo se- d'Italia, 900 fu coronato
e nel
guace di Guido, non volendo sof- imperatore da Benedetto IV. Ma
frire le invettive di un soldato del- sorpreso da Berengario in Verona,
l'esercito di Arnolfo contro gì' ita- Luigi III fu dallo stesso fatto acce-
liani, andò ad incontrarlo nel cam- care, e Berengario si fece poi coro-
po, e venuto seco a duello, gli tra- nare imperatore nel 916 da Giovan-
passò colla lancia il cuore. Da que- ni X, Discacciò saraceni che deva-
i

sto fatto presero ardire gl'italiani, stavano la bassa Italia, mentre gli
,

ITA ITA 227


unglicri facevano a più. riprese mi- reggiò Roma, spettando il dominio
ddiali scorrerie nella Lombardia. di Castel Angelo al principe Al-
s.

Questo principe italiano forse po- berico figlio della medesima Maro-
teva felicitare la patria sua, se la zia. Entrato Ugo in contesa con
discordia non avesse attraversato questo signore, gli diede uno schiaf-
sempre i suoi disegni, non cessan- fo, indi volse le armi contro Lam-
do gli irrequieti popoli d' invitare berto figlio di Berta marchese di
gli stranieri a lacerare la penisola. Toscana, e zio d'Alberico, caccian-
E in fattinon andò guari, che gli dolo di stato, ove pose il fratello
italiani sempre maggiormente irri- Bosone. Papa Leone VII nel
Il

tati dal suo procedere, gli oppo- 936 chiamò in Roma s. Odone
sero Ridolfo II re della Borgogna abbate di Clugny per pacificar Ugo
Transiurana che venne in Italia
, ed Alberico, e vi riuscì. Rottasi po-
nel 92 r, e vinse Berengario presso co dopo la concordia, Stefano IX
Firenzuola. Berengario fuggì in nel 939 richiamò il santo a rista-
Verona, dove nel 924 fu ucciso da bilirla, ma egli mori in Tours. Indi
certo Ilamberto, dopo aver tenuto Ugo sconfisse i saraceni, ribattè Ar-
con altri il titolo di re d'Italia tren- noldo duca di Baviera chiamato
taquattro anni. Però Ugo od Ugone in Italia da alcuni sediziosi , e si
conte d'Arles volle disputare il tro- associò al regno il figlio Lotario.
no a Ridolfo II, e l'uno in Pavia si Entrato poi in timore per la po-
coronò, l'altro in Milano. Non riu- tenza di Berengario e di Adalber-
scendo gradevole il governo di Ri- to o Alberto suo figlio marchesi
dolfo II, ne volendo questi decidere d'Ivrea, e di Gisella figlia di Be-
la lite colle armi, venne con Ugo rengario I, cercò di guadagnarseli,
ad accordo, cedendogli lacorona dando in isposa a Berengario Villa
d'Italia 926, dando
nel a Lotario figliuola del fratello Bosone, e ad
figlio di Ugo la sua figlia Adelaide, Ascario il ducato di Spoleto. Aven-
e ricevendo da Ugo una parte del- do poi questi fratelli attentato con-
la Provenza, che incorporò al suo tro Ugo, Ascario fu fatto morire,
regno, ove si ritirò in detto anno. e Berengario se ne fuggì in Ger-
Il Papa Giovanni X incontrò Ugo mania sotto il re Ottone I. Ma
a Mantova e con lui si collegò. chiamato poi dagl'italiani al regno,
Ugo era figlio di Teobaldo conte fu costretto Ugo ad accordarsi con
d'Arles e di Berta figlia di Lotario Berengario, cedendogli parte del
II re di Lorena, e di Valfrada. La regno; e lasciata l'altra al suo figlio
quale Berta rimasta vedova, sposò Lotario, nel g45 vestì l'abito mona-
Alberto marchese di Toscana , da stico, dopo aver regnato vent'anni.
cui nacquero Guido e Lamberto Lotario II fu presto spogliato della
marchese di Toscana, ed Ermen- parte che godeva del regno d'Ita-
garda moglie di Alberico marchese lia da Berengario II, che lo avve-
d'Ivrea. Restato Ugo vedovo ed lenò nel 94°/j lasciando Emma, che
aspirando al dominio di Roma fu moglie di Lotario re di Fran-
sposò Marozia possente dama ro- cia, ed Adelaide figlia di Ridolfo li
mana, quanto celebre per la sua re di Borgogna e 6ua vedova, d'illu-
avvenenza, altrettanto famosa per stre memoria, a cui rimase a titolo
le sue scelleragini, per cui signo- di dote la città di Parma. Berengario
22$ ITA ITA
II per liberarsi dagli ungheri venuti Papa le parti di Adalberto, Otto-
in Italia contro di lui, die loro die- ne I gli fece eleggere contro l'an-
ci moggia d'oro, tolto con violen- tipapa Leone Vili. In tal modo
za ai suoi sudditi ed alle chiese. sino dal 962 fu unito il regno d'I-
Si associò il figliuolo Adalberto, e talia ai re di Germania, e in essi
con lui fu coronato. Quindi vo- di nuovo all'impero, a loro come
lendo dargli in moglie Adelaide, e dicemmo trasportato.
ricusando questa di sposare il fi- Ecco come in questo tempo l'I-
glio dell'uccisore di suo marito, la talia era distribuita. La Puglia e
fece Berengario li chiudere nella la Calabria, che includevano il pae-
fortezza di Garda. Trovata ella erano de' greci. Il du-
se de' bruzi,
maniera di fuggirsene, si ritirò nella cato di Benevento, che tutto quasi
fortezza di Canossa, tenuta dai suoi occupava il Samnio, stava sotto il
aderenti, ove fu tosto assediata da suo duca, vassallo però del re d'I-
Berengario II. Il Pontefice Agapito talia, quali erano anche i ciuchi
II mosso a compassione di questa di Napoli, Capua e di Salerno.
di
principessa, e degli italiani oppressi 11 ducato Romano, colla Romagna,

da Berengario II, specialmente ec- col ducato di Spoleto, colla Marca


clesiastici, chiamò in aiuto Ottone Anconitana e parte della Tosca-
I re di Germania, che data a Be- na erano del Papa. Godeva pure
rengario II una terribile rotta, for- della propria indipendenza la re-
zollo a chieder la pace, che gli ac- pubblica di Venezia ; e Genova ,

cordò, ritenendosi per se il mar- Pisa, Napolied Amalfi, sebbene ri-


chesato d' Ivrea, e menando seco conoscessero la supremazia impe-
Adelaide cui si congiunse in ma- riale, reggevansi nulladimeno come
trimonio, guadagnandosi in tal mo- repubbliche. rimanente di qua
Il

do molli suffragi al regno , per e di là dagli Apennini formava


l'amore che gl'italiani aveano perla il regno d'Italia, le di cui prò vin-

loro bella ed infelice principessa. Non ci e principali erano la Lombardia,

mantenendo Berengario II patti, i le Marche di Verona e di Trevigi,


fu sconfitto con nuove battaglie, e il Friuli e la Liguria. Governavasi
caduto in fine prigione nel 962, il regno sotto il reggimento di vari
dopo lungo assedio, a Montefeltro, signori stabiliti da Cesare, e da lui
fu condotto in Germania ove mori dipendenti. Ogni città aveva il suo
nel 966. Non ebbe dissimile sorte conte, che come giudici e magi-
il figlio Adalberto , battuto due strati facea ragione al popolo. I

volte dalle armi di Ottone, e pe- conti dipendevano dal governatore


rito o nella battaglia, o dopo essa della provincia, che dal titolo ch'es-
di dolore più tardi. Ottone I fu sa avea di ducato o di marchesa-
coronato re d' Italia in Milano dal- to, chiamavasi duca o marchese.
l'arcivescovo Gualberto, essendo già Questi governatori delle provincie
stato proclamato re in Pavia. An- erano tenuti a ricevere i messi o
che il Pontefice Giovanni XII in- commissari imperiali , che spesso
vocò il soccorso di Ottone I contro venivano mandati dall'imperatore
i nominati principi, indi lo coronò o a quietare qualche contesa o a
imperatore, passando così l'impero dar sesto a qualche grave scon-
ne' tedeschi. Ma seguendo poi il certo. La maggior parte delle città
ITA ITA 229
erano governate dai vescovi delle re a Milano dall'arcivescovo, o d'im-
medesime. Inoltre Ottone I per peratore a Roma dal Pontefice,
meglio guadagnarsi l'amore de'po- ovvero per qualche altro affare.
poli, pensò a stabilire uu sistema Allorché stava in Italia, tenea pub-
municipale, che dava alle città sles- blica ragione nelle campagne di
se una forma come di repubblica, Roncaglia sul Piacentino , secondo
accordando altresì alle medesime le leggi, le quali dal secolo IX al
il diritto di guerra che godevano XII, erano di quattro specie, cioè
i feudatari ; e fu questa la ben la longobarda introdotta dai lon-
trista cagione delle gravi discordie, gobardi, la romana ch'era l'antica
e delle quasi continue guerre in- dell'Italia, la salica stabilitavi dai
sorte dopo fra stati e stati , e fra francesi, e la ripuaria di cui quasi
una città e l'altra per più di un nuli 'altro si sa che nome. Nei
il

secolo. Ottone I accordò molti feu- pubblici contratti dichiaravasi a


di ai signori tedeschi, e vari di- quale si tenessero i contraenti; ne
ritti alle città, perfezionando il loro potevasi passare da una all' altra
governo quanto il permetteva la legge, salvo le donne, che regge-
ignoranza di quell'epoca. Il secolo vansi con quella dei mariti.
X per la sua rozzezza e sterilità Nel 973, divenuto re d'Italia ed
del bene fu appellato ferreo, per imperatore Ottone II, gl'italiani avi-
l'abbondanza delle malvagità ven- non temendo
di dell' antica libertà,
ne chiamato di piombo, e per l'i- le armi imperiali occupate nelle
nopia degli scrittori oscuro. Quanto guerre alemanne e galliche, ecci-
ai tributi che si pagavano dai po- tarono perturbazioni e tumulti
poli del regno d' Italia , essi era- nelle provincie , istituendo consoli
no triplici ma assai leggieri. Con in più città, e fabbricandovi delle
voci latine ma barbare, altro chia- fortezze private. Roma fu la prima
mavasi federimi, altro parata, al- che si mosse, eccitata da Cencio,
tro mansionaticum. Il primo ossia laonde iniquamente Benedetto VI
federimi consisteva in certa quan- fu strangolato. 11 Muratori comin-
tità di grano in occasione che ve- cia a descrivere i principii della
nisse il re in Italia, per sostenta- libertà italiana dal regno di Otto-
mento dell' esercito potevasi però : ne II, argomento che tratta nel-
dar denaro in vece di grano. Il le sue Dissertazioni sopra le an-
secondo ossia parata era altra con- tichità italiane, dissertazione XLV :

tribuzione che davasi nella venuta Della forma di repubblica presa


medesima, per racconciare le stra- da moltissime città u Italia, e del-
de e i ponti. Il terzo ossia man- la origine della loro libertà. Otto-
sionaticum era il denaro che da- ne II campò a stento dalla rotta
vasi per l'alloggio de' soldati allor- che i saraceni fatti ausiliari de'gre-
ché stavano in accampamento. Qui ci gli diedero nella Calabria. Nel
pure diremo in che occasione ve- 983 gli successe Ottone HI in età
niva il sovrano in Italia , e sotto di dodici anni. L'imperatrice e re-
quali leggi regolavasi il regno ita- gina Adelaide, per la sua pietà e
lico Esso per lo più risiedeva
. virtù fu sempre cara ai suoi sud-
in Germania, e veniva alle volte diti, tanto sotto il marito Ottone I,
in Italia a prendere la corona di che sotto il figlio Ottone II, col
2 3o ITA ITA
quale insorse grave discordia, poi saraceni era assalito il littorale del do-
cessata. Ottone III suo nipote, trop- minio con un esercito
della Chiesa,
po ascoltando la gelosia di Teo- nel io 16 riportò compita vittoria. E
fania sua madre, l* allontanò dalla siccome i greci divenuti insolenti
corte; ma una subitanea morte devastavano di tratto in tratto i
avendo rapito Teofania, fu obbli- luoghi della Puglia, contro di quel-
gata ad assumere la reggenza. Ta- li Benedetto Vili mandò Rodolfo
le fu la sua condotta edificante, principe di Normandia, il quale ii>
che meritò gli onori degli altari, tera mente li sconfìsse e cacciò da
dopo la sua morte avvenuta nel quella provincia. Ed eccoci all'un-
999. Da ultimo ne pubblicò la vi- decimo secolo, in cui i grandi di
ta politica e religiosa, il sacerdote Italia dal peso sopraffatti della do-
Gio. Battista Semeria. Intanto Otto- minazione straniera, fluitarono lun-
ne III si mostrò degno di regnare, e go tempo per contrapporre un prin-
punì colla morte il prepotente Cre- cipe francese ai precedenti sovrani
scenzio Numentano, eh' esercitava tedeschi; ma non ispirando i sem-
dispotica autorità sulla plebe ro- pre discordi voti fiducia alcuna né
mana. Alla sua morte avvenuta a Roberto li invitato ad assumere
nel 1002, Arduino figlio di Dodo- per esso o per Ugo suo figlio la
ne marchese d'Ivrea, e discendente corona, né a Guglielmo IH conte
del longobardo Desiderio, guadagna- d'Aquitania , stanco dell'interregno
tisi molti signori italiani, si fece e- anarchico 1' arcivescovo di Milano
leggere e coronare re d' Italia in Eriberto si volse al duca di Fran-
Pavia, ciò che ferì altamente l'ar- conia Corrado I il Salico, e II co-
civescovo di Milano, a cui non era me imperatore, dignità a cui poi
perciò ricorso Arduino , sì per la fu eletto nel 1024, che non tardò
pretensione che avea di esser arbi- ad afferrare l'occasione, e ad inoU
tro degli affari d' Italia, in virtù trarsi nella Lombardia, ove mal-
di un decreto del Pontefice, sì pel grado l'ostinata dissidenza de' pavesi
timore di perder l'autorità che a- venne coronato re, e contraddistinse
vea grandissima sotto gl'imperato- il suo avvenimento al trono colla
ri tedeschi. Per lo che opponendo- famosa legge organica sui feudi,
si gagliardamente, invitò s. Enrico emanata in Roncaglia, che rassicu-
II di Baviera imperatore. Si ven- rò i minori vassalli dall'arbitrario
ne allearmi nel ioo3 colla vit- spoglio, cui andavano soggetti per
toria Arduino ; ma sceso in
di parte dei grandi feudatari, e che
Italia Enrico li in persona, scon- fecesi in seguito dipendere dal re-
fisse le genti di Arduino nel ioo5. gio assenso. Ne lungo però né
Partito l'imperatore, Arduino ripi- tranquillo fu il suo regno, che i
gliò le armi che tosto depose al
, grandi stessi mal sofferenti del fre-
ritorno di Enrico II nel ioi3. Nel no ad essi imposto dall'autorità re-
medesimo anno tentò un nuovo ia , si accostarono alla fazione
sforzo, ma represso dall'arcivesco- popolare, ed il desiderio fomenta-
vo di Milano perde ogni speranza, rono, che in tutte le contrade ita-
ed abbandonato il mondo si fece liche sordamente si manifestò per
monaco nel ioi5. Vedendo il Pa- emanciparsi. I saraceni intanto fu-
pa Benedetto Vili che spesso dai rono nel 1 o3 5 definitivamente cac-
ITA ITA 23i
ciati dalla Sicilia e dalle mede a riempiere della loro fama anche
di Monte Gargano per opera dei le remote contrade. Preponderaro-
normanni, che da avventurieri in- no in potenza e credito la gran
cominciarono pel loro valore a si- contessa Matilde, la marchesana di
gnoreggiare in quella parte d'Ita- Susa Adelaide , gli arcivescovi di
lia, come nella Puglia e Calabria, Milano e di Ravenna mentre ,

onde poi fondarono un fiorentissi- l'imperatore d' oriente in un solo


mo regno. piccolo canto Puglia e della
della
Nel 1039 divenne re d'Italia Calabria conservava debole domi-
Enrico Germania, che nel
III re di nio cui spediva un Catapano a go-
1046 Clemente II coronò impera- vernarlo. Ricevè s. Gregorio VII
tore. Essendo la città di Bamber- in feudo della Chiesa la Toscana,
ga feudataria della Chiesa romana, quella parte di Lombardia di cui
s. Leone IX la cedette ad Enrico era signora la gran contessa Ma-
HI, il quale rinunziò a quel do- tilde, per la pia generosità di
minio che gl'imperatori e re d'I- questa magnanima principessa. Nel
talia esercitavano su Benevento, 1090 incominciarono a governarsi
sebbene già di proprietà della santa in modo di repubbliche Parma,
Sede sino da Carlo Magno, indi Piacenza, Modena e Siena indi ,

usurpato dai longobardi. Avendo Genova nel 1096. Nel pontificato


questi sino dal IX secolo chiama- di Urbano II, e nel concilio diCIer-
to in loro aiuto i normanni per mont Tanno 1095 ebbero origiue le
cacciar dalle terre occupate i greci crociate, in cui tanto valorosamen-
che barbaramente li trattavano , te si distinsero gl'italiani, come si
non andò guari che nella Puglia dice all'articolo Crociate in un ai
e Calabria sperimentarono gravosa principati che fondarono e godettero
la feroce nazione normanna, per nell'oriente. L'emigrazioni italiche
cui ricorsero a s. Leone IX nel prodotte dalle crociate fortificarono
io5o, pregandolo a passare con i governi municipali, e le alleanze
poderoso esercito nelle afflitte con- che molte città fra loro contrae-
trade, eh' erano pure juris eccle- vano. Durante le differenze tra la
siale romanae, per liberarli dall'op- Chiesa ed Enrico IV, il figlio di
pressione di quella gente straniera. questi Corrado si ribellò padre al
Il Papa con milizie proprie si por- in favore della Chiesa, e per opera
tò contro i normanni, e benché dei Papa fu acclamato re d'Italia,
restasse da loro vinto, dettò ad ma premorì al genitore nel noi.
essi la legge e gl'investì delle terre Ad Enrico IV nel 1106 successe
che avevano occupate, ciò che pu- Enrico V altro suo figlio , che
re fecero i successori. Nel io56 continuò ad essere nemico de'Pon-
fu re d'Italia Enrico IV di Ger- tefici, finché con Calisto II si pa-

mania, il quale ebbe gravissime cificò per la famosa questione del-


differenze con s. Gregorio VII (Ve- l' Investiture ecclesiastiche (Fedi)
di), al qual articolo si riportano in ch'ebbe termine nel iia3. Dalle
un a quanto patì l'Italia per la discordie insorte fra i Pupi e gl'im-
rottura tra il sacerdozio e l'impe- peratori nacquero le due fatali e
ro. In quell'epoca Venezia, Geno- famigerate fazioni de Guelfi e dei
va , Amalfi e Pisa incominciarono Ghibellini (Vedi) , che levarono
2 3a ITA ITA
in Italia grandi tumulti, e vi re- perare la bassa Italia. Alla morte
carono immense rovine. I ghibel- di Adriano IV nel 1 i5g,. fu eletr
lini erano sostenuti dagl'imperatori to Alessandro III, contro cui in-
e da alcuni signori italiani ; i guel- sorse l'antipapa Vittore V, che
fi dai Pontefici, e più tardi dai nello scisma lagrimevole ebbe tre
re francesi e dai re di Napoli An- successori, tutti sostenuti colle ar-
gioini. Durarono queste fatali fazioni mi di Federico I. Con questo con-
sino al secolo XVI, in cui a po- tegno l'imperatore diede 1' ultima
co a poco vennero meno. Nel spinta formazione della gran
alla
1 1 37 divenne re d'Italia ed im- lega lombarda, ed alle fazioni dei
peratore Lotario II coronato da guelfi e ghibellini. I guelfi e la le-
Innocenzo II , che investi del pa- ga difendendo i diritti di sovrani-
trimonio della contessa Matilde com- tà delle città, presero la difesa del
presa Garfagnana {Vedi). Ma
la magnanimo Pontefice Alessandro
le nate in Germania fra
scissure III. Allorché Federico I mosse
Lotario II di Sassonia, e Corrado per la terza volta dalla Germania
III di Svevia , divisero anche le per l'Italia a sostegno del pseudo-
contrade italiane in due partiti, re- papa Vittore V, punto non cu-
si turbolenti dalle moltiplici pre- rando i tumulti dell' alta Italia,
tensioni dei principi italiani, oltre cercò di sorprendere Ancona, che
lo scisma insorto contro Innocenzo resistè intrepida alle seduzioni ed
II, per l'antipapa Anacleto II che alle armi tedesche , e l'obbligò
die il titolo di re di Sicilia e di a formare l'assedio. Intanto con-
Puglia al normanno Ruggero I. vennero nel monastero di s. Jaco-
Milano nel 1 i5o si eresse in re- po in Pontide fra Milano e Ber-
pubblica. gamo i deputati delle principali
Scene più sanguinose ebbero città lombarde, e giurarono di
luogo in Italia dopo l'esaltazione provvedere alla salvezza della pa-
al regno ed all'impero di Federi- tria, a che eccitavali l'italiano li-

co I di Svevia Hohenstaufen detto beratore marchese Obizzo Mala-


Barbarossa, poiché la maggior par- spina. Aiutarono i dispersi milane-
te delle città di Lombardia ave- si a rientrare nella desolata città
vano già adottato libero e popolare loro, ed in onore del Pontefice i
reggimento. Postosi in capo Fede- cremonesi , piacentini e milanesi
rico I di distruggere le nascenti edificarono la città d'Alessandria.
repubbliche italiane, empi la Lom- Tanto primo appa-
terribile fu il

bardia di stragi nella sua prima rato dellache Federico I


lega,
discesa, indi nel 11 55 in Roma riparò prudentemente in Germania,
ricevette corona imperiale da
la ma solo coll'idea di radunar mag-
Adriano IV. Nella sua seconda giori forze per opprimerli. Susa
calata in Italia, Federico I portò in fatti fu la prima a sperimentare
l'estremo eccidio a Milano. A tan- gli effetti della vendetta imperiale,
ti guai si aggiunse il tentativo ma ben presto si offrì agli eser-
benché infruttuoso dell'imperatore citi tedeschi un insuperabile sco-
d' oriente Manuello Comneno, pa- glio in quell'Alessandria, che non
drone di Ancona e di altri luoghi contava ancora sei anni di origi-
sitile coste dell' Adriatico, per ricu- ne e che per derisione i seguaci di
?
,

ITA ITA a33


Federico I chiamavano della Pa- Verso 1198 Pisa e Fi-
l'anno
glia. Senza muraglie, senza tetti renze governaronsi come repubbli-
bastarono i valorosi italiani colle- che. Neil' anuo precedente colla
gati ivi racchiusi, a resistere più morte di Federico I gli successe
mesi; e sebbene l'imperatore ricor- il figlio Enrico VI, che pei dirit-
resse all'inganno promettendo ad ti acquistati collo sposalizio di Co-
essi pace, per attendere di Germa- stanza occupò le terre di Sicilia,
nia i pure i prodi italiani
rinforzi, che dai normanni passarono agli
si fecero a preoccupare i passaggi, svevi, mediante T investitura che
ed obbligarono l'imperatore a ri- gliene die la santa Sede, ed Inno~
cevere battaglia fra Legnano e Ti- cenzo III (Fedi) a Federico II,
cino il 29 maggio 1176, e sì lo figlio di Enrico VI che morì nel
sconfissero che per più giorni si 1197. Con enorme scandalo frat-
dubitò di sua vita. Intanto i ve- tanto volsero contro il proprio se-
neziani disfecero la flotta impe- no le armi
civili le repubbliche
riale, e fecero prigione Ottone fi- toscane lombarde. Per dispu-
e
glio di Federico I. Allora questi tarsi il dominio di Borgo s. Dou-

si vide costretto a domandar u- nino, i parmigiani ed i piacenti-


milmente la pace ad Alessandro ni vennero a contesa, e trassero
III, il quale nel concedergliela in essa per si piccola cagione dal-
non ommise gl'interessi della lega l'un lato cremonesi, reggiani, mo-
lombarda, e dopo il solenne trat- denesi, pavesi bergamaschi; dal-
e
tato, che personalmente i due so- l'altro milanesi , bresciani coma- ,

vrani stipularono nel 1


1 77 in Ve- schi, vercellesi, astigiani, novaresi
nezia, si sospesero le ostilità colle e alessandrini. Poco dopo sangui-
città lombarde. Indi nel congres- nose mischie ebbero luogo fra ra-
so di Piacenza si fissarono le basi vennati e ferraresi, fra milanesi e
della famosissima pace di Costan- pavesi, fra genovesi e pisani. Mag-
za, in cui fu la libertà d' Italia giori furono le gare delle repub-
pienamente consentita, e non si bliche co'principati, e fra i torinesi
riservarono i germanici imperatori e i conti Savoia, fra gli astigiani
che vani titoli e sterili atti di o- ed i marchesi di Monferrato, e so-
maggio. Tale memorando avveni- lo gli estensi nel parteggiare per
mento ebbe luogo il 1 5 giugno i guelfi ebbero fortuna maggiore.
11 83. Così le città italiane non In mezzo a tali disordini Filippo
avessero abusato della forza una di Svevia di Federico I,
fratello
volta conseguita, impiegandola pri- ed Ottone IV si disputarono il
ma nel dissolvere quel punto di trono imperiale, ma Innocenzo III
unione e centro di governo , che coronò il secondo, contro il quale
solo- poteva conservare colla unità per la sua ingratitudine ebbero
anche la prosperità del regno, e luogo quelle gravi conseguenze che
poscia logorandola col distruggersi descrivemmo al citato articolo. Nel
a vicenda l'una l'altra, spianando 1220 Onorio III coronò impera-
cosi la strada a tanti tiranni, che tore Federico II, col quale poi si
dopo sfigurarono il bel corpo d'I- disgustò; cioè quando 1' unione
talia con fatali smembramenti, ca- della bassa ed alta Italia nel solo
gione di tante discordie. Federico lì, ispirò nel Pupa giù-
234 ITA ITA
sti timori che riuscisse fatale. Quin- Hohenstaufen. Al re Carlo I acce-
di 1225 si rinnovò la lega
nel dettero varie città lombarde, meu-
lombarda alla quale accederono
, tre altre si opposero ai suoi pro-
pure vari principi, rimanendo pe- gressi.

rò molte altre città e signori fe- Gregorio X nel 1273 cooperò


deli all' impero. Federico II colla all'elezione in re de' romani di
più nera ingratitudine divenne ne- Rodolfo I d' Habsburgo, progeni-
mico della santa Sede, die origine tore della casa il qua- d' Austria,
ad ostinate conlese coi Papi Ono- le comporre la Germania,
datosi a
rio III e Gregorio IX ; laonde si quasi nulla pensò all'Italia, anzi
riaccesero le guerre desolatrici fra mandò a vendere le città che ap-
guelfi e ghibellini, che commisero partenevano all'impero, con che
le più terribili atrocità da ogni molle di esse si resero libere, fa-
Iato della lacerata Italia. Gregorio cendolo altre da se medesime. Pre-
IX scomunicò Federico II, facen- parandosi Rodolfo 1 a recarsi in
do altrettanto Innocenzo IV {Ve* Roma a ricevere la corona impe-
di), che inoltre il depose dal regno riale, Innocenzo V nel 1276 gli

e dall'impero nel concilio generale proibì di entrare in Italia senza


di Lione I, l'anno i2/|5; quindi prima pacificarsi con Carlo I, ac-
inori Federico li infelicemente nel ciocché le fazioni de'guelfì e ghi-
i25o. Può dirsi che mancasse il bellini non riaccendessero la guer-
regno d'Italia colla deposizione di ra civile. Nel 1282 accadde in
Federico li; perchè Enrico lan- Sicilia la strage de'francesi coi fa-

gravio di Turi ngia, e Guglielmo mosi vesptti siciliani, conseguenza


conte d' Olanda eletti contro Fe- di che fu la divisione della mo-
derico li non furono re d'Italia, narchia, restando a Carlo I il solo
e nulla s'ingerirono ne'suoi affari ; regno di Napoli, ed occupando quel-
laonde Federico li viene riguarda- lo di Sicilia Pietro re di Aragona. Le
to come r ultimo re d'Italia. Su repubbliche italiane sempre più de-
questo punto va letto il citato ar- caddero, ed i grandi incominciarono
ticolo Longobardi, ed inoltre Lom- in molte di esse ad innalzarsi col
bardia. Manfredi bastardo di Federi- modesto titolo di protettori , che
co li, a pregiudizio del legittimo ere- cangiarono successivamente in a-
de Corradino, salì sul trono di Puglia, perlo dominio. Nel i3o5 fu elet-
e riuscì sì fatale alla parte guelfa to Papa il francese Clemente V,
nella battaglia d'Arbia, che lo re- che vedendo l'Italia ardere nel fuo-
se padrone della Toscana. Ma chia- co delle diverse fazioni, con uni-
mato in Italia Carlo I d'Angiò versale stupore e rancore degli
fratello del re di Francia da Urba- italiani, stabilì la residenza ponti-
no IV, il successore Clemente IV ficia in Francia e nella città di
riserbandosi per la Chiesa romana Avignone (Fedi), ove si mantenne
Benevento, l'investì del regno delle sotto sette Pontefici con immenso
due Sicilie con feudo e tributo danno d' Italia. Nominò Clemente
annuale nel 1265. Manfredi e Cor- V tre cardinali, ai quali diede la
radino furono vinti ed uccisi, e- qualità di per governare
senatori
slinguendosi così il lignaggio de- Roma ed eletto nel
e l'Italia;
gli svevi della potente casa degli i3o8 in re de'roinani Enrico VII
ITA ' ITA 235
di Luxemburgo, ne approvò Tele- di Luxemburgo re di Boemia, ed
lezione. Questi nel 1 3 1 1 ricevette il suo figlio Carlo IV eletto re
in Milano dall'arcivescovo la coro- de' romani nel 1 347- Dopo Lodo-
na di re di Lombardia, e nel i3i2 vico di Baviera, gl'imperatori ale-
dai cinque cardinali legati di Cle- inanni, stanchi dalle spese che do-
mente V, la corona imperiale in veauo fare e dalle guerre che do-
Roma. Datosi l'imperatore a per- veano sostenere , non pensarono
seguitare i guelfi, nel 1 3 1 3 fu più al regno d'Italia,

scomunicato da Clemente V e pò- Sino dal 1 342 Lucca si eresse


co dopo morì. Afflitto Clemente in repubblica, e sino dal i339
V dalle rivoluzioni d'Italia, cngio- considerandosi vacante Y impero
nate dai guelfi e dai ghibellini, per la scomunica e deposizione di
dai bianchi e dai neri, verso la Lodovico avea Benedetto XII a
,

fine del suo pontificato nominò difesa d'Italia costituito alcuni vi-
vicario d'Italia Roberto re di Na- cari, feudatari della Chiesa, con
poli, finche il nuovo re de'romani annuo censo alla medesima. Tali
fosse riconosciuto dalla santa Se- furono per Milano i Visconti ; per
de. Da questo interregno anima- Verona e Vicenza gli Scaligeri ;
to Roberto si accinse a conqui- per Mantova e Reggio i Gonzaga;
star l'Italia, ma n'ebbe scorno nel- per Padova i Carrara; e per Mo-
la prima sua impresa, rimanendo dena e Ferrara gli Estensi; indi
il proprio esercito sconfìtto nella tutto si dedicò a procurare la
battaglia di Montecatini dal duce pace d'Italia. Sotto il successore
ghibellino Uguccione della Faggiuo- Clemente VI, Cola di Rienzo si
la ; e sebbene di persona assistesse fece tiranno di Roma, ma fu iui-
i genovesi, nel biennale famoso prigionato e trasportato in Avigno-
assedio che dai medesimi ghibel- ne, dal Papa comprato
per la
lini soffrirono, non potè giungere Chiesa romana,
ed unito al con-
a capo de' suoi disegni. Dopo la tado Venaissino, dominio della me-
morie di Enrico VII gli elettori desima. Nel i353 Innocenzo VI
del sacro romano impero, parte per reprimere le violenze di molti
elessero re de'romani Lodovico di signori d' Italia, e per ricuperare
Baviera, e parte Federico d'Austria, lo stato ecclesiastico da alcuni u-
Giovanni XXII vedendo che il surpato, spedì suo legato il cele-
primo si trattava come imperato- bre cardinal Egidio Albornoz, che
re senza attendere la consueta con- in cinque anni ricuperò i domimi
ferma pontificia , e difendeva gli della Chiesa e ridusse l'Italia in
,

eretici, dopo averlo ammonito lo tranquillità. Inoltre Innocenzo VI


scomunicò. Montato in furia Lo- nel 1 355 fece coronare in Roma
dovico calò in Italia, e portatosi colle insegne imperiali Carlo IV,
in Roma coronare dai ve-
si fece prescrivendogli che dopo la firn*
scovi di Venezia ed Aleria, nominò zione immediatamente ne partisse,
vicari dell'impero in Italia, fece La peste che aveva desolata llla-
eleggere |* antipapa Nicolò V, e lia nel i34o\ si rinnovò nel i3Gi,
sommosse in più modi gl'italiani onde la popolazione fu diminuita
co'suoi ghibellini. Poscia fecero pre- di un terzo. Nel 365 oppi issa 1

cari conquisti sull' Italia Giovanni l'Italia da certe compagnie di av-


a36 ITA ITA
venturieri d' ogni nazione, che si sanguinario. Ritiratosi il falso Pon-
assoldavano con chi pagava meglio, tefice in Avignone, vi stabilì una
-

per commettere assassini e stragi, ! cattedra di pestilenza, dove fu ri-

ne prese motivo il Petrarca di conosciuto da piìi provincie e na-


persuadere Urbano V ad abban- zioni, non che dai regni di Sici-
donar la Francia e restituire al- lia e di Napoli, conservandosi il

l'Italia la sede pontificia. Avendo resto dell' Italia fedele a Urbano


il cardinal Albornoz nel suo ri* VI Questo gran
e suoi successori.
torno in Italia liberato le strade scisma d'occidente il più lungo fu
dai masnadieri, e represso gli a- e più funesto di tutti. L'Italia ne
troci misfatti che i signorotti com- soffrì immensamente , mentre il
mettevano ne' loro castelli, a sua corpo de'fedeli non sapeva a qual
istanza Urbano V si recò nel 1 367 capo della Chiesa obbedire, e chi
in Italia, facendo il suo solenne riconoscere per legittimo pastore,
ingresso in Roma ai 16 ottobre. avendo Clemente VII per succes-
Ma poscia non cessando le guerre sore nell'antipapato Benedetto XIII.
tra i re di Aragona e di Navar- Le guerre e civili fazioni furono
ra, né meno quelle tra i francesi pure fomentate da Ladislao re
ed inglesi, ad istanza di alcuni di Napoli, che agognava a signo-
cardinali amanti delle delizie e reggiare Roma e l'Italia. Lo sci-

soggiorno di Provenza, Urbano V sma aumentò nell'anno 1409 col


nel i3yo siAvignone.
restituì in concilio di Pisa, vivendo in cui
Il suo successore Gregorio XI a- detto antipapa, ed il legittimo Gre-
vendo dichiarato che Roma e la gorio XII, fu eletto Alessandro
basilica Lateranense erano la sede V, cui nel seguente anno suc-
del sommo Pontefice, superati tut- cesse Giovanni XXIII. Finalmen-
ti gli ostacoli volle ritornarvela, te adunatosi il celebre concilio di
partendo nel settembre 1376 da Costanza (Fedi), Gregorio XII
Avignone. Quindi ai 1 7 gennaio virtuosamente rinunziò, Giovanni
1377 con tripudio degli italiani XX11I, e Benedetto XIII furono
e de' romani entrò in Roma deso- deposti, indi agli 1 1 novembre
lata come l'Italia per la pregiu- 14.17 fu eletto Martino romano, V
dizievole assenza de' Papi. Però i ch'ebbe la gloria di estinguere lo
bretoni e guasconi da lui prece- scisma, pacificare l' afflitta Italia,

dentemente spediti in Italia, sotto restaurare la desolata Roma, e


il comando del cardinal Roberto meritarsi i titoli di padre della
di Ginevra vi commisero inauditi
, patria, e felicità de'suoi tempi.
eccessi. Mori nel 1378 e gli suc- Sino dal 130,5 Parma e Piacen-
cesse Urbano VI, che volendo cor- za passarono sotto Milano, che fu
reggere i costumi di alcuni car- eretto in ducato; a questo grado
dinali, nella maggior parte france- nel i/\.i6 fu elevata la Savoia; e
si, com'erano stati i sette Papi di Pisa nel i/±i6 fu soggiogata dai
Avignone, e bramosi essi di ri- fiorentini. Eugenio IV nel i433
tornare in Provenza, scismatica- coronò in R.oma colle insegne im-
mente elessero antipapa il cardi- periali Sigismondo, che assunse il
nal di Ginevra che prese il nome nome di re d'Italia o Lombardia.
di Clemente VII, uomo crudele e In questo tempo aspirò all'impero
ITA ]TA a3 7
d'Italia Filippo Visconti duca di oevettero felice impulso le latine;
Milano, assoldando eccellenti capi- quindi il genio nazionale italiano
tani, come Francesco Sforza, Si* acquistò nelle lettere e nelle arti
colò Piccinino ed altri : il primo in- quel primato di cui non si può
Tase la Marca ad Eugenio IV, col contenderne la gloria. Morì Nico-
pretesto di aver fatta tale impresa lo V dopo avere ristabilita la pa-
pcl duca come vicario d'Italia, ce d'Italia. Questa pace nel i/±6$
creato dal conciliabolo di Basilea solennemente fu rinnovata da Pao-
contro il Papa, e mostrandone la lo II cogli ambasciatori dei prin-
patente. Pel conciliabolo di Basilea cipi e repubbliche italiane, poscia
contro Eugenio IV, in cui fu eletto nel 1 47 1 eresse in ducato lo sta-
antipapa Felice V
di Savoia, nuove to di Ferrara. Nel pontificato di
turbolenze agitarono l'Italia; ma Alessandro VI, Cesare Borgia im-
Eugenio IV gli oppose il concilio piegò le armi della Chiesa per la
ecumenico di Ferrara e Firenze, guerra recando in suo
d' Italia,

11 suo successore Nicolò V nel potere molte signorie dello stato


i447 trovò l'Italia divisa dalle papale. V. Borgia Famiglia. Giu-
nzioni e tribolata dai comandanti lio II, eletto nel i5o3, energica-
degli eserciti, che da per tutto por- mente sostenne guerre per la li-

tavano la desolazione, per le prede berta italiana dal giogo degli stra-
ed iniquità che vi commettevano, nieri, come si può vedere alla sua
Nello stato ecclesiastico i baroni biografia. Ferdinando V re d'A-
che dalla Chiesa avevano i vica- ragona detto il i479
Cattolico, nel
riati, n'erano divenuti tiranni. I s'impossessò del reame di Sicilia,
veneziani, i genovesi ed i fìoren- quindi nel i5o3 di quello pure
tini erano sulle armi; la repub- di Napoli, ricevendone le invesli-
blica cristiana in sconvolgimento, ture dalla santa Sede. Ne'primordi
A tutto applicò l'animo Nicolò V del secolo XVI Francesco I re di
con zelo e valore. Nel 1 449 ot * Francia, e 1' imperatore Carlo V,
tenne che Felice V rinunziasse al- fecero del nord dell' Italia il tea-
la falsa dignità, dappoiché si vide tro delle loro sanguinose differenze,
riconosciuto dal Piemonte, dagli Dipoi Mantova fu eretta in duca-
svizzeri e da pochi altri. Nel i/\.52 to, cosi Firenze nel 1 53 r sotto
Nicolò V a'i6 marzo diede in s. Clemente VII, nel pontificato del
Pietro la corona di Lombardia a quale Roma soffrì tremendo sac-
Federico III, che perciò s'intitolò cheggio. Nel i5^5 i ducati di Par-
ie d'Italia, ed ai 1 8 dello stesso ma e Piacenza furono staccati

mese lo coronò imperatore. Que- dal Milanese, e come dominii dei-


sti nello stesso anno eresse Mode- la santa Sede, dati da Paolo III

na in ducato. Nicolò V nel i453 alla sua famiglia Farnese. La To-


fu addolorato per la presa di Co- scana per concessione di s. Pio
J
£tantinopoli operata da turchi , V fu fatta granducato, essendogli
che distrussero l'impero greco di stato aggiunto i dominii della re-

oriente; ma accolse amorevolmen- pubblica di Siena. Sotto Clemente


te i dotti fuggiti da quella me- VIII il ducato di Ferrara fu riu-
tropoli, che portarono le greche nito alla Chiesa. Questo papa col-
lettere in Italia, e dalle quali ri- la costituzione Cum sicut, presso il
.

238 ITA ITA


Bull. Rom. t. V, p. II, p. 112, seguenti Piemonte col Mon-
stati. Il
vietò a tutti gl'italiani di abitare ferrato, ovvero regno di Sardegna ;
in que'luoghi fuori d'Italia, ove non il ducato di Milano od il Milanese
si esercitavano pubblicamene i riti austriaco col Mantovano il ducato ;

cattolici. Disposizione che fu rin- di Parma e di Piacenza ; il ducato


novata da Gregorio XV, il quale di Modena; la repubblica di Ge-
promulgò una costituzione contro nova ; la repubblica di Venezia o
gli eretici dimoranti in Italia e Io- stato veneto ; la Valtellina; il gran-
ro fautori.Nel pontificato di Ur- ducato Toscana ; il principato
di
bano Vili il ducato di Urbino fu di Piombino; la repubblica di s.
riunito alla santa Sede. Marino ; la repubblica di Lucca ;
Morto nel 1700 Carlo II d'Au- lo stato della Chiesa; il regno dei-
stria re di Spagna, l' Italia divenne le due Sicilie; le isole di Sardegna,

vittima delle guerre per la succes- Corsica, Elba, Lipari, e Malta, la


sione della monarchia, alle quali il quale apparteneva all' ordine ge-
duca Savoia prese parte. Il trat-
di rosolimitano. Divenuta la Francia
tato di Utrecht del 17 13 che vi rivoluzionaria e repubblica, si pro-
mise un termine, accordò il Mila- pose democratizzare gli altri stati,

nese e Napoli all'Austria, e la Si- fare delle conquiste, ed occupare


cilia al duca che quat-
di Savoia, anche l'Italia, regione che ha sem-
tro anni dopo la cambiò con l'Au- pie stuzzicato gli stranieri ad impa-
stria per la Sardegna ; e da tale dronirsene. Fino dal principio della
acquisto prese il titolo di re. L'Au- rivoluzione Mirabeau, come antesi-
stria impegnata nel . iy33 in una gnano della medesima, avea consi-
guerra contro la Francia, sostenuta gliato d'invadere l'Italia, quando
dalla Spagna e dal re di Sardegna, le finanze francesi fossero in rovi-
vide invaso il suo regno delle due na, per trovare nella ricca penisola
Sicilie dagli spagnuoli, per l'infan- abbondanti risorse. L'Italia distinta
te d. Carlo Borbone stipite della nelle tante accennate sovranità, tro-
casa regnante in quei reami, al vavasi divisa nella situazione e ne-
quale nel 1735 con un trattato gl'interessi; cioè alcune in guerra,
gliene fu assicurato il possesso alcune neutrali, ed altre finalmen-
La santa Sede, come avea fatto te senza aver mai dichiarato ne
coli' Austria, gliene diede V inve- l'uria ne l'altra. Il re di Sardegna
stitura. Il ducato di Parma e Pia- nel 1792 avendo preso parte alla
cenza, che pel matrimonio di Eli- coalizione contro ed la Francia,
sabetta Farnese con Filippo V re da un sussidio inglese, e
assistito
di Spagna era stato riunito a quel- da truppe austriache, si trovò infi-
la monarchia, fu concesso ad un pegnato in una guerra disastrosissi-
infante loro figlio. Però la santa ma negli anni 1793, 1794 e 179^»
Sede vedendo Iesi i suoi sovrani occupando i francesi la Savoia e
diritti, fece formale protesta. La la contea di Nizza. Le potenze di
tranquillità dell' Italia fu nuova- Europa o ricusarono o non pote-
mente turbata nel 1 741, ma rista- rono concorrere alla difesa delle
bilita sette anni dopo colla pace Alpi, per cui molti corpi dell'ar-
di Aquisgrana. L'Italia al cadere mata francese invasero in seguito
del secolo XVIII era divisa nei le contrade italiane, e videsi che
,

ITA ITA 23 9
l'anno 1796 dovea decidere della monticarsi dell'isoletta di s. Pietro,
sorte d'Italia. Questa divenne ben che sarebbe in appresso slata per la
tosto il teatro d'una guerra fidis- Francia più della Corsica e della
sima e crudele, poiché il diretto- Sardegna insieme. La lunga guerra
rio di Parigi, che successe all'as- che in quell'anno flagellava la pe-
semblea nazionale, deliberò dopo nisola, che portava l'infelicità a tan-
di aver tutto predisposto al ter- ti popoli, e per cui si sparse tan-
rorismo, d'incominciare le ostilità to sangue e tante lagrime, era una
ovunque ritrovavansi i suoi eserci- guerra che non fa eoa si soltanto a-
ti, che non aveano intimorito ri- i gli stati italiani, ma bensì ancora
dotti di Gemappes, eampi di Fleu- i alla religione cattolica di cui l'Ita-
rus, ed i ghiacci dell'Olanda. Com- lia fu sempre il principal seggio
missario di guerra in Ilalia fu no- mentre i nemici erano quelli del
minato Saliceti, uno de'primi rivo- cattolicismo. Il generale francese con.
luzionari, e Napoleone Bonaparte una spedizione delle più ardite, di-
corso, in luogo dello Scherer, ge- staccossi dal castello di Milano non
nerale dell'armata, trovandosi allo- ancor preso, poiché si rese a' 1%.
ra nel fiore dell' età. giugno, e si recò ad assediare Man-
Onde potere il fulmine della tova, unico baloardo che rimaneva
guerra agevolmente iscoppiare con ai tedeschi in Italia. Venutone in
l'apparato il più formidabile, ven- potere per capitolazione, Bonaparte
nero a Maurizio e Vado muni-
s. dalla fortezza di Mantova, che sa-
zioni, viveri,e tutto ciò che poteva rebbe capace di fortissima re-
stata
essere necessario ad un'armata pros- sistenza, apertamente minacciò le le-
sima alla tenzone, né lungo tempo gazioni del pontificio dominio, col
stette ad campagna. La
aprirsi la pretesto di vendicar la morte del
battaglia di Montenotte, di Monte- rivoluzionario Ugo Basville, il rifiuto
legino, la presa di Ceva in sul Ta- del ministro Segui*, i funerali fatti al-

naro, l'ingresso a Mondovi, città po- l'infelice Luigi XVI,


promozione al la

sta ai pie delle Alpi, il fatale armi- cardinalato del prelato Maury che a-
stizio di Cherasco, la pace chiesta dal vea declamato contro l'occupazione
re di Sardegna ad insinuazione del- di Avignone e del contado Venais-
l'arcivescovo di Torino cardinal Co- sino, ed il passaggio della cavalle-
sta,ed ottenuta perla mediazione di rianapoletana che il Papa Pio VI
LMIoa ministro di Spagna, e la riti- non poteva impedire. Nel 1796 in-
rata in ultimo degli austriaci di là cominciarono i francesi da Bologna
dal Po, contribuì non poco alla rovi- ad invadere le legazioni pontificie
na dell' Italia, e fu per le truppe di Bologna, Ferrara e Ravenna. Già
francesi di forte eccitamento all'ac- sino dalla pace fatta col re di Sarde-
quisto di nuove vittorie. In tal modo gna, Bonaparte indirizzò un manife-
Bonaparte nel 1796 dopo molte vit- sto al popolo d'Italia, nel quale si

torie, in qualche settimana obbligò protestò di venire come amico di es-


il re di Sardegna a separarsi dal- so, ed a spezzare le sue catene, pro-
la coalizione, cedendo al vincitore mettendo rispetto alla religione, alle
la Savoia e Nizza. Napoleone parte- proprietà ed a 'costumi. Nel 1797
cipando l' armistizio di Cherasco al il Pontefice si trovò costretto con-
direttorio di Parigi, l'esortò a nondi- venire alla pace di Tolentino, ove
7.

2 4o ITA ITA
dovette oltre altri immensi sacrifizi, VI, nel seguente fu eletto in Ve-
cedere le suddette tre legazioni alla nezia Pio VII, cui furono restitui-
Francia. Nel medesimo anno l'Au- te le provincie non cedute nel trat-
stria sottoscrisse il trattato di Cam- tato di Tolentino, e porlossi in Ro-
po Formio, e vi riconobbe la Repub~ ma. Egualmente 1800 gl'inglesi
nel
biica Cisalpina, formata del Mila- 8' impadronirono, di Malta
e delle
nese austriaco e sardo, del Manto- altre sue isole. Non andò guari che
vano, del Modenese, della Val- la battaglia di Marengo rese ai fran-
tellina, e parte degli stati vene- cesi tutto ciò che avevano prima
ti al sud dell'Adige,
all'ovest ed perduto, massime in Italia. Il trat-
cioè Bergamasco,
del Bresciano tato di Luneville del 1801, fra le

e Veronese; degli stati o provin- altre disposizioni addizionali a quel-


cie settentrionali della Chiesa me- le di Campo Formio, eresse in re-
diante le tre legazioni di Bologna, gno di Etruria la Toscana ceduta
Ferrara, e Ravenna ossia Romagna, all' infante di Parma in compenso
e di qualche altro piccolo territo- dei suoi stati che passarono alla
rio. Confinava la repubblica cisal- Francia; a quest'epoca il re di Sar-
pina al nord colla repubblica El- degna essendosi ritirato nell' isola
vetica, all'est colle provincie vene- di questo nome, lasciò i suoi stati
te cedute all' Austria, all' ovest col di terraferma tra lemani dei fran-
Piemonte, ed al sud col regno di cesi, i 1802 riunirono alla
quali nel
Etruria. Il suo governo consisteva Francia il Piemonte ed il Mon-
in un presidente, un vice-presiden- ferrato. Nel gennaio 1802 la Re-
te, una consulta di stato composta pubblica Cisalpina prese il nome
di otto membri eletti a vita dai di Repubblica Italiana. Milano già
collegi, nei ministri e nel consiglio capitale della Cisalpina continuò ad
legislativo. esserlo dell'Italiana. Napoleone Bo-
All'epoca stessa il restante degli napatte, allora primo console della
stali della già repubblica di Vene- Francia, fu nominato anche presi-
zia furono dati all'Austria, e la dente della repubblica italiana
repubblica diGenova prese il no- Quindi nel i8o3 ebbe luogo il con-
me di Ligure. Poco dopo lo stato cordato tra Pio VII e la repubbli-
pontificio fu prepotentemente tutto ca italiana, che riportammo al voi.
occupato, eretta Roma in repubbli- ^XVI, p. 4 2 e se S- del Dizionario.
ca romana, ed 20 febbraio 1 798
a' La Repubblica Italiana sussistette
Pio VI fu barbaramente imprigio- sino al i8o5 in cui cangiossi nel
nato e condotto in Francia. Napo- Regno d'Italia, stato formato il 1
li divenne repubblica Partenopea, marzo da Napoleone divenuto im-
e quella di Lucca passò sotto il peratore de'francesi, chese ne fece co-
dominio francese. L' isola di Mal- ronare in Milano colla corona fer-
ta e le altre adiacenti nel 1798 rea a'26 maggio, e pose alla testa
furono occupate dai francesi, e tolte di questo regno con titolo di vice-
all'ordine gerosolimitano. Nel 1799 rè il suo figlio adottivo principe
gli austriaci ricominciarono
guer- la Eugenio, su di che come della cor-
ra, e respinsero i francesi in Pie- te imperiale e reale stabilita da Na-
monte, riconquistando tutto il re- poleone, e di quanto riguarda l'I-

sto d'Italia. Morto io quest'auno Pio talia va letto l'articolo Francia, II


ITA ITA 24r
regno italico si compose dell'antica ro quartieri generali a Milano, Bre-
repubblica Cisalpina o italiana, au- scia, Mantova, Bologna , Ancona e
mentato da una porzione del Tiro- Venezia. Vi era nel regno il patriar-
Io, e dalla parte degli stati veneti cato di Venezia, dieci arcivesco-
ceduti all'Austria nel 1797. Milano vati e sessantacinque vescovati ; tre
ne fu dichiarata capitale, e residenza università, cioè di Bologna, Pavia,
del viceré. Ma sarà bene darne qui e Padova; cinque licei convitti, a

appresso una breve descrizione, indi Venezia, Verona, Novara, Ferrara


riprenderemo il filo degli avveni- ed Urbino e sedici non convitti
;

menti. a Vicenza , Reggio Capo d' I- ,

Il regno d'Italia formato degli sta- stria, Mantova, Milano, Udine, Bel-

ti indicati, si aumentò il 2 aprile luno, Bergamo, Treviso, Cremona,


1808 colle provincie all'est dell' A- Como Brescia, Modena, Faenza ,
,

pennino, cioè del ducato di Urbino Macerata e Fermo. V'erano pure


e delle Marche di Aucona e di Fer- delle scuole secondarie stabilite a ca-
mo. La sua popolazione si calcolò rico delle comuni ; una scuola ve-
circa sei milioni seicentoventimi- terinaria in Milano, il reale col-
la cinquecento abitanti. Dividevasi legio degli orfani militari pure in.

nei seguenti venticinque diparti- Milano, la reale scuola militare iu


menti. Adda, Adige, Adriatico, Ago- Pavia, la reale scuola d'artiglieria
gna, Alto-Po,Bacchiglione, Basso-Po, e genio in Modena, un collegio di
Brenta, Grostolo, Istria, Lario, Mei- marina a Venezia, una scuola di e-
la, Metauro, Mincio, Musone, Olo- quitazione, un conservatorio di mu-
na, Panaro, Passeriano, Piave, Re- sica , un collegio reale per le fan-
no, Rubicone, Senio, Tagliamento, ciulle, ed in ogni capoluogo di di-
Tronto, ed ai quali potè vasi unire partimento le scuole di medicina ,
la Dalmazia. Avevano per capiluo- chirurgia ed ostetricia. In Venezia,
ghi Sondrio, Verona Venezia, No- , Milano e Bologna vi erano tre ac-
vara, Cremona, Vicenza, Ferrara, cademie reali di belle arti. Il cosi
Padova, Reggio, Capo d'Istria, Co* detto istituto nazionale era una so-
mo, Brescia, Ancona, Mantova, Ma- cietà di dotti letterati ed artisti di-
cerata, Milano, Modena, Udine, Bel- stinti, incaricata di raccogliere le sco-
luno, Bologna, Forlì, Bergamo, Tre- perte e di perfezionare le scienze e
viso, Fermo e Zara. I dipartimen- le arti. 11 governo italiano era co-
ti racchiudevano duecento novanta- stituito dal senato, dal consiglio di
otto cantoni e quattromila quattro* stato e da tre collegi elettorali, cioè
cento quarantuno comuni. L'am- de' possidenti, dei dotti, de' commer-
ministrazione di questo regno era cianti, quali si radunavano in con-
i

stabilita sullo stesso piede della Fran- seguenza di una convocazione reale,
cia.Eravi una corte di cassazione; per nominare i suoi membri al po-
cinque corti di appello che avevano sto dei mancanti, e formare le liste

la loro residenza nelle città di Mi- dei senatori eleggibili in ogni dipar-
lano, Venezia, Bologna, Brescia ed timento. Contavansi nel regno quat-
Ancona; una corte di giustizia ci- tordici tribunali di commercio, uà
vile e criminale in ogni diparti- consiglio generale, undici camere di
mento. Comprendeva il regno sei commercio, arti e manifatture, un
divisioni militari, che avevano i lo- consiglio alle prede, due tribunali
VOL. xxxvi. 16
242 ITA ITA
marittimi, un magistrato di sanità i8o5, Napoleone unì all'impero la
continentale, ed uno di sanità ma- repubblica Ligure ossia Genova, ed
rittima. Ogni capoluogo di dipar- eresse a favore d' una delle sue
timento aveva una prefettura, ogni sorelleLucca in ducato, aggiungen-
distretto una vice-prefettura, ed o- dovi Massa e Carrara. Il re di
gni cantone una giudicatura di pa- Napoli, che in tempi diversi erasi
ce. Sette erano i ministri, cioè il gran dichiarato contro la Francia, diven-
giudice ministro della giustizia, del- ne vittima d'una nuova alleanza, e
l'interno, delle finanze, del tesoro, si vide costretto di ritirarsi in Sici-
delle relazioni estere, della guerra e lia, essendo passato il regno di Na-
marina., e del culto. Onde compen- poli prima a Giuseppe Bonaparle
sare i servigi resi allo stato fu istitui- fratello dell'imperatore nel 1806, e
to l'ordine civile e militare della Co- poscia al cognato di questi Murat
rona di ferro ( Fedi), che nella sua nel 1808. Inoltre furono uniti al-
istituzione contava trentacinque gran l'impero Parma e Piacenza, la Tosca-
dignitari, centocinquanta commen- na e i dominii pontificii, eccettua-
datori e ottocento cavalieri, i primi te le tre legazioni che formarono
dei quali furono nominati il giorno parte del regno d'Italia, riducendo
20 febbraio 1806. A termini del VII il Pontefice nella sola Roma, don-
statuto costituzionale del 21 settem- de nel luglio 1809 fu portato al-
bre 1808 si contavano nel regno du- trove in prigionia. Nel 1814 Mu«
chi, conti, baroni e cavalieri.Il regno rat, temendo per la sua corona, en-
d'Italia, che doveva, come dicemmo, trò europea
nella coalizione quasi
in origine la sua esistenza alle arma- formatasi Napoleone e la
contro
te francesi discese in Italia nel 1796, Francia. Vinto Napoleone fu costret-
ebbe da principio il nome di re- to agli 1 1 aprile a rinunziare all'im-
pubblica Cisalpina, riconosciuta in- pero ed al regno d'Italia, venendo-
dipendente coi trattati di Cam- gli concessa per dimora ed in so-
po-Formio e di Luneville. Sciolta- vranità l'isola dell'Elba. Appena si

si questa repubblica per tredici me- sparse il grido della sua abdicazio-
si nell'invasione austro-russa, ebbe ne , subito come per incanto di-

una nuova esistenza politica, e nel sciolta precipitò macchina tutta la


congresso tenutosi in Lione dai com- della sua dominazione anche in Ita-

missari cisalpini nel 1802 assunse lia, dappoiché dietro la convenzio-

il titolo di repubblica Italiana, e ne di Schiavino-Rizzino de' 16 aprile,


si elesse il suo fondatore in primo il regno d'Italia restò spento per
presidente. Seguendo in tutto le sempre. Il dì 20 gli austriaci pre-
vicende della Francia fu questa re- sero possesso della fortezza di Vene-
pubblica dai deputati italiani a Pa- zia, e il 27 un corpo di truppe a

rigi, nel principio del i8o5, cangia- cavallo entrò in Milano. Genova fu

ta in regno, conferendosene la coro- consegnata agli anglo-siculi, il Pie-


na a Napoleone. Con decreto del monte restituito al re di Sardegna,
i4 ottobre 1809 staccossi la Dalma- e lo stato pontificio, tranne le lega-

zia che insieme ad altri paesi for- zioni ed altre provincie, si consegnò
mò le così dette provincie Illiriche. a Pio VII, che a'24 maggio 1814
11 regno d'Italia ebbe fine nel18 14. fece il suo ingresso trionfale in Ro-
Riprendendo la narrazione al ma. Per sì fatta guisa crollò un
. i

ITA ITA 243


impero ed un regno che solo la for- di Francia del 1 83o oscillò sull'I-
za delle armi e multa fortuna ave- talia, per cui nel i83i nel Modenese

vano in brevissimo tempo formati, ed in alcune provincie dello stato pon-


e che un' altra forza d'armi anco- tificio ebbero luogo altre rivoluzioni,

ra più rapidamente distrusse. Fi- quali egualmente furono represse. Al-


nito il regno italico le diverse , tri autori sulla storia d'Italia sono i

porzioni di territorii tornarono allo- seguenti: Francesco Guicciardini, La


ro antichi padroni, meno qualche ec- Jlistoria i563.
d'Italia, Venetia
cezione, e presso a poco agli slati Carlo Sigonio, Historiarum de re-
ed ai limiti del 1792. 11 regno gno Italiae, Francofurti i5gi. Lo-
Lombardo- Veneto, nuovo stato for- dovico Muratori, Annali d'Italia dal
mato in favore dell'Austria, dal Mi- principio dell'era volgare sino al-
lanese, Mantovano, e dalle provincie l'anno Milano 1 744" 1 749*
1749»
venete italiane; l'isola di Elba ac- Ne fa seguito Antonio Coppi, An-
cordata a Napoleone; la Sicilia di- nali d'Italia dal 1750 al 1829. Il
visa dal regno di Napoli; e la re- primo volume fu stampato nell'an-
pubblica di Genova data agli stati no 1828 io Roma; il settimo nel
sardi, erano i soli stati che non i843 in Lucca. Carlo Botta, Storia,
esistevano allora. Verso la metà del dei popoli d'Italia : Storia d'I-
181 4, Murat provando qualche ti- talia continuata dadel quella
more per parte degli italiani, s'in- Guicciardini sino al 1789: Storia
tese con Napoleone, e al momen- d'Italia dal 1789 al 1814. Queste
to del reingresso di questo in sue opere sono poste nell'indice dei
Francia, avanzossi nell'alta-Italia, ma libri proibiti. Carlo Giovanni Ma-
battuto dagli austriaci fuggì, la- ria Denina, Rivoluzioni d' Italia,
sciando a Ferdinando I l'intero 1767. Saggio sopra la letteratura
trono dei Borboni. Nell'autunno del- italiana, 1762. Saggi sulle tracce
l'anno stesso essendo Murat com- antiche degli italiani moderni, ec.
parso sulle coste della Calabria fu 1807. Storia dell' Italia occidentale
preso e fucilato. Vinto prima di 1809. De Rossi, Memorie storiche
questo tempo una seconda volta dei principali avvenimenti polìtici
Napoleone, fu confinato nell'isola di d' Italia , Roma
1837. Histo riae
s. Elena ove morì. Nel congres- patriae monumenta, Augustae Tau-
so di Vienna, di che parlammo al- riuorum i836. Filippo Moisè, Sto'
l'articolo Germania , si regolarono ria dei dominii stranieri in Italia,
al modo ivi detto i destini di Eu- dalla caduta dell'impero romano
ropa e d'Italia, ed al Papa furono in occidente fino ai nostri giorni,
restituite le tre legazioni e le altre Firenze 1839.
provincie dello stato ecclesiastico
Da quell'epoca la pace dell'Italia Concila d'Italia.
non fu turbala che nel 1820 e 1821
da parziali rivoluzioni facilmente Il primo chiamato Italicum fu
soffocate nel loro nascere, e che a- tenuto nel 38o.
vevano per oggetto lo stabilimento 11 secondo nel 38 1 da s. Ambro-
in Napolied in Piemonte di costi- gio arcivescovo di Milano, del qua-
tuzioni simili a quelle delle corte* le si hanno due lettere indirizzate
spagnuole del 1812. La rivoluzione all' imperatore Teodosio I, dalle
244 ITE IVI
quali ricavasi che fu tenuto un al- ce ogni volta che siasi detto il Glo-
tro concilio nell'anno precedente in ria in excelsis Deo ( Vedi), e quan-
Italia, come si ha dal p. Mansi, do non sidice, in sua vece il sacer-
Suppl. alla collez. de* concila t. I; dote o il diacono dice Benedicamus
Diz. deconc. Domino (Vedi), cioè nei dì feriali.
Il terzo concilio ebbe luogo nel Nella prima messa del Natale, che si
4o5, per volere del Pontefice s. In- celebra nella mezza notte, Vite mis-
nocenzo I. In esso fu deliberato di sa est si tralasciava per non licen-
impegnare l'imperatore d'occidente ziare il popolo, dovendo rimanere
Onorio a persuadere l'imperatore a sentire le laudi, come si ricava dal
d' oriente Arcadio, di acconsentire Beleth, Rat div. off. cap. 49, scrit-
che si riunisse un concilio a Tes- tore che fiorì nel 11 53. Nel tem-
salonica a favore di Giovanni Cri- s. po dell'avvento e della settuagesima
sostomo. Mansi col. 285. si per mestizia. Nelle anti-
tralascia
Il quarto fu adunato nell'886, e che greche si ritrova una
liturgie
riguarda i beni della chiesa di s. simile licenza dopo la messa con que-
Martino di Tours. Martene, in The~ ste parole dette dal diacono Ite :

sauro X. IV. in pace. Questa licenza allude alla


Il quinto sulla fine del nono se- licenza data dagli angeli agli apo-
colo. Si ordinò in questo concilio stoli, mentre dopo l'Ascensione del

a tutti i fedeli, chierici, laici, uo- Signore, stupidi ed attoniti mirava-


mini e donne, di ricevere delle ce- no il Sul significato di queste
cielo.

neri sopra le loro teste il primo parole Ite missa est, il Sarnelli scris-
giorno di quaresima. Diz. dei con,' se la lett. LXI, nel t. IX delle
cilii. sue Lett. eccl. Si può vedere an-
ITE MISSA EST. Parole con che il Galliccioli, in Isagoge litur-
le quali il sacerdote o il diacono gica praemissa op. s. Gregorii 3 t.
licenzia il popolo nel fine della mes- IX, edit. Ven. , e. II, p. 160.
sa, cui risponde chi la serve o il ITERIO Pietro, Cardinale. Pie-
coro Deo gralias ( Fedi). Il signi- tro Iterio di Perigueux, nato nel ca-
ficato di tali parole è : Andate che stello di Belmont diocesldi Sarlat, fa-

il sacrifizio è già stato mandato al moso dottore in legge e vescovo di


cielo e a Dio. Scrive Radulfo, prop. Acqs, ai 1 7 settembre 1 36 1 fu da
ult.,che ciò sia stato istituito da s. Innocenzo VI creato cardinale pre-
Leone I Papa, insieme al Benedica- te, benché assente, del titolo de'ss.

tnus Domino; ma il Macri riferisce Quattro. Divenne poi vescovo sub-


nella Not. de* vocab. eccl, che si ha urbicario di Albano, e morì in A-
dalla liturgia di s. Pietro, e nelle vignone nel i364- Il suo cadavere
feste, quando concorre il popolo, si fu sepolto nella chiesa de'domeni-
licenzia solennemente, cantandosi dal cani con breve epitaffio, cioè nella
diacono Ite missa est, se non so- cappella ch'egli avea edificato alla
no domeniche di mestizia, come di ss. Vergine.
settuagesima ec. Ulte missa est si IVIZA (de Iviza). Città con re-
dice compiuto che sia il canone e sidenza vescovile della Spagna, nel-
dopo tutto ciò che gli va appresso, la provincia di Palma o isole Ba-
e dopo anche di aver ripetuto il leari, capoluogo dell'isola del suo
Dominus vóbiscwn (Vedi), Si di* nome e residenza del governatore
IVI ivo 245
dell'isola. L'isola d' Yviza., Iviza o stachio de Azara, pure benedettino
Ibiza, Ebusus, nel Mediterraneo, è di detta diocesi; e nel 1795 Cle-
assai menzionata da Diodoro di Si- mente LIocer di Rivas diocesi d' Ur-
cilia e da Pomponio Mela, essendo ge!. Pio VII nel i8o5 vi nominò

la maggiore delle isole conosciute Giacomo Beltran della diocesi d'Hoe-


dagli antichi sotto il nome di Pi- sca; e nel 1816 Filippo Gonzalez
tyuscs. Fu una delle prime occu- Abarca dell'ordine de' mercedari
pate dai cartaginesi. Dopo aver lun- di Avila. In sua morte il regnan-
gamente appartenuto ai romani e te Papa Gregorio XVI gli diede
poscia ai mori, cadde in potere degli per successore., nel concistoro de'3o
spagnuoli nel 1294. La città è situa- settembre i83i, l'odierno vescovo
ta sulla costa sud-est sopra un'al- monsignor Basilio Carrascoy- Iler-
tura cinta dal mare, ed è benissi- nando di Duron diocesi di Siguen-
mo fortificata e difesa da una for- za. La cattedrale, edifizio di solida
tezza costrutta sotto Carlo V im- costruzione , a Dio
è dedicata
peratore. Rinchiude diverse chiese, sotto il Maria Maggiore.
titolo di s.

qualche stabilimento ed un collegio. Ha il fonte battesimale, e la cura


Ilporto più grande dell'isola è di- parrocchiale, che si amministra da
feso e guarentito dai venti, eccettua- un canonico. Il capitolo si com-
to al sud ed al sud-ovest. Si trova pone di due dignità, la prima del-
sotto cannone della piazza il sob-
il le quali è l'arcidiacono, di sei ca-
borgo marina, che ha una bel-
della nonici con ambedue le prebende di
la chiesa ben dotata dai marinari. penitenziere e teologo, di otto por-
Sembra che questa città, la quale pur zionari, di dodici beneficiati, e di
chiamasi Ebusus, sia stata fondata altri preti e chierici addetti al ser-
dai cartaginesi 170 anni dopo Car- vigio divino. L'episcopio è distan-
tagine, e che le sia stato dato det- te dalla cattedrale. Nella città vi so-
to nome, che significa sterile, per no altre sei parrocchie tutte munite
essere fabbricata sopra una mon- del sacro fonte, un convento di re-
tagna petrosa. Nel 1706, durante ligiosi, un monastero di monache.
la guerra di successione, una flotta La diocesi si estende per circa die-
inglese sotto il comando di Giovan- ci leghe spagnuole, e contiene ven-
ni Leake, impadronì dell' isola e
s' ti parrocchie ciascuna col battisterio.
della città;da quell'epoca esse se- Ogni nuovo vescovo è tassato nei
guirono sempre la sorte di Maiorca camera apostolica in
libri della fio-
e Minorca, altre isole Baleari. rini trecento, ascendenti al presen-
La sede vescovile fu istituita ad te a 34,ooo circiler ponderimi illius
Istanza di Carlo III re di Spagna, monelae, aliquibus pensionibus gra-
dal Pontefice Pio VI nel 1782, di- vati.

chiarandola suffraganea dell'arcive- IVONE (s.). Nacque nel 1253,


scovo di Tarragona, di cui è tut- presso Treguier nella bassa Breta-
tora. Nel concistoro de' 18 luglio gna. Suo padre, chiamato Hailori,
1783 precouizzò in primo vescovo signore di Rer- Martin, lo mandò
Eni ma miele de Abbady - Lasierra a Parigi di quattordici anni per
monaco benedettino, nato ad Esta- istudiarvi la filosofìa e la teologia.
dilla diocesi di Lerida. Indi nel Applicossi eziandio allo studio del
1788 fece vescovo successore Eu- diritto canonico, ed andò a impa-
246 ivo IVO
rare il ad Orleans.
diritto civile guier si venera una gran parte del-
Durante il soggiorno che fece a le sue reliquie, e l'università di
Parigi e ad Orleans, si merco Nantes lo scelse a patrono.
l'ammirazione di quelle università, IVONE (s.). Era vescovo nella
sì per la prontezza del suo inge- Persia, e fiorì nel secolo VII. Pas-
gno, che per la straordinaria sua sò a predicare la fede in Inghil-
pietà ; e cominciò fin d'allora a terra ; apparecchiossi all' ultimo
praticare austere penitenze. Di ri- passo con una vita ritirata e pe-
torno in Bretagna fu ordinato sa- nitente ; mori e fu seppellito a
cerdote, e fatto officiale ossia giu- Siepe nella contea di Huntingdon.
dice ecclesiastico di Rennes, poi Un agricoltore trovò il suo corpo
di Treguier. Egli sostenne quella vestito d'abiti pontificali e ancora
carica con somma virtù e saggez- intero, ai 24 aprile 1001. Molti
za perorava gratuitamente pei po-
: miracoli resero celebri le reliquie
veri, e loro somministrava il de- di questo santo, le quali furono di
naro pei loro giusti processi, per poi trasportate alla grande abbazia
cui ebbe il nome di avvocato dei di Ramsey. Il Papa Alessandro V
poveri. In seguito fu eletto rettore permise di edificare una chiesa a
cioè parroco di Tresdretz, e pel s. Ivone nella provincia di Corno-
corso di ott'anni servì questa par- vaglia, ove il suo culto era dive-
rocchia ; quindi fu trasferito a quel- nuto celebre. La sua festa è asse-
la di Lohanec, ove rimase sino gnata ai 2 5 d'aprile.
alla sua morte. Quando accettò la IVONE, Cardinale. Ivone nato
cura di Tresdretz rinunziò a tutte nella Bretagna, abbate del mona-
le divise della sua prima dignità, stero di s. Melano di Rennes, da
e si ridusse a portare soltanto s. Gregorio VII del 1073 fu crea-
schietti e poveri panni; nei giorni to cardinale diacono, poi arcidiaco-
in cui non digiunava,
che non e- no, e quindi prete del titolo dei
rano troppi, egli sta vasi a una mi- ss. Silvestro e Martino
a'Monti, e
nestruccia o pochi legumi ; dormi- finalmente vescovo di Dol. Abban-
va sempre sulla paglia, ed anche so- donato in seguito il santo Ponte-
pra un graticcio. Non pago di istrui- fice, si gittò al partito dell' antipa-
re soltanto il suo gregge, andava a pa Clemente III, in cui finì di vi-
predicare in altre chiese lontane vere nel 1081.
dalla sua, ed eranvi dei giorni in IVONE di Chartres, Cardinale.
cui predicava fino le quattro e Ivone Carnotense o di Chartres,
cinque volte. Fece fabbricare vici- così chiamato perchè fu fatto ve-
no al suo presbiterio uno spedale scovo di detta città, nacque verso
pei malati e pei poveri, che cura- l'anno 1040 nel territorio di Beau-
va e serviva egli stesso. Finalmen- vais. Studiò la teologia nell'abba-
te morì ai 19 di maggio i3o3, in zia di Bec sotto il celebre priore
età di cinquant'anni. Fu canonizza- Lanfranco, e la insegnò egli mede-
to nel i347 da Clemente VI, e simo quando fu più avanzato in, «

celebrasi la sua festa ai 22 di età, nella canonica de'canonici re-


maggio: il martirologio romano golari di s. Quintino di Beauvais,
però ne fa menzione
19 di que- ai ove abbracciò la vita regolare, gli
sto mese. Nella cattedrale di Tre- donò alcune terre e vi menò vita
1

IVO IVO 247


osservante. In seguito fu eletto ab- co conte d'Angiò. Trovossi al con-
bate, governando quella comunità cilio di Clermont nel 1095, e si
circa quattordici anni. Oltre le lezio- oppose all' elezione di Stefano Gar-
ni di teologia ch'egli diede a'suoi bi nde pel vescovato di Beauvais,
chierici, opplicossi alla lettura dei illetterato, giuocatore e dedito alle
canoni, e ne fece quella gran rac- donne ; ma il suo lodevole zelo
colta conosciuta sotto il nome di gli suscitò dei nemici. Assistette
Decreto. Li fece osservare da' suoi ai concilii di Troyes e di Beau-
Chierici, per cui si acquistò tal ri- gency nel 1104, ed alla consecra-
putazione che da tutte le parti gli zione del re Luigi VI. Favorì la
venivano domandati per fondar fondazione del monastero di Tiron,
nuovi capitoli di canonici regolari ed occupossi onde mettere dei mo-
o per riformare gli antichi, ed è naci a s. Martino nelle vicinanze
perciò che viene considerato come di Chartres, in luogo dei canonici;

uno de' più illustri istitutori dei ma ciò solo ebbe luogo sotto il
canonici regolari. Lo splendore del di lui successore. Ivone mori in
suo merito indusse Urbano II a Chartres a' 2 3 dicembre iii5, e
farlo vescovo di Chartres; siccome fu sepolto nel coro dell'abbazia di
si ricusò il metropolitano di con- s. Giovanni della Valle. 11 Ponte-
secrarlo, Ivone portatosi in Roma, fice s. Pio V permise ai canonici
nel 1
09 1 01 092 fu consecrato dal regolari lateranensi di poter cele-
Papa in Alatri, altri dicono in Ca- brare la di lui festa a' 20 mag-
pila. Sì vuole da alcuni scrittori, gio ., con bolla de' 18 dicembre
che sia slato anche cardinale, ma 1570. La sua vita fu scritta dal
non vi sono monumenti tali, che p. Fronteau canonico regolare di
ce lo possano accertare. Il p. Cel- s.Genoveffa e stampata in princi-
lier nella sua storia degli scrittori pio delle sue opere a Parigi nel
sacri ed ecclesiastici sebbene parli 1647. I Bollandisti la pubblicaro-
a lungo d'Ivone, non fa menzione no con note a* 20 maggio. Il Bel-
del cardinalato ; ed il p. Frontone larmino nel suo libro degli scritto-
canonico regolare di s. Genoveffa, ri ecclesiastici, col supplemento del

nella vita che dìvone scrisse, di- Labbé, ne parla a lungo a p. 35


chiarò che coloro i quali l'hanno e seg. Questa vita, nell'edizione
annoverato tra 'cardinali presero e- delle sue opere, ha in fine le te-
quivoco tra Ivone cardinal legato stimonianze che gli scrittori con-
d'Innocenzo II nelle Gallie ed il temporanei o posteriori resero al-
nostro : tanto avverte il Gardella la sua virtù e dottrina. Le sue
nella biografia che ci diede d'Ivo- diverse opere furono riunite da
ne di Chartres, tra cardinali di i Gio. Battista Souchet canonico di
Pasquale II immediato successore Chartres nel 1647 in un grosso
di Urbano II. volume diviso in tre parti. La pri-
Appena Ivone prese possesso del- ma parte contiene il DecretOy e la

la sua scde non tardò a segnalare


}
seconda le lettere in numero di
il suo zelo contro
il re di Francia 288, ed i ventiquattro discorsi,
Filippo, che avea abbandonata la
I con una cronaca che comincia ila
moglie per unirsi in niatrimono Nino re d'Assiria e termina cóli
con Bertrada sposa del vivente Fol- Lodovico I il Pio ma la cronaca ;
248 IVR IVR
vuoisi opera di Ugo di Fleury. Il di prima classe, il tribunale di
decreto è una raccolta di regole prefettura di terza classe, sei giu-
ecclesiastiche, tratte dalle lettere dicature di mandamento nel primo
dei Papi, dai canoni, dai concilii, cantone, quattro nel secondo e eli-
dagli scritti de'padri, e dalle leggi que Secondo Velleio Pa-
nel tèrzo.
emanate dai principi cattolici. Bi- tercolo, romani inviarono ad in-
i

sogna aggiungere al decreto un'al- poredia una colonia sotto il conso-


tra raccolta di canoni, meno este- lato di Mario ; e secondo Strabone
sa, chiamata Pannormia, perchè i salassi vinti da Terenzio Varrò,
trovasi così intitolata in tutti i o secondo altri da Cesare, vi furo-
manoscritti. Enrico Warthon ed no condotti per essere venduti ai-
altri attribuiscono pure ad Ivone l'incanto.Bruto ne parla nelle sue
un libro sugli uffizi ecclesiastici, lettere a Cicerone, ed Antonino
cioè il Micrologo stampato tante nel suo Itinerario. I romani le
volte. diedero il nome di Eporedla o
IVONE, Cardinale. Ivone fu Hipporegium i perchè al detto di
creato cardinale diacono di s. Ma- Plinio i gaulesi chiamavano Teo-
ria in Aquiro da Innocenzo II, a redias quelli che si occupavano a
due bolle del quale del 1 1 37 e domare ed addestrare i cavalli ; sia
1 i 38 si trova sottoscritto. Poco che i suoi abitanti si dedicassero
visse nel cardinalato a cui vuoisi a questo mestiere, sia che i roma-
innalzato nel 11 35. ni mantenessero in questo paese
IVREA (Eporedien). Città con un gran numero di cavalli a spese
residenza vescovile della divisione del pubblico e li facessero quivi
di Torino negli stati sardi, già an- ammaestrare: fortissime congetture
tica capitale del marchesato del ne offrono pure gli avanzi di scu-
suo nome, e ne' più moderni tem- derie romane nelle vicinanze della
pi noto sotto quello di Canavese, contrada di Bolena. Il nome di
Canopicium, capoluogo di provin- Eporedla fu poscia cangiato in
eia e di mandamento. Trovasi al- quelli di Eborcia o Ivorcìa,e fì-

l'uscita della valle di Aosta, sulla nalmente in quello d' Ivrea. Se-
riva sinistra della Dora, posta fra condo alcuni autori, fu questa cit-
due colline, parte in piano e par- tà eretta cento anni prima di Gesù
te sopra un colle. Conserva anti- Cristo. Carlo Magno eresse i due
che fortificazioni, consistenti in una marchesati d'Ivrea e di Susa per
cinta di bastioni, ed è protetta da tenere in freno i suoi popoli cisal-
una cittadella di debole difesa, e pini: Asprando fu il primo mar-
da un piccolo castello situato so- chese. I di lui successori col nome
pra una delle prossime colline, di del Canavese o d'I-
marchesi
Won bene distribuita ne' fabbricati, vrea governarono la signoria, e
racchiude un'antica cattedrale, che divennero sì possenti da pretende-
sicrede essere stata un tempio de- re il titolo di re d' Italia (Fedi).
dicato ad Apollo. Un bel ponte di II marchesato fu celebre partico-
una sola arcata vi fu costruito nel larmente sotto Berengario, ed ebbe
600 dal re de'longobardi Agilulfo, non interrotta successione ne'suoi
La pubblica istruzione è affidata principi fino all'infelice Arduino
ai collegio reale. Ha l'intendenza delioi5, ultimo de're italiani. In
IVR IVR 249
seguito i loro discendenti si divi- vi predicato pei primi il vangelo,
sero il Canavese ognu- in tre parti, secondo la tradizione del paese.
na o meno fa-
delle quali in più Commanville dice che la sede ve-
miglie, la di cui debolezza po- scovile fu eretta nel IV secolo, nel-
scia e le di cui reciproche animo- T anno 35o. Certo è , che ne fu
sita, le fecero vassalle de'principi primo vescovo Elelogio od Eulogio
confinanti. E in fatti, essendo il che assistette al concilio di Calce-
paese dominato dagli alemanni, nel donia l'anno 4^ r > ne l quale è chia-
1248 l'imperatore Federico II ce- mato Eulolio. Il prete Floreio sot-
dette il marchesato d'Ivrea ad A- toscrisse per lui il concilio di Mi-
medeo IV conte di Savoia, ed al- lano. secondo fu Desiderio, che
Il

trettanto fece al fratello di questi intervenne nel concilio adunato in


Tommaso Moriana, il
II conte di Roma nel 679 dal Papa s. Aga-
re de'romani Guglielmo d'Olanda , tone. Basso fiorì nel 770; Giusep-
ciò che approvò il Papa Innocenzo pe della stessa città, nell'844; Ve-
IV ; ma il possesso non potè con- remondo Arborei di Vercelli nel
seguirsi che per volontaria dedi- ioo5; Ottaviano nel 101 r, il quale
zione, dopo sessanta anni, nel 1 3 1 3, consacrò la chiesa di s. Benigno di
sotto Amedeo V il Grande conte Fruttuaria; Enrico nel 1029; Ugo
di Savoia, per le vive opposizioni del io53j figlio d'Arduino re d'I-
de' marchesi di Monferrato, avendo talia de* marchesi d' Ivrea; Ogerio
la città d'Ivrea esteso territorio. del 1075 cancelliere dell'impera-
Verso la metà dello stesso secolo, tore Enrico IV; Germano che in-
Giovanni marchese di Monferrato tervenne nell'assemblea di Ronca-
cedette ad Amedeo VI conte di glia adunata nel 11 58 da Federi-
Savoia detto il Verde, una porzio- co I, e nel concilio generale La-
ne de'suoi diritti che aveva sopra teranense III sotto Alessandro III
Ivrea. I francesi la presero nel nel 1
1 79. A
Bernardo successero,
i554, nel 1641, enei 1704 dopo nel i2o5 Pietro piemontese abba-
una vigorosa resistenza ; ma nel te cisterciense, eletto dal capitolo
1706, dopo la battaglia di Torino, cui scrisse Innocenzo III; nel 1209
fu ripresa dal duca di Savoia Vit- Oberto de' conti Coconati , sotto
torio Amedeo li. I francesi se ne del quale Federico II concesse un
impadronirono di nuovo nel 1796 privilegio alla chiesa. Oberto nel
e nel giorno 21 maggio 1800; da 1228 investì Bonifacio marchese
quell'epoca fu riunita all'impero di Monferrato del castello di Al-
francese sino al i8i4, e divenne bugnano, che prese in feudo En-
ilcapoluogo del dipartimento della rico preposito della chiesa di s.

Dora. Il re di Sardegna, come du- Maria de Vezolano, a cui il me-


ca di Savoia, porta i titoli di mar- desimo imperatore con privilegio
chese d'Italia e d'Ivrea. lo pose sotto la sua protezione. Nel
Non si può dire esattamente in i2 5o divenne vescovo di sua pa-
qual tempo la religione di Gesù tria Giovanni II; in sua morte
Cristo sia stata predicata in Ivrea, nel 1264 il capitolo ottenne che
ne quando sia divenuta sede ve- il canonico Federico de' conti di
scovile. Credesi che i discepoli di s. Martino avesse la sede in am-
s. Eusebio di Vercelli abbiano qui- ministrazione, e giunto all'età cu-
8

a$o IVR IVR


nonica nel 1284 sotto Martino IV 10 III lo creasse cardinale , onde
fu ordinato. Traslato nel 1288 a ancor lui prese il nome di cardi-
Ferrara da Nicolò IV, questi a sua naie d'Ivrea. I tre successori Seba-
•vece nominò vescovo d'Ivrea Albe- stiano, Ferdinando e Cesare, tutti
ro Gonzaga mantovano de' minori, furono dell' illustre casa Ferreri.
pieno di meriti verso la Sede apo- Nel 16 12 Paolo V dichiarò vesco-
stolica 1291 eresse la chiesa
: nel vo fr. Enrico Silvio de Muzovico
e monastero di s. Chiara, e con- di Como, priore generale de' car-
fermò le permutazioni di feudi fatte melitani, personaggio erudito, dotto
dal predecessore. Giacomo di Fran- e venerabile per pietà. Gli successe
cesco savoiardo, abbate cistercien- nel 1614 Giuseppe de' marchesi
se di Altacomba, fu eletto nel 1346 di Ceva, il quale celebrò due si-

da Clemente VI. Nel 1 358 con- nodi, ristorò r archivio deformato


cesse ad Amedeo VI conte di Sa- dal fuoco, restaurò la parte supe-
voia la valle di Montalto, che pre- riore dell'episcopio, nella cui aula
stò il giuramento pei castelli di fece dipingere le immagini de'suoi
Bezzoni, Castelletti, Spintini e Monti predecessori. Alessandro Lambert
Astruti. Bonifacio de' conti di s. savoiardo morì nel 1706. Fin qui
Martino, fatto vescovo nel i3g9, arriva la serie de' vescovi che i'U-
rinunziò nel i4o5. Martino V nel ghelli nel tomo IV, pag. 1064 e
1 4 1 7 fece vescovo Giacomo de Po- seg. pubblicò nell' Italia sacra, di
merii arciprete della cattedrale. Gio- cui riportammo i principali. La
vanni de' signori di Parella conti continuazione di tale serie si legge
di s. Martino e preposito della nelle annuali Notizie di Roma. Per
cattedrale, Eugenio IV nel 1 4^7 morte del vescovo Luigi Pochetti-
le creò vescovo : fu uno degli elet- ni, il Papa che regna Gregorio XVI,

tori per la nazione italiana al con- nel concistoro de' i3 settembre


ciliabolo di Basilea, dell'antipapa 1838, preconizzò in successore l'o-
Felice V, e nel i/{65 consacrò la dierno monsignor Luigi Moreno di
chiesa di s. Bernardino de' frati del- Mallere diocesi di Mondovi. In
la stretta osservanza. Nicola Gari- passato il vescovo era signore di
liali di Ginevra, eletto nel i483, molti luoghi della diocesi.
benedì la prima pietra della chie- La sede vescovile è suffraganea
sa di s. Agostino de' cappuccini. della metropoli di Torino. La chie-
Nel i499 8 U successe quale ammi- sa cattedrale è dedicata a Dio, in
nistratore Bonifacio Ferreri sino al onore dell'Assunzione della Beata
i5og, in cui commutò la sede con Vergine Maria, ed è un ottimo ed
quella di Vercelli, per cessione del elegante edifizio. Ivi è la parroc-
suo fratello cardinal Gio. Stefano chia, la cui cura è affidata ad un
che divenne vescovo d' Ivrea. Ri- prete canonico onorario, con batti-
tornato Bonifacio al governo di sterio.Fra le reliquie che nella
questa chiesa, Leone nel i5ij X medesima si venerano, vi sono i
lo creò cardinale, onde fu detto il corpi de' santi martiri Sabino pa-
cardinale d'Ivrea; quindi nel 1 5 1 trono della città, Besso e Tegolo.
cedette con beneplacito apostolico 11 capitolo si compone di cinque
il vescovato al nipote Filiberto che dignità, prima delle quali è Par*
lo resse con lode e meritò che Pao- cidiaconato, di tredici canonici com-
IVR IVR ili
prese le prebende del penitenziere di donzelle, quattro confraternite,
e del teologo, e di altri preti e l'ospedale, il monte di pietà ed il

chierici addetti al servigio divino. seminario. Molto ampia è la dio-


L'episcopio, ottimo edifizio., è ade- cesi, contenente centoventotto par-
rente alla cattedrale. Oltre di que- rocchie. Ogni nuovo vescovo è tas-
sta nella città sonovi cinque chiese sato nei libri della camera aposto-
parrocchiali munite del fonte bat- lica in fiorini trecento, ascendenti
tesimale un collegio di religiosi
, i frutti a circa scudi duemila di
dottrinari, un monastero di mo- moneta romana.
nache cisterciensi, un conservatorio
i5i JAB JAB

vABRUDA. Sede vescovile della 1808, non fu re-


de' francesi nel
seconda Fenicia del Libano, chia- Spagna che nel 18 14-
stituita alla
mata pure Tabruda, nella diocesi Nel 1060 o io63 fu tenuto un con-
e patriarcato d'Antiochia, sotto la cilio in Jaca, nel quale venne abro-
metropoli di Damasco, eretta nel gato il rito ecclesiastico dei goti,
V secolo. Ne furono vescovi Eu- per adottare il romano, e per tras-
sebio rappresentato al concilio di portare la sede vescovile di Hoe-
Calcedonia da Teodoro di Dama- sca a Jaca ; ma poi questa conser-
sco; Tommaso scacciato dall' impe- vandosi, nel iog4 Hoesca riebbe
ratore Giustino I nel 5 8 come
1 l'onore del vescovato. Labbd t. IX;
fautore di Severo; ed Elia. Arduino t. VI.
JACA (Jacen). Città con resi- La sede vescovile eretta nel se-
denza vescovile di Spagna, nell'A- colo XI fu fatta suffiaganea della
ragona, chiamata anche Jacca. È metropoli di Saragozza, come lo
situata a piedi di un'altissima mon- è tuttora. Il primo vescovo fu Pie-
tagna, che fa parte dei Pirenei, in tro di Frago aragonese, prelato sti-

una pianura vasta e fertile, sul Gas matissimo in tutta la diocesi , per
o Aragon, che dopo averne bagna- le sue elemosine e buon governo,
te le mura si getta nell'Aragona. morendo nel i58i. Fra i di lui
È piazza di guerra, difesa da una successori nomineremo: Giuseppe di
buona cittadella costrutta nel 1092, Palafox, nato a Saragozza, discen-
e dove risiede il governatore. Le dente dall'illustre casa d'Ariza, en-
strade sono dritte e ben lastricate, comiato per rara saggezza; fr. Fran-
e le case assai bene fabbricate, con cesco Palanco dell'ordine de' mini-
qualche edifìzio rimarchevole. Que- mi, nato a Campo nel regno di
sta antichissima città, di cui la favola Castiglia, professore di filosofia e
saluta Bacco per fondatore, al tem- teologia nell'università d'Alcalà, che
po dei romani era capitale della governò la chiesa con molta dot-
Jactania e de' popoli jaccetanì. Fu trina e virtù , e fu autore d' un
presa da M. P. Catone l'anno ig5 corso di filosofia, e di alcuni trat-
avanti Gesù. Cristo ; ed un tempo tati di teologia. I vescovi di Jaca
fu capitale ancora dell' Aragona. del secolo passato e corrente sono
Vuoisi che Pompeo il Grande la riportati dalle annuali Notizie di
restaurasse. Non cadde mai in po- Roma. Per morte di Pietro Ro-
tere dei saraceni come la maggior driguez Miranda, il regnante Pon-
parte delle altre città della Spa- tefice Gregorio XVI,, nel concistoro
gna. Godette grandi privilegi per- dei 24 febbraio i832, fece vesco-
chè fu costantemente attaccata alla vo monsignor Emma-
successore
causa di Filippo V
nella guerra nuele Gomez de la Rivas della
di successione. Caduta in potere città di s. Maria de Garona dio»
1

JAC JAC 253


cesi di Burgos. Al presente la se- to nel li %,
Adriano IV di
da
de è vacante. La cattedrale, edifi- portarsi coi cardinali Gherardo e
cio di solida struttura, è dedicata Gregorio a Federico I re de' ro-
a Dio, sotto l'invocazione del prin- mani che si trovava a s. Quirico
cipe degli apostoli s. Pietro. Vi è in Toscana, da cui però altro non
la cura di anime che si ammini- ottennero che onorevole accoglien-
stra da un capitolare, chiamato za. Se non che rimandati dal Pa-
cappellano maggiore, ed il fonte pa una seconda volta a quel prin-
battesimale. Tra le reliquie che cipe, ricevettero il di lui giuramento
nella medesima si venerano, in una di fedeltà.
cappella avvi il corpo di s. Orosia JACOPO, Cardinale. Jacopo nel
vergine e martire. Il capitolo si 11 79 o 1180 Alessandro III lo
compone di tre dignità, la prima creò cardinale di s. Maria in Cos-
delle quali è il decano, di otto ca- medin, indi appose la soscrizione
nonici comprese le prebende di pe- ad una bolla del Papa, che spedi
nitenziere e teologo, di sei porzio- nel 1 1 79 a favore di Enrico ve-
nari, e di altri beneficiati inser- scovo d' Imola.
vienti all' ufficiatura della cattedra- JACOPO d'Alatri, Cardinale.
le. Da questa è alquanto distante Jacopo ebbe i natali in Alatri, da
l'episcopio. Nella città non vi è al- una di quelle nobili e cospicue fa-
tra parrocchia, bensì quattro con- miglie a cui verso l'anno 899 dal
venti di religiosi, un monastero di Papa Giovanni IX venne data in
monache e diverse confraternite. feudo la città di Frosinone. Jaco-
La diocesi è ampia, contenendo po fu Giovanni vescovo
fratello di
molti luoghi e parrocchie. I frutti di Alatri, il quale governò quella
dellamensa sono tassati ad ogni chiesa quarantanni, cioè dal 1223
nuovo vescovo in fiorini mille sei- al 1263; per cui non è vero, co-
centocinquauta, che si asserisce a- me l'Ughelli ed altri scrittori pre-
scendere a circa cinquemila scudi tesero, che Jacopo fosse stato ve-
moneta spagnuola, pluribus pernio- scovo di sua patria. Essendo egli
nibus gravati. uomo per pietà e dottrina assai
JACOPO, Cardinale. Jacopo pre- chiaro , cappellano e suddiacono
te cardinale di san Calisto sotto- pontificio, meritò che il suo aHine
scrisse una bolla di Anastasio IV, Gregorio IX. nel 1236 lo creasse
data in Lalerano nel 11 53, presso cardinale diacono, dignità poi che
il Bull. Rom. tom. II, pag. 336 , godè poco più di due anni, essen-
non che in altra del n54- Altro do morto nel 1239.
non potè dire di lui il Cardella. JACOPO da Udine, Cardinale.
JACOPO, Cardinale. Jacopo fu Jacopo o Jacopino da Udine nel
da Adriano IV nel marzo 1159 Friuli, applicatosi nell' età giovanile
creato cardinale prete del titolo dei allo studio della medicina, in pro-
ss. Giovanni e Paolo, secondo il gresso di tempo cambiato pensiero
Cardella, giacché il Rondinini nella abbracciò la vita ecclesiastica e di-
storia di quel titolo non ne fa venne protonotario apostolico. Gre»
menzione. Anzi il medesimo Car- gorio XII a* 9 maggio i/j-oS in
della aggiunge ch'ebbe commissio- Lucca lo creò cardinale diacono di
ne nel 1 55 }
mentre lo dice crea- s. Maria Nuova. Conviene credere
2*4 JAC JAC
che presiedette al governo di qual- breve di quel Papa, sebbene altri
che chiesa, poiché s. Antonino lo lo dissero diacono di s. Maria in
chiama uomo molto religioso e pio Portico; inoltre gli assegnò 1' am-
vescovo. Il Papa lo destinò legato ministrazione della chiesa di Basso
alla repubblica di Veneziane morì nell'isola di Candia. Pio II con-
in Rimini nel i4 IO > ovvero nel tando sulla di lui probità e ma-
i4ii o i4 I2 J fa sepolto nella tura prudenza, lo destinò legato
chiesa di s. Gio. Evangelista, al cui in Germania imperatore Fede-
all'

monumento fu posta la sua effigie rico III, per indurlo a prendere le


di marmo bianco. armi contro il turco. Postosi in
JACOPO di Portogallo, Car* viaggio e giunto a Firenze, sorpre-
dinaie. Jacopo figlio dell'infante so da grave malattia, preferì mo-
Pietro duca di Coimbria, nipote di rire nel fiore di sua età, che per-
Giovanni I re di Portogallo, per dere T illibato suo candore a cui
la santità della sua vita , e per lo consigliavano medici irreligiosi.
T illibatezza d* un immacolato co- Morì in quella città nel i4^9 U1
stume, degno di eterna memoria, età di ventisei anni; fu sepolto
educato colle massime di cristiana nella basilica di s. Miniato de' be-
pietà, si dedicò fino dalla puerizia nedettini, in una cappella da lui
in modo singolare alla divozione edificata, ove gli venne eretto no-
di Maria Vergine. Dopo la disgra- bile ed elegante avello di marmo,
ziata morte del padre, sotto il quale con onorevolissimo elogio in versi.
erasi applicato alle armi, fatto pri- Intervenne ai comizi per l'elezione
gione presso il fiume Alfarroberia, di Pio li, e fu encomiato da molti
e dopo alcun tempo cacciato dal scrittori per virtù, modestia, sottile

regno, insieme con molti signori e penetrante ingegno, dotto nelle


ed uffiziali di quella corte, si ri- lettere.
fugiò nelle Fiandre presso Isabella JACOVAZZI Domenico, Cardi-
moglie di Filippo duca di Borgo- naie. Domenico Jacovazzi o Gia-
gna sua zia, come figlia di detto cobacci romano fino dagli anni
,

re, dalla quale graziosamente ac- verdi di sua età si mostrò uomo
colto, fu trattato conforme alla sua di sottile e penetrante ingegno e
condizione, non lasciando frattanto di eccellente spirito ; divenne sin-
di applicarsi con indefesso fervore golarmente perito nell'una e l'al-
allo studio delle umane lettere. tra legge, e sì famoso, che meritò
Cresciuto quindi negli anni, si por- essere nel 1 485 annoverato da In-
tò in Roma nel i453, dove in ri- nocenzo Vili nel cospicuo collegio
guardo di sua esemplarissima vita, degli avvocati concistoriali, da cui
fu promosso al vescovato d'Arras, passati otto anni fu promosso ad
al quale era stato nominato dal uditore di rota, tra' quali arrivò
duca Filippo. Dopo cinque mesi al grado di decano. Ottenuto nel
Nicolò V, di consenso di Alfonso i5o3 un canonicato in s. Pietro,
V re di Portogallo, lo trasferì alla gli fupermesso di ritenerlo coli'u-
metropolitana di Lisbona ; poscia ditorato. Intervenne al concilio ge-
Calisto III a* 17 settembre i^56 nerale Lateranense V col carattere
lo pubblicò cardinale diacono di di eletto vescovo di Lucerà, sebbe-
s. Eustachio, come risulta da un ne 1' Ughelli nella serie di que've-
,

JAC JAC 255


scovi non faccia di lui menzione. Iato il genitore Cristoforo. Le ra-
Fu destinato presidente dell'archi- re sue doti gli acquistarono uà
ginnasio romano e vicario del Pa- ascendente tale sull'animo de'prin*
pa finalmente Leone X nel dì
; ci pi, che a lui di buon grado affi-
primo luglio i5ij lo creò cardi- davano la cura de' loro più gravi
nale prete col titolo di s. Lorenzo e premurosi affari presso la santa
Pane Perna, o di s. Bartolomeo Sede, onde i loro ambasciatori ne
all' Isola come vuole il Contelorio. frequentavano la casa. Scorgevasi
Gli storici chiamano concordemen- in lui la maestà temperata dalla
te questo cardinale, uomo dottissi- giovialità, e la gravità unita colla
mo, santo, casto, sobrio , integro ,
semplicità. Tanto nel tempo del
giusto, prudente, munifico co' po- desinare, quanto in quello della
veri, affabile,amatore e mecenate cena, o voleva la lezione di buoni
de' dotti e letterati, che all'antico scrittori, o la conversazione di uo-
splendore della nascita avea saputo mini di lettere, a' quali proponeva
unire il noterò di sì belle qualità. non lievi difficoltà, con premiare
Oltre la chiesa di Cassano, che nel largamente chi gli altri superava
i523, insieme col vicariato di Ro- nel modo di scioglierle e chiarirle.
ma, rinunziò ad Andrea suo nipote, II cardinal Pompeo Colonna eoa
uomo egli pure di gran merito, impegno, quantunque indarno, pro-
egualmente dotto che pio e peri- curò la sua esaltazione al pontifi-
tissimo nelle lingue greca, ebraica cato nel conclave per morte di A-
e latina, nel l5»7 ottenne da Cle- driano VI.
mente VII l 'amministrazione della JACOVAZZI Cristoforo, Cardi-
chiesa di Grosseto, ed il Ciacconio nale. Cristoforo Jacovazzi o Già*
vi aggiunge quella pure di Massa, cobazi romano, nipote del cardi-
sebbene l' Ughelli non ne parli. nal Domenico, educato sotto la
Leone X nella sua assenza da Ro- disciplina dello zio , apprese l'e-

ma lo dichiarò legato dell'alma cit- sercizio di quelle virtù eh' erano


tà,quantunque altri lo neghino tutte proprie di lui, e che poi per
per non essere stato ancora fatto la forza del buon esempio passa-
cardinale. Scrisse questo cardinale rono nel nipote, e lo renderono
un dottissimo libro sopra il conci- egualmente' immortale , come lo
lio : De conciliis, che il Torrigio, zio, nella memoria della posterità.
De script, cardinalibus, chiama o- Leone X o Paolo III gli confe-
pera insigne, ed altre opere che si rirono un canonicato nella basilica
possono vedere nel Caraffa , De Vaticana, e Clemente VII per ri-

gymnasio romano pag. 5o2, dove nunzia dello zio nel i525 lo fe-

parla a lungo del porporato, e nel ce vescovo di Cassano, dove die-


Bellarmino, De script, eccles. Morì de esempli così illustri di zelo,
in Roma nel i5?-7 o meglio nel di religione e di fede, che Paolo
i528 d'anni ottanlaquattro, e fu III dopo averlo nominato suo da-
sepolto nella chiesa di Eusebio;
s. tario ed uditore di rota, a'22 di*
altri dicono in s. Eustachio, ed altri cembre i536 lo creò cardinale
in s. Trifone, e più probabilmente, prete del titolo di s. Anastasia,
secondo la sua testamentaria dispo- indi nel l538 Io spedì legato ti

sizione, perchè ivi tra slato tuiiiu- laterc all'imperatore che l'ebbe ca-
256 JAE JAE
rissimo , ed
avea mostrato gran stituirle il suo antico splendore.
piacere nella sua promozione, in- E patria di diversi uomini illustri
viandolo ancora al re di Francia come di d. Jorge Escoredo-y-A-
per istabilir tra essi la concordia larcon autore di alcune opere sul-
e la pace. Essendosi portato Paolo 1' America I suoi dintorni sono
.

III in Piacenza, il cardinale in fertilied amenissimi. Secondo qual-


pubblico concistoro diede conto del- che autore, questa città è YO-
la sua legazione, e nel i539 fu nìngi di Plinio e YOringi di Tito
incaricato di quella dell'Umbria e Livio ; secondo altri occupa l'an-
Perugia, da lui sostenuta con som- tica Mentessa ; checche ne sia, gli
ma equità, e dove chiuse il pe- avanzi di un acquedotto, delle i-
riodo de'suoi giorni nel i54o, ed scrizioni, ed altre antichità atte-
ivi restò sepolto, come scrisse l'U- stano il soggiorno dei romani, sot-
ghelli. Altri per Io contrario vo- to ai quali sembra essere stata
gliono, che trasferito il cadavere molto importante. Questo stato di
in Roma, avesse sepoltura nella prosperità aumentò ancora sotto
chiesa di s. Eustachio. il dominio dei mori mauritani.
JAEN (Gìenen). Città con resi- Divenne capitale del loro regno di
denza vescovile di Spagna nell'An- Jaen per lo smembramento di
,

dalusia , capoluogo di provincia quello di Cordova, ed i suoi po-


che porta pure il nome di Jaen, poli furono anche chiamati aurigi,
Giennium , Gienna. È situata ai gyrisoenni ed iltulgi, facendo par-
piedi d'una montagna, quasi inte- te il paese dell'antica Betica. Nel-
ramente composta di marmo, la la parte settentrionale dell' antico
cui sommità è coronata da un ca- regno di Jaen, stanno le Novas
stello ancora in buono stato, presso poblaciones de la Sierra Morena,
la riva sinistra della riviera del nuove colonie che incominciarono
suo nome, a 894 metri al di so- a formarsi nel 1767. Jaen fu as-
pra del mare. È residenza di un sediata nel 1181 da Alfonso IX
correggidore di terza classe e di un re di Leone e di Castiglia, e nel
intendente di polizia e delle con- 1224 dal re Ferdinando III, ma
tribuzioni. Cinta di mura fiancheg- furono costretti levarne l'assedio;
giate di torri, costrutte dai mori, dipoi Ferdinando
III se ne impa-
rinchiude due chiese principali, dronì 1243, dopo un assedio
nel
una occupa il sito
delle quali, che di molti mesi, e fu allora che vi
di un' antica
moschea, è di bella fece trasferire la sede episcopale
architettura. Vi sono diversi ospe- ch'era prima a Baesa o Barca. I

dali, fontane pubbliche che danno mori la attaccarono, e saccheggia-


un'acqua pura ed abbondante, e rono il suo
1295, territorio nel
qualche piazza, una delle quali va- nel i368 e
i4°7« Diver- nel
sta con all'intorno case molto bel- se guerre intestine le cagionarono
le. La industria di Jaen, tanto altresì dei gran guasti nei secoli
florida sotto i mori, che vi man- XIV e XV. Il nome attuale di
tenevano considerabili fabbriche di questa città è di origine araba;
stoffe di seta, è interamente nulla i mori la chiamarono Gien, di cui
al presente , malgrado i nume- gli spagnuoli fecero Jaen.
rosi tentativi che fecero onde re- La sede vescovile, al dire di
JaE JAN 2S7
rommanville, venne istituita nel gnità, maggiore delle quali è
la

1348, e fatta suffragane» della il decano, di ventuno canonici coin-

metropoli di Toledo, come lo è prese le prebende del teologo e


tuttora. Sembra però che la fonda- del penitenziere, di ventiquattro por-
zione primaria della sede sia assai zionari, e di altri preti e chierici

più antica, e che nella detta e- addetti al servigio divino. L'epi-


^)oca fosse solo ristabilita. E in fatti scopio è un poco distante dalla cat-
il primo vescovo di Jaen, secondo tedrale, ed è di ottima costruzio-
la tradizione degli spagnuoli, fu s. ne. Oltre quella della cattedrale,
Eufrasio discepolo di s. Pietro, altre otto chiese parrocchiali sono-

che soffrì il martirio sotto fimpe- vi nella città, tutte munite del
ratore Nerone. Suoi successori fu- sacro fonte. Nove sono i monasteri
rono s. Eutichio, martire a Cadi- e conventi di religiosi, e sette i

ce; Rogato che assistette ai con- monasteri di monache, oltre di-

cilii decimoprioio, decimosecondo, versi sodalizi ed il seminario. I

decimoquarto e decimoquinto di frutti della mensa ad ogni nuovo


Toledo; Teodiscolo, che trovossi al vescovo sono tassali a fiorini mille,
decimosesto concilio di Toledo. poiché le rendite si asserisce pre-
Dopo Teodiscolo la sede di Jaen sentemente ascendere a più di
fu trasferita a Mendoza, e du- cinquantamila ducati di quelle par*
rante questo tempo furono vesco- ti, ma gravate da alcune pensioni.

vi Pardio, Giovanni, Cecilio, Gia- JAFFA o GIAFFA V. Joffe..

como, Giberico, Froda, Valfredo o JAMNIA o JARNIA. Sede ve-


Gualfredo, e Floro che viveva Del scovile della prima provincia di Pa-
693. Commanville scrive, che la sede lestina, nel patriarcato di Gerusa-
vescovile di Monteiar o Menlesa, lemme, sotto la Ce- metropoli di
nel IV secolo fu trasferita a Jaen. sarea, eretta nel cono-V secolo, e
Restituita la sede a Jaen, fu no- sciuta pure col nome di Zania.
minato vescovo Domenico dell'or- Questa antica città de' filistei ebbe
dine de' predicatori, prelato ciotto distrutte le mura dal re Ozia. Fu-
e virtuoso. La serie de'vescovi del rono suoi vescovi , Macrino del
secolo passato e del corrente si tempo di Ario; Pietro che trovossi
può ricavare dalle annuali Notizie al concilio di Nicea nel 3?.5j Eliano
di Roma. Per morte del vescovo che fu al secondo concilio genera-
Andrea Esteban-y-Gomez, il regnan- le e primo di Costantinopoli nel
te Pontefice Gregorio XVI, nel 38 1; Stefano discepolo di Euti-
concistoro de' 24 febbraio i832, mio che trovossi al concilio di
dichiarò successore monsignor Die- Calcedonia; Zenobio che sottoscris-
go Martinez Carlon- y -Teruel di se la lettera sinodale di Giovanni
Lorea diocesi di Cartagena, tras- di Gerusalemme a Giovanni Pats
latandolo da Teruel. Attualmente nel 5 18; Stefano II che fu al con-
la sede di Jaen è vacante. La cilio di Gerusalemme contro An-
cattedrale, elegante edilìzio, è sot- timo nel 536. Oriens christ. t.

to il titolo dell'Assunzione in cielo Ili, p. 58 7 .

della Reata Vergine. In essa vi è JAN1DEGA Giovanni, Cardinale.


la cura d'anime col battisterio. Il V. Giovanni VII Papa.
capitolo si compone di otto di* JANNINA, JANIAII o GIAN-
vol. xxxvr. '7
2 58 JAN JAN
JN1NA. Cillà vescovile della Tur- fatto patriarca col iwme di Par-
chia europea nell' Albania, capo- tenio il giovane; e Clemente, uno
luogo di sangiacato e di giurisdi- de'dotti del secolo XVII. Oiwis
zione del suo nome, sangiacato christ. t. II, p. i5o.
che comprende l'antica Tessaglia La città si distende sul declivio
e l' Epiro, contenendo luoghi cele- ed a' piedi de'colli che la domi-
bratissimi dagli antichi poeti, come nano all'ovest. 11 palazzo del pa-
l'Olimpo, l'Ossa, il Peleo e Pindo, scià e due moschee sono situate
la pianura di Farsaglia, la valle in una penisola che si avanza in
di Tempe,
fiume Peneo ec. Jan-
il mezzo al lago, penisola ben dife-
nina o Janina, l'antica Cassiopea^ sa da fortificazioni, essendo domi-
è posta sulla riva occidentale del nata da una cittadella. La città
lago del suo nome, in assai ri- quantunque grande non è cinta
dente posizione. E residenza di un da ogni lato da mura, avendo al-
pascià, e sede d'un arcivescovato tra cittadella chiamata Litharìlza
greco, eretto sino dall' imperatore nel mezzo della città, sopra una
Giovanni Paleologo, dividendo in rocca scoscesa vi sono de' quar-
:

due porzioni quello di Aria. Cas- lieri frammischiati dai cimiteri,


siopea o Jannina fu una sede ar- circondati da mura o abbandonati,
civescovile dell'Epiro antico, nell'e- Vi è il gran serraglio del pascià
sarcato d' Asia, eretta nel secolo al nord-ovest della città, cioè nel-
IX, e fatta metropoli nel XII, la prima fortezza; la moschea di
con Bulrinto, Drinopoli, Chimera, Calo-pascià, attorno a cui stanno
Bella, s. Donato e Quaranta, per le tombe di molti pascià ; diverse
vescovati sufìfraganei, secondo Coni- moschee, chiese greche, bagni, o-
man ville. Altri la posero nella dio- spedale, scuole pubbliche, ed un
cesi dell' llliria orientale, e come collegio greco con gabinetti e bi-
seinplice sede vescovile, suflfraganea blioteca, poiché greci di Jannina i

di Nicopoli. Nella Notizia dell'ira- sono assai istruiti. Molto soffri la


peratore Leone è la quinta del- cittàper l'iucendio del 1798. La
la provincia d' Etolia , sotto Le- pianura all'estremità della quale è
panto, dicendosi che quando fu e- fabbricata, si chiama i Campi Eli-
retta in arcivescovato ebbe sogget- si. Molte sorgenti ed una riviera
te le sedi di Argiro-Castro, Del- fertilizzano questo paese, in vero
beno, Glìkeon e Buttino. Zacca- incantatore e pittoresco. Si crede
ria fu il primo vescovo di Janni" che la città sia stata fabbricata da
na, che trovossi al concilio aduna- Giovanni Cantacuzeno, parente det-
to da Fozio dopo la morte di s. l'imperatore di questo nome. Non
Ignazio. Gli successe Teoletto, fatto offre niente d'interessante sino al
poi patriarca di Costantinopoli. Fra XIX secolo; ma il celebre, ricco e
gli altri noteremo, Joasaph che fu potente Ali-pascià governatore del
al concilio riunito dal patriarca sangiacato, nato e discendente dei
Geremia verso l'anno i58o per signori di Tepeleni, la rese itn-
reprimere la simonia; Partenio portante, facendovi la sua residenza
che sottoscrisse al concilio del pa- ordinariamente nel palazzo presso
triarca Cirillo di Berrea, contro il serraglio, benché ne avesse fatto
gli errori di Cirillo Lucaris, poi edificare altro veramente reale e
JAS JAS iSg
magnifico nella fortezza di Litha- vincia, sede di un arcivescovo o
ritta ; esso la rese quasi inespu- metropolitano greco scismatico, e
gnabile, e sfidò quivi circondato residenza del vescovo latino vica-
di una guardia numerosa di alba- rio apostolico del vicariato di Mol-
nesi, le minacce della Porta otto- davia (Vedi). Giace sulla riva si-
mana, cui volle rendersi indipen- nistra del Baglui, in parte sopra
dente. Sul punto di giungere al una collina amenissima, ed in par-
suo scopo, unendosi ai greci che te in una valle ove vi sono palu-
ingannava, questo furbo ma d'ani- di che ne rendono l'aria malsana.
mo grande nel 1822 cadde vitti- Non ha più per difesa che una
ma del governo turco. Egli avea piccola fortezza, situata sopra una
esteso il suo dominio, con uno altura. 11 luogo che occupa è va-
stato indipendente, non solo su tut- stissimo, essendo la maggior parte
ta l'Albania, ma pure in una par- delle case divise le une dalle altre,
te considerabile della Livadia, e in e cinte di cortili, giardini e pian-
una porzione sud della Romelia : tagioni d'alberi. Dopo Y incendio
altri dicono che Ali erasi reso pa- del 1822 operato dai giannizzeri,
drone oltre del sangiaccato di e quello del 1827, che distrussero
Giannina, di quelli di Delvino, di 4700 abitazioni, Jassi più non of-
Avlona, di Elbassan ed Ochri nel- fre che un aspetto assai triste, dap-
1' Albania, e di Tricala nella Tes- poiché que' terribili incendi la ro-
saglia. Di questo stato ne avea fatto vinarono interamente, tranne gli

Giannina capitale, ove risiedevano edifizi religiosi, come solidamente


i rappresentanti di molte corti eu- costrutti in pietra o mattoni. In
ropee, trattandosi Ali come un so- luogo di una quantità di case e-
vrano. La città per le sollecitudi- legantemente costrutte, al presente
ni d'Ali già floridissima per la più non si vedono che edifizi di
sua coltura, manifatture, commer- un sol piano e costrutti in legno
cio, abitanti istruiti, cioè cristiani sul gusto orientale, e luoghi occu-
di rito greco, mussulmani, ed ebrei, pati da rovine. La strada maggio-
in tutti ascendenti a quarantamila, re è larghissima. L'antico palazzo
dopo la sconfitta e morte di Ali del principe, ch'era un bell'edifizio,
decadde dal suo splendore, e ven- fu vittima del fuoco, e venne so-
ne devastata. stituito da altro poco considerabile,
JANOW (Janowìerì). Città con la cui ala principale fu distrutta
residenza vescovile di Polonia, nel- dal memorato incendio del 18?. 2*
1' antico palatinalo di Podlachia, Sono osservabili il palazzo arcive-
woiwodia distante tredici leghe al- scovile ; la chiesa metropolitana di
l' est da Siedlec, obwodia, ed a s. Nicola, in cui i principi sono
quattro leghe ed un terzo nord consecrati dall'arcivescovo; il con-
nordest da Bialo, presso la riva si- vento di Triswetetch, dove sono
nistra del T>og. V. Podlachia. sepolti gli arcivescovi; quello di
JASSI, JASSY o 1ASSI. Città Golic colle sue alte torri ; quelli di
della Turchia europea, capitale del Sokolla, di Tscheteznje e di Calata;
principato di Moldavia, capoluogo come pure le chiese di Swete
di distretto, residenza del governa- Georgi, di Swete Spiridion e di
tore e delle autorità della pro- Formosa. Sonovi pure altre chiese
260 JAS JER
, e cappelle, conventi, chiese catto- li, eretta nel V secolo, ora borgo
liche e luterane. Avvi inoltre un di Àskem sul golfo d'Ajasso. Ne
gran bazar, bagni pubblici, un furono vescovi, Temittio che fu al
gran edifizio in cui si stabilì una concilio di Efeso, Flacello che in-
stamperia vallaca; un piccolo liceo, tervenne a quello di Calcedonia,
un seminario, e qualche scuola Davide die fu al VII concilio ge-
primaria. Tra gli altri incendi cui nerale, e Gregorio presente al con-
soggiacque la città, nomineremo ciliodi Fozio, al tempo di Gio-
quelli del1723, del iy53, e del vanni Vili.
1783 nel quale restò preda delle JEHOVA o JEHOVAH. Nome
fiamme l'antica corte de principi, proprio di Dio nella lingua ebrai-
di cui se ne attribuiva la costru- ca, e che Dio diede a se medesimo
zione ai romani sotto Traiano. Un per farsi conoscere e distinguere da
fasto rovinoso e la passione del altri esseri. V. Dio.
giuoco caratterizzano gli abitanti, JERAPOLI. V. Gerapolf.
il costume de' quali un mi-
offre IERATICI, ENCRATICI o EN-
scuglio di orientale ed europeo. CRATITI. Eretici del secolo secon-
Nel 1772 molti danni vi fece la do, verso Tanno i5r. Furono così
peste. Fu spesso presa dai russi, nominati perchè facevano professio-
che sempre la restituirono alla pa- ne di continenza, e perciò detti pu-
ce. Nel 1788 furono demolite le re onde rigettavano as-
Continenti,
sue fortificazioni, ad eccezione della solutamente matrimonio. Ebbe-
il

piccola fortezza mentovata. Nel ro per capo Taziano discepolo di


1782 vi si negoziò un trattato s. Giustino martire, uomo eloquen-
fra la Porta e la Russia. Jassi fi- te e dotto, che prima della sua e-
no dal tempo dei romani fu una resia avea scritto in favore del cri-

città assai importante, Jassiorium stianesimo. Il suo Discorso contro


Municipium, pretendendosi che con- i greci, trovasi in seguito delle o-
tenesse allora ottantamila abitanti. pere di s. Giustino. Dopo la morte
I dintorni sono deliziosi e fertili, del suo maestro, avvenuta nella
come lo sono le colline del suo persecuzione di Marco Aurelio, Ta-
distretto limitato all'est dal Pruth, ziano separossi dalla Chiesa e for-
navigabile anche da grossi battelli. mò una dottrina particolare com-
Nell'anno 1642 il metropolitano posta dell'eresia de' gnostici, di
di Riovia, con tre vescovi di quel quella de' valentiniani e mar- dei
palatinato e coi sacerdoti della co- cioniti. Sosteneva che Aclamo era

munione greca, tennero un conci- dannato, condannava il matrimo-


lio a Jassy, nel quale sottoscrissero nio come una invenzione del demo-
i decreti del sinodo di Partenio nio, e non riceveva alcuna perso-
patriarca di Costantinopoli, contro na maritata nella sua società. Aste-
gli errori dei calvinisti sull'Euca- nevasi dalla carne degli animali e
ristia, insegnati da Cirillo Lucaris. dal vino, di modo che i suoi set-
Arduino t. X. tari celebravano il mistero dell'eu-
JASSO, JASSUS o AJASSO. caristia coll'acqua solamente, lo che
Sede vescovile di Caria, ed diocesi li chiamare idroparasti od
fece
esarcato d' Asia, sotto la metropo- acquariani. Dicevano essi che la
li di Afrodisia e poi di Stauropo- legge era d'un Dio diverso da quel
JES JES 261
del vangelo, e non accettavano del Ancona, situata in vaga posizione
vecchio Testamento, se non i li- sopra un colle non molto elevato,
bri che loro piacevano. Riconosce- da essa tutto occupato, ed irrigata
vano per canoniche diverse opere ali oriente dal fiume Esino. Da
supposte, come gli atti de' ss. An- settentrione sino al mare Adriati-
drea, Giovanni e Tommaso. Quan- co gode la vista di spaziosa e fer-
tunque condannassero il matrimo- tile pianura, che dall'ovest al nord
nio,non tralasciavano d'aver com- e dal sud all'ovest si risolve in
mercio colle donne. I discepoli di verdeggianti colline, che formano
Taziano si dilatarono nelle provin- un delizioso ed ameno teatro, in
cie dell'Asia minore, nella Siria, in aria buona, massime quella parte
Italia ed anco nelle vicinanze di posta a mezzogiorno. Al sud-ovest
Roma. s'innalza la catena degli A penni-
JEROSLAW o JAROSLAW, ni. Dell'acqua detta della Mastella,
Jeroslavia. Città vescovile della della sua salubrità, qualità e virtù,
Russia europea, capoluogo di go- medicinali, Nicolò Antonio Cattani
verno e di distretto sul Volga, ses- pubblicò nel 1749 Jesi un bre-m
santa leghe distante da Mosca .
ve ragguaglio o dissertazione fisico-
Grande ed assai bene fabbricata, è medica. La città è precisamente
difesa da una fortezza costrutta al situata entro i limiti del paese an-
confluente delle due riviere. Rin- ticamente occupato dai galli seno-
chiude quarantaquattro chiese e tre ni, fiume E-
sulla sinistra riva del
chiostri, il più osservabile de'quali sino, al quale Silio Italico fa dare
è il Syraskoi, ove si conservano i cor- il nome dal pelasgo re Esi. La più
pi del Feodor Koteslawi-
principe bella e frequentata parte della cit-
tsih il Nero e de'suoi figli, il primo tà è il corso, la cui strada venne
dei quali fu canonizzato. Ha pure un formata di mattoni dal cardinal
collegio fondato da Demidow che Savelli legato della Marca, onde ne
lo dotò riccamente, e diversi sta- porta il suo nome di via Sabella
bilimenti. Si osserva sulla gran o Corso. Questa parte era antica-
piazza un monumento innalzato mente un borgo; al presente la via
dalla città al patriotta Demidow, è lastricata di pietre, e da ogni
che costò 60,000 rubli. Vivo ed lato è fiancheggiala da ampi ere- x

esteso è il commercio. Pietro I il golarissimi marciapiedi. Dalla piaz-


Grande fece stabilire le prime ma- za principale, circondata di belle
nifatture di tele. La sua sede ve- fabbriche, ha principio l'ampia e
scovile fu unita a quella di Ro- rettilinea strada del corso, notabil-
stow, Rostovium, sotto l'arcivesco- mente prolungata coli' essersi tolta
vato di Kiowia. via l'antica porta, onde termina
JESENGH. Sede vescovile del- nell'aperta campagna. Ornano al-
l'Armenia maggiore, sotto il catto- tresì ragguardevoli palazzi l'altra
lico di Sis Sergio suo vescovo in-
: piazza, ov'è duomo e la chiesa
il

tervenne al concilio di Sis e lo sot» de' conventuali, ambedue di leg-


toseiisse. giadra architettura, e con ornamenti
JESI (Acsin). Città con resi- corrispondenti: del duomo o cat-
denza vescovile dello stato pontifi- tedrale parleremo in appresso. La
cio, nella delegazione apostolica di chiesa de'cun ventilali già sacra a s.
26* JES JES
Giorgio, ora sotto il titolo di san rò piacque generalmente. Nel 1840
Floriano, di cui ivi si conserva il cor- venne decorato nel prospetto ester-
po, con due bellissimi quadri, es- no da un bellissimo orologio do-
sendo di Lorenzo Lotti quello del- nato dalla reale principessa Augu-
la Pietà y ossia deposizione dalla sta Amalia di Baviera, vedova del
croce di Gesù Cristo, ed ope- principe Eugenio Beauharnais duca
ra Tiziano quello di s. Lucia.
di diLeuchtenberg; però gli ornamenti
11 contiguo convento è comodo e del frontone furono fatti a spese del
luogo di studio: la chiesa fu da condominio del teatro. Da ultimo
d. Cipriano Gentili jesino rettore fu compita l'erezione della pubbli-
di consenso del vescovo ceduta, ed ca fonte nella piazza del medesimo
i magistrati ne fecero libero dono teatro. Nel i838 fu istituito il

all'ordine nel i433 o 14^7. I reli- monte di pietà, per la generosità


giosi la ridussero in miglior forma, del conte Gaspare Spontini di Ma-
e la rifabbricarono poi nel 1760. In- che per capitale di creazio-
jolati,

oltre i conventuali hanno fuori ne donò in perpetuo scudi roma-


della città altro convento sotto il ni 552o. Questo capitale per patto
titolo di s. Marco, luogo preso a espresso coll'istitutore lodato va ad
tempo di s. Francesco, con chie- essere raddoppiato dalla comune
sa grande a tre navate, tutta a di Jesi in tante rate che esborsa
volta bellissima, ove sull'alto del ogni anno a questo stabilimento, e
cappellone dell'altare maggiore vi di cui mentre scriviamo sei già ne
è un affresco di Giotto, rappresen- sono state pagate. L'antico era stato
tante Cristo nell'atto di essere al- eretto nel1470 dal pubblico, a per-
zato sulla croce. Altre chiese ri- suasione difr. Marco minore rifor-

marchevoli sono la collegiata di s. mato, pio religioso. Nel medesimo


Maria della Natività, e la chiesa anno 1 838 per le cure del vescovo
dei carmelitani, ov'è in grandissima cardinal Ostini venne fondata la so-
venerazione l' immagine della Beata cietà di agricoltura Jesina, che pub-
Vergine delle Grazie patrona della blicai suoi annali ed stam-
atti colle
città. L'ospedale è con molta de- pe del Cherubini il : porporato eb-
cenza diretto dai religiosi benfra- be per iscopo di aumentare i mez-
telli. suo teatro della Concordia,
Il zi in proporzione della popolazione,
incominciato nel 1790, interamen- onde toglierla dall'ozio ed occupa-
te di materiale, è fra i primi costruiti re la gioventù della classe agiata
nelle provi noie delle Marche con a miglioramento dell'agricoltura.
gusto moderno: ivi sono bellissimi Nel i845> dalla tipografia Fiori e
affreschi Gianni fiorentino, e
di Ruzzi ni si pubblicarono gli Statuti
queste pitture sono stimate come per la società di agricoltura lesi-
le opere più belle di lui. Ne fu ar- na, col decreto di approvazione
chitetto il jesino Francesco Cia- della sacra congregazione degli slu-
raffoni, e ne corresse i disegni il di de' 2t aprile dell'anno 1 838.
cav. Morelli: nel i8o3 fu pubbli- Dipoi nel i$44 ebbe luogo la be-
cato in Venezia un opuscolo inti- nefica istituzione della cassa di ri-
tolato : Dilucidazione de' fatti ', ri~ sparmio, il di cui regolamento e-
sposte ed alcune critiche intorno gualmente fu stampato. Si rimar-
al teatro di Jesi, ec. L' opera pe- ca ne' jesini una certa proprietà di
,

JES JES *63


linguaggio, che molto si attiene al creato a' 23 dicembre 1839. ^ ra
puro toscano, schivando gì' idioti- i vescovi e prelati nomineremo.
smi de'limitrofi paesi. L'ubertà del- Traiano Bertoni governatore di For-
la valle esina è straordinaria. I lì e vescovo d' Asti. Giulio degli
suoi formaggi erano sino dall'an- Amici governatore di Forlì. Nicolò
tichità assai lodati. Abbonda di Bonafede celebre vice-legato di Bo-
tv reali, di bestiame e di lino. logna, governatore di vari luoghi
In ogni tempo questa illustre cit- e due volte di Roma, e siccome
tà fu patria di molti soggetti insi- valoroso nelle armi tolse Fermo ad
gni per santità di vita, dignità eccle- Olfreduccio che se n'era impadro-
siastiehe e dottrina, di distinti guer- nito, indi governatore di Beneven-
rieri, e cavalieri di ordini equestri. to e vescovo di
Chiusi abbiamo :

Il Baldassini nella parte IH delle dal eh. conteMonaldo Leopardi


sue Notizie itteriche ce ne dà il Vita di Nicolo Bonafede vescovo
novero, oltre di aver Jesidato i di Chiusi, Pesaro i832. In que-
natali all'imperatore Federico II, sta vita però si dice che la fami-
per cui fu detta città regia.Ab- glia Bonafede fu sempre delle prin-
biamo da Gio. Battista Magnani le cipali in s. Giusto, terra grossa
Notizie isteriche della città di Jesi nella Marca di Ancona (ne parlia-
e de' suoi uomini illustri, che si mo all'articolo Macerata nella cui
leggono nella raccolta degli Opu- delegazione esiste); e siccome un
scoli del p. Calogerà, tom. XXX ramo della famiglia Bonafede an-
e XXXI. A far menzione
voler do a stabilirsi in Jesi, il Baldassi-
de' principali, incomincieremo dai ni ha voluto onorare la sua patria
cardinali. Pietro Matteo Peti-ucci facendone cittadino Nicolò. Angelo
fu creato cardinale da Innocenzo Colocci, fatto cavaliere da Andrea
XI nel 1686, onde la città innal- Paleologo, stimato dai dotti con-
zò la sua arma in marmo sopra temporanei: la sua casa in Roma
l'arco della porta, nel palazzo prio- nel rione Parione divenne il liceo
rale, con iscrizione. Pietro Girola- delle muse, onde vi fu posta l'iscri-
mo Guglielmi creato cardinale da zione Aedes Colotianae
: Altra .

Clemente XIII nel 1759. Bernar- agli orti Sallustiani la riempì di


dino Honorati fatto cardinale da statue che furono celebrate dagli
Pio VI nel 1777. Le loro notizie archeologi di Roma in un ad An-
si possono leggere nelle biografie gelo : fu segretario di Leone X e
riportate in questo Dizionario. So- di Clemente VII, tesoriere generale
no viventi due cardinali creati dal di Paolo III, e vescovo di Nocera. Al
Papa regnante Gregorio XVI. Pao- suo tempo fioriva in Jesi la lette-
lo Polidori lauretauo, nato in Jesi raria accademia dei Disposti, la
a' 1778, abbate com-
4 gennaio quale essendo stata poi restituita
mendatario ed ordinario di Subia- al suo splendore dal vescovo car-
co e prefetto della congregazione dinale Cibo nel 1657, assunse per
del concilio, creato a' 23 giugno insegna il di lui stemma. Tomma-
1 834 ; egli è inoltre protettore del- so Ghislieri, Angelo Ripanti , fu-
la città. Gaspare Bernardo Pianetti, rono vescovi della loro patria. Cre-
nato in Jesi a' 7 febbraio 1780, scentino Grizj fu sesto generale
vescovo di Viterbo e Toscanclla, de'minori dopo s. Fruneesco, e ve»
, ,

264 JES JES


scovo d'Asisi. Gio. Battista Hono- naparte monaco silvestri no. P. d.
rati avvocato della curia romana Clemente Mencarelli abbate camal-
e referendario delle due segnature. dolese, procuratore generale e tre
Annibale Grizj fu governatore di volte generale. D. Francesco Ton-
diversi luoghi e referendario. Ho- di abbate de' canonici regolari la-
norato Honorati primo vescovo di teranensi poi generale, grandemen-
s.Angelo in Vado e di Urbania ,
te stimato dal cardinale Sforza Pal-
due volte presidente al capitolo ge- lavicino, beneficò la chiesa della
nerale de' silvestrini , e visitatore congregazione dell'oratorio della cit-
della diocesi di Rimini. Pietro An- tà. D. Gio. Francesco Grizj poi
drea Ripanti gran filosofo, legista cappuccino. Fr. Tommaso Colocci
e teologo, vescovo d'Oppido. Giu- eremitano di s. Agostino, profondo
seppe Pianetti vescovo di Todi teologo. Fr. Camillo Toma del me-
dotto e giureconsulto, il quale la» desimo ordine, autore di molte o-
sciò alla sua famiglia una copiosa pere spirituali, di cui il Baldassi-
libreria. Giambattista Fossa vesco- ni ne fa l'elenco a pag. 202. P.
vo suffraganeo di Vellelri. Giusep- Marcello Baldassini preposito dei
pe Fossa votante di segnatura, e barnabiti. Fr. Antonio Francesco
ministro di Modena in Roma. Car- della famiglia Rocchi, famoso pre-
lo Pianetti,, fratello del precedente, dicatore cappuccino. P. Vincenzo
governatore di Loreto e vescovo di Castagnacci fondatore della congre-
Lariuo. Antonio Guglielmi arcive- gazione dell'oratorio di s. Filippo
scovo di Urbino. Ubaldo Baldassi- Neri in Jesi, ed istitutore del con-
ni vescovo di Bagnorea, indi della servatorio delle donne penitenti
patria. Pietro Paolo Tosi vescovo convertite dallo zelo del p. Zucchi
di Ferentino. Antonio Rapanti già gesuita, morto nel 1649. Fr. Con-
governatore di diverse città, non salvo Grizj domenicano, fatto da
che di Orvieto di questa fu nel
: Alessandro VII commissario del s.

1762 con secrato vescovo nella cap- oflizio di Roma. Fratello del pre-
pella pontifìcia da Clemente XIII. cedente fu d. Antonio Grizj di
Fra i religiosi illustri in santità santa vita, vicario generale dei ve-
diguità e virtù, faremo menzione scovi i cardinali Corrado e Cibo.
de' seguenti. Beato Gabrielli fran- P. Gio. Tommaso
Giromini ago-
cescano, ch'ebbe il dono de' mira- stiniano. Suor Maria Vittoria Bal-
coli in vita e dopo morte che fu dassini monaca di s. Chiara di Jesi,
a' 4 giugno ; si venera il suo cor- di santa vita. Diversi esini furono
po in Amandola. Fr. Bonaventura podestà e pretori d'illustri città.

francescano predicatore insigne e P. abbate d. Placido Conti gene-


benemerito prefetto delle missioni rale de* silvestrini. P, Pier Antonio
del suo ordine. Fr. Francesco dei definitore de' minori riformati, uno
minori osservanti della famiglia, de' fondatori del ritiro della rifor-
Ripanti, predicatore apostolico, vi- mata provincia della Marca, mor-
cario generale de' cappuccini ; di to santamente. Fiorirono nelle let-
lui si narrano cose prodigiose, morì tere. Girolamo Bisaccioni nella cor-
santamente e lasciò opere lodate. te delduca di Ferrara. Angelo
Fr. Francesco Maria Bonafede cap- Ghislieri , magistrato supremo di
puccino di santa vita. Beato Bo- parecchie città, e fatto conte pala-
JES JES a65
tino co* suoi discendenti. Pier Si- vernatole delle armi d'Urbino. Gio.
mone Ghislieri dottore nelle leggi Battista Sera Idi capitano si segna-
civili e canoniche, aneli 'egli magi- lò nelle guerre di Germania. Gio.
strato. Pietro Grizj storico patrio Battista Monconi quanto valoroso
ed autore d'altra opera sopra le capitano altrettanto prudente nel
imprese ed armi delle famiglie no- maneggio de' pubblici affari. Ric-
bili di Jesi. Maiolino Bisaccioni, il- ciardo Salvoni fu maestro di cam-
lustre in armi, in eccelse magistra- po di Pio V. Altri illustri mi-
s.

ture, ed in quelle opere registrate litari furono Tommaso Grizj, Fran-

dal Baldassini a pag. 189. Giovan- cesco Baldassini, Francesco Hono-


ni Giorgini poeta, autore del poe- rati, Nicolò Salvoni. Tra i cava-
ma: II mondo nuovo, stampato in lieri gerosolimitani ricorderemo fr.
Jesi nel i5g6j come pure stampò Massi nissa Grizj letterato ed isto-
la traduzione delle odi di Orazio riogiafo ; fr. Majolino Giorgini gran
Fiacco nel 15^5, libro rarissimo, croce ed ammiraglio della lingua
e già fino dal i58o era stato chia- d'Italia , e bali di s. Stefano ; e
mato dal pubblico consiglio ad oc- tra i cavalieri di s. Stefano, il cav.
cupare la cattedra di filosofia. Gio. Curtio Salvoni conte di Monber-
Battista Rocchi, compose quelle o- sellofeudo imperiale con mero e
pere notate dal Baldassini a p. 190. misto impero. 11 Marchesi nella sua
Girolamo Monconi, si distinse nella Galleria dell'onore, riporta il no-
dottrina legale e nelle magistratu- vero de' cavalieri di s. Stefano je-
re. Lodovico Colocci canonico del- sini. Antonio Camerata de' Mazzo-
la cattedrale, vicario apostolico d'In- leni conte di Mustioli fu fatto com-
nocenzo XI di s. Angelo in Vado mendatore dell'ordine di s. Miche-
ed Urbania, vicario generale dei le di Baviera. Inoltre Jesi possiede
vescovi di Jesi cardinal Petrucci e molte nobilissime ed antiche fa-
Fedeli, fece erigere una chiesa nella miglie che in ogni tempo dierono
Villa de' Santi sotto l'invocazione cospicui personaggi. Panfilio Cesi
di s. Gio. Evangelista, mori nel trattò della famiglia Ghislieri e di
1699. Tre Ugolini della casa Gior- centododici suoi uomini illustri; il

gini o Salvoni letterati ; il primo Gamurrini della famiglia Simonet-


accolito e scrittore di Bonifacio IX, ti ; il Lancellotti delle poesie di
il secondo dottore de' decreti di monsignor Angelo Colocci, con piti
Nicolò V, il terzo presidente delle notizie intorno alla persona di lui
ripe, morto nel i554- Si distinsero e famiglia, Jesi 1772; ed il Ton-
nelle armi. Roberto capitano con- dini della famiglia Grizj, nella pre-
tro i turchi. Desiderio Bisaccioni fazione delle Lettere degli uomini
mastro di campo dell' Umbria. Bi- illustri 3 1782. Vanno pure
Jesi
saccione Bisaccioni, capo della squa- rammentati Giambattista Pergolesi
dra delle galere pontifìcie. Flami- celebre maestro di musica e vio-
nio Franciolini colonnello alla di- lonista ; il parroco Rastelli che si
fesa di Giavarino. Franciolino dei distinse per opere letterarie ed ;i-
Franciolini valoroso capitano. Pier gronomiche tra i viventi il pro-
:

Simone Ghislieri colonnello all'im- fessore di Bologna. Valorani, noto


presa di Strigonia contro i turchi. in letteratura, e più ancora nella
Vincenzo Salvoni colonnello e go- scienza medica,
a 66 JES JES
Quanto alle antichità di Jesi, il le romano, edificandone le mura i

Calciassi ni le descrive coli' autorità romani. Siccome vuoisi che per


di una cronaca del 1 5 1 5 d'Ange- alcuno spazio di tempo Moierbe re
lo Bernardo, toccando ancora la d'Asia dominasse la città, la moneta
descrizione dell'antica città. Ivi si da lui fatta imprimere rappresenta
dice che la vecchia città de'galli Fetonte nel carro, e nel rovescio
chiamata Esi , da altri appellata l'effigie d'un Dio col motto Liber
y

Calli, si trovava nel piano più. vi- quali monete si trovarono verso
cina al fiume, prolungandosi verso Castagnole . quelle rinvenute
In
il mare. Aveva un colle ove sor- del re Esio impresso un leone,
è
geva nel mezzo ampio tempio sa- il quale pose per confine della
cro alla dea Bena madre degli Gallia Senona il fiume. Dice il

Dei, con archi di sesto acuto, ter- Grizio che detto re abbia dato per
me, bagni, idoli di bronzo. Nel istemma alla città un leone coro-
piano del colle vicino alla porta nalo e rampante in campo rosso,
ih per che dedicata alla dea di il quale forma ancora l'arme del
tal nome, eravi vasto bagno. In comune. Il Baldassini dopo aver
mezzo trovavasi un Marte fulmi- dichiarato altre antichità , narra
nante con due statue in atto ri- che sul memorato monte gli abi-
verente, le quali una fu traspor- tanti fabbricarono nel piano una
tata in Osimo, l'altra restò a Jesij fortezza di vaga struttura che chia-
quando si diroccarono alla venuta marono Ptoccabella e dominava
di s. Settimio con gran tumulto tutta la nuova città, nel sito cioè
de' gentili. Nel piano della valle che è tra il palazzo oggi residen-
1' ampia via conduceva all' arco za de' governatori, sino al princi-
trionfale eretto dai longobardi quan- pio della discesa verso levante, e
do devastarono 1* antica Esi, che tutto quel quartiere di case che
pur soggiacque alla distruzione dei sono dalla piazza di s. Luca sino
goti. Nel piano verso il fiume sor- alla prima strada verso settentrio-
geva il tempio di Giove, di per- ne. Altri dicono che nel suo ter-
fetta Verso la selva della
struttura. ritorio si trovò la statua di Au-
marina un altro tempio era dedi- gusto, e le teste di Claudio , di
cato a Cibele; verso il colle eravi Druso e di Tiberio, oltre ad altre
quello di Giunone con tre grandi cose inerenti alle città della Pentapo-
porte e portici, poi convertito al li, tra le quali alcuni compresero
tempo del Papa s. Marcello in Esi. In fine però delle notizie
chiesa, ove furono sepolti molti storiche riporteremo i risultati degli
martiri; e non molto distante un scavi fatti nel convento di s. Fran-
piccolo Pantheon vicino ad altro cesco. Si trovarono pure medaglie
arco trionfale. Presso il tempio di colle lettere Rex Aesis y e nel ro-
Giunone due grotte, ove a'7 ago- vescio un Giano o un Pane, non
sto le vestali celebravano le feste. che avanzi di antichi acquedotti.
Distrutta la bella ed antica città Il Colucci nel toni. XIII delle
d'Esi, il residuo degli abitanti si Antichità picene par. II, riporta
ritirò verso il monte come luogo alcune lapidi inedite ossia fram-
forte, in quel appunto in cui
sito menti di esse, scoperte verso il fi-

la rifabbricò Fulvio Fiacco conso- ne del secolo passato nelle fonda-


JES JES 267
monta del convento de'conventua- luogo somministrava dieci soldati
li; quella dell'imperatore Massi- armati. Questa giurisdizione fu poi
mino, quella di C. Giulio Vero ristretta a sedici luoghi fra terre
suo figlio, quella del nume Mitro e castelli. Quanto al governo po-
o Sole , quelle erette ad Apollo litico o municipale, il magistrato
da C. Oppio, quella posta a T. venne diviso in due ordini, cioè
Ce Limo, con altre lapidi esine. di tre gentiluomini nobili della
Padroneggiata Jesi da diversi città, che godevano il gonfalonie-
signorelli, ne scosse il giogo , ed rato venti giorni per cadauno, ed
a pubblico segno nel palazzo del- erano chiamati gonfalonieri della
la signoria, oggi residenza de' go- città. secondo era di tre priori
Il

vernatoli, pose un marmo con delti del contado. Tale magistrato


scoltura rappresentante un padi- si estraeva ogni bimestre dal bus-
gl'ione detto gonfalone, simbolo di solo. I membri di esso nell'estate
libertà ; con le chiavi segno di vestivano rubboni di damasco, nel-
podeslà, ed in mezzo il regio leone l'inverno di velluto a pelo nero,
coronato, in significato di essere la Altri magistrati o oftiziali erano, il

cittàraccomandata sotto la protezio- deputato alla tratta de' grani che


ne della Chiesa romana, col molto: custodiva il sigillo del pubblico,
Liberta.? ecclesiastica ; e sopra col suo notaro ; il sindaco pei ne-
l'arco della porta o porticella nella gozi di chi avea pretensioni con-
strada maggiore, verso la residen- tro il pubblico; due revisori dei
za de' consoli, venne posta l'i seri- forni ; due deputati a regolare i

zione Respublica Aesìna. La sua


: prezzi de'grani ; due grascieri per
antica libertà ed autorità consiste- regolar quelli de'commestibili ; due
va nel condannare all'estremo deputati alle strade, ponti e fonti ;

supplizio., nell'accettare sotto il suo i consoli giudici, con notaro; un


dominio quelle città e terre che depositario del sacro monte di pie-
sponlaneamente volevansi assogget- tà, ed altri offiziali revisori ; trenta
tare a Jesi, e nel donare terreni e consiglieri di credenza, cioè quin-
Oltre il contado erano an-
castelli. dici della città e quindici del coli-
ticamente soggetti alla città, la si- tado, per gli affari comuni alla cit-
gnoria di Monte Marciano, Monte tà e contacio; giudice in prima e
Nuovo, s. Vito, Albarello, l'abbazia seconda istanza residente nel pa-
di Chiaravalle in Castagnola, la lazzo pubblico, ed altri offiziali e
rocca del fiume Esino, Montalbod- ministri, con tre trombetti. Aveva
do, Corinaldo, s. Quirico, la Bar- la città quattro compagnie di sol-
bara, Staffalo, Monte Fano, le con- dati, una delle quali era chiamata
tee di Vaccarile e di Ketorsio che ai delle corazze. Lo statuto fu parti-
tempi del Baldassini ancora ogni colarmeute confermato da Giulio
anno giuravano fedeltà, s. Urbano, III e Sisto V esso ebbe origine
:

Boccaleone, Sloraco, Castraceione nel pontificato di Nicolò V nel


ed altri luoghi, i (piali non solo 14^0: dipoi nel i5Go Pio IV lo
giuravano fedeltà, ma in sc;;no di confermò pure colla bolla Dilccti
soggezione nel giorno di s. Floria- fili salufetn, n 10 febbraio, e fu
no portavano il pallio, e ad ogni stampato in Macerata da Luca Bi-
bisogno della repubblica ciascun ni nel i56i. Quanto al governo
268 JES JES
municipale, al presente si regge co- scampati dalla città Plenina Pia-
me quello di tutte comunità deh
le mo allorché venne atterrata, che
Jo stato pontifìcio, essendo primo 6i rifugiarono in queste colline.
magistrato il Gonfaloniere (Fedi) Ma il Baldassini dice che il castel-
Nel i585 incominciarono i prelati lo fu nominato Bellino, perchè es-
governatori della città, la cui se- sendo ivi fuggiti gli esin.i dagli un-
rie il Baldassini la riporta a p. 209. ni, goti e vandali, alcune squadre
Monsignor Giuseppe Baviera pa- gì' inseguirono; e per il vantaggio
trizio di Senigallia fu fatto gover- del sito, restarono dagli esini su-
natore nel 1703; egli restaurò l'ac- perate e vinte. Il paese è di po-
cademia de' Disposti da lungo tem- chi e buoni fabbricati, chiusi da
po illanguidita di questa accade- : mura con borgo : giace unsopra
mia ne fu pure restauratore il cav. colle molto alto, da dove domina
Tommaso Baldassini dichiarato per- la strada Clementina, sulla riva
ciò dittatore perpetuo. Diversi di del fiume. Sulla strada Clementi-
questi governatori dopo onorevo- na, così detta dal suo autore Cle-
le carriera furono esaltati al car- mente XII, le popolazioni dei co-
dinalato. Ne fu ultimo sino al muni di Castel Bellino, Maiolati,
1808 monsignor Fabrizio Turiozzi Massaccio e Monte Roberto, in vi-
poi cardinale. In taleanno il go- cinanza della chiesa parrocchiale
verno imperiale francese unì Jesi di s. Maria delle Moglie, a' 18
al dipartimento del Me tauro., nel settembre 1841, per celebrare il
181 1 divenne vice-prefettura, e nel passaggio di Gregorio XVI che da
181 5 ritornò al dominio della san- Jesi portavasi a Fabriano, eresse-
ta venendo compresa nella
Sede, ro un grandioso arco, nel cui fron-
delegazione apostolica d' Ancona, tone si leggeva analoga iscrizione.
col grado di distretto e residenza Ivi trovaronsi le rispettive magi-
del governatore secolare della città strature e le popolazioni in atti-

e del distretto che compone di


si tudine ossequiosa. 11 santo Padre
Castel Bellino, Maiolati, Massac- scese dalla carrozza, e per consolar-
rio, Monte Roberto, Mosciano, s. li montò precedentemen-
sul trono
Ma ree Ilo , s. Paolo e Staffalo. In te preparato, compartì a tutti con
questo distretto si comprendono effusione paterna l'apostolica bene-
pure i governi di Arcevia, Cori- dizione, e benignamente s'intratten-
naldo, Montalboddo e Monte Ca- ne colle magistrature medesime e
rotto. Delle comuni soggette al go- col clero delle dette popolazioni.
verno distrettuale di Jesi, e dei Maiolati. Comune del governo
suoi quattro governi, daremo un e diocesi di Jesi. 11 Compagnoni
Lievissimo cenno , incominciando nella sua Reggia Picena lo chia-
da quello delle comuni del gover- ma Maiolato o Migliorato o Meglio-
no di Jesi. rata ; ed il Baldassini dice che
Castel Bellino. Comune del go- Maiolati fu chiamato Meliorata, per-
verno e diocesi di Jesi, Il Grizj chè essendo prima fabbricato in
dice suo vero nome è Gi-
che il sito più basso, migliorò nell'aria
rellino, dalla fazione che lo edificò quando fu rifabbricato sul mónte. E
o signoreggiò. Si vuole per altro un paese di buoni fabbricali ed ,

formato da una parte dei popoli ha in gran venerazione la Beata


JES JES 2(5()

Vergine della Cancellata, posta nel saccio di Jesi, in perpetuo, pagan-


suo territorio, e dipinta da Paolo do per ognuna l'annua metà di
Pittori. Si vanta di aver dato i natali dozzina 8.
; un canone perpetuo
a Gaspare Luigi Pacifico Spontini, pel mantenimento e conservazione
celebre maestro di musica, primo dell'organo della chiesa parrocchia-
compositore drammatico e primo le; 9. un canone di cento e più.
maestro di cappella delle corti im- messe annue in perpetuo, da cele-
periali e reali di Francia e di Prus- brarsi in diverse chiese; 10. isti-

sia, nobile patrizio di Jesi e di tuzione d'una scuola de' padri della
Monte s. Vito, cavaliere di cinque dottrina cristiana per l'educazione
ordini equestri e commendatore di de'giovanetti; 11. istituzione di
quello di s. Luigi d'Assia. Il re- alcune doti in caso di matrimonio.
gnante Papa Gregorio XVI non Tutte queste disposizioni per Ma-
solo lo ha decorato della croce di iolati ebbero luogo a' 4 febbraio
cavaliere dì s. Gregorio Magno, 1843 con atto di donazione fatto
ma con breve de'24 maggio 84^ 1 alla comune. Il cardinal Pietro
approvò la donazione da lui fatta Ostini, già benemerito vescovo di
di tutti i suoi beni a favore di Jesi, avendo concorso a tali istitu-
più benefìci istituti da stabilirsi in zioni, è protettore della pia istitu-
Maiolali sua patria : con altro zione di beneficenza Sponlini in
breve lo stesso Pontefice ha eretto Maiolati.
in contea tutti i beni dal medesi- Massaccio. Comune del governo
mo Spontini posseduti in detto e diocesi di Jesi. Chiamavasi Mas-
territorio, denominandola di s. An- saura prima che fosse distrut-
drea e conferendogli cosi il titolo ta dai soldati di Siila, i quali
di conte di s. Andrea. Le sue circa i5o anni avanti la nostra era
istituzioni di beneficenza sono : rovinarono molti luoghi d' Italia,
1. In Cellino, un fondò con annua ciò che poi fecero ancora unni,
gli

rendita di 2000 talleri pei musici goti e vandali. Fu prima, secondo


poveri, bisognosi ed infermi . 2. molti, una città, ed allora chiamavasi
In Jesi, la restaurazione del monte Capra Montana degli antichi piceni,
di pietà. 3. In Maiolati, nel 1841 per cui godè di essere colonia e forse
scuola delle maestre pie in perpe- ancora municipio romano. Sulla
tuo per l'educazione delle fanciulle; tanto contrastata Copra Monta-
4. nel i843 sacro monte di pietà na scrissero molto Stefano Bor-
Spontini filiale a quello istituito in gia, e Mauro Giuseppe Co-
Sarti,
Jesi ; 5. ospizio di carità Spontini lucci, Giusto Fontanini, Francesco
pei poveri vecchi, cronici ed invalidi Mancia, Francesco Menicacci, Gi-
de'due sessi durante la loro vita, con rolamo Paretti, Carlo Ronconi, con
fondi stabiliti in perpetuo ; 6. e- quelle opere riportate dal Ran-
ducazione fino al sacerdozio nel ghiasci nella Ribliogr. storica dello
seminario di Jesi per due giovani stato pontificio. Dice il Baldassi-
chierici, in perpetuo, pagando ad ni, che anticamente Massaccio po-
ambedue la metà della dozzina teva dirsi l'antemurale di Jesi,
annua ; 7. educazione per due zi- poiché essendo situata verso mez-
telle che si dedicano a vita reli- zogiorno e prossima alla montagna,
giosa nei monasteri di Jesi o Mas- il comune Esino per la propria si-
.

270 JES JES


rarezza vi nvea edificato una for- condo il Sarti, fu eretta sino dal
tezza, ed a proprie spese vi stipen- tempo degli antichi cupresi: la re-
diava un cittadino per castellano, staurazione o erezione del ii3cj è
un capitano , officiali e milizia certa, come la riedificazione del-
11 castello espugnato nel 1 353
fu l' anno 1755. Vi fiorirono Do-
da fr. Monreale cav. gerosolimita- menico Benigni cameriere secreto
no, comandante una compagnia di d' Innocenzo X, Pietro Pittori per
venturieri francesi e tedeschi, pro- non dire di altri, ed il b. Gio-
vocato da OrdelafFo da Forlì. Nel vanni eremita del terzo ordine. Il

1 4 6 Braccio da Fortebraccio, che


1 nominato Menicucci ci ha dato un
l'avea occupata, la restituì. Nel Dizionario storico de'cuprensi mon-
1426 con Maiolati Massaccio fu tani antichi e recenti degni di me-
infestato dagli eretici fraticelli ; e moria, presso il Colucci Anùch.
nel i443 fu presidiato da Fran- picene t. IX. 11 Menicucci parla
cesco Sforza. 11 paese ha diversi pure delle accademie de' Germo-
belli fabbricati e la collegiata di s. glianti, degli Inariditi, e de' Filar-
Leonardo confessore, e protettore monici, fiorite in Massaccio, come
del luogo. Al tempo del Baldassi- dell' accademia Leonìana istituita
ni eranvi gli eremiti camaldolesi ; nel monastero de' camaldolesi dal
i francescani zoccolanti, nella cui p. ab. Sebastiano de' conti Leoni
chiesa è corpo del beato Gia-
il nel 1725.
como da Fabriano; il monastero Monte Roberto. Comune del go-
ed abbazia de' monaci camaldolesi, verno e diocesi di Jesi. Ebbe ori-
di cui fu fondatore l'abbate To- gine dalle rovine della città di
relli del Massaccio ; e le monache Plenina o Planio, e nel territorio
di s. Caterina sotto la regola di trovansi sostruzioni e grosse mura,
s. Chiara. L'eremo de' camaldolesi acquedotti, fogne, musaici, medaglie,
delle Grotte del Massaccio fu fon- idoletti Viene il territorio
e lapidi.
dato dal ven. p. Paolo Giustinia- formato dal con paese ben
colle,
ni nel i479- ^ a c uesto eremo l
fabbricato e cinto di mura.
vuoisi derivata la primaria origi- Mosciano. Comune del governo
ne dell'ordine de'cappuccini. L'ere- e diocesi di Jesi. Paese di vaga
mo tuttora esiste e fiorisce; era costruzione, e recinti di mura, nome
dedicato a s. Romualdo, e poi lo che prese da Mons sanus o Ma-
fu a s. Giuseppe.
Del monastero siami», da un antico bosco del din-
di s. Maria di Serra posto nel ter- torno, dedicato alle muse, secondo
ritorio di Massaccio, abbiamo da i racconti favolosi. Mosciano dalia
Francesco Menicucci Dissertazio- : signoria di Trasmondo Malatesta
ne sull'origine ed antichità del mo- passò a quella di Jesi, ciò che
nastero di s. Maria in Serra; nel- approvò il Papa Pio II. Nel i4^i
le Memorie del b. Angelo del Mas- fu occupato dagli anconetani per
saccio, Macerata 1787. Olire le non essersi difesi gli abitanti. Il

memorie del monastero, che prin- magistrato di Jesi mandò Lodovi-


cipiano dal 1180, nella dissertazio- co Malvezzi con due mila fanti
ne sono riportale le cose principa- per riprenderlo, onde i muscianesi
li riguardanti la storia del Massac- domandarono ed ottennero il per-
cio. La chiesa di s. Eleuterio, se- dono; però furono multati di quat-

JES JES 271


Irocento fiorini d'oro, obbligandosi e mura. Nella chiesa del Rosario
i principali del castello a stabilirsi nel i5a5 dipinse Andrea da Jesi.

in Jesi, e ciò avvenne nel i4^4 Gli abitanti celebrarono nel 1841
sotto Pio 11. Nel i47' per diver- il passaggio di Gregorio XVI con
se prodigiose apparizioni della Bea- un arco trionfale e con altre liete

ta Vergine Maria, in sno onore dimostrazioni.


fu edificala la cbiesa nella con- S. Paolo. Comune del governo
trada dell' Olmo , che il vescovo e diocesi di Jesi. E situato in colle
Tommaso Ghislieri coosecrò nel con circa novecento abitanti; già
1488. fu soggetto al comune di Jesi, per
S. Marcello. Comune del go- averlo ampliato nel 1 49 »

verno e diocesi di Jesi. Viene an- Staffalo. Comune del governo


cor detto Sanmarcello, e si pre- di Jesi, diocesi d'Osi mo. Staphyluiu
tende che avesse origine dai pela- sorge non lunge dagli A pennini,
sgi , ma i replicati incendi dis- in saluberrimo clima, con limpide
persero le memorie, solo sapen- acque perenni, offrendo nella sot-
dosi di eerto che nel 1059 era toposta campagna sino al mare
fabbricato. Nel 11 77 l'imperatore un magico punto di vista. Il ter-
Federico I lo levò dalla guirisdi- ritorio è in colle con buoni ed
zione di Ancona, e lo pose sotto estesi fabbricati cinti di mura. E-
Senigallia, cl>e nel 1 2 1 3 lo donò siste \n\ antichissima fabbrica di
a Jesi. Altri dicono , che questo posate di ferro. Ha una specie di
paese ebbe principio solo in tempo chiesa collegiata , sotto il titolo di
di Azzo V
d' Este governatore di s. Egidio abbate, avendo il parro-
Jesi ed altre città, governo che co e sei cappellani pel servizio
durò sino al J244- I" un istro- corale. Evvi pure un convento
mento de'6 agosto 1234, si trova de'minori riformati, un monastero
a rogito di Bernabeo jesino, che di suore convittrici, che esercitano
cento ventisei famiglie di Jesi ven- l'ufficio di maestre pie. Vi sono inol-

nero a popolare Sanmarcello, per tre il monte di pietà, l'opera pia di


cui il sindaco di Jesi Pecenico quattro alunni, che gratuita mente
Ermero li ammise alla cittadinan- si educano nel seminario d'Osimo,
za jesina. Nel 1372 il paese fu e l'ospedale per gl'infermi. Il suo
distrutto e poi rifabbricato dai Je- archivio comunale non rimonta
si ni, ai quali nel 1 479 nl sos peso oltre il 1400, avendo anteriormen-
ed interdetto il fabbricarvi , se un incendio dai guasconi.
te sofferto
prima non si fosse cinta di mura. L'industria ed il commercio vi è
Nel 1461 Sigismondo Malatesta vivo per molte officine, onde go-
restituì a Jesi s. Marcello ; e nel de quattro fiere annuali; l'ultima
i53o il pubblico di Jesi lo difese essendo a' 4 ottobre presso la sub-
dalle armi imperiali. A' 20 mag- urbana chiesa di san Francesco,
gio 1^79 Gregorio XI 11 concesse ove ad una vicina fonte si attin-
a questa terra che si governasse ge l'acqua per divozione verso il

da trentasei uomini, rimpiazzando santo, perchè si vuole che perso-


quelli che mancassero successiva- nalmente vi operasse prodigi. Era
mente. Il territorio giace in piano obbligato portare il pallio a Jesi,
e in colle, con fabbricati mediocri e a richiesta di questo far pare e
.

272 JES JES


guerra. Nel 1293 fu escluso dal cesi di Senigallia, il cui vescovo vi
commercio cogli anconitani. Nel ha un palazzo, ove talvolta suol pas-
i353 fu ricostruito, essendo stato sarvi una parte della stagione estiva;
distrutto nelle guerre ; indi entrò ma il rimanente del territorio è
in con Giovanni Visconti,
lega soggetto alle giurisdizioni dell'arci-
con Massaccio e con Maiolati net : vescovo di Camerino, e dei vesco-
i354 fu sorpreso da fr. Monreale vi di Nocera e di Fossombrone.
colla sua compagnia di venturieri; L'altra parrocchia di s. Gio. Batti-
ma nel cardinal
Albornoz legato sta dipende dalla vicina abbazia di
ebbe un possente ristoratore. Nel s. Angelo del Monte Camelliano.
i443 fu presidiato da Guglielmo Oltre i francescani e gli agosti-
di Baviera per Francesco Sforza. niani, vihanno una casa monasti-
Di Staffolo sono alcune notizie del p. ca i silvestrini dove i bb. Simone
Civalli e del convento de' conven- e Benvenuto loro correligiosi piamen-
tuali , nelle Antichità picene del te vissero. Vi sono pure monasteri di
Col ucci , t. XXV, p. 120. monache. Nella piazza è il palazzo
Arcevia. Governo del distretto di governativo di grave apparenza, e
Jesi, diocesi di Senigallia, città. È regolarità di disegno. In una delle
costruita regolarmente nel dorso di tre fiere ricorre la festa del santo
un monte prossimo alla catena de- tutelare, nella quale si fanno diversi
gli A pennini, e presenta la figura popolari spettacoli. Fertile n' è il

di una nave rovesciata, che abbia territorio,massime le pianure ba-


alla poppa l'antico Cassero, oggi ri- gnate dal Misa e dal Cesano. Un
dotto a convento de'cappuccini , ed tempo ebbe delle acque minerali
alla prora il Belvedere, d'onde con- Pio VI col breve Decet Romanum
templa la ridente spiaggia dell'Adria- Pontificem, de' 28 marzo 1794»
tico, gran parte del Piceno, ed il presso il Bull. Roni. Continuatìo
santuario di Loreto. Prima ebbe il t. IX, 362, ne riformò gli statuti.
p.
nome di Rocca Contrada, Arx Con- Questa città ha pure il suo borgo :

traria, la cui origine deve alla gran- Pio VII a'3o settembre 18 17 gli
de via rettilinea onde venne formato rinnovò il titolo di città, che gode-
il paese, e dal munito propugnacolo. va da tempi antichissimi.
Il vivo sasso ove sorge rende diffi- I profughi dalle rovine di Ostra s

cile l'accesso a chi volesse assalirla; Sua sa, Sena e forse meglio Tufico,
dai lati opposti si formano i due che taluni pongono nel villaggio di
torrenti di Sassocupo e Vallenga. s. Vito, edificarono Arcevia in se-
La principal chiesa intitolata a s. guito della distruzione operata da
Medardo vescovo di Noyon e Tour- Alarico re de'goti. Alcuni scrissero
nay, siccome possedeva il capitolo che ripete il suo principio dai gal-
sino dai tempi di Urbano VI, nel li senoni, ma Polibio ciò confu-
i585 Sisto V la dichiarò collegia- ta . Dopo tre secoli d' infanzia i

ta: essa venne maestosamente rin- franchi condotti Carlo Magno da


novata sotto Urbano Vili, essendo ampliarono il paese, tenendovi lun-
stata gittata solennemente la prima gamente la stanza, di che si raccol-
pietra nel i634, venerandosi nel- gono molti indizi ne'dintorni, e ad
la confessione sotterranea un dito del essi si attribuisce l' elezione di s.

santo patrono. È soggetta alla dio- Medardo in patrono. Crebbe altre-


JES JES 273
sì nell'invasione de' saraceni , che Palazzo, Piticchio e s. Pietro , ì

tanto nocque ad Ancona e Senigal- quali hanno però un metodo par-


lia, essendo accorse in folla le gen- ticolare di amministrazione, consen-
ti su questa sicura vetta per cercar- tito dalla congregazione economica
vi salvezza; e luogo pure di rifu- li 14 settembre 1801, e ne'succes-
gio proseguì ad essere nelle vicen- sivi mutamenti confermato. Nell'e-

de politiche de' bassi tempi, e nel- steso suo territorio e circondario fu


la traslazione della residenza pon- Nocera Favoniense o più
la città di
tifìcia in Avignone, laonde dovette verosimilmente di Alba Picena, che
il magistrato per prudenziali riguar- nel 1225 ridotta a castello nomi-
di porre un freno a tali emigrazio- nato Cavalalbo fu dedicato ad Ar-
ni; quindi ebbe la città dall'univer- cevia. Vi fu pure la città di Pilulo y
sale l'onorevole titolo di chiave della già repubblica e municipio: il Co-
provincia Marchiana. Nel i35i si lucci tratta di Pitulum nelle sue
collegò con Giovanni arcivescovo di Antichità picene t. I, p. 1, e tonn
Milano. Nel i3g4 Bonifacio IX vi XI, p. 117. In ArceVia per opera
spedì a castellano il proprio nipote di monsignor de Rossi vescovo di
Marino Tomacelli. Quando gli Sfor- Senigallia fu eretta una colonia di
il loro dominio alle
zeschi estesero Arcadia, la quale dal vicino fiume
Marche, munirono così bene questo Misa fu chiamata Misena. Fiorirono
propugnacolo, che lo stesso Rober- molti uomini illustri, tanto in ar-
to di Sanseverino nipote di Atten- mi quanto in lettere, che si leggo-
dolo vi fu proposto alla difesa, ed no in Francesco Àbbondanzieri Le :

invano il Piccinino, Federico Feltrio scienze ed arti nobili ravvivate in


ed Antonio Oddo già investito del Arcevia, Jesi 1752 per Gaetano Ca-
titolo ducale, la strinsero colle ar- prari. Tra gli uomini illustri di
mi loro nel i443> ma abbandona- Arcevia, nelle armi si acquistò molto
ta l'impresa, si ritirarono in Fano nome Camillo Mannelli, il quale fu
a più opportune fazioni. Così Rocca capitano nelle guerre di Fiandra
Contrada nel i44^ restò libera al sotto Alessandro Farnese; molto si
dominio della Chiesa romana . I segnalò nella conquista di Mastri-
Pontefici successivamente le confe- cht, sulle cui mura fu il primo a
rirono estesissimi privilegi in pre- piantare la bandiera cattolioa, per
mio della sua fedeltà alla santa Sede, ilche pubblicamente fu decorato
dimostrata in diverse circostanze, da quel principe di una collana
per cui godè sempre d'un tempe- d'oro, e del comando di un corpo
rato reggimento, e la facoltà anco- di valloni, come riferisce il p. Fa-
ra nel suo magistrato di pronun- miano Strada nella storia di quelle
ziare e di fare eseguire sentenze ca- guerre. Dopo molte gloriose impre-
pitali. Nei tèmpi moderni l'unifor- se morì in Namur nel i588. In
mità dell'amministrazione vi si e- lettere fiorì principalmente monsi-
stese^ edopo essere stata capo di gnor Angelo Rocca sacrista aposto-
un cantone del dipartimento italico lico, vescovo Tagastense, che fu i-

del Metauro, mantenne la sede del stitutore della celebre biblioteca An-
governo. A questo sono appodiati i gelica in Roma, ed autore di dotte
villaggi di Avacelli, Castiglione } Cau- opere. Monsignor Giosafat Battistelli,
dino, Loretello, Montale, Nidastore, prima vescovo di Ripatransone, poi
VOL. xxxvi. 18
,
. ,

274 JES JES


di Foligno, ove mori uni versai Dien- Chiudono le mura il suo recinto
te compianto nel 17 35; fu uomo di e la principal chiesa intitolata al
profondo sapere e di rara pietà e principe degli apostoli s. Pietro è
candore di vita. Presso gli eredi collegiata. Sonovi i conventi e le
Mannelli esistono molti di lui ma- chiese de'francescani ed agostinia-
noscritti e particolarmente libri spi- ni. Ha due belle e regolari piazze,
rituali, esercizi per monache, ed o- vasto palazzo comunale eretto dai
melie. 11 suo sinodo diocesano gode Malatesta, ed una grandiosa fonte.
a buon diritto della maggior celebri- Nel territorio si trovano lapidi, me-

tà. E per non dire di altri, nomine- daglie ed idoletti appartenenti al-
remo il sacerdote Francesco Cesari l'antica città dìSuasa o Suessa dei
versatissimo nelle lingue latina, gre- senoni: taluno credette ancora che qui
ca ed ebraica, il quale ad una e- fosse Tufìco. Suessa., città dell'Um-
rudizione la più estesa accoppiava la bria Senonia, occupava ambe le ri-
più austera morale e la maggiore ve del Suasano, oggi Cesano, che le
illibatezza di animo. Lo ebbero in scorreva nel mezzo. Se ne scorgono
molta stima il Volpi, il Facciolati tuttora i ruderi, ed attestano la sua
ed il Muratori, coi quali aveva u- rinomanza le molte iscrizioni disot-
ua continua corrispondenza episto- tenate, come colonia e municipio
lare. Molti di loi scritti esistono pres- romano. L'imperatore Adriano vi
so gli eredi, dappoiché egli per una ebbe un grandioso arco trionfale, con
rara modestia non volle mai pub- iscrizione dedicatoria. Alarico re dei
blicare. Si conserva di lui nell'ar- goti nella sua fatale irruzione del-
chivio di quella concattedrale una l'anno 4 IO > 'a P ose interamente a
copia autentica di una iscrizione fiamme ed a fuoco Gli abitanti
.

che il capitolo fece riporre entro scampati dall'eccidio, qua e là sban-


un tubo che con-
di latta uella cassa dati, si raccolsero dopo un anno e
serva il suo corpo, unitamente ad prescelsero questa altura per fabbri-
una testimonianza del parroco, dalle carvi tuguri e capanne, e siccome
quali si ha il racconto delle sue più diceansi l'un l'altro, curve in alluni,
chiare virtù: la biblioteca degli uo- vuoisi data l'origine dell'odierno no-
mini illusili del Piceno fa di esso me di Coriualdo. Nelle vicinanze
onorata menzione. Di Rocca Contra- sonovi gli avanzi de' vecchi templi
da o sia A ree via scrissero il p. Ci- : di Venere e di Bona, il secondo
valli nella Visita triennale, presso convertito nella chiesa di s. Maria
il Colucci, Antichità picene t. XXV, del Mercato. Il reTcoclorico nel 5io
p. 1 1 2 ; il Blavio, Thealnun civila- fece padrone di Coriualdo Scriba
tum ; ed il Jodocus, Nova et accu- principe goto. Indi i barbari di va-
rata Italicae descriptio. Diverse no- rie nazioni, ed i capitani de' gre-
tizie artistiche si leggono nel march. ci imperatori n'ebbero alternativa-
Ricci : Memorie storiche. mente il possesso, finche nel ponti-
CoRiNALDO. Governo del distretto ficato di Adriano I col favore dei
di Jesi, diocesi di Senigallia, città. franchi fu ricuperata al dominio del-
Corinaltum è situata in salubre ed la Chiesa , cui si mantenne divota.
ameno colle, circondata da campi Nel 1244 i jesini l'assalirono con
floridissimi, fra il Misa ed il Ce- cinquecento ausiliari tedeschi del lo-
sano nel Senone antico territorio ro concittadino Federico II, e la
JES JES 275
trassolo al loro partilo, essendo pe- sotto dominio pontificio. Nel pon-
il

rò incorsa nelle censure fulminate tificato di Eugenio IV Corinaldo


dal Papa Innocenzo IV. Allora per- soffri le bande armate di Sante Ga-

dette molli de'suoi privilegi, che non relli, contro le quali mostrò sommo

potò ricuperare quando fu assolta, valore , finche i marchiani disper-


restando soggetta a Jesi, dalla quale sero quel venturiere. Ebbero allora
però poco dopo fu affrancata. Nel un presidio del Papa, ma al com-
i 3 1 6 fece lega con Mar-
altri della parire di Francesco Sforza rinnova-
ca, contro il rettore. Nel 1327 il ronsi i guai. Da principio non die
Boscareti, fattosi tiranno di Jesi, e- ascolto alle sue suggestioni, indi per
stese la sua usurpazione anche su l'uni versai defezione delle Marche
Corinaldo sua patria, all'ombra di fu costretto inviargli ambasciatori a
Lodovico il Da varo. Ne Io discacciò Fermo. Egli nel i44^ vl spedì An-
il cardinal Egidio Albornoz legato tonello Accattabriga da Castelfranco
d'Innocenzo VI ; ma Boscareti col- dell'Emilia, suo capitano, il quale
legatosi coi Visconti avvolse di nuo- accrebbe le fortificazioni del luogo,
vo la patria nella ribellione, e fu edificandovi una munita rocca a
causa di sua estrema rovina. Dap- poca distanza dall'abitato, ed avuto
poiché Galeotto Malatesta generale in dono il paese dallo Sforza, ne
della Chiesa nel 1 355 innondò tal- divenne ferocissimo tiranno. Disar-
mente di armati Corinaldo, che mò tutti con vani pretesti^ pose a
trepidanti i cittadini con istento po- morte i ricchi ed i virtuosi, altri
terono salvar la vita, a condizione spogliò delle sostanze, e le oneste
di uscire nudi, tranne la camicia, donne sottopose a nefandi tratta-
entro un'ora dalla città, ed entro menti. Movendo il Piccinino a
sette dal territorio. Indi la città fu danno di Sforza , la tirannia di
data alle fiamme, e solo nel 367 i Antonello fu alquanto temperata
Urbano V
ne permise la riedifica- dalla presenza della duchessa Bian-
zione colle antiche franchigie. I Ma- ca Maria, la quale mentre il ma-
latesta dominarono ben presto colla rito opponeva resistenza al Pic-
forza delle armi il nuovo paese, ed cinino, scelse Corinaldo come luogo
invano Bracceschi padroni di Mon-
i forte per sua dimora. Discacciati gli

ta Iboddo si adoperarono per con- Sforzeschi dallo stato della Chiesa,


quistarlo, facendogli fronte gli abi- nel 1 447 S1 0|, dì m Corinaldo
tanti sino all'arrivo de'soccorsi che una congiura per liberarsi dal ti-

spedì da Brescia Pandolfo Malate- ranno, capi della quale furono un


sta, il quale poi personalmente si Tesei ed un Borri, che alla testa
recò a ringraziare ed a profondere de' popolani s'impadronirono della
favori sopra i suoi vassalli. Quan- fortezza , e ricuperarono co' propri
do a Mai tino V i Malatesta resero sfolli la libertà, salvandosi Antonel-
i conquisti fatti, per la liberazione lo con rapida fuga. Dopo mature
di Corinaldo vi furono grandi con- deliberazioni rinnovò Corinaldo la
tese, perchè essi dichiararono esse- volontaria dedizione alla santa Sede^
re stala fabbricata a spese degli avi per mezzo di alcuni capitoli appro-
loro; ma i corinaldesi inviata una vati da Nicolò V, e riconosciuti poi
deputazione a Sigismondo Malatesta, da Giulio III, col rimoverne il car-
li emanciparono con l'oro, ritornando dinal Giulio della Rovere nominalo
276 JES JES
in onta di essi governatore perpetuo, ca Contrada, forse per cessione dei
e dalla duchessa di Urbino Livia signori proprietari, onde passò ad
della Rovere a quel governo di trien- essa il diritto di eleggere il gius-
nio in trennio preposta. La rocca dicente, ed il castellano del forte.
di Accattabriga fu dal popolo demo- Nel 17.56 si fece tributario di Jesi,
lita per timore che non si suscitas- cui nel si mantenne di voto
1461
sero nuovi tiranni, e da ciò nacque quando fu attaccato da Sigismon-
nel paese un ingrandimento mag- do Malatesta, al quale oppose viva
giore.Nel 1 5 1 7 soffri stretto assedio resistenza, benché l'inimico facesse
da Francesco Maria della Rovere battere la terra dalla banda della
duca di Urbino, ed avendo Corinal- torre con due pezzi di artiglieria.
do obbligato il nemico ad abban- Ma raddoppiando Sigismondo gli sfor-
donare l'impresa, ne riportò da Leo- zi per soggiogarlo , il comune im-
ne X
somma lode; anzi si narra che plorò il soccorso di Jesi, sottomet-
quel Papa la dichiarasse sede ve- tendosi alla sua piena giurisdizio-
che poi non si effettuò.
scovile, ciò ne, per cui soleva poi portare nel
Divenne soggetto a Jesi, ed ogni an- giorno di s. Floriano il pallio, oltre
no mandava a questo comune nel- l'obbligo di prestare aiuto a' jesini
la festa di s. Floriano, un pallio del ne' bisogni.Sino dal i436 il luogo
valore di venticinque libbre, e ven- incominciò a dipendere dai mona-
ticinque uomini a giurare sommes- ci benedettini di s. Giustina di Pa-
sione. Pio VI a'2o giugno 1786 dova. Nel i45i Nicolò V soppres-
ripristinò l'antico grado di città. se gli abbati regolari del monastero
Soggiacciono al governo di Corinaldo di Sitria, ed eresse l' abbazia in
le comuni di Barbara, Castel Leo- commenda secolare , con tutte le
ne, e Monte Novo. Di Corinaldo giurisdizioni e possidenze, con me-
ne tratta il Cimarelli nell' Istorie ro e misto impero. Questo per ul-
dello stato d Urbino ec, e di Co- timo fu esercitato dal cardinal Gian-
rina Ito cìie dalle ceneri di Suana francesco Albani. Egli vi rifabbricò
ebbe origine j delle notizie artisti- la magnifica chiesa abbaziale; poco
che ne discorre il march. Ricci, dopo fu ancora rifabbricato il con-
nelle Meni, storiche delle arti e vento de' religiosi conventuali, an-
degli artisti della Marca di Anco- nesso ad elegante chiesa. Lo sta-
na, mentre di Suasa ne parla il tuto scritto nella metà del secolo
Colucci nell'Antichità picene t. XII, XV, fu nel i533 approvato dal-
P . .87. l' abbate commendatario cardinal
Barbara. Comune del governo Federico Cesi. Nella chiesa dedica-
di Corinaldo, diocesi di Senigallia. ta a s. Barbara, ne dipinse il qua-
E situato in colle con molti fab- dro il cav. Sebastiano Conca, au-
bricati. La sua origine vuoisi ri- tore pur di quello della chiesa ab-
petere da un piccolo forte eretto baziale, e rappresentante 1' Assun-
da qualche signore, per essere si- zione della Beata Vergine titolare
curo dalle scorrerie de' nemici, ove della chiesa, che però nella riedi-
coll'andar del tempo si unirono ficazione fu collocato in sagristia, e
<lelle abitazioni, formate dall'ame- in vece sostituito quello di Gio-
nità del sito, e prese forma di ca- vanni Pirri di maggior grandezza.
stello. Un tempo appartenne a Roc- Della terra di Barbara il Colucci
,

JES JES 277


ne tratta nel tom. XXIV, pag. 75 vanni Lombardelli, pittore valente
delle sue antichità picene. che si distinse ne' grotteschi. Egli
Castel Leone. Comune del go- dipinse qualche cosa nella sua pa-
verno di Corinaldo, diocesi di Se- tria, e nel i566 il quadro del
nigallia, con annessi, meno Miru- Presepio della chiesa rurale dedi-
bello. Si vuole che nel suo terri- cata al ss. Crocefisso.
torio fosse la città di Suasa, dalle Montalboddo. Governo del di-
cui rovine surse il paese. Ha di- stretto di Jesi, diocesi di Senigallia,
versi fabbricati chiusi da mura città, Mons Podius. È in colle a-
fra' quali primeggia il palazzo Al- menissimo ed in aria buonissima,
bani. con recinto murato e dodici tor-
Monte Novo. Comune del go- rioni, bagnandone il Misa il ramo
verno di Corinaldo, diocesi di Se- orientale. Luogo antico ed illustre,
nigallia. Vago borgo situato sopra nominato sovente nelle storie dei
un colle, ove si ricovrarono le genti tempi di mezzo. Fiorì pure in mol-
scampate dalla distruzione della vi- tissimi uomini illustri, tra' quali
cina antichissima città d' Ostra nei nomineremo Francesco Cherubini,
senoni, contemporanea forse a quel- creato cardinale nel 1647 da m "
la di Suasa ; fu già colonia e mu- nocenzo X, indi vescovo di Seni-
nicipio romano, colle rovine della gallia: mori in patria e fu sepolto
quale venne edificata due miglia nella chiesa priorale e parrocchiale
distante questa terra. Tuttora si di s. Croce, la quale è pure col-
trovano mura e frammenti antichi legiata. Montalboddo ha diverse ca-
di Ostra. Il Colucci tratta di Ostra se religiose, oltre le monache Cla-
nel tom. VI, pag. 33 delle Anti- risse da ultimo vi furono stabilite
:

chità picene; nel t. XXV, p. 120 le maestre pie della casa posta al
riportando la Visita triennale del Gesù di Roma, per istruzione della
p. Civalli, ivi sono alcune notizie gioventù povera. A poca distanza
di Monte Novo. Il cardinal Cherubini dalla città evvi il santuario della
di Montalboddo, essendo stato fatto Beata Vergine della Rosa con bel
nel 1 647 da Innocenzo X commen- tempio. Possiede tre ospedali. La
datario della chiesa abbaziale di s. bella piazza è ornata dal magnifico
Maria di Montenovo, gli donò il palazzo comunale di moderna ar-
sacro corpo di martire
s. Aurelio chitettura fanno ala il
, al quale
principale protettore di questa ter- palazzo governativo ed il teatro.
ra. Trovasi Montenovo inchiuso fra Le principali strade sono ampie e
l'uno e l'altro ramo del Misa, ed rettilinee. Molti Pontefici l'arric-
è cinto di belle e solide mura con chirono di privilegi, e specialmen-
borgo, avendo nell' interno vie ret- te Nicolò IV con breve del 1291,
tilinee, e regolari abitazioni. Ha accordandogli il mero e misto im-
una maestosa collegiata , il conven- pero, insieme al diritto di morte
to di s. Francesco de' minori os- e di confìsca. Lo statuto munici-
servanti riformati, diverse chiese pale antichissimo fu stampato nel
minori e fertile territorio. Fu sog- 1692 in Senigallia da Percimineo.
getto al comune di Jesi cui porta- 11 magistrato veste di rubbone se-
va il ed era obbligato a soc-
pallio, natorio di velluto in seta l'inver-
correrlo. Fra gli altri qui fiori Gio- no, e di damasco l'estate. Il piuV
, 4

278 JES JES


blico ha tre stemmi e sigilli : il Enrico VII e nel 1 3 1 3 segui il

primo si compone di sette monti, partito de' ghibellini, con Corinal-


colla croce a destra e le chiavi a do e Montenovo, per cui nel i3i6
sinistra, il secondo di cinque mon- il rettore della Marca pose in ban-
ti , il terzo di questi colla croce. do suoi fuorusciti, fra'quali Be-
i

Ebbe origine dalla distruzione di nedetto di Pietro, Nicoluccio d'Al-


Ostra che stava nel territorio, ope- berico e Guglielmo di Tomasuccio,
rata da Alarico re de' goti, indi con Monaldo da Corinaldo. Nel
interamente rovinata nel nono se- 137 1 mandò suoi deputati al i

colo dai saraceni , e si disse pro- parlamento generale della Marca,


miscuamente Monte del Poggio o sopra la riduzione della curia ge-
Monte Castello, perchè ivi pro- i nerale in Macerata , con quelli di
fughi anche di Ancona e Senigal- Morrò , Rocca Contrada , e Serra
lia cercarono alla meglio di forti- de' Conti, e si sottoscrissero nella
ficarsi. Altri dicono che Montai- supplica perciò avanzata a Grego-
boddo sia sorto dalle rivoluzioni di rio XI ancora residente in Avigno-
Senigallia nel 4°9j c i°è dalle men- ne. Nel i38o Montalboddo si pose
zionate devastazioni de* goti. Ostra sotto la protezione degli anconita-
fu città cristiana, e forse ancora ni, ma nel 1399 se ne impadronì
vescovile. Meglio pare che l'origi- Galeotto Malatesta, che vi mori nel

ne si debba quando nell' Vili se- i4oo: nella signoria gli successero
colo i saraceni saccheggiarono e bru- i fratelli Pandolfo signore di Bre-
ciarono Senigallia, che Carlo Ma- scia, e Carlo signore di Piimini.
gno nel 779 avea tolta ai longo- Nel 7 Carlo donò Montalbod-
1 1

bardi e restituita ad Adriano I; al- do a Carlo Paganelli, ma nel 14^0


meno in tale epoca Montalboddo venne in potere di Braccio da Mon-
si accrebbe di abitanti , essendo i tone famoso capitano, che poi lo
più. antichi quelli della distrutta cede a Ruggiero Cane di Perugia.
Ostra. Di questa tratta il Colucci Nel i4^6 il dominio passò nel con-
f
nelle Antichità picene, tom. VI te Guid Antonio di Montefeltro qual
pag. 33. Nel 1227 già vi fioriva vicario della santa Sede. Alla sua
la potente famiglia dei Paganelli morte, avvenuta nel «443, se ne
che vi ebbe molta influenza, molti impadronì Roberto Paganelli , di-
essendosi distinti nella toga e nella chiaratone vicario da Eugenio IV.
spada: Federico, Onofrio, Carlo, Poco dopo Francesco Sforza occu-
Roberto, discendenti tutti da pa- pò il paese, Io bruciò e saccheggiò.
dre in figlio da Mainardino Paga- Nel i445 Roberto de' Paganelli se-
nelli, furono successivamente signo- gui le duca di Milano
parti del
ri di Montalboddo loro patria , e alleato di Eugenio IV., e contro lo
di altri feudi, essendone stato pel Sforza. Divenuto Roberto capitano
primo investito, come vicario della delle squadre del duca di Milano,
santa Sede, Federico nel i356 cir- pei servigi resi alla Chiesa, fu di-
ca da Innocenzo VI. Nel 1
1 94 però chiarato signore e vicario di Mon-
il luogo dipendeva dall'arcivescovo talboddo nel i446 da Eugenio IV,
diRavenna, a cui si ribellò verso il essendo il luogo ritornato all'obbe-
1229, indi si sottomise ai jesini pri- dienza del Papa. Il successore di
ma del 1254. Dopo la morte di questi Nicolò V, nel i44? confer-
JES JES 5.79

ino Montalboddo in vicariato a Ro- cesco de' conventuali, vicino all'al-

berto ed altri Paganelli domicelli. tare dedicato al santo. Nel tomo


Roberto morì a Brescia nel 1
449 XXVI li poi pag. 5 e seg. ci dà
di veleno, e Montalboddo si diede l'interessante descrizione topogra-
a Malatesta signore di Brescia, fìn- fico-storico-politica della città di
diè nel 4^4 tornò al pacifico do-
1 Montalboddo , dei tanti suoi uo-
minio della Chiesa. Successivamen- mini illustri disposti per alfabeto
te Montalboddo provò gli effetti con supplemento; le notizie isto-
delle guerre e vicende politiche dei richc di Montalboddo raccolte e
tempi, nel i5o2 per la venuta di date in luce dal nominato Agosti-
Cesare Borgia, nel 15 7 per le
1
no Rossi, riprodotte con giunte; e
guerre del duca di Urbino , nel l'appendice diplomatica alle notizie
1^27 pel sacco di Roma, e nel storiche di Montalboddo.
i55y per quelle contro Paolo IV, Belvedere. Comune del governo
olire le vicende degli ultimi tem- di Montalboddo, diocesi di Seni-
pi. Dipoi fu sottomesso al comu- gallia. Il suo territorio è in colle,
ne portava ad esso il pal-
di Jesi, ed il paese in eccellente situazione,
lio di s. Floriano con
nel giorno formalo da molti fabbricati., alcu-
dieci uomini a giurare fedeltà, ed ni de' quali di qualche considera-
era obbligato alla pace ed alla zione ; è cinto di mura ed evvi
guerra. Montalboddo colla bolla A* un borgo. L'orizzonte di questo
])ostohciie scdis i che si legge nel paese è uno dei più belli della
t. Vili, p. 45o del Bull. Rom. legione, onde prese il nome di
Continuano, fu fatta città da Pio Belvedere. Il Baldassini dice, che
VI a' 3o luglio dell' anno 790. 1 il suo antico nome è Bellora, poi
Dipendono dal suo governo le co- detto Belvedere. Vi fiorirono in
muni di Belvedere e di Morrò . diverse epoche degli uomini gran-
Unito è poi alla sua amministra- di, tra' quali due vescovi, e Gio.
zione municipale l'appodiato di Vac- Antonio Benvenuti creato cardinale
carile. Agostino Rossi di Montal- nel 1826 da Leone XII, e fatto
boddo scrisse le Notizie isloriche di vescovo d' Osimo e Cingoli. Di
Montalboddo 3 Senigallia 1694. Al- questo insigne cardinale, oltre alla
cuni tratti della storia di Montal- sua biografia, ne parlammo in di-
boddo sileggono nel libro intito- versi luoghi, massime agli articoli
lato : Modo ed ordine che si e te- Prosinone ed Osimo. Vi si trova
nuto nel 5g4 nella solenne tras-
1 un archivio ben ordinato, eretto
lazione di s. Gaudenzio vescovo e nel 1480. Vi è la collegiata di s.
martire 3 Jesi 1697 per Pietro Far- Maria della Misericordia, fondata
si. Questo santo è il protettore sotto Sisto V nel suolo Latera-
principale di Montalboddo. 11 Co- nense l'anno 1587. Dalla devasta-
lucci nel tom. XXV, pag. i3o del- zione e distruzione della città di
le Antichità picene, riporta alcune Ostra, accaduta nel 4°9 P er ' e
notizie su Montalboddo del con- armi di Alarico re de'goti, nel pon-
ventuale fr. Orazio Ci valli, sotto il tificato di s. Innocenzo I, siccome
provincialato del quale si rinvenne gli abitanti si ritirarono in diversi
il corpo di s. Gaudenzio vescovo luoghi, coi ruderi della rovinata
di Ri mini, nella chiesa di s. Fran- città eressero anche Belvedere nel-
!i8o JES JES
l'anno seguente. Il castello di Bel- rio in colle, e circondato dà fioren-
vedere giurò immediata soggezione ti campagne. Ha molti e belli fab-
a Jesi per istrumento del i set- bricati cinti di mura. Vi è Ja col-
tembre i436. Quando nel i45o legiata della ss. Annunziata. Si di-
Sigismondo Malatesta mosse le ar- ce questa terra forse più antica
mi contro Jesi, siccome Belvedere di Jesi, ma le precise memorie si

a questa era soggetta, i jesini lo sono smarrite. Era anticamente


fecero presidiare da duecento ar- assai forte, come denotano gli a-
mati, e ne presero eziandio le di- vanzi della torre che la difendeva,
fese nel i53o contro l'esercito ce- e molte vie sotterranee che tut-
le

sareo. tora si vedono. Il Baldassini scri-


Morrò. Comune del governo di ve che Monte Carotto dovrebbe
Montalboddo, diocesi di Senigallia. chiamarsi Monte Carrotto y perchè
Giace in colle ed ha grandi e co- ilpaese ha la forma di un carro
modi fabbricati chiusi da mura, grande, anzi aggiunge che antica-
con borgo. Il Baldassini dice che mente aveva per insegna un car-
in Morrò si ritirarono gli ostrani ro pieno di spighe, in segno di
fuggiti alla strage de' goti, sebbe- abbondanza. Prima era soggetto
ne aggiunge, che vi sia gran di- alcomune di Jesi. Sotto il gover-
sputa se gli ostrani fabbricassero no di Monte Carotto sono le co-
Monte Novo e Monte Alboddo. Di- muni di Castel Planio, Mergo,
cesi ancora costrutto dai mori o Poggio s. Marcello i, Iiosora e Ser-
9
saraceni condotti dal loro re Saba, ra de Conti.
allorché vennero a guerreggiare in Castel Planio. Comune del go-
Italia. Papa Giovanni XIII ai
Il verno di Monte Carotto , dio-
io luglio 968 concesse questa ter- cesi di Jesi, colla porzione del-
ra a Ruggero di Perugia, coll'an- la parrocchia delle Moglie. 11 pae-
jiuo censo d'una vitella. Nel 1193 se ha vari e buoni fabbricati cou
fu donato alla città di Jesi dal territorio in colle, essendo il ca-
«uo signore conte Strasmondo : il stello situato in dilettevole posi-

Golucci dice che la donazione fu zione su di agiata collina, da cui


fattada Trasmondo e Uguccione si gode V amena vista degli A-
nel 1199. Nel i3po Pandolfo fer- pennini e dell' ubertosa pianura,
rarese la tolse ai jesini, che poi con purissima aria. Si dice origi-
la ricuperarono. I fabrianesi nel nato dalle rovine della città Ple-
i3i6 l'assediarono, ma Tano Ba- nina, dai quali popoli venne eret-
ligani signore di Jesi e capitano to qualche altro paese di questa
della Chiesa, vi accorse, e con l'a- regione. Castel Planio o Castel
iuto dei Malatesta bravamente soc- del Piano fu già soggetto al co-
corse Morrò e lo liberò dall'as- mune di Jesi. Dell' antica città

sedio. Inoltre il pubblico di Jesi Plcnina, Planina o Planio, diver-


nel i53o difese Morrò dalle armi sa da Castel Planio, tratta il Co-
imperiali di Carlo V. lucci nel tom. IV, pag. n5 e
Monte Carotto. Governo del seg. delle Antichità picene. Dice
distretto e diocesi di Jesi. Bor- dunque che surse nelle vicinanze
go situato nella sinistra parte della del fiume Esio presso l'abbazia di

valle Esina superiore, con territo- s. Apollinare, e nei territorii di


JES JES 281
Monte Roberto e Castel Bellino. mici di Eugenio IV, dovette nel
Popò la distruzione della città, i433 cedere a forze maggiori; ma
avvenuta nell' irruzioni barbariche, di poi prendendo le difese del Pa-
i superstiti abitanti tragittato il pa Nicolò Piccinino e Alfonso V
\icino Fiumesino vi fabbricarono re d* Aragona, nella guerra che
un castello col nome di Plano, il mossero allo Sforza, nel i44^
quale poi fu del tutto rovinato preso Castel Planio, fu messo al
ne'bassi tempi. Il medesimo Co- sacco coli' eccidio della maggior
Jucci nel tomo XXI, p. 3 e seg. parte degli abitanti. Quelli che
della citata opera, riporta copiose sopravvissero, passarono a stabilir-
notizie istoriche sull'antica origine si in un'erta collina lunge due
del presente Castel Planio e dei miglia, ove possedevano comode
suoi uomini illustri. Nana per- abitazioni di diporto , edificarono
tanto come l'antica città di Pia- qn castello coli' antico nome di
ilio dovesse godere come le altre Planio, che è appunto l'odierno,
colonie e municipii la libertà, spe- presso i fortilizi e torre preesisten-
cialmente prima del consolato di ti. In seguito i più potenti e va-
J\ Sempronio e di Appio Claudio, lorosi divennero padroni di am-
mediante i propri decurioni e duum* pli distretti, che chiamarono coi
viri
, ed ascritta fosse a diverse loro nomi. Memori i planiesi delle
tribù ; quindi convertita alla vera passate vicende, per munire a loro
lède può avere avuto anche i suoi maggior difesa j'antica rocca, co-
vescovi, massime dopo che Costan- struirono nuove duplicate mura
tino die la pace alla Chiesa. Non- con il Rivellino verso levante, e
dimeno dovette soggiacere come poi un nuovo
verso gli Apennini
tante altre rispettabili città del torrione ; di armi
fecero acquisto
Piceno al furore delle barbare e stipendiarono soldati per comu-
nazioni Scandinavia del nord.
di ne difesa. Contrassero poscia ami-
Tale rovina probabilmente ebbe cizie ed alleanze con rispettabili
luogo nel 4°4 P er Alarico re dei luoghi, e con valorosi comandanti.
goti, o da Attila re degli unni Devoti al Pontefice ed ai suoi ret-
nel 45 J > o da Genserico re dei tori e vicari, meritò il comune
vandali nel f±55, o finalmente da d'innalzar nel proprio stemma il
Totila ossia Baduilla re de' visigoti vessillo di s. Chiesa, per cui il

nel 555, epoca più probabile. I pubblico sigillo e lo stemma for-


cittadini sopravanzati all'eccidio, masi d'una rocca d'argento mer-
valicato J'Esio, posto piede nella lata in campo rosso, ed in mezzo
Gallia Senonia, presso il torrente un leone d'oro coronato fé ram-
Repetino e l'antica abbazia bene- pante, con sopra il padiglione o
dettina di s. Maria delle Moglie, gonfalone di s. Chiesa con due
sopra amena collinetta fabbricaro- chiavi incrociate di argento e di
no un forte ed ampio castello col oro. Continuò a governarsi colle
pome perduta città di
stesso della sue leggi, solo facendo omaggio a
Planio defta pure Planina. Il ca« Jesi del pallio annuale, qual divota
stello dopo avere rintuzzati gli as- oblazione a s. secondo
Floriano,
salti di Francesco Sforza e del la prestazione da Sisto
ordinala
duca di Milano suo suocero, ne- V ai castelli costituenti il contado
,

2^2 JES JES


Esino. Per Scurezza Castel Pianto pungere vedute dal celebre
belle
fece ed alleanza con Jesi, e
lega Giuseppe Bucciarelli del luogo. In
questa formalmente confermò ver- questo sito salubre ed ameno vi
so il i45o. 11 magistrato civico fanno l'ordinaria residenza nell'e-
per concessione di Clemente XIV state i vescovi di Jesi. Dipoi con-
veste abito nero di forma antica, siderando i vescovi che la chiesa
con lungo mantello di seta pao- parrocchiale di s. Benedetto riu-
nazza contornato con piccolo bor- sciva incomoda ai parrocchiani
do d' oro , con mostra a stola di permisero a maggior profitto delle
raso cremisi.Tra primi protet- i loro anime che le funzioni de'loro
tori vanta Giacomo apostolo
i ss. curati si esercitassero nella chie-
e Sebastiano martire, che hanno sa di s. Giacomo, laonde nell'an-
chiese, la prima parrocchiale fu no 1618 il vescovo Pignattelli ap-
ampliata e restaurata dal vescovo provò tale provvedimento. E sicco-
cardinal Borghese poi Paolo V : me la chiesa di s. Giacomo per
altro principal protettore è il pa- l'accresciuta popolazione si riconob-
triarca s. Giuseppe. L'antichissima be angusta, il vescovo cardinal Ci-
chiesa di s. Benedetto, ove esiste- bo ottenne dal comune l'ampia
va l'antica parrocchia esercitata chiesa di Sebastiano nel i663,
s.

fuori del castello da' monaci be- senza pregiudizio del patronato
nedettini, a cui era la chiesa ab- pubblico. Vi sono alcuni pii mon-
baziale co'suoi beni addetta, passò ti frumentarii. Nel i53g passò
in potere de' vescovi esini per l'u- per questo territorio Paolo III
nione fatta mensa vescovile
alla portandosi a Nizza ; ma il Novaes
di tale abbazia dal Papa Calisto III nella sua vita, ed il Ferlone nei
nel i4-5>7» e per tale effetto i ve- Piaggi de Pontefici^ scrivono che
scovi prò- tempore come rettori di Paolo III nel i538 si recò a Niz-
questa urbana parrocchia vi eser- za per abboccarsi con Carlo V e
citano i diritti parrocchiali per Francesco I. Finalmente il Coluc-
mezzo d'un parroco delegato, con ci a p. 8i e seg. riporta un lun-
percepirne dal popolo addetto alla go ed erudito novero degli uomiui
di lui cura le annue decime. La illustri planiesi degni di memoria,

detta antica chiesa coll'annessa ba- disposti per alfabeto.


dia rimane poco lungi dal recinto Mergo. Comune del governo di
dell'odierno Castel Planio, posta Monte^ Carolto, diocesi di Came-
sopra una deliziosa collina. 11 mo- rino. È posto in colle, con fabbri-
nastero fu ridotto in miglior for- cati cinti di mura e piccolo bor-
ma dalla munificenza de' vescovi, go. Era soggetto al comune di
specialmente di Paolo V quando Jesi, cui ogni anno portava il pal-
n'era vescovo, avendo esso ornato la lio nel giorno di s. Floriano, con
chiesa medesima dianzi riedificata venticinque uomini a giurare fe-
dal predecessore del Monte, e fab- deltà.
bricato il palazzo magnifico. Lo Poggio s. Marcello. Comune del
rese capace maggiormente al co- governo di Monte Carotto, diocesi
modo accesso de'più illustri ospiti di Jesi. Si trova in colle con di-
il vescovo Fonseca, mentre il ve» versi fabbricati. Nel suo confine
scovo Ubaldo Baldassini fece vi dr* eravi il forte Castellato, antico
.

JES JES 283


dominio della famiglia Boldrini una fortezza. Vuoisi che sorgesse
ed ove si rinvennero alcune anti- dalle rovine di Ostra, e che fosse
chità. Poggio 8. Marcello fu sog- uno de' luoghi dati nel 754 alla
getto qual feudo al vescovo di santa Sede da Pipino re di Fran-
Jesi,ed il vescovo Leonardo lo cia. Ha due parrocchie, la prima
vendè alla comunità di Jesi nel e più antica sotto il titolo di s.

l3otj onde col ritratto a' io luglio Stefano de' minori francescani, di
i3o2 acquistò altri beni a van- cui la cura fu trasferita nella chie-
taggio della mensa vescovile. Il sa di s.Maria de Abbatissìsj l'al-
castello nel giorno di s. Floriano tra di Michele arcangelo de
s.

faceva a Jesi 1' omaggio del pallio. colle rubro in quella di s. Maria
:

Rosora. Comune del governo di nel 1783 fu eretta la collegiata


Monte Ca rotto, diocesi di Jesi. E con due dignità coll'uso della ca-
posto in colle con diversi fabbri- pa magna, e con canonici con quel-
cati, llosora fu anche detto /ledo- lo del rocchetto e mozzetta pao-
no anticamente pei tufi rossicci nazza. Vi sono gli osservanti, i

sottoposti. Rosora e Poggio s. Mar- conventuali e le Clarisse, confrater-


cello erano sottomessi a privati nite , ed alcune chiese rurali. Il

signori, ai quali ne' secoli XIII, magistrato municipale ha V uso


XIV e XV dovettero prestare il del rubbone, e le leggi municipali
dovuto omaggio. Nell'anno i?-49 furono nel i524 approvate da
Rosora era soggetto alla famiglia Clemente VII. Avvi il monte di
Bianchi di Rocca Contrada, come pietà e l'ospedale. N' è protettore
si ha dalla storia di detta terra s. Gerardo monaco camaldolese
stampata in Jesi nel 1752 pel Ca- già parroco di Maria de Abba-
s.

prari, ove a p. 76 si dice che i tissis, ove si venera il suo corpo.


signori di detto castello furono 11 paese ha molti vasti e buoni
Guido Pietro Bianchi , e Aitolo, fabbricati, con borgo. Pare che ab-
Giovanni e Petrusio suoi figli bia preso il nome da qualche
Nel i/\.i5 Rosora fu acquistato conte che in antico ne fu signore.
dal comune di Jesi. Dopo il 1^17 Nel i353 Serra de' Conti fu com-
movendo guerra il duca di Urbino presa nella lega del ghibellino Gio-
al Papa, prese Jesi per tradimen- vanni Visconti arcivescovo di Mi-
to, cui essendosi ribellati alcuni lano. Nel
1372 aderì per la ridu-
castelli, per la fedeltà di Rosora zione della curia della Marca in
il connine la chiamò Rosora jldt- Macerata, e si sottoscrisse perciò
lis e gli diede per arma il leone nella supplica avanzata al cardinal
eoronato. Rosora nel giorno di s. legato di Gregorio XI, Pietro di
Floriano portava a Jesi l'omaggio Stagno. Serra de'Conti fu soggetta
del pallio. al comune di Jesi, cui offriva ogni
Serra de Conti. Comune di Monto anno nella festa di s. Floriano un
Carollo, diocesi di Senigallia. Sor- pallio, e venticinque uomini gli
ge sopra amena collina, in eccel- giuravano fedeltà. Di questo luogo
lente clima, presso fiume Ne vo- il il Colucei nelle Anlicìiità pinne ne
la, essendo da molti
circondala parla al toni. XXIV, p. Ho e seg.,
baluardi ne'quali si vedono sili i e colla Fistia trititiudc del p. Ci-
ove erano posti cannoni come in i valli, nel Ioni. XXV, p. ii3.
,

284 JES JES


Jesi, città nobilissima, ebbe ori- te. Jesi si meritò sino dal suo na-
gine dai pelasgi, popoli d'Arcadia, scere di essere chiamata : Urbs
i quali occupata l'Italia e l'Umbria, vetus regia Aesium. Le foci del
confederandosi cogli aborigeni mos- fiume divennero poi famose, per
sero guerra agli umbri. Esio re la gran battaglia de' romani, che
de'pelasgi osservando questa regio- Quinto Metello seguace di Siila,
iie^ che alcuni posero nell'Umbria, diede al pretore Carinna duce del-
e meglio nella Marca d' Ancona, 1' esercito
de' consoli Carbone e
comoda al commercio, come vici- Mario. In progresso di tempo gli
na al mare, fertile, e ricca di co- umbri valorosamente cacciarono da
piose acque, presso fiume fermò il queste parti i pelasgi onde s'im- ,

la sua dimora, e conforme al co- padronirono dei luoghi già da loro


stume della nazione nel fabbricar- dominati, come di Jesi. Dopo avervi
\i la città, che fece me-
sede e lungamente signoreggiato, sbarcando
tiopoli del suo regno, diede ad in Italia i lidii, popoli dell' Asia
essa ed al fiume il suo nome, minore, vinsero gli umbri, espu-
ovvero questo lo prese perchè ivi gnarono le trecento città da loro
il re si annegò. Il detto re signo- edificate, e si mantennero nelle
leggio questi contorni, intitolandosi conquiste sino al tempo di Tar-
re di Jesi, quale essendo
la città quinio Prisco quinto re di Roma,
reale si batterono in suo nome l'anno di questa cinquantotto. Di-
monete colle parole: Rex Aesis, di poi Ambigato re della Gallia Cel-
sopra rammentate La città chia- . tica spedi in Italia con grosso e-
mata Esio come il fiume Est, poi sercito i suoi nipoti Belloveso e
fu appellata Jesi, Aesinates i suoi Sicoveso, il primo de' quali supe-
popoli, ed fiume Fiumesino o
il rate le Alpi occupò tutto il paese
Fiume Questo fiume che
Esino. ch'è tra il Tirreno e le Alpi, e
nasce da limpide fonti del prossimo dalle nostre Alpi sino all'Adriatico,
A pennino, dopo aver bagnalo le onde l'Esio fu soggiogato dai gai-
sponde di diverse città e terre, si li senoni , essendo allora il fiume
ingrossa nella pianura Esina, indi termine del Piceno e confine di
imbocca nel mare Adriatico. Con- I romani avendo vinti i gal-
Italia.
tiene parecchie specie di pesci li,e tolti loro i conquisti, stabili-
e Strabone lo disse navigabile, rono il confine d' Italia al fiume
Quelli che danno tale origine Rubicone, ove arriva la Gallia
a Jesi , aggiungono che il re Cisalpina, e ne' suoi confini era vi
Esi dasse alla sua città il nome di compresa Jesi. Questa sotto i ro-
Egio } in memoria di quella di si- mani divenne colonia romana, e
mile nome della Grecia, che aven- nell'anno 3o8 fu fatta città. Dopo
do un bosco sacro dedicato a Gio- che Esio ebbe l'onore e il grado
ve, questo pure piantò presso la di colonia, come tale il suo go-
nuova città per immolare sacrifizi verno e la sua politica fu unifor-
a quella deità. Siffatta fondazione me a quella di tutte le altre cit-
si dice eseguila quattordici o quin- tà d' Italia non meno che del-
dici anni avanti quella di Roma, la provincia. Di q.ual genere di
prima della nascita di Gesù Cristo colonia poi fosse, e quando dedot-
setteceuto sessa n lasci o sessantaset- ta, è sepolto nell'oscurità dell' in.-
JES JES 285
certo, ne si potrebbe così facilmen- non conviene sulle monete di Esio,
te scuoprire, come al dire del Co- ne d'altro re piceno, quali mai ca-
Jucci difficile sarebbe conoscere ve- pitarono nelle mani de' collettori,
ramente le magnifiche fabbriche e quella veduta dal Grizj e sud-
che vi saranno state, i templi, descritta, chiama impostura di chi
i teatri, gli anfiteatri, ed al- l'avrà fabbricata. Contro però tali

tre grandezze proporzionate al- opinioni del Colucci e l'assertive


lo splendore di sì illustre colonia. del Tondini prodotte nelle Notizie
11 Baldassini dice che Jesi fu dai isteriche di Camerata^ stampate nel
romani eretta in Colonia insieme 1 786, accademia de' Disposti
nell'

con Osimo, essendo consoli Sesto di Jesi, l'accademico Antonio Grizj


Giulio Cesare ed Aurelio Oreste, lesse una dissertazione. In questa
l'anno dopo l'edificazione di Roma egli conviene che il poeta Silio Ita-
594, e i55 avanti la nostra era. lico errò nell' ascrivere ad Esi re
Aggiunge che la colonia era trium- de' pelasgi la fondazione di Ascoli,
virale, magistrato che solo risiede- perchè ancor lui escludeva la cre-
va in Roma, in Osimo, ed in tem- denza che pelasgi penetrassero nel
i

po di pace nella Sicilia onde al ; Piceno, non però che Esio mai ab-
dire del Panfilio, De laudib. Picen. bia esistito, ma che anzi afferma
lib. I, magnifiche ne furono le fab- di aver fondato Jesi; ammettendo
briche: Splendida marmoribus su- la venuta de' pelasgi nell'Umbria
bliniinius alta columnis, maxima alla quale Jesi apparteneva, intese
porticibus etc. Il Ripanti è di pa- correggere lo sbaglio di Silio che
rere che in Esio fosse condotta la attribuì la storia della fondazione
colonia ventidue anni dopo che fu di Jesi nell'Umbria ad Ascoli nel
condotta a Fermo e a Castro, ma Piceno. Dice inoltre che il nome
il Colucci non può aderirvi.. Questi di .^esiègreco, significante faustus,
nel succitato tom. XIII delle An- auspicatusj dal che rileva essere
tichità picene parte I, nel provare stata in questo luogo una colonia
che Jesi esiste ove fu piantato in condotta dai greci, quali appunto
antico, nel descriverne la situazio- erano i pelasgi guidati da Esi loro
ne, nel discorrere del suo nome an- capitano, che all'edificata città e al
tico Esio e della sua origine, con- prossimo fiume diede il suo nome.
tro gli scrittori municipali, fin qui Compresa Jesi nell' Italia e nel Pi-

da noi seguiti nella narrazione, vuo- ceno insieme, dipoi nei ripartimenti
le provare che i pelasgi non han- di Augusto entrò a formare la sesta,
no mai posseduto alcuna città del regione, ch'era composta di umbri.
Piceno, ne della Gallia Senonia, La venuta dei popoli barbari, che
onde dai pelasgi non è verosimile a molte citta recò il guasto totale
il ripetere l'origine eli Esio: che e la piena desolazione, a Jesi portò
la origine di Esio è la stessa che una grandissima decadenza , sicco-
delle altre città picene, ove appro- me assediata ed espugnata dalla
dando nelle spiaggie dell'Adriatico, fòrza de' barbari, goti condotti dal
ed alle sponde del fiume Esio, ivi superbo Alarico verso il 4°9 a d«»-
si stabilirono dando tal nome alla no di Roma e di tutte le città d'I-
città che edificarono, e quello di talia, per le quali s' incontrò a pas-
questa al fiume; inoltre il Colucci sare; ma Jesi secondo il Colucci
, ,.

28fi JES JES


non cadde del tutto, mentre al dire teficc Adriano
I implorò l'aiuto di
degli storici patrii, come notammo Carlo Magno, che assediato Desi-
in principio, venne distrutta, riti- derio in Pavia, lo fece prigioniero
randosi i superstiti abitanti verso nel 773, die fine al regno longo-
ii monte siccome sito forte. Al do- bardico, rimise Sede in
la santa
minio de' goti successe quello dei possesso de' suoi dominii ed altri
longobardi , da
condotti in Italia molli gli donò. Il suo figlio Lodo-
Alboino loro re nel 568, che s'im- vico 1 il Pio confermò neh' 817
padronì dell' Umbria, della Marca al Papa s. Pasquale I le restitu-
e dell'Abruzzo, ponendo a sacco e zioni e donazioni del genitore, com-
fuoco tutte le città e rovinandone prendendovi nel diploma imperiale
i più
belli edifica. Nel pontificato dato in Aquisgrana anche Jesi
di Gregorio li incominciando il
s. Osserva qui il Baldassini, che Jesi
dominio temporale della santa Se- fu dapprima numerata tra le città
de, il suo principato rapidamente dell' Umbria, poi della Gallia Cis-
si amplificò coli' Esarcato e colla alpina, nel decadimento del roma-
Pentapoli divisa in due provincie, no impero fu compresa tra le po-
mentre in quella de' Castelli o mon- polazioni dell' italiana Pentapoli
tana era allora compresa Jesi. Il appartenente all' Esarcato di Ra-
p. Braccesehi nella sua cronaca sul- venna insieme colle provincie E-
la guerra de' longobardi asserisce , milia e Flaminia , fu finalmente
che questi fecero di Jesi una piaz- racchiusa nell'antico Piceno o Mar-
za da guerra. Intanto Aistulfo re ca d'Ancona di cui fa tuttora parte ^
de' longobardi occupando le terre e che si stende dal Tronto alla
della Chiesa romana, si vide co- Foglia o Isauro.
stretto il Papa Stefano II a ricor- Angeltruda moglie dell'impera-
rere nel 753 al possente aiuto di tore Guido re d'Italia e duca di
Pipino re de' franchi. Questi si Spoleto, e madre di Lamberto che
recò con poderoso esercito due vol- il padre associò all'impero ed al
te in Italia, costrinse Aistulfo a regno, nel 907 fece un legato pio
sgombrare gli occupati domimi a favore della chiesa di Jesi per
onde li restituì al Pontefice com- la sua anima e per quelle del ma-
prendendovi Jesi, Aexium, Esium, rito e del figlio, del monastero di
che il Baldassini dice nella Marca s. Eutizio confessore situato nel luo-
d'Ancona. Ma appena partito Pi- go detto Campii , hoc est curtem
pino dall'Italia, contro le conven- meam in territorio desinato, nel
zioni i longobardi tornarono ad castello di Rubelliano o Rovellano,
occupare Jesi ed altre città, ed al- coll'oratorio di s. Pietro apostolo
lora per la seconda volta sceso Pi- et cum casis, asilis et tetris, et vi-

pino in Italia e ricuperati i luo- neis ì et omnia ad ipsa cum dieta


ghi, ne fece prendere possesso da curie pertincntcs, vel subjacentes, res
Fulrado suo messo , il quale ne secundum qualiter mihi Dairelgal-
consegnò le chiavi a Stefano III in da per cartula eventi ipsa super-
segno di pieno dominio. Non andò scripta do, trado, et judirò
curte
guari che Desiderio re de' longo- atque prò anima mea dispono in
bardi avendo occupato molte città ipso anlediclo monasterio, ubi mo-
della Chiesa insieme a Jesi, il Pon- do Dopnus major abbas esse di-
JES JES 287
gnotcitur cum aliis fralribus regn- re delle due Sicilie, ed ultimo ram-
iti riter vivcnteSj hoc autem tenore, pollo de'principi normanni, che vi-
ut ubi Petrus presbiler in ipsa ec- veva in un monastero ed era in
clesia b. Petri apostoli habilum, et età di cinquantanni; indi nel 1 i()i
obedientiam habeat sicut voluerit si- ambedue ricevettero in Roma le
cut caeleri fralres monaci in ejus- insegne imperiali da Celestino III.
dem monasterium diebus vitae suae, Si recò poscia Enrico VI al con-
etibidem orationes prò anima mea, quisto del regno che teneva Tan-
seu de praedicto viro a tane fdio credi figlio naturale di Guglielmo
meo, ec. Dice il Baldassini che è II nipote di Costanza, ma a cagio-
molto probabile che l'imperatrice ne di una pestilenza che afflisse la
Angeltruda fosse da Jesi, manife- Sicilia, Costanza ne partì, e giun-
standolo quelle paiole: hoc est cur- ta nella Marca d'Ancona ricevette
tem meam in territorio desinato. ordine dal marito d'ivi fermarsi.
Nel io «4 il Papa Benedetto Vili Trovandosi l'imperatrice colla gra-
coronò imperatore s. Enrico II, il vidanza inoltrata nella città di Je-
quale confermando diritti e do- i si, e vicina al parto, acciò non si

minii della Chiesa romana, nel di- sospettasse che questo fosse suppo-
ploma si trova espresso ancora Ac- sto a cagione di sua età, fece eri-
xium. Nelle gliene che travaglia- gere in mezzo alla piazza princi-
rono l'Italia e lo stato pontificio pale, allora detta di s. Giorgio og-
sotto i regni degli imperatori Fe- gi di s. Floriano, un padiglione
derico I ed Enrico VI suo figlio ove alla presenza del legato apo-
svevi della potente casa degli Ho- stolico, dei baroni e nobili dell'im-
henslaufen , molti jesini si distin- pero, assistita dalle donne partorì
sero in valore militare, e la città un figlio maschio nel 1 io,4> nel
divenendo più forte incusse spa- giorno del protomartire s. Stefano
vento a diversi signori de' luoghi a' 16 dicembre, cui nel battesimo
circonvicini. Imperocché cercando fu imposto il nome dell' avo, e si

i jesini di allargare i loro confini, chiamò Federico II. In tal modo


più volte cacciarono i signori delle si verificò la predizione dell'abba-
vicine terre e castella, ne assogget- te Gioacchino fatta all'imperatore
tarono gli abitanti, altri ne fecero che non era persuaso della pre-
Tra
tributari. vinti vi fu il conte
i gnanza di Costanza. Altri dissero
Alasmondn insieme co'fìgli, che per che Federico II nacque in Messi-
meglio stabilire la concordia donò na o in Palermo, ma il Baldas-
Mono al comune col solito tribu- sini, il Grizj ed altri storici pro-
to, siccome fecero altri signori. vano che veramente nascesse in Je-
Quanto all'imperatore Enrico VI si, da lui poi ricolmata di grazie
che procurava ridurre tutta l'Ita- e privilegi. In memoria dell'avve-
lia sotto il suo dominio, bramosi nimento i jesini celebrarono diver-
i jesini di godere l'anteriore liber- se feste, e dierono principio alla
ili, procurarono deluderlo con sa- fabbrica della rocca di Fiumesino
gaci là. alla foce di questo fiume, nel lido
In In nto Enrico VI per occupa- del mare Adriatico, otto miglia lun-
re il Irono di Sicilia, presi' in mo- gi (Lilla città. In questo tempo ge-
glie Costanza figlia di Kuggiero II meva la Marca pel crudele gover-
288 JES JES
no di Ma reo valdo di cui l'avéa in- gió colla spada nuda in mano, per
vestilo Enrico VI nel 119^ con segno di giustizia.
esclusione di Gotibaldo ; incendiava Nel 1202 si conchiuse nella
chiese e terre, ed in più modi tra- Marca una gran pace, nella quale
vagliava i popoli. A reprimere tanta concorse pure Jesi, e fu pubblica-
tracotanza la provvidenza divina ta in Polverigi, castello
d'Ancona,
nell'anno 1 198 innalzò alla cattedra situato tra OsimoIl Bal- e Jesi.
di s. Pietro il magnanimo Inno- dassini ne produce l'istromento a
cenzo III, il quale commise a' suoi p. 3i. Siccome alcune condizioni
legati la repressione di siffatte in- non riuscivano in pratica, nell'anno
solenze. In questo tempo potendo seguente si recò in Polverigi il

nascere rotture a causa de' confini podestà di JesiUguccione Egidio*


tra Senigallia e Jesi ,
perciò pri- per emendarle con nuovo atto di
ma dell'elezione d'Innocenzo III concordia. Dopo avere Innocenzo
con istru mento di transazione le III coronato imperatore Ottone
due comuni li stabilirono, confer- IV contro le pretensioni di Filip-
mando l'antica reciproca corrispon- po di Svevia zio di Federico II,

denza. Vendicando Innocenzo III in onta ai giuramenti Ottone IV


le ragioni della Chiesa , molte città essendo in Chiusi occupò ostil- !

occupate dagP imperiali ad essa ri- mente molti luoghi della Chiesa,
cuperò; ma siccome altre persiste- e conferì il marchesato d'Ancona
vano contumaci, domandò ed ot- nel 1209 ad Azzo VIII suo con-
tenne dai che aiutassero per-
jesini sanguineo, compreso Jesi, togliendola
ciò i legati Cencio di s. Maria in dai propri che tirannica-
cittadini
Trastevere e Giovanni di s. Pri- mente governavano, ed ai con-
la
sca. La che il Papa scrisse
lettera ti di Celano Azzo Vili ne ripor-
:

ai jesini, molto onore per


fa loro tò il consenso d' Innocenzo III.
le lodi che ne fece. Nel 1 198 inol- Morto Azzo Vili nel 121 1 o 12 12
tre fu celebrata in Orvieto un'as- gli successe nel dominio della Mar-
semblea dove fu deliberato, che per ca l'altro Estense marchese Aldo-
l'avvenire in luogo di consoli nelle brandino, che il Pontefice confer-
città fossero eletti i podestà ed un mò nel 12 16 anco ne'suoi discen-
capitano, che amministrassero l'uno denti, dal fiume Esio sino a Lea-
la giustizia criminale, l'altro la ci- stro per la lunghezza di cento mi-
vile , e per istabilire un governo glia di paese, e ciò in gratitudine
pacifico come di repubblica eccle- di quanto avea fatto alla Chiesa.
siastica, per podestà si eleggessero Nel 12 13 Senigallia con atto che
persone ecclesiastiche, e così il pri- si legge nel Baldassini a p. 38,
mo podestà di Jesi fu Uguccione donò a Jesi molti luoghi, come
de' conti Guidi, con mero e misto Monte s. Vito, Albarello, Morrò,
impero: l'elezione spettava ai con- ec. Essendo morto Aldobrandino
siglieri del comune, che vi propo- gli successe Azzo IX nel 12 16, a
nevano personaggi chiari in nobiltà cui Onorio III diede amplissima
e valore; aveva il podestà subor- investitura di tutta la Marca, colle
dinati un giudice criminale e due giurisdizioni e privilegi pontificii e
giureconsulti, e quando andava per cesarei. In questo anno passando
la città era preceduto da un pag- per la Marca Federico II re di
JES JES 289
Sicilia ed detto imperatore, il pub- adiacenti ben si guardarono d'in-
blico lo supplicò nd onorare colla quietare i jesini.
sua presenza la città che avealo Onorio III, già aio di Federico
veduto nascere. Accettò egli volen- II, dopo averlo coronato imperato-

tieri l'invito, onde i jesini gli pre- re nel 1220 a'22 novembre, con-
pararono sontuosissimo ricevimen- fermò a Jesi tutti i privilegi ed
to, e sulla piazza di s. Giorgio al esenzioni compartitegli dall'impe-
presente di s. Floriano gl'innalza- maggior stabilimento
ratore, e per
rono un arco trionfale di fino d'una ferma pace, con bolla ema-
marmo, di vaga architettura, pie- nata in Rieti a' 27 di detto mese,
no di statue e d'iscrizioni, una comandò che si obbedisse ad Azzo
delle quali diceva così: Natus est hìc IX d'Este signore di Ferrara, il

nobis Fedtricus II imperator seniper quale non solo governava Jesi, ma


Augustus, et Aesinae Patriae Pa- ancora altre principali città, e sot-
ter. Conoscendo pertanto Federico to il di lui governo gli esini mol-
II dalla inesprimibile gioia del po- to dilatarono i loro confini, sotto-
polo, tripudiante in danze e gio- mettendo al loro dominio Castel
cosi spettacoli, il suo sincero all'et- Montano, Boccaleone, la villa Tes-
to per lui., non solo colla voce senaria, Accoli, s. Lorenzo ed altri
ma ne mostrò il suo pie-
coi fatti luoghi. In detto anno passando s.
no gradimento. Dappoiché avendo Domenico per Jesi, pregato dai
ricevuto sotto il suo dominio Monte cittadini a volervi fondare un con-
s. Vito, Monte Marciano, ed altri vento presso la
s. Ago- chiesa di
luoghi, li donò alla città di Jesi ornò ; stino mura, li esaudì
vicino alle
il leone, arma del pubblico, della sua lasciandovi dodici compagni fu il :

corona reale; gli concesse molti luogo abitato dai domenicani fino
privilegi e gli die il titolo di re- al tempo di s. Pietro martire, che
pubblica, del quale la città poi si esiliato da Corno venne nel con-
servì con questa epigrafe : Respu- vento nel 1240, ed ivi gli parlò
blìca Aesina Libertas Ecclesiastica. l'immagine del ss. Crocefisso; ma
Nella sua partenza poi, non solo dipoi i religiosi venendo infestati
la città fece tutte quelle dimostra- dai fuorusciti, dai consiglieri furo-
zioni di gratitudine che gli doveva, no città, donandogli la
trasferiti in
ma in sua memoria chiamò il luo- chiesa di Antonio abbate che
s.

go per ove passò il fiume Esio : era allora un ospedale. Nel 1239
Passo dell' imperatore, nome che Enrico figlio di Federico II spedì
poi ritenne. La propensione di un diploma in favore della città,
Federico li per Jesi sua patria di col quale non solo gli donò in
niscita, la conservò finche visse, perpetuo diversi luoghi, come villa
e tanto fu il costante patrocinio Ripari, Monte Torri, Morrò, Al-
con cui la riguardò, che nelle oc- barello, Monte s. Vito, ec, alcuni
correnze la difese e sostenne colle de'quali già dati a Jesi da Seni-
sue potenti armi, minacciando gallia, con tutto il contado esino,
stragi e rovine a chi avesse at- ma colla condizione che in caso
tentato qualunque insulto o ag- che restituisse alla Chiesa la Mar-
gressione, il perchè tutti i luoghi ca, non (osse tenuta per restituita,
vol. xxxvi. *9
2,<)o JES JES
se non quando avesse ratificata ia55 tra le due città fu cotìchiu-
questa donazione. 11 diploma viene sa una confederazione o lega of-
ri portato dal Baldassini a p. 35. fensiva e difensiva, con reciproca
Dopo ott'anni si venne final men- comunione di tutti i gradi, onori
te ad aggiustamento tra Enrico, e prerogative che godevano ambe-
ed il cardinal Rainiero legato di due le città.
Innocenzo IV, vicegerente della Manfredo figlio naturale di Fé-
Marca d'Ancona: il cardinale con- derico II avendo occupato la Sici-
fermò ed ampliò la concessione e lia prese il titolo di re, indi in
privilegio d'Enrico. Ma nel mede- memoria del genitore confermò i

simo anno gli esini si armarono patti fatti da Jesi con Senigallia,
ad istanza di Federico II contro continuò ai jesini il suo patrocinio,
la santa Sede, facendo parte del- ed ampliando la loro giurisdizione
1' esercito imperiale comandato dal gli donò Staffolo, Apiro, Duomo,
conte Ruberto, che ad Osimo rup- Serra de'Conti, Serra s. Quirico, la
pe e fece strage delle milizie pa- Barbara, Monte Nuovo, Corinalclo,
pali capitanate da Marcellino ve- Monte Alboddo, s. Martino, e Sto-
scovo di Arezzo che restò prigione, raco, con le loro pertinenze, e ciò
Il detto Enrico era nato da Co- con due diplomi dell'ottobre 1258.
stanza d'Aragona prima moglie di Nell'anno seguente Jesi conchiuse
Federico II, il quale dopo la mor- un trattato d'unione con Recanati
te di Ottone IV nel 1218 lo a- e Cingoli. Frattanto i guelfi e
vea fatto eleggere re de' romani, ghibellini straziando colle loro fa-
ma poi si ribellò al padre, e si zioni anche Jesi, i primi seguaci
unì alla Germania sollevata; quindi del Papa Alessandro IV, i secondi
Federico II avendo riportato dei partitanti del bastardo e nemico
vantaggi contro i turchi, fece con- della Chiesa Manfredi, accaddero
dannare Enrico a perpetua prigio- non pochi omicidii, scelleratezze e
nia, e riconoscere Corrado IV al- diroccamenti di case de'gentiluo-
tro suo figlio in re de'romani. I mini. Manfredi continuando la guer-
titoli che si leggono nel diploma ra contro la santa Sede, si collegò
di Enrico sono questi Henricus : coi saraceni, co'quali molti luoghi
Dei et imperiali gratta rex Sar- della Marca rovinò ; finché Cle-
din. et Gali, et s. Imp. totius I- mente IV avendo investito del re-
taliac legatili d. imperatoris filias. gno delle due Sicilie Carlo d'An-
Nel 1253 Innocenzo IV con suo giò nel 1266, vinse e debellò
breve ratificò quanto il cardinal Manfredi, dando termine alla sua
Rainiero avea promesso a Jesi, usurpazione. Jesi vedendosi minac-
Questo Papa per le scelleraggini ciata di saccheggio dai saraceni e
di Federico II, nel concilio gene- dai ghibellini, scampò il pericolo
rate di Lione I lo depose e sco- pel patrocinio dei santi protettori
municò, onde sino dal i25o era Settimio e Floriano. Il santo ve-
morto infelicemente. Venendo as- scovo Leonardo con energiche ani-
sediata la città di Fano dai ra- monizioni indusse quei jesini che
vennali, pesaresi e senigalliesi, ri- erano nemici del governo papale,
corse ai jesini pel valore de' quali a sottomettersi al suo dominio nel
fu sciolto l'assedio, onde poi nel i3oo, ed a vivere in pace obbe-
JES JES 291
dienti alla Chiesa. Intanto i fa- di Cassiano o Albarice di Guidoni,
brianesi occuparono diversi castel- di Vaccarile e Cesa Ita ; concesse
li del contado Esino, ma i jesini inoltre alla città non solo il lido
posero in campagna
cinquemila del mare ma il mare stesso, con
fanti, e gl'in viarono contro novel- facoltà di potervi navigare e pe-
lano e gli altri luoghi occupati, scarvi come le altre città che vi
predando il territorio fabrianese. hanno porti, e ciò da s. Araglio
Benedetto XI però die sentenza in fino alla Grancia o Grandetta di
favore dei fabrianesi, dichiarando s. Giovanni per retta linea, e tut-
aver essi legittimamente occupato i to ciò con atto de* 18 ottobre. Nel
luoghi di Jesi considerandolo ne- medesimo anno Sanse verino soccor-
mico della Chiesa, per aver seguito se Jesi contro le scorrerie de'guel-
le parti di Federico li e suo fi- fi d'Ancona.
glio scomunicali, e perciò incorsi Insorte nuove discordie tra Jesi
nelle censure ed interdetti; indi per una parte, e per l'altra Fabria-
gli minacciò altre pene se non no, Matelica e Sanseverino ed al-
deponevano le armi, onde i jesini tri, con frequenti risse ed omici-
richiamarono le loro genti. dar A dii, riuscì nel i3o8 al vicario Gi-
segno jesini di
i verace pentimen- rardo pacificarli con formale stru-
to, interamente ritornarono all'ob- mento. Nel i326 rinnovandosi le
bedienza del Pontefice, quando nel turbolenze tra i fabrianesi ed i je-
i3o5 eletto Papa Clemente V, sini, per avere assediato i primi
questi fermò la sua residenza in Morrò, Tano allora signore di
Francia nella città d'Avignone. A Jesi e capitano della Chiesa, vi
pacificar la Marca Clemente V accorse, e con l'aiuto dei Malatesti
spedi i suoi legati, sotto la dipen- bravamente il soccorse e liberò
denza de' quali i jesini per cor- dall'assedio. Infieriti di ciò i fabria-
reggere i passati errori, in varie nesi nell'anno seguente assediarono
occasioni armarono in favore della il castello di Fornoli, però Tano li

Chiesa. Mentre Malatesta occupa- i sconfìsse nuovamente. Assalita la


te diverse città vi commisero ogni città da Lippateo capitano da Osi-
sorta d'empietà nel i3o7, Tano mo, Tano Balignani valorosamente
cittadino di Jesi e figlio del nobi- lo respinse. Sotto di lui i jesini
le Filippuccio de' Balignani, in u- aiutarono il cardinal Gio. Gaeta-
nione de' Malatesti e di diversi no Orsini legato della Marca per
jesini tentò di notte dare il sacco Giovanni XXII, contro i ghibel-
alla propria patria; ma Giraldo lini osimani, fermani, urbinati e
de Tatis rettore e vicario della fabrianesi. Continuando Tano a ti-

Marca d'Ancona, assistito dai jesi- ranneggiare la patria col suo do-
ni con settecento cavalli e dieci- minio, benché gran capitano di
mila pedoni, ed altri della Mar- parte guelfa, agli 8 marzo dell'anno
ca, ricuperò alla Chiesa le occupa- i328 i ghibellini della Marca a-
te città. Girardo per rimunerazio- venti alla testa il conte di Chi;i-
ne ai jesini, d'ordine di Clemente ra monte siciliano, con gente ba-
V spogliò i ribelli delle loro pos- vara, e d'intelligenza de'jesini, oc-
sidenze e ne investì Jesi, cioè di cuparono i borghi, assediarono la

Monte Marciano ch'era di Tano, rocca , e $' impadronirono della


i 9i *ES JES
città. Tano siccome assalito al- l'impero, creò diversi suoi vicari
l'improvviso, si rese, e dopo tre nel i34-2, e di Jesi fece Nicolò
giorni il conte gli fece troncare Boscareto. Crescendo in Jesi le tur-
il capo , come nemico e ribelle bolenze, V intruso nel dominio coi
dell'impero. Essendo gli anconitani suoi fautori si pose in corrispon-
guelfi, ed i jesini col pretesto dei denza cogli Smeducci signori di San-
confini ghibellini, incominciarono a Severino, e colla nobilissima fami-
disprezzarsi scambievolmente, pas- glia Scala conti di Retorsio e ce-
sarono alle scaramuccie, a confe- tadini di Jesi. Tribolata da lo-
derarsi con altri e ad infestare i ro la città, una
fu eretta torretta
territorii . I jesini cogli 'osimani, presso s. Maria Nuova, di bellissi-

capitanati da Federico di Monte» ma struttura, con mura merlate


feltro, si portarono ad assediar per difesa; indi crescendo gli odii
Camerata castello di Ancona. Si delle fazioni guelfa e ghibellina, le
venne a fiera battaglia, e benché strade furono attraversate con gros-
gli anconitani superiori fossero di sissime catene,
forze, furono interamente vinti Innocenzo VI per estirpare i

per la regolare ordinanza militare tiranni dello stato ecclesiastico, e


de' jesini, onde de' primi ne resta» ridonargli l'ordine e la pace, man-
rono morti pili di cinque mila dò in Italia il celebre cardinal
tra cavalli e fanti, oltre mille Albornoz nel i355, il quale ricu-
prigionieri portati a Jesi. Gli sten- però alla Chiesa i suoi dorninii, in
dardi de' nemici i jesini li dona- un a Jesi espugnato dal suo ni-

rono ai loro amici osimani, e gli potè Blasco valoroso capitano, ed


uni e gli altri celebrarono si felice il Boscareto venne cacciato. Nel
vittoria. Aspirando alla sovranità 1871 i guelfi anconitani volendo
d'Italia Giovanni Visconti arcive- sopraffare i ghibellini ,
questi coi
scovo di Milano, gran fautore del- jesini si collegarono coi primari
la fazione dei ghibellini, per estir- potentati d' Italia e colle comuni
pare la parte guelfa fece una gran adiacenti ; poi nel seguente anno
lega con molte comuni della To» i jesini si sottoscrissero nella sup-
scana e Marca, fra le quali
della plica avanzata a Gregorio XI per
concorse come capo Lomo da Je- la riduzione della curia generale
si, onde successe un gran fatto di in Macerata. Dopo che sette Papi
armi col rettore di Macerata, vi- dimorarono in Avignone, nel 1377
cino a s. Lorenzo in Campo. Lo- Gregorio XI si restituì a Roma,
dovico il Bavaro eletto re dei ro- con gran giubilo degli italiani,
mani da una parte degli elettori, che però alla sua morte si videro
per la sua iniqua condotta provo- in preda a
nuovi guai, per Io
co la scomunica di Giovanni XXII, scisma che antipapa Clemente l'

e fu ardente fautore de* ghibellini VII sostenne in Avignone. Frattan-


e degli eretici. Profittando dell'as- to Filippo Simonetta, uomo di
senza dei Papi in Avignone, molte grandissime facoltà, con artifizii si

città dello stato ecclesiastico adot- guadagnò l'affetto del popolo, il

tarono libero reggimento, altre fu- quale gli affidò il governo di Jesi,
rono signoreggiate dai potenti cit- onde gli riuscì ottenere da Boni-
adini. Pretendendole Lodovico per facio IX il titolo di vicario, tanto
JES JES 293
da lui ambito: questo medesimo rotto mille e cento più anni sotto
Ptpi fece i Simonetti vicari anco- le acque dell' Esio^ dal cui ponte
ra di Serra s. Quirico e della era stato gittato. Il sacro corpo
Rocca dell'Aquila, vicariati che in fu collocato sotto l'altare maggio-
un a quello di Jesi egli prolungò re della chiesa di s. Giorgio, la
con diploma del i4o4« Non passò quale colla contigua piazza prese
molto tempo, che avvedutisi i cit- poi il suo nome . Dio celebrò
tadini che il suo governo degene- tale ritrovamento con stupendi pro-
rava in tirannide, essendo stato digi e miracoli , operati ad inter-
nel 1408 scomunicato da Gregorio cessione del santo, la cui festa so-
XII, colla sua assistenza presero lennemente celebrasi a' 4 ma gg ,0 j

le armi, e con tutta la famiglia nel qual giorno tutte le terre e


lo cacciarono dalla città, onde in castella soggette a Jesi portavano
tre rami passò a stabilirsi in Fa- al comune in segno di vassallaggio
no, Cingoli ed Osimo, ove fiorì il pallio in tributo, rinnovando
in ricchezza, potenza, per uomini il giuramento di fedeltà. Dipoi
illustri in santità, dignità ecclesia- nel i433 la chiesa di s. Floriano
stiche, dottrina e nelle armi, anzi fu data ai minori conventuali,
da ultimo in Roma se ne stabilì che vi si trasferirono dalla loro
un altro ramo procedente da quel- antica chiesa di s. Marco posta
lo di Fano. Indi i jesini con be- fuori della città, la quale vuoisi

neplacito del Papa diedero il go- che fosse donala al loro fondatore
verno della città a Galeotto Mala- s. Francesco da alcuni monaci.

testa, cui successe il figlio Mala te- Ritornando a Martino V, a per-


sta,che morendo senza successione suasione di Francesco Sforza si
Jesi ricadde in pieno potere della pacificò con Braccio, lo spedì con-
Sede apostolica sotto Martino V. tro i bolognesi ed altri, conceden-
Prima di questa epoca e nel i4o8 dogli in governo a lui, figli e ni-
Braccio Fortebraccio perugino par- poti Jesi ed altre città. Avendo
tendo da Todi coli' esercito, prese lasciato al governo di Jesi Giaco-
Jesi e poi lo difese dalle genti di mo degli Arcipreti della Staffa pe-
Ladislao re di Napoli che voleva- rugino suo capitano, prese Bolo-
no occuparlo. Neil' anno seguente gna ed altre terre che consegnò al
Braccio coi jesini ed altri colle- Pontefice, e morì nel i4^4- Osser-
gati s'impadronì di Apiro. Esten- vando la città che il governo dei
dendo Braccio il suo dominio, ob- vicari riusciva molto nocivo, men-
bligò i luoghi soggiogati a tributi tre quasi dispotico passava alle
corrispondenti alle loro possidenze, violenze fomentate dalla rocca, ri-
ed all'omaggio del pallio di mol- solsero i jesini spedire ambascia-
to pregio, ed altrettanto fu obbli- tori a Martino V nel 1422, a
gato a far Jesi, ove si ritirò nel- supplicarlo permettere che si de-
l'inverno. Sotto i Malatesti è nel molisse la ed a voler per-
rocca,
i4ii f" ritrovato in Jesi non lun- mutare governo de' vicari in
il

gi dalle sponde del fiume il corpo altro più regolare. 11 Papa con
di s. Floriano cittadino esino , breve dato a Gallicano a'4 giugno
martire della persecuzione di Dio- permise che la rocca fosse distrut-
cleziano, dopo essere stato ineor- ta, e quanto alla remozionc del
294 J ES JES
vicariato poi avrebbe proceduto. fare un nobile baldacchino di rin-
Essendo i laidissimi eretici fraticel- forzato bianco figurato, elesse quat-
li protetti dai ghibellini, si avan- tro deputati per regolale le so-
zarono anche nel territorio esino, lennità, donò allo Sforza cento so-
perchè Jesi eradi parte ghibellina: me di vino, cento libbre di cera ,

infettarono de'loro errori Maiolati, cinquanta libbre di confetti, e tren-


Massaccio ed altri luoghi. Subito ta paia di polli o anitre. Essendo
accorse a riparare tanti scandali i coniugi in Jesi e dovendo parti-
Martino V, con spedire commissa- re Francesco contro Nicolò Picci-
ri, ed a Jesi s. Giacomo della nino celebre capitano, con atto
Marca francescano , il quale col dato in Jesi a'^4 ma og'° dichiarò
suo mirabile zelo annichilò gli em- governatrice della Marca la suri
pi settari in queste parti, e nella moglie Bianca, la quale parti poi
chiesa di s. Giacomo apostolo del- dalla città nell'agosto, e vi tornò
l'ospedale di Jesi fondò la com- il marchese nel seguente autunno.
pagnia del Buon Gesù. Nel pon- Il Piccinino fu interamente vinto\
tificato di Eugenio IV il concilia- e morì poi nel i44^-
bolo di Basilea incitò Francesco Intanto Eugenio IV risiedendo
Sforza a muovere guerra al Pon- in Siena, nei i444 confederossi con
tefice, quale vedendo invasa la
il Alfonso V re d'Aragona, colle con»
Marca ordinò alla provincia di dizioni d' investirlo del regno di
porsi in armi, che però furono Napoli e di ricuperare alla santa
superate dal valoroso capitano , Sede la Marca d'Ancona. Il mar-
che nel declinar del i433 prese chese preparandosi alla difesa , la-
anche Jesi e tutte le terre del sciò a quella di Jesi Troilo suo co-
contado. Continuando Francesco i gnato. Per la superiorità delle for-
conquisti, convenne ad Eugenio ze pontificie ed aragonesi ,
quelle
IV accomodarsi alle congiunture, del marchese non poterono im-
e nel i435 lo investi di tutta la pedire che tutti i luoghi in un a
Marca, dichiarandolo marchese di Jesi cedessero. Pare che a Jesi si
essa e gonfaloniere Chiesa; di s. conducesse ile benché la città
re,
ond'egii recandosi altrove a guer- fosse fedele allo Sforza, ed il ca-
reggiare , vi lasciò luogotenente stellano della rocca facesse resisten-
generale Foschino d' Attendoli, cui za, Troilo l'abbandonò ad Alfonso
successe Con luccio de Mattei. Es- V. Poco dopo portandosi le genti
sendo Francesco in Jesi nel 14^9 del marchese a Jesi, cittadini am- i

invitò le città della Marca a so- mazzarono tutto il presidio regio,


lennizzare il matrimonio di Isolea e s' impadronirono per una grotta
sua figlia. Indi in Cremona nel- sotterranea della rocca, che poscia
l'anno i44* meglio nell' anno fu di nuovo dal marchese fortifi-
i44 2 ^ce Francesco il suo mari- cata.Voleva questi portarsi a Jesi,
taggio con Bianca Visconti figlia avendo mandato il fratello Ales-
bastarda del duca di Milano Fi- sandro alla difesa di Fermo; ma
lippo Maria, che gli portò in do- essendone impedito, con patente de-
te tale città. Per celebrare questo gli ir luglio 444? spedita da Pe-
1

sposalizio preparò loro nel


Jesi saro, affidò il governo di Jesi al
i443 conveniente abitazione, fece commissario Giovanni de Schitij da
,

JES JES 19"


Cremona. Nel pontificato di Nicolò de cessato il contagio per gratitu-
V dovendo il marchese aiutare il dine eressero con singoiar prontez-
suocero duca di Milano travaglia- za una bella cappella sotto il ti-

to dai veneti , s' indusse a cedere tolo di s. Maria delle Grazie, che
al Papa Jesi, venendo perciò assolto poi fu annessa alla chiesa de' car-
dalla scomunica. Allora Alfonso V melitani. Dispiacente Sigismondo
con atto degli 8 agosto i447 or- Malatesta che i suoi antenati aves-
dinò a fr. Giovanni de Cenesis suo sero ceduto Jesi al Papa, a questo
governatore di Jesi, di renderlo a si ribellò; indi fremendo della scon-
Nicolò V, che vi mandò alla cu- fitta ricevuta da Federico di Mon-
stodia Giovanni Piccinini nipote del te Feltro capitano della Chiesa, si

defunto, con numero considerabile collegò cogli anconitani nelle ver-


di gente. Temendo i jesini che il tenze su Chiaravalle, onde per tal
Papa volesse dare la città a Gio- modo conseguir il dominio di Jesi.
vanni, e che ne imprigio-
questi Venuti alle mani
con essi i jesini
nasse i primari cittadini , dubi- sotto la condotta di Lodovico Mal-
tando il magistrato che il popolo vezzi trionfarono, impadronendosi
si sollevasse, fece tutto conoscere a dello stendardo de' nemici. Conti-
Nicolò V col mezzo del suo fami- nuando Malatesta a nutrire il suo
gliare Ugolino Salvoni di Jesi. Con disegno, Jesi mandò nelle sue ter-
breve dato in Foligno il primo di re soldatesche per difenderle. A por
luglio i45o, Nicolò V assicurò la fine a sì nocevoli turbolenze, si

città ch'essa solo la santa Sede a- portò a Jesi il cardinal Olivi di


vrebbe per signora, e che niun ri- Sassoferrato legato della Marca,
gore sarebbe stato esercitato con quando Sigismondo occupò Mu-
alcuno, mantenendosi nella debita sciano; ma Pio II nel 1464 ordi-
fedeltà. Giunto in Jesi il breve fu- nò che si restituisse a Jesi, i cui
rono fatte grandissime allegrezze deputati ne ricevettero le chiavi ,

per essersi dileguati timori colle i colle quali per


segno di possesso
benigne assicurazioni del Pontefice. ne chiusero ed aprirono le porte,
Zelante contro i fraticelli spedì Ni- indi nel piti alto punto della torre
colò V commissari per estirparli, fu inalberata la bandiera del co-
ed il Piccinino distrusse Massaccio, mune di Jesi.
Maiolati ed altri luoghi, e proce- Nel medesimo anno i4^4 Pio II
dette con severità coi delinquenti, partì da Roma a' 18 giugno per
rei dei più nefandi eccessi. Insorse- imbarcarsi in Ancona, alla testa
ro intanto nuove discordie tra gli della crociata navale contro tur- i

anconitani ed i jesini, pretendendo chi. Recandosi al santuario di Lo-


i primi di avere qualche ragione reto ed a Fabriano, il pubblico
nel territorio dell'insigne abbazia di Jesi l'invitò ad onorare di sua
di Chiaravalle allora posseduta da presenza la città, ed egli volentie-
Jesi, fondata in un col tempio da ri vi si recò per sedare le discor-
s. Bernardo. Anche la peste trava- die tra'cittadini, ch'erano grandis-
gliò Jesi in modo, che ne periro- sime. Il Grizj particolarmente no
no sino a tre o quattrocento al descrive le dimostrazioni ossequio-
giorno ; ricorsero i cittadini all'in- se colle quali fu ricevuto il Pon-
tercessione della Beata Vergiue, ou- tefice, il quale ammise al bacio del
296 JES JES
piede i cittadini, esortando tutti, a alsantuario di Loreto; indi nell'an-
vantaggio comune, alla pace e per- no seguente si dilatò verso mezzo-
fetta concordia. Tali ammonizioni giorno con fabbricare Terra vecchia.
produssero felice effetto onde di-
, Nel 1480 si decretò di porsi l'im-
messi gli sdegni, tutti si videro al- magine della Beata Vergine in cat-
legri e riconciliati. Tre giorni il tedrale, e di farsi ogni anno a' a
Papa dimorò in Jesi, e partendo giugno solenne processione, in me-
a' 19 luglio per Ancona fu accom- moria di essersi liberata Jesi da
pagnato da tutta la nobiltà. A. ca- quelli che volevano occuparla. Quan-
gione della carestia ch'era in An- do nel 1027 a' 19 giugno morì a
cona, Jesi spedii oratori a Pio II Val di Castro s. Romualdo, fon-
facendogli omaggio di una conside- datore dell' insigne congregazione
rabile somma di denaro per la benedettina de' camaldolesi, ivi gli
guerra, di cento some di farina, di fu data sepoltura. Aperto il sepol-
cinquanta d'orzo, quaranta di vi- cro dopo quattrocento quarant'an-
no, con molta quantità di animali ni fu trovato il sacro corpo intat-
selvatici e domestici. Tanto gradi to. Per una malintesa divozione nel
il santo Padre sì affettuose dimo- 1481 i camaldolesi Matteo mona-
che donò alla città Mon-
strazioni, co e Rocco converso del Piemon-
te Marciano e Gasciano o Cassaro, te, professi del monastero camal-
confermandogli il possesso della dolese di Classe, di notte levarono
Barbara. Il zelante Pontefice morì il corpo di s. Romualdo dall'abba-
poco dopo in Ancona. Nel i47° zia di Val di Castro nel territorio
gli ebrei furono espulsi da Jesi, pei di Fabriano, per portarlo alla loro
loro traffichi illeciti ed altre ne- patria; lo posero in un sacco e so-
quizie. Vennero in questo tempo pra un' asina, inviandosi verso Jesi.
ad abitale la città molte famiglie Entrati nel borgo di s. Floriano
di Lombardia, massime nel castel- presero alloggio nell'osteria detta
lo di s. Maria Nuova tre miglia di Marchionne, ponendo il sacco
lunge da Jesi, per invito del co- in una camera; indi mentre i re-
mune, onde riparare allo spopola- ligiosi andavano per la città un ,

mento cagionato dalla pestilenza, puttino dell'oste vide per le fessure

che nuovamente avea afflitto la cit- della porta della camera, ov'erano
tà ed il contado ; per cui la cap- le sante reliquie, ardere di gran-
pella del ss. Crocefisso de' do meni' dissime fiamme, onde spaventato
cani fu dal pubblico abbellita con gridò fuoco, fuoco. Accorse il pa-
fini marmi e squisite pitture. I dre e gli altri ch'erano nell'osteria,
nuovi abitanti di s. Maria Nuova e videro altrettanto ; ma aperta a
si chiamarono perciò lombardi, e vi forza la camera non si trovò nem-
cacciarono quegli albanesi ch'essen- meno segno del fuoco. Tutta-
il

dovisi stabiliti sotto Malvezzi, de- volta aprirono il sacco, e con sor-
predavano luoghi convicini. A-
i presa vi trovarono delle ossa. In-
vendo Sisto IV fatto una lega con- teso il successo il vescovo Tomma-
tro i i jesini somministra-
turchi, so Ghislieri fece subito ritrovare i

rono grano e farina. Nel


molto monaci che vagavano smarriti per
147^ la città splendidamente allog- la città, e da loro subito intese il

giò il duca d'Urbino che portavasi fatto; adunato immediatamente il


JES JES 297
clero, con solennissima processione nlti colla cecità, indi miseramente
fece portare le reliquie alla catte- furono divorati dai lupi.
drale. 11 consiglio della città deci- Nel pontificato d'Innocenzo Vili
se di trattenerle, consultando tut- nate in Jesi gravi differenze circa
tavia gli studenti di Perugia. Poscia i pubblici offìzi, il Papa vi prov-
spedi oratori al cardinale Raffaele vide nel i485 con apostolico bre-
Riario legato della Marca , acciò ve; non ostante nell'anno seguente
notificasse l'accaduto allo zio Sisto alcuni facinorosi, profittando della
IV, interessandolo perchè il sacro guerra incominciata tra il Pontefi-
corpo rimanesse in Jesi; ed in pari ce e Ferdinando I re di Napoli,
tempo impetrò altrettanto dal ge- tentarono impadronirsi della città
nerale de' camaldolesi, con promes- coll'uccisione del gonfaloniere Bon-
sa di erigere un'abbazia pe' mona- fìlio Ripanti ed altri: accorso il

ci onde custodire il santo corpo. governatore della Marca in Jesi


Ma i fabrianesi venuti in cognizio- die sentenza contro i ribelli. Per
ne dell'accaduto, subitamente ne sifFatto avvenimento alcuni cittadi-
avvisarono il cardinal legato, gua- ni si ritirarono nelle castella, che
dagnandolo perciò in loro favore. fortificarono con grosse mura, fos-

In fatti a' 19 gennaio 1481 il car- se e merli; indi terminate le guer-


dinale scrisse ai jesini, perchè con- re ritornò la calma. Avendo mos-
segnassero le reliquie al suo udi- so lite il cardinal di s. Angelo al

tore e commissario Giovanni Pellic- comune sopra la Barbara, gliene


cioni. Allora ebbero luogo nuove fu dato il possesso. Sino dal 1482
istanze de' jesini per ritenerlo, od stabilironsi in Jesi i carmelitani, e
almeno che ad evitar disordini non nel 149 1 fecero altrettanto i mi-
si permettesse ai fabrianesi di re- nori osservanti. Però il march. Ric-
carsi a prenderlo processionalmen- ci nelle Memorie t. I, p. 127,
sue
te, ma che sarebbe trasportato fuo- dice che minori ebbero il con-
i

ri del territorio Esino, e consegna- vento nel 147 1, e che nel 1600
to a chi il cardinale avesse depu- ricevette molte variazioni. Da una
tato. Con istento i jesini ottennero carta del 1 49^ si rileva, che il duo-
un braccio che fu racchiuso entro mo o cattedrale fu edificato a spese
reliquiario d'argento fatto da un del pubblico; si parlerà forse del
Colocci, quale poi fu rinnovato
il restauro che qualche anno prima
piìr bello nel 1676 dal canonico erasi fatto al tempio. Nel pontificato

Adriano Colocci e collocato nella di AlessandroVIj Cesare Borgia duca


cappella Colocciana in cattedrale, Valentino occupò la Romagna,
prima detta del battesimo, poi di Senigallia ed altre provincie della
s. Romualdo. Quanto al corpo, d'or- Chiesa, per cui nel i5oo Jesi era
dine del cardinale fu consegnato in gran timore, non sof- ma altro

a' fabrianesi, e miracolosamente si fri che somministrazioni di uomi-


collocò nella chiesa di s. Biagio ni e di viveri, i quali fornì pure
de' camaldolesi in Fabriano, di che a Giulio II per le guerre che do-
già ne trattammo al voi. VI, pag. vette sostenere : in questo tempo
291, e voi. XXII, pag. 270 del rinnovaronsi le liti e le ostilità tra
Dizionario. Solo qui aggiungeremo, i jesini e gli anconitani per l'ab-
che i sacrileghi monaci furono pu- bazia di Chiaruvalle, il perchè si
298 JES JES
interpose nel i5io Giulio II per multa di venlicinquemila ducati,
ridonare la pace alla provincia. privazione del contado e privilegio,
Per queste differenze Silvio Picco- cui li condannò il legato, dopo a-
lomini signore di Monte Marciano ver dichiarato ribelli i jesini, ed
raccomandò il suo stato al comu- ordinato di non più molestar gli
ne. Nuovi disordini ebbero luogo anconitani. Conosciutosi il mal
cogli anconitani, benché le que- fatto, si adoperarono presso il Pon-
stioni fossero state rimesse all'au- tefice pel perdono, e l'ottennero
torità pontificia, onninamente vol- in un alla reintegrazione del con-
le il magistrato di Jesi che secon- tado e remissione delle altre pene.
do il consueto d'ogni anno un Col rigore il comune represse i
capitano con accompagna-
scelto ribelli, ma nella guerra insorta
mento si portasse nel i5ii collo tra Leone X e il duca d'Urbino,
stendardo pubblico spiegato all'ab- questi nel i5\*j saccheggiò molti
bazia di Chiaravalle, ove venerata luoghi, particolarmente Jesi, die
la ss. Vergine ed offerto un cereo, perde molte artiglierie e pubbli-
avessero luogo i consueti atti pos- che scritture. Nel 5 19 la città
1

sessori», per non pregiudicarsi nei aiutò Serra s. Quirico e Retorsio


diritti, che fu fatto formal-
ciò minacciati dai fabrianesi; indi nel
mente. Indi venne proposto ai je- i5ai Leone X gli restituì l'ab-
sini un compromesso in tre cardi- bazia di Chiaravalle colla sua giu-
nali, al che si ricusarono per ri- risdizione, e venne trattata la pace
tenerli favorevoli agli anconitani cogli anconitani.
e per aver questi occupato Monte Nel pontificato di Clemente VII,
s. Vito, oltre la fortezza di Fiu- per le guerre che minacciavano
mesi no. Ebbe
luogo la sentenza lo stato ecclesiastico, il Papa invi-
contro che appellandosi al
Jesi, tò il comune a risarcire le mura,
Papa fu d'uopo quietarsi per allo- pulire la fossa della rocca, ed al-
ra. A popolare Terra vecchia os- tro per porsi in grado di difesa.
sia il borgo, e ad accrescerne le Rinnovandosi le fazioni cittadine,
abitazioni, furono nel i5i 3 obbli- essendo fomentate le parti dal pre-
gate le comuni soggette ad acqui- sidio della venne at-
rocca, questa
stare uno spazio e fabbricarvi una terrata col consenso del Papa, e
casa, nel quale anno il contagio co'suoi cementi furono rifatte le
pestifero travagliò i jesini. Nella mura di Terra vecchia ed edifi- ,

sede vacante per morte di Giulio cato un torrione a Portafalsa. Pel


II, Jesi ne volle profittare per rein- mantenimento della pace la città
tegrarsi contro Ancona del perdu- elesse in governatore il cardinal
to, armando un esercito di dieci- Alessandro Cesarmi da tutti ama-
mila fanti e ottocento cavalli per to, che vi mandò un vice-gover-
assediare Monte san Vito. Gliene natore. Per le maniere improprie
fece divieto il legato della Marca, di questi, passati cinque anni, nel
implorando ancora l'autorità del i528 si fece congiura e fu caccia-
nuovo Papa Leone X; ma inutil- to, mentre si dichiarò governatore
mente, perchè si volle procedere provvisorio il vescovo^ finché il

all'assedio, con dannosa riuscita, sia Papa nominasse un soggetto ido-


per essere stati respinti, sia perla neo a fungerne l'uflizio. La santa
JES JES 299
Sede invece determina che il go- l543 dovette passarvi per recarsi

verno della città spettasse al go- a Busseto, che il Baldassini chiama


verno generale della provincia del- Bassero, onde abboccarsi con Car-
la Marca d'Ancona, per cui mon- lo V, si procurò ribattere le ca-
signor vice-legato si recò a pren- lunnie. Così avvicinandosi il Papa
derne possesso. Ritrovandosi nel- alle due deputati consegna-
porte,
l'anno precedente Clemente VII rono a sua Santità le chiavi ed
assediato in Castel s. Angelo dal- un ramo d'olivo verdeggiante, ed
l' iniquo esercito di Borbone, i je- in un arco trionfale appositamente
sini mandarono al Pontefice più eretto,venne rappresentato il tem-
migliaia di soldati e quattordici- pio di Giano colle porte chiuse.
mila ducati d'oro, avendo già in Piacque a Paolo 111 tale contegno
tempo di Leone X mantenuto per e difesa senza parlare, e la matti-
un mese diecimila svizzeri. In ri» na seguente accolse benignamente
conoscenza Clemente VII con suo il magistrato, e si fece vedere al
breve, che nel Baldassini si legge popolo lietissimo, tra lo sparo dei
a p. ii 6, concesse a Jesi l'annua cannoni, il suono delle campane
estrazione di mille l'ubbia di gra- e le grida festevoli de' jesini. Qui
no e molte graie; Nel 1 53o par- però noteremo, che il Colucci nel-
te dell'esercito dell'imperatore Car- le sue Memorie isteriche Planiesi
lo V volendo danneggiare la città a p. 59 riporta una lapide esisten-
ed castelli,
i per le opportune te nella facciata esterna del palaz-
provvidenze che si presero nulla zo pubblico di Serra s. Quirico,
accadde, e furono premiati citta- i ove si dice che nel i539 a' 3 ot-
dini fedeli. Nel 1 538 i cappuccini tobre Paolo III onorò di sua pre-
fecero istanza di fondare un con- senza il luogo, con sette cardinali,
vento, e gli fu concesso perciò un e gli ambasciatori dell'imperatore,
luogo eminente prossimo alla Strep- dei re di Francia, Portogallo ed
para. Nel i54.2 fu preso il solèn- Inghilterra e della repubblica ve-
ne possesso di Chiaravalle ed altri neta. Aggiunge,, che in questo me-
luoghi, e venne fusa la campana desimo anno parimenti il detto
per la torre del palazzo pubblico, Pontefice passò per Jesi recandosi
per opera di alcuni francesi, che a Nizza per riconciliare Carlo V
riuscì di bellissimo suono. In que- con Francesco I re di Francia,
sta circostanza fu coperta la magni- per cui dal consiglio furono pre-
fica torre, già edificata sotto In- scelti sei per fare i ne-
cittadini
nocenzo Vili, ma poi rovinò nel cessari provvedimenti, come il Bal-
1657 coli' orologio. E qui note- dassini giuniore afferma nelle sue
remo che Alessandro VII avendo- patrie Memorie a p. i3o e i3i,
ne ordinata la riedificazione, inve- onde non può dubitarsi di tal

ce di tre ordini, come l'antica, un passaggio d' appresso a questo luo-


solo ne fu fatto, sul quale venne go ancora. Ciò non niego, ma (àc-

collocata la campana che nella ca- cio solo Novaes


osservare, >clie il

duta nulla avea sotFerto. nella Storia di Paolo III, ed il


Essendo stato sinistramente infor- Fellone ne' Piaggi de' Pontefici^
mato Paolo Illa danno di Jesi, come scrivono che il Papa partì da Ro-
di città inquieta! allorquando nel ma per IN izza nel marzo od aprile
3oo JES JES
1 538, e che rientrò in Roma ai avea già beneficato la città. Gli
^4 loglio. Inoltre avvertiremo che fu fatta l'offerta d'un bacile e di
Paolo 111, secondo due storici ci- i un bronzo d'argento coll'arma del
tati,, nel 1 54 ripartì da Roma 1 pubblico, del valore di scudi cen-
per recarsi da Carlo Y a Lucca tocinquanta, e nel seguente anno
a' 27 agosto con gran corteggio l'elezione del podestà fu rimessa
di cardinali ed ambasciatori. Nel all'arbitrio del cardinale, che inol-
j549 i jesini per la scambievole tre invitò i jesini a porre ad
benevolenza che passava coi fer- esecuzione la fabbrica del ponte
mani, gl'invitarono all'obbedienza sul fiume Esino, essendo pure vo-
della Sede apostolica. Nel i54^ il lontà dello zio Papa, ciò eh' ebbe
cardinal Savelli legato della Mar- effetto. Benevolo fu s. Pio Ghi- V
ca visitò Jesi, nella quale occasio- slieri di Bosco coi jesini, e mentre

ne si stabilì l'erezione del moria- voleva assegnare alla città uno


siero per le religiose, ed essendo stabile governatore, passò in cielo
piaciuto al cardinale il borgo di a ricevere il premio delle sue vir-
Terravecchia, fu ordinata la mat- tù. Nel i5y5 penuriando di acqua
tonazione -della strada, cui fu im- i cappuccini, il comune fece tras-
posto il nome di Via Savella i
portare in miglior sito il loro con-
anzi per testimoniare meglio al vento; indi nel 1578 s'incominciò
porporato la gratitudine del pub- la fabbrica" del monastero delle
blico pei benefìcii ricevuti, avendo monache di s. Chiara, colla rego-
in quel tempo la città facoltà di la de'minori conventuali. Nel 1579
battere moneta, ne fece coniar u- Jesi ebbe la consolazione di rice-
na colla di lui effigie, e nel rove- vere con ogni segno di riverenza
scio lo stemma gentilizio coll'epi* il cardinal s. Carlo Borromeo, che
grafe : Aexii Cìvitas inerenti die. alloggiò dai conventuali. Nello stesso
Eletto nel i555 Paolo IV, la anno fu decretato il canale navigabi-
città spedì in Roma i consueti le dalla città sino al mare, ma per
per fare omaggio al
ambasciatori, le tante difficoltà affacciate dai
nuovo Papa, ed impetrar la con- cittadini ,
per mala ventura non
férma de' privilegi del comune. ebbe effetto un'opera che sarebbe
Collegatosi Paolo IV coi francesi riuscita utilissima al commercio,
onde cacciar gli spagnuoli dal regno onde Gregorio XIII ne depose il
di Napoli , i. jesini presero di- pensiero. Nel i58o venne introdot-
verse misure di sicurezza, provve- ta l'arte della lana, e nel seguen-
dendo la fortezza di munizioni) te si propose l'erezione di un pub-
contribuendo molta farina alle mi- blico fonte, colje acque di Fonte-
lizie papali ; inoltre i jesini allog- secca; dipoi nel i584 Sl fabbrica-
giarono dodici mila francesi a rono nuove mura. Assunto al pon-
Chiaravalle. Nel i563 fu giudica- tificato Sisto V, con energiche mi-
to opportuno eleggere un cardi- sure liberò anche queste parti dai
nal protettore, onde per primo fuorusciti, che commettevano im-
uel consiglio di credenza e in punemente ogni sorta di delitti.

quello generale fu acclamato il La città fu lietissima della sua e-


cardinal s. Carlo Borromeo nipote sallazione come marchegiano, e sic-
deli'allora regnante Pio IV, che come provava molte incomodità
JES JES 3oi
per essere soggetta al governo di zo concorrendovi Alessandro VII
:

Affaqerata, nel 158:" implorò ed potè rifabbricarsi il primo ordine


ottenne un prelato per particolare della medesima. Nel 1659 padri i

governatore di Jesi, che dovesse dell' oratorio di s. Filippo furono


essere sempre referendario aposto- trasferiti dalla contrada della Po-
lico. Con sommo piacere de' jcsini sterna alla chiesa di s. Giovanni
fu nominato primo governatore uffiziataprima dai barnabiti ovve-
l'ottimo monsignor Sebastiano Ghi- ro apostolici. Nel 1660 il vescovo
slieri , al quale furono conferiti cardinal Cibo ridusse nel conser-
tutti gli onori e prerogative dei vatorio sotto il titolo della Pietà
gonfalonieri. A' io settembre i586 alcune terziarie di s. Francesco
gli successe monsignor Battista Vol- che vivevano in diverse case: il

ta bolognese, a cui fu assegnato conservatorio fu stabilito vicino alla


per abitazione il palazzo priorale, porta di s. Floriano. Dipoi nel
che sarebbe pur stata residenza 1684 il conservatorio fu trasferito
de'successori se prelati referendari. in contrada la Postema o sia Por-
Nel secolo seguente e nel 1623 ta nuova, dove poi fu eretto il

ai 28 maggio il vescovo monsi- seminario, fabbricato a spese del-


gnor Tiberio Cenci romano ritro- l'esino monsignor Petrucci vescovo,
vò il corpo di s. Settimio primo il quale cambiò il titolo in quello
vescovo e prolettore della città ,
della ss. Trinila , e le terziarie
la quale ordinò un busto con te- abbracciarono tosto la regola del-
sta d'argento per custodia di sue la Beata Vergine del Monte Car-
reliquie, e riposto nella cattedrale, melo dell'antica osservanza, poscia
uua delle chiavi fu consegnata al ne presero anche l'abito. Nel 1696
magistrato. Il corpo fu dal cardi- venne stabilito il conservatorio del-
nal Scipione Borghese, nipote di le zitelle dette del Soccorso, che
Paolo V, urna di
collocato in vestirono sotto il vescovo Fedeli
marmo nell' aliar maggiore tutto l'abito del terzo ordine di s. Do-
incrostato di marmo, con analoga menico. Nel 1702 il terremoto si

iscrizione. fece sentire in Jesi replicatamente,


Verso l'anno l63i furono ag* onde gli abitanti ricorsero alla mira-
giunte nuove muraglie alla città, colosa immagine della Madonna
che uniscono con Terra-
la Valle delle Grazie. A cagione dell'insalu-
vecchia, come ancora furono aper- brità del sito, nel 1708 le suddette
ti attorno la città ameni passeggi. carmelitane si trasferirono in un
Benevolo di Jesi fu Urbano Vili nuovo monastero presso la chiesa
in tutte le congiunture che gli si di s. Giuseppe in contrada Piaz-
presentarono, e con breve del 1640 zapadella; la chiesa fu poi consacra-
provvide alla conservazione delle ta dal cardinal Bussi vescovo di
famiglie nobili. In segno di peren- Ancona. Nel 1734 i cittadini gra-
ne riconoscenza, la città nell' apri- ti alle beneficenze di Clemente
re una delle principali porte, dal XII eressero a proprie spese un
suo nome la chiamò Porta Urba- arco fuori della porta principale,
na. Nel 6^7 ai 21 febbraio ro-
1 la cui iscrizione Girolamo Baldas-
vinò la bellissima torre del pub- ni riportaa p. 3 16 delle sue Me-
blico, posta nell'angolo del palar- morie. Nel 1735 il vescovo Fon*
3o: JES JES
seca pose la prima pietra nella so mese la Marca la Romagna,
nuova cattedrale a'9 febbraio; quin- onde il fiume Esino gonfio di ac-
di a'20 ottobre 174» la consacrò. que abbattè il suo ponte e demo-
Era l'antico ospedale della città Pi la chiusa che serviva pel molino
situato in luogo angusto, onde il Franciolini, cagionando altri danni
detto zelante vescovo con saggio notabilissimi. Negli anni successi-
consiglio chiamò in Jesi nell'anno vi, tranne quelle cose che riferi-

1 742 religosi benfratelli ; ad es-


i remo trattando de* vescovi di Jesi,
si fu consegnato l'ospedale eh' era e delle notizie ecclesiastiche, la cit-
nella piazza di s. Floriano conti- tà godette pace e quiete sotto il

guo al palazzo vescovile , conse- materno dominio della


pacifico e
gnato dall' arciconfraternita di s. romana Chiesa, se non che sog-
Lucia che prima lo reggeva, con giacque a quelle fatali vicende che
tutte le copiose rendite per fabbri- nel declinare del passato secolo e
carne un altro più comodo agl'in- nei principi i del corrente provò
fermi ed ai religiosi, come si ese- lo stato pontificio.
gui nella nuova fabbrica del gran- Da ultimo nel viaggio fatto dal
dioso ospedale. Nel 174^ gli esi- regnante Papa Gregorio XVI nel
ni per gratitudine verso la Beata 1841 per la visita del santuario
Vergine delle Grazie nella chiesa di Loreto, onorò di sua presenza
de' carmelitani con corone calzati, questa città. Venerdì 17 settem-
d'oro la fecero coronare, facendo bre il Papa col suo seguito partì
la solenne funzione monsignor Pie- d'Ancona, visitò la chiesa di Chia-
tro Pe troni già governatore di ravalle e lo stabilimento de'tabac-
Jesi e canonico della basilica va- chi, e verso il mezzogiorno giun-
ticana, come delegato da quel ca- se presso Jesi. A mezzo miglio
pitolo.Per avere Benedetto XIV dalla città e precisamente al ponte
con due brevi nel 1752 termina- della Granita, sulla via provinciale
ta la lite tra la città e il contado, esina, era slato eretto un sontuoso
e decorato il maestrato nobile di arco trionfale a provvidenza del
abito distinto da quello del conta- comune, ed a testimonio di vene-
do, che prima avea il solo gonfa- razione con analoga iscrizione. Po-
loniere, la città gli eresse sulla co dopo la magistratura civica con
porta principale quell'iscrizione che alla testa il gonfaloniere comm. fi*.

si legge nelle citate Memorie


a p. Alessandro Ghislieri si presentò a
3ii. Nel 17^7 con generale con- tributare i consueti omaggi di sud-
tento dai religiosi ben fratelli fu ditanza colla presentazione delle
aperto il nuovo ospedale situato chiavi, mentre buon numero di
fuori di porta Australe o sia por- giovani vestiti uniformemente di
ta Romana , e fu tenuto per il bianco con tracolle gialle ebbero
più magnifico della Marca. Dipoi il permesso di trarre alia catte-
nel 17^9 fu aperta la nuova drale la carrozza in cui era sua
chiesa de' carmelitani calzati posta Santità, preceduta da una schiera
nella via Savella, di vaga e mae- di fanciulli vestiti con eleganza e
stosa Nel luglio
struttura. 1765 a foggia d'angeli, che spargevano
si rinnovò quell' inondazione che fiori ed erbe olezzanti di grato
nel 161 1 avea desolato nello stes- odore. La città fece bella mostra
,

JES JES 3o3


di se per profusione di damaschi scrizione venne dichiarato ono- 1'

diversi posti alle finestre delle ca- re e la compiacenza che prova-


se,per colonne di verdura situate va il cardinal vescovo nell'avere ad
lungo la via del Corso, ma soprat- ospite il sommo Pontefice. Il san-
tutto per l'affollamento del popo- to Padre avea divisato di recarsi
lo concorso anche dai prossimi luo- nelle ore pomeridiane alla visita
ghi, che giubilante applaudì alla delle monache de'due monasteri
vista del santo Padre, con divote e della città, ed ancora al palazzo
ripetute acclamazioni. Alla cattedra- municipale, a tale effetto messo a
le fu incontrato dal vescovo cardi- festa; ma trasmutatasi l'atmosfera
nal Ostini e dal cardinal Ferretti ch'era stata pur serena nel matti-
arcivescovo di Fermo, dal capitolo no, con dispiacere dovette tratte-
della medesima, da quello della col- nersi nell' episcopio, tanto più che
legiata della città, non che dagli erano stale date tutte le convenien-
altri di Monte Carotto e Massac- ti disposizioni e persino la riunio-
cio, oltre i parrochi della diocesi. ne di alcune claustrali onde am-
Genuflesso quindi innanzi al ss. metterle al bacio del piede. Tut-
Sagramenlo con gran pompa espo- ta voltanon lasciò inesaudito il
sto, ne ricevette la benedizione per numeroso popolo ch'erasi adunato
le mani della prima dignità del nella piazza per rivederlo, laonde
capitolo il priore d. Rambaldo Ma- dalla loggia lo ribenedì e si trat-
gagnine Sulla porta del sacro tem- tenne piacevolmente un istante in
pio fu collocata dal clero una epi- riguardarlo paternamente Nella .

grafe celebrante l'avvenimento. Il sera la città rifulse per le copiose


Pontefice sotto baldacchino, le cui ed eleganti illuminazioni, figuran-
aste erano sostenute dai canonici do splendidamente e vagamente la
dal magistrato e dal governatore, lunga e bella via del Corso per la
passò poi all'episcopio, che per sin- luminaria di faci con grandi fe-
goiar cura del cardinal vescovo stoni di giobetti trasparenti a va-
era apparecchiato a residenza pon- ri colori, e per due obelischi po-
tificia, da dove introducendosi nel- sti alla testa della stessa contra-
l'adiacente palazzo Ripanti riuscì da, che illuminati presentavano
il santo Padre alla grande loggia iscrizioni allusive al pubblico giu-
appositamente con decoro dispo- bilo per l'augusta presenza del
sta, e di là benedì affettuosamen- Papa. A significazione poi d'esul-
te l'immenso e feslcggiante popo- tanza ebbe pur luogo nella piaz-
lo. Quindi in una delle sale del za del teatro l'incendio di una
palazzo Ripanti convenientemente macchina imponente di gaio fuoco
addobbai», il Pontefice in trono d'artifizio, cui intervenne a goder-
benignamente ammise al bacio del lo il nobile corteggio pontificio. A
piede il clero secolare, la magistra- cagione del tempo , egualmente il
tura municipale cui esternò la sua santo Padre si vide impedito di
viva soddisfazione per tante amo- recarsi nella sera nel palazzo mu-
revoli dimostrazioni, il governato- nicipale, ove erasi riunita la no-
re Filippo Meschini, e gli altri biltà della città. La mattina del
pubblici impiegati. Nell'atrio dell'e- successivo giorno sabbaio itt set-

piscopio in grandi caratteri con in- tembre, anniversario della nascita


3o4 JES JES
del Pontefice (
particolarità rinfiar- . li si dà notìzia della di lei origi-
cata nella memorata epigrafe) , ne, suo fondatore, suoi eroi, ve-
questi messa celebrata
ascoltò la scovi, governatori, e politico go-
da monsig. Giuseppe Alpi caudata- verno, Jesi 1703 nella stamperia
rio, nella cappella dell'episcopio, sul- di Alessandro Serafini. Girolamo
l'altare della quale era esposto il Baldassini, Memorie istoriche della
braccio di s. Romualdo trasportato- città di Jesi, ivi 1765 appresso
vi dalla cattedrale, e venerato con Pietro Paolo Bonelli. Il medesimo
gran divozione dal Papa, per aver- è pure autore della Risposta alla
ne professato la regola prima del dissertazione di Filippo Vecchietti
suo innalzamento al cardinalato e intorno alla città Ausina, posta in
al pontificato. Indi ricevette a par- fine delle sue Memorie. 11 Vec-
ticolar udienza il cardinal Ostini chietti è autore delle Dissertazioni
vescovo, cui esternò il suo gradi- intorno alla città lAusina. Exstat
mento per la sontuosità ond'era in calce Auximatium episcopo rum
stato trattato insieme al proprio series del p. Zaccaria, nella quale
corteggio, non che per le onore- si tratta, se la città Ausina, ri-
voli dimostrazioni fatte dal magi- Cordata da s. Gregorio I nelle lett.
strato e dal popolo esino. Ac- 89 e 90 del lib. IX, sia Jesi piut-
colli nuovi ossequi del clero e tosto che Osimo. Congressi di al»
de' pubblici rappresentanti nelle cuni giovani a favore di Jesi con-
anticamere, ascese in carrozza do- tro il compendio istorico di Cur*
po aver benedetto il popolo, che zio si stampo Van-
Bernabucci che
in folla, e colle maggiori effusioni no 17^5, Roma 1747- Antonio
d'animo si scioglieva in clamorosi Grizi, Della fondazione di Esio,
viva, cosi proseguendo sino fuori dissertazione, presso il Col ucci, An-

la porta della città. Lungo la tichità picene tom. XIII, p. 197


strada del Corso, dove sono mo- i e seg. che vi fece delle annotazio-
nasteri delle monache, queste si ni. Ivi il Colucci riporta la rela-
mostrarono presso gli usci per a- zione degli scavi tentati in Jesi
vere il benefizio dell' apostolica presso convento de' minori con-
il

benedizione. E proseguendo il viag- ventuali di s. Francesco e la chie-


gio per Fabriano, monsignor Do- sa di s. Floriano, dopo
il 1785,
menico Lucciardi delegato aposto- per ordine di Pio VI, con alcune
lico d'Ancona, che sempre avea riflessioni del medesimo Antonio
corteggiato il santo Padre, al con- Grizi. Si trovarono adunque gli
fine della provincia prese congedo avanzi di un edifizio appartenente
per restituirsi alla sua residenza. ad una cisterna o meglio ad un
Scrissero la storia di Jesi e suo bagno o terme, congetturandosi
contado, Pietro Gritio suo concit- che forse ivi fosse il Campidoglio
tadino : Ristretto dell'istorie di Je- della colonia; più cinque statue con-
si, Macerata 1578 appresso Seba- solari di uomini vestiti di toga sen-
stiano Martellinij libro rarissimo za testa e senza mani, di bellissima
e ben impresso. Tommaso Baldas- scultura, due delle quali sembrano
sini esino sacerdote della congre- appartenere al secolo d'Augusto, alla
gazione di Jesi, Notizie istoriche famiglia del quale vuoisi che la
della regia città di Jesi, nelle qua- colonia di Esio fosse molto alfe-
JES JES 3o5
rìonata. Una di esse dicesi proba- trepidamente delle verità evangeli-
bilmente appartenuta a L. Cesare che, fu costretto allontanarsene, an-
figlio di A grippa e di Giulia so- cora udendo la persecuzione mos-
rella d'Augusto, il quale l'adottò sa alla Chiesa da Diocleziano e Mas-
per figlio. Si rinvennero inoltre simiano. Co'compagni passò in Ro-
due teste, sette torsi ed altri fram- ma a visitare le tombe dei princi-
menti di statue, e sei medaglie, pi degli apostoli, venendo cortese-
cioè tre di Augusto, e le altre di mente alloggiato dal soldato Glacia-
Vespasiano, Filippo e Costantino. no, a cui per virtù divina liberò
Passiamo a dire della sede vesco- una che da cinque anni era
figlia

vile di Jesi e de' suoi vescovi col- molestata da un flusso di sangue,


l'autorità del Baldassini seniore, onde tutta la famiglia si fece cri-
che l'estrasse dall'Ughelli, dal Fer- stiana, come pur fece un cieco
rano, dai romani registri, e dalla per avergli donata la vista In .

cancelleria episcopale; non che noi questo tempo sedeva sulla cattedra
dall'Ughelli stesso della seconda edi- di s. Pietro il Papa s. Marcello I,

zione aumentata e corretta, Italia eletto nell'anno 3o4 che 5


poi pati il

sacra tom. I, p. 279 e seg., per martirio nel 309. Venuto il Pon-
cui aggiungeremo i mancanti nel tefice in cognizione dell'insigne pietà
Baldassini, ed i vescovi altresì del e virtù di Settimio, gli conferì i sa-
secolo passato e del corrente. cri ordini e lo elesse vescovo di Jesi.

La fede cristiana fu predicata in Giunto in questa città, Florenzio


Jesi nei primi anni del IV secolo, giudice consolare gli domandò il mo-
epoca in cui ebbe pure origine la tivo di sua venuta, ordinandogli di
sede vescovile soggetta immediata- sacrificare agli Dei. Settimio rispo-
mente alla santa Sede, come lo è se essere cristiano, ed ivi mandato
tuttora, e ne fu primo vescovo s. dal Pontefice a distruggere l'idola-
Settimio germano, forse di Treveri, tria e predicare il culto del vero Dio.
oriundo da quelle colonie romane Pieno d' ira Florenzio per tali ri-

che si erano portate a popolare quel- sposte, gli stabilì a cinque giorni
le regioni. Questi di nobile sangue, sagrificare Dei ovvero a mo-
agli
ben pre-
istruito nelle facoltà liberali, rire Intanto
. Settimio parlando
sto lo divenne ancora nelle morali; al popolo con molta sapienza del-
laonde, benché gentile, per la sua la verità ed eccellenza della reli-
benignità e mansuetudine a tutti gione cristiana , risanò col segno
fu gratissimo. Arrollato alla milizia della croce un paralitico, e tra
de'romani, illuminato da Dio
che gli altri convertì Marentia figlia
l'idolatria era una diabolica super- del prefetto Florenzio. Questa i-
stizione, ad onta delle contraddizioni stantemente domandando il batte-
de'genitori si fece battezzare. Si de- simo, prodigiosamente da un sasso
dicò alle opere di pietà ed allo stu- scaturì acqua, per cui venne da Setti-

dio delle sacre lettere, e vide di- mio subito purificata col santo la-
nanzi a lui rovinare il tempio e vacro: alla vista di tanto miraco-
la statua di Giove. Abbandonata lo quasi tutti gli astanti si conver-
la patria e i parenti si recò in I- tirono e vollero ricevere il battesi-
talia incompagnia di Emilio e Va- mo . Acceso perciò Florenzio da
lentino, ed in Milano parlando in- maggior furore, ordinò che nel luo-
VOL. xxxvi. 20
3o6 JES JES
go medesimo fosse Settimio percosso piò in esso la serie Rainaldo che fu
nel capo con una scure, e ricevette al concilio generale Lateranense III
così il martirio, a' 5 settembre del nel 179 adunato da Alessandro III,
1

307, secondo l'Ughelli ; la sua fe- cui successeroGrimaldo che nel


:

5
sta però si celebra a ?. 2 di tal me- 1197 intervenne alla consecrazio-
se. Fu allora dai novelli cristiani ne della chiesa di s. Croce dell'A-
preso occultamente il sacro corpo, vellana. Crescenzio che secondo il

e portato in città venne imbalsa- Lucenzio reggeva la chiesa nel 1 207.


mato e sepolto. Questo restò igno- Severino del 1232, come si legge
to per le guerre e vicende de' tempi sopra la porta maggiore della catte-
sino al 1469, in cui fu ritrovato drale. Fr. Gualtiero de'minori elet-
da Tommaso Ghislieri vgseovo del- to da Innocenzo IV, il quale ne ri-
la propria patria, e trasportato alla mosse Armanno eletto dal capitolo,
cattedrale già eretta in suo onore, poi da lui scomunicato nel 1246.
e collocato in profonda fossa. Da Crescenzio nominato da Innocenzo
questa, come dicemmo, Io levò il ve- IV nel 1252, ebbe lite col comu-
scovo Tiberio Cenci, venendo col- ne circa un podere di s. Marcello,
locato nell'altare maggiore. e si appellò dalla sentenza contro
Il secondo vescovo, al dire del lui data da Bernabeo de Zobulli
Lucenzio, fu Marziano o Martino giudice esino. Nel 1263 Urbano IV
che intervenne al concilio romano vi trasferì dalla sede di Recanati Bo-
del 499» sotto Papa s. Simmaco, uavita o Bonagiunta. Clemente IV
ed a quelli del 5o r , 5>o2, 5o3 e nel 1 268 voleva trasferirvi dalla se-
5o4 : fu sepolto nell'antica catte- de di Pesaro Ugo, perchè il capitolo
drale di s. Nicola. Il Pontefice s. avea eletto Piambotto cappellano del
Gregorio I Magno del 5go, deputò cardinale di s. Maria in Cosmedin,
Severo vescovo di Ancona a visitare ma non volle accettare. Nel 1291 lo
il clero e la chiesa di Jesi, Ausi- fu Giovanni che Nicolò IV mandò le-
nae idest Aesinae; perchè divenu- gato al re d'Ungheria; indi Bonifacio
ta l'Italia bersaglio de'barbari, n'era Vili nel 1295 lo traslocò ad Osimo,
rimasta vacante la sede episcopale. sostituendogli Leonardo Patrasso ve-
Il medesimo Lucenzio dice terzo ve- scovo di Alatri suo zio, che poi creò
scovo Calcompioso o Calempioso cardinale dopo averlo nel 1
297 tra-
fiorito verso 647- Il il quarto fu One- sferito ad Aversa. Qui noteremo che
sto od Honorato che sotto il Papa s. le notizie de'vescovi di Jesi cardi-
Agatone, si portò al concilio generale nali o che lo furono dopo, sono ri-

VI in Costantinopoli, ove furono con- portate alle rispettive biografie. Il

dannati gli editti Ectesi e Tipo, e capitolo elesse vescovo Francesco


gli eretici Ne furono suc-
monoteliti. Alfani di Perugia nipote del cele*

cessori : il che fu al con-


b. Pietro bre giureconsulto Bartolo, e Clemen-
cilio romano del 743; Giovanni che te V lo confermò nel i3i2. Cle-
fu a quello dell'826; Anastasio del- mente VI nel 1 34^ g n die m suc "
1*853 ; Eberardo che si trovò pre- cessore Francesco Giordani o Bran-
sente nel 967 al sinodo di Raven- caleoni spoletino nobile d'Urbino,
na, celebrato sotto il Papa Giovan- che nel i348 trasferì a quella se-
ni XIII. Sino al secolo XII non si de; nel seguente anno il medesimo
conoscono altri vescovi. Ne princi- Papa fece vescovo fr. Nicolò da
JES J£S 3o 7
Pisa eremitano di s. Agostino, che ne X nel i5i 3, intervenne al cou-
nel i35o traslutò pure ad Urbino, cilio generale Lateranense V; lo
Pietro Cristoforo Borghese sanese stesso Papa nel i£i9 gli die in
venne eletto nel i38o; gli successe coadiutore con futura successione
Bernardo che morì nel i3gi. il di lui nipote Antonio che mori
Bonifacio IX in detto unno dal- nel i54o. Allora Paolo III elesse
la sede d'Ascoli trasferì a questa Benedetto Conversino di Pistoia, già
Tommaso Pierleoni romano , che prefetto diRomagna, dotto e pru-
rinunziato il vescovato si fece mo- dente. Nel i553 Giulio III propose
naco benedettino in s. Lorenzo fuo- n questa diocesi Pietro del Monte
ri delle mura Roma, ed in sua
di fiorentino suo cugino, già castella-
vece nel i4«o nominò Luigi di no di Castel s. Angelo di Roma,
Francesco abbate vallombrosano. che nel seguente anno rinunziò per
Nel i4o5 Innocenzo VII fece ve- occupare le primarie dignità del suo
scovo il suo famigliare Giacomo ordine gerosolimitano, del quale fu
Bonriposi perugino, sotto il quale eletto gran maestro. Il Pontefice
nel i4ii si ritrovò il corpo di s. nominò a succedergli nel i554 il
Floriano; indi intervenne al con- pronipote Gabriele del Monte fio-
cilio di Costanza in cui Grego- rentino; intervenne al concilio di
rio XII rinunziò, Giovanni XXI II Trento, e dopo quarantadue anni
e l'antipapa Benedetto XIII furono di governo morì nel 1 5gy. Cle-
deposti, ed eletto Martino V. Que- mente Vili a' 28 febbraio i5o,8
sti nel 1 4 8 esaltò alla sede Bion-
1 dichiarò vescovo il cardinal Ca-
do de Conchis spoletino, a cui dan- millo Borghese nobile sanese ma
do nel i4^5 a successore Lazzaro, nato in Roma : il pubblico donò a
per essere poco dopo morto, gli questo esemplare porporato un ba-
soslituì Innocenzo, che subito ap- cile ed un bronzo d'argento col-
plicò l'animo alla riforma del eie- l'arma de' Borghesi, del valore di
ro. Nel 1 45o si trattò di unire il centocinquanta scudi , ed un bel»
vescovato di Senigallia a questo di lissimo baldacchino di egual vaio-
Jesi, ma non ebbe effetto. Pare che re, indi fu ricevuto con ogni pos-
sotto Paolo II questa sede avesse sibile dimostrazione di ossequio t

ilsuo vescovo. Sino al jesino Tom- Egli governò egregiamente, diverse


maso Ghislieri o lslerio, famigliare munificenze fece in Castel Planio,
d'Innocenzo Vili, non si conosco- nel 1^59 dichiarò parrocchia l'an-
no altri vescovi; quel Papa lo no- tico duomo di s. Nicola, e dopo
minò a governar la sua patria, ciò pochi anni rinunziò a Marco Agrip-
che con gran lode sino al
fece pa Dandini di Cesena, che dopo
i5o5 epoca di sua morte, dopo aver consecrato la chiesa di s. Pie-
avere eretto alla sua nobile fami- tro martire morì nel i6o3, ed il

glia nella cattedrale la cappella di s. cardinale nel i6o5 fu esaltato al


Carlo oggi s. Lorenzo. Giulio II soglio pontificio col nome di Pao-
nel suo cameriere secreto Angelo lo V. Inoltre Clemente Vili nel
Ripanti, nel i5o5 diede a Jesi al- 1604 nominò a questa chiesa Pir-
Iro concittadino per pastore; fu ro Imperiali di Veroli.
assai amato e pianto. Pietro Paolo Paolo V alla cattedrale dichiarò
V>— IMI di Spello, eletto da Leo- altare privilegiato quotidiano quel-
3o8 JES JES
Io di s. Biagio, e concesse i sette donò il corpo di s. Attalione mar-
altari privilegiati coi privilegi che tire, arricchì il cappellone maggio-
godono quelli di s. Pietro di Ro- re di un prezioso altare, incrostan-
ma; indi nel 1607 dichiarò ve- dolo di marmi. Oltre a ciò
fini

scovo Marcello Pignattelli romano fondò monastero delle converti-


il

oriondo perugino, religioso teatino. te, fabbricò dai fondamenti la chie-

Nel 1 62 1 Gregorio XV
gli die in sa di s. Anna colla maggior parte
successore Tiberio Cenci romano del monastero per le monache eia-
canonico di s. Pietro, il quale ritrovò risse. Nel 1670 rinunziò la sede
il corpo di s. Settimio che collocò a Clemente X
che vi nominò il
in decorosa urna, e fece quelle altre di lui fratello Lorenzo Cibo, con-
cose che indicammo alla sua bio- tinuando il cardinale a beneficare
grafia. Innocenzo X nel i6/{.5> lo splendidamente la sua antica dio-
creò cardinale, e morendo in Jesi cesi, rendendosi degno di eterna me-

nel16^2 a' 26 febbraio, non nel moria. Quando poi nel 1676 Inno-
i655 come dice il Cardella, fu se- cenzo XI lo fece segretario di stato,
polto nella cattedrale, dove presso fabbricò dai fondamenti la chiesa
la cappella di san Biagio si vede delle monache della ss. Annunzia-
il suo ritratto in bronzo con di- ta, provvedendola di quadri e di
stinto elogio. Nel i653 Innocen- sacre suppellettili, e per queste
zo Xcreò vescovo il cardinal Ja- monache e per quelle di s. Chia-
copo Corrado ferrarese; ma quando ra somministrò alcune somme di
esso stava per effettuare suoi be- i denaro per la casa del confessore.
nefici disegnia favore di questa Il vescovo Lorenzo fu assai bene-
chiesa con dispiacere universale
, merito, consecrò nel 1672 la chie-

Alessandro VII lo dichiarò pro-da- sa di s. Leonardo di Massaccio e vi


tario, onde rinunziò al vescovato istituì sette beneficiati colle inse-
non amando ritenerlo assente. Il gne canonicali, che implorò da Cle-
Papa gli sostituì nel i656 il car- mente X, ampliando quel mona-
dinal Alderano Cibo de' principi di stero delle monache di s. Cateri-
Massa e Carrara, zelante pastore, na. Celebrò il sinodo nel 1678, e
limosiniero: riformò il clero, cele- morì santamente nel 1 680 ; la

brò nel 1 658 il sinodo, e trovando santa Sede ne ordinò il processo


che il seminario fondato dal ve- e Tommaso Baldassini ne stampò
scovo Gabriele del Monte era di- in Roma la vita nel 1690. Nel
minuito e stava lunge dalla catte- 1681 Innocenzo XI fece vescovo
drale, e presso V antica di s. Ni- Pier Matteo Petrucci esino , che
cola, gli permutò I* abitazione e lo nel 1686 creò cardinale: trasferì
provvide di ottimi maestri, ren- le monache della Pietà dalla por-
dendolo ragguardevole nel i65g. ta s. Floriano in sito più. salubre,

Considerando quindi che la congre- donò il corpo di s. Alessandro mar-


gazione de' filippini era in luogo re- tire alla chiesa della compagnia
moto ed angusto, ad accrescimento della Morte , e nel castello di s.

del culto divino e vantaggio delleani- Marcello fabbricònuova chiesa;


me la trasferì nella chiesa di s. morì nel 1701 in Monte Falco e
Gio. Battista nella via Savella; volle essere sepolto appiedi della

indi ne moltiplicò i soggetti, gli b. Chiara. Sino dal 1696 Inno-


,.

JES JES 309


cenzo XII avea sostituito il ve-
gli Tesino Ubaldo Baldassini barnabi-
scovo d' Acquapendente Alessandro ta, che mori nel 1 785, lodato per

Fedeli urbinate, ed a sua istanza le sue eccellenti doti. Dopo lunga

il Papa nel 1698 concesse al ca- sede vacante Pio VI nel concisto-
pitolo e canonici della cattedrale ro de* 21 febbraio 1794 fece car-
le insegne corali della cappa magna dinale e vescovo Giambattista Bus-
nell'inverno, rocchetto e mozzetta si de Pretis urbinate, che morì ai

paonazza avendo prima


nell'estate, 27 giugno 1800. Pio VII agli 11
l'uso della semplice almuzia con agosto gli diede in successore il

cotta. Chiuse il presbiterio della cardinal Giambattista Capraia bo-


cattedrale con balaustrata di mar- lognese, fatto legato a latcre in
mo, ridusse a clausura il monaste- Francia : per sua dimissione a' 28
ro di s. Giuseppe detto della ss. maggio dell'anno 1804 traslatò
Trinità, sotto la regola della car- dall'arcivescovato in partibus d'I-
melitana santa Maria Maddalena conio, Antonio Maria Odescalchi
de' Pazzi , e donò il corpo di s. romano. Lo stesso Pio VII a* 28
Alessandro martire al conservato- luglio 18 17 preconizzò in vescovo
rio, rimodernandone la chiesa. Il il cardinal Francesco Cesarei Leoni
seminario fu da lui trasferito nel- perugino, di eccellente ingegno,
l'antico monastero della ss. Trini- dotto nelle scienze sacre e legali,
tà. Amorevole pastore soccorse i che avea passato il tempo della se-
poveri, stabili per loro una ele- conda invasione francese in Asisi,
mosineria e spezieria, morendo nel ove erasi distinto in opere di pietà;
1 7 1 5. Clemente XI nel seguente dappoiché ascritto al terzo ordine
anno gli fece succedere France- di s. Francesco, in aiuto de'parrochi
sco Antonio Giattini osimano, ca- si diede ad ogni sorta di fatiche,
nonico di s. Maria Maggiore di tanto nella che nelle convi-
città

Roma, pio e dotto vescovo bene- : cine campagne. Essendo la chiesa


di lacampana del pubblico, e ri- jesina vedova da dieci anni, vi si
nunziò a cagione della vista nel recò poco dopo. Arrivò nella vigi-
1724. lia d' Ognissanti a Castel Planio
Benedetto XIII nel 1724 esaltò primo paese della sua diocesi, che
a questa chiesa Antonio Fonseca gli s'incontrò sul cammino, ed ivi
romano, nato in Avignone, che lun- si fermò per far nel dì seguente
gamente ed egregiamente governò il pubblico e solenne ingresso nella
per quaranta anni. Intervenne al città. Ed è perciò che dal mona-
concilio romano nel 1725, scrisse stero della ss. Trinità, cavalcando
la storia della basilica de' ss. Lo- sopra una mula, entrò formalmen-
renzo e Damaso di Roma, rifab- te in Jesi, accompagnato con pom-
bricò nel 74 1 1 l a cattedrale, ed a pa ecclesiastica dal clero, dalle ma-
sue spese 1' altare maggiore; impiegò gistrature, dai cittadini e dal po-
pure molto denaro per l'ospedale, e polo festeggiale alla cattedrale
pieno di carità e zelo fece quelle al- Impotente di accorrere in aiuto
tre cose che notammo in questo de'bisognosi, flagellati già dal con-
stesso articolo, e morì nel 1763. tagioso tifo e dalla fame, disgra-
Clemente XIII nel 1764 da Ba- zie che fecero seguito a quelle del-
gno rea trasferì a questo vescovato le precedeuti guerre, indusse i rie-
3io JES JES
chi a farlo. Indi per la raccolta quattromila-, ne smembrò parte
abbondante potè riordinare i mon- per le prebende dei mansionari. Mi-
ti frumentari della diocesi, nonché gliorò le possidenze della mensa
i monti di pietà. Diede -poscia ope- vescovile; rese più delizioso e co-
ra al riordinamento ecclesiastico modo il luogo dell' abbazia di s.

della diocesi, degli studi e dell'ac- Benedetto in Castel Planio, villeg-


cademia dei Disposti. Eccitò il co- giatura de' vescovi, ov' egli soleva
mune a restaurare il pubblico ci- risiedere la maggior parte dell'an-
miterio, che con solennità benedì no essendo vicina a Jesi, e ciò a
a' 26 settembre 18 18. Procurò an- benefìzio della sua salute. Amato
cora il risorgimento delle confra- dai diocesani, ne fu compianta la
ternite e di altri pii istituti, ri- perdita, quando dopo lunga e pe-
mettendo nell'antica osservanza ver- nosa malattia morì ai %% luglio
so il 1820 i monasteri delie mo- i83o, siccome giusto, umano, pio,
nache. Ma essendo le Clarisse ri- umile, splendido e caritatevole. Fu
maste prive del monastero, ceduto sepolto nella cattedrale.
all' appannaggio del principe di Il regnante Pontefice Gregorio
Leu ente mberg, le riunì alle mona* XVI a' 2 luglio i832 creò vesco-
che francescane dette della ss. An- vo il cardinal Francesco Tiberi di
nunziata ; così ripristinò pure il mo- Rieti, ma essendo nunzio di Spa-
nastero di Massaccio, ed avrebbe gna dovette restare colà come pro-
fatto altrettanto del monastero del- nunzio sino al i834, a cagione del-
le carmelitane del monte Carmelo, le politiche vicende di quel regno.

ma ridotte a poche di numero fu- Nel concistoro de' 26 giugno rice-


rono riunite a quelle della ss. Tri- vette il cappello cardinalizio, indi si

nità di Jesi. Nel far tutto questo condusse ove spiegò un


alla diocesi,

e nello stabilire la confraternita di gran zelo e ne adempì doveri pa- i

l. Filippo, per l'efficacia delle


fu storali. Essendo l'episcopio divenu-

sue preghiere che la duchesssa A- to inabitabile, gli diede cortese ospi-


malia principessa di Leuchtemberg talità nel suo palazzo la nobile fa-
largheggiò in cessioni di vari sta- miglia Honorati. Perdendo sempre
bili passati nelle cose dell' appan- più la vista domandò ed ottenne
naggio. Diede opera per ripone di rinunziare e ritirarsi in Roma.
nell'antico piede la chiesa colle- Nel concistoro degli 11 luglio i836
giata della Morte, e composta una il Papa Gregorio XVI ne dichiarò
lite fra quei canonici e la con- successore il cardinal Pietro Osti-
fraternita, vi non in modo
riuscì ni romano. Per le sue cure furono
però di eguagliare le nuove pre* stabilite le scuole pie gratuite per
bende a quelle ricche d' una vol- l'educazione delle fanciulle in Jesi,
ta. Più felice fu nell' erezione del Massaccio e Maiolati ; in questo
collegio di otto beneficiati delti ultimo luogo cooperò a tutte quelle
mansionari, a maggior decoro del- benefiche istituzioni del commen-
e per la più decorosa
la cattedrale, datore Spontini che celebrammo di
e migliore ufficiatura di essa tanto : sopra. In Massaccio fu inoltre aper-
potè fare alla vacanza della digni- to l'ospedale pegl' infermi e ripri-

tà di priore del capitolo, la quale stinato il monte di pietà. Rivendi-


godendo l'annua rendita di scudi cò ed assicurò molti beni ecclesia-
JES JES 3n
siici, stabilì in tutta la diocesi la il vasto e bel casino di villeggia-
confraternita della dottrina cristia- tura, essendo quasi abbandonato.
na, e di questa fece stampare quel Finalmente migliorò l' educazione
libro che rammentammo nel voi. ed istruzione delle educande ne'mo-
XX, pag. i/\6 del Dizionario, fi- nasteri ; stabilì la vita comune in
gli stesso nelle parrocchie della città quello di s. Anna, e la mensa co-
e diocesi si recava ad insegnar la mune neir altro della ss. Annun-
dottrina ai fanciulli, ed a far lóro ziata.
il catechismo. Istituì le conferenze Lo stesso Pontefice Gregorio XVI
morali, cui egli stesso presiedeva ,
esonerando di questa sede il car-
concorrendovi numeroso il clero se- dinal Ostini, nel concistoro de' 24
colare e regolare in un ai parro- febbraio 1842 nominò a succedergli
ci) i ed ecclesiastici de' castelli. Co- il cardinal Silvestro Belli di Ana-
me vescovo assegnò annua somma gni, del quale ad omaggio di ve-
non miuore di scudi mille onde , nerazione e di osservanza per quel-
una cassa di beneficenza, e-
stabilì l'antica ed inlima servitù che gli
sempio che provocò gli altri a soc- professavo, nelle Addizioni, a Dio
correre l'indigenza. Istituì la società piacendo, ne darò un' affettuosa bio-
agraria, dalla quale derivò vantag- grafia. Portatosi in Jesi, le belle
gio non solo alla diocesi , ma an- speranze eh' eransi concepite delle
cora alla provincia d'Ancona, ed note sue molte virtù non andarono
alle altre limitrofe. Riedificò dai punto fallite, venendo ammirato
fondamenti una buona parte infor- per edificante pietà, giustizia, ge-
me e (piasi diruta dell' episcopio ,
neroso e caritatevole. Il suo dolce
ne restaurò l'altra; ed eziandio ri- carattere e mansuetudine gli gua-
parò il palazzo di villeggiatura pres- dagnò la generale riverenza de' dio-
so Castel Piamo. Riedificò, risarcì ed cesani, provocando il ravvedimento
ingrandì buon numero di case coloni- de' traviati colle orazioni. La com-
che della mensa, i cui fondi rustici in un gior-
passione de' poveri lo fece
modo straordinario migliorò. Al- no esclamare: quando non avrò
le Mie pastorali sollecitudini si deve altro a dar loro venderò il mio
l'aumento delle rendite del semi- bastone. Alimentò a sue spese vari
nario, mediante la rettificazione del- giovani nel seminario-collegio esi-
la tassa sui beneficii ecclesiastici lio. Protesse la novella istituzione
compresa la mensa non
"vescovile
; della cassa di risparmio; secondo
che lo stabilimento due mezzi
di le disposizioni del predecessore chia-
posti gratuiti nel medesimo per due mò da lontani paesi nella città le
chierici poveri di Monte Carotto e di suore di s. Giuseppe per l'educa-
Mosciano. Ottenne dalla casa du- zione delle fanciulle povere, e nu-
cale di Leuchtemberg il cambio del triva fermo desiderio di stabilirvi
locale del seminario angusto ed ancora i benemeriti fratelli delle
insalubre, coi vasti e salubri lo- scuole cristiane, come di far rifio-
cali fabbricati appositamente per rire il nominato seminario. Gli sta-
uso di comunità, cioè l'antico con- va a cuore sommamente la gio-
vento de'domenicani, impiegando ventù per farli uomini utili alia
ragguardevole somma per ridurli società, e ne diede prove assisten-
all' uopo ; curò che venisse risarcito do a tutti i saggi che davano gli
3i2 JES JES
scolari. Dettò scrupolose regole di il primo luogo della diocesi ch'eb-
vita pei chierici, per renderli degni be l'onore di accoglierlo ; e per la
del sacerdozio. Raccomandava di porta delle Grazie passò alla vici-
frequente ai padri la religiosa edu- na chiesa de carmelitani, dove as-
cazione della famiglia; diede opera sunti gli abiti pontificali, per la via
che si riordinasse la società filar- maggiore del Corso si portò pro-
monica, essendo stato saldo protet- cessionalmente alla cattedrale.
tore dell'accademia agraria. Jesi e La cattedrale è dedicata a Dio
tutta la diocesi ne piansero la per- in onore di s. Settimio primo ve-
dita, quando con mente serena mo- scovo di Jesi. Quell'antica era di
rì nel bacio del Signore a' 9 set- ampia avendola ridotta
struttura,
tembre i8445 Roma ed altri luo- in miglior forma il vescovo cardi-
ghi gli fecero eco per la stima u- nal Cibo. Avanti le tre porte del-
niversale chegodevano le sue pre- la facciata vi erano quattro porti-

clare virtù. Queste vennero cele- ci sostenuti da quattro colonne di

brate anche colle stampe dall' elo- fino marmo, due delle quali ave-
quente elogio funebre di d. Luigi vano per base la schiena di due
Pianeta, a ciò incaricato dal capi- gran leoni pur di marmo, stemma
tolo; non che dalla bella biogra- del pubblico: i portici erano sovra-
fìa di Vincenzo Sabatucci, letta nel- stati da una loggia. Questo tempio

la generale adunanza agraria. La fu eretto nel pontificato di Grego-


prima ha per titolo Orazione fu- : rio IX, essendo imperatore Federi-
3
nebre dell eminentissimo prìncipe co II e vescovo Severino, nel 1227

Silvestro cardinale Belli vescovo di per opera di Giorgio da Como cit-


Jesi, recitata neW insigne cattedrale tadino di Jesi. Pare però meglio il
il di delle solenni esequie 1 1 settem- ritenere, che Giorgio notabilmente
bre ec. Jesi, V. Cherubini.
tipi di l'ampliasse e restaurasse, giacché la
La seconda è intitolata: Cenni sul- consecrazione della chiesa avea a-
la vita del cardinale Silvestro Belli vuto luogo nel 1208 con l'assisten-
già vescovo di Jesi, tipografia Che- za di quattro vescovi. Negli storici
rubini, Jesi 1844* « fratello del Baldassini avvi dissonanza di epo-
porporato, sacerdote d. Giovanni, che, registrandosi l'opera di Gior-
pubblicò colle stampe una iscrizione gio al 1227 o 1233. Il Colucci
ed un sonetto. A riparare tanta poi dice che fu il 1237, ed il
perdita il provvido Gregorio XVI march. Ricci segue questa testimo-
nel concistoro de' 20 gennaio 1845 nianza, per quelle ragioni ed osser-
dichiarò a degnissimo successore il vazioni che riporta nel t. I, p. 5o,
venerando odierno vescovo cardi- 5 1 e 67 delle sue Memorie. L'odier-
nal Cosimo Corsi di Firenze, del na cattedrale non ha più la forma
titolo de' Giovanni e Paolo, il
ss. antica; ha una sola navata con
quale fece il suo solenne ingresso ornati e stucchi ; non ha facciata,
nel dì della Pentecoste, accolto con né portico, né colonne, né leoni,
quell'entusiasmo e dimostrazioni di né loggie; essa fu riedificata nel
filiale venerazione dai jesini ed 1 74 1 sotto il vescovo Fonseca.
altri diocesani, quale si legge nel Concorsero alla fabbrica non solo
numero 49 dei Diario di Roma. il vescovo con larghe somministra-

La terra di santa Maria Nuova fu zioni, ma ancora il capitolo e mal-


JES JES 3i3
li cittadini. Vi sono delle cap- ordinò al vescovo di Jesi, che fer-
pelle e degli altari, costrutti di me tali rendite in favore de'cano-
vari e fini marmi. La cura par- nici, essi non fossero più tenuti
l'occhiale è affidata al capitolo, alla vita comune.
Osservando pe-
che la fa amministrare da un be- rò il zelante vescovo Angelo Ri-
neficiato vicario. Vi è il fonte bat- panti che il capitolo col pretesto
tesi ma le , ed olire il corpo del della scarsezza delle rendite tras-
santo titolare, e il braccio di s. Ro- curava 1* uffiziatura della cattedra-
mualdo, sonovi altre insigni rei i' le e la residenza, ricorse a Giulio
quie. La cattedrale fu consecrata li, che col breve Nos igilur, prid.
iòrse dal vescovo Crescenzio nel kal. i5o5, presso il Bal-
februarii
1208, con 1' assistenza de' vescovi dassini a p. i5j, diede rimedio
di Ancona, Osimo, Umana e Fa- a tutti gl'inconvenienti, permetten-
jio: ad essa è prossimo l'episcopio, do ai canonici di disgiungersi, e
Nei primi tempi la cattedrale fu di abitare in città nelle loro case,
la chiesa di s. Nicola, ora pairoc- Questo capitolo ha fiorito per co-
chia, ed era dedicata al ss. Salva- spicui soggetti che si distinsero in
tore. E giuspatronato de' canonici pietà, dottrina e dignità ecclesiasti-
e proprietà del seminario, al quale che. Oltre da esso
alcuni vescovi,
neh' erigerlo il vescovo Gabriele usci Marcello che rinun-
Cervini
del Monte, reduce dal concilio zio il canonicato a Paolo IH, e
di Trento, gliene concesse il bene- poi nel i555 divenne Papa Mar-
flzio semplice. Sotto l'altare mag- cello li.

giore furonvi collocate le reliquie Oltre la cattedrale vi sono altre


de' primi quattro successori di s. sei chiese parrocchiali, tre in città
Settimio. Il capitolo si compone e tre suburbane, le quali soltanto
della dignità di priore, di dieci hanno il battisterio. Quelle di città
canonici comprese le prebende del sono: la chiesa di s. Pietro, anti-
teologo e del penitenziere, di no- chissima per essere la prima pieve
ve beneficiati, e di altri cappellani di essa e della diocesi, già esisten-
e chierici addetti al divino servi- do nel 1294; la chiesa di s. Gio-
gio. Anticamente canonici ave- i vanni Battista ossia di s. Filippo,
vano comune 1' abitazione e la ov'era prima la congregazione dei-
mensa coi cappellani e coi chie- l'oratorio; e la chiesa di s. Fran-
rici. Diminuite le rendite della cesco di Paola. Quelle suburbane
mensa capitolare, il vescovo Inno- sono; la cbiesa di s. Maria del
cenzo rappresentò a Nicolò V, elet- Piano ove sono diversi corpi santi;
to nel i447> '1 bisogno che ad essa la chiesa di s. Lucia (oltre la
unisse l'entrata dell'abbazia de'be- chiesa di Mazzangrugno che fa par-
nedettini di s. Maria delle Moglie, te della vicaria foranea di s. Ma-
Unicne che effettuò Calisto 111 nel ria Nuova); e la chiesa di Teba-
1457, il quale in pari tempo con- no. Nel ìiii l'abbate di s. Maria
cesse alla meusa vescovile l'abba- del Piano assentì che i suoi pa-
zia di s. Savino. Ad onta delle gasserò le gabelle al comune, e
rendite dell' abbazia delle Moglie presentassero omti^io al inagisl ra-
dale al capitolo , questo non pò- to della città, il promise di-
(piale
tendo vivere in comune, Paolo li fenderli da ogni nemica incursione,
,

3i4 JEU JOD


e di concedergli nella citta spazio t'anni, e fu sepolto nella chiesa di
per edificare una chiesa. Vi sono s. Lorenzo in Lucina a cui era
inoltre sette conventi e chiese di passato, con breve epitaffio.
religiosi, vale a dire i minori ri- JOANNITZA. Sede vescovile del-
formati, i carmelitani, conven-
i la provincia di Tracia nell'esarcato
tuali, i minimi, i cappuccini , gli del suo nome, sotto la metropoli
agostiniani, ed i benfratelli. Quat- di Filippopoli, eretta nel IX se-
tro sono monasteri e chiese del-
i colo. Ne fu vescovo Giovannese,
le monache cioè le benedettine
, che trovossi al concilio di Fozio.
le carmelitane, le Clarisse e le do- JODOCO (s.). Era figlio del
menicane del terzo ordine. Vi è conte Judaele, signore d'una par-
il conservatorio della Madonna del te della piccola Bretagna in Fran-
Soccorso e diverse confraternite e cia, e fratello di s. Judicaele, co-
pie istituzioni. La diocesi si esten- munemente chiamato s. Giguelo,
de per trenta miglia, e comprende che prese il titolo di re. Rifiutò
quattordici luoghi. I frutti della la corona che il fratello gli aveva
mensa vescovile sono tassati ne' li- rinunziata, per farsi religioso, ed
bri della camera apostolica in fio- iniziossi nel sacerdozio, ricevendo
rini 35o ; ascendendo le rendite la tonsura dalle mani del vescovo
a circa non meno di seimila
e di Avranches. Unitosi a undici
scudi moneta romana. pellegrini, proponevano di
|che si

JEU1N (le) Giovanni, Cardinale. andare a Roma, si recò con essi


Giovanni le Jeun de' signori di a Parigi, e di là nella Picardia.
Contay, nato in Amiens nella Pi- Aimone duca o conte di Ponthieu
cardia, dottore in ambe le leggi, pregò Jodoco di rimanere presso
fu promosso al vescovato di Ma- di sé, alla qual cosa avendo esso
<jon e poi a quello di sua patria, acconsentito, fu ordinato prete, ed
donde come vogliono alcuni fu offiziò per sett'anni la cappella di
trasferito alla chiesa di Terovanne. Aimone. Si ritirò poscia con Wur-
Trovandosi al concilio generale di maro suo discepolo in un deserto
Firenze quale ambasciatore di Fi- chiamato Brahic, e al presente
lippo duca di Borgogna e conte Ray, ove dimorarono ott'anni, reg-
di Fiandra, fu per di lui favore gendo la vita col lavoro delle pro-
da Eugenio IV a* 18 dicembre prie mani, ed accoppiando ad una
1439 creato cardinale prete del rigorosa penitenza il continuo e-
titolo di s. Prassede. Egli accettò sercizio della preghiera e della
colla condizione di ritenere il go- contemplazione. In seguito passa-
verno del suo vescovato. Fu il più rono ambedue a Runiac, ora Vil-
ricco cardinale del suo tempo, ed liers saint- Josse, e vi edificarono una
intervenne all' elezione di Nicolò cappella sotto l'invocazione di s.

V che lo mandò legato a Ferrara Martino. Dopo tredici anni, essendo


per comporre le differenze tra Al- stato Jodoco morsicato da un ser-
fonso V re d'Aragona, i fiorentini pente, cangiarono abitazione. Ai-
ed i veneti, poco mancando che in mone fece loro fabbricare un nuo-
detto conclave non fosse esaltalo vo romitorio con due cappelle in
al triregno. Mori in Roma a'
9 onore di s. Pietro e di s. Paolo.
settembre 14^1, nell'età di quarau- La divozione ch'essi avevano a
JOI JON 3.5
questi santi apostoli ispirò loro il ìippo IV re di Francia, contro la

un pellegrinaggio
desiderio di fare venerata memoria di Bonifacio
a Roma. Ritornati a Runiac tro- Vili. Scrisse gran numero di ope-
varono che Aimone aveva amplia- re per lo più teologiche, e morì
to ed abbellito il loro romitorio, in Grenoble nel i3io o i3ii
S. morì in questo luogo
Jodoco santamente, mentre portavasi col
circa l'anno 668, con una fama carattere di legato in Italia, a fi-

di santità che Dio confermò con ne accompagnare nel suo viag-


di
vari miracoli; ed è nominato nel gio Enrico VII re de' romani, per
martirologio romano il dì i3 di suggerirgli que* consigli più confà-
dicembre, che credesi quello della centi ed opportuni al pubblico van-
sua morte. 11 suo corpo riposava taggio delle città italiane, come per
nel detto romitorio, che fu poscia fere eseguire quanto si fosse ere-
cangiato in un celebre monaste- *
duto provvedere. Trasferito il suo
ro, e da lui prese il nome di corpo in Oxford nella chiesa del
saint- Jos.se- sur- Mcr. suo ordine, giusta il suo volere,
JOICE Tommaso, Cardinale, ivi gli fu eretto un magnifico avel-

Tommaso de Joice o Jorcio, nato lo. Ne la vita il domeoica-


scrisse

d' illustre prosapia in Londra, fa- no fr. Lamberti, che fu stam-


Sisto
moso in lettere e santità, si fece pata a Venezia nel i6ii> con un
domenicano con altri sei suoi fra- Commento sui salmi del medesimo
telli, nel quale ordine applicatosi cardinale.
alla teologia insieme con s. Tom- JONIO (s.). Fiorì nel terzo se-
maso, sotto il magistero di Alber- colo, fu discepolo di s. Dionigi, e
to Magno, si rese capace d'inse- piantò la fede nella piccola città di
gnar nelle scuole del medesimo, di Chatres, oggidì Arpajon, nella dio-
cui fu eletto provinciale della prò- cesi di Parigi. Dopo avere per più
vincia d'Inghilterra, e vi durò set- anni governata la chiesa ivi fon-
te anni. Il re Odoardo li lo fece data, fu preso dagli idolatri, e de-
suo confessore ed intimo consi- capitato per ordine del prefetto
gliere; indi per le sue virtù, in- Giuliano. Le sue reliquie si custo-
nocenza di vita^ profonda umiltà discono nella chiesa di s. Clemen-
e sapienza, che lo resero a tutti te a Chatres, e in quella della B.
ammirabile, procurò che Clemen- Vergine di Corbeil, parimenti nel-
te V lo creasse cardinale prete la diocesi di Parigi. È nominato
a'i5 dicembre i3o5 col titolo di a' 2 di settembre nel martirologio
s. Sabina. Poscia il Papa lo de- romano, ma è onorato ai 5 d'a-
putò tra' giudici delle controversie gosto a Chatres, ed in tutta la dio-
insorte uelP ordine francescano in- cesi di Parigi.
torno alla povertà. Inoltre colla JONQUIÈRES, Joncaria , Jan-
sua saviezza e prudenza compose cariae. Villaggio di Francia, di-
le gravi differenze suscitate tra gli partimento di Valchiusa, posto iu
accademici dell'università di Cam- una gran isola formata dall' Ouve-
bridge ed i domenicani. Venne ze, che si attraversa sopra un bel
altresì destinalo con tre altri car- ponte di pietra di tre archi. Nelle
dinali per ricevere le deposi/ioni sue vicinanze i francesi batterono
che si esibivano ad istanza di Fi- gli spaguuoli nel 1
7<J |. Nell'almo
3i6 JOP JOP
894 e nell'anno 909 in Jonquie- marcò i limiti della terra per la
res nella diocesi di Montpellier fu- tribù di Dan nei dintorni di Japho,
rono tenuti due concilii. Gallio, nome fenicio ch'essa allora portava.
christ.tom. VI, p. 53 1 ; ed Art- Gli ebrei la chiamarono Joppe, e
noli di s. Benedetto t. IV, p. 53 1. perchè era presso a poco il solo
JOPPE, JAFFA o GIAFFA. porto che possedessero sul Mediter-
Città vescovile della Turchia asiati- raneo, cosi divenne la sede di un

ca, in Siria, pascialatico di Damasco, estesissimo commercio. Hiram re di


situata sopra una lingua di terra Tiro vi feceapprodare navigli ca-
che si avanza nel Mediterraneo. È richi di legnami e marmi che
fabbricata in forma d'anfiteatro so- mandò a Salomone per la costruzio-

pra una collina la cui cima vede- ne del tempio; e più tardi le navi che
si coronata da una cittadella rovi- i sidoniied i tirii inviarono a Zoro-
nosa; dal lato di terra è cinta da babele per riedificarlo. E celebre
mura merlate con un gran bastio- nella sacra Scrittura, e nel suo porto
ne. Il porto è difeso da due forti. imbarcossi il profeta Jona onde por-
Sonovi molte moschee , ed una tarsi a Tarso città della Cilicia. I suoi
strada lungo l'acqua, cosa rara nel abitanti idolatri adoravano i falsi

Levante. Vi risiedono diversi con- Dei de' sidonii, ma


furono rischia-
soli delle potenze europee. £ assai rati dalla luce del vangelo da s.
frequentata dai pellegrini che vi Pietro che vi resuscitò la pia e
sbarcano nel suo porto, per re- caritatevole matrona Tabitha, e fece
carsi a Gerusalemme; ma è moltis- altrimiracoli. I greci ed i romani
simo decaduta dalla sua passata la veneravano per la sua antichità,
grandezza. Vi si vedono da tutti i e pretendevano che sulla sua vici-
lati le rovine de'suoi antichi edili- na costa Perseo liberasse Androme-
zi, senza che niente si osservi d'in- da dal mostro marino. Soggiacque
tero, ne della cappella di s. Pietro, alle vicende della Fenicia, per cui
né della casa di
s. Simeone, ove appartenne successivamente ai cal-
alloggiò quel principe degli apo- dei, ai persiani, ai Lagidi di Egit-
stoli. I dintorni sono coperti di de- to, ed ai Seleucidi di Siria, i quali
liziosi giardini, somministrando la ancora la dominavano 160 anni pri-
costa vicina del corallo; il commer- ma della nascita di Gesù Cristo.
cio vi è poco considerabile. Secon- Joppe fu prima rovinata da Gitir
do il rapporto di molti autori è da Maccabeo, perchè contro la fede
questa una città delle più antiche dei trattati avea gittato in mare
del mondo, la quale prese il no- duecento ebrei. Allorquando Pompeo
me dal suo fondatore Jafet figlio di conquistò la Siria sessantaquattr'an-
Noè, da cui fu fabbricata qualche ni avanti Gesù Cristo, col restituir
anno dopo il diluvio, come si dice; alla Giudea gli antichi confini, ob-
narrandosi pure che Noè ivi co- bligò Ircano ad abbandonar le cit-

struisse l'arca, e che coi suoi figli tà fenicie; ma Augusto diede Jop-
ne abitasse i dintorni. Anche i pe ad Erode. Essendosi poscia gli

ed
fenicii greci le danno una re-
i ebrei di quella città ribellati, Gal-
motissima antichità , certo essen- lo Cestio governatore di Siria se
do che esisteva i5oo armi avan- ne impossessò e la bruciò nel l' a li-
ti l'era nostra ,
poiché Giosuè no 66 dell'era volgare. Molti ebrei
,

JOP JOP 3i 7
procurarono subito di ristabilirla, La sede vescovile fu fondata
ina siccome infestavano essi le co- nel V secolo, sotto la metropoli di
ste vicine, così Vespasiano la fece Cesarea della prima provincia di
occupar nelF anno seguente ; gli Palestina, nel patriarcato di Geru-
ebrei fuggirono sulle navi, ma pe- salemme. IJ primo suo vescovo fu
rirono quasi tutti nella burrasca. Fido che nel 4'^ intervenne al
I romani sotto Tito la rovinarono concilio di Diospoli contro Pelagio,
nuovamente. Molto tempo dopo gli ed al generale di Efeso nel fòi*
infedeli essendosi resi padroni del- Gli successe Teodoto o Teodosio,
la Palestina, rovinarono tutti i por- forse ordinato dall' eutichiano che
ti di mare, per chiudere 1' accesso invase la sede di Gerusalemme che
ai cristiani di visitare Terrasanta. occupava Giovenale. Elia fiorì e
Verso il noo Goffredo di Buglio- sottoscrisse a due concilii di Geru-
ne primo re di Gerusalemme fece salemme del 5i8 e del 536. Ser-
ristabilire il castello di Joppe e vi gio fece le veci del patriarca di
pose una forte guarnigione. Com- Gerusalemme. Joppe nel secolo XII
pitasi dai crociati |" occupazione divenne arcivescovato. Il Sanuto
della Palestina, Joppe divenne il dice che i latini in tempo delle
capoluogo di una piccola contra- crociate erano sottomessi ai cano-
da del suo nome stesso , ed ebbe nici del s. Sepolcro. Al presente
il suo conte. I saraceni tentarono suole risiedervi il patriarca di Ge-
più volte di prenderla , ma solo rusalemme de' greci melchiti. Vi è
nel 1188 riuscì a Saladino d' im- T ospizio de' monaci del ss. Salva-
padronirsene e ne demolì le forti- tore, i quali ultimamente fabbrica-
ficazioni. 11 re di Francia s. Luigi rono la chiesa. Vi sono cattolici
IX la fece rifabbricare nel ii5i> latini e di altri riti , come greci
insieme colla sua fortezza, ma dac- armeni, ec. Prima gli affari di
ché fu obbligato di ritornare in Francia, di Spagna ed Italia quivi
Francia, il sultano d'Egitto lari- erano amministrati dal francescano
prese nel 1268. I turchi poscia procuratore generale di Terrasan-
se ne resero padroni, e sotto di ta. Il p. Le Quien nel suo Oriens

essi andò ognorscemando la più chrìst. tom. II, p. 625, tratta di


sua grandezza. Nel 1722 fu inte- questa sede, ed a p. 1291 dice
ramente saccheggiata dagli arabi, ch'ebbe pure de' vescovi latini, cioè

che rovinarono il convento di s. Guido Nimars morto nel 12^4;


di
Pietro de' francescani. Presa nel N. che sedeva nel 1273; e Gio-
1775 dai mammalucchi, i suoi vanni di s. Martino carmelitano
abitanti furono quasi tutti uccisi, vescovo i365. nel Attualmente
e distrutti rimasero i bei boschi Joppe, Jopperiyè un titolo vescovi-
di agrumi de* dintorni. L' armata le in parlibus sotto l'arcivescovo
francese comandata da Bonapar- di Cesarea pure in parlibus, che
te la prese nel 1799, venendo pas- conferisce la santa Sede. Ne furo-
sata a fil di spada la guarnigione no per ultimo insigniti i prelati
turca che ricusò deporre le armi; Francesco Scutellari e Alessio Ba-
la peste affliggendo la città, Bona- silio Menjaud di Chusclan, il (piale
paite procurò di far coraggio alle l'ebbe nel concistoro de' 18 feb-
truppe. braio i83q dal Papa regnante Gre-
doo\j ju

3i8 JOT JOO


gorio XVI, che lo dichiarò pure sto Sul mare di Siria, prese poi il

coadiutore con futura successione nome di Castel Rampo. Ne furono


del vescovo di Nancy, cui divenne vescovi Mariniano che si portò al
a* 12 luglio844* 1 concilio d' Antiochia , sotto Do-
JOSELMO o JOSELINO, Car- nino; ed Ammonio che fu a quello
dinale. Joselmo o Joselino o An- di Calcedouia.
selmo fu da Onorio II nel dicem- JOUARRE o JOUVARS, Jo-
bre 1127 creato cardinale prete tram. Borgo di Francia, dipartimen-
di s. Cecilia. Contribuì all' elezione to di Senna e Marna, posto sopra
d'Innocenzo II egli restò fedele nel- una posizione deliziosa su d' una
lo scisma dell'antipapa Anacleto II. collina. Altre volte vi fu una casa
Sottoscrisse varie bolle d'Innocen- reale e poi un'abbazia di monache
zo II, e mori circa dopo sette an- benedettine verso la metà del VII
ni dacché era cardinale. secolo, nella diocesi di Meaux, pro-
JOTABA. Sede vescovile della vincia di Brie. Vi si tenne un con-
seconda Palestina nella diocesi di cilio nel ii3o o nel 11 33, con-
Gerusalemme, sotto la metropoli vocato da Goffredo vescovo di Char-
di Scitopoli . Ne furono vescovi tres e legato della santa Sede, so-
Marciano che intervenne al conci- pra T immunità della Chiesa,, in
lio di Calcedonia, ed Anastasio che occasione dell'assassinio commesso
fu a quello di Costantinopoli nel nella persona di Tommaso priore
536 sotto Menna , intervenendo dell'abbazia di s. Vittore dal nipo-
pure a quello delle tre Palestine te di Teobaldo arcidiacono di Pa-
tenuto nel settembre. rigi, perchè quel santo priore op-
JOTA P A o JOTAPE. Sede ve- ponevasi vigorosamente alle esazio-
scovile d'Isauria nel patriarcato di ni che l'arcidiacono suddetto faceva
Antiochia, chiamata pure Jacopena, sui preti. Reg. tom. XXVI I; La b-
sotto la metropoli di Seleucia, eret- bé tom. X ; Arduino tom. VI ;
ta nel V secolo. Questo luogo po- Pagi ad ammiri 11 35.

FINE DEL VOLUME TMGESIMOSESTO. ^


BX 841 .M67 1840
SMCR
Moroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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