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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÒ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONC1LII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI,ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
GREGORIO XVI.
VOL. XXXVI.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLV1.
,
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO -ECCLESIASTICA
INN INN
LNNOCENZO VIII,P. CCXXIII. di Molfetta. Questo ultimo che per
Giambattista Cibo nacque in Ge- la vivacità del talento assai l'ama-
nova da nobile famiglia nel ìfòi, va e l'avea in molto pregio^ lo no-
da Arano senatore di Roma e vi- minò datario, ed ai 7 maggio 1 47^
ceré di Napoli, e da Marzia dei lo creò cardinale prete del titolo
Mare, Sino da fanciullo die segni di s. Balbina, e poi di s. Cecilia
di animo grande e di cuore assai non che legato a latere a Federi-
generoso, a cui corrispondeva un van- co III imperatore ed a Mattia
,
INN INN 7
conciliar i cittadini, a pacificare i minacciava la Sicilia e l'Italia per
Colonnesi cogli Orsini a' quali re- ridurre i fedeli a dura schiavitù.
minio de' turchi dilatavasi per la rimedio pregò Federico III e gli
Germania e per l'Italia, ed ivi per altri principi di mandare presso di
Bocolini tiranno di Osimo, pub- lui i loro ambasciatori per li 25
blicò la sacra guerra dichiarando- di marzo, co' quali tratterebbe del-
ne capo l' imperatore, e per faci- la guerra col turco , della quale
. litarla ordinò le decime agli eccle- trattò in fatti con Papa, che
essi il
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sa fra Dorotea regina di Svezia e come assegnò quarantami-
questi
Stenone governatore del regno, a la ducati d'oro e gli donò la sa-
cagione d'una fortezza, il Papa cra Lancia colla spuuga e la can-
s' interpose come arbitro, deputan- na servite nella passione di Ge-
do per negoziatori della concilia- sù, Cristo; inoltre in detto luogo
zione gli arcivescovi di Lunden e si accennò come certo Macrino ten-
d'Upsala, ed i vescovi di Roschild tò di avvelenare Zizimo ed il Pa-
e di Stregnes. Non essendo essi pa, quando era giunto in Roma il
venuti a capo de' tentativi, 1' affa- p.Antonio Milan guardiano di Ge-
re fu avocato alla santa Sede e rusalemme, ed ambasciatore del
giudicato in favore della regina ; e soldano di Egitto, il quale deside-
Stenone fu minacciato delle cen- rava il principe per metterlo al
sure, se negava obbedire. Ripieno comando dell' esercito che voleva
di zelo per la purità della fede muovere contro Bajazetto lì. A
Innocenzo Vili emanò costituzioni questa condizione prometteva il sol-
contro i maghi che infestavano va- dano di trattare benignamente i
spacciarono aver detto questo Pa- Non minus Innocuus fuit hic, quam
pa, che la privata fornicazione non nomine factis,
era proibita. L'uno e l'altro per- Virtus cuius erat maxima Pacis
ciò furono condannati al capestro, amor.
e fatti quindi abbruciare per or-
dine del Pontefice, in pena della Ne sia una riprova ciò che rac-
loro scandalosa audacia, non ostan- conta il p. Antonio Baldassarri nel
te che i parenti loro per liberarli suo Compendio delle vite di alcuni
offrissero al fìsco, oltre tutti gli al- uomini illustri pag. 224, cioè che
tri averi, sediciinila scudi d' oro ,
il cardinal francese Giovanni Bai-
come si può vedere nel Bernini, ve trattò di radunare un concilio
Storia di tutte l'eresie, toni. IV ,
contro Innocenzo Vili, e che que-
po£. 21 3. Gran cose pensava di sti geucrosamentc gli condonò un
.
,
io INN INN
sì indegno attentato a questo car-: illustre femmina diGravegna nella
dinaie il Papa avea affidata la cu- diocesi di Novara, e non come
stodia del principe Zizimo, e per disse il Piatti. Usavano prima i
lui dovette sostenere una differen- Facchinetti il cognome della Noce,
za quando la Francia lo ricusò per e in fatti questo albero forma la
legato. In una
promozione creò loro arme, ma congiunti alla fa-
Lorenzo
undici cardinali, tra' quali miglia Titta continuarono questo
Cibo suo consanguineo, Pantaleone casato, per la adozione che fece
Cibo suo pronipote Nicolò Cibo, questo Papa de' discendenti di sua
suo fratello, e Giovanni de Medici sorella Antonia moglie di Antonio
che fu poi Leone X, fratello della Titta da Trento, come si ha dal
moglie del suo figlio Franceschet- Dolfi , Cronologìa delle famìglie no-
to, de quali come degli altri pa- bili di Bologna pag. 294. Sopra
lenti, e di quanto il Papa fece il detto scrissestemma
Angelo
per essi , se ne tratta all'articolo Rocca un Commentario, che dedi-
Cibo Famiglia. Innocenzo Vili fu co a questo Pontefice, gran pro-
criticato per aver istituito cinquan- tettore de' letterati. Giannantonio
tadue offiziali o piombatoli del- sino dall'adolescenza seppe conser-
le bolle apostoliche, da' quali ri- varsi illibato nel costume per. Te-
ca vò venliseimila ducati d' oro sercizio continuato delle cristiane
Ampliò il collegio de' segretari a- virtù, e della frequente meditazio-
postolici pur
venali, e ciò per di- ne della morte. Avendo fatti i suoi
fendere dominii della Chiesa
i studi in Bologna, in questa città
giacché avea dovuto impegnare per prese nel i544 U grado di dotto-
centomila ducati d'oro la tiara, re. Quindi parti alla volta di Ro-
molte gioie, e vasi d'oro e d' ar- ma ove fu segretario del cardinal
gento a diversi mercanti di Roma. Nicolò Ardinghelli , dal quale pas-
Prese per suo motto analogo al so a far parte della famiglia del
nome, ed al salmo i5: Ego au- cardinal Alessandro Farnese nipote
lem in innocentia mea ingressus di Paolo III, che in suo nome
sum. Che la memoria d' Innocenzo lo mandò in Avignone, della qual
Vili fu gloriosa, tale ce la dimo- città il Farnese era arcivescovo
stia Uberto Foglietta in Elogiis e legato, affinchè vi facesse le sue
clarorum lìgurum. Da ultimo in veci. Dipoi venne fatto governato-
Milano nel 18 19 è stata pubbli- re di Parma, dove acquistossi fa-
agli occhi del suo popolo preclari legge nelle note al Bull. Vat. t.
del più. felice governo, e corri- piegava in due parti, in una del-
spondente alle belle speranze con- le quali vi era dipinto un teschio,
cepite dai romani, che in lui am- e nell'altra la pompa un fune-di
miravano un complesso di rare rale, con cui fomentava la rimem-
qualità, come innocenza di vita, branza della morte alla quale si
liberalità , magnificenza, maturità disponeva ogni giorno. 1/ esatta
di consiglio, esperienza negli affari. storia di lui si legge nell'orazione
Mentre però da lui aspettavansi funebre recitata al sacro collegio
gran cose a vantaggio della Chie- dal p. Benedetto Giustiniani, pres-
sa, che accenna il Vittorelli nelle so il citato Oldoini. Vacò la san-
aggiunte al Ciacconio 239,
p. la ta Sede un mese.
morte il rapi in tempo di un e- INNOCENZO X, PapaCCXLVI.
clisse della luna, a'3o dicembre Giambattista Pamphilj nacque in
1591, dopo dieci giorni di malattia Roma a' 7 maggio \5ji da Ca-
e due soli mesi di pontificato. Nel millo e da Flaminia del Bufalo Can-
bollano vaticano ed in altri scrit- cellieri, ambedue di nobili famiglie
tori si legge che mori a' 29 di- romane, nipote dei cardinali In-
cembre, avvenne nella
perchè ciò nocenzo del Bufalo Cancellieri e
notte avanzata venendo il 3o. Girolamo Pamphilj, che creati tali
Qualche tempo prima della sua nella medesima promozione da Cle-
morte il calor naturale l'avea tal- mente Vili, entrambi morirono nel
mente abbandonato, che restava 1610. Fra la nobiltà che nel se-
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minario romano riceveva la prima quella del concilio , segretario di
educazione, si applicò Giambattista quella del s. ofiizio e protettore del
con successo alle lettere umane. regno di Polonia, Dopo la morte
Istruito di poi nelle scienze mag- di Urbano Vili i suoi nipoti car-
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starono con segni di allegrezza, con d'un grande spirito ed ingegno, si
molte poetiche composizioni, di cui dice ch'ella ebbe sul cognato tanto
fa menzione il Novaes nella vita da cardinale che da Papa un grande
di questo Papa, ed in questa oc* ascendente. Governò essa dispotica-
casione fu per la prima volta il- mente la di lui casa e molti affari
luminata la cupola vaticana come esterni. Riceveva le suppliche , fa-
dicemmo all' articolo Fuoco. A' 4 ceva accordar gl'impieghi, dispo-
ottobre fu coronato dal cardinal neva pene e delle ricompen-
delle
Carlo de Medici primo diacono, se, entravane' consigli ed era il
nelle scale della basilica vaticana canale delle grazie. Tale autorità
e a' 2 3 novembre in lettiga aper- esorbitante suscitò mormorazioni ed
ta e con solenissima pompa si por- accuse gravi ; si giunse ad afferma-
tò a prender possesso della basili- re che la condotta di d. Olimpia
ca lateranense , nella qual funzio- era un misto d'orgoglio, d'avidità
ne descritta da Fulvio Servanzio e di corruzione.Il Papa importu-
co, per cui alcuni rimasero uccisi, re Luigi XIV ed il cardinal Giulio
onde temendo gli spagnuoli di rice- Mazzarini primo ministro, il quale
ver la pariglia dai famigliari del era potentissimo e nemico del Pon-
cardinale fuggirono ed abbandona- tefice.Il ministro accolse i Barbe-
rono il loro padrone, esponendolo rini con ogni distinzione , si dice
ad ogni pericolo, che forse avreb- che ne ricavò grosse somme di de-
be corso, se il cardinale non aves- naro, che gli servirono nella guerra
se ordinato alla sua gente di non che sosteneva contro la casa d' Au-
offenderlo in modo alcuno. Altri stria, e gli fece conferire cariche
disordini si prevedevano, ma il Pa- e dignità. In Roma le cose si spin-
pa con suprema autorità vi si op- sero agli estremi per le disposizio-
pose e li troncò, riconciliando a' 3 ni emanate contro i cardinali fra-
di maggio i due personaggi che si telliFrancesco ed Antonio, ed in
pacificarono. vece in Francia si minacciò una
Nel 1646 Massaniello sollevò il qualche rappresaglia. Tuttavolta si
popolo in Napoli ed altrove contro venne a sentimenti pacifici. Inno-
il viceré, per cui alcuni consiglia- cenzo X
a riguardo del re rimise
rono Innocenzo X a profittarne nella sua grazia i Barberini, sposò
i6 '
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d. Maffeo colla sua pronipote , e bre Papa approvò il culto im-
il
ranza che questi deponesse la sua ti d'Italia di dare un' esatta nota
contrarietà e facesse restituire Piom- di tutte le rendite loro, e del nu-
bino al principe Nicolò Ludovisi mero de' religiosi che in essi abi-
nipote di Gregorio XV, che aven- tavano, vietando intanto la vesti-
do sposato Costanza Camilla Pam- zione di nuovi religiosi. Qui ag-
philj altra nipote del Papa , que- giungeremo, che poi nel i652 si
sto lo avea fatto principe assisten- comandò colla costituzione Instali*
te al soglio e generale delle galere randae de' i5 ottobre, Bull. Rom.
pontificie con altre cariche. Intan- t. VI, par. 3, pag. 2 33, la sop-
to l'altro nipote cardinal Camillo pressione di tutti que'conventi nei
sopraintendente di tutti gli affari quali, per ragione del piccolo nu-
dello stato ecclesiastico, avendo ai mero de' religiosi, non si poteva
21 gennaio 1647 rinunziata la por- osservare la regolare disciplina, se-
pora, per continuar la discenden- condo gli statuti di ciascun ordine,
za nella famiglia, si sposò con d. e nello stesso tempo si die facoltà
Olimpia Aldobrandini principessa a'vescovi di convertire a loro ar-
di Rossano pronipote di Clemente bitrio le rendile de' conventi sop-
Vili, e fu fatto generale di santa pressi in altri pii e sacri usi. Da
Chiesa. Inoltre nel 1647 Innocen- queste provvidenze ebbe origine la
zo Xcreò cardinali Baccio Aldo- cardinalizia Congregazione della dì*
brandini parente della principessa, sciplìna regolare (Vedi). Narra il
col titolo di s. Agnese a piazza Novaes che nella vita mss. di d.
Navona, e Francesco Maidalchini Olimpia Maidalchini si riporta un
nobile viterbese nipote di d. Olim- lungo dettaglio di tale disposizione,
pia Maidalchini, nell'età di dicias- come invenzione del cieco Fa-
sette anni ed illetterato. Nelle bio- gnani nemico giurato de' frati, per
grafie di tutti i summentovati car- trovare un mezzo d'arricchire mag-
dinali sono riportate altre notizie giormente d. Olimpia Maidalchini,
riguardanti Innocenzo X. la quale ricevette trecento doppie
Essendosi conchiusa nel 1648 d'oro per ogni convento che si le-
la pace di Munster o di Westfa- vava dalla lista di quelli che si
lia o d'Osnabruck tra l'impero, la doveano sopprimere; laonde avendo
Francia e la Svezia, il santo Pa- essa ottenuta la grazia che restas-
dre trovandola ingiuriosa allo stes- sero nel!' antico stato più di cin-
so impero e perniciosa alla repub- quecento conventi, colarono nel-
blica cristiana, la riprovò e con- la borsa della dama più di cin-
dannò. Con decreto de' 21 novem- quantamila doppie ( sarà meglio il
1NN INN i
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dire centocinquantamila) di regali. Chiesa di s. Giovanni in Lalera-
Se questo è vero, come si pretende no (Vedi), terminò la Chiesa di
in detta storia, nulla ha che fare s. Pietro in Vaticano (Vedi), e
coli* avidità di quella donna il per maggior polizia della medesima
huon Pontefice, cui si proponeva proibì con scomunica di prendervi
utilissimo alla disciplina ecclesiastica il Tabacco (Vedi) censura che %
feiwnU, fi»/
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cenzo X sono documenti autentici, che sentiva per lui il Pontefice, il
fra gli altri, la spedizione ch'egli quale nel vederlo provava una vio-
fece in Irlanda monsignor Ri-
di lenta commozione di cuore ; laon-
nuccini con buona quantità di de- de nella mattina de' 19 settembre
nari per difesa de' cattolici ; i po- i65o, avendo egli allora trentacin-
tenti soccorsi di truppe e denaro que anni, lo creò cardinale, l'adottò
con cui sino dal i6o5 scampò per nipote col cognome e stemma
dall'invasione de'turchi l'isola di de' Pamphilj e colle rendite, ono-
,
che la sua decrepita età avesse di pretesi vacanti, dei quali non po-
bisogno d' un supremo ministro teva veramente essere spogliato sen-
che lo sollevasse dalle sue cure, za una formale e solenne verifica-
pensò di adottare per nipote mon- zione di un delitto tale, che seco
signor Camillo Astalli nobile ro- si recasse la pena della privazione
mano, chierico di camera, e presi- de' benefizi, riconosciuta per vera
dente del|e carceri, di cui il mag- dal processo e dalla relazione che
gior merito era la viva simpatia se ne doveva fare in pieno conci-
INN INN ,
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storo. TI cardinal Astalli restò nel e però piò spesso di prima sì fa-
suo feudo sino alla morte del Pa- ceva vedere fuori di casa, nel ca-
pa pel resto può vedersi la sua
: der di agosto fu attaccato da una
biografia. Nella vita mss. di d. O- grave malattia, nella quale die egli
limpia si legge, che la disgrazia di riprove evidenti della sua pietà e
questo cardinale ebbe origine per delle sue rare virtù, come si ha
aver esso Spagna del
avvisata la dall' Oldoino, Vit Pont. tom. IV,
trattato che maneggiavano Bar- i col. 661. Abbiamo la Relazione
berini con d. Olimpia e col Papa, dell'ultima malattìa e della morte
di acquistare per la loro famiglia d' Innocenzo X tradotta dalla la"
il regno di Napoli. Avendo poi dna neW italiana favella da Do-
Innocenzo X trovato reo di falsi- menico Moneta romano Roma ,
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seiulo poco innanzi caduto di gra- didentro sulla porta principale, fra
zia,goduta anche prima del pon- questa e l'organo; fu fatto con di-
gli avea tolta
tiiìcato, la dateria, segno di Giambattista Maini, e col
bandito dalla sua presenza fino busto di bronzo rappresentante il
negli atti solenni, e tolta la pro- Papa con triregno e piviale, eoa
cione di cardinale povero. Non un braccio alzato in atto di parla-
gliela restituì tuttavia, né fece tor- re. Ma le sue ceneri riposano nel-
nare in Roma il cardinal Astalli la piccola cappella di s. Francesca
dicendo aver ragioni per tratte- situata dalla parte sinistra del mag-
nersene. Rimise in grazia i due gior ingresso della medesima chie-
nipoti Pamphilj e Ludovisi, a'quali sa. Molte notizie su questa chiesa,
restituì gli uffizi tolti, e gli ammi- e sopra Innocenzo le pubblicò X
se di buona maniera alla sua pre- in Roma il Cancellieri nel suo Mer-
senza. JVel resto esercitavasi in atti cato ce. ed
palazzo Panfiliano
il
rabile per le continue tragedie do- cusò di far la cassa e di farlo sep-
mestiche fra lui ed i molti suoi pellire, al che vi rimediarono altri
parenti, ora esaltati, ora depressi al modo che dicemmo nei voi. VI,
dal suo favore, come scrisse il cita- p. 206, e XXIII, p, 82 del Dizio-
to cardinal Pallavicini. In sette o nario. E pure d. Olimpia Maidal-
otto promozioni creò quaranta car- chini, secondo il contemporaneo dia-
due divennero Pon-
dinali, tra' quali rista Giglì, tornata a palazzo do-
tefici, Alessandro VII ed Innocen- po la morte del Papa, si portò via
zo XI non lasciando die un sol
, due casse piene di denari, che sta-
cappello vacante. Nella sera degli 8 vano sotto il letto del defunto.
fu privatamente trasferito alla basi- Laonde il p. Pallavicini gesuita poi
ove restò sepolto. Ven-
lica vaticana, cardinale, e testimonio di sì inu-
ne dipoi trasportato ad un deposito mani avvenimenti, si espresse nel-
cominciato dal principe d. Camillo la suddetta storia con queste me-
suo nipote, e terminato dal figlio morabili parole. Grande insegnamen-
di questo Giambattista nella loro to a'Ponteiìci, per imparare qual
chiesa a s. Agnese, la sera dei 4 corrispondenza d'alletto possono a-
gennaio 1677. Questo deposito è al spettare dui parenti, per cui talo-
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ra pongono a rischio la coscien- vate di numerosi figliuoli, il nome
za e l'onore. Era Innocenzo di X delle quali avea presso di se per
corpo alto e robusto; avea la fron- soccorrerle. Ciò nondimeno, scrive
te ampia e rugosa, gli occhi bian- il Muratori negli annali d'Italia
chicci, barba rara, e le guancie di t.XI, inclinava il santo Padre non
color sanguigno; in somma era di poco all' economia ed al risparmio,
sembiante bruito più dell'ordinario, scusandosi coll'aver trovato esausto
benché per altro di aspetto mae- l'erario pontificio, bramando costan-
stoso e severo. Il celebre Guido temente di non aggravare i suddi-
Reni per vendicarsi di lui che men- ti, siccome effettivamente osservò :
ai i6 moggio 6 i da Livio e da
1 1 gerne le imposizioni messe per
Paola Castelli in Como, alla cui no- detta guerra. Innocenzo X lo no-
biltà era aggregata la famiglia, del minò presidente generale della stes-
lustro ed antichità della quale par- sa Marca o sia governatore di
lasi Odescalchi Fami-
all'articolo Macerata; poscia acquistò un posto
glia. Terminali da Benedetto primi i di chierico di camera, sebbene pa-
studi coi gesuiti, che per industria re che il chiericato piuttosto lo
de'suoi maggiori eransi stabiliti in conseguisse da Urbano "Vili. In
Como , in età di vent'anni passò a tutti questi uffizi diede saggio
Genova per applicarsi allo studio mirabile de' suoi talenti, modera-
delle scienze, quindi in Roma e po- zione e dolcezza , meritandosi gli
scia in Napoli ove prese le insegne di applausi di quelli che governò. Es-
dottore. Narra il Cardella ch'entrò sendo in età di trentaquattro anni,
nella carriera militare al sei-vizio del- lo stesso Innocenzo a' 6 marzo X
la Spagna nelle guerre di Fiandra, 1645 lo creò cardinale dell' ordine
dove si trovò in grande pericolo di de' diaconi, e per diaconia gli con-
perdere la vita per un colpo di mo- ferì la chiesa de' ss. Cosma e Da-
schetto, che lo ferì sopra una spal- miano ; passando poi all' ordine
la. Il Bayle nel suo Dizionario nel- de' preti ebbe per titolo la chiesa
la vita d' Innocenzo XI, e dopo di s. Onofrio. Nel 1646 Innocenzo
lui più altri francesi, dicono eh' egli X Io mandò legato a Ferrara, e-
fosse stato militare in Polonia o sprimendosi nel breve colle parole:
in Fiandra; ma il Lambertini, De mittimus patrem paupemm ; dipoi
canoniz. ss. lib. Ili, cap. XXI, n. nel i65o Io fece vescovo di No-
i3, afferma che ciò sia indubitata- vara, venendo consagrato nel duo-
mente falso. A questo errore adot- mo di Ferrara nel i65i. Dichia-
talo dal Bayle, diede occasione randosi però il clima di quella
un altro della famiglia Odescalchi, città contrario al temperamento
che militò nella guerra di Fiandra. del cardinale, il Papa nel i656
Su di che si può consultare il lo liberò da tal sede, quale diede
conte Anton Giuseppe Rezzonico al di lui fratello d. Giovanni Ma-
nella sua dissertazione De suppo- : ria come lo chiama 1' Ughelli, ma
sitidis milita ribu? stipendili Bene- veramente Giulio Odescalchi, mo-
dirli Odescalchi, qui Ponlifex ma- naco benedettino, riserbando in fa-
ximus an. 1676 Innocentii prae- vore del cardinale una pingue pen-
nomine fidi rcnunciatus Comi }
sione, la quale Benedetto lasciò li-
poi commissario del soccorso della turco, come si rileva dagli Ada.
Marca, nella guerra di quel tempo canoniz. Innoc. Xl\ in summar.
,
24 INN INN
p. 27. Sciolto il cardinale de' pesi nedetto XIII con più impegno,
del che religiosamente
vescovato, nel dopo pranzo de' 20 settembre
e con prudenza resse il fratello 1676 i cardinali tutti si recarono
fmo al i666_, epoca di sua morte, in cappella a baciargli la mano,
seguitando il cardinale a soggior- ciò che basta per compiere la le-
nare in Roma ove erasi restituito, gittima elezione del capo della
veniva stimato da tutti qual mo- Chiesa. Sorpreso il cardinal Ode-
dello di pietà. scalchi da questa novità proruppe
Intervenne ai conclavi di Ales- domandò in grazia
in singhiozzi, e
sandro VII e di Clemente IX in : un momento per risolvere. Quin-
quello di Clemente X avrebbe egli di disteso colla faccia in terra, in
senza dubbio occupato la suprema cui lasciò 1' autentica del dirotto
dignità, per le sue virtù ed alla suo pianto, pregolli ad eleggere
riputazione che godeva nel sacro un altro, eh' egli suggeriva, e li
Francia, e se egli stesso non aves- conclave^ con discapito della santa
se per mezzo del cardinal Rospi- Chiesa. Ci voleva solamente questo
gliosi nipote del defunto Clemente per vincerlo onde fatto nel gior-
:
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Storia de possessi riporta il nove- filari, ma diffalcò gran parte del
ro delle descrizioni e composizioni soldo, dicendo che la Chiesa non
stampale per 1' elezione, coronazio- era in guerra ne avea intenzione
ne e possesso d' Innocenzo XI, nel di farla.Riformò la tavola di pa-
qnal giorno il Papa fece distribui- lazzo, e non ammise al suo servi-
re ai poveri cinquemila scudi, ed zio persone le quali non fossero
altrettanti ai cattolici polacchi per raccomandate dalla loro modestia
la vittoria riportata. e bontà de" costumi. Subito con
Appena egli entrò nel palazzo lettere di proprio pugno avvisò i
vaticano, alle due ore di notte, sovrani di sua esaltazione e li con-
chiamò a se d. Livio Odescalchi sigliò alla pace, promettendo di
figlio unico di suo fratello d. Car- trasferirsi, se lo volevano, a qua-
lo, e gì' intimò con efficacia che lunque città cattolica per la me-
seguitasse co' gesuiti i suoi studi desima. Collo stesso impegno pre-
che non mutasse punto lo stato scrisse ai nunzi che procurassero
in cui si trovava, non ricevesse l'unione de' monarchi, esortandoli
visite ne regali come suo nipote, a voltar le loro forze contro il
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risposta die diede al cardinal Ci- della camera. In concistoro ripro-
bo, da noi riportata all'articolo vò le carrozze e le livree sfarzose
Canonicato (Fedi). In virtù del de' cardinali. Voleva sovente es-
suo virtuoso pensare comandò e sere informato de' costumi della
prescrisse a tutti i vescovi, che per nobiltà romana, facendo esiliare i
provvedimento con cui il Papa at- monti di pietà. Con ottime leggi
tendeva continuamente al vantag- riformò i tribunali della curia e
gio della disciplina ecclesiastica. cancelleria..
Nella Toscana e nella Lombardia Nel 1677 confermò Innocenzo
riformò i religiosi predicatori; e XI il culto immemorabile del b.
in Venezia quelli de' ss. Giovanni Amadeo di Savoia. Non potendo
e Paolo, restituendo questi alla mo- tollerare la vendita degli uffizi ve-
destia cominciavano
dell'abito che nali, soppresse il collegio de' ven-
a tralasciare; poiché sebbene l'a- tiquattro segretari apostolici . Nel
bito non faccia il monaco, dall'a- 1678 approvò il culto immemora-
bito certamente questo si conosce, bile del b. Ildegario o Ollegario
come osservò l'Eggs, Pontificiwn arcivescovo di Tarragona. Con una
docturn, in Vita Innocentii XI. Vie- costituzione prescrisse le spese ed
tò alle monache di qualsivoglia or- altro riguardante la canonizzazione
dine ogni sorta di musica nelle de' santi. Frattanto si vide nuova-
chiese loro, ed il farne professione mente messa in campo la differen-
delle monache recollette della ss. nipote d. Livio con diecimila scu-
Trinità della redenzione degli schia- di, ne parlammo ai voi. XVIII,
vi nella Spagna. Eresse in pubblica pag. 77 e 78, e XXIX, pag. 168
università quella di Guatimela nel- del Dizionario, insieme ad altro
le Indie occidentali, e quella di s. relativo. All'articolo Arciconfrati:r-
Tommaso di Manilla già istituita nita del ss. nome di Maria, di-
con minor estensione da Innocen- cemmo che fu istituita in oceasio-
zo X. Per implorare il divino aiu- ne di tal liberazione, e per avere
to nelle calamità che allora angu- Innocenzo XI, che approvò il so-
stavano la Chiesa pubblicò un dalizio, ordinalo per tutta la Ghie-
giubileo universale straordinario, sa la festa del ss. Nome dì Maria
Con breve de' i5 febbraio 1680 (fedi).
2t8 INN INN
Nel 1686 il Papa dichiarò nulla novo l'abolizione. Se ne offese il re
la vendita fatta dal principe di di Francia, e per mantenersi nelle
Masserano feudatario della Chiesa al sue pretensioni spedì in Roma am-
duca di Savoia, di Masserano, Cre- basciatore il marchese di Lavardi-
vacour, Quirin, Flexia e Rissi sen- no , il quale colle sue imprudenze
za permesso della santa Sede.
il provocò dal Papa la scomunica con-
In tempi condannò Inno-
diversi tro di lui e l'interdetto alla chie-
cenzo XI alcune opere contrarie sa nazionale di s. Luigi. Per rap-
alla disciplina ecclesiastica ed al- presaglia il re occupò Avignone e
l'autorità suprema del Pontefice ro- fece altre dimostrazioni ostili. Di
mano, il cui novero riporta No- il questa seria differenza ne abbiamo
•vaes al § XXX della sua vita. A- parlato all'articolo Francia, e più
vendo Luigi XIV ridotto e poi in- ali' articolo Immunità' ove si tratta
vocato l'editto di Nantes contro gli ancora delle franchigie. All'articolo
eretici ugonotti , il Papa benché Quietisti diremo della condanna
per diverse ragioni disgustato col che fece Innocenzo XI delle pro-
re, non potè dispensarsi di render- posizioni tratte dal libro di Miche-
gliene grazie con un breve de' i3 le Molinos. All'articolo Inghilterra
novembre i685, per una revoca [Vedi) abbiamo narrato come il
stimata giustamente atto eroico e re Giacomo II avendo ristabilito
degno di sì gran monarca , come la cattolica religione, il Papa spe-
si legge nel Guarnacci, Vitate et dì un nunzio a Londra ed il re ,
Vita Innoc. XI. Nel medesimo an- il ritiro di quel monarca in Fran-
casa né famiglia, e che teneva la nel toni. V dell' TLstoire des Pa-
dignità pontificia in prestilo da pes t
pag. 263 dell'edizione dell'Aja
Dio, non per benefizio de' suoi pa- 17 34- Era egli sì sollecito della
renti, ma per vantaggio della Chie- giustizia, sì zelante della disciplina
sa e de' suoi popoli. Tuttavolta ecclesiastica, sì alieno di sé e dei
1'imperatore Leopoldo I dichiarò suoi, che fu nemico del nepotismo.
d. Livio principe del sacro romano Fu sì attento al bene del cristia-
impero, e dopo la morte del Papa nesimo e al sollievo do' suoi sud-
gli conferì il ducato del Sirmio col diti, che per queste e per molte
titolo di altezza. Quanto ad Inno- altre virtù insigni delle quali era
cenzo XI altro non fece per d. doviziosamente fornito, militò che
Livio che dichiarar ducato il feu- dopo la sua morie si formassero
,
3o INN INN
i processi per la sua canonizzazio- camera, aitale non otte*
ricato di
ne, rammentandosi moltissime gra- nemmo che in tempo di Urbano
zie da Dio conseguite per mezzo Vili nostro predecessore. Lo stes-
di lui, che i romani acclamarono so confessò ad altri personaggi, ag-
subito per santo, procurandosi tutti giungendo, eh* egli né con regali,
qualche sua reliquia o Agnus Dei né con industria avea procurato
da lui benedetto ; onde fu diviso di essere cardinale, e che a N.
piti volte a' fedeli il manto che non avea mai fatto altro donati-
copriva il suo cadavere, e se non vo, se non di due mule, le quali
si fossero rinforzate le guardie alla gli mandò dieci anni dopo aver
custodia del medesimo, non si sa- ricevuto il cappello, in occasione
rebbe potuto resistere alla violen- che ritorno dal suo vescovato di
ta pietà del popolo, che voleva Novara.
porzione di ciò che gli appartene- Innocenzo XI saldò considerabi-
va. Pietro Bayle, più insigne nella li debiti della camera apostolica,
detrazione che nella critica, nel suo e V arricchì inoltre di due milioni
Dictionnaire historique et criti- di scudi, frutto della sua parsimo-
que, della terza edizione tomo II, nia, non ostante centomila scudi
p. i546, scrisse che Innocenzo XI che inviò all' imperatore per soc-
con doni fatti a persona potente corso della guerra contro i turchi,
avea ottenuta una carica prelatizia, per lo stesso argomento ottocento-
la quale facilmente lo conduceva mila a Giovanni III re di Polonia,
alla porpora. La sua causa, dice il e più di mezzo milione che impie-
Lamoerlini, De canon, ss. lib. Ili, gò co' poverelli, colle donzelle, e
cap. 3i, n. 1 4j non si sarebbe po- nella riparazione delle chiese e del-
tuta introdurre per la beatificazio- le città del suo stato. Dava straor-
ne, se i postulatola non avessero dinarie limosino alle famiglie po-
prima dileguato, come fecero, que- vere, con dotar anco le fanciulle.
sta calunnia. Nella biblioteca della Aiutò T ospedale della ss. Trinità
Vallicella si trova una vita di que- de' pellegrini ; levò le imposizioni
sto santo Pontefice, scritta col con- poste pel ruolo de' soldati, ed una
siglio e colla direzione pel p. Ca- gabella sulla carne, collo sborso
rafini e del cardinal Colloredo, di molte migliaia di scudi delle
ambedue filippini di gran pietà proprie rendite; con gran somma
dalla quale consta eh' egli stesso di denaro soccorse le comunità per
non avendo voluto dare una di- estinguer i censi ; nella Romagna
gnità ecclesiastica a persona ambi- e nel regno di Napoli fece distri-
ziosa ed interrogato arditamente
, buire centocinquantamila scudi ai
da un ambasciatore, che raccoman- poveri, e molte monete
di questo
dava il pretendente, s'egli per l'ad- Pontefice nei motti dimostrano la
dietro avea mai procurato dalla carità di questo Papa verso i po-
santa Sede i propri avanzamenti veri. Assegnò una pensione consi-
gli rispose con mansuetudine Si- : derabile alla regina di Svezia Cri-
gnor ambasciatore, con tutta co- stina ritirata in Roma. Si è già
scienza vi confessiamo di non a- detto altrove, che negli stati ponti-
ver in vita nostra desiderato mai ficii antichissimo e più antico an-
dignità alcuna, eccettualo un chie- cora de' tempi di Paolo III è l'uso
INN INN 3i
di ripartire sull' estimo i pesipub- avesse voluto mortificare il re. Mon-
blici. Abbiamo una carta di Ni- signor Filippo Bonamici segreta-
colò V, riferitaci da monsignor rio delle lettere latine di Clemen-
Fontani ni, De Anlìq. Hortae, cip- te XIV pubblicò in Roma nel 1776
perni, p. 470 (anche altre città di e dedicò a Pio VI, De vita et re-
Italiaaveano in quel tempo i lo- bus gestis veri, servi Dei Iiinocen-
ro catasti; ed in una bolla di tiì XI Poni. Max. comnientarìus.
Eugenio IV presso il Bullar. Car- Il quale, come scrivono gli autori
iaci, pag. 197, si parla della tassa, del Nuovo Dizionario storico se ,
spiegato nelle dispute celebri che primi suoi studi in Roma nel se*
ebbe Francia sulle
colla regalie, miliario romano e collegio roma-
sulle quattro proposizioni gallica- no, prese le insegne di dottore
ne, e sulle Postulando
franchigie. nell'uno e nell'altro diritto, e po-
l'arcivescovato ed Co-
elettorato di co dopo veline ascritto all'ordine
lonia il cardinal Guglielmo di Fu- gerosolimitano. Urbano Vili lo intro-
slemberg portato dal re Luigi XIV, dusse nella prelatura quando era
e Giuseppe Clemente di Baviera, in età di vent' anni, e nello stesso
il Papa secondo ad on-
preferì il anno lo fece vice-presidente d' Ur-
ta che il primo avesse avuto piti bino. Innocenzo X 1' inviò inqui-
di lui quattro voti. Fu opinione sitore a Malta nel 1 (>{(>, indi go-
che in tale incontro Innocenzo XI vernatore a Viterbo, e poscia nun-
32 INN '
INN
zio a Firenze col titolo arcivesco- torio ÒV vescovi e regolari, dove
-vile di Larissa nelle parti degli forse per la poca pratica della eu-
infedeli. Col medesimo carattere ria non riuscì felicemente. Indi fu
Io spedi Alessandro VII alla corte fatto camera del Papa,
maestro di
di Polonia, in cui ridusse non me- nel qual posto lo confermò Inno-
no i magnati all' obbedienza del cenzo XI, il quale nel primo set-
re Casimiro, che i vescovi alla co- tembre 68 1 lo creò cardinale
1
colosamente la sanità, per cui gran fanciulli orfani, trovarono nel car-
numero di persone ricorreva a dinaie asilo e rifugio. Dopo la
lui medico sicuro da
credendolo morte di Alessandro Vili si rin-
ogni male, e sperandone con fidu- chiusero in conclave quarantatre
eia la sollecita guarigione, sicché cardinali, a'quali poi si aggiunsero
ebbe vasto campo a trafficare con altri sino al numero di sessanta-
profìtto della loro semplicità. Nelle cinque, le cui particolarità nar-
carceri di Castel s. Angelo morì ramino al voi. XV, p. 288 del
a' 9 settembre i6g5 , alle quali Dizionario. Il cardinal Colloredo
fu condannato per eretico visiona- mise subito sul tappeto il trattato
rio, o piuttosto autore di una set- a favore de' due cardinali Grego-
ta che appena nata ebbe fine, e rio Barbadigo poi beatificato, e
eh' egli stesso solennemente abituò. Pignattelli pel quale cospirarono
Ritornato in B.oma il Pignattelli nel quasi tutti i cardinali con cinquanta-
ponlificato di Clemente X, per ri- tre voti, laonde restò eletto Pon-
chiamo del cardinal nipote, altro tefice a' 12
1691, nell' età
luglio
premio non ebbe ai suoi gran me- di settantasei anni. Col nome d'In-
riti che il semplice vescovato di nocenzo XII fu annunziato al po-
Lecce nel 167 1, che fu da lui polo nella loggia della benedizione
amministrato per pochi anni con dal cardinal Sacchetti. Coronossi
fama d'integrità e zelo. Tuttavolta nel Vaticano a' i5 di detto mese,
richiamato di nuovo dallo stesso ed ai i3 aprile del 1692 colla
Papa in Roma, lo dichiarò segre- solita pompa si portò in lettiga a
3
INN INN 33
prender possesso della basilica la- altre simili dignità, cui erano an-
Uranense, funzioni che descrissero nessi cospicui asseguamenti ; le
quelle relazioni che si leggono nel quali cariche solamente con neces-
Novaes, e presso il Cancellieri, Sto- sità urgente si sarebbero potute
ria de possessi, p. 3 1 3. rinnovare, nel qual caso si avreb-
de' Papi. Con questa bolla, che fu suo privato patrimonio, e per o-
lodata anche dagli eretici che per- spedale il magnifico palazzo late-
ciò innalzarono ad Innocenzo XII ranense, cioè pegl' invalidi e per
una statua in Wurtemberga, il le fanciulle, destinando V edilizio
santo Padre vietò severamente che di s. Michele a Ripa grande pei
i Pontefici potessero arricchire i lo- fanciulli, al quale uni i poveri
ro parenti co'beni della Chiesa, e fanciulli letterati per educarli nelle
dichiarò che ai Papi era lecito arti meccaniche, e principalmente
soltanto il soccorrerli con quella in quella della lana; edilìzio che
moderata liberalità, colla quale prese ilnome di Ospizio aposto-
avrebbero sollevato le necessità de- lico (Vedi). Ad esso riunì pari-
gli estranei, per la qual causa menti l'ospedale da Sisto V eretto
prescrisse che ai parenti i Ponte- a ponte Sisto, ed insieme al palaz-
fici non potessero dare più di do- zo lalcranense dispose che il pio
dicimila scudi di rendita annuale. stabilimento costituisse propriamen-
Soppresse perciò quei titoli che te l'ospizio apostolico, cui assegnò
spesso ingrandivano i nipoti dei corrispondenti rendite, onde tutto-
Pontefici, cioè generalato della ra fiorisce con meraviglia degli
Chiesa e delle galere pontificie, ed ^lanieri. Non solo in vita, ma an-
vol. xxxvi. 3
.
34 INN INN
co inmorte il Papa beneficò i romana eresse a Monte Citorio l'e-
poverelli, dappoiché nel suo testa- dilìzio che descrivemmo a quell'ar-
mento li chiamò eredi, meritando- ticolo , che per lui fu chiamato
si in vita e dopo morto il glorio- della Curia Innocenziana. Proibì
so titolo di padre de'poveri. Nel egualmente che gli uffizi e magi-
1692 il Papa riprovò il titolo e strati di cui si compone il tribu-
dignità di Elettore del sacro ro- nale della Camera apostolica (Fe-
mano impero, che l'imperatore a- di) fossero venali e vendibili per
\eva dato al duca di Brunswick l'avvenire. Emanò provvidenze sui
ed Annover, siccome protestante. Vacabili (Vedi); soppresse la le-
Si portò a Civitavecchia [Fedi) e gazione d' Avignone (Vedi); a van-
la beneficò al modo detto a quel- taggio della camera apostolica di-
l'articolo. minuì rendite dei cardinali vice-
le
Nel medesimo anno 1692 ebbe cancelliere e vicario, e dichiarò me-
Innocenzo XII la consolazione di glio quanto riguarda le sportule
dar fine alle famose vertenze tra de' giudici e Tribunali di Roma
la corte di Francia e Roma sulle (Vedi). Nel i6g3 Innocenzo XII
franchigie e sulle regalie, di che approvò il culto immemorabile del-
tenemmo proposito agli articoli la b. Giovanna figlia del re di
Francia ed Immunità' ecclesiasti- Portogallo, del b. Pietro Gamba-
ca. Pacificatasi la santa Sede colla corta , e in
epoche delle
diverse
Francia, Innocenzo XII accordò le beate Maria del Capo, Maria Tor-
bolle da tanto tempo desiderate ribia della Cabeza , Umiliana de
da trenta o trentacinque vescovi Cerchi o Circulis, Elena Enselmi-
Fin da quel momento il Papa, fe- na, Zita vergine, ed Osanna de
dele della Francia, cercò
alleato Andreasis; nonché dei beati Ago-
tutti mezzi di costringere l' im-
i stino di Dalmazia vescovo, Giovan-
peratore a far pace con essa. Al ni Tomko vescovo Bosnense, e Gia-
medesimo articolo Francia si disse como Bitotto. A' i5 marzo 1693
quanto fece Innocenzo XII contro ordinò che per tutta la Chiesa si
IJIN INN 35
rifórma degli ordini regolari, cioè pani, che descrivemmo al voi. II,
ili quelli decaduti dall'aulica osser- pag. 33 del Dizionario. Fece dei
vanza, perfezionò la salutare istitu- preparativi pel diseccamento delle
zione della cardinalizia Congrega- paludi Pontine, ma non potè man-
zione della disciplina regolare {Ve- dar ad effetto il divisamento. Iu
di).Nel medesimo anno 1694 ca- Roma fece fabbricare le due Do-
nonizzò per equipollenza i santi gane {Vedi)j sgravò i sudditi di
Giovanni ili Malha e Felice di Va- alcune gabelle, ed acquistò la città
lois fondatori dell' ordine della ss. d' Albano {Vedi) per la camera
Trinità della redenzione desìi
o schia- apostolica. Comprò il teatro di Tor-
vi. Nel l6o5 avendo sofferte mol- dinona impedirne le rappre-
per
te disavventure lo stato pontificio, sentanze sceniche, ed assegnò ad
Innocenzo XII facendo le parti di un suo concittadino napoletano, con
padre e di principe prestò pronto breve de' 16 novembre 169-7, un
soccorso con magnanima liberalità, luogo perpetuo nel collegio degli
tanto per le conseguenze prodotte avvocati concistoriali. Sulla confes-
in Roma e luoghi suburbani per sione e sui confessori emanò prov-
l'inondazione del Tevere ,
quanto videnze per la contesa eccitatasi iu
per quelle del terremoto nella pro- Portogallo fra l'arcivescovo di Bra-
vincia del Patrimonio e luoghi con- ga ed il vescovo di Leiria ed al-
vicini. Germania {Ve'
All'articolo cuni regolari. Insorta pure la con-
di) non solo riportammo quanto troversia se i Carmelitani {Vedi)
fece Innocenzo XII per la guerra fossero stali istituiti da Elia ed E-
contro turchi, ma ancora come
i liseo profeti , impose silenzio con
seppe resistere alle arroganti pre- pena di scomunica. Confermò le in-
tensioni dell' ambasciatore cesareo dulgenze a coloro che accompagna-
Giorgio Adamo conte di Martinilz, no il s. Viatico. Determinò che i
che meritò essere richiamato dal parrochi e confessori prima d'in-
i
36 INN INN
ticano, affine di consolare colla sua colando gradi ed impegni. Fece
benedizione i pellegrini che porta- castigare delle dame pei giuochi di
vasi in Roma all'acquisto del giu- azzardo vietati, e punir i birri per
bileo ; ma tornato poi al Quirinale non aver denunziato alcuni giuo-
e seguitando il male a peggiorare, catori. Volle che tutti gli ecclesia-
chiamò a se il p. Casini predica- stici lasciassero le parucche, e co-
tore apostolico, col quale fece una strinse i parrochi alle conferenze
confessione generale di tutta la sua di coscienza. Per l'efficace riforma
vita; e ricevuti gran pietà i con degli ecclesiastici teneva la lista di
sacramenti della Chiesa, morì san- quelli che credeva meritar corre-
tamente nella notte seguente a'27 zione, onde ridusse molti a vita
settembre 1700,10 età di anni ot- più costumata. In quattro promo-
tantacinque, mesi sei e giorni un- zioni creò trenta cardinali, lascian-
dici , e di pontificato anni nove do tre soli cappelli vacanti. Tal-
mesi due e giorni quindici. Nel mente fu alieno dai parenti , che
Diario delle memorie isteriche del- il cardinal Francesco del Giudice,
l'anno del giubileo 1700, diFran- eh' era tale, abbandonò B.oma e si
cesco Posteria, trovansi minuta- recò in Ispagna, per non aver ri-
mente descritte l'esequie di questo cevuto dal Papa alcun segno di
Pontefice e il seguente conclave, benevolenza. Innocenzo XII era cosi
tom. II, pag. 86 e seg. Avea egli moderato colla sua persona , che
ancor vivente fatto erigere sotto secondo gli ordini dati sino dal
l'arco presso la cappella del ss. Sa- primo giorno del pontificato, il
si trovano in uno de' migliori Pon- centomila per quelle della Cina.
tefici. Nella continenza era delica- Nel dì della sua morte applicò qua-
to, nell'austerità rigoroso, nella fa- rantamila scudi per redimere schia-
tica avaro , nella giustizia inflessi- vi, ed in aiuto dell' ospizio aposto-
bile, facile nel dispensar favori, os- lico. Malgrado però queste ed al-
sequioso co' principi ; ove però si tre esorbitanti spese impiegate nelle
trattasse di religione, di costumi, cose che abbiamo indicate, e mal-
della difesa della fede e della san- grado i gran soccorsi dati a Gia-
ta Sede, era egli d' insuperabile como II re cattolico d'Inghilterra
costanza. Per tutti concedeva affa- per ricuperare il regno, e ai con-
bile accesso, ne a veruno seppe federati contro i turchi, ripose un
negar udienza nel lunedì d' ogni milione di scudi in Castel s. An-
settimana. Quando il bisogno Io ri- gelo. Al suo benefattore Innocenzo
chiese si mostrò severo, non cal- XI eresse nella basilica vaticana,
,
INH INN 37
presso la cappella del coro, un ma- conferì per titolo la chiesa de' ss.
mente XI, in luogo del prelato Fi- miglia domestica trattammo al voi.
lippucci che rifiutò il cardinalato XXIII, pag. 90 del Dizionario. Dei
a' 7 giugno 1706 lo creò cardi- suoi parenti e delle onorificenze e
nale prete, e tornato in Roma gli beneficenze che loro compartì, se
38 INN INN
ne parla al voi. XVII, p. 79 e 80. de aiuto all'ordine Gerosolimitano
Nei primi giorni dopo la sua (Vedi) minacciato in Malta da' tur-
esaltazione, Innocenzo XIII si fece chi, e provocò anche quello del sa-
portare a palazzo alcune pagnotte, cro collegio. Ai canonici della Ger-
prese all'improvviso da ciascun for- mania superiore concesse le indul-
naio, per osservarne la qualità ed genze di quelli lateranensi in alcu-
il peso, affinchè il pubblico non ne feste. Ad istanza del re di Spa-
fosse defraudato ; e per dimostrare gna eresse l'università di s. Giaco-
il suo animo generoso al re Gia- mo di Lione di Caraccas nell'A-
como III d'Inghilterra, gli assegnò merica meridionale, e decretò che
una pensione di ottomila scudi, in- la festa di s. Antonio di Padova
di depositò per la ricupera del suo si osservasse con precetto nella Spa-
stinzione della peste che affliggeva tà d' Anagni, dove la sua famiglia
diverse provincie si portò in pro- Conti traeva l'origine, Innocenzo
cessione di penitenza a Maria Mag- s. XIII accordò onorevoli insegne co-
giore. Sebbene amico del re di Por- rali al capitolo della cattedrale. So-
togallo Giovanni V, presso il quale lennemente protestò sulle disposi-
era stato nunzio, non volle favo- zioni prese nel congresso di Cam-
rirlo sulla vertenza del nunzio Bi- bray a danno dei diritti sovrani
chi, e si mostrò d'animo fermissi- della santa Sede sui ducali di Par-
mo, come si può vedere all' artico- ma e Piacenza. Nel maggio 1723
lo Nunzi apostolici [Fedi). Confer- onorò di sua presenza il capitolo
mò l'ordine teutonico ed i suoi pri- generale che i minori osservanti
vilegi. Ai penitenzieri lateranensi celebrarono in Araceli. Essendosi nel-
accordò alcuni privilegi, ed al p. la Spagna rilassata non poco la di-
guardiano del santo Sepolcro il po- sciplina degli ecclesiastici sì rego-
ter conferire la cresima man- in lari che secolari , il Papa procurò
canza di vescovi, e raccomandò le di correggerla prontamente con pa-
consuete limosine per Terra Santa. recchi decreti in una bolla de' i3
Approvò il culto immemorabile del maggio 1723. In Roma ordinò che
b. Dalmazio Moner, e decretò che i bambini si battezzassero entro
la festa del ss. Nome di Gesù si tre giorni dopo la nascita. Nel
celebrasse da tutta la Chiesa uni- concistoro de' 20 dicembre pose fi-
versale. Nel 1722 die solennemente ne alla causa del cardinal Albero-
l'investitura del regno delle due ni, per lo che in quello primo del
Sicilie all'imperatore Carlo VI, col seguente anno gli die il cappello
consueto annuo tributo, riserban- cardinalizio. Rinnovò la costituzio-
do al solito per la santa Sede il ne de' predecessori sul genere dei
ducato di Benevento e Pontecor- traffichi degli ebrei; e riparò i fon-
vo, abilitandolo a ritenere coll'im- damenti del ponte s. Angelo. Per
pero tal regno. Generosamente die- animar i ruteni a venire al cat-
, ,
INN INN 39
tolicismo, il Papa decretò ch'essi professione di fede, e morì a' 7
erano capaci di possedere i loro marzo 1724, sulle ore ventitre e
beni ; quindi approvò il culto im- mezza, con sessant'otto anni , nove
memorabile del b. Andrea Conti. mesi e ventiquattro giorni di età,
Quanto alle vertenze colla Fran- e due anni, nove mesi e ventino-
cia sulla bolla Unigenitus di Cle- ve giorni di pontificato, nel qua-
mente XI , egli seguì le tracce di le in due promozioni creò tre soli
ra. Indi condannò una lettera non parenti, ne per quelle de' cardinali
poco violenta che sette vescovi op- non volle provvederne altri, rispon-
ponenti gli avevano indirizzata. Così dendo non appartenere più. ormai
Innocenzo XIII difese la bolla di a questo mondo. Fu sepolto nella
Clemente XI emanata per estin- basilica vaticana ove ora è il de-
guere interamente il giansenismo. posito di Leone XII, e poscia tras-
Giunse finalmente il tempo in cui ferito nelle sagre grotte, come si
la divina provvidenza avea desti- disse nel voi. XII, p. 3oo e 3o2
nato ad Innocenzo XIII la parten- del Dizionario. Allorché il cadave-
za da questo mondo. Dopo un'in- re si dovette incassare, il cardi-
fermità cominciata ne'primi di mar- nal fratello nello scuoprirgli il vol-
zo 1723, per ordine de' medici era to si svenne. Nello stesso gior-
passato a' 26 aprile al feudo di sua no della morte del Papa giunse
casa chiamato la Catena , e poi a in Roma la notizia che Comacchio
Poli , come indicammo al citato veniva definitivamente restituito al-
voi. XVII. Ritornato in Roma fu la santa Sede, a seconda delle trat-
accolto dai concittadini con segni tative per lui conchiuse colla corte
di particolar giubilo ed ossequio ,
di Vienna. Era Innocenzo XIII di
ma non tardò molto a riammalar- corpo grosso, di statura sopra la
si.Essendo il suo corpo estrema- mediocre, di sembiante tondo e se-
mente grasso, e non volendosi egli rio, ma piacevole, bianco mischia-
confidare dopo la morte del suo to di rosso , avea gli occhi bian-
cameriere ad un altro, per farsi aiu- chi e il naso largo e schiacciato.
tare a raccogliere le viscere che spes- Con tutti manteneva un porta-
so gli cadevano da una rottura mento grave e maestoso, volendo
la grassezza gli cagionò una idro- rialzare la gravità del principato
pisia, e la rottura sino allora oc- eh' egli credeva un poco abbattuta
cultata un'infiammazione interna, dall'amabilità del suo predecessore.
per cui gli venne un' ardente feb- Ne' complimenti di congratulazioni
bre. Quindi avvisato dal suo me- rispondeva con serietà, a quelli an-
dico Nuccarini del suo imminente cora che con esso aveano qualche
pericolo, si munì il Papa di tutti confidenza. Non gli mancava né
i sagrameuli, fece e sottoscrisse la modestia , ne umiltà , ma stimava
,
4o INQ INQ
la magnificenza e gravità del suo religione, qual è in fatto, come il
4^ INQ INQ
delle persone sospette d'eresi a > ea ed abbatterli Innocenzo III delegò
inoltre si legge, che dopo aver la l'apostolica autorità a diversi mo-
Chiesa impiegato senza frutto con- naci cisterciensi, ai quali successe-
tro i colpevoli le pene spirituali ro i domenicani, principalmente a
Ja medesima li abbandonava al questo fine istituiti da s. Domeni-
braccio secolare, per esercitare con- co. E
siccome i baldanzosi eretici
tro di loro le pene temporali. Si tenevano in Tolosa un nido de'più
unirono dunque le due podestà velenosi, ed ivi i zelanti delegati
spirituale e temporale per l'estir- pontificii ed i predicatori attende-
pazione delle eresie; e la Chiesa vano a combatterli con più vigo-
adoperò a quel fine le scomuniche re, cosi il gran Pontefice dopo a-
e le altre censure, mentre i so- vere nel 1208 scomunicato il detto
vrani e magistrati s'incaricarono
i conte, in quella città stabilì il primo
della applicazione delle pene corpo- tribunale dell'inquisizione, così chia-
rali. Sì ordinò la distinzione in di- mato perchè faceva inquisizione di
Tersi gradi d'individui delle perso- quelliche nascostamente dommatiz-
ne cadute nell'eresia, cioè sospetti, zavano, e li castigava severamente,
convinti, penitenti e recidivi, e si come tra gli altri narra Van-Espen,
stabilirono per
ciascuno di essi Jur. eccl. univ. par. I, tit. 22, cap.
pene proporzionate. Dopo di ave- 3, § 3. I cisterciensi sostengono
re assoggettati i colpevoli alle pe- che i primi inquisitori deputati da
ne spirituali, si abbandonavano al Innocenzo III furono Pietro di Castel-
braccio secolare, affinchè si inflig- nati o Castelnuovo, Rodolfo ed Ar-
gessero ai medesimi le pene cor- noldo, tutti e tre abbati del loro
porali. L'inquisizione però venne ordine, e legati della santa Sede.
poi più formalmente da stabilita Il p. Echard ed il p. Cuper pre-
Innocenzo III (Fedi). Oltre quan- tendono invece, che il primo che
to abbiamo detto a quell'articolo, portò il nome di inquisitore fu
ad Albigesi e ad Avignone, dove Corrado di Marpurg, francescano
facemmo la breve storia dell'ori- secondo Cuper, e prete seco-
il p.
gine e progressi degli albigesi, e lare secondo p. Echard. Se poi
il
tanavano, alfine di esercitar più si- pubblicò nel suo libro : Apìwrismi
diramente le loro laidissime bestia- inq itisi to rum nel quale
t
tratta la
lità, senza differenza di persone e vera Historia de origine s. inquisì'
di sesso, come nota il Tritemio in tionis Lusitaniae, adversus impo-
Chron. Spanheim i5oi con an. , sturas cujusdam Saavedrae, qui
altri enormi eccessi che vedonsi legatimi ponlifìcium mentitila in
nel Bernini, Sforia dell'eresie t. IV, hoc regnimi invexisse eam falso
p. 216. Quando gli spagnuoli con- ereditar. Pietro Monteiro dorneni-
quistarono l'America, ivi pure sta- cano pubblicò colle stampe, Noli-
bilirono l'inquisizione. Clemente VII zia generale della santa inquisì-
ordinò agli inquisitori di procede- zione del regno di Portogallo, col
ve contro i religiosi di qualunque catalogo degli inquisitori, depu'atit
ordine in materia di ftnìe, per ira- promotori e notari. Nei regni di
pedire i funesti progressi dell' ere- Spagna e di Portogallo fu stabili-
sia luterana. to un consiglio supremo d' inqui-
Ad islanza del re di Portogallo sizione, con la stessa autorità della
Giovanni 111, il Papa Clemente congregazione del s. offizio di Ro-
VII con bolla de' 1 7 dicembre ma. Tutte le inquisizioni partico-
dell'anno 1 53 1 , stabilì nel suo regno larifurono assoggettate al consiglio
il tribunale dell'inquisizione; ma supremo. L'inquisitore generale dei-
pretendendo il re di Spagna che il la Spagna per tutti i regni, dove-
tribunale portoghese fosse soggetto va confermarlo il Papa. Questo in-
a quello di Spagna, lo stesso Gio- quisitore generale nominava gli in-
vanni III fece passar dalla corte quisitori particolari, i quali però
di Vienna a quella di Roma il suo non potevano esercitare la loro ca-
ambasciatore Vasconcellos, per ot- Hca senza il consenso del re. Di
tenere dal Pontefice Paolo Ili che il più il re teneva un consiglio per
tribunale portoghese fosse indipen- queste materie nel luogo ove tro-
dente dallo spagnuolo: ciò che accor- vavasi il grande inquisitore o pre-
dò Paolo III con bolla àe'i 3 maggio sidente, e tal consiglio aveva una
i536. Il re la fece pubblicare in giurisdizione suprema su tutti gli
46 INQ INS
mise, e cercarono menzogne on-
si maggiori nemici della santa Sede,
de renderla odiosa. Certo è che rispose il cardinal Francesco Albi-
forse in nessun luogo quanto in zi, senza nota di stampa, che fu
Italia si mantenne la maggior mo- la tipografia di Propaganda fide
derazione nelle procedure dell'in- nel 1678, colla Risposta all'istoria
quisizione del santo oflizio; dolcis- delta sacra inquisizione composta
sima e paterna fu sempre la con- da Paolo Sarpi servita. Giaco-
fr.
dotta tenuta dal tribunale di Ro- mo Pasqualone, Sacro arsenale ov-
ma; moderatissima pure in tutti gli vero pratica delVoffìzio della sacra
stati d' Italia. inquisizione, Genova i653, e Ro-
Molto si scrisse sulla storia del- ma 17 16 e 1730. Pane, Della pu-
l' inquisizione e degli inquisitori, e nizione degli eretici, e del tribu-
di quanto li riguarda, laonde ci- nale della santa inquisizione, let-
teremo qui le opere di diversi au- tere apologetiche, 1789. Del Bene,
tori. Il Backro teologo inglese ci De officio s. inquisilionis, Lugdu-
diede il libro, De inquisilione 3 tra- ni 1666. Reginaldo Gonzalvio Mon-
dotto in tedesco da Federico Tief- tano, Sanctae inquisilionis hispani-
fense, e pubblicalo in Hafniae 1674* cae artes alìquot dclectae ac palam.
Filippo Limborgio, Historia inqui- traductae, Heidelbergae i568, ope-
sitionis, cui sub/ungitur liber sen- ra che offende vivamente il mini-
tentiarum inquisitionìs Tholosanae stero spagnuolo, e della quale si
ab anno ad an. 1327, Am-
iZo'j fece la versione francese nell'anno
stelodami 1692. Opera curiosa che seguente col titolo : Relation de
passa come scritta con molte ve- Vinquisition d' Espagne 3 senza luo-
rità. Nicolò Eimerico, Directorium in- go tipografia, ne di stampatore.
di
quisito rum ,cum commentariìs Fran- Il p.Plettemberg nella Notitia con.'
cisci Pegnae, Romae 1587. L'edi- gregationum, è a vedersi Congre-
zione veneta del 1607 è meno cor- gatio s. offìcii, pag. 619 e seg., e
retta. Giacomo Marsollier, Histoi- gli articoli Inquisitor et Inquisi-
re de Vinquisition et de son origi- tionis. V. l'articolo Gesù Cristo ,
suspectis et haeresi, Romae 1703. romani, p. ^.5, prova che nei con-
Fr. Paolo Sarpi, Storia della sa- vogli funebri recavansi le insegne
cra inquisizione, Serravalle i638. appartenenti alla dignità del defun-
Piti, il Discorso dell'origine, for- to, ma per segno di dolore si por-
ma, leggi ed uso dell' inquisizione tavano rivolte a terra a rovescio,
nel dominio di Venezia, i6y5. così learmi di que'militari che in-
Alla quale, come opera d'uno dei tervenivano al funerale. Al quarto
1NS I IN S 47
Pontefice s. Clemente I si attribui- degli abiti ed insegne pontifìcie,
sce ia concessione agli arcivescovi sedente nella sedia pontificale, col-
iKl pallio, ed ai vescovi diverse in- la corona in capo, e colle chiavi del-
segne vescovili. Dal codice vatica- la Chiesa incrociate tra le mani.
no 556o, citato dal Piazza nella sua Mentre celebravasi il concilio di
Gerarchia, si deduce la concessio- Costanza, ad estinguere lo scisma
ne fatta dall'imperatore Costantino Gregorio XII rinunziò alla supre-
il Grande, delle insegne imperiali a ma dignità, e nel concistoro che
s. Silvestro I del 3i4 ed ai Papi tenne a Rimini depose le insegne
suoi successori. S. Silvestro I è il papali ; ma morendo in Recanati
primo Papa che portò capo co- il fu sepolto colle insegne pontificie.
ronato della tiara, poi ornata di due L'antipapa Clemente Vili rinunzian-
corone, indi di tre, onde prese no- do l'antipontificato nel i4 2 9» s i s p°"
cola tutti i membri di quel corpo senza suono delle campane. Quan-
il
dizio visibile della vendetta divina, nel reame che durò tre anni ; ma Ce-
che il cadavere d'uno scomunicato lestino II col solo segno della Be-
3
mezza notte la fatale sentenza. I Gesù Cristo, tacque il canto de' ser-
vescovi insieme coi preti si por- vi di Dio, ed appena fu concedu-
tarono in silenzio e al lume delle to in qualche monastero supplicare
torcie alla cattedrale,dove i cano- il Signore, fuor della presenza dei
nici stavano pregando Dio ad aver laici, a voce bassa, con porte chiu-
misericordia dei colpevoli. Un velo se, nella solitudine della mezza not-
coperse dappoi l' immagine del Cro- te soltanto, affinchè la sua grazia
cefisso, le reliquie dei santi furono movesse gli animi alla penitenza.
trasportate nelle arche sotterranee, L'organo piti non fece risuonar le
e le fiamme consumarono le specie volte de'templi, e un sepolcrale si-
sagramentali. Dopo di che il lega- lenzio regnava colà dove i fedeli a-
to, colla stola violacea, dinanzi al veano per lo innanzi fatto udire i
popolo, pronunziò in nome di Gesù. loro inni e cantici di gioia sia per
Cristo l'interdetto su tutti gli sta- celebrare che per ringraziare l'Al-
ti del re di Francia, finché que- tissimo. I cerei furono spenti in mez-
sti non troncasse il suo adulterio; zo alle preci funebri; un velo na-
e fu generale il terrore e i gemiti de- scose la vista del Crocefisso; le im-
gli astanti. Il legato ordinò quindi magini de'suoi più gloriosi confes-
che l'interdetto fosse pubblicato pas- sori giacevano in terra, quasi fug-
sati trenta giorni, per tentare se gissero una generazione maledetta;
nella dilazione il re avesse mutato i corpi de'santi si toglievano dalle
consiglio. Questi non si mosse pun- loro casse o teche, e si stendevano
to, onde spirato il termine, portos- sul pavimento della chiesa coperti
si il cardinal legato in Vienna del con un velo nero. Le croci, le im-
Delfinato, allora soggetta all'impe- magini ed i sacri ornamenti degli
ratore, ed in altro concilio di ecclesia- altari, segni di santità e di religio-
stici bandì pubblicamente l'inter- sa consolazione
,
giacendo disper-
detto. Tutti prelati del regno di
i si pavimento, né laici ne sacer-
sul
Francia ebbero quindi ordine di doti osavano baciarli o toccarli con
pubblicarlo nelle loro diocesi e d'in- mano. Il cristiano passando tutto
vigilare per la sua esecuzione, sotto tristo avanti il tempio, con un fug-
ma dinanzi alla santa Sede. Da quel stò negli animi, come provavano
giorno i fedeli in tutta la Francia nel venerar le sacre immagini e ri-
INT INT 53
ceverne interni sensi di edificazio- polo a penitenza sotto il pronao
ne; e come se l'aria stessa e la luce del tempio, e solo la domenica, e
fossero contaminate, un negro ve- vestito degli ornamenti di lutto.
lo le ricopriva. E acciò ogni cosa La donna uscita da parto non po-
spirasse lutto e confusione, non più tea venirne a ringraziar il Signo-
suono di campana, salvo che il lu- re che nel vestibolo, ed ivi solo il
prema partita consecrata dalla re- venerdì nella solitudine, veniva re-
ligione. Lo special favore del suo- cato in sull'albeggiare ai moribon-
no campana non
della si concesse di, ma
negata era loro l' estrema
che per una sola e ita ut nec mul- unzione. Vietata era la sepoltura
timi sit intervallimi 3 nec pulsatio in luogo sacro, salvo i preti, i men-
sit prolixa. Fu concessosuono il dicanti, i pellegrini ed i crociati.
ai monaci di Grandmont, a que' lo- Più non si registravano sui regi-
ro monasteri cioè lontani dalle abi- stri de' monasteri i nomi dei pa-
tazioni, e per chiamale i religiosi droni né dei servi. Quelle grandi
sparsi nelle campagne al lavoro. Tal- feste, quelle gloriose solennità del-
volta le campane si tolsero dalle la vita cristiana che accoppiavano
torri e si nascosero in sotterranei. il Signore ed il vassallo dinanzi
La vita già santificata in tutte agli altari, convertivansi in giorno
le sue importanti vicende, si trovò di lutto, e il tempo trascorreva tri-
espulsa fuori della Chiesa; l'uomo ste sì pel che per le a-
pastore
non avea più intercessori presso gnelle. Sparite erano la musica e
Dio. Il giorno battesimo dei
del le feste, tutte le brigate, tutti gli
fanciulli, non più festevole, era triste ornamenti e fìnanco spesso le cu-
e silenzioso, amministrandosi il sa- re del corpo , e persino il ra-
cramento privatamente. Le nozze, dersi la barba e il tagliarsi i ca-
anziché essere celebrate sull'altare pelli; universale digiuno, proibizio-
della vita, stringevansi per così ne di mangiar carni, non più traf-
dire sopraje tombe laonde; gli spon- fico ne' mercati , con fatali conse-
sali del principe ereditario di Fran- guenze per l' industria generale. I
cia si Normandia. Le co-
fecero in notari coscienziosi passavano negli
scienze inquiete non potevano spes- atti pubblici sotto silenzio, come
so aver sollievo nò di confessione, non degno di ricordarsi , il nome
né di assoluzione. In questa pittu- del principe, e segnavano la data
ra dell'interdetto nel suo maggior solo dal regno di Cristo: Regnan-
rigore, deve notarsi che il legato te Christo, della qual formula trat-
tuttavia avea permesso il conlessa- ta diffusamente Natale Alessandro,
re, ma in porticum ecclesiae. L'af- Bui. eccl. tom. VI, sec. XI e XII,
flitto più non era consolalo dalle cap. io, art. 5, p. 637. Nel terzo
parole del sacerdote; più non por- giorno dopo la Candelora fu messo
gevasi il cibo della vita a colui in esecuzione l'interdetto per quasi
che n' era famelico ; non più acqua tutto il reame di Francia. La mag-
benedetta. Al ministro dell' altare gior parte de' vescovi, de' capitoli
era solo conceduto d'esortar il no- e de' curati tennero per più sacri
,
54 I JN T INT
i doveri del ministero spirituale 1282 sottomise la Sicilia all'inter-
che i riguardi verso al principe. detto, pei famosi vesperi siciliani
1! paese fu coperto di lutto, e gli ossia per 1' orrenda strage fatta
storici rammentano con lacrime dei francesi, oltre l'aver solenne-
quell'infelice tempo, in cui il cri- mente scomunicato Pietro III re
stiano più non salutava se non so- d'Aragona complice di tal crudel-
spirando il cristiano, essendo proi- tà ed invasore dell' isola, ove vuoi-
bito il vicendevole saluto. Parec- si che l'interdetto durasse settanta
chi fra que' fedeli uscirono dal re- anni al dire del Rinaldi. Nicolò IV
gno solo per goder le consolazioni nel 1289 levò dal regno
Por- di
della Chiesa, ed in varie contrade togallo l' interdetto postovi da Gre-
ilpopolo sollevossi, costringer vo- gorio X sedici anni prima, per 1' op-
lendo i preti ad aprire le chiese pressione che faceva Alfonso III de-
ed a celebrare i sacri misteri. Fi- gli ecclesiastici. Bonifacio VIII nel
nalmente Filippo Augusto si sot- 1294 scomunicò il re di Danimar-
tomise alla Chiesa, e l' interdetto ca Erico VIII e mise l'interdetto
fu levato nella vigilia dell' Esalta- a tutto il regno, per la prigionia
zione della Croce. Al suono giu- dell'arcivescovo di Lunden. Lo stes-
livo delle campane, al discopritnen- so Bonifacio Vili, per la difesa del-
to delle sacre immagini, allo spa- l' immunità ecclesiastica, scomunicò
lancarsi le porte de' templi,, la giu- Filippo IV il Bello re di Francia,
bilante moltitudine si precipitò in e sentenziò al regno ;
l' interdetto
furia nelle chiese a contemplar i grave argomentoche trattammo
santuari chiusi da oltre sette me- all'articolo Francia. Considerando
si, a udire i sacri cantici, a dedi- il successore Benedetto XI, che ove
carsi alle pratiche del culto reli- pecca la moltitudine conviene al-
gioso : quasi trecento persone pe- quanto moderare il rigore, assol-
rirono nella calca. vette dalle censure il re ed il re-
Altri memorabili interdetti so- gno, senza nominar ne la scomu-
no i seguenti. All'articolo Grego- nica ne l' interdetto. Il suo legato
rio X (Fedi), dicemmo di quello cardinal Albertini di Prato, per le
che nel 1273 tal Papa fulminò fatali fazioni de' guelfi e ghibellini,
alla città di Firenze, ove doven- die sentenza di scomunica e d' in-
dovi transitare nel 1275, mentre terdetto contro Firenze. Nel i355
la traversava assolveva la censura, Innocenzo VI interdisse il regno
ma poi uscito dalla città
rinnovò di Napoli e la regina Giovanna I
l'interdetto, poi da Innocen- tolto pei censo non pagato. A mezzo del
zo V. Quando Martino IV nel 1281 vescovo di Senez Innocenzo VI sco-
fu eletto in Viterbo, la città era municò Pietro I re di Castiglia pei
allacciata dall' interdetto ,
per ca- suoi adulterii, e pose il regno nel-
gione dell'arresto fatto in conclave l' interdizione. Urbano VI decretò
di due cardinali, onde fu punita nel i38g che ne' luoghi ove vi
ancora coll'atterramento d'una par- fosse l' interdetto si potesse cele-
te delle mura ed obbligata ad eri- brare i divini uffizi e la festa del
gere un ospedale: per l'interdetto Corpus Domini colle porte delle
il Papa passò ad Orvieto a farsi chiese aperte, ciò che poi Martino
coronare. Lo stesso Martino IV nel V estese a tutta l'ottava, nella me-
INT INT 5i
desi 'na che Bonifacio Vili
guisa il nunzio apostolico. Dell' interdet-
l'uvea permesso nelle feste di Na- to poi cui Innocenzo XI sottopose
tale, di Pasqua, di Pentecoste e del- la chiesa di s. Luigi de' francesi di
l'Assunzione e Concezione di Ma- Roma, a cagione del marchese di
ria Vergine e sue ottave. Gli ana- Lavardino, si discorre all' articolo
loghi decreti di Urbano VI, Alma Immunità ecclesiastica (Vedi).
Mater ed In festivitatibus, li pub- Degli effetti dell' interdetto di
blicò il successore Bonifacio IX. sopra se n' è parlato nella narra-
Della scomunica, famoso interdet- zione di alcuni interdetti, qui dun-
to e solenne assoluzione di Sisto que ricapitoleremo le cose princi-
IV per le sentenze pronunziate con- pali. Gli effetti che 1' interdetto
tro Firenze nel i47^> P er 1* ucci- produce consistono nella privazio-
sione dell'arcivescovo di Pisa, ar- ne di alcuni sacramenti, degli uf-
resto del cardinal Riario, ed altri fizi divini , e della sepoltura ec-
delitti, ne parlammo all'articolo Fi- clesiastica. Durante un interdetto
renze (Vedi). Dell'interdetto ful- generale non si può amministrare
minato da Innocenzo Vili contro la ss. Eucaristia ad alcuno, tranne
Genova sua patria nel 1489, è a in punto di morte, potendosi pre-
vedersi l' articolo Genova. Giulio cedere in tal caso col suono del
Il nel i5o9 campanello Viatico. Gli eccle-
P er punire la repub- il
asiloai cardinali ribelli, che inten- 1' ordinazione, però questa si può
tarono un conciliabolo contro di lui. fare in mancanza di sacerdoti ,
Pei* l'aspra differenza avvenuta nel 1' estrema unzione può dare a si
riceve gli usurai pubblici. 3.° Quan- e di altri doni celesti, le adopera-
do oltraggiasse qualche Pontefice. rono in certe epoche con eccessiva
4-° Quando dei religiosi o laici frequenza, e talvolta per leggiere
hanno sepolto nelle loro chiese o o non giuste cagioni. E siccome
cimiteri persone alle quali aveano la forza delle esterne applicazioni
fatto promettere eh' essi scegliereb- quanto è più spesso esercitata, di
bero le loro sepolture presso di tanto vien meno, così gì' interdet-
essi,o che non le cambierebbero ti ed altre canoniche pene perdet-
punto. 5.° La sepoltura degli ere- tero a poco a poco della salubre
tici ne' luoghi ov' essi sono sep- ed utile loro efficacia.
pelliti.6.° Quando vengono am- INTERIM. Specie di regolamen-
messe in una chiesa ai divini uffi- to provvisionale pubblicato per or-
zi persone nominatamente inter- dine dell' imperatore Carlo V nel
dette; intorno a che va notato i548 per pacificare la Germania.
che dopo la bolla Ad vitanda Diversi furono gì' Interim concessi
scandala, non vi è più interdetto da Carlo V in materia di religio-
locale che non sia denunciato. Vi ne agli eretici di Germania, finche
sono le pene imposte a chi viola si celebrasse il concilio generale ;
ne nel foro esteriore. Senza queste gravi danni delle moltiplici eresie,
regole austere gì' interdetti non il Pontefice Paolo III stabili la ce-
avrebbero prodotta 1' impressione lebrazione del concilio generale, ad
profonda che da principio facevauo; onta della ostinazione e contrarietà
e senza 1' ecclesiastiche censure on* de' principi tedeschi fautori degli
INT INT 57
eretici, laonde si aprì in Trento berga, Michele Heldingo vescovo
nel i545, città posta ai confini di Sidonia suffraganeo di Magon-
dell' Italia e di Germania. Per la za, e Giovanni Agricola d'Eislebeu
strage che fece poi la peste ne'con- compatriotta di Lutero, quello stes-
gregati, stimò bene il Papa trasfe- so che avea travagliato con Me-
rirlo nel i547 a Bologna, malgra- lantone alla prima confessione di
do la ripugnanza ed altiere mi- Augusta, e che poi si era fatto
nacce dell'imperatore, il quale si capo degli antinomiani, ossia di
disgustò pure con Paolo III per que' luterani duri e senza ritegno,
le sue pretensioni su Parma e Pia- i quali negavano persino la neces-
cerna. Restalo per tal discordia il sità delle buone opere prescritte
concilio interrotto, e dubitando Car- dal vangelo ; dicesi però che Gio-
lo V in tale intervallo di qualche vanni a quel tempo avea abiura-
sconvolgimento, giacché i turchi e to, o voleva abiurare le passate
il re di Francia erano in armi e , eresie. In ventisei articoli o capi-
spesso gli tumultuavano nei
ereti-ci toli i tre teologi in termini gene-
suoi stati, eccedendo i diritti d' un rali abbracciarono i principali dom-
sovrano temporale, concepì il chi- ini della religione, de' sacramenti
merico disegno di pacificar la Ger- e delle cerimonie della Chiesa, e
mania col conciliare due cose in- due affatto contrari all'economia
compatibili come sono la fede e e disciplina medesima, cioè
della
J
l'eresia, a mezzo di una formola di concedere il matrimonio a sa-
di fede, che facesse interinalmente cerdoti, e la comunione sotto am-
dottrinale regola pei cattolici e lu- bedue le specie ai laici cioè il ,
terani, sino alla decisione definiti- primo tollerarlo in que' preti che
va e solenne del concilio generale, avevano rinunziato al celibato, la
e spedirla a tale effetto nella die- seconda tollerarla in ogni luogo ove
ta che allora celebravasi ad Au- erasi introdotta. Oltre quanto di
gusta. Progetto assurdo e ingiu- esso regolamento dicemmo al voi.
rioso ai padri del concilio che a- Ili, p. ii3 del Dizionario, come
veano già deciso in otto sessioni delle sue conseguenze, aggiungere-
molti articoli, e disonorante per mo col Bergier, che tali articoli
tutta la Chiesa, di cui faceva cre- concernevano lo stato del primo
dere la fede versatile o talmente uomo avanti e dopo la caduta; la
oscurata sui punti essenziali com- redenzione degli uomini fatta da
battuti dai novatori, che i fedeli Gesù. Cristo; la giustificazione del
quasi non sapevano più cosa cre- peccatore; la carità e le buone opere;
dersi. Questo regolamento provviso- la fiducia deve avere che Dio
che si
porre da alcuni teologi de'due par- sa e le sue vere note, la di lei po-
titi per meglio conciliare i lutera- destà ed autorità, i di lei ministri,
ni coi cattolici; ma non avendo il Papa ed i vescovi; i sacramenti
potuto questi accordarsi tra loro, in generale ed in particolare; il
incaricò tre celebri teologi che for- sacrifizio della messa; la commemo-
massero degli articoli sui punti con- razione de' santi, la loro intercessio-
troversi tra le parti. Essi furono ne ed invocazione ; la preghiera
Giulio Paflugio vescovo di Norini- pei morti, e l'uso de' sugi amenti.
58 INT INT
Sebbene i teologi compilatori di tri Io accettarono e scrissero per
sì fatta professione di fede assicu- difenderlo. Molto meno fu accetta-
rassero l'imperatore ch'era inte- to 1' Interim dai protestanti : Bu-
ramente ortodossa, il Pontefice non cero, Muscolo, Osiandro
ed altri
voile giammai approvarla, non solo lo rigettarono col pretesto che vi
perchè non apparteneva a cesare pro- si comprovava e ristabiliva 1* au-
nunziare sulle materie di fede, ma torità pontifìcia, cui questi pretesi
anco perchè la più parte degli ar- riformatori sognavano aver distrut-
ticoli erano enunziati in termini ta, onde molti per con-
scrissero
ambigui, tanto propri a favorire futarlo. Ma poiché
imperatore 1'
60 INT INT
INTROITO, Introitus. Il prlnci- mi cardinali dell' ordine de' pre-
che consiste in una
cìpio della messa, ti, i quali lo baciano nel petto e
antifona composta ordinariamente nella guancia, al modo già detto al
di qualche versetto di un salmo. voi. IX, p. 19 del Dizionario, con
La parola introito deriva da introi- le analoghe spiegazioni. Il Ponte-
tus che vuol dire entrata, ingresso, fice s. Celestino I del 4 2 ^, secon-
perchè l'introito si dice al princi- do Valfrido, De rebus eccles:, cap.
pio della messa. Macri in fatti
Il 9, ordinò si cantasse nel principio
nella Notizia devocab. eccl. dice che della messa: Antìplionas ad introi-
l'introito è cos\ nominato perchè timi dicere Caelestinus Papa quadra-
si canta mentre il sacerdote entra nel gesimus quintus instituit, sicut legitur
sacro altare, e perciò nel rito ambro- in gestis Pontificum , cimi ad e/us
siano chiamasi Ingressus, Ingressa; usque tempora ante sacrificium le-
ovvero perchè si cantava mentre il ctio una Apostoli tantum et evange-
popolo entrava in chiesa. Nel Gior- lium legeretur. Sebbene prima di
gi t. II, cap. 7, p. 4o, ed in Ducan- s. Celestino I si cantava l'introi-
ge e Carpentier, l'introito si chia- to come si raccoglie da Cassia-
ma Ingressa, Ingressarium, o Invi- no, De instit. monadi, lib. 3, cap.
tatorium. Da s. Gregorio I viene i 1 . Per Baronio all'anno 4 1
il che il
chiamato Antiphona, perchè al suo afferma che questo Papa facesse tal
tempo si cantava dal coro alterna- decreto per la Chiesa romana, e
tivamente, mentre il celebrante u- dell'istesso sentimento fu il cardi-
sciva dal sacrario, ovvero celebran- nal Bellarmino, De miss. lib. 1, cap.
do il Pontefice quando dal trono 16. Si cantava anticamente tut-
andava all'altare. Tuttociò denota- to il salmo, ma poi per il lamen-
va la venuta del Salvatore in ter- to del popolo, come dice s. Agosti-
ra, come nota Simeone Tessaloni - no serm. 11 5, De temp. y si abbre-
cense, lib. De tempi, cap. De mystag. viarono le messe cantandosi sola-
Anzi per alludere alle parole del mente un versetto del salmo coll'an-
profeta Abacuc, Deus ah austro ve- tifona ; alla fine di questo versetto
niet, solevasi anticamente a tale ef- dicesi anche il Gloria Patri (Vedi),
fetto collocare il trono del vesco- come si dice in fine di tutti i salmi,
vo nella parte australe della chie- secondo l'uso della Chiesa, fondato
sa, nel medesimo sito ove si vedo- sulla tradizione degli apostoli. Dei
no erette le sagrestie antiche; co- versetti chiamati troparii, che si
INT INT 61
solenni vigilie delle ferie dette de fìti novellamente battezzati. La ter-
exceptato, quando nell'uffizio si reci- za domenica dell'Avvento prende il
tano le litanie, e dei tre giorni del- nome di Gaudete dall'introito del-
le rogazioni, come pure nel decorso la messa. Nella festività di s. Aga-
della messa sì om mettono in tali ta vergine e martire si canta un
giorni il evangelium Yoffèren-
post t
introito particolare, che comincia
da, il confrattorio ed il transitorio. colle parole Gaudeamus omnes ,
monticello, sopra del quale fu poi libri della Scrittura, come sarebbe
al tempo dei cristiani edificata una nel giorno del santo Natale: Puer
chiesa dedicata in tal domenica uatus est nobis, tratto da Isaia al
Laonde si canta questo introito per cap. g; e nell' Ascensione di Cristo:
mostrare la grandezza del supremo Viri Galìlaei, tratto degli Atti de-
monarca adorato da tutta la terra, gli apostoli al cap. i;e talvolta sono
assai piò: degnamente che i cesa- formati ad libitum dalla Chiesa, co-
ri romani, come osservò il Duran- me sarebbe : Gaudeamus omnes m
do nel lib. 6, cap. 19. La quarta Domino diem festum celebrantes
domenica di quaresima chiamasi sub honore etc. Si (lice l'introito
y
Laetare dall'introito della messa. della messa sempre allo stesso mo-
L'introito della feria quarta dopo do col Gloria Patri, come sta re-
tale domenica tutto allude al san- gistrato nel messale, fuorché nel tem-
to battesimo, perchè in tal giorno po di Passione, perchè gl'introiti so-
si faceva il terzo e più solenue scru- no della Passione di Cristo, e perchè
tinio dei catecumeni, come rileva è vicina l' umiliazione del nostro
Durando, lib. 6, cap. 56. Il saba- Capo; onde si tace la lode dovu-
to precedente la domenica di Pas- ta alla ss. Trinità, perchè il Figliuo-
sione è denominato Sitientes dalla lo quanto alla natura è lo stesso col-
prima parola dell'introito della mes- le altre divine persone. La prima
sa. Nel sabato santo e in quello ragione è addotta da Durando lib.
della Pentecoste non si canta l'in- 6, cap. 60, la seconda da A inalano
troito cominciando la messa dal Ky- lib. 4> ca P* 20# Senza il Gloria
rie cleison, perchè si prega pei neo- Patri e come sta uel messale si di-
,
62 INT INV
ce pure nelle messe de'defunti. Glis- pagarono un tempo i Papi nell'in-
sai Rom. par. I, tit. 7, rub. 1. V. tronizzazione e consecrazione, ar-
Messa. gomento che trattammo pure al-
INTRONIZZAZIONE, Inthroniza- l'articolo Elezione de' Pontefici.
tio. Collocare nel trono ovvero nella INTRUSIONE ed INTRUSO.
sua sedia vescovile il nuovo vesco- L'intrusione è godimento di unil
baculi, anuli, per cuppam argen- porta il cerimoniale eh' ebbe luo-
fustem mirtinum. Aggiun-
leatn, et go nel 1760, e può eziandio ve-
ge che
i no tari de' suoi tempi dersi l'articolo Chinea. Il di lui
cordato le terre sotto il canone del stema. I vescovi e gli abbati, in*
servigio militare, né gli stessi pre- nalzatisi al loro grado per simonia,
lati furono esclusi da queste lusin- non potevano godere di veruna au-
ghiere e seducenti gratificazioni. torità sopra i loro inferiori ; e que-
Grandi feudi essendo congiunti ai sti sedotti dai cattivi esempi de' ca-
vescovati, tenevano soggetto il ve- pi, e desiderosi di poterli un ò\
scovo a tutte le leggi del feuda- pareggiare , si abbandonavano di
lismo, e l'obbligavano a fornire in buona coscienza alle prave inclina-
tempo guerra un certo contin-
di zioni della natura, e distruggevano
gente d'uomini e di cavalli , e a per tal guisa ogni ragione di ec-
cavalcare in persona all'esercito, clesiastica disciplina. D'altra parte
ogni qualvolta il signore del feudo i vescovi stavano quasi sempre as-
lo avesse intimato. Ma ciò che pone- senti dalle loro diocesi, occupati
va il colino allo scandalo della Chie- siccom' erano alla guerra che in
sa che i principi, mas-
era il diritto quell' epoca di barbarie non aveva
simamente di Germania, si aveano mai fine, o se questa per avven-
arrogalo di nominare senza l' in- tura lasciava luogo ad un istante
tervento dell'autorità ecclesiastica di tregua e di riposo, intrattenuti
a tutte le dignità sacerdotali che dalle assemblee generali della na-
si trovavano nel territorio de' loro zione, alle quali venivano come si-
vassalli, chiunque fosse loro mag- gnori e primi membri dello stato
VOL. xxxvi.
66 INV INV
convocati non potevano sottrarre
, *d' impinguarsi a danno di quelle
alle cure del governo un momento greggi di cui trascuravano la sa-
da dedicarsi agli affari della loro lute. eccedevano nella
Altri in vece
chiesa. Inoltre il seguito della corte vanità delle pompe, pascendo stor-
era per la maggior parte composto mi di falchi e di cervieri per le
di vescovi e di prelati; e siccome cacce, nulla curando i poverelli.
quella non aveva mai una residen- Abbandonavano le loro chiese per
za , così gli ecclesiastici passavano seguir gì' imperatori, e ferivano le
la vita per lo più viaggiando, quasi prescrizioni de' canoni.
ramminghi di provincia in provin- Ecco le funeste conseguenze delle
cia, e stando sempre quali umili investiture ecclesiastiche, le quali
servi intorno alla persona di un furono da taluni riguardate come
dispotico signore. I disordini per- un semplice affare di. cerimonia.
tanto del clero derivavano tutti dal Un' immoralità profonda avea in-
sociale sistema dell'epoca, e prin- fettata e corrotta la società : la si-
cipalmente dalla corrotta fonte del- monia e l'incontinenza aveano quasi
l' investiture. Il vescovo s. Ansel- per contagio invaso il tempio e la
mo, uno de'più prudenti ed eru- Chiesa, la disciplina caduta in ol-
diti uomini del secolo XI, nella traggiosa non curanza, il disprezzo
diss. II, fa un patetico quadro dei de' sacerdoti divenne quindi comu-
disordini provenienti dalle investi- ne, si conculcaronocanoni i sacri
ture ecclesiastiche, che chiama sor- come i decreti salutari della santa
gente della simonia, e falce che Sede. In tal modo si esprimeva
assaggia le radici della fede. I chie- pure il contemporaneo s. Pier Da-
rici, sperando di ottener dal prin- miani, ed alcune sue lettere sono
cipe le maggiori dignità della Chie- piene di lamentazioni e di gemiti,
sa, l'abbandonavano per attaccarsi facendo la pittura delle violenze,
esclusivamente a lui , disprezzando scelleragini e nequizie derivate dal-
i vescovi e i propri superiori. Gli l' investiture , che pur deploravano
uni dispensavano 1' oro fra' corti- tutte le persone probe e timorate
giani per comprarsene il favore e di Dio, perchè vedevano minaccia-
le raccomandazioni; gli altri non ta per così dire la santa Chiesa e
facevano riserbo di cosa alcuna, a derelitto il cristianesimo. II siste-
IN V INV 67
suscitò gravi malcontenti. Vuoisi tammo all'articolo Germania (Fe-
che il primo ad impugnar l'abuso di). Riguardo a s. Gregorio V li,
delle investiture ai sovrani, sia sta- alla sua biografia diffusamente de-
to il Papa Gregorio VI nel io45, scrivemmo quanto con petto sa-
considerandosi come un'eresia peg- cerdotale operò a bene della Chie-
giore della simonia. Il suo disce- sa per l'estinzione della simonia,
polo cardinal Ildebrando, volendo per l'osservanza della disciplina ec-
estirpar dalla Chiesa sì fatale mer- clesiastica, ed in confermare la con-
cimonio e renderla indipendente danna delle riprovevoli investiture
dalla supremazia imperiale, pieno ecclesiastiche, con tutti quegli strepi-
di magnanimo primieramente zelo, tosi avvenimenti eh' ebbero luogo.
indusse il Alessandro II
Pontefice Dopo aver paternamente ammoni-
nel 1061 a promulgare contro la to Enrico IV, lo scomunicò, lo de-
simonia una bolla, colla quale stabili pose dal regno, e sciolse i di lui
che vescovi, di qualunque chiesa
i sudditi dal giuramento. Ridotto il
essi fossero, non potevano esserne principe alle più grandi umiliazio-
legittimamente investiti, se non in ni, affettò pentimento, indi divenne
quanto stabiliti erano dall'autorità più perverso di prima, fece eleg-
del Papa e che quindi coloro che
, gere l'antipapa Clemente III, e per-
vescovi diventavano per l'elezione seguitò ostinatamente il buon Pon-
del clero e del popolo, benché con- tefice, recandosi tre volte in Ro-
sentita fosse l'elezione da' principi, ma coll'esercito per farlo prigione.
non erano vescovi legittimi, perchè Fuggi s. Gregorio VII in Salerno,
tali elezioni nella maggior parte ove mori acerrimo difensore della
erano infette o sospette di simo- libertà ecclesiastica. All'articolo £"-
68 INV INV
bidiscono, ricevendo da loro le di- e pei mali che sovrastavano ai ro-
gnità ecclesiastiche ; in terzo luogo mani, fu forzato a concedere al re,
quelli che con loro comunicano. che senza violenza ne simonia po-
Così Agnello nella Storia degli tesse dare le investiture ai vescovi
antipapi t. I, p. 281. Morto infeli- ed abbati del suo regno coli' anel-
cemente Enrico IV, e continuando lo e col bacolo, purché l'elezio-
la differenza delle investiture, Pa- ne fosse libera ed il possesso fosse
squale II, che avea rinnovato con- dato senza simonia. Appagato di
tro di lui le scomuniche,condannò ciò Enrico V ricondusse il Ponte-
le medesime anno
106 nel con-
1' 1 fice in Roma, sue mani
e dalle
cilio di Guastalla, l'anno 1107 a' i3 aprile anno rice-
dell' istesso
nel sinodo Trecense, Tanno 1108 vette la corona imperiale, non sen-
nel concilio di Benevento. Ritor- za grave dispiacere de* veri zelato-
nato Pasquale II in Roma, vi si ri della libertà ecclesiastica, pel
portò pure nel r 1 1 1 con un eser- concesso privilegio delle investiture,
cito Enrico V re de' romani per benché 1' imperatore giurò di re-
ricevervi la corona imperiale, men- stituire alla Chiesa romana le ter-
tre avendo sino allora seguito le re Difendono
tolte. Pasquale II
orme del genitore Enrico IV, per quelli che noteremo alla sua bio-
conseguirla promise di rinunzia!* grafia, e la Chiesa restò commossa
all' investiture delle possessioni ec- tanto per T enormità del privilegio
clesiastiche, e fece altre convenzio- che della violenza usata, per cui
ni e le giurò. Neil' atrio di s. Pie- diversi concilii scomunicarono l'im-
tro, facendo mostra di sentimenti peratore , condannarono le inve-
cattolici, il re baciò genuflesso i stiture ecclesiastiche, e dichiararo-
piedi a Pasquale II e tre volte no eretico chi le sosteneva, fra i
INV INV 69
ni suoi feudatari ed in Benevento. nuta in Worms agli 8 settembre
Enrico V continuò a tribolare il 1 122. In essa l'imperatore si u-
sauto Padre, e questi con aposto- miliò ai legali del Papa, ricevè da
licocoraggio rinnovò le scomuni- essi l'assoluzione delle censure per-
che contro di lui e delle investiture. chè rinunziò formalmente alle pre-
Tornato Pasquale II in Romn, vi tensioni delle investiture ecclesiasti-
morì a'21 gennaio 1118, ed a'i5 che, e promise restituire alla Chie-
fu eletto a successore Gelasio II sa romana ed a tutte le altre, gli
(I edi), il quale temendo la furia stati e beni eh' egli e suo padre
dell' imperatore, che poco dopo avevano usurpato, come si legge
giunse in Roma, partì per la Fran- nell'atto di questa solenne rinunzia
cia, dopo averlo in Capua nel gior- riferito nel Bull. Ro/n. tom. II. Il
no dellepalme scomunicato insie- Pontefice all'incontro con sua car-
me all' antipapa Gregorio Vili da ta in data de' 2 3 settembre 1122
lui intruso nella cattedra romana. accordò imperatore che le ele-
all'
Morì Gelasio
in Cluny a' 29
11 zioni de' vescovi ed abbati del re-
gennaio dopo quattro gior-
1 1 19, e gno teutonico si facessero libera-
ni cardinali che lo avevano se-
i mente e senza simonia o violenza
guito elessero Calisto li, di sangue alla presenza e col consenso del-
imperiale e reale come figlio di l'imperatore o de' suoi messi e ,
si servisse dello scettro, e non del- Lateranense II, celebrato nel ii39
l' anello e pastorale, come abusi- dal medesimo Innocenzo li, si de-
vamente prima
faceva perchè i ,
cretò un canone contro le investi-
principi temporali
concedendo le ture laicali. Federico I re de' ro-
investiture con tali ornamenti ed mani regno
nel principio del suo
insegne del potere ecclesiastico, con cominciò a rinnovar l'abuso delle
tali cerimonie sembravano confe- investiture, ma vi si oppose il Pa-
rire l'autorità spirituale. Si con- pa Eugenio III. Narra il Rinaldi
venne inoltre, che i vescovi adem- all'anno i 169, num. 29, che aven-
pirebbero verso i principi tempo- do inteso il Pontefice Alessandro
rali a tutti i doveri ed ai servigi III darsi impedimento in Inghil-
loro dovuti a motivo dei loro feu- terra dal re Enrico li nelle ele-
di o delle loro regalie. Questo ce- zioni dei vescovi per le sedi vacan-
lebre accordo venne solennemente ti,minacciò di punirlo; indi ema-
confermato nel concilio ecumenico nò una costituzione contro chiun-
Lateranense I , il primo generale que avesse preso dalle mani de' lai-
di occidente, celebrato dal Ponte- ci l'investiture delle chiese o dei
fice Calisto II nel marzo ii23. In beni di esse, e mandolla a tutti i
questo modo si pose fine alla que- vescovi d'Inghilterra, ove sì enor-
stione delle investiture ecclesiasti- me abuso ancora regnava. Quanto
che, ossia delle più infami vendite alla Francia, non hanno mai avuto
de' benefizi, si come
pose termine i suoi re dissensioni o contese col
alla contesa che inondata avea di sommo Pontefice relativamente al-
sangue 1' Italia e la Germania. Si l' investiture; essi ne godettero sem-
calcola da alcuni, che in sessanta pre pacificamente anche nel pon-
battaglie che date furono sotto il tificato di s. Gregorio VII. Sotto
regno di Enrico IV, ed in altre i Papi successivi però i re rinun-
sessant' otto combattute sotto il di ziarono all' investitura per mezzo
lui figliuolo e successore Enrico V, del bastone o bacolo pastorale e
perissero per sì strana pretesa più dell'anello, abbenchè non avessero
di due milioni d' uomini. Il cardi- essi giammai preteso, del pari degli
nal Enrico Noris ci ha dato l'ope- altri sovrani , di dare la potenza
ra intitolata : Dtlle investiture ec- spirituale con siffatti segni esterni
clesiastiche 3 Mantova l'j^.i. ai prelati che li ricevevano da loro.
Il Pontefice Innocenzo li, essen- Questa contestazione lece maggio-
dosi abboccato nel ii3i in Liegi re rumore in Inghilterra, per cui
con Lotario li re de' romani e suc- Anselmo arcivescovo di Cantorbe-
cessore di Enrico V, gli promise la ry procurò al regno una conven-
corona imperiale se difendesse e zione, in virtù della quale la santa
conservasse i diritti della Chiesa Sede conservava il diritto d' inve-
e della Sede apostolica. Tutto pro- stire i vescovi quanto allo spiri-
mise Lotario II, ma proponendo tuale, e mandava loro soltanto la
al Papa con minacce il ristabili- croce e l'anello pastorale, mentre
mento delle condannate investiture, il re riceveva da essi il giuramen-
con animo forte Innocenzo II ri- to di fedeltà per riguardo ai loro
cusò di farlo, onde il re lasciò d'in- possedimenti e privilegi temporali.
INV INV 71
Quindi anche in Inghilterra venne dar Dio, e secondo l'ordine descrit-
accettato il regolamento di Calisto to nel principio del Salterio, solo
Jl, e perchè sotto Enrico li erasi variandosi secondo la qualità del-
rinnovato in parte Y abuso, Ales- l'uffizio e delle feste. Il Macri nel-
sandro HI vi pose rimedio al mo- la Notizia de' vocab. eccl. dice
do detto. Che è proibito all'eccle- che nell'uffizio mozzarabico V invi-
siastico dare in feudo i beni di chie- tatorio chiamò Sonus; che nelle
si
7* IPE IPP
elice fra l'anno, eccettuato il giorno conoscono sei vescovi d' Ipepa, tre
della loro commemorazione e il de' quali furono, Mite o Mita che
giorno della morte, ed ancora ogni fu al concilio di Nicea ; Euporo
qualvolta si dicono i tre notturni, che intervenne al primo concilio
come si ha dalla rubrica generale d'Efeso; e Gregorio che trovossi al
del Brev. Rom. tit. 19. L'invitato- concilio nel quale venne ristabili-
rio varia alcune volte, come per le to Fozio dopo la morte di s. Igna-
sante vergini e martiri, dicendosi zio.
Laudemus Dcum nostrum in con- IPPA, Hippa. Sede vescovile
versione beatae, etc. L' invitatorio della Mauritiana di Si tifi nell'Afri-
della conversione di s. Paolo, che ca occidentale, sotto la metropoli
incomincia : Laudemus Deum no- di Sitifi.
strum in conversione, fu composto IPPA, Hippos, Sede vescovile
da Ermanno Contratto. Invitatoria- della Siria nella seconda Palestina,
110 tra' cisterciensi si chiamò quello sotto il patriarcato di Gerusalem-
che avea l' incarico di cominciare me, circa quattro miglia distante
V uffizio divino. dal mare di Genesareth nel pro-
IJNZAP ATI. Eretici spagnuoli con- spetto di Tiberiade. Fu città rino-
dannali dal concilio di Tarragona mata pei suoi orti , e ragguarde-
tenuto nel 124°' Furono cosi chia- vole per le sue fabbriche , i cui
mati dal portare le scarpe forate abitanti sono da Gioseffo chiamati
nella parte superiore in segno di hippeni. Pompeo Magno la risto-
povertà, ed in questa superstizione rò dai gravi danni patiti aitempi
riponevano tutta la loro perfezio- degli Antiochi, non meno che dalle
ne. Furono auche detti poveri di scorrerie degli arabi. Augusto in
Lione. considerazione che gli abitatori trae-
IPATA, Hypata. Sede vescovile vano l'origine dai greci, l'aggiun-
della Tessaglia, nella diocesi dell'll- se ai dominii dei Seleuci, onde poi
liria orientale, sotto la metropoli nacquero lunghi disordini tra la
di Larissa, a piedi del monte Oe- città e la nazione giudaica. Ol-
ta sul golfo Maliaco. Pausiano suo traggiati gli hippeni in mille gui-
vescovo assistette al primo conci- se dagli ebrei, ne vendicarono se
lio d'Efeso, nel quale seguì col suo con uccider quelli che ivi voleansi
metropolitano il partito di Nesto- rifugiare all'approssimarsi di Ve-
rio, opponendosi affinchè il concilio spasiano. La sede vescovile fu eretta
non si aprisse prima dell'arrivo di nel sesto secolo sotto la metropoli
Giovanni d' Antiochia e de' suoi di Nazareth, e negli atti de' con-
orientali; preferì l'abbandono della evvi una lettera scritta da Co-
cilii
ce; ma commossi dai loro discor- ce attaccare sopra la testa con chio-
si, desiderarono di essere anch' es- di una pelle di capra, e dissegli mot-
si battezzali : locchè fu eseguito teggiandolo. « Ecco la calva tua
da un prete di nome Giacomo, testa coperta di capelli : sugrilìca
74 IPP IPP
adunque .... » Ipparco morì sul- tirologio romano colloca la sua
la croce in poco tempo ; Giacomo, festa sotto il giorno 22 agosto,
Romano e Lolliano vissero infino come pure Usuardo. I greci ono-
al giorno seguente, e furono stilet- rano la sua memoria in fine del
tati dai carnefici sopra le loro ero- mese di gennaio, e confondono la
ci. Abido e Paragro furo-
Filoteo, sua storia con quella del sacerdo-
no distaccati mentre vivevano an- te romano dello stesso nome, mar-
cora. L' imperatore fece loro con- tire di Porto. S. Ippolito compose
ficcare dei chiodi nella testa, e co- un gran numero di opere, di cui
mandò che i còrpi di tutti questi alcune giunsero fino a noi in tut-
marliri fossero gettati nell' Eufra- to od in parte, ed altre sono per-
te; ma un ricco cristiano per no- dute. Le prime sono le seguenti:
me Easso, li ottenne segretamente un libro sull'Anticristo; un Ciclo
dalle guardie per una somma di pasquale; un'omelia sulla Teofa-
settecento danari, e li seppellì not- nia ; diversi frammenti dei suoi
tetempo in un podere eh' egli te- commentari sopra molle parti del-
neva. La loro festa si celebra ai la Scrittura; alcuni frammenti dei
rigettato più volte. Gli apparve sue preghiere, che non potè pale-
una volta il Salvatore, mentre o- sarlo che dopo la di lui morte.
rava, e gli comandò espressamente Colle sue orazioni il beato estinse
di rimanersi nel secolo per istabi- più volte T incendio ; operò alcu-
lire una pia congregazione, dove ne guarigioni istantanee, e fece
si istruissero particolarmente i più altre opere evidentemente
molto
rozzi del popolo nei misteri della prodigiose a vantaggio del prossi-
religione. Ippolito s' adoperò allora mo. Trionfò infine colla sua mi-
a tult' uomo per queste opere di rabile pazienza di tutte le perse-
carità; ma prima di giungere al cuzioni e calunnie, ed ebbe la con-
fine bramato dovette passare d'una solazione di vedere la sua congre-
in altra congregazione, e sostenere gazione crescere e fiorire ogni gior-
persecuzioni gran
e travagli in s'i no più bella. Avvicinandosi il ter-
numero, che valsero a formarne mine di sua vita, di cui ebbe cer-
un eroe di mansuetudine e di pa- to presentimento, raddoppiò il suo
zienza. Finalmente nel 1602 molti zelo, le sue preghiere furon più
facoltosi di Firenze avendo eretto a lunghe, i digiuni più rigorosi, i
tale oggetto un nuovo oratorio che suoi ragionamenti più fervidi. Egli
fu intitolato ai ss. Francesco e rendè l'anima a Dio il 20 marzo
Lucia, Ippolito si dedicò a perfe- del 1619, cinquanlesimoquarto di
zionare la sua istituzione con nuo- sua età ; e i suoi funerali furono
ve regole che volle approvate dal- accompagnati da moltiplicati pro-
l' arcivescovo. Lo scopo primario digi. Il famelico, il pupillo, la ve-
della congregazione era quello di dova, la periclitante donzella, l'in-
insegnare la dottrina cristiana. Di fermo, il prigione, per lui tante
questa congregazione, detta dei volte provveduti e soccorsi, ne
Pan- Chetoni, della sua propagazio- piansero amaramente la perdita.
ne in molte altre città, di quanto Tali furono le opere della sua ca-
il beato istitutore fece per essa, rità, che il cardinal de Medici lo
1PP 1PP 77
chiamava meritamente 1' apostolo Poltcn o Poelten, paese dell'arcidu-
di Firenze. Dopo essere stato per cato d'Austria nell'impero austria-
più di due secoli venerato pel co sotto dell' Ens, capoluogo del
pubblico concetto di sua santità, circondario superiore del Wiener-
Leone XII con decreto del 20 wald, giace in una pianura presso
settembre 1825, lo annoverò so- la sponda sinistra del Trasen. E
tre dignità, prima delle quali è il fu presa dai francesi e dai bava-
prevosto, e di sette canonici senza resi.
della chiesa che si dice avesse cen- dali la Numidia, popoli spaventa-
i
80 IPP IPP
lo a questa terra su cui il santo niani eremitani vi contribuirono, i
avea sparso tanto splendore di re- quali sono pronti, quando contiguo
ligione e di dottrina, e nella qua- alla chiesa s'innalzerà un conven-
le avea seduto pastore glorioso per to, di mandarvi una famiglia reli-
quarant' anni . Giunto monsignor giosa. Contribuirono pure alla pia
Dupuch ad Ippona con religiosa opera altre persone.
pompa, alla presenza dei sei vescovi Successe nella sede d'Ippona a s.
vescovo di Algeri verso la line di rio VII, il quale con lettera rin-
detto anno inviò in dono al regnan- graziò l'emiro mussulmano che glie-
te Gregorio XVI un tavolino ro- lo avea proposto per degno. Sicco-
tondo con sua base di marmo bian- me l'universo intero fu sempre og-
co, e composto di frammenti di va- getto delle cure di s. Gregorio VII,
ri marmi trovati in Ippona, ed ap- nel 1076 si occupò della chiesa
partenenti alla sua antica basilica africana, e scrisse molte lettere al-
ziosi avanzi dell' antica cristianità re, finche nel i3j5 si trova Gio*
africana. Il vescovo Dupuch non vanni che ne portò il titolo in par'
solo intraprese l'erezione d'una chie- tibus. Il Morcelli nel t. I della sua
sa in onore di Dio, e sotto l'invo- Africa Christiana p. i84>ne ripor-
cazione di s. Agostino in Ippona, ta r successori in numero di qua-
sull'antica area, e col medesimo di- rantadue , inclusive a Bartolomeo
segno dell'antica, gettandovi la pri- Menochio dell' anno 179,5. Di-
ma pietra, ma vi celebrò i divini venuta la sede d' Ippoua un titolo
misteri, non che diverse ordinazio- vescovile in partibus della metro-
ni, cioè nella temporanea cappella, poli pure in partibus di Cartagi-
che contiene l'altare precariamente ne, ne furono gli ultimi ad es-
eretto per depositarvi la detta pre- serne fregiati, monsignor Gregorio
ziosa reliquia, sito appunto ove si Zelli della congregazione benedetti-
erigerà la chiesa, la quale non è an- na cassinese di Vetralla, che Leo-
cora incominciata a fabbricarsi. Per ne XII nel 1827 traslatò alla chie-
questo edifizio il vescovo Dupuch sa residenziale di Asisi, e l'odierno
mandò una circolare a tutti i ve- Pontefice nel 1882 a quella d'Asco-
scovi del mondo, anche in pardbus ì li che con zelo governa; non che
onde volessero contribuirvi, e ne ot- monsignor Paolo Berretta di Cata-
tenne successo. Anche gli agosti- nia, nominato dallo stesso Leone
.
IPP IPS 81
XII gennaio
nel concistoro de* 28 dine de'preti sino alla propria mor-
1828. Al presente in Ippona vi è te, per non contravvenire al con-
un ospedale sotto l'invocazione di cilio di Nicea,
quale proibisce di
il
84 IRE IRK
IRENOPOLI, Irenopolis. Sede renopoli, Irenopolilan , è un titolo
vescovile della seconda Cilicia nel arcivescovile in parlibus senza suf-
patriarcato d' Antiochia , sotto la fraganei , che conferisce la santa
metropoli Anazarbo, la cui e-
di Sede. Papa che regna Grego-
Il
rezione risale al quinto secolo : rio XVI, a' 12 marzo 1837 di*
essa chiamasi anche Neronia dal chiaro arcivescovo d' Irenopoli e
nome di Nerone. Tolomeo, s. Ata- residente in Roma pei pontificali
nasio, Teodoreto ne fanno men- e per le sacre ordinazioni in rito
zione, e gli atti de'concilii e' inse- greco, il monsignor Stefa-
vivente
gnano il nome de'seguenti vescovi no Missir di Smirne, già alunno del
che ne occuparono la sede. Narci- collegio Urbano di propaganda fide.
so che intervenne al concilio di IRENOPOLI, Irenopolis o Bag-
Ancora ed a quello di Neocesarea, datum. Sede episcopale della Ba-
fu uno de' principali vescovi ariani, bilonia nell'antica Caldea. I nesto-
ed assistette altresì al concilio di riani nel nono secolo v'istituirono
Antiochia nel 335, a quello di una sede arcivescovile, ed ivi ri-
Sardica, quindi ritirossi a Filippopoli siedette ancora il loro patriarca.
e morì prima del 35g. Indimo IRROUTSK, IRRUSTR o IR-
sottoscrisse al conciliabolo d'Efeso, KUTSKI. Sede vescovile della Si-
ma ritrattossi due anni dopo al beria , situata sulla riva destra
concilio di Calcedonia. Basilio oc- deli'Angara, di un vescovo greco,
cupava la sede d' Irenopoli sotto dipendente già dall' arcivescovo di
V imperatore Giovanni
Anastasio. Tobolsk , in oggi indipendente
che fu scacciato nel 5i8 come mo- La città d'Irkoutsk è capoluogo
nofìsito. Procopio che fu al conci- del governo di questo nome, e re-
lio Mopsuesto, riunito nel 55o
di sidenza del governatore generale
per ordine dell' imperatore Giusti- della Siberia orientale nella Rus-
niano I. Paolo che sottoscrisse ai sia asiatica, al confluente dell' Ir-
capitoli in Trullo. kut. Vi si contano trentatre chie-
IRENOPOLI, Irenopolis. Sede se, dodici delle quali in pietra,
vescovile della provincia d' Isauria due conventi, due ospedali ed al-
nella diocesi d' Antiochia , sotto • tri stabilimenti : la cattedrale fu
la metropoli di Seleucia, eretta fondata nel 1746. Ha un ricchis-
nel quinto secolo, e conosciuta per simo gabinetto mineralogico , una
mezzo delle notizie, e per gli atti vasta prigione, ed una copiosa bi-
de'concilii, i quali ricordano i se- blioteca. Questa città è il fondaco
guenti vescovi. Giovanni che fu d'un commercio considerabilissimo,
al concilio di Nicea. Menodoro rap- di pelliccerie tanto della Siberia
presentato al concilio di Calcedonia che delle colonie russe della costa
da Basilio suo metropolitano. Pao- nord-ovest dell'America. Fu fab-
lo che sottoscrisse le lettere delle bricata secondo alcuni nel 166 1 3
sua provincia mandate all' impera- e secondo altri nel 1691. La gran,
tore Leone. Giorgio che appose quantità di porcellane, smalti, mo-
la sua firma ai canoni in Trullo. biglie ed altri oggetti della Cina
Euschimone il quale trovossi al che si trovano nelle Case, le dan-
concilio di Fozio nel pontificato no l'aspetto di una città di quel
di Giovanni Vili. Al presente I- paese.
,
IRL IRL 85
IRLANDA, IRELAND, Hibernia. Irlanda dagl'i inglesi; ed Irìn o
Regno dell' impero britannico, ed Etyn o Erin da quelli del paese.
una delle isole Britanniche, la piti Tutti questi nomi provengono dalla
grande dopo la Gran Bretagna, parola hier che in lingua irlandese
°
presso e all'ovest di essa tra 5 1 , significa il ponente, perchè il paese
20' e 55° 16'di latitudine nord, e è situato al ponente dell' Europa.
7° 35' e 1 2° 4° di longitudine ovest. Altri dicono derivar dalla parola
È bagnata all'est dal canale del Erynland che significa in irlande-
nord che la divide dalla Scozia, se una terra occidentale. Il suolo
da cui è distante quindici miglia; dell' Irlanda è montuoso al nord
all'oriente dal mare burrascosissimo ed al sud, e paludoso nell'interno,
d'Irlanda, Mare Hibernum, Ocea- eh' è però attraversato altresì da
mts Ilibernusj gran canale dell'O- catene di colline. Molte sono le
ceano occidentale o Atlantico, a ca- montagne qua e colà sparse, ma
gione de' venti che vi dominano, non di grande elevazione mon- : i
86 1RL IRL
per via oltre trenta piccole rivie- armenti nudriti cogli ubertosi pa-
re, si arricchisce delle acque di scoli suoi è straordinario. Ciò che
vari laghi, e forma presso a cin- alimenta soprattutto il popolo d'Ir-
quanta amene isolette ricoperte di landa, sono i pomi di terra; ed è
alberi e di verzura. Il Barin è al- rinomata la sua coltivazione. Fra
tro considerevole fiume, che si getta le piante ha una specie di fiore a
nell'Atlantico ; il Boyne, il Liffey, sé proprio, che dicesi rosa hyber*-
il Barrow, il Noie ed il Suir si nica. Le manifatture delle tele for-
scaricano nel mar d' Irlanda. 11 mano il primario ramo della na-
Blachwater esce nel mare al sud zionale industria. Estesa è pur quel-
dell'Irlanda. Moltissime baie offro- la de' cotoni e delle mussoline. Le
no alle navi ne' dintorni dell'isola fabbriche dell'acquavite e della bir-
la più comoda stazione. Vari ca- ra erano numerose : ora sono di-
nali pure le interne co-
facilitano minuite massime quelle dell' ac-
,
assai nobile, dolce e copioso. Nel si estingueva in quasi tutta 1' Eu-
lato occidentale dell'isola si man- ropa caduta dell' impero ro-
alla
tieue tenacemente, ma nell'opposta mano. Dalla Irlanda principalmen-
parte la favella inglese ha pre- te gli anglo sassoni trassero le lp-
valso, e l' antico idioma è quasi ro prime cognizioni. In una pre-
andato in oblio. Gli annalisti chia- gevole opera del secolo decimoset-
mati i quattro maestri, ci hanno timo si vede una lista cronologie^
conservata la lingua irlandese come da circa l'au-
degli autori irlandesi
esisteva nel quinto secolo e se- no 4^° Sino a quel tempo. Vi si
guenti. contano quasi duecento nomi il :
queste torri strette, simili a grosse 1' autorità che può dare una po-
colonne, si trovano specialmente testà secolare. E siccome a questo
in vicinanza di antiche chiese, e sistema ne potevano, ne dovevano
si formarono diverse congetture adattarsi i cattolici ibernesi, quin-
Bull* uso di questi piccoli edifìzi. I di contro di essi uscirono le più.
principi del paese sentirono la ne- severe leggi penali , empi giura-
cessità di avere delle fortezze, ed menti, confische de' beni, esclusio-
attaccati molto alla religione, co- ne da impieghi civili e militari,
struir fecero in pietra castelli, privazione dell' eredità de' propri
cliiese e monasteri da architetti genitori, bando dalla patria, colo-
fatti venire dall' Inghilterra e dal- nie di eretici inglesi e scozzesi im-
la Francia, essendosi questi edilizi piantate fra loro, ed eretici predi-
assai moltiplicati dopo lo stabili- canti spediti in questa misera ter-
mento degP inglesi nell' Irlanda. ra per precipitarla nell' abisso
Nel numero delle antichità di que- de' mali. Venne tolta ali' Irlanda
sto paese si può metter qualche la facoltà di servire, dove per di-
ornamento d' oro trovato in una ritto ereditario era signora; distrus-
palude presso a Cui leu nel sud. se Enrico VIII le chiese cattoliche,
La religione dello stato in Ir- ed obbligò cattolici a ripararlei
landa è 1' anglicana, e ciò a fron- per uso degli eretici ; gli stipendi
te della sproporzione tra' cattolici dovuti ai ministri cattolici passa-
ed i protestanti. Il numero de'cat- rono in potere de' falsi pastori
tolici è fra i sette agli otto milioni, riformati ; si multò quello che non
mentre gli anglicani sono al più. interveniva alle prediche e comu-
otiocentomila. Cominciando da tem- nione di protestanti ; ogni dome-
pi remoti ha sofferti gravissimi nica lutti i cattolici padri di fami-
IRL IRL 9 t
folla di petizioni erano prodotte tanto rendite degli altri vescovati sono
dai cattolici quanto da quei pro- in proporzione di questi enormi
testanti che mossi a compassione appuntamenti; si calcola a tren*
ad essi unironsi, alzando la voce ladue milioni cinquecentomila (rau-
dell' umanità e domandando 1' e- chi la rendita annua del clero
mancipazione dell' blanda, o la protestante in Irlanda, somma che
sua riabilitazione. La resistenza op- si dividono circa mille settecento in-
posta a tali giuste domande fon- dividui. L' ultime investigazioni dei
davasi in parte sul timore, senza commissari fa ascendere la rendita
dubbio chimerico, di vedere la co- attuale della chiesa irlandese a lire
stituzione rovesciata dai cattolici, sterline 6^0,71 5. Nel 1 835 vi e-
e la Gran Bretagna rimessa sotto rano ottocento sessanta parrocchia
il materno spirituale dominio del- protestanti con meno di cinquanta
la santa Sede. La causa della e- protestanti per ciascuna, con una
9» IRL IRL
rendita complessiva per dette par- Emely ch'è unito a Cashel, Fer-
rocchie di lire sterline 58,ooo. In nes, Galway eretto dal Papa re-
Irlanda alcuni anni addietro si tro- gnante, Kerry ed Aghadoe uni-
vavano d' anglicani ottocentocin- ti , Rildare e Leighlin uniti, Ril-
quantamila di presbiteriani sei-
, lala , Rillaloe , Rillfenora e Ril-
centoquarantamila , di altre sette maeduagh Rilmore , Li-
uniti ,
e Ross uniti, Cork, Derry, Down sede vescovile vacante. Quelli che
e Connor uniti, Dromore, Elphin, debbono intervenire a tale unione
,,
IRL IRL 93
sono i parrochi, e dove vi è il l'arcivescovo cattolico di Dublino
capitolo i canonici. Il vicario deve incominciò ad aver luogo nel con-
avvertire entro detti giorni dalla da- siglio che dirige le scuole di tutto
ta della lettera ricevuta dal metro- il regno, ed a ricevere dal gover-
politano, tutti i sacerdoti detti di so- no somme di denaro da impie-
le
pra, che si tiene Y unione nel tal garsi per la istruzione pubblica ;
sito per devenire alla scelta dei tre quindi gran parti di tali somme
candidati da proporsi alla santa s'impiegano per il mantenimento
Sede per vescovi. 11 metropolitano delle scuole cattoliche. Nel 1840
o uno de' vescovi della provincia fu dalla sacra congregazione risolu-
da luì delegato deve assistere a tale to di rimettere alla vigilanza dei
riunione quale prima di farla si
,
vescovi il sistema nazionale d' in-
deve celebrare la messa dello Spi- segnamento, ed a tale effetto in-
rito Santo, e finita la medesima dirizzò ai quattro arcivescovi del-
si viene per voti segreti a proporre l' Irlanda la lettera Quantam ne-
i tre candidati. Se la sede che godi gravitatemi de' 16 gennaio
vaca è arcivescovile, allora tutto- 184.1, circa l'educazione nazionale
ciò che conviene all'arcivescovo è della gioventù: cattolica. Questa let-
devoluto al vescovo seniore della tera si legge nel voi. XII, p. ifó
provincia. Dopo ciò il metropolita- degli Annali delle scienze religio-
no congrega tutti i vescovi della se. Sino dal 1829 furono dalla
provincia, e fa loro conoscere i no- santa Sede abolite le prime e se-
mi dei tre proposti dai parrochi ,
conde feste di Pasqua e Penteco-
e trovatili senza eccezione deb- ste. Si desiderò conservata la festa
bono munire di sottoscrizione e si- di s. Giovanni Battista: di toglier-
gillo una carta in forma di sup- la ebbero la facoltà i vescovi, ma
plica e di semplice relazione, sen- restò fisso l'obbligo della messa.
za speciale raccomandazione, da man- Colle limosine che si raccolgono si
stesso metodo si pratica nello sce- renze de' casi morali ; ed è proi-
gliere i coadiutori. I vescovi ed i bito al clero usare abiti ecclesia-
parrochi che non possono inter- stici fuori che nelle chiese. Il clero
venire a mandano i
tali unioni, vive dei proventi parrocchiali e dei
loro voti sigillati. Giacomo III ul- sussidii e pie oblazioni de' fedeli
timo re cattolico della Gran Bre- giacche, lo ripetiamo, esistono i be-
tagna, morto in Roma nel 1766, ni del clero cattolico in tutte le
avea il diritto di nominare i ve- diocesi, ma sono in potere de' pro-
scovi d' Irlanda, su di che vi sono testanti. I capitoli che esistono
diversi brevi nel Bull, de Prop., spogliati di tutto,non sono che ti-
come nel tom. IV, pag. 2 3, Cam tolari, non esercitano le funzioni
e
720.?, di Clemente XI li. Dopo ac- corali. Per Io più adempiono V uf-
cordala l'emancipazione ai cattolici fizio di parrochi, e non si unisco-
,
94 niL IBL
no che nelle eiezioni de' vescovi. I pirati venuti dalla Norvegia: que-
canonicati e le dignità si conferi- sti monaci erano delti canonici re-
scono dalla santa Sede e dall'ordi- golari della congregazione di s. Pa-
nario, secondo le regole della can- trizio. Quanti fossero i monasteri
celleria apostolica. I parroebi d'Ir- di questa congregazione negli ulti-
landa sono dispensati dall'applicare mi tempi s'ignora, anzi non si co-
prò populo in que' giorni festivi nosce che esista ,
poiché nella pro-
abrogali, in cui si lavora. Sono in vincia ecclesiastica di Tuam nel 1797
uso in Irlanda le parrocchie men- erano ridotti a soli sette, avevano
sali, ed hanno questo nome perchè cinque parrocchie, e pretendevano
tengono il luogo della mensa ve- il diritto di presentare i curati ,
plare, ed attende all'istruzione pro- gole de' primi monaci bretoni e ir-
pria ed a quella del gregge. Ora pas- landesi avessero molta rassomiglian-
seremo a dare un' idea di tutti gli za con quelle degli orientali. Usse-
ordini monastici e religiosi d'am- rio provò avere s. Congallo abbate
bo i sessi che furono stabiliti in d'Irlanda fondato la gran badia di
Irlanda, e poi de' collegi che per Bangor in Irlanda verso l' auno
lei si fondarono. 55o, non quella di Bangor nel pae-
L'apostolo dell'Irlanda s. Patri- se di Galles, come Camden asserì
zio era monaco di professione, on- falsamente. Qualunque sia stato il
de il monachismo mirabilmente vi fondatore di questa ultima, essa era
propagò, come lo propagarono di i molto celebre al tempo di Gildas,
lui successori nel chiostro. Fra i il quale nomina i decreta mona-
monasteri ivi edificati il più cele- chorum, e monachi votimi. Sappia-
bre fu quello di Benchor o Ban- mo dal medesimo Usserio, De an-
gor, capace di più centinaia di mo- liquit. Brit. e. 18, esservi ancora
naci , uffizio de' quali era il sal- quattro regole scritte nell'antica
meggiare senza interruzione giorno lingua irlandese. La prima è quella
e nolle in questo :monastero si di Colombano, ed era seguita nella
s.
s. Teodoro I Papa del Gzp venne scozzesi aveano fondato fra gli an-
paragonato a s. Benedetto. V Co- . glo sassoni al settentrione dell In-
lombano, congregazione monastica. ghilterra, dove si mantenne fino al
Uscirono dal medesimo monastero tempo di s. Wilfrido, dal quale
di Benchor que' molti monaci santi fu cangiata. seconda, che è di
La
che subirono il martirio in uno stes- s. Congallo, è scritta in tal lingua
so giorno per opera degli idolatri che ora non si intende più. La
IRL IRL 95
terza è quella di s. Mocuda o di s. ni, discepoli diFininno a Clo- s.
non senza opposizione delle altre sti, in virtù dei decreti particolari
corporazioni, sedici residenze. Molti della congregazione di propaganda
di essi si applicavano all'istruzione fide del 4 febbraio 1664, e del
della gioventù, e con frutto. Non 7 maggio 1743, soggetti ai ri-
gnita tis, si legge nel tom. IV, p. quale accordò ad ogni casa quelle
379 del Bull, de Prop. de' 5 set- indulgenze, che sono state concesse
tembre detto anno 1820, in un all' istituto delle orsoline. Final-
alla regola di essi fratrum laico- mente si trovano stabilite in Irlan-
rum monachorum scholarium, sot- da molte case delle sorelle della
to il patrocinio del ss. Infante Ge- Carità e della Misericordia. L'isti-
sù, e della Beata Vergine Maria. tuto delle sorelle della Misericor-
Si trovano in Irlanda anche molti dia fondato dalla nobile Caterina
vol. xxxvi. 7
98 1RL IRL
Mac-Auley, che vi consacrò i suoi alunni che durante il loro
quelli
beni, ha per oggetto 1' istruzione corso accademico si sono segnalati
delle povere fanciulle, 1' assistenza per rari talenti e per irreprensibi-
delle giovani pencolanti, la cura le condotta. Per amministrare lo
degl' infermi. Questo istituto e le stabilimento fu decretato dal go-
sue regole furono approvate dalla verno inglese che di ciò fossero
congregazione propaganda nel
di incaricati il lord cancelliere ed i
1840. Nell'Irlanda evvi ancora il tre capi giudici d' Irlanda prote-
celebre collegio di Maynooth, il qua- stanti, insieme con sei nobili
le collegio, come universale per tut- privati signori cattolici, e di più
ta 1' Irlanda, merita che ne fac- undici prelati egualmente cattolici.
ciamo una particolar descrizione. Questo corpo di amministratori
II collegio di Maynooth è situa- venne rivestito del potere di no-
to nella contea di Rildare, provin- minare gli alunni nelle vacanze dei
cia di Leinster, baronia di Salt, posti, indi nel 1800 fu cambiato
nel villaggio del suo nome, nel- nel personale : i quattro protestan-
V arcidiocesi di Dublino, e distante ti lasciarono di essere amministra-
circa dodici miglia da quella città. tori, onde restarono i soli cattoli-
Fu fondato nell'anno 1 79^ sotto ci, cioè sei laici ed undici eccle-
il titolo del glorioso s. Patrizio. siastici,che tuttora fungono 1' uf-
Dapprima fu dal parlamento d'Ir- fìzio ; con questo però che gli
landa provvisto di entrate e pos- amministratori laici sono semplice-
sessioni, che ammontavano ad an- mente onorari e di nome, tutto
nue lire sterline quattordicimila. Tali facendo gli ecclesiastici. Gli ammi-
assegni furono poi confermati dal nistratori hanno il potere di sce-
parlamento d' Inghilterra, sebbene gliere il presidente del collegio, i
IRL IRL 99
Fingal. I superiori del collegio assai negletto e senza ornamenti
consistono nel presidente, nel vi- Per mancanza di fondi le sue cap-
ce-presidenle, in tre decani, nel- pelle sono piccole e disadorne. Ri-
1' economo o procuratore, nel pro- conoscendo governo inglese non
il
prete secolare delle quattro Pro- tenga la massa intiera del popolo
vincie. Nel 1600 Clemente Vili irlandese, eh' essendo quasi tutta
fondò altro collegio in Alcalà di cattolica è astretta a pagare e
Henares pegli irlandesi, col dispo- mantenere sontuosamente quel cle-
sto della costituzione Ex injuncto ro anglicano, il quale non rende
nobis. Le sue entrate, dono del alcun servigio spirituale che a soli
JN el 1827 la nobiltà
IRL IRL io3
irlandese era rappresentata da due- con Dundalk por capoluogo. Meath
centodieciotto individui, cioè cinque con Trini per capoluogo. Queen's-
pari del sangue reale, un duca, county o contea della Regina con
quattordici marchesi, settantasei Maryborough per capoluogo. West-
conti, quarantotto visconti, settanta Meath con Mullinger per capoluo-
baroni, quattro mogli d' individui go. Vexford con Vexford per capo-
che godono la dignità di pari ;
luogo. Wicklow con Wicklow per ca-
questo corpo di nobiltà elegge ven- poluogo. Munster. Gare con Ennis
tuno membri in vita della sua per capoluogo. Cork con Cork per
classe, onde sedere nella camera capoluogo. Kerry con Tralee per
dei pari della Gran Bretagna, ove capoluogo. Limerick con Limerick
hanno pur diritto di sedere un ar- per capoluogo. Tipperary con Clon-
civescovo e tre vescovi protestanti, mel per capoluogo. Waterford con
che operano a vicenda in ciascuna Waterford per capoluogo. Ulster,
sessione. I comuni sono rappresen- Antrim con Belfast per capoluogo.
tati da settantaqualtro Knights o Armagli con Armagli per capoluo-
cavalieri, e quarantuno burgesses o go. Cavan con Cavan per capoluo»
borghesi, in tutto centocinque rap- go. Donegal con Donegal per ca-
presentanti eletti unicamente fino al poluogo. Down con Downpatrick
lyuS, come i pari, dai soli prote- per capoluogo. Fermanagh con En-
stanti. Fin qui i popoli d' Irlanda niskillen per capoluogo. Derry con
hanno inutilmente reclamata la re- Coleraine per capoluogo. Monaghan
voca dell' unione del loro parla- con Monaghan per capoluogo. Ty-
mento ; ma forse non è lontano il rone con Ornagli per capoluogo.
momento tanto dagl' irlandesi de- Queste contee si suddividono in
siderato di ritornare al possesso baronie. Le
città più popolose del-
zesi, l'antico nome d' Hibernia ri- herty, Kéating, O'Halloran, Val-
prese i suoi diritti e prevalse nel- lancey, parlano di colonie greche,
V Irlanda. Si crede che questo no- fenicie e del Ponto-Eussino. Essi
me, e secondo alcuni, anche la paro- danno elenchi di re, e racconti di
la gotica Irlanda, non sia che una battaglie ed altri avvenimenti, al-
modificazione di tryn } termine na- cuni de' quali non è per altro fon-
tivo che significa paese dell'ovest. dato sopra nessun autentico docu-
E probabile che i primi abitanti mento. Plowden istesso, che scrisse
dell' Irlanda sieno stati i gaulesi di recente, comincia la sua storia
venuti dal continente, e che i guy- a mille anni prima dell'era nostra,
dil loro fratelli, avendo abbando- ma però i fatti certi nella storia
nata 1' Inghilterra per venire a d'Irlanda non oltrepassano l'epoca
congiungersi ad essi, accresciuta ili cui il cristianesimo fu introdot-
abbiano questa primitiva popola- to nella regione. San Rerano o
zione. Verso il tempo in cui belgi i Chierano, detto Piran o Pierano
s'impadronirono del sud dell' In- nel paese di Cornovaglia, era nato
ghilterra, alcune tribù di goti, che a Ossory o in Cork in Irlanda.
avevano con essi un'origine comu- Tornato da Roma, ove avea fatto
ne, passarono al sud dell' Irlanda un viaggio, convertì alla fede sua
Sembra che sia lo stesso popolo al madre e molti altri pagani e que- ;
naven Taberniae. Pare che dai suoi cise recarsi in Italia, ove vuoisi che
genitori Calfurnio e Concessa fosse ricevesse dal Papa s. Celestino I
romano da un canto, bretone dal- la sua missione per l'Irlanda, come
l'altro. Trasportato nell'età di se- tra gli altri afferma Mariano Sco-
dici anni schiavo in Irlanda da una to, lib. II, aelat. 6, ad an. ^3i.
torma di barbari, ivi fu ridotto a Sembra inoltre dalla confessione di
pascere le greggi sulle montagne e s. Patrizio eh' egli fosse fatto nel
nelle foreste. Tra i patimenti visse proprio paese diacono, prete, poi ve-
da buon cristiano, con pazienza e scovo per andare a predicare il van-
piamente. Ispirato da Dio, dopo sei gelo agl'irlandesi. Non si dubita che
anni abbandonò il padrone di cui non sia stalo molli anni preparando-
era schiavo, per tornare al suo pae- si alle funzioni apostoliche che vo-
se, e giunto al porto s'imbarcò in leva esercitare. Quando si trattò di
un bastimento. Passati alcuni anni di consecrarlo provò
vescovo, egli
nella sua patria ricadde in ischia- molte contrarietà dal canto della
vitù, ma
riebbe la libertà dopo sua famiglia e del clero del paese
due Quindi tornato alla ca-
mesi. che disapprovavano il disegno del-
sa paterna, Dio gli fece conoscere la sua missione. Patrizio in mez-
per molte visioni che si voleva ser- zo a tante opposizioni fu vinto nel-
vir di lui per la conversione dell'Ir- la da Dio ch'egli invo-
perplessità
landa. Tra le altre cose gli parve cò, e ne consolato da una
restò
vedere tutti i figliuoletti del paese visione e rassodato nel primo pro-
dal seno delle loro madri stendere posto. Allora date generosamente
verso di lui le braccia, e implora- le spalle alla famiglia, lasciò la sua
re il suo soccorso con lamentevoli nobiltà per servire una nazione stra-
grida. E vero, come notammo di niera, e consacrò la sua anima a
sopra, che s. Palladio incominciò Dio, per andare a portare il nome
la sua missione agli scozzesi con di Gesù Cristo fino all'estremità del-
quelli stabiliti in Irlanda, non de- la terra, risoluto di tutto soffrire
vesi però credere essere sempre sta- per seguire la sua vocazione. Il ve-
ta la religione cristiana all'alto sco- ro suo nome era Mann, prese quel-
nosciuta in quest'isola, dappoiché es- lo di Patrizio dopo la sua consecra-
sa vi era penetrata per mezzo dei zione.
bretoni innanzi l'arrivo di s. Palla- Animato da queste sante dispo-
dio, come
ha mostrato Usserio
lo sizioni passò san Patrizio nell' Ir-
dietro a parecchi antichi monumenti. landa, per adoprarsi a iptgnera
ivi
alle contrade più remote, senza ti- cipe per nome Corotico, il quale
more ai pericoli cui si esponeva a quanto pare regnava in qualche
La sua predicazione rafforzata dal- cantone del paese di Galles. È no*
le sue sofferenze ebbe meraviglioso to che i bretoni, dopo essersi af-
successo, dappoiché un'innumerabile francati daldominio de'romani nel
moltitudine di pagani chiesero il 409, epoca in cui essi abbandona-
battesimo. Il santo dopo averli am- rono la Bretagna, si crearono di-
maestrati nei misteri della fede, am- versi piccoli re, del numero de'quali
ministrò ad essi questo sacramento; era Corotico. Questi sebbene cristia-
poscia adoperossi a rassodarli nel- no di professione, la sua condotta non
la religione che aveano abbracciato. corrispondeva per nulla alla sua re-
Conferì gli ordini sacri a molti pii ligione; e s. Patrizio gli dà l'odio-
ministri che lo secondarono nelle so nome di tiranno. Costui fece
sue apostoliche fatiche ; persuase una discesa in Irlanda, e pose a ru-
molte femmine a vivere vedove e ba tutto il paese, in cui s. Pa-
continenti; consecrò molte vergini a trizio avea da poco amministrata
antichi monumenti, eh' egli oidi- di tutti quelli che volevano colti-
nasse dei vescovi per l'Irlanda. Al- vare il loro ingegno collo studio
tri affermano che s. Patrizio isti- delle scienze, e istruirsi nelle mas-
tuì tutti i vescovati d'Irlanda. San sime della più alta perfezione. S.
Patrizio primo anno di
osò nel Patrizio morì in pace verso l'an-
sua missione predicar Gesù Cristo no 4^4? e fa riposto il suo cor-
in mezzo all'assemblea generale dei pò a Down in CJltonia, in una
re e degli stati di tutta l'Irlanda, chiesa che prese poi il suo nome,
la quale teneasi ogni anno a Ta- e dove fu scoperto nel 11 85. La
ra o Themoria, nella provincia di sua festa è notata a'iy marzo, e
East-Meath, dove risiedeva il re la sua memoria è stata sempre in
principale detto monarca di tutta grande venerazione nella chiesa di
l'isola. La città di Tara era il Irlanda. Avvi una tradizione, che
principale soggiorno dei druidi, e s. Patrizio colle sue benedizioni
come la capitale della religione del abbia liberato quest' isola da ogni
paese. Il figlio di Neill, che allora animale velenoso, ed è certo che
era il monarca, dichiarossi contro non ve n' è alcuno. Pare che il
il santo e contro la dottrina che bastone di Gesù, sul quale gli sto-
annunziava ; ma ciò non impedì rici irlandesi hanno raccontato tan-
punto del frutto de'suoi discorsi, te cose meravigliose, altro non
Molti principi si convertirono, e fra fosse che il bastone pastorale di s.
principio dell' invasione d' Irlanda, mare qual si fosse abuso vero o
quando gli sarebbe stata di mag- preteso nella chiesa irlandese, non
gior giovamento? Perchè lasciò cor- è da credersi che la santa Sede
rere quasi vent'anni prima di rao* avrebbe affidata tale impresa agli
IRL IRL u3
inglesi. Mentre narrano diversi sto- Papa Alessandro III approvò ad
rici che i vescovi di quella chiesa Enrico II sì fatta conquista, e que-
quasi unani inamente volevano se- sti la uni al suo regno, come nar-
pararsi dalla Chiesa romana, per ra Polidoro Virgilio, Hist. Angl.
condiscendere alla volontà del re lib. i3, p. 288. Essendo Pontefice
Guglielmo II al principio dell'istes- Urbano il re Enrico II gli spe-
III,
farne l' intera conquista ; ond' essa talia rigurgitò nel secolo XIV di
invasa da un' armata possente, e ottime manifatture irlandesi.
divisa fra molti principi che non Innocenzo III avendo scomuni-
andavano d' accordo, fu obbligata cato Giovanni re d' Inghilterra, e
sottomettersi all' Inghilterra, che sottoposto il regno all' interdetto,
da quel punto non lasciò più di intimorito il principe delle con-
dominarla, considerandola come seguenze, domandò perdono, fece
una provincia della monarchia. Il un solenne alto di sommissione in
vol. xxxvi.
Brt>w»vo*vt éoftaj»,
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7
m4 fRL IRL
favore della santa Sede con assog- do agl'inglesi stabiliti nell' Irlanda
tarle i reami d' Inghilterra e di di sposare donne del paese, e di
Irlanda, e fu contento di riceverli servirsi nelle loro transazioni della
in feudo qual vassallo della Chiesa lingua nazionale. Questi oltraggi
romana , obbligandosi all' annuo proseguirono a mantenere per co-
tributo, oltreil denaro di s. Pie- sì dire una linea di demarcazione
tro, pagar trecento marchi per
di fra i vincitori ed i vinti , coi
l'Irlanda e settecento per l'Inghil- quali la politica inglese avrebbe
terra ; ciò che rinnovarono altri dovuto cercare di produrre un'in-
re, come Odoardo II nel 1 3 1
tera trasfusione. L'Irlanda essendo
con Papa Giovanni XXII. Frattan- sparsa di monasteri, di conventi
to non cessarono gl'inglesi di sot- e di chiese, la divozione del po-
tomettere pienamente l'Irlanda al- polo contenne il patriottismo na-
la loro obbedienza; ma gl'irlandesi zionale. Nella loro ardente brama
punto non abbattuti dai disastri di scuotere un giogo tanto pesante,
replicati, fecero ogni sforzo onde riconobbero per loro re il famoso
sostenere con intrepidezza la lotta Perkin Warbeck, quel falso prin-
ineguale, e ridussero al nulla i cipe che si faceva credere il duca
tentativi di Riccardo II. Prima di diYork ; ma inutilmente consu-
questo tempo nel restante dell'Ir- marono tutte le loro forze onde
landa non soggetta all'Inghilterra, sostenere simili pretensioni. Allor-
i capi delle tribù conservavano pur ché nel secolo XVI Enrico Vili,
anco qualche indipendenza, che an- onde seguire più liberamente il
dava però scemandosi a misura che corso delle sue passioni , scosse il
lità di re dell' isola, ma non es- gl'irlandesi veri rimasero cattolici sen-
sendo molto sostenuto contro gl'in- za riformare alcuno de'loro usi. Al-
glesi, e perduta avendo una bat- tri e con maggior verità asseriscono
taglia, si vide obbligato di rimbar- che tutti i nativi d' Irlanda, com-
carsi insieme co' suoi partigiani. presi quelli di origine inglese, in
Nel 1 3 8 il partito scozzese fu
1 generale rigettarono la riforma. II
la dignità della regina e del suo vili, col tradimento, gli assassini!,
tori del disertamento. Vinti e non Nel 1660 ebbe luogo con Carlo
domi gl'irlandesi irritati dalle coa- H figlio del decapitato Carlo I, la
,
quali avevano combattuto sino [al- tolici goderebbero della stessa pro-
l'ultimo sangue a difesa del re tezione legale che quelli degli altri
contro il potere usurpatore. Il du- sudditi, ed in ispecie, che verrebbe
ca di York, dipoi Giacomo II, pi- ad essi conceduto il libero e illimi-
gliossi per sua porzione da ottan- tato esercizio di loro religione. Gl'ir-
tamila iugeri di terreno apparte- landesi soddisfecero agli obblighi
nenti a' cattolici irlandesi , il cui assunti nel trattato colla più scru-
solo delitto era quello d'essere stati polosa esattezza ; ma il governo
amici e padre di
sostenitori del inglese violò compiutamente il trat-
lui lo sfortunato Carlo I, e nemi- tato, appena gli si offrì il buon
ci de' suoi nemici. Ciò nondimeno, punto per farlo con sicurezza. Sif-
sì radicato era nella nazione ir- fatta violazione fu operata colla
landese l'attaccamento al principio promulgazione del più astuto ed
di una lealtà, che quando Giaco- iniquo codice, che abbia mai con-
mo II per aver professato la reli- taminato gli annali della legisla-
gione cattolica fu cacciato nel 1688 zione. I principali tratti della vio-
dal trono dai suoi sudditi britan- lazione del trattato di Limerick, e
nici, egli si rifuggiò in Irlanda, e che ributta in leggerli, sono ripor-
la nobiltà irlandese cattolica, i bor- tati nel capo V della Memoria sto-
ghesi ed il popolo si strinsero a lui rica sopra V Irlanda e gl'irlandesi
dintorno per sostenere i suoi diritti di Daniello O'Connell, tradotta
alla corona, quindi sparsero il pro- dall'inglese dal cav. A. de Bayer,
prio sangue con un coraggio ed Torino 1 843 pel Marietti. Questo
una perseveranza degna di miglior trattato fu spesso invocato dai cat-
sorte. Uniti alle donne gl'irlandesi irlandesi in progresso, contro
tolici
cacciarono da Limerick, con grande lemisure dei governo inglese, co-
sconfìtta, Guglielmo III d' Orange me fosse ed esser dovesse una gua-
che avea usurpato il trono degli rentigia contro l'arbitrio; ma gl'in-
Stuardi, e di Giacomo II suo suo- glesi sostennero che un
sempre
cero: egli però guadagnò la fa- tale atto non dice tuttociò che gl'ir-
mosa Boyne, annien-
battagli..- della landesi vi leggono, e che d'altron-
tando con tal colpo decisivo le de non concerneva esso che quelli
speranze degl'irlandesi. Limerick, che trovavansi rinchiusi nella città
in cui eransi rifuggiti gli avanzi di Limerick.
del partito degli Stuardi, capitolò. Nel 1705 Clemente XI altamen-
L' esercito irlandese forte di tren- te lodò del vescovo di
la pietà
tamila uomini, la nobiltà irlande- Chartres aver benignamente
per
se, i borghesi ed il popolo capito- accolto, e largamente sovvenuto i
larono coll'esercito della Gran Bre- cattolici cacciati dall' Irlanda, nello
tagna. Essi a' 3 ottobre 1691 col rinnovate stragi e proscrizioni. Il
nica, e sparse d'allori una pace, che gli stati dell' Europa. La prudenza
senza ciò sarebbe stata ignominiosa del gabinetto britannico consigliò
altrettanto che disastrosa. Il tem- di cattivarsi i cattolici, presentò un
peramento del codice nel 1782 fu bill per allentare ancor di vantag-
una seconda ricognizione del de- gio il codice penale., e nell'anno
bito verso l' Irlanda. I cattolici fu- seguente ne presentò un secondo
rono resi abili ad acquistar beni e che conduceva o piuttosto restitui-
diritti feudali per atti fra vivi o va privilegi più ragguardevoli ai
per successione. Si fece di più. Do- cattolici. Per questi due bill il fo-
gioventù nelle lettere e nella reli- corporazioni laicali ; far parte del
gione. Malgrado le anteriori tristi gran-giuri e della magistratura;
vicende, l'Irlanda mantenne sem- giungere nell'esercito sino al gra-
pre il proprio parlamento, invian- do di colonnello ; acquistare il
e non avendo finora potuto con- ro. Con tali regolamenti si ordina
seguire l'intento, ha corso dall'uno ai chierici che saranno separati
all' altro capo tutta iutiera la sua dalla Chiesa se non sono vestiti
isola nativa, sommoveudo l'intero modestamente, non hanno i e se
popolo irlandese colla potente sua capelli corti come romani. Co- i
voce a domandar con unanimi vo- manda inoltre che le donne degli
ti dal britannico parlamento , che ostiari, e degli altri chierici inferio-
si tronchi il nodo legislativo, il ri, ai quali allora era permesso
quale un corpo riunisce dal
in 1' averne, non compariranno mai
1801 in qua le due isole; che si se non velate. Il nono canone
ristami di nuovo il parlamento ir- proibisce qualunque frequenza so-
landese abolito dal famoso Pitt con spetta e pericolosa tra i monaci e
far melate promesse che non eb- le vergini. decimosettimo scomu-
Il
bero mai elfetto. A questa chia- nica le vergini che si saranno se-
mata dell' agitatore eloquente tut- parate con tra il loro voto, accor-
ta l' Irlanda rispose , e per ogni dando loro la penitenza, nel caso
canto si adunarono assemblee, e che si separino
dall' adultero, e
ciascuno paga in volontario tributo che non soggiornino più nel luogo
un soldo, pel denaro necessario a stesso con quello. Il decimonono
poter accorrere al dispendio di una scomunica una donna, che abban-
sì grave e sì vitale contesa. Dal- dona il marito per isposarne un
l'altro canto i cattolici inglesi, tut- altro ; ed anche il padre se accon-
toché sentano commiserazione pei sentì a queir adulterio. Inoltre
loro conculcati fratelli irlandesi, non questo concilio proibisce di ricever
pertanto sembrano inclinare al man- nelle chiese limosine, pagani e sco-
tenimento dell'unità legislativa del- municati ; e comanda un digiuno
l' impero britannico, per quelle ra- di quaranta giorni per tutti quelli
gioni e conseguenze religiose ac- che domandano il battesimo. Con-
J
cennate nel voi. XII, pag. io5 e cil. t. III, p. 1478; Diz. de concilii.
seg. degli Annali delle scienze re- Il secondo concilio sembra adu-
ligiose. Tuttora O'Connell prosie- nato verso lo stesso tempo del pre-
gue il suo meraviglioso sistema di cedente. Si attribuisce a s. Patrizio,
eccitare la popolazione alla revoca, quantunque non porti alcun con-
senza però consentire che abban- trassegno particolare eh' esso sia
doni la legalità per darsi alle vio- suo. Forse deve attribuirsi al di
lenti reazioni. lui nipote, giacche va avvertito che
nello Spicilegio d' Achery e ne- li
Concilii d'Irlanda . Anecdota di Mortene tomo IV,
par. Si , trovansi molti canoni che
primo concilio fu celebrato
Il portano il nome di s. Patrizio,
nell'anno 465. Questo concilio por- ma sono di alcuni suoi succes-
essi
ta in fronte il nome di s. Patrizio sori. Su di che va consultato Wil-
apostolo dell' Irlanda, ed è indirti* kins, Condì. Briian. et Hibcrn. t.
zato ai sacerdoti, ai diaconi, ed a I, p. 3. In questo concilio vi si
124 IRL IRR
leggono alcuni canoni rimarchevoli, stabiliti, o per meglio dire confer-
ii secondo proibisce di non ricever mati i quattro arcivescovati di Ar-
nulla dai pagani fuori del cibo e magh, Dublino, Cashel e Tuam,
del vestimento, qualora non si pos- assegnandosi loro i vescovi suffra-
gano avere d' altra parte. Il setti- ganei. Labbé t. X ; Arduino t. VI ;
684, e giusta l'avviso del p. Man- le fa sì, che un uomo non può ricevere
si, i canoni di esso, e di alcuni gli ordini che non ha, uè esercitare
altri del medesimo tempo, od an- le funzioni tanto di quelli che ha
che più antichi, formano ciò che ricevuti,quanto della giurisdizione
chiamasi Codice d! Ibernici, di cui attaccata agli ordini stessi, ne fi-
trovasi una parte nel succitato nalmente essere provveduto di un
Spicilegio e nei mentovati Anecdo- beneficio ecclesiastico senza aver
ta del Malterie. Diverse e consi- ottenuta una dispensa. Si distingue
derabili penitenze furono imposte la irregolarità in quella di diritto
da questo concilio, specialmente divino, e in quella di diritto eccle-
contro i peccati d' impurità. Man- siastico. In virtù della prima, le
disprezzo di una censura, ec. Ogni soli hanno il diritto d' instituire
ecclesiastico scomunicato o sospeso delle irregolarità, come lo prova
od interdetto, eli' esercita una fun- 1' esperienza di tutti i secoli dal-
zione de' suoi ordini, è dichiarato l' origine della Chiesa sino a noi.
irregolare. ISABELLA (b.), sorella di s.
ste cose. Quella che deriva dal di- squisite della sua mensa. L' umiltà
fetto s' incorre a motivo di qual- era la virtù da lei prediletta, per
che indecenza non colpevole dalla cui volle che il monastero di Long-
parte del soggetto. Quella che de- Champ dai lei fatto fabbricare por-
riva dalla colpa è fondata sul fal- tasse il nome di Umilia di Nostra
lo del soggetto. Vi sono otto sor- Signora. Ella lo fondò l'anno i25a
ta d' irregolarità che derivano dal per le religiose di s. Chiara, che
difetto, ossia otto sorta di difetti che chiamaronsi poscia urbaniste, dal
producono Y irregolarità. Essi sono nome di Papa Urbano IV, che
i difetti di nascita, di ragione, di mitigò il rigore della loro prima
corpo, di età, di libertà, di ripu- regola. Dopo la morte della regina
tazione, di bigamia, di mansuetu- sua madre, ritirassi in questo mo-
dine.Vi sono cinque peccati che nastero, ove diede continui esempi
producono 1' irregolarità, cioè l'o- delle più rare virtù, sebbene non
micidio, la reiterazione del battesi- ne vestisse 1' abito. Guglielmo di
mo, la cattiva ricezione degli or- Nangis andò errato dicendo, eh' el-
dini, il cattivo esercizio degli ordi- la avea fatto professione della re-
che rimasti fedeli a lui, e zelanti portò il suo nome, e che avendo
dell'onore e della gloria spagnuo- preso dipoi quello del santo marti-
la, aveano combattuto costantemen- re Ansano ,
passò dai benedettini
te contro gli stranieri invasori del- ai canonici regolari che la posse-
la Spagna. E perchè da tutti si dono ancora. S.nomina-
Isacco è
comprendesse che questo faceva il to in parecchi martirologi, e mas-
re a premio de' valorosi, che col si me nel romano, agli 1 1 di a-
sangue aveano sostenuto la dignità prile.
n8 ISC ISC
conferisce la santa Sede. L' ultimo pò da una cit-
fortissima, e difesa
che ne fu decorato fu monsignor tadella che dominava la città di :
Lodovico Taberd alunno del semi- questa si vedono ancora delle reli-
nario delle missioni straniere in quie sopra una vicina montagna.
Parigi, fatto da Leone XII vesco- Vi si sono rinvenute numerose an-
vo d' Isauropoli e vicario apostoli- tichità romane, cioè medaglie, sta-
co della Cochinchina a' 18 settem- tue e sepolcri.
bre 1827, poi vicario apostolico in- Caerleon non solo fu capitale del
terino di Calcutta. Al presente ne paese di Galles, ma antichissima
porta il monsignor Domeni-
titolo ed insigne sede vescovile che nel
co le Febvre_, alunno del nomina- quarto secolo divenne metropolita-
to seminario, per essergli stato con- na nella provincia romana Brilan-
ferito a' 26 febbraio 1841 dal re- nia Secunda j indi verso V anno
gnante Gregorio XVI, il quale nel 52 r sede vescovile fu trasferita
la
LEON, Iseo. Silurimi, Civitas Le- ottant' anni prima dell' arrivo di
gionum. Città vescovile d'Inghilter- s. Agostino in Inghilterra. Nella
ra presso il canale di Bristol e sul- vita di s. Dubricio però si legge
1' Uske eh' è attraversato da un eh' egli fu consacrato vescovo di
bel ponte di pietra, talvolta dan- Landaff da s. Germano in un si-
neggiato dalla marea che s'innal- nodo tenuto circa 1' anno 446; e
za sino a trenta piedi. Anticamente che allorquando fu trasferito sulla
questa città del principato di Gal- sede arcivescovile di Caerleon nel
les, del quale n' era la capitale 495 ebbe a successore s. Teliao
non la che a Londra per
cedeva su quella di Landaff. Nella vita
grandezza ed importanza, ma og- poi di s. Davide si narra in vece
gidì è ridotta a sole due o tre come s. Dubrizio arcivescovo di
strade, avendo anche le case in Caerleon gli cedette il governo del-
parte rovinate. La chiesa fondata la sua chiesa in un concilio del
all' epoca della conquista, e che 5i2 o 5 19, e perchè s. Davide
accuratamente si restaurò, è un vi si ricusava, i padri del concilio
bel modello di architettura di quel 1'obbligarono ad accettare. Quindi
tempo. Di tutti gli edifìzi di Caer- s.Davide ottenne di trasferire la
leon non sono riconoscibili che le sede di Caerleon, città allora po-
rovine di un anfiteatro, detto da- polarissima, a Menevia oggidì s.
gli abitanti la Tavola rotonda del Davide, luogo solitario e ritirato,
re Arturo, perchè si pretende che ed ora in comunicazione per mez-
ivi istituisse quel re l'ordine dei zo del porto di Milford. Dipoi
cavalieri di tal nome. Nei dintor- tanto Caerleon che s. Davide fu-
una piccola baia: l'isola d'Ischia avvenne nel i3o2. I migliori edi-
dagli antichi fu celebrata per le lizi consistono nella cattedrale, nel
sue acque minerali, di cui la vesta- palazzo vescovile, nel seminario ed
le Attilia Metella sperimentò la sa- in altri fabbricati. Bisogna traver-
lutare efficacia. Tali acque, dal ter- sare il campo formato dalla lava
remoto del 1728 in parte fatte spa- d'Arso, detta anche di Cremote, che
rire, non formano sole la celebri- si eleva a cinquanta piedi di altez-
tà d'Ischia, ch'è separata dalla co- za, per giungere ai rinomati bagni
sta per un canale largo due leghe, d'Ischia, che sono per essi divisi
ed in uno stretto spazio presenta con- dal paese. Si vede in una prossi-
centrate tutte le bellezze che leggia- ma collina una casa di delizia del
dro e dovizioso rendono il golfo re delle due Sicilie, ed al pie di
di Napoli. Ischia ^ Iscla Alena- essa si discopre il villaggio ove so-
ria , è situata sopra una rupe di no le due sorgenti di acque termo-
basalto, che si eleva all' altezza minerali, di natura muriatica, a
di seicento piedi dal livello del quaranta gradi di calorico,le qua-
zato da Pio VI nel 1792, ed il suc- merse nel ventre. S. Ischirione ri-
cessore fu monsignor Giuseppe d'A- portò così la corona del martirio
mante di Procida, fatto da Pio ih U' anno 2 53. E nominato DqI
i3a ISC ISC
martirologio romano ai 11 di di- ed erudite nozioni scrisse il cele-
cembre. bre Luigi Lanzi nella prefazione
ISCRIZIONE o INSCRIZIONE, della sua opera intitolata Inserir :
avverte 1' uomo dei beni e dei azioni o altre memorie sulle pietre
mali; eroica, infonde grande co- monumentali, fu adottato ne' tempi
raggio alle gloriose imprese. Non più antichi dai fenicii e dagli egizi,
par degno certamente di lode quel dai quali poscia passò ai greci. Questi
poeta, il quale venendo alla scel- innalzarono nella cittadella di Atene
ta del linguaggio più opportuno, colonne sulle quali notarono l' in-
opina che la dotta oscurità del giustizia de' tiranni che usurpata
latino più conciso, non può mai avevano la suprema autorità, e gli
vano le lapidi de' gentili scriven- , raccolse gran quantità sì d' iscri-
do da rovescio, e talora dalla stes- zioni come di altri monumenti
sa parte dell' iscrizione^ o cancel- insigni dell' antica Roma. Più di
landola o lasciandovene parte o tutti segnalossi in questa nobile ed
tutta, e che le iscrizioni funerali dei utile impresa Giovanni o Giano
cristiani talora contengono più no- Grutero, ragunando, per quanto
mi di morti, e di diversi e di diffe- gli fu possibile , tutte le iscrizioni
rente tempo, venendo le iscrizioni greche e latine da ogni parte del
sepolcrali dette istorie da Commo- mondo, e le diede alle stampe nel
diano, autore che si crede de'tempi i6o3, correggendone moltissime,
di Costantino. che dai suoi predecessori scorrettis-
Quanto ai collettori celebri delle sime erano slate pubblicate, au-
iscrizioni, Giacomo Mazzocchio li- mentando considerabilmente la rac-
stato Sebastiano 595, a cui del e Venafro, chiese che al dire del-
scrisse il Papa s. Gregorio I. Tut- l' Ughelli erano già unite. Pietro
ta volta vuoisi che Sebastiano sia di Ravenna che gli successe, essen-
piuttosto stato vescovo Seriniense non do stato consecrato vescovo di Ve-
Aeserniense, e che sino al 639 que- nafro e d' Isernia circa il 1059,
sta sede non abbia avuto vescovo, sottoscrisse nel 1071 una bolla di
come rilevasi da un diploma del Alessandro II : ego Petrus Vena-
Pontefice Giovanni IV. Quindi l'U- franus episcopo. Gli successe nel
?
ghelli riporta il catalogo degli ab- 1 090 Leone vescovo d Isernia e
bati del monastero
celebre s. di Venafro; indi nel iii3 Mauro ve-
Vincenzo martire di Volturno, di scovo d' Isernia e Venafro, Rinal-
cui furono primi abbati s. Paldo do vescovo d' Isernia e Venafro,
morto nel 720, e s. Tato morto che nel concilio generale dell'an-
nel 728. Il decimosettimo ed ul- no 1 1 79 si sottoscrisse episcopus
timo abbate fu Maio, che nell'88o Venafranus, a cui Lucio III con-
fu decollato co'suoi novecento mo- cesse nel 1182 quei privilegi che
naci dai saraceni, i quali incendia- si leggono nella bolla, In eminen-
rono e depredarono il cenobio. ti. Ed aggiunge l'Ughelli « Ex :
trina, che sebbene fosse egli sem- morte di esso, nel 600 o 601 fu
plice sacerdote, agiva nondimeno e eletto a successore. Studiossi a tut-
parlava sovente, come se fosse stato to potere di ristabilire la disciplina
e mori verso 1' anno 449- I greci Gregorio, venuto dalla Siria. Con-
ed latini celebrano
i la sua festa futò con sì forti ragioni l' eresia
nel 4 febbraio, che credono essere degli eutichiani, la quale avea ori-
il giorno della sua morte. Aveva ginato quella degli acefali, che Gre-
composto molte opere che non gorio abiurò istantaneamente l'er-
giunsero fino a noi, ci restano però rore per abbracciare la dottrina
duemila e dodici lettere , le quali, cattolica. Presedette altresì nel 633
tuttoché brevissime, sono piene di al quarto celebre concilio di To-
utili ammaestramenti, e sono pa- ledo. Le infermità della vecchiezza
ragonate agli scritti di s. Basilio non diminuirono punto lo zelo ed
per l'unzione e la pietà, ed a quel- il fervore di s. Isidoro. Negli ulti-
li di s. Gio. Grisostomo per lo ze- mi sei mesi della sua vita aumen-
lo. La migliore edizione è quella tò con una tale larghezza le sue
di Parigi i638, in greco ed in la- limosine, che vedeasi recarsi da lui
tino. Francesco
Arcudio vi fece una moltitudine di bisognosi dal
molte eccellenti osservazioni criti- mattino alla sera. Sentendo avvi-
che, che furono stampate a Roma cinarsi il suo fine, si recò alla chie-
nel 167 1, sotto questo titolo Isi- : sa,ove coperto d'un cilicio e asper-
dorianae collalioncs, quibus Isidori so il capo di cenere , ricevette la
Pelusiotae cpislolae ointies hacltnus santissima comunione; quindi rac-
ISI
cotnandossi alle preghiere degli as- darsi j un* altra Preghiera per non
sistenti, rimise ai suoi debitori quan- cadere negli agguati del demonio.
to gli dovevano, esorlò il popolo io. 11 libro Della natura delle co-
alla carità f e fece distribuire ai se ovvero del mondo, indirizzato a
poveri tutto che ancor
l' argento Sisebuto re de' goti, per risponder-
gli restava. Dopo di che ritornò al gli a diverse domande filosofiche
suo palazzo, ove morì in pace ai 4 ch'esso avevagli fatte. 11. I Com-
aprile del 639. Fu sepolto prima mentari sopra i libri storici del-
nella sua chiesa, poscia trasportato V antico Testamento, dei quali non
nel i6o3 in quella di s. Gio. Bat- ne abbiamo a stampa che una
tista della città di Leone. Celebrasi parte, sebbene s. Isidoro avesse spie-
la sua festa principale ai 4 d' a- gato tutti i libri del vecchio Te-
prile, particolarmente nelle diocesi stamento. 12. Il libro Delle alle-
di Siviglia e di Leone che l'ono- gorie della sacra Scrittura. i3. I
rano come loro patrono. S. Isidoro due libri Contro i giudei, indiriz-
venne sempre riguardato come il zati a Fiorentina sua sorella. i4- I
più illustre dottore della chiesa di tre libri Delle sentenze ovvero del
Spagna. Di lui abbiamo; 1. Una sommo bene : opera tratta quasi
Cronica, che comincia dalla crea- tutta dai Morali di s. Gregorio
zione, e finisce all' anno 626 di Papa. i5. Molte
lettere. 16. La
Gesù Cristo. 2. U Istoria dei re Regola dei monaci, divisa in ven-
de' goti, de' vandali e degli svevi. tiquattro capitoli, e indirizzata alle
3. I venti libri Delle origini del- religiose di Honori nella provincia
le etimologie. 4* H Catalogo degli Betica. 17. Il libro Del combatti-
scrittori ecclesiastici. 5. 11 libro mento delle virtù e dei vizi, di cui
Della vita e della morte dei santi molti dotti fanno autore il beato
dell'uno e dell'altro Testamento. Ambrogio d' Autperto, abbate di
6. I due libri Degli offici divini un monastero d' Italia nell' ottavo
ovvero ecclesiastici. 7. I due libri secolo. 18. Il Commentario sopra
Delle differenze ovvero della pro- il Cantico dei cantici. 19. Il libro
prietà dei verbi; e quello Delle Dell' ordine delle creature. Non si
p. 122,
3
De fiori
de cardinali, con che non vi perdesse la vita, quale
altri lo voglia nato in Costantino- scampò per diversi stratagemmi
poli. Greco di nazione e monaco essendosi fatto sotto mentite spo-
dell'ordine di s. Basilio, abbate nel glie trasportare a Pera, e quindi
monastero di s. Demetrio di Co- neir isola di Scio, donde passò in
stantinopoli, intervenne in qualità Candia. Enea Silvio Piccolomini
di arcivescovo di Riovia di rito racconta distintamente le particola-
stò il titolo di apostolo de' greci e fosse padrino. Era questo l'abito
ruteni. Intervenne ai conclavi in bianco di cui veniva rivestito il
l'autore del loro linguaggio, ben- suo nome e quello de' suoi fratel-
ché la loro prima origine, secondo li dalla lista fatale degli emigrati.
la maggior parte degli interpreti, Per questo solo fine egli intrapre-
provenga da Jectan figlio di He- se quel viaggio, ma la divina prov-
ber. La conformità del nome fra videnza avea formato altri disegni
islamismo ed ismaelismo ha fatto sulla sua persona. Per una circostan-
che vari dottori maomettani han- za totalmente fortuita, per un le-
no confuse sovente queste due co- game contratto nel seminario, era-
se; ed hanno sostenuto che la re- si stretta intima amicizia fra Gio-
ligione insegnata da Maometto ai vanni ancor giovinetto, e l'abbate
suoi seguaci, e che chiamano Isla- Giuseppe Fesch di Corsica, anche
mismo o Maomettismo (Vedi\ al- egli in età giovanile. Ognun sa
tro non sia che quella che intro- che ordinariamente nelle famiglie,
dusse negli arabi il detto Ismaele. massime nelle corse, comuni sono
Questi fu padre di dodici figli da i sentimenti affettuosi o contrari,
cui uscirono altrettante tribù, de- quindi l'amicizia nata fra questi
gli arabi, le quali dal settimo se- due giovani divenne comune alle
ceva grandissimo conto della saga- Paolo. Nel 1828 ritornò in Fran-
cità de'suoi giudizi, e della giustez- cia, ove fu fatto duca e pari _,
che comparve verso lametà del 1 i4g, Matteo o Mattia del 1239,
VI secolo. Dopo la morte di Non- il quale col consenso del capitolo
no monaco origenista, i di lui se- cedette alla disposizione d'Innocen-
guaci o settari si divisero in pro- zo IV, con la quale con alcune con*
o telraditi, ed in isocristi.
tottisti dizioni esentò dalla giurisdizione e-
Spacciarono questi che alla fine dei piscopale il monastero di s. Ste-
secoli, epoca della risurrezione, gli fano dell'ordine benedettino. L'an-
apostoli dovevano nelP onore e nel tipapa Benedetto XIII vi avea fat-
logna, uno de'sedici riformatori della meriti col crearlo cardinal diacono
sua patria, celebre professore di legge di s. Eustachio, donandogli quattro-
civile medesima, do-
negl'università mila scudi. Passato un anno lo fe-
ve nel i383 spiegava con oppiati- ce legato della provincia del Patri-
i5o ISO ISO
monio e di molti altri luoghi, con le lodi del cardinal Isolani , e i
lo, che asserì avere tremila miglia egli ebbe dalle sue mogli Lia e
di circuito. Nuova Olanda dalla Rachele, e dalle fantesche di esse;
maggior parte de' geografi è chia- e finalmente Giudei dalla tribù di
mata quell'isola immensa, o piut- Giuda, che trovossi molto superio-
tosto quel continente che chiama- re alle altre dopo la schiavitù di
rono Notasia, e di Auslralasia e Babilonia. Col nome di tribù si
to in Roma tra' poeti latini per divini offizi. Gli istriani riescono
sentenza de'giudici ; per il che eb- ottimi nella navigazione e nel traf-
be in patria una statua con ana- fico, e molto bravi nella milizia
loga iscrizione. Da un diploma di marittima. Le sue più considerabi-
s. Gelasio I del 49 2 > citato nel de* li città sono Capo d' Istria, Rovi-
creto, dist. 24, can. 3, sembrereb- gno, Pola, Pirano, Città Nova,
be che l'antica città d' Histonium Parenzo . Trieste, che ordinaria-
fosse stata vescovile, ma non si mente si pone nell' Istria, non fa
conosce alcuno de' suoi vescovi. politicamente parte di questo cir-
L'Ughelli ne parla nell' Italia sa- colo. La maggior parte degli abi-
cra t. X, p. 116. Fu poi Istonio tanti sono di origine slava, com-
successivamente devastata dai goti, ponendosi il restante d' italiani in
dai longobardi e dai saraceni. gran numero, e di pochi tedeschi,
ISTRIA, Histria. Circolo del armeni e greci. I polacchi, boe- i
regno Illirico nel governo di Trie- mi, i dalmati, gl'istrioni, che s'im-
ste, di cui forma la porzione più padronirono in diversi tempi del
meridionale e la più considerabile. paese, ov' essi ora abitano, sono
È composto in gran parte d' una schiavoni di origine. Nel Rinaldi
penisola, il cui istmo è determina- all'anno Goo si legge come gli schia-
to da due golfi profondi dell'À- voni predarono 1' Istria, e posero
i;>4 IST IST
ne' ferri morte i soldati che
e a Aquileia. Quasi coetanea alla fon-
vi trovarono. V. Venezia ed Illiria. dazione della loro repubblica fu la
L'Istria non solo occupa l'antica ingerenza de' veneziani nell'Istria, i
ffistrìci) ma ancora una piccola quali a titolo di protezione prese-
porzione della Carnia, e la estre- ro a difendere gli abitanti contro
mità occidentale del paese dei Ja- gli attentati de'corsari slavi, e dei
pides. Secondo alcuni corrisponde principi mediterranei circonvicini.
all' antica Liburnia. Questo paese Cessò per altro ogni loro influen-
faceva anticamente parte dell'llliria; za sull' Istria quando passò essa
conquistato dai romani , fra la sotto il patriarcato d' Aquileia, col
prima e la seconda guerra punica, titolo di marchesato, per donazione
una colonia di essi lo rese civiliz- imperiale, confermata poi da Cor-
zato, mentre gl'istriani antichi ven- rado II nel 1024, e da Enrico
gono descritti anche da Livio co- IV nel 1061. Ripigliarono ascen-
me popoli d' indole fiera. Questa dente i veneziani in questo paese,
provincia non fu nei primi tempi dacché fecero prigioniero di guer-
compresa nell'Italia, ma lo divenne ra il patriarca Volcherio coi suoi
allorché Augusto divise in dodici dodici canonici, per cui scemos-
legioni le contrade italiane. Colla si l'autorità patriarcale nell'Istria,
monarchia romana declinò pur anco e da tal epoca incominciarono le
lo splendore dell'Istria che fu de- città e le terre istriane a pas-
solata dalle armate d'Attila. Estinto sare per volontaria dedizione sot-
l'impero romano
d'occidente, passò to il veneto dominio. Nel 1 1 5o
questa provincia agl'imperatori d' o- si sottoposero spontaneamente alla
1 iente, i quali vi tenevano un tribu- possente repubblica di Venezia la
no. Entrati poi gli ostrogoti in Italia, città di Pola, indi Rovigno, Pa-
anche 1' Istria diveune loro preda, renzo, Umago, Muggia ed altre,
ed re goti la dominarono pacifi-
i ma non furono dapprima possedu-
camente sino all'anno 54o, in cui te pacificamente. Nel secolo XIII si
stantinopoli. Alboino co'suoi longo- come pure nel secolo XIV, finché
bardi non pose piede nelP Istria, resa la repubblica veneta padrona
che restò soggetta all'esarcato o- del Friuli, acquistò anche intiera-
lientale d'Italia. Carlo Ma^uo che mente 14^0; ed eccet-
l'Istria nel
estinse il regno longobardo, s' im- tuando Trieste, la contea di Pisi-
padronì col Friuli anche dell'Istria no, ed altri piccoli luoghi fatti
•vicina , alcuni luoghi della quale sudditi della casa d'Austria, ne ri-
furono donati dallo stesso al pa- tenne il possesso sino al 1797 ,
mieramente narra come Carlo Ma- rizzò per narrargli un grave scon-
gno fece il primo suo dono alla cio accaduto in persona di Mauri-
santa Sede, e come lo compi con zio vescovo dell'Istria, destinato dal
confermar quello del re Pipino di Papa a raccogliere le pensioni di
lui padre. Presso il biografò di quel patrimonio , epist. 6 , t. I,
Adriano I questa conferma va u- cod. Carol. » Credi mus, quod jain
nita alla donazione dello stesso ad vestrae a Deo protectae Excel-
Carlo, ed è spiegata per fincs a lentiae aures pervenit de episco-
questo modo. »•>
A Lunis cum insula po Mauricio Histriensi ,
qualiter
Corsica, deinde in Suriano, dei ode dum eum fidclem b. Pctri, et no-
i56 IST IST
slrum cognovissent , nefandissimi luoghi sebbene delle Venezie ai
graeci ,
qui in praedicto ibidem tempi di tal Pontefice riputavansi
territorio residebant Histriensi, et dell'Istria, segno certissimo che que-
dum per vestram Excellentiam di- sto nome erasi già comunicato ad
spositus fuit praenominatus Mauri- una parte delle Venezie: per lo
cius episcopus ut pensione b. Pe- che a ragione potè dirsi che Y E-
tri, quae in superius nominato sarcato confinasse nel secolo VIII
territorio exigeret , et eas nobis colle Venezie e coll'Istria. Anche
dirigere deberet , zelo ducti tam la Carnia fu in alcun tempo detta
praedicti graeci, quamque ipse Hi- Istria, e lo provò il Farla ti, Illyr.
strienses, ejus oculus eruerint, pro- sacra, in prolegom. t. I.
ITA ITA i5 7
significa istituzione, ordine, divisa- Irlanda, discendente dalla famiglia
mente. Più recentemente si appli- reale. Dopo aver fatto a Dio il sa-
cò il nome d'istituto ad alcuni grifizio della sua virginità, si riti-
Alpi che la separano dalla confe- La sua maggior larghezza dal Bren-
derazione svizzera e imperodall' nero al promontorio di Vetulonia
d'Austria ; all'oriente medesimoil nel mare Tirreno, è di trecento
impero, il mare Adriatico ed il ma- sessanta media da Pe-
miglia ; la
l'abitazione più alta del mondo an- contandovisi delle prime circa mil-
tico. Sulla vetta degli Apennini o le, dei secondi mille trecento, e
nelle loro dipendenze stanno il Cor- oltre ventimila villaggi. Roma n'è
no o gran sasso d' Italia , il Ve- la città principale, già centro e
lino, il monte della Sibilla, il Gar- metropoli della repubblica ed impe-
gano, il Vesuvio e F Etna. I due ro romano.
più attivi vulcani europei con al- È ripartita al presente ne' se-
tri minori presentano imponente guenti tredici diversi stati sovrani,
e talora tremendo spettacolo nel con politica divisione di un' esten-
confine australe, cioè il Vesuvio e sione differente. I. Il regno di Sar-
l'Etna o Gibello. Questa celebra- degna che comprende l' isola e re-
tissima regione è situata fra il gno di tal nome, il principato del
5° 17 e 1 6° 19 di longitudine, ed Piemonte, il ducato della Savoia,
il 37 54' e 4^° 4° di latitudine ed il Genovesato già della repub-
,
, ,
ITA ITA i%
blica di Genova. Torino n* è la della signoria della Garfagnana
capitale , residenza del re e sede oltre il ducato di Massa e Carra-
dell'arcivescovo. II. L'Italia sviz- ra. Modena è capitale del ducato,
zera, ossia il cantone Ticino , che residenza del sovrano e sede del
comprende i territorii di Lugano, vescovo. VII. Il ducato di Lucca
Locamo, Bellinzoua e Mendrisio comprende tutto il territorio del-
con qualche porzione di quelli dei l'antica repubblica di Lucca. Al
Grigioni e del Vallese. III. Il re- presente capitale del ducato, resi-
gno Lombardo- Veneto soggetto al- denza del duca e sede dell'arci-
l'imperatore d'Austria, il quale vie- vescovo è la città di Lucca. Per
ne rappresentato da un arciduca un articolo però del congresso di
viceré e diviso due governi
in ,
Vienna, colla morte della duchessa
quello dell' antico ducato di Mila- di Parma , il duca di Lucca re-
no, e quello dell'antica repubblica gnerà sul ducato paterno di Par-
di Milano è la capitale
Venezia. ma, e lo stato di Lucca sarà allora
delle provincie lombarde, e sede unito al granducato di Toscana.
dell'arcivescovo ; Venezia è la ca- Vili. Il granducato di Toscana
pitale delle provincie venete, e se- comprende tutti gli antichi suoi
de del patriarca. Il viceré risiede stati ; più in forza del trattato di
alternativamente nelle due città. Vienna acquistò lo stato dei Pre-
L' impero d'Austria possiede altresì sidi! e la piccola parte dell' isola
lutto il Tirolo italiano, colla mag- dell'Elba, che dipendeva altre volte
gior parte del governo di Trieste nel dal re di Napoli; il principato di
regno dell' llliria, IV. Il principato Piombino colle sue pertinenze, ce-
di Monaco, piccolo stato situato duto ultimamente mediante un an-
tra l'intendenza generale di Geno- nuo assegnamento o livello, dal
va e quella di Nizza. Prima della principe Boncompagni , il quale in
rivoluzione questo principato era forza del trattato di Vienna lo pos-
sotto la protezione della Francia sedeva sotto dipendenza del gran-
la
Francia. XIII. L' Italia inglese, cioè estende 1' arcipelago di Lipari o
l'isola di Malta con quelle che di Eolo, all' ovest il gruppo del-
ne dipendono, già dell'ordine ge- l' Egadi, ed al sud-ovest, ma più
rosolimitano che sono possedute
, al largo, le isole di Pantellaria,
dal re della Gran Bretagna. Tutti Linosa e Lampedusa, che tutte di-
i governi italiani sono monarchici, pendono dal regno delle due Sici-
ad eccezione della repubblica di lie, come Capri, Ischia e Procida,
s. Marino. Pei sovrani diritti di all' ingresso del golfo di Napoli, e
alto dominio, il Papa ogni anno Vandotena e Ponza un poco più
solennemente protesta pei tributi all' ovest. Fra la Toscana e la
riflettori pe' grandi telescopi. Gui- In generale gli italiani sono ben
do aretino. Strumenti musicali. Car- fatti di corpo, hanno lo sguardo
ceri penitenziarie. Panni feltrati. vivace e penetrante, e conservano
i
IT.V IT A i65
un che di mezzo tra il carattere T immaginazione. Quello della poe-
francese e la gravità spaglinola. So- sia estemporanea, detto volgarmen-
costumi italiani e loro cose prin- La lingua italiana è nata dalla cor-
cipali del medio evo. Generalmen- ruzione della latina che vi operarono
te peraltro gì' italiani benché sobri, i gerghi diversi dei popoli barbari che
si uniformano tutti nella magnifi- occuparono l' Italia dopo la caduta
cenza e nel soverchio modo di dell'impero romano. Alcuni filologi e
spendere. Si può dire che ogni cit- tra questi il Muratori nelle Disser-
tà abbia i suoi spettacoli fìssi, ed tazioni sulle antichità italiane, ha
ogni stagione i suoi spassi deter- fatto chiaramente vedere che nella
minati. La fertilità del suolo, la lingua italiana sono passate molte
dolcezza del clima, il vago spetta- voci che originariamente apparte-
colo di tutte le cose naturali, han- nevano alle lingue dei popoli più
no generato per così dire negl' i- antichi, specialmente degli osci ,
Tito Livio, Ovidio, Tibullo, Ora- Damiani., Il XII secolo, benché pre-
zio Fiacco. Scorrendo poi come a senti il maggior possesso che andava
volo sui secoli posteriori all' epoca prendendo lo studio della dialettica e
istessa abbiamo riputato opportuno della filosofia scolastica, non va e-
di separare i nomi secolo per se- sente dalle osservazioni fatte sul
colo. Si ommelteranno però sei se- secolo precedente. Sorge finalmen-
coli posteriori all'epoca istessa, cioè te il secolo XIII con un'aurora
dal VII al XII inclusivamente, e brillante , e tutto annunzia in
ciò per le seguenti ragioni. Nel se- quest'epoca la celerità dei progres-
colo VII i nomi di oratore , di si dello spirito umano, cosicché un
poeta, di filosofo, di astronomo ,
moto universale trascina meravi-
di retore , vi sono quasi scono- gliosamente le menti verso il per-
sciuti; nell'VIII le scorrerie de'bar- fezionamento delle lettere e delle
bari, le guerre de'longobardi, e le belle arti.
sollevazioni interne dei signori di Secolo primo: Fedro, Velleio
Italia non permisero che la lette- Patercolo, Quintiliano, Quinto Cur-
ratura vi fiorisse; nel IX la storia, zio, Petronio, Plinio il vecchio, Ta-
Ja poesia, la dialettica, la giurispru- cito. Secolo secondo : P. Pap. Sta-
denza , tutto si riferisce al sacro, zio, Silio italico, Plinio il giovane,
cosicché non vi si trova un sapien- T. Svetonio, Giovenale, L. A. Flo-
te veramente di prima sfera; nel ro, Aulo Gellio, C. Galeno. Secolo
X la sola denominazione di seco- terzo Dom. Ulpiano Secolo quar-
: .
rum, Mediolani 1739. Rerum ita- la civiltà degli altri popoli deriva
licarum scriptores, ab anno aerae dal cattolicismo; l'Italia è nazione
diri stianae 5 00 ad i5oo, quarum creatrice; l' Italia non deve invi-
potissima pars nunc primum in diare alle altre nazioni; l'Italia fu
lucem prodit ex Ambrosianae, E- sempre la più. cosmopolitica delle
stensis,aliarumque insignium biblio- nazioni ; il suo principato si fonda
thecarum codicibus, Mediolani 1723; soprattutto nella religione ; il cat-
Rerum italicarum scriptores ab an- tolicismo è il sistema unico e uni-
nos aerae christianae 1000 ad versale; servilità dell'Italia mo-
1 600, quartini potissima pars nunc derna verso il genio forestiero ;
lia per mio giudizio è la migliore propone trattare il eh. cav. Igna-
nell' Europa e dovunque Io zio Cantù nel suo Panteon pitto-
non pongo la ricchezza della terra resco, che nel declinar del 1844
in una specie sola di prodotti, né ha incominciato a pubblicare in
invidierei di abitare dove pingui Milano, opera che riuscirà utile ed
sono le campagne, ne vi scorgo importante, massime ad onorare e
altro bene, se non tenuissimo ma ; rivendicale gli italiani illustri. Dap-
quella regione chiamo la migliore, poiché come si legge nel suo proe-
,
1841-1843
grafìa delle Belle arti stri immagini di quanti in Italia
in due parti. Opera che dedicò al crebbero l'abbellimento e la gran-
conte commendatore Pompeo Litta, dezza del proprio paese. Dappoiché
siccome tutto inleso da molti anni egli fa osservare, che il lodato au-
a celebrare le glorie italiane, e che tore celebrò coloro che in Italia
fu applaudita da molli come dai fiorirono per virtù politica e mili-
due letterati che qui nomineremo, tare; per la filosofia che ivi si
la potenza del pensiero, con quella teratura; quelli che coltivano le ar-
loro novità stranissima, o a meglio ti sorelle, avvegnaché l'Italia per
dire vecchi e stravecchi deliri. Ri- quante vicende soffrì, volle mai sem-
vendica egliall' Italia ciò che in- pre ne' suoi figli lasciare un segno
solentemente lungo tempo si arro- dell'antica grandezza, e Roma n' é
garono que' greci di là dal mare, splendido testimonio per magna- la
i quali con vanità incredibile soli nima provvidenza de' sommi Pon-
si volevano civili , e principio di tefici, che tennero viva la sapien-
civiltà agli altri, mentre si pote- za italiana. In siffatta guisa il eh.
vano quasi dire barbari a confron- Betti con zelo e patrio amore, in-
to degli egiziani. Con Pitagora e grandì ne' petti italiani la stima di
con la sua scuola avendo avuto loro medesimi, e mantenne in vi-
principio la filosofìa umana, da lui ta ed immacolata la fama de'mag-
prese le mosse per discorrere le giori, come ancora volle ritrarre
glorie della filosofia italiana, la e distogliere coloro che si sono po-
quale certamente fra noi in grado sti in cuore la straniera imitazione.
eminente si mantenne, anche allor- Essendo noto che gli stranieri, forse
quando nuove tenebre di barbarie di noi più accorti, trassero molte
e d' ignoranza si stesero su tutti i cose dalle nostre stesse mondiglie,
popoli. Non si può abbastanza es- e le presentarono poscia come gem-
primere , ciò che ha detto degli me forastiere.Finalmente osserva
storici, poeti ed oratori italiani; il Betti, che non ultima gloria, anzi
così delle glorie militari di nostra la prima della bellissima penisola,
patria e de' conquistalori. In tal ogni tempo fu, il voler conservata
modo, e con più diffusione scri- nella sua maggior purezza e inte-
veva il eh. professore Giuseppe I- grità la religione, da cui per mol-
gnazio Montanari, intorno all'opera tissima e principal parte derivò
in discorso, nella distribuzione 4-* tanta virtù e sapienza negl'italia-
del giornale romano V Album, an- ni. Essa veramente fu che invigorì
no IX. Nella prima distribuzione il braccio a valorosi campioni ; essa
poi dell'anno XI, il eh. p. Giam- che additò la vera politica dei ci-
i
74 ITA ITA
vili reggimenti; in lei i filosofi ri- accademie letterarie, istituti di belle
conobbero un sostegno; da lei i arti e di beneficenza. A cagione
poeti trassero le loro più sublimi d'onore nomineremo il pontificio
ispirazioni ; ne altro che la reli- collegio Urbano di propaganda fide
gione direttamente guidò la mano per tutte le nazioni, l'ospizio apo-
agli artefici, ed infuse a' musici le stolico di s. Michele, 1' arcispedale
soavi e non più udite melodie. Qui di s. Spirito, la pontificia accade-
mi permesso aggiungere, e sia
sia mia di s. Luca di Roma ; il colle-
ancora in solenne rendimento di gio di marina in Venezia ; la scuo-
grazie a Dio onnipotente, che ap- la veterinaria e la scuola militare
punto per la maggior gloria della pei cadetti in Milano ; la reale
santa nostra religione intrapresi scuola di artiglieria e del genio in
coraggioso questa mia qualunque Modena ; molte scuole di medicina,
compilazione del Dizionario di eru- chirurgia ed ostetricia in più luo-
dizione storico-ecclesiastica , e la ghi; tra le accademie di bellf irti
prosieguo intrepido con tal costante sono le più distinte, oltre la men-
alacrità e indefesso amore, che nep- tovata di s. Luca ,
quelle di Bo-
pur sento il peso della grave fati- logna, Milano e Venezia ; altre di
ca; essendo ferma la mia fiducia scienze e lettere, fra le quali quella
in Dio, cui interamente l'offrii, che della società italiana delle scienze
avrò la consolazione di vederne residente a Modena ; quella dell'i-
Abbiamo da
Antonio Francesco tipi della rev. camera apostolica si
Gori, Museum etvuscum exhibens pubblicò la dottissima opera inti-
insignia vetevum elruscorum monu- tolata : La moneta primitiva e i
menta aereis labiilis CC , nunc monumenti dell'Italia antica messi
prìmum edita et illustrala, Floren- in rapporto civnologico e ravvici-
tiae 1737. Amadeo Benigni, Va- nati alle opere d' arte delle altre
rioru/n intra Italiani monumento- nazioni civili dell'antichità per de-
rum inscriptiones ex pluribus in durre onde fosse /' origine ed il
itinere descriptis, Stregae 17 15. progresso delle arti e dell' incivili-
Janus Grillerò, Inscriptiones anti- mento. Disseriazione del dottore A-
quae totius orbis romani in abso- chille Gennarelli coronata dalla
lutissimum corpus redaclae, olim pontificiaaccademia romana d' ar-
auspiciis Josephi Scaligeri et Marcì cheologia il di 21 aprile 1842.
Felserìj cum notis Marquardi Gu- La religione dominante in Ita-
dii emendatati et tabulis aenei» a lia è la cattolica, quale professano
Boissardo confectis illustratati et tutti gli ituliani, tranne una picco-
176 ITA ITA
lissiina parte della popolazione di principi degli Apostoli : ivi ed al-
Italia, che segue altri donimi. Que- trove innumerabili sono le prezio-
sta frazione è suddivisa in valdesi, se sacre reliquie, tesoro della cri-
che vivono nelle valli del Piemon- stianità. Lo spettacolo della reli-
te; in calvinisti e luterani stabiliti gione è grande ed augusto in Ita-
in vari luoghi, e principalmente lia,ed il servizio divino vi si eser-
nelle primarie città di commercio; cita colla maggiore splendidezza ,
nella maggior parte riconoscono vento del sacro collegio de' cardi-
r autorità del sommo Pontefice. nali, de' patriarchi, arcivescovi, ve-
Degli italo-greci, come della Ma- scovi e prelati, primarii personag-
gna Grecia, se ne paria all'articolo gi del magistrato romano, curia e
Grecia. Vi sono pure gli ebrei tol- famiglia pontificia, con decoro ec-
lerati anche in Roma, e vivendo clesiastico ed imponente magni-
sparsi gli altri in vari luoghi , ficenza. I principi degli apostoli s.
arti hanno prodotto di più grande, tre più di tutti ne soffrirono gli
ze, quello di Orvieto, per non di- mate il sommo Pontefice, patriar-
re di tanti altri celebri templi, che ca d' occidente, e capo della. Chiesa
sono pure decoro all'Italia. Tra i universale. Che le ordinazioni dei
tanti venerabili santuari eh' essa vescovi d' Italia appartenevano al
possiede, in Loreto evvi la santa Papa sino dai primordii del cri-
Casa, ed in Roma la tomba dei stianesimo, lo andiamo a dimostra-
ITA ITA. 177
re col Zaccaria, che ne tratta nel questi due vescovi co' loro suffta-
suo dnti-Fdbronio, t. II, p. 66 ganei fossero dal diritto metropo-
e seg. litico del Papa staccati per consen-
Antichissimo, cioè dai tempi de- timento e per volontà di lui me-
gli apostoli, che i ro-
è il diritto desimo. Allora poi fu determinato,
mani Pontefici godono su tutto che i nuovi metropolitani seguisse-
l'occidente, affermando s. Innocen- ro, come per lo innanzi quando
ro che tutte le chiese occiden-
I non erano metropolitani, ad essere
tali aveano speciale obbligazione di ordinati dal romano Pontefice. Non-
osservare le tradizioni della Chiesa dimeno a' tempi di Pelagio I del
romana, perocché cosa manifesta 556 era già antico costume, che i
era che nessun altro in tutta 1' I- due metropolitani di Aquileia e
talia, nelle Gallie, nelle Spagne, di Milano si ordinassero tra loro,
neir Africa, nella Sicilia^ e nelle sì però che per ordinazione che
interposte isole avea chiese istitui- una faceva dell' altro, 1' ordinato
te, se non se quegli, i quali dal non divenisse suddito dell' ordina-
venerabile apostolo Pietro, o dai tore. Ma questo costume nato era
rezioni, restano molti errori per la perdono de' secoli più remoti. Ab-
sua vastità, che rettificarono e cor- bastanza però il nome chiaro di
ressero gli storici che descrissero a Saturnia, fra tutti il più antico, e
parte le storie delle sedi vescovili. la tradizione costante del felicissi-
Turioni, U
origine di molte città articoli Corona Ferrea, Coronazio-
del mondo, e particolarmente di ne de' re , Imperatore ed Impero.
tutta V Italia, Viterbo 1619. Cav. Essendo stati re d' Italia molti re
Antonio Federico Botte, Carla po- di Francia e di Germania vanno
J
stale ed itineraria d Italia, Vene- letti quegli articoli. Alla serie dei
zia i845. re d'Italia premetteremo una ta-
All' articolo Roma riporteremo vola estratta dalla Notizia delle
la serie degl' imperatori romani : dignità dell' impero romano, perciò
qui daremo quella dei re d' Italia che appartiene al reggimento del-
cronologicamente; quella degli e- l' Italia, del quale poi daremo un
sarchi si può leggere all' articolo cenno. Alcuni dignitari del mede-
Esarca. Ai rispettivi articoli degli simo hanno articoli nei Dizionario.
stati sono riportate le serie de* re,
t
Item in provincia Italia. Procuratores Baphiorum tres. Ta-
rentini Calabriae: Cissensis Ve-
Praef. Sarmatarutn Gentilium Apu- netiae et lstriae : Syrucusaui Si-
liae et Calabriae. ciliae.
188 ITA ITA
Sub Cornile rerum privatarum. va , Savona , Albegna ed altre
città.
taliaad Ugo suo emulo. Corrado III ii52. Era figlio del
Ugo 945. In questo anno si fece duca di Svevia. Fu pure impe-
monaco, avendo regnato venti ratore.
anni. Federico I 1190. Era fratello di
Lotario II 949. Corrado, ed ebbe gravi contra-
Berengario II ed Adalberto 966. sti col Pontefice Alessandro HI
Nel 962 perdette Berengario lo e colla lega delle città italiane.
mani dei
scettro che passò nelle Enrico V 1197. Era figlio del
re della Germania, per lo più ancor lui impe-
precedente, ed
imperatori, e se non coronati ratore, col nome di Enrico VI.
dal Papa, solo re de'romani. Ottone IV 12 18. Eia duca di
Ottone I 973. Era ancora impe- Brunswick, divenne imperatore,
ratore. e fu scomunicato e deposto dal
Ottone II 983. Imperatore ancora. Papa Innocenzo III.
Ottone III 1002. Imperatore an- Federico II i25o. Era figlio del-
cora. l'imperatore Enrico VI. Con lui
Arduino ioi5. In quest' anno si propriamente fìui il regno d'I-
190 ITA ITA
talia,sebbene gl'imperatori con- rebbe il parlare di tutti, laonde ne
tinuassero a farsi coronare colla accenneremo alcuni, dappoiché ai
corona ferrea. Fu scomunicato rispettivi o altri analoghi articoli
e deposto nel concilio generale si parla dell'origine de' diversi po-
di Lione I dal Pontefice Innocen- poli. Annio da Viterbo, Pier Leo-
zo IV. ne Casella, ed un anonimo del
1 391, sognarono non poco su que-
Brevissimi cenni istorici sul? origi- sto punto, per cui non se ne vuo-
ne degl' italiani; sull' antico go~ le far conto. Sembra bizzarra opi-
verno di Romaj sullo stato ci- nione quella di Edmondo Dickin-
vile d' Italia nel tempo della re- son e di parecchi altri da lui ci-
l'andare degli anni o per terremoto ni, i siculi, gli eneti i primi fosse-
o per forza delle acque stesse, o ro che dall'Illirico passassero a po-
per altra cagione, aperto il passo polare la vuota Italia, sedici secoli
chi si debba il titolo di primo a- reni. A favore de' celti sotto no-
bitatore d'Italia, tra i tanti popo- me di umbri e di liguri si di-
dell incivilimento italiano nell'Egli' medesimi che gli ausonii anche gli
to, Fenicia e Grecia, Milano 1840. opicii, creduti da Polibio diversi.
Bareni, Delle orìgini italiche, Bre- Da antichissimi tempi pur vennero
scia 1 84 1 • i pelasgi, il nome de'quali fan de-
Dei popoli che anticamente qua- rivare molti da Phaleg, che fu il
li prima, quali dopo sono venuti quarto dopo Sem figlio di Noè.
in ha Ha, più notizie scrisse il mar- L'origine loro altri la vuole dal-
chese Maflei. I primi furono i li- l'Attica, altri dalla Laconia, altri
dii, secondo che narra Erodoto nei dalla Tessaglia ; lo che non è me-
libi I ; rna ciò egli dice sul solo raviglia, per essere stati in tutti
detto di questi popoli, per cui il questi luoghi i pelasgi. Il tempo
Maflei più cose gli oppone. Gli della loro venuta in Italia, secon-
ausonii furono i secondi, non con- do alcuni ricordati da Diodoro lib.
dotti da Ausone, come vuole il XIV, fu quello del diluvio di Deu-
Kichio nella dissert. De prim. Ita- calione, che li fece sloggiare dalla
liae colon, cap. 2: più cose dicono Tessaglia, tra i cui abitatori ave-
gli autori di questi ausonii. Essi, vano, a detta di tutti, tenuto i
ernici, metropoli de' quali era sta- Mazzocchi ha creduto, che il no-
ta città come Ala-
Anagni o altra me d' Italia sia una voce fenicia
tri. Bochari poi ed il Meursio
Il derivata da itar o ìtra, che signi-
vogliono che i pelasgi fossero gli fica pece, di cui abbondava quella
stessi che gli etruschi ed i tirreni, parte d'Italia che fu la prima di
ciò che prova essere falso coli' au- tutte così chiamata. Oltre a questi
torità di Dionigi di Alicarnasso, e nomi T Italia è stata detta Satur-
con altre ragioni gravissime il Maf- nia, nome indicante la sua ultima
fei. Sopra i pelasgi può vedersi il antichità, avendo i gentili figura-
Bonhier nelle sue Remaraues sur to in Saturno Noè, come ne'suoi
Herodole, ove ne tratta assai bene. figliuoli Giove, Nettuno e Plutone
Entro molte età prima della che si divisero il mondo, i tre fi-
che significa secondo loro pioggia zi, lib. III. Anche Vairone fa i
di già svanita. Pare che si ritrag- colo Toscana, mentre agli articoli
ga da Plinio , che stessero tra i Lazio e Roma parleremo dei cele-
volsci e gli ausonii. Festo li fa de- bratissimi latini , come ai tanti
nominati da una regione della articoli che li riguardano.
Campagna detta Oscos* Il nome Passeremo a dare una tavola
di Etruria e di etruschi non tro- geografica degli antichi popoli che
vasi usato che dai latini, poiché i abitarono l'Italia, compresivi anche
greci usarono quelli di Tirrenia i venuti dopo la fondazione di Ro-
e tirreni, ed i romani dissero li ma, ma sarà indispensabile riepilo-
anche tuschi, quali nomi sono
i gar brevemente alcuna delle cose
stati dati anche a tutta 1' Italia. già dette di sopra. Questa tavola è
Alla venuta di Enea, dice Livio I. estratta dalla citata Storia d'Italia
I, che P Etruria empiva del suo dai suoi primi abitatori, che la ri-
nome tutta la lunghezza dell'Italia cavò dall'ultima edizione del Clu-
dalle Alpi al mar siciliano, e nota verio. Anche M. de P Iste diede
come due mari che P abbrac-
de' una carta assai distinta co'nomi de-
ciano, P uno era detto Toscano, gli antichi popoli e delle antiche
e l'altro Adriatico, da Adria colo- città, che il barone di Saint-Odill
nia de' toscani. Aggiunge lo stesso pubblicò nuovamente con moltissi-
Livio, che le colonie di questi a- me correzioni. I liguri posti tra
veano occupati i passi tutti di qua il Varo e la Magra, e il mare Li-
dalPo sino alle Alpi, eccettuato gustico, e il fiume Po sino a Pia-
un angolo su! mare. Per autorità cenza, dividevansi in più popoli. I
di Plinio le foci del Po furono liguri cosi detti assolutamente tene-
scavate dai toschi, e dove Polibio vano Genova, Savona, Novi, Sestri
lib. V esalta le pianure di Lom- e Porto-fino. I liguri vagiesi era-
bardia come leEuro- più felici d' no nel marchesato di Saluzzo; i li-
pa, dichiara che furono prima te- guri stazielli abitavano il Monfer-
nute dai tirreni, e quando se ne rato. I liguri intemelii stavano pres-
impadronirono i galli, dicono gli so Ventimiglia. ingauni e-I liguri
autori concordemente, che ne scac- rano in Albenga, nel Finale e nei
ciarono i toscani. Quanto alle città luoghi vicini. I liguri apuani ave-
degli etruschi, fu fama essere state vano Pontremoli. V'erano pure i
tida Reto toscano, quando fu- galli traspadani furono libici, capi-
rono i toschi scacciati dai galli, tale de'quali fu Vercelli. I levi, ca-
dalla regione Circompadana. Stava- pitale de'quali fu Pavia, ed ebbe-
no questi sopra gli euganei., tra la ro anche Novara. Gl'insubri, i più
sorgente del Reno e del Dravo; la forti tra i ebbero per ca-
galli itali,
loro capitale fu Trento; gli altri pitale Milano, poi furono loro illu-
luoghi più cospicui furono Coirà, stri città Lodi, Crema e Monza .
Feltre e Belluno. Verona, città chia- Gli orobii ebbero Como, Bergamo
rissima in ogni tempo, fu fabbrica- e Berlasina. I cenomani, de'quali fu
ta di concerto dagli euganei e dai Brescia la capitale, ebbero le città
reti. I veneti erano alla riva del- assai illustri di Cremona e di Man-
l'Adriatico tra il Po e la sorgente tova, già fabbricate dagli etruschi.
della Brenta, la capitale de'quali fu I galli cispadani eranoanani gli
Oliverio voglia questi veneti piut- poi colonia de'romani e celebre an-
tosto popolo illirico. Gli altri loro cora pel superbissimo anfiteatro che
luoghi più celebri furono Adria fab- avea vicino alle mura, il quale re-
bricata in prima dai toschi, Este, stò incendiato quando fu espugna-
Vicenza j ed Aitino di cui non re- ta da Cedrina. I boii, i più for-
starono che il nome e qualche se- ti tra'galli d'Italia dopo gl'insubri,
bino, Telamone, Costa ora Ansido- Le genti di questa città furono det-
nia, Gradisca affatto distrutta sotto te cureti, e da essi vogliono alcuni
Corneto, Civita Vecchia, e Alsio o- che i romani fossero appellati quiri-
ra Palo. Più dentro cranvi Nepi ti. Le altre città più celebri de' sa-
Sutri, Viterbo, Orte, indi Erbano bini furono Norcia, Cutilia, le cui
ora Orvieto, Soana, Saturnia rovi- rovine sono presso Civita Ducale,
nata presso Soana stessa , Siena, Amiterno, i cui vestigi stanno pres-
Firenze, Pistoia, Lucca. A'toscani di so l'Aquila, e inoltre Ereto, se-
là dal Tevere si univano gli um- condo il Cluverio, ora Monte Ro-
bri. Questi da principio assai pos- tondo, e N omento ora la Men-
sedettero lungo l'uno e l'altro ma- tana. I latini antichi aveano il
r
98 ITA ITA
sia Te verone fino a Circello ; po- li detti aurunci. I picentini o pìci-
scia si computarono nel Lazio gli ni stavano di là dall' Apennino, con-
equi, gli ernici, i volsci e gli au- finanti coi sabini e cogli umbri tra
sonii, ed il fiume Garigiiano fu il i fiumi Jesi e Aterno, ora detto Pe-
loro confine. Capo del Lazio si vuo- scara. \\ loro paese diceasi Piceno.
le da molti che sempre sia stata Ebbero sul mare Ancona fabbrica-
lioma; tra le città principali si con- ta dai siracusani e colonia de'greci,
tano Tivoli, Palestrina, Gabio, Tu- Castel Nuovo ora Flaviano, Castel
scolo e Ariccia, Civita Lavinia, Al- Tronto, dove il fiume Tronto met-
ba Longa, Lavinio ora Patrica, Lau- te in mare ( è però incerto se fos-
rento ora Paterno, e Ostia. Presso se nella destra di questa foce ove
dove si unisce il Teverone, mo- si .èora Torre Segura, o alla sinistra
strano incerti vestigi di Antemna ov è il porto d'Ascoli ), Osimo, Se-
Collazia e Fidene. I rutuli assai ri- ptempeda ora Sanseverino, Tolen-
strettiebbero Atdea per capitale. tino, Fermo , Ascoli , Teramo ed
Gli equi ebbero Carsu la ora Arsoli, Atri. I vestini confinanti de'piceuti-
Valeria o Varia or Vicovaro, poi ni avevano Civita di s. Angelo, Ci-
Subiaco e l'Algido. Gli ernici ebbe- vita della Penna, Avia ovvero Avel-
ro Anagni, A latri, Veroli e Feren- la, ora Aquila. I maruncini segui-
tino. I volsci confinavano cogli er- vano dopo i vestini verso il mare,
nici stendendosi verso il mare ove è avendo assai angusta estensione; di
Anzio distrutto, già capitale de'vol - loro era Tieti o Chieti. I peligni con-
sci, di cui rimane il promontorio finavano coi vestini e coi marunci-
Capo d'Anzo ; Circeo, di cui riman- cini, e fu loro capitale Corfìuio di-
gono alcuni vestigi a monte Circel- strutto, che fu la fortezza stabilita
lo; Te tracina detta Anxur\ l'Agro da'popoli italici nella guerra socia-
Pontino ora Paludi Pontine, ove le contro i romani. Se ne vedono
Ponziano per testimonianza di Pli- i ruderi sette miglia lontano da Sul-
nio dice essere stale venti tre città, mona che poi fu capitale de'peligni,
capo delle quali era Suessa Pome- e tre miglia lontano dalla riva de-
tia posta tra Velletri e Cori. Città stra del fiume Aterno ossia Pescara.
de' volsci furono Velletri, Piperno, marsi continuavano dopo i pe-
I
na, Arpino, Arci, Sora, Fregella che do di là dai marrucini e dai peli-
fu ove ora è Ponte Corvo, o Ce- gni avevano Ortona, Lanzano e Gua-
prano, secondo il Cluverio, e Inter- sto d'Amone. I samniti, detti anco-
ramna ora l'isola di Sora. Gli au- ra sabelli, che voglionsi derivati dai
soniiebbero Gaeta, Foudi, e For* sabini, possedettero il paese detto
mia ora Mola. Vuoisi che gran par- Samnio, da una città che vi era,
te di questi popoli sieno stati chia- del cui sito non resta memoria; i
mati opicii, quali osci; siccome che gli luoghi di questo paese erano Boia-
ausonii posti tra i confini dei volsci no, Iseruia, Sepino, A li fé e Telefe.
e Teano Sedicino sieno stati i popo- Gl'irpini discendevano da' samniti,
,
appulii dauni, ch'erano posti tra i abitatori, ne più esiste. Dentro ter-
fiumi Frentone e l'Aufido, ora Lo- ra avevano, Potenza diversa dalla
fanto; in appulii peucezi, eh' erano picena, e Grumento or Clarimon-
posti dal Lofanto sino a Brindisi te. I bruzi provenienti dai lucani
e Taranto, benché una parte di que- tennero il resto dell' Italia fino al-
sta Puglia Peucezia sia stala abita- lo stretto di Sicilia. Ebbero nella
ta da'pediculi ; e in appulii messa- spiaggia verso ponente Cerili or Ci-
pi, posti sul resto della Puglia, ch'en- rella, Clampetia or Amantea, Tem-
tra nel mare in forma di penisola. psa distrutta Torre Lop-
vicino a
1 calabri sono gli stessi che gli ap- pa, Terina or Nocera, Lamelia or
,
degli epiroti. Fuvvi ancora la fa- sabini : da lui la città prese il nome
mosa città d' Ipponio, detta poi di Roma, e romani gli abitanti. Cin-
dai romani Vibo o Vibona Va- quecento e più anni stette Roma
lentia, ora Monte Leone. Magna a sottomettere tutta l'Italia, avendole
Grecia è propriamente il paese i galli lungo contrasto; dopo
fatto
che sta tra Taranto e lo stret- il qual tempo in
duecento anni i
to di Sicilia. Prima fu detta Ma- romani conquistarono il meglio del-
gna Grecia anche la Sicilia e tut- l'Europa, e gran parte dell'Asia e
ta quasi l'Italia, le cui spiaggie ma- dell' Africa. Incominciamo dunque
rittime occuparono i greci colle lo- i principali avvenimenti d'Italia do-
ro colonie. Così Cluverio nel luogo po la fondazione di Roma, coll'indi-
citato. car le conquiste che i romani fecero
Tralasciando di narrare gli av- nel l' Italia sotto i re.
per conquista, bensì o per comodo sino al fiume Arno ; Papirio Cen-
del commercio, come fu Ostia fon- sore e Calvilio Massimo i lucani,
data da Anco, o per opportunità di i sanniti ed i bruii; Appio Claudio
larvi svernare i soldati, come fu Se- i picentini ; Decimo Bruto e M.
gna stabilita da Tarquinio il Super- Fabio i salentini e i messapi; la
sci. Queste colonie altre erano af- carni e gì' islri vinseli Sempronio
fatto nuove, cioè fondate in luoghi Tuditano; Emilio Scauro;
i liguri
ove non erano in avanti città, altre i Alpi, Appio
salassi, e gli altri delle
stabilite in città \inte e distrutte che Claudio Bello. Nella guerra ch'eb-
popolar si volevano. In queste alcu- bero co' galli L. Emilio Paolo, e
ne volte vi si riteneva parte de' vinti C. Attilio Regolo, narra Plinio nel
cittadini, e solo vi si inviava un lib. Ili, che nell'anno di Roma 529
supplemento di cittadini romani; al- sotto detti consoli si armarono in
tre volte traspiantati a Roma tutti Italia contro i galli settecentomi-
gli abitanti, vi si spedivano tutti la fanti e ottantamila cavalli. Le
nuovi da Roma e presi per lo più parziali e principali guerre devonia-
da plebee famiglie, che non aveva- ni coi diversi popoli d'Italia, le de-
no né casein città, ne poderi in cam- scriviamo in compendio agli analo-
pagna. La porzione del terreno che ghi articoli ; ivi pur dìcesi dei di-
1Manco i volsci; Publio Filone gli quali per la loro poca unione glie-
,,, ,
tanto in terra, in Sicilia, nelle Spa- scoppiate poscia nell' interno non,
gne ed in Africa, quanto sul ma- aveano per oggetto che la parte-
re, ove i romani ebbero da prin- cipazione al diritto che dava il ti-
cipio la sorte contraria. La secon- tolo di cittadino, e non mai la in-
da guerra fu più interessante ; i tenzione di voler formare degli stati
cartaginesi vollero colpire la po- separati. Ad assuefare gli animi ita-
tenza romana sino dalle radici liani alla dipendenza, mirabilmente
portando il teatro della guerra sul contribuì l'artifìcio, con che Roma,
di lei proprio territorio, e traendo sotto l'aspetto di amicizia , di al-
vantaggio dallo spirito indipenden- leanza e di partecipazione alle sue
te dei popoli della Gallia Cisalpi- glorie, trasse a sé i popoli circo-
na, che fino allora avevano respinto stanti. Vari furono i modi con che
il giogo romano. Annibale dopo i romani governarono i vinti. Do-
inauditi sforzi pervenne non sola- po l'associazione politica, della quale
mente a vincere i popoli che si sotto Romolo furono mediatrici le
trovavano sul suo passaggio , ma rapite sabine, si continuarono a con-
ad attraversare con sommo ardire trarre quelle società guerriere, che
le Alpi, e pose i romani sull' orlo servirono di tutela alla libertà ci-
mate gran parte col titolo di mu- ma; altre in terzo luogo erano co-
nicipii, di colonie, di prefetture e lonie di gius italiano, cioè quello
di città confederate. Vedi Munici- che avea vigore nel resto dell'Ita'
pio. Sino da Romolo furono soliti lia, il quale gius era inferiore a
i romani d' inviare nelle terre con- quello del Lazio , ma precedeva al
quistate nuovi abitatori, che servi- gius delle provincie, perchè chi go-
vano come di presidio, assegnando deva di esso, oltre un'esenzione,
ivi ai medesimi abitazioni e terre. obbediva a' suoi propri magistrati,
] tali man-
luoghi a cui faceva n si e non come que' di provincia al
date chiamavano Colonie [Vedi).
si pretore romano. Le colonie di que-
Se i coloni non erano militari, le st'ultimo inferior diritto dicevausi
colonie si chiamavano togate se ; provinciali. Quelle città poi che si
militari, cioè di soldati veterani ai erano mal portate col popolo ro-
quali davansi in premio della sof- mano, ribellandosi ad esso, tornate
ferta milizia, chiamavano colo-
si in suo possesso , erano spogliate
nie militari. Le prime usavano nel- d'ogni diritto, o de' quiriti, o del
le loro monete l'aratro ; le altre Lazio, o italico, e pienamente sog-
un segno militare. Le miste poi gettavansi agli annuali prefetti ad
degli uni e degli altri avevano nelle esse mandati da Roma. Tali città
loro monete l'uno e l'altro segno. si dicevano prefetture, e tali di-
L'aratro alludeva al modo con cui vennero quelle riferite dal Rosino,
fondavasi la colonia, poiché il trium- ed erano come suddite della re-
viro che la condueeva, segnava eol- pubblica romana, perchè iutcramcii-
1' aratro il conline del terreno che te ad essa soggette. Le città con-
di vide vasi nella colonia, o anche il federate erano città libere, ed era-
giro della città, se doveva fabbri- no unite a lluinu pel solo legamo
ao4 ITA 1TA
dell'alleanza. Tali erano tra le al- tria esercitato qualche magistrato
tre «Capua prima di essere ridotta annuale, come
duumvirato, l'e- il
imperium armis tuebantur, et quod cio Giunio Cesare fece una legge,
duplici suorum militimi numero, in detta Giulia dal suo autore, per
id fastigium provencrat. Rigettata cui si concedeva la perfetta citta-
dai romani la richiesta, stabilirono dinanza romana, a chi avesse mo-
gli esclusi in Corfinio o Corfurnio strata a chiare prove la sua allean-
Diedero principio alla famosa guer- dinanza a' popoli che in quella
ra che va sotto il nome di sociale, guerra eransi serbati più fedeli ;
sere stata tal divisione di Augusto, secondo il comando del divin fon-
che una geografica ripartizione che datore. Cominciarono dalla Siria e
per sua regola e studio fece quel dalle altre contrade del vicinato
principe, senza che punto influisse della Giudea : s. Pietro nell'anno
nel governo. Tuttavolta 1' Italia 33 o 38 di nostra era fondò la
ITA ITA 207
chiesa di Antiochia, che fli la me- peratore per non essere abbando-
tropoli di tutto P oriente. Nella nato alla rabbia de* suoi persecu-
divisione che i discepoli fecero tra tori ; laonde bisognò mandarlo a
loro delle diverse nazioni a predicar Roma, ove giunse al principio del-
la fede, s. Pietro scelse la città di la primavera dell' anno 61 dell'era
Roma per principale teatro delle nostra, dopo aver predicato a Mal-
sue fatiche. Egli vi si recò nel se- ta ed in altri luoghi d' Italia. I
condo anno del regno dell' impe- fedeli di Roma udita la nuova
ratore Claudio successore di Tibe- della sua venuta, 1' incontrarono
con intendimento
rio, di assalire il nel luogo ora detto Cisterna. Re-
demonio che ne avea fatto il cen- gnava allora Nerone, essendo pre-
tro della superstizione e dell' er- fetto del pretorio Afranio Burro,
rore. In tal modo, secondo lo sco- al quale il santo fu consegnato
po della provvidenza, la quale per con altri prigioni. L' umano ma-
comune sentimento degli scrittori, gistrato lo trattò con moderazione,
non avea innalzato l'impero roma- gli permise star solo con una guar-
no ad un sì alto grado di possan- dia, ed avea libertà di predicar il
za, che per agevolare la propaga- vangelo a tutti quelli che andava-
zione del vangelo, volle porre la no da lui. Dopo la sua liberazione,
rocca della fede nella capitale passò s. Paolo da Roma in orien-
del mondo posta nell' Italia, onde te, predicò in diverse contrade e
di là potesse spargersi con maggio- piantò la fede in diversi luoghi.
re rapidità e con minori ostacoli Dall' oriente fece poi ritorno a
fra i popoli soggetti al dominio Roma, perchè Dio aveagli fatto
degli imperatori. Egli entrò solo conoscere che vi avrebbe sofferto
in Roma, dopo aver piantato la il martirio, e vuoisi che ivi arri-
fede in Napoli, nell' anno di Cri- vasse 1' anno 64; finalmente im-
sto 44 ° 4^ > a' 18 gennaio; vi prigionato con s. Pietro pei pro-
stabilì la sua sede pontifìcia ed gressi del vangelo, Nerone incomin-
apostolica trasferita d' Antiochia, in ciò la sua persecuzione contro la
che consiste il maggior lustro, il Chiesa, anche perchè alle orazioni
maggior bene, e la vera incompa- de' due apostoli il suo protetto Si-
rabile gloria d'Italia, in confronto mon mago si conobbe impostore,
delle altre parti del mondo. Non e fracassandosi le membra nel vo-
può che
dubitarsi s. Pietro non lo fatto per morì arte diabolica,
abbia predicato Y evangelo in tut- Finalmente Nerone
di disperazione.
ta l'Italia, come affermano espres- condannò s. Pietro e s. Paolo alla
samente Eusebio e Ruffino oltre morte, che subirono a' 29 giugno
altri scrittori, e meno poi che non dell' anno 69. Col loro sangue
abbia predicato in altre provincie Roma e 1' Italia furono illustrate,
dell' occidente. Quanto all' aposto- per cui da ogni parte del mondo,
lo s. Paolo, essendo stato accusato sempre i popoli delle più remote
davanti a Pesto governatore della regioni si recarono a venerarne le
Giudea per le sue prediche evan- tombe, e i sacri Vimini cui sono
geliche, 1' apostolo come cittadino obbligati i pastori delle chiese vi-
romano, pel privilegio che godeva sitare.
Tarso sua pallia, appellò all' im* Nell'anno 117 fu sollevalo al-
208 ITA ITA
1' imperoAdriano. Sparziano ci cui si parla in Gruferò p. 1090.
afferma che Adriano qualuor con- 11 cav. Olivieri riporta un' iscrizio-
mlares per omnem Italiani judi- ne pesarese, in cui si fa menzione
ces constiluitj e Sesto Aurelio Vit- di questi giuridici sotto Gordiano.
tore scrive di Adriano: Officia sa- Che cosa fossero i correttori d'Ita-
ne publica, et palatina, nec non lia, che trovatisi in sicure date
militiae in eam formatti statuii, prima di Costantino, è a sapersi
quae paucis per Constantinum im- che Aurelio menzione
Vittore fa
mutata ho die perseverai II Maf- di un Giuliano correttore di Ve-
fei stima che Adriano coli' istitu- nezia; Pollione di un Tetrico cor-
zione delle magistrature consolari, rettore d' Italia ; e altrove si par-
le quali alterarono sempre più il la di un Clio correttore dell' una
sistema italico, dappoiché le mag- e dell' altra Italia; e così di più
giori provincie soggiacquero al di- altri. Osserva però il Maffei, do-
spotismo de' consolari , mentre in versi distinguere nel governo ro-
balia de' correttori e de' presidi e- mano due sorta di magistrali: gli
rano le minori, altro non volesse uni ordinari, chesi creavano e si
per l'infanteria, l'altro per la ca- secondo erano tre razionali rerum
valleria. Sotto il primo erano sei privatarum, uno de' quali era rei
conti e dodici duci., divisi in al- privatele per Italiani, e similmente
trettante parti dell' impero occi- cinque procuratori rei privatac.
dentale. L'Italia avea il suo conte De' consoli non si fa parola nella
e il suo duce. 11 primo detto co- notizia, e per vero dire, comechè
ines rei militaris per Italiani, co- fossero la prima e più illustre di-
mandava lungo le Alpi, e avea gnità dell' impero, pure la loro
sotto di se trenlasette numeri, os- autorità non eguagliava la gran-
siano reggimenti di fanteria, e set- dezza della loro carica. La notizia
te vessillazioni, ossiano squadroni non rappresenta per intero la di-
di cavalleria. 11 secondo, detto visione Costantiniana, solo la rap-
dux per Rheliam primam
limktis presenta a un di presso. Gli im-
et secundam, guardava il limite o pera tori che succedettero variarono
sia il confine Retico, ed aveva un in qualche cosa il già da lui sta-
corpo di truppa diviso in ventuno bilito. Così per tacere delle muta-
presidii. A questi si vogliono ag- zioni che nella Palestina e in al-
giungere altri sedici presidii e quat- tre parti fece Arcadio, di cui par-
tro squadre; le squadre sono l'A- la il cardinal Noris XìtWEpodi.
quileiense, la Ravennate, la Coma- Macedon. diss. 5 , e. i, l'Illirico,
sca, e quella di Miseno. Dei pre- che nella notizia si vede diviso in
sidii, l'uno era de' giovani italiani due parti, e una di esse messa
ni Ravenna, gli altri quindici sar- sotto il prefetto del pretorio d'Ita-
matarum gentilium, in diversi pò- li», fu intero sotto \\ proprio pre-
sti. Oltre a ciò eranvi sotto il fetto fino a Graziano. Questi fu
maestro degli uffizi sei fabbriche che in grazia del gran Teodosio I,
tova, colla mirabile sua presenza cito romano erasi fatto l'arbitro
5
che da Odoacre gli si trainavano veo. Nel 498 ottenne per gli uf-
insidie. Con ciò fini in Italia il fici del patrizio Festo dall'impera-
regno degli eruli, durato diecisette tore Anastasio la conferma del re-
anni, passando agli ostrogoti. Note- gio titolo e del patriziato romano,
remo che Odoacre, quantunque a- non che la restituzione delle gio-
riano, volle che alle chiese e ve- ie dell'impero d'occidente, che a-
scovi cattolici si conservasse l'anti- vea mandate a Costantinopoli O-
co rispetto. Era
Teodorico figlio doacre. La pompa trionfale del suo
di Vaiamelo re d'una parte della ingresso in Roma, di cui facemmo
Mesia, uno de' più gran principi parola nel voi. XXXI, p. 173 del
del suo regno. Vedutosi padrone Dizionario, fra i plausi del popo-
di tutta T Italia, per meglio stabi- lo e del clero, v'infuse una gene-
lirsi il reame, sposò una sorella di rale letizia; e la sua potenza este-
Clodoveo re de' franchi. Quantun- sa a poco a poco dalla Sa va transi-
que ariano, protesse sempre i cat- tando per I' Italia e per la Fran-
tolici, ne voleva ch'essi si facesse- cia meridionale fino all'Ebro, fece
ro ariani per compiacerlo, anzi fece risorgere la penisola d'Italia a nuo-
decapitare uno de'suoi più lavoriti va vita. Egli si mantenne pure
uffiziali perchè abbracciò l'arianis- nella Sicilia, e colla flotta allestita
ino , dicendogli : se tu non hai nel porto di Classe fece terminare
serbalo la fede al tuo Dio, come le dannose scorrerie de'greci nelle
la serberai a me che son uomo ? coste di Puglia e Calabria. Negli
Asceso Teodorico al soglio d'Italia ultimi anni di sua vita oscurò
per odiosa proclamatosene re,
via, Teodorico la gloria che si era
tutto pose opera a rendersene
iu acquistata, per aver fatto morire
degno, adottando le romane leggi, dopo dura prigionia il celebre
magistrature, costumi e persino le Boezio Severino, e co'supplizi Sim-
vesti. Deferendo alle pie mediazio- maco suo suocero, i due più gran-
ni del santo vescovo di Pavia Epi- di uomini che fossero allora in I-
1.» condusse ni sepolcro a' 3o ago- dò guari che Vitige alla testa di
>lo 536, passati trentotto unni di centocinquantamila goti nel marzo
remilo. 538 si portò ad assediare Roma.
Poco Teodorico nella sua
lei ice Belisario esiliò il Pontefice s. Sii-
poli riconquistate, Totila prese an- sovrano d' Italia, di cui appellossi
cora Pioma nel 54G, riuscendo in- duca. Quando questi occupatati di
utile per salvarla un ardilo ten- ricuperare le poche piazze ancor
tativo di Belisario reduce dall' o- difese da' goti, irruppero dalle Ai-
riente. Dopo averle dato il sacco pi gli alemanni condotti da Leu-
lasciandovi debole guarnigione, To- tari e da Buccellino, ed i franchi
tila l'abbandonò portandosi in Ca- capitanali da Amingo e Vidino.
labria. Belisario rientrò in Roma, Dediti alla rapina ed alla strage,
e ne procurò la ristorazione. Poco gì' invasori desolarono per piti an-
dopo, nel 54q, ritornò Totila a ni T Italia, che da ogni lato per-
Roma col grosso delle sue forze, corsero. Narsete senza riposo eser-
ruppe i greci comandati da Dio- citò le sue armi contro di essi,
gene, e per l'intercessione di s. finché la morte di Buccellino con
Benedetto che avea visitato a Mon- trentamila de' suoi in riva al Vol-
te Cassino, vi rientrò con amichevo- turno, e la vittoria riportata al-
li modi, ed intese ad abbellirla l' Adige sui franchi colla prigionia
ed a ripararne le fortificazioni. de'loro duci, gli permise di respi-
A ristabilire la fortuna imperia» rare e di attendere alle cure del
le in mosse intanto dalla
Italia, governo. Intanto i romani fecero
Dalmazia Y eunuco Narscte, che acerbe rimostranze presso l'impe-
sbarcato appena in Ravenna, volò ratore Giustino II contro Narsete,
colle sue forze ad incontrare Toti- perchè li travagliava colla sua a-
la. Presso al villaggio di Capra o varizia, protestando che preferiva-
Caprile sulle falde della Verna, si no il giogo de' barbari a quello
combattè 1' ostinata e sanguinosa del governatore d'Italia. Mosso l'im-
battaglia, che terminò colla scon- peratore da queste ed altre rimo-
fìtta totale de' goti, e colla morte riportammo all'artico-
stranze, che
dell' intrepido re, il quale dovette lo Esarca, richiamò Narsete e
soccombere alle ferite, altri dicono mandò a governar l'Italia Longino
che rimase ucciso mentre fuggiva, col titolo di esarca, il quale fissò
Torino e del Friuli. Autari con- porale, come si legge neh" epistole
quistò l'Istria, che teneasi dai gre- dal medesimo s. Gregorio I dirette
ITA ITA 219
agli amministratori de' patrimoni. cessila temporali, si ricorse ad essi
Sul cominciare del VII secolo Mas- da ogni parte, non che dal duca-
simo Salernitano avvisò il Papa, to romano; ed Pontefici adope- i
che gli slavi traversavano l'Istria, rarono tutti i mezzi eh' erano in
mentre Cagano re degli avari avea poter loro per aiutare gli oppressi
fatta irruzione nella provincia ve- popoli, e mantenere la dovuta sog-
neta, e i longobardi e altri popoli gezione al loro principe. Ebbero
flagellavano l'Italia, la Sicilia, la per lo più a combattere colla gre-
Sardegna e la Dalmazia. L' empio ca vanità degli esarchi, che senza
Foca, trucidato in Costantinopoli armi e senza denari avevano la
Maurizio con tutti i figli, si usur- leggerezza d'ingelosirsi dell'ascen-
pò il trono d'oriente nel 602; ed dente de' Papi, i quali colle ric-
un così torbido ingresso, e il lungo chezze della loro chiesa, colla rive-
indebolimento impero ca-
di quell' renza che si avea per loro alla cor-
dente, e i nemi-
persiani ed altri te imperiale, e coll'autorità del lo-
ci più prossimi, obbligarono Foca ro nome presso i barbari , regge-
a negligentare le cose d'occidente, vano quanto era possibile le rovi-
anche più che noi facessero suoi i ne dell'occidente. Ma gì' imperatori
predecessori. S. Gregorio I non la- spossati rimasero in ultimo colla
sciò d' indirizzarsi ancora a lui col- vanità consueta de' potenti indebo-
l'epist. 33, lib. XIII, per implo- liti, di pretendere che le persone
rare soccorso, lagnandosi eh' erano morissero loro vassalli per risusci-
ormai trentacinque anni, che i po- tare loro sudditi.
poli italiani giacevano abbandonati Neil' accademia di religione cat-
sotto le incursioni di gente barba- tolica di Roma nel i835 l'abbate
re con sciagure indescrivibili. Que- ora vescovo di A versa monsignor
sto abbandono in estremità urgenti De Luca trattò de vantaggi che
delle provincie d'occidente, dai de- i romani Pontefici hanno arrecato
boli sovrani greci , i diritti della alla condizione politica de' popoli
naturale difesa, la necessità pres- italiani; di che se ne legge un
santissima di sottrarsi all'ultima de- chiaro estratto negli Annetti delle
solazione di tanti ferocissimi ne- scienze religiose, da medesimo
lui
mici, costrinse i popoli del romano compilati, voi. I, pag. 4 2 ^. Dopo
impero in occidente a provvedere aver narrato la caduta del roma-
per loro stessi alla propria salute, no impero, le incursioni successive
e a disporre del loro stato come e predazioni dei barbari cui sog-
si potè meglio sotto la dura legge giacque T Italia, osserva che essa
della necessità. Il fatto tanto in- non avea più unità ne di abitanti,
negabile quanto edificante si è, che uè di costumi, non associazione fe-
i romani Pontefici, sulle traccie del derativa, non patrocinio dagP im-
lungo pontificato di s. Gregorio I, belli imperatori d'oriente. Nitin vin-
tanto innanzi, quanto dopo di lui, colo stringeva fra loro i ripugnanti
furono quelli che tennero finche fu elementi della perturbata Italia :
possibile più forte di tutti la sog- gli antichi abitanti non ancor sog-
gezione delle provincie italiane ai giogati dai barbari, gP italo-greci,
greci cesari. Di vernili padri de' po- gli ertili, i vandali, i goti, gli os-
poli anche nelle estreme loro ne- trogoti, i longobardi, tutta questa
220 ITA ITA
mescolanza di popoli conviveva in- ni, che di mano in mano ed al-
sieme non solo tra un'assoluta di- ternamente volevansi arrogare un
strazione politica e civile, e tra una ingiusto predominio a danno dei
rottura di onte e vendette , ma convicini stati. Finalmente ad un
ancora tra l' ardore degli odii re- altro ufficio non meno importante
ligiosi ; poiché i barbari conquista- adempirono con paterna cura i ve-
tori erano affa sci nati dall' ariana scovi di Roma, e fu quello di col-
empietà, che i greci propagavano legare in comune accordo gli ani-
e sostenevano. I Papi crearono un mi degl'italiani a poter sostenere
novello vincolo coli' uniformità re- gli assalti de' saraceni, tener fermo
ligiosa, la quale rinacque in Italia contro le esorbitanti pretensioni de-
per le loro cure, massime di s. gl' imperatori di Germania, e cam-
Gregorio I, estirpando un germe pare dal giogo maomettano l'Ita-
che tornava dannoso all' unione ita- lia; furono quindi i successori di
liana, e divenendo i fondatori della s. Pietro anche un principio di
rigenerazione politica della moder- unione per gli stati italiani. Difese
na Italia. Aggiunge il prelato, che poi il chiaro scrittore quelle cose
dopo la restaurazione dell' imperiai che baldanzosamente s'incolpano
dignità iti occidente, i Papi inco- ai Papi, sull'odierna divisione
po-
minciarono ad essere un principio litica che derivò in mol-
dell'Italia,
di equilibrio politico ; la protezione ta parte dalle antiche colonie spe-
che gì* imperatori nella coronazio- dite dalla repubblica romana sul- ;
vigi, con più. città della Toscana. otto mesi Ranguberto duca di To-
Roteri è considerato come il fon- rino e figlio del re Gundeberto
datore della longobardica legisla- facendo valere le ragioni dei padre,
zione, e morto nel 646 gli successe discacciollo dal trono e lasciò nel
il Rodoaldo, ucciso nel quarto
figlio 702 successore il figliuolo Ariperto
anno del regno da un longobardo, II che fece morire l'espulso Luit-
per offesa fatta a sua moglie. Re- perto, e insieme concesse a Luit-
gnò dopo di lui dal 65 1 Ariperto prando figlio d' Asprando di riti-
lici donimi contro l'empio editto non avesse alle greche unite le sue
imperiale emanato nel 726. Esau- armi, marciando due eserciti al-
i
pera tori Lotario I, Luigi II, Carlo fecero menzione Martino Polono ad
li, Carlomanno, e Carlo IIIGros- il an. 884; Tolomeo da Lucca, Hist.
so o il Grasso. La continuazione Eccl.lib. 16, cap. 2,3 ; Mabillon
del regime feudale, di cui Carlo in Ord. Rom. cap. 17, p. ii4;e
Magno non cambiò che i nomi in Pagi ad an. 884, n. 2. L'uno e
Italia coli' istituire marchesi ed i l'altro di questi decreti alcuni li
biliti, spargendo
calarono in Italia, rando la prima divisione de'ducati
ne'paesi che conquistarono la de- dai longobardi stabiliti. L'Italia fu
solazione e la strage: tali avve- immersa in guerre intestine, pro-
minenti rendettero fluttuante e ben mosse dai pretendenti al regno, e
presto, ridussero al nulla la pos- dalle città medesime secondo i va-
sanza degl'imperatori Carolingi, che ri partili che seguivano. I più pò*
sto fatto presero ardire gl'italiani, stavano la bassa Italia, mentre gli
,
Questo principe italiano forse po- berico figlio della medesima Maro-
teva felicitare la patria sua, se la zia. Entrato Ugo in contesa con
discordia non avesse attraversato questo signore, gli diede uno schiaf-
sempre i suoi disegni, non cessan- fo, indi volse le armi contro Lam-
do gli irrequieti popoli d' invitare berto figlio di Berta marchese di
gli stranieri a lacerare la penisola. Toscana, e zio d'Alberico, caccian-
E in fattinon andò guari, che gli dolo di stato, ove pose il fratello
italiani sempre maggiormente irri- Bosone. Papa Leone VII nel
Il
tati dal suo procedere, gli oppo- 936 chiamò in Roma s. Odone
sero Ridolfo II re della Borgogna abbate di Clugny per pacificar Ugo
Transiurana che venne in Italia
, ed Alberico, e vi riuscì. Rottasi po-
nel 92 r, e vinse Berengario presso co dopo la concordia, Stefano IX
Firenzuola. Berengario fuggì in nel 939 richiamò il santo a rista-
Verona, dove nel 924 fu ucciso da bilirla, ma egli mori in Tours. Indi
certo Ilamberto, dopo aver tenuto Ugo sconfisse i saraceni, ribattè Ar-
con altri il titolo di re d'Italia tren- noldo duca di Baviera chiamato
taquattro anni. Però Ugo od Ugone in Italia da alcuni sediziosi , e si
conte d'Arles volle disputare il tro- associò al regno il figlio Lotario.
no a Ridolfo II, e l'uno in Pavia si Entrato poi in timore per la po-
coronò, l'altro in Milano. Non riu- tenza di Berengario e di Adalber-
scendo gradevole il governo di Ri- to o Alberto suo figlio marchesi
dolfo II, ne volendo questi decidere d'Ivrea, e di Gisella figlia di Be-
la lite colle armi, venne con Ugo rengario I, cercò di guadagnarseli,
ad accordo, cedendogli lacorona dando in isposa a Berengario Villa
d'Italia 926, dando
nel a Lotario figliuola del fratello Bosone, e ad
figlio di Ugo la sua figlia Adelaide, Ascario il ducato di Spoleto. Aven-
e ricevendo da Ugo una parte del- do poi questi fratelli attentato con-
la Provenza, che incorporò al suo tro Ugo, Ascario fu fatto morire,
regno, ove si ritirò in detto anno. e Berengario se ne fuggì in Ger-
Il Papa Giovanni X incontrò Ugo mania sotto il re Ottone I. Ma
a Mantova e con lui si collegò. chiamato poi dagl'italiani al regno,
Ugo era figlio di Teobaldo conte fu costretto Ugo ad accordarsi con
d'Arles e di Berta figlia di Lotario Berengario, cedendogli parte del
II re di Lorena, e di Valfrada. La regno; e lasciata l'altra al suo figlio
quale Berta rimasta vedova, sposò Lotario, nel g45 vestì l'abito mona-
Alberto marchese di Toscana , da stico, dopo aver regnato vent'anni.
cui nacquero Guido e Lamberto Lotario II fu presto spogliato della
marchese di Toscana, ed Ermen- parte che godeva del regno d'Ita-
garda moglie di Alberico marchese lia da Berengario II, che lo avve-
d'Ivrea. Restato Ugo vedovo ed lenò nel 94°/j lasciando Emma, che
aspirando al dominio di Roma fu moglie di Lotario re di Fran-
sposò Marozia possente dama ro- cia, ed Adelaide figlia di Ridolfo li
mana, quanto celebre per la sua re di Borgogna e 6ua vedova, d'illu-
avvenenza, altrettanto famosa per stre memoria, a cui rimase a titolo
le sue scelleragini, per cui signo- di dote la città di Parma. Berengario
22$ ITA ITA
II per liberarsi dagli ungheri venuti Papa le parti di Adalberto, Otto-
in Italia contro di lui, die loro die- ne I gli fece eleggere contro l'an-
ci moggia d'oro, tolto con violen- tipapa Leone Vili. In tal modo
za ai suoi sudditi ed alle chiese. sino dal 962 fu unito il regno d'I-
Si associò il figliuolo Adalberto, e talia ai re di Germania, e in essi
con lui fu coronato. Quindi vo- di nuovo all'impero, a loro come
lendo dargli in moglie Adelaide, e dicemmo trasportato.
ricusando questa di sposare il fi- Ecco come in questo tempo l'I-
glio dell'uccisore di suo marito, la talia era distribuita. La Puglia e
fece Berengario li chiudere nella la Calabria, che includevano il pae-
fortezza di Garda. Trovata ella erano de' greci. Il du-
se de' bruzi,
maniera di fuggirsene, si ritirò nella cato di Benevento, che tutto quasi
fortezza di Canossa, tenuta dai suoi occupava il Samnio, stava sotto il
aderenti, ove fu tosto assediata da suo duca, vassallo però del re d'I-
Berengario II. Il Pontefice Agapito talia, quali erano anche i ciuchi
II mosso a compassione di questa di Napoli, Capua e di Salerno.
di
principessa, e degli italiani oppressi 11 ducato Romano, colla Romagna,
fine del suo pontificato nominò difesa d'Italia costituito alcuni vi-
vicario d'Italia Roberto re di Na- cari, feudatari della Chiesa, con
poli, finche il nuovo re de'romani annuo censo alla medesima. Tali
fosse riconosciuto dalla santa Se- furono per Milano i Visconti ; per
de. Da questo interregno anima- Verona e Vicenza gli Scaligeri ;
to Roberto si accinse a conqui- per Mantova e Reggio i Gonzaga;
star l'Italia, ma n'ebbe scorno nel- per Padova i Carrara; e per Mo-
la prima sua impresa, rimanendo dena e Ferrara gli Estensi; indi
il proprio esercito sconfìtto nella tutto si dedicò a procurare la
battaglia di Montecatini dal duce pace d'Italia. Sotto il successore
ghibellino Uguccione della Faggiuo- Clemente VI, Cola di Rienzo si
la ; e sebbene di persona assistesse fece tiranno di Roma, ma fu iui-
i genovesi, nel biennale famoso prigionato e trasportato in Avigno-
assedio che dai medesimi ghibel- ne, dal Papa comprato
per la
lini soffrirono, non potè giungere Chiesa romana,
ed unito al con-
a capo de' suoi disegni. Dopo la tado Venaissino, dominio della me-
morie di Enrico VII gli elettori desima. Nel i353 Innocenzo VI
del sacro romano impero, parte per reprimere le violenze di molti
elessero re de'romani Lodovico di signori d' Italia, e per ricuperare
Baviera, e parte Federico d'Austria, lo stato ecclesiastico da alcuni u-
Giovanni XXII vedendo che il surpato, spedì suo legato il cele-
primo si trattava come imperato- bre cardinal Egidio Albornoz, che
re senza attendere la consueta con- in cinque anni ricuperò i domimi
ferma pontificia , e difendeva gli della Chiesa e ridusse l'Italia in
,
tavano la desolazione, per le prede berta italiana dal giogo degli stra-
ed iniquità che vi commettevano, nieri, come si può vedere alla sua
Nello stato ecclesiastico i baroni biografia. Ferdinando V re d'A-
che dalla Chiesa avevano i vica- ragona detto il i479
Cattolico, nel
riati, n'erano divenuti tiranni. I s'impossessò del reame di Sicilia,
veneziani, i genovesi ed i fìoren- quindi nel i5o3 di quello pure
tini erano sulle armi; la repub- di Napoli, ricevendone le invesli-
blica cristiana in sconvolgimento, ture dalla santa Sede. Ne'primordi
A tutto applicò l'animo Nicolò V del secolo XVI Francesco I re di
con zelo e valore. Nel 1 449 ot * Francia, e 1' imperatore Carlo V,
tenne che Felice V rinunziasse al- fecero del nord dell' Italia il tea-
la falsa dignità, dappoiché si vide tro delle loro sanguinose differenze,
riconosciuto dal Piemonte, dagli Dipoi Mantova fu eretta in duca-
svizzeri e da pochi altri. Nel i/\.52 to, cosi Firenze nel 1 53 r sotto
Nicolò V a'i6 marzo diede in s. Clemente VII, nel pontificato del
Pietro la corona di Lombardia a quale Roma soffrì tremendo sac-
Federico III, che perciò s'intitolò cheggio. Nel i5^5 i ducati di Par-
ie d'Italia, ed ai 1 8 dello stesso ma e Piacenza furono staccati
ITA ITA 23 9
l'anno 1796 dovea decidere della monticarsi dell'isoletta di s. Pietro,
sorte d'Italia. Questa divenne ben che sarebbe in appresso slata per la
tosto il teatro d'una guerra fidis- Francia più della Corsica e della
sima e crudele, poiché il diretto- Sardegna insieme. La lunga guerra
rio di Parigi, che successe all'as- che in quell'anno flagellava la pe-
semblea nazionale, deliberò dopo nisola, che portava l'infelicità a tan-
di aver tutto predisposto al ter- ti popoli, e per cui si sparse tan-
rorismo, d'incominciare le ostilità to sangue e tante lagrime, era una
ovunque ritrovavansi i suoi eserci- guerra che non fa eoa si soltanto a-
ti, che non aveano intimorito ri- i gli stati italiani, ma bensì ancora
dotti di Gemappes, eampi di Fleu- i alla religione cattolica di cui l'Ita-
rus, ed i ghiacci dell'Olanda. Com- lia fu sempre il principal seggio
missario di guerra in Ilalia fu no- mentre i nemici erano quelli del
minato Saliceti, uno de'primi rivo- cattolicismo. Il generale francese con.
luzionari, e Napoleone Bonaparte una spedizione delle più ardite, di-
corso, in luogo dello Scherer, ge- staccossi dal castello di Milano non
nerale dell'armata, trovandosi allo- ancor preso, poiché si rese a' 1%.
ra nel fiore dell' età. giugno, e si recò ad assediare Man-
Onde potere il fulmine della tova, unico baloardo che rimaneva
guerra agevolmente iscoppiare con ai tedeschi in Italia. Venutone in
l'apparato il più formidabile, ven- potere per capitolazione, Bonaparte
nero a Maurizio e Vado muni-
s. dalla fortezza di Mantova, che sa-
zioni, viveri,e tutto ciò che poteva rebbe capace di fortissima re-
stata
essere necessario ad un'armata pros- sistenza, apertamente minacciò le le-
sima alla tenzone, né lungo tempo gazioni del pontificio dominio, col
stette ad campagna. La
aprirsi la pretesto di vendicar la morte del
battaglia di Montenotte, di Monte- rivoluzionario Ugo Basville, il rifiuto
legino, la presa di Ceva in sul Ta- del ministro Segui*, i funerali fatti al-
sta ai pie delle Alpi, il fatale armi- cardinalato del prelato Maury che a-
stizio di Cherasco, la pace chiesta dal vea declamato contro l'occupazione
re di Sardegna ad insinuazione del- di Avignone e del contado Venais-
l'arcivescovo di Torino cardinal Co- sino, ed il passaggio della cavalle-
sta,ed ottenuta perla mediazione di rianapoletana che il Papa Pio VI
LMIoa ministro di Spagna, e la riti- non poteva impedire. Nel 1796 in-
rata in ultimo degli austriaci di là cominciarono i francesi da Bologna
dal Po, contribuì non poco alla rovi- ad invadere le legazioni pontificie
na dell' Italia, e fu per le truppe di Bologna, Ferrara e Ravenna. Già
francesi di forte eccitamento all'ac- sino dalla pace fatta col re di Sarde-
quisto di nuove vittorie. In tal modo gna, Bonaparte indirizzò un manife-
Bonaparte nel 1796 dopo molte vit- sto al popolo d'Italia, nel quale si
2 4o ITA ITA
dovette oltre altri immensi sacrifizi, VI, nel seguente fu eletto in Ve-
cedere le suddette tre legazioni alla nezia Pio VII, cui furono restitui-
Francia. Nel medesimo anno l'Au- te le provincie non cedute nel trat-
stria sottoscrisse il trattato di Cam- tato di Tolentino, e porlossi in Ro-
po Formio, e vi riconobbe la Repub~ ma. Egualmente 1800 gl'inglesi
nel
biica Cisalpina, formata del Mila- 8' impadronirono, di Malta
e delle
nese austriaco e sardo, del Manto- altre sue isole. Non andò guari che
vano, del Modenese, della Val- la battaglia di Marengo rese ai fran-
tellina, e parte degli stati vene- cesi tutto ciò che avevano prima
ti al sud dell'Adige,
all'ovest ed perduto, massime in Italia. Il trat-
cioè Bergamasco,
del Bresciano tato di Luneville del 1801, fra le
Il regno d'Italia formato degli sta- stria, Mantova, Milano, Udine, Bel-
stabilita sullo stesso piede della Fran- seguenza di una convocazione reale,
cia.Eravi una corte di cassazione; per nominare i suoi membri al po-
cinque corti di appello che avevano sto dei mancanti, e formare le liste
la loro residenza nelle città di Mi- dei senatori eleggibili in ogni dipar-
lano, Venezia, Bologna, Brescia ed timento. Contavansi nel regno quat-
Ancona; una corte di giustizia ci- tordici tribunali di commercio, uà
vile e criminale in ogni diparti- consiglio generale, undici camere di
mento. Comprendeva il regno sei commercio, arti e manifatture, un
divisioni militari, che avevano i lo- consiglio alle prede, due tribunali
VOL. xxxvi. 16
242 ITA ITA
marittimi, un magistrato di sanità i8o5, Napoleone unì all'impero la
continentale, ed uno di sanità ma- repubblica Ligure ossia Genova, ed
rittima. Ogni capoluogo di dipar- eresse a favore d' una delle sue
timento aveva una prefettura, ogni sorelleLucca in ducato, aggiungen-
distretto una vice-prefettura, ed o- dovi Massa e Carrara. Il re di
gni cantone una giudicatura di pa- Napoli, che in tempi diversi erasi
ce. Sette erano i ministri, cioè il gran dichiarato contro la Francia, diven-
giudice ministro della giustizia, del- ne vittima d'una nuova alleanza, e
l'interno, delle finanze, del tesoro, si vide costretto di ritirarsi in Sici-
delle relazioni estere, della guerra e lia, essendo passato il regno di Na-
marina., e del culto. Onde compen- poli prima a Giuseppe Bonaparle
sare i servigi resi allo stato fu istitui- fratello dell'imperatore nel 1806, e
to l'ordine civile e militare della Co- poscia al cognato di questi Murat
rona di ferro ( Fedi), che nella sua nel 1808. Inoltre furono uniti al-
istituzione contava trentacinque gran l'impero Parma e Piacenza, la Tosca-
dignitari, centocinquanta commen- na e i dominii pontificii, eccettua-
datori e ottocento cavalieri, i primi te le tre legazioni che formarono
dei quali furono nominati il giorno parte del regno d'Italia, riducendo
20 febbraio 1806. A termini del VII il Pontefice nella sola Roma, don-
statuto costituzionale del 21 settem- de nel luglio 1809 fu portato al-
bre 1808 si contavano nel regno du- trove in prigionia. Nel 1814 Mu«
chi, conti, baroni e cavalieri.Il regno rat, temendo per la sua corona, en-
d'Italia, che doveva, come dicemmo, trò europea
nella coalizione quasi
in origine la sua esistenza alle arma- formatasi Napoleone e la
contro
te francesi discese in Italia nel 1796, Francia. Vinto Napoleone fu costret-
ebbe da principio il nome di re- to agli 1 1 aprile a rinunziare all'im-
pubblica Cisalpina, riconosciuta in- pero ed al regno d'Italia, venendo-
dipendente coi trattati di Cam- gli concessa per dimora ed in so-
po-Formio e di Luneville. Sciolta- vranità l'isola dell'Elba. Appena si
si questa repubblica per tredici me- sparse il grido della sua abdicazio-
si nell'invasione austro-russa, ebbe ne , subito come per incanto di-
rigi, nel principio del i8o5, cangia- cavallo entrò in Milano. Genova fu
zia che insieme ad altri paesi for- zioni ed altre provincie, si consegnò
mò le così dette provincie Illiriche. a Pio VII, che a'24 maggio 1814
11 regno d'Italia ebbe fine nel18 14. fece il suo ingresso trionfale in Ro-
Riprendendo la narrazione al ma. Per sì fatta guisa crollò un
. i
neri sopra le loro teste il primo parole Ite missa est, il Sarnelli scris-
giorno di quaresima. Diz. dei con,' se la lett. LXI, nel t. IX delle
cilii. sue Lett. eccl. Si può vedere an-
ITE MISSA EST. Parole con che il Galliccioli, in Isagoge litur-
le quali il sacerdote o il diacono gica praemissa op. s. Gregorii 3 t.
licenzia il popolo nel fine della mes- IX, edit. Ven. , e. II, p. 160.
sa, cui risponde chi la serve o il ITERIO Pietro, Cardinale. Pie-
coro Deo gralias ( Fedi). Il signi- tro Iterio di Perigueux, nato nel ca-
ficato di tali parole è : Andate che stello di Belmont diocesldi Sarlat, fa-
uno de' più illustri istitutori dei ma ciò solo ebbe luogo sotto il
canonici regolari. Lo splendore del di lui successore. Ivone mori in
suo merito indusse Urbano II a Chartres a' 2 3 dicembre iii5, e
farlo vescovo di Chartres; siccome fu sepolto nel coro dell'abbazia di
si ricusò il metropolitano di con- s. Giovanni della Valle. 11 Ponte-
secrarlo, Ivone portatosi in Roma, fice s. Pio V permise ai canonici
nel 1
09 1 01 092 fu consecrato dal regolari lateranensi di poter cele-
Papa in Alatri, altri dicono in Ca- brare la di lui festa a' 20 mag-
pila. Sì vuole da alcuni scrittori, gio ., con bolla de' 18 dicembre
che sia slato anche cardinale, ma 1570. La sua vita fu scritta dal
non vi sono monumenti tali, che p. Fronteau canonico regolare di
ce lo possano accertare. Il p. Cel- s.Genoveffa e stampata in princi-
lier nella sua storia degli scrittori pio delle sue opere a Parigi nel
sacri ed ecclesiastici sebbene parli 1647. I Bollandisti la pubblicaro-
a lungo d'Ivone, non fa menzione no con note a* 20 maggio. Il Bel-
del cardinalato ; ed il p. Frontone larmino nel suo libro degli scritto-
canonico regolare di s. Genoveffa, ri ecclesiastici, col supplemento del
l'uscita della valle di Aosta, sulla nalmente in quello d' Ivrea. Se-
riva sinistra della Dora, posta fra condo alcuni autori, fu questa cit-
due colline, parte in piano e par- tà eretta cento anni prima di Gesù
te sopra un colle. Conserva anti- Cristo. Carlo Magno eresse i due
che fortificazioni, consistenti in una marchesati d'Ivrea e di Susa per
cinta di bastioni, ed è protetta da tenere in freno i suoi popoli cisal-
una cittadella di debole difesa, e pini: Asprando fu il primo mar-
da un piccolo castello situato so- chese. I di lui successori col nome
pra una delle prossime colline, di del Canavese o d'I-
marchesi
Won bene distribuita ne' fabbricati, vrea governarono la signoria, e
racchiude un'antica cattedrale, che divennero sì possenti da pretende-
sicrede essere stata un tempio de- re il titolo di re d' Italia (Fedi).
dicato ad Apollo. Un bel ponte di II marchesato fu celebre partico-
una sola arcata vi fu costruito nel larmente sotto Berengario, ed ebbe
600 dal re de'longobardi Agilulfo, non interrotta successione ne'suoi
La pubblica istruzione è affidata principi fino all'infelice Arduino
ai collegio reale. Ha l'intendenza delioi5, ultimo de're italiani. In
IVR IVR 249
seguito i loro discendenti si divi- vi predicato pei primi il vangelo,
sero il Canavese ognu- in tre parti, secondo la tradizione del paese.
na o meno fa-
delle quali in più Commanville dice che la sede ve-
miglie, la di cui debolezza po- scovile fu eretta nel IV secolo, nel-
scia e le di cui reciproche animo- T anno 35o. Certo è , che ne fu
sita, le fecero vassalle de'principi primo vescovo Elelogio od Eulogio
confinanti. E in fatti, essendo il che assistette al concilio di Calce-
paese dominato dagli alemanni, nel donia l'anno 4^ r > ne l quale è chia-
1248 l'imperatore Federico II ce- mato Eulolio. Il prete Floreio sot-
dette il marchesato d'Ivrea ad A- toscrisse per lui il concilio di Mi-
medeo IV conte di Savoia, ed al- lano. secondo fu Desiderio, che
Il
una pianura vasta e fertile, sul Gas matissimo in tutta la diocesi , per
o Aragon, che dopo averne bagna- le sue elemosine e buon governo,
te le mura si getta nell'Aragona. morendo nel i58i. Fra i di lui
È piazza di guerra, difesa da una successori nomineremo: Giuseppe di
buona cittadella costrutta nel 1092, Palafox, nato a Saragozza, discen-
e dove risiede il governatore. Le dente dall'illustre casa d'Ariza, en-
strade sono dritte e ben lastricate, comiato per rara saggezza; fr. Fran-
e le case assai bene fabbricate, con cesco Palanco dell'ordine de' mini-
qualche edifìzio rimarchevole. Que- mi, nato a Campo nel regno di
sta antichissima città, di cui la favola Castiglia, professore di filosofia e
saluta Bacco per fondatore, al tem- teologia nell'università d'Alcalà, che
po dei romani era capitale della governò la chiesa con molta dot-
Jactania e de' popoli jaccetanì. Fu trina e virtù , e fu autore d' un
presa da M. P. Catone l'anno ig5 corso di filosofia, e di alcuni trat-
avanti Gesù. Cristo ; ed un tempo tati di teologia. I vescovi di Jaca
fu capitale ancora dell' Aragona. del secolo passato e corrente sono
Vuoisi che Pompeo il Grande la riportati dalle annuali Notizie di
restaurasse. Non cadde mai in po- Roma. Per morte di Pietro Ro-
tere dei saraceni come la maggior driguez Miranda, il regnante Pon-
parte delle altre città della Spa- tefice Gregorio XVI,, nel concistoro
gna. Godette grandi privilegi per- dei 24 febbraio i832, fece vesco-
chè fu costantemente attaccata alla vo monsignor Emma-
successore
causa di Filippo V
nella guerra nuele Gomez de la Rivas della
di successione. Caduta in potere città di s. Maria de Garona dio»
1
re, dalla quale graziosamente ac- verdi di sua età si mostrò uomo
colto, fu trattato conforme alla sua di sottile e penetrante ingegno e
condizione, non lasciando frattanto di eccellente spirito ; divenne sin-
di applicarsi con indefesso fervore golarmente perito nell'una e l'al-
allo studio delle umane lettere. tra legge, e sì famoso, che meritò
Cresciuto quindi negli anni, si por- essere nel 1 485 annoverato da In-
tò in Roma nel i453, dove in ri- nocenzo Vili nel cospicuo collegio
guardo di sua esemplarissima vita, degli avvocati concistoriali, da cui
fu promosso al vescovato d'Arras, passati otto anni fu promosso ad
al quale era stato nominato dal uditore di rota, tra' quali arrivò
duca Filippo. Dopo cinque mesi al grado di decano. Ottenuto nel
Nicolò V, di consenso di Alfonso i5o3 un canonicato in s. Pietro,
V re di Portogallo, lo trasferì alla gli fupermesso di ritenerlo coli'u-
metropolitana di Lisbona ; poscia ditorato. Intervenne al concilio ge-
Calisto III a* 17 settembre i^56 nerale Lateranense V col carattere
lo pubblicò cardinale diacono di di eletto vescovo di Lucerà, sebbe-
s. Eustachio, come risulta da un ne 1' Ughelli nella serie di que've-
,
gymnasio romano pag. 5o2, dove nunzia dello zio nel i525 lo fe-
sizione, perchè ivi tra slato tuiiiu- laterc all'imperatore che l'ebbe ca-
256 JAE JAE
rissimo , ed
avea mostrato gran stituirle il suo antico splendore.
piacere nella sua promozione, in- E patria di diversi uomini illustri
viandolo ancora al re di Francia come di d. Jorge Escoredo-y-A-
per istabilir tra essi la concordia larcon autore di alcune opere sul-
e la pace. Essendosi portato Paolo 1' America I suoi dintorni sono
.
che soffrì il martirio sotto fimpe- vi nella città, tutte munite del
ratore Nerone. Suoi successori fu- sacro fonte. Nove sono i monasteri
rono s. Eutichio, martire a Cadi- e conventi di religiosi, e sette i
1762 con secrato vescovo nella cap- oflizio di Roma. Fratello del pre-
pella pontifìcia da Clemente XIII. cedente fu d. Antonio Grizj di
Fra i religiosi illustri in santità santa vita, vicario generale dei ve-
diguità e virtù, faremo menzione scovi i cardinali Corrado e Cibo.
de' seguenti. Beato Gabrielli fran- P. Gio. Tommaso
Giromini ago-
cescano, ch'ebbe il dono de' mira- stiniano. Suor Maria Vittoria Bal-
coli in vita e dopo morte che fu dassini monaca di s. Chiara di Jesi,
a' 4 giugno ; si venera il suo cor- di santa vita. Diversi esini furono
po in Amandola. Fr. Bonaventura podestà e pretori d'illustri città.
Calli, si trovava nel piano più. vi- quali monete si trovarono verso
cina al fiume, prolungandosi verso Castagnole . quelle rinvenute
In
il mare. Aveva un colle ove sor- del re Esio impresso un leone,
è
geva nel mezzo ampio tempio sa- il quale pose per confine della
cro alla dea Bena madre degli Gallia Senona il fiume. Dice il
Dei, con archi di sesto acuto, ter- Grizio che detto re abbia dato per
me, bagni, idoli di bronzo. Nel istemma alla città un leone coro-
piano del colle vicino alla porta nalo e rampante in campo rosso,
ih per che dedicata alla dea di il quale forma ancora l'arme del
tal nome, eravi vasto bagno. In comune. Il Baldassini dopo aver
mezzo trovavasi un Marte fulmi- dichiarato altre antichità , narra
nante con due statue in atto ri- che sul memorato monte gli abi-
verente, le quali una fu traspor- tanti fabbricarono nel piano una
tata in Osimo, l'altra restò a Jesij fortezza di vaga struttura che chia-
quando si diroccarono alla venuta marono Ptoccabella e dominava
di s. Settimio con gran tumulto tutta la nuova città, nel sito cioè
de' gentili. Nel piano della valle che è tra il palazzo oggi residen-
1' ampia via conduceva all' arco za de' governatori, sino al princi-
trionfale eretto dai longobardi quan- pio della discesa verso levante, e
do devastarono 1* antica Esi, che tutto quel quartiere di case che
pur soggiacque alla distruzione dei sono dalla piazza di s. Luca sino
goti. Nel piano verso il fiume sor- alla prima strada verso settentrio-
geva il tempio di Giove, di per- ne. Altri dicono che nel suo ter-
fetta Verso la selva della
struttura. ritorio si trovò la statua di Au-
marina un altro tempio era dedi- gusto, e le teste di Claudio , di
cato a Cibele; verso il colle eravi Druso e di Tiberio, oltre ad altre
quello di Giunone con tre grandi cose inerenti alle città della Pentapo-
porte e portici, poi convertito al li, tra le quali alcuni compresero
tempo del Papa s. Marcello in Esi. In fine però delle notizie
chiesa, ove furono sepolti molti storiche riporteremo i risultati degli
martiri; e non molto distante un scavi fatti nel convento di s. Fran-
piccolo Pantheon vicino ad altro cesco. Si trovarono pure medaglie
arco trionfale. Presso il tempio di colle lettere Rex Aesis y e nel ro-
Giunone due grotte, ove a'7 ago- vescio un Giano o un Pane, non
sto le vestali celebravano le feste. che avanzi di antichi acquedotti.
Distrutta la bella ed antica città Il Colucci nel toni. XIII delle
d'Esi, il residuo degli abitanti si Antichità picene par. II, riporta
ritirò verso il monte come luogo alcune lapidi inedite ossia fram-
forte, in quel appunto in cui
sito menti di esse, scoperte verso il fi-
sia, nobile patrizio di Jesi e di tuzione d'una scuola de' padri della
Monte s. Vito, cavaliere di cinque dottrina cristiana per l'educazione
ordini equestri e commendatore di de'giovanetti; 11. istituzione di
quello di s. Luigi d'Assia. Il re- alcune doti in caso di matrimonio.
gnante Papa Gregorio XVI non Tutte queste disposizioni per Ma-
solo lo ha decorato della croce di iolati ebbero luogo a' 4 febbraio
cavaliere dì s. Gregorio Magno, 1843 con atto di donazione fatto
ma con breve de'24 maggio 84^ 1 alla comune. Il cardinal Pietro
approvò la donazione da lui fatta Ostini, già benemerito vescovo di
di tutti i suoi beni a favore di Jesi, avendo concorso a tali istitu-
più benefìci istituti da stabilirsi in zioni, è protettore della pia istitu-
Maiolali sua patria : con altro zione di beneficenza Sponlini in
breve lo stesso Pontefice ha eretto Maiolati.
in contea tutti i beni dal medesi- Massaccio. Comune del governo
mo Spontini posseduti in detto e diocesi di Jesi. Chiamavasi Mas-
territorio, denominandola di s. An- saura prima che fosse distrut-
drea e conferendogli cosi il titolo ta dai soldati di Siila, i quali
di conte di s. Andrea. Le sue circa i5o anni avanti la nostra era
istituzioni di beneficenza sono : rovinarono molti luoghi d' Italia,
1. In Cellino, un fondò con annua ciò che poi fecero ancora unni,
gli
in Jesi, e ciò avvenne nel i4^4 Gli abitanti celebrarono nel 1841
sotto Pio 11. Nel i47' per diver- il passaggio di Gregorio XVI con
se prodigiose apparizioni della Bea- un arco trionfale e con altre liete
traria, la cui origine deve alla gran- Pio VII a'3o settembre 18 17 gli
de via rettilinea onde venne formato rinnovò il titolo di città, che gode-
il paese, e dal munito propugnacolo. va da tempi antichissimi.
Il vivo sasso ove sorge rende diffi- I profughi dalle rovine di Ostra s
cile l'accesso a chi volesse assalirla; Sua sa, Sena e forse meglio Tufico,
dai lati opposti si formano i due che taluni pongono nel villaggio di
torrenti di Sassocupo e Vallenga. s. Vito, edificarono Arcevia in se-
La principal chiesa intitolata a s. guito della distruzione operata da
Medardo vescovo di Noyon e Tour- Alarico re de'goti. Alcuni scrissero
nay, siccome possedeva il capitolo che ripete il suo principio dai gal-
sino dai tempi di Urbano VI, nel li senoni, ma Polibio ciò confu-
i585 Sisto V la dichiarò collegia- ta . Dopo tre secoli d' infanzia i
del Metauro, mantenne la sede del stitutore della celebre biblioteca An-
governo. A questo sono appodiati i gelica in Roma, ed autore di dotte
villaggi di Avacelli, Castiglione } Cau- opere. Monsignor Giosafat Battistelli,
dino, Loretello, Montale, Nidastore, prima vescovo di Ripatransone, poi
VOL. xxxvi. 18
,
. ,
tà. E per non dire di altri, nomine- daglie ed idoletti appartenenti al-
remo il sacerdote Francesco Cesari l'antica città dìSuasa o Suessa dei
versatissimo nelle lingue latina, gre- senoni: taluno credette ancora che qui
ca ed ebraica, il quale ad una e- fosse Tufìco. Suessa., città dell'Um-
rudizione la più estesa accoppiava la bria Senonia, occupava ambe le ri-
più austera morale e la maggiore ve del Suasano, oggi Cesano, che le
illibatezza di animo. Lo ebbero in scorreva nel mezzo. Se ne scorgono
molta stima il Volpi, il Facciolati tuttora i ruderi, ed attestano la sua
ed il Muratori, coi quali aveva u- rinomanza le molte iscrizioni disot-
ua continua corrispondenza episto- tenate, come colonia e municipio
lare. Molti di loi scritti esistono pres- romano. L'imperatore Adriano vi
so gli eredi, dappoiché egli per una ebbe un grandioso arco trionfale, con
rara modestia non volle mai pub- iscrizione dedicatoria. Alarico re dei
blicare. Si conserva di lui nell'ar- goti nella sua fatale irruzione del-
chivio di quella concattedrale una l'anno 4 IO > 'a P ose interamente a
copia autentica di una iscrizione fiamme ed a fuoco Gli abitanti
.
dette molli de'suoi privilegi, che non relli, contro le quali mostrò sommo
chità picene; nel t. XXV, p. 120 le maestre pie della casa posta al
riportando la Visita triennale del Gesù di Roma, per istruzione della
p. Civalli, ivi sono alcune notizie gioventù povera. A poca distanza
di Monte Novo. Il cardinal Cherubini dalla città evvi il santuario della
di Montalboddo, essendo stato fatto Beata Vergine della Rosa con bel
nel 1 647 da Innocenzo X commen- tempio. Possiede tre ospedali. La
datario della chiesa abbaziale di s. bella piazza è ornata dal magnifico
Maria di Montenovo, gli donò il palazzo comunale di moderna ar-
sacro corpo di martire
s. Aurelio chitettura fanno ala il
, al quale
principale protettore di questa ter- palazzo governativo ed il teatro.
ra. Trovasi Montenovo inchiuso fra Le principali strade sono ampie e
l'uno e l'altro ramo del Misa, ed rettilinee. Molti Pontefici l'arric-
è cinto di belle e solide mura con chirono di privilegi, e specialmen-
borgo, avendo nell' interno vie ret- te Nicolò IV con breve del 1291,
tilinee, e regolari abitazioni. Ha accordandogli il mero e misto im-
una maestosa collegiata , il conven- pero, insieme al diritto di morte
to di s. Francesco de' minori os- e di confìsca. Lo statuto munici-
servanti riformati, diverse chiese pale antichissimo fu stampato nel
minori e fertile territorio. Fu sog- 1692 in Senigallia da Percimineo.
getto al comune di Jesi cui porta- 11 magistrato veste di rubbone se-
va il ed era obbligato a soc-
pallio, natorio di velluto in seta l'inver-
correrlo. Fra gli altri qui fiori Gio- no, e di damasco l'estate. Il piuV
, 4
ne si debba quando nell' Vili se- i4oo: nella signoria gli successero
colo i saraceni saccheggiarono e bru- i fratelli Pandolfo signore di Bre-
ciarono Senigallia, che Carlo Ma- scia, e Carlo signore di Piimini.
gno nel 779 avea tolta ai longo- Nel 7 Carlo donò Montalbod-
1 1
fuori del castello da' monaci be- senza pregiudizio del patronato
nedettini, a cui era la chiesa ab- pubblico. Vi sono alcuni pii mon-
baziale co'suoi beni addetta, passò ti frumentarii. Nel i53g passò
in potere de' vescovi esini per l'u- per questo territorio Paolo III
nione fatta mensa vescovile
alla portandosi a Nizza ; ma il Novaes
di tale abbazia dal Papa Calisto III nella sua vita, ed il Ferlone nei
nel i4-5>7» e per tale effetto i ve- Piaggi de Pontefici^ scrivono che
scovi prò- tempore come rettori di Paolo III nel i538 si recò a Niz-
questa urbana parrocchia vi eser- za per abboccarsi con Carlo V e
citano i diritti parrocchiali per Francesco I. Finalmente il Coluc-
mezzo d'un parroco delegato, con ci a p. 8i e seg. riporta un lun-
percepirne dal popolo addetto alla go ed erudito novero degli uomiui
di lui cura le annue decime. La illustri planiesi degni di memoria,
l3otj onde col ritratto a' io luglio Stefano de' minori francescani, di
i3o2 acquistò altri beni a van- cui la cura fu trasferita nella chie-
taggio della mensa vescovile. Il sa di s.Maria de Abbatissìsj l'al-
castello nel giorno di s. Floriano tra di Michele arcangelo de
s.
faceva a Jesi 1' omaggio del pallio. colle rubro in quella di s. Maria
:
po di pace nella Sicilia onde al ; Piceno, non però che Esio mai ab-
dire del Panfilio, De laudib. Picen. bia esistito, ma che anzi afferma
lib. I, magnifiche ne furono le fab- di aver fondato Jesi; ammettendo
briche: Splendida marmoribus su- la venuta de' pelasgi nell'Umbria
bliniinius alta columnis, maxima alla quale Jesi apparteneva, intese
porticibus etc. Il Ripanti è di pa- correggere lo sbaglio di Silio che
rere che in Esio fosse condotta la attribuì la storia della fondazione
colonia ventidue anni dopo che fu di Jesi nell'Umbria ad Ascoli nel
condotta a Fermo e a Castro, ma Piceno. Dice inoltre che il nome
il Colucci non può aderirvi.. Questi di .^esiègreco, significante faustus,
nel succitato tom. XIII delle An- auspicatusj dal che rileva essere
tichità picene parte I, nel provare stata in questo luogo una colonia
che Jesi esiste ove fu piantato in condotta dai greci, quali appunto
antico, nel descriverne la situazio- erano i pelasgi guidati da Esi loro
ne, nel discorrere del suo nome an- capitano, che all'edificata città e al
tico Esio e della sua origine, con- prossimo fiume diede il suo nome.
tro gli scrittori municipali, fin qui Compresa Jesi nell' Italia e nel Pi-
da noi seguiti nella narrazione, vuo- ceno insieme, dipoi nei ripartimenti
le provare che i pelasgi non han- di Augusto entrò a formare la sesta,
no mai posseduto alcuna città del regione, ch'era composta di umbri.
Piceno, ne della Gallia Senonia, La venuta dei popoli barbari, che
onde dai pelasgi non è verosimile a molte citta recò il guasto totale
il ripetere l'origine eli Esio: che e la piena desolazione, a Jesi portò
la origine di Esio è la stessa che una grandissima decadenza , sicco-
delle altre città picene, ove appro- me assediata ed espugnata dalla
dando nelle spiaggie dell'Adriatico, fòrza de' barbari, goti condotti dal
ed alle sponde del fiume Esio, ivi superbo Alarico verso il 4°9 a d«»-
si stabilirono dando tal nome alla no di Roma e di tutte le città d'I-
città che edificarono, e quello di talia, per le quali s' incontrò a pas-
questa al fiume; inoltre il Colucci sare; ma Jesi secondo il Colucci
, ,.
minii della Chiesa romana, nel di- sospettasse che questo fosse suppo-
ploma si trova espresso ancora Ac- sto a cagione di sua età, fece eri-
xium. Nelle gliene che travaglia- gere in mezzo alla piazza princi-
rono l'Italia e lo stato pontificio pale, allora detta di s. Giorgio og-
sotto i regni degli imperatori Fe- gi di s. Floriano, un padiglione
derico I ed Enrico VI suo figlio ove alla presenza del legato apo-
svevi della potente casa degli Ho- stolico, dei baroni e nobili dell'im-
henslaufen , molti jesini si distin- pero, assistita dalle donne partorì
sero in valore militare, e la città un figlio maschio nel 1 io,4> nel
divenendo più forte incusse spa- giorno del protomartire s. Stefano
vento a diversi signori de' luoghi a' 16 dicembre, cui nel battesimo
circonvicini. Imperocché cercando fu imposto il nome dell' avo, e si
occupate dagP imperiali ad essa ri- mente molti luoghi della Chiesa,
cuperò; ma siccome altre persiste- e conferì il marchesato d'Ancona
vano contumaci, domandò ed ot- nel 1209 ad Azzo VIII suo con-
tenne dai che aiutassero per-
jesini sanguineo, compreso Jesi, togliendola
ciò i legati Cencio di s. Maria in dai propri che tirannica-
cittadini
Trastevere e Giovanni di s. Pri- mente governavano, ed ai con-
la
sca. La che il Papa scrisse
lettera ti di Celano Azzo Vili ne ripor-
:
tieri l'invito, onde i jesini gli pre- re nel 1220 a'22 novembre, con-
pararono sontuosissimo ricevimen- fermò a Jesi tutti i privilegi ed
to, e sulla piazza di s. Giorgio al esenzioni compartitegli dall'impe-
presente di s. Floriano gl'innalza- maggior stabilimento
ratore, e per
rono un arco trionfale di fino d'una ferma pace, con bolla ema-
marmo, di vaga architettura, pie- nata in Rieti a' 27 di detto mese,
no di statue e d'iscrizioni, una comandò che si obbedisse ad Azzo
delle quali diceva così: Natus est hìc IX d'Este signore di Ferrara, il
corona reale; gli concesse molti luogo abitato dai domenicani fino
privilegi e gli die il titolo di re- al tempo di s. Pietro martire, che
pubblica, del quale la città poi si esiliato da Corno venne nel con-
servì con questa epigrafe : Respu- vento nel 1240, ed ivi gli parlò
blìca Aesina Libertas Ecclesiastica. l'immagine del ss. Crocefisso; ma
Nella sua partenza poi, non solo dipoi i religiosi venendo infestati
la città fece tutte quelle dimostra- dai fuorusciti, dai consiglieri furo-
zioni di gratitudine che gli doveva, no città, donandogli la
trasferiti in
ma in sua memoria chiamò il luo- chiesa di Antonio abbate che
s.
go per ove passò il fiume Esio : era allora un ospedale. Nel 1239
Passo dell' imperatore, nome che Enrico figlio di Federico II spedì
poi ritenne. La propensione di un diploma in favore della città,
Federico li per Jesi sua patria di col quale non solo gli donò in
niscita, la conservò finche visse, perpetuo diversi luoghi, come villa
e tanto fu il costante patrocinio Ripari, Monte Torri, Morrò, Al-
con cui la riguardò, che nelle oc- barello, Monte s. Vito, ec, alcuni
correnze la difese e sostenne colle de'quali già dati a Jesi da Seni-
sue potenti armi, minacciando gallia, con tutto il contado esino,
stragi e rovine a chi avesse at- ma colla condizione che in caso
tentato qualunque insulto o ag- che restituisse alla Chiesa la Mar-
gressione, il perchè tutti i luoghi ca, non (osse tenuta per restituita,
vol. xxxvi. *9
2,<)o JES JES
se non quando avesse ratificata ia55 tra le due città fu cotìchiu-
questa donazione. 11 diploma viene sa una confederazione o lega of-
ri portato dal Baldassini a p. 35. fensiva e difensiva, con reciproca
Dopo ott'anni si venne final men- comunione di tutti i gradi, onori
te ad aggiustamento tra Enrico, e prerogative che godevano ambe-
ed il cardinal Rainiero legato di due le città.
Innocenzo IV, vicegerente della Manfredo figlio naturale di Fé-
Marca d'Ancona: il cardinale con- derico II avendo occupato la Sici-
fermò ed ampliò la concessione e lia prese il titolo di re, indi in
privilegio d'Enrico. Ma nel mede- memoria del genitore confermò i
simo anno gli esini si armarono patti fatti da Jesi con Senigallia,
ad istanza di Federico II contro continuò ai jesini il suo patrocinio,
la santa Sede, facendo parte del- ed ampliando la loro giurisdizione
1' esercito imperiale comandato dal gli donò Staffolo, Apiro, Duomo,
conte Ruberto, che ad Osimo rup- Serra de'Conti, Serra s. Quirico, la
pe e fece strage delle milizie pa- Barbara, Monte Nuovo, Corinalclo,
pali capitanate da Marcellino ve- Monte Alboddo, s. Martino, e Sto-
scovo di Arezzo che restò prigione, raco, con le loro pertinenze, e ciò
Il detto Enrico era nato da Co- con due diplomi dell'ottobre 1258.
stanza d'Aragona prima moglie di Nell'anno seguente Jesi conchiuse
Federico II, il quale dopo la mor- un trattato d'unione con Recanati
te di Ottone IV nel 1218 lo a- e Cingoli. Frattanto i guelfi e
vea fatto eleggere re de' romani, ghibellini straziando colle loro fa-
ma poi si ribellò al padre, e si zioni anche Jesi, i primi seguaci
unì alla Germania sollevata; quindi del Papa Alessandro IV, i secondi
Federico II avendo riportato dei partitanti del bastardo e nemico
vantaggi contro i turchi, fece con- della Chiesa Manfredi, accaddero
dannare Enrico a perpetua prigio- non pochi omicidii, scelleratezze e
nia, e riconoscere Corrado IV al- diroccamenti di case de'gentiluo-
tro suo figlio in re de'romani. I mini. Manfredi continuando la guer-
titoli che si leggono nel diploma ra contro la santa Sede, si collegò
di Enrico sono questi Henricus : coi saraceni, co'quali molti luoghi
Dei et imperiali gratta rex Sar- della Marca rovinò ; finché Cle-
din. et Gali, et s. Imp. totius I- mente IV avendo investito del re-
taliac legatili d. imperatoris filias. gno delle due Sicilie Carlo d'An-
Nel 1253 Innocenzo IV con suo giò nel 1266, vinse e debellò
breve ratificò quanto il cardinal Manfredi, dando termine alla sua
Rainiero avea promesso a Jesi, usurpazione. Jesi vedendosi minac-
Questo Papa per le scelleraggini ciata di saccheggio dai saraceni e
di Federico II, nel concilio gene- dai ghibellini, scampò il pericolo
rate di Lione I lo depose e sco- pel patrocinio dei santi protettori
municò, onde sino dal i25o era Settimio e Floriano. Il santo ve-
morto infelicemente. Venendo as- scovo Leonardo con energiche ani-
sediata la città di Fano dai ra- monizioni indusse quei jesini che
vennali, pesaresi e senigalliesi, ri- erano nemici del governo papale,
corse ai jesini pel valore de' quali a sottomettersi al suo dominio nel
fu sciolto l'assedio, onde poi nel i3oo, ed a vivere in pace obbe-
JES JES 291
dienti alla Chiesa. Intanto i fa- di Cassiano o Albarice di Guidoni,
brianesi occuparono diversi castel- di Vaccarile e Cesa Ita ; concesse
li del contado Esino, ma i jesini inoltre alla città non solo il lido
posero in campagna
cinquemila del mare ma il mare stesso, con
fanti, e gl'in viarono contro novel- facoltà di potervi navigare e pe-
lano e gli altri luoghi occupati, scarvi come le altre città che vi
predando il territorio fabrianese. hanno porti, e ciò da s. Araglio
Benedetto XI però die sentenza in fino alla Grancia o Grandetta di
favore dei fabrianesi, dichiarando s. Giovanni per retta linea, e tut-
aver essi legittimamente occupato i to ciò con atto de* 18 ottobre. Nel
luoghi di Jesi considerandolo ne- medesimo anno Sanse verino soccor-
mico della Chiesa, per aver seguito se Jesi contro le scorrerie de'guel-
le parti di Federico li e suo fi- fi d'Ancona.
glio scomunicali, e perciò incorsi Insorte nuove discordie tra Jesi
nelle censure ed interdetti; indi per una parte, e per l'altra Fabria-
gli minacciò altre pene se non no, Matelica e Sanseverino ed al-
deponevano le armi, onde i jesini tri, con frequenti risse ed omici-
richiamarono le loro genti. dar A dii, riuscì nel i3o8 al vicario Gi-
segno jesini di
i verace pentimen- rardo pacificarli con formale stru-
to, interamente ritornarono all'ob- mento. Nel i326 rinnovandosi le
bedienza del Pontefice, quando nel turbolenze tra i fabrianesi ed i je-
i3o5 eletto Papa Clemente V, sini, per avere assediato i primi
questi fermò la sua residenza in Morrò, Tano allora signore di
Francia nella città d'Avignone. A Jesi e capitano della Chiesa, vi
pacificar la Marca Clemente V accorse, e con l'aiuto dei Malatesti
spedi i suoi legati, sotto la dipen- bravamente il soccorse e liberò
denza de' quali i jesini per cor- dall'assedio. Infieriti di ciò i fabria-
reggere i passati errori, in varie nesi nell'anno seguente assediarono
occasioni armarono in favore della il castello di Fornoli, però Tano li
Marca d'Ancona, assistito dai jesi- ranneggiare la patria col suo do-
ni con settecento cavalli e dieci- minio, benché gran capitano di
mila pedoni, ed altri della Mar- parte guelfa, agli 8 marzo dell'anno
ca, ricuperò alla Chiesa le occupa- i328 i ghibellini della Marca a-
te città. Girardo per rimunerazio- venti alla testa il conte di Chi;i-
ne ai jesini, d'ordine di Clemente ra monte siciliano, con gente ba-
V spogliò i ribelli delle loro pos- vara, e d'intelligenza de'jesini, oc-
sidenze e ne investì Jesi, cioè di cuparono i borghi, assediarono la
tarono libero reggimento, altre fu- quale gli affidò il governo di Jesi,
rono signoreggiate dai potenti cit- onde gli riuscì ottenere da Boni-
adini. Pretendendole Lodovico per facio IX il titolo di vicario, tanto
JES JES 293
da lui ambito: questo medesimo rotto mille e cento più anni sotto
Ptpi fece i Simonetti vicari anco- le acque dell' Esio^ dal cui ponte
ra di Serra s. Quirico e della era stato gittato. Il sacro corpo
Rocca dell'Aquila, vicariati che in fu collocato sotto l'altare maggio-
un a quello di Jesi egli prolungò re della chiesa di s. Giorgio, la
con diploma del i4o4« Non passò quale colla contigua piazza prese
molto tempo, che avvedutisi i cit- poi il suo nome . Dio celebrò
tadini che il suo governo degene- tale ritrovamento con stupendi pro-
rava in tirannide, essendo stato digi e miracoli , operati ad inter-
nel 1408 scomunicato da Gregorio cessione del santo, la cui festa so-
XII, colla sua assistenza presero lennemente celebrasi a' 4 ma gg ,0 j
neplacito del Papa diedero il go- che fosse donala al loro fondatore
verno della città a Galeotto Mala- s. Francesco da alcuni monaci.
gi dalle sponde del fiume il corpo altro più regolare. 11 Papa con
di s. Floriano cittadino esino , breve dato a Gallicano a'4 giugno
martire della persecuzione di Dio- permise che la rocca fosse distrut-
cleziano, dopo essere stato ineor- ta, e quanto alla remozionc del
294 J ES JES
vicariato poi avrebbe proceduto. fare un nobile baldacchino di rin-
Essendo i laidissimi eretici fraticel- forzato bianco figurato, elesse quat-
li protetti dai ghibellini, si avan- tro deputati per regolale le so-
zarono anche nel territorio esino, lennità, donò allo Sforza cento so-
perchè Jesi eradi parte ghibellina: me di vino, cento libbre di cera ,
to dai veneti , s' indusse a cedere tolo di s. Maria delle Grazie, che
al Papa Jesi, venendo perciò assolto poi fu annessa alla chiesa de' car-
dalla scomunica. Allora Alfonso V melitani. Dispiacente Sigismondo
con atto degli 8 agosto i447 or- Malatesta che i suoi antenati aves-
dinò a fr. Giovanni de Cenesis suo sero ceduto Jesi al Papa, a questo
governatore di Jesi, di renderlo a si ribellò; indi fremendo della scon-
Nicolò V, che vi mandò alla cu- fitta ricevuta da Federico di Mon-
stodia Giovanni Piccinini nipote del te Feltro capitano della Chiesa, si
che nuovamente avea afflitto la cit- della porta della camera, ov'erano
tà ed il contado ; per cui la cap- le sante reliquie, ardere di gran-
pella del ss. Crocefisso de' do meni' dissime fiamme, onde spaventato
cani fu dal pubblico abbellita con gridò fuoco, fuoco. Accorse il pa-
fini marmi e squisite pitture. I dre e gli altri ch'erano nell'osteria,
nuovi abitanti di s. Maria Nuova e videro altrettanto ; ma aperta a
si chiamarono perciò lombardi, e vi forza la camera non si trovò nem-
cacciarono quegli albanesi ch'essen- meno segno del fuoco. Tutta-
il
dovisi stabiliti sotto Malvezzi, de- volta aprirono il sacco, e con sor-
predavano luoghi convicini. A-
i presa vi trovarono delle ossa. In-
vendo Sisto IV fatto una lega con- teso il successo il vescovo Tomma-
tro i i jesini somministra-
turchi, so Ghislieri fece subito ritrovare i
ri del territorio Esino, e consegna- vento nel 147 1, e che nel 1600
to a chi il cardinale avesse depu- ricevette molte variazioni. Da una
tato. Con istento i jesini ottennero carta del 1 49^ si rileva, che il duo-
un braccio che fu racchiuso entro mo o cattedrale fu edificato a spese
reliquiario d'argento fatto da un del pubblico; si parlerà forse del
Colocci, quale poi fu rinnovato
il restauro che qualche anno prima
piìr bello nel 1676 dal canonico erasi fatto al tempio. Nel pontificato
cancelleria episcopale; non che noi questo tempo sedeva sulla cattedra
dall'Ughelli stesso della seconda edi- di s. Pietro il Papa s. Marcello I,
sacra tom. I, p. 279 e seg., per martirio nel 309. Venuto il Pon-
cui aggiungeremo i mancanti nel tefice in cognizione dell'insigne pietà
Baldassini, ed i vescovi altresì del e virtù di Settimio, gli conferì i sa-
secolo passato e del corrente. cri ordini e lo elesse vescovo di Jesi.
che si erano portate a popolare quel- sposte, gli stabilì a cinque giorni
le regioni. Questi di nobile sangue, sagrificare Dei ovvero a mo-
agli
ben pre-
istruito nelle facoltà liberali, rire Intanto
. Settimio parlando
sto lo divenne ancora nelle morali; al popolo con molta sapienza del-
laonde, benché gentile, per la sua la verità ed eccellenza della reli-
benignità e mansuetudine a tutti gione cristiana , risanò col segno
fu gratissimo. Arrollato alla milizia della croce un paralitico, e tra
de'romani, illuminato da Dio
che gli altri convertì Marentia figlia
l'idolatria era una diabolica super- del prefetto Florenzio. Questa i-
stizione, ad onta delle contraddizioni stantemente domandando il batte-
de'genitori si fece battezzare. Si de- simo, prodigiosamente da un sasso
dicò alle opere di pietà ed allo stu- scaturì acqua, per cui venne da Setti-
dio delle sacre lettere, e vide di- mio subito purificata col santo la-
nanzi a lui rovinare il tempio e vacro: alla vista di tanto miraco-
la statua di Giove. Abbandonata lo quasi tutti gli astanti si conver-
la patria e i parenti si recò in I- tirono e vollero ricevere il battesi-
talia incompagnia di Emilio e Va- mo . Acceso perciò Florenzio da
lentino, ed in Milano parlando in- maggior furore, ordinò che nel luo-
VOL. xxxvi. 20
3o6 JES JES
go medesimo fosse Settimio percosso piò in esso la serie Rainaldo che fu
nel capo con una scure, e ricevette al concilio generale Lateranense III
così il martirio, a' 5 settembre del nel 179 adunato da Alessandro III,
1
5
sta però si celebra a ?. 2 di tal me- 1197 intervenne alla consecrazio-
se. Fu allora dai novelli cristiani ne della chiesa di s. Croce dell'A-
preso occultamente il sacro corpo, vellana. Crescenzio che secondo il
Nel 1 62 1 Gregorio XV
gli die in sa di s. Anna colla maggior parte
successore Tiberio Cenci romano del monastero per le monache eia-
canonico di s. Pietro, il quale ritrovò risse. Nel 1670 rinunziò la sede
il corpo di s. Settimio che collocò a Clemente X
che vi nominò il
in decorosa urna, e fece quelle altre di lui fratello Lorenzo Cibo, con-
cose che indicammo alla sua bio- tinuando il cardinale a beneficare
grafia. Innocenzo X nel i6/{.5> lo splendidamente la sua antica dio-
creò cardinale, e morendo in Jesi cesi, rendendosi degno di eterna me-
nel16^2 a' 26 febbraio, non nel moria. Quando poi nel 1676 Inno-
i655 come dice il Cardella, fu se- cenzo XI lo fece segretario di stato,
polto nella cattedrale, dove presso fabbricò dai fondamenti la chiesa
la cappella di san Biagio si vede delle monache della ss. Annunzia-
il suo ritratto in bronzo con di- ta, provvedendola di quadri e di
stinto elogio. Nel i653 Innocen- sacre suppellettili, e per queste
zo Xcreò vescovo il cardinal Ja- monache e per quelle di s. Chia-
copo Corrado ferrarese; ma quando ra somministrò alcune somme di
esso stava per effettuare suoi be- i denaro per la casa del confessore.
nefici disegnia favore di questa Il vescovo Lorenzo fu assai bene-
chiesa con dispiacere universale
, merito, consecrò nel 1672 la chie-
il Papa nel 1698 concesse al ca- sede vacante Pio VI nel concisto-
pitolo e canonici della cattedrale ro de* 21 febbraio 1794 fece car-
le insegne corali della cappa magna dinale e vescovo Giambattista Bus-
nell'inverno, rocchetto e mozzetta si de Pretis urbinate, che morì ai
brate anche colle stampe dall' elo- fino marmo, due delle quali ave-
quente elogio funebre di d. Luigi vano per base la schiena di due
Pianeta, a ciò incaricato dal capi- gran leoni pur di marmo, stemma
tolo; non che dalla bella biogra- del pubblico: i portici erano sovra-
fìa di Vincenzo Sabatucci, letta nel- stati da una loggia. Questo tempio
un pellegrinaggio
desiderio di fare venerata memoria di Bonifacio
a Roma. Ritornati a Runiac tro- Vili. Scrisse gran numero di ope-
varono che Aimone aveva amplia- re per lo più teologiche, e morì
to ed abbellito il loro romitorio, in Grenoble nel i3io o i3ii
S. morì in questo luogo
Jodoco santamente, mentre portavasi col
circa l'anno 668, con una fama carattere di legato in Italia, a fi-
pra una collina la cui cima vede- ne del tempio; e più tardi le navi che
si coronata da una cittadella rovi- i sidoniied i tirii inviarono a Zoro-
nosa; dal lato di terra è cinta da babele per riedificarlo. E celebre
mura merlate con un gran bastio- nella sacra Scrittura, e nel suo porto
ne. Il porto è difeso da due forti. imbarcossi il profeta Jona onde por-
Sonovi molte moschee , ed una tarsi a Tarso città della Cilicia. I suoi
strada lungo l'acqua, cosa rara nel abitanti idolatri adoravano i falsi
struisse l'arca, e che coi suoi figli tà fenicie; ma Augusto diede Jop-
ne abitasse i dintorni. Anche i pe ad Erode. Essendosi poscia gli
ed
fenicii greci le danno una re-
i ebrei di quella città ribellati, Gal-
motissima antichità , certo essen- lo Cestio governatore di Siria se
do che esisteva i5oo armi avan- ne impossessò e la bruciò nel l' a li-
ti l'era nostra ,
poiché Giosuè no 66 dell'era volgare. Molti ebrei
,
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procurarono subito di ristabilirla, La sede vescovile fu fondata
ina siccome infestavano essi le co- nel V secolo, sotto la metropoli di
ste vicine, così Vespasiano la fece Cesarea della prima provincia di
occupar nelF anno seguente ; gli Palestina, nel patriarcato di Geru-
ebrei fuggirono sulle navi, ma pe- salemme. IJ primo suo vescovo fu
rirono quasi tutti nella burrasca. Fido che nel 4'^ intervenne al
I romani sotto Tito la rovinarono concilio di Diospoli contro Pelagio,
nuovamente. Molto tempo dopo gli ed al generale di Efeso nel fòi*
infedeli essendosi resi padroni del- Gli successe Teodoto o Teodosio,
la Palestina, rovinarono tutti i por- forse ordinato dall' eutichiano che
ti di mare, per chiudere 1' accesso invase la sede di Gerusalemme che
ai cristiani di visitare Terrasanta. occupava Giovenale. Elia fiorì e
Verso il noo Goffredo di Buglio- sottoscrisse a due concilii di Geru-
ne primo re di Gerusalemme fece salemme del 5i8 e del 536. Ser-
ristabilire il castello di Joppe e vi gio fece le veci del patriarca di
pose una forte guarnigione. Com- Gerusalemme. Joppe nel secolo XII
pitasi dai crociati |" occupazione divenne arcivescovato. Il Sanuto
della Palestina, Joppe divenne il dice che i latini in tempo delle
capoluogo di una piccola contra- crociate erano sottomessi ai cano-
da del suo nome stesso , ed ebbe nici del s. Sepolcro. Al presente
il suo conte. I saraceni tentarono suole risiedervi il patriarca di Ge-
più volte di prenderla , ma solo rusalemme de' greci melchiti. Vi è
nel 1188 riuscì a Saladino d' im- T ospizio de' monaci del ss. Salva-
padronirsene e ne demolì le forti- tore, i quali ultimamente fabbrica-
ficazioni. 11 re di Francia s. Luigi rono la chiesa. Vi sono cattolici
IX la fece rifabbricare nel ii5i> latini e di altri riti , come greci
insieme colla sua fortezza, ma dac- armeni, ec. Prima gli affari di
ché fu obbligato di ritornare in Francia, di Spagna ed Italia quivi
Francia, il sultano d'Egitto lari- erano amministrati dal francescano
prese nel 1268. I turchi poscia procuratore generale di Terrasan-
se ne resero padroni, e sotto di ta. Il p. Le Quien nel suo Oriens
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)