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L.B.G. PISAPIA IN VIAGGIO A PARIGI: CRAZY EXPO Guido Martinotti REFERENDUM. GLI IMBROGLIONI IN CAMPO Franco Morganti REFERENDUM MILANESI: DISOBBEDIENZACIVILE Roberto Taranto NEGOZI A MILANO. MANCA LOFEFRTA O MANCANO I CLIENTI? Diana De Marchi MILANO GELMINI: SCUOLE, BUTTARE IL MEGLIO Massimo Cingolani MILANO GIACIMENTO DI DEMOCRAZIA Riccardo Lo Schiavo PD VINCERE SENZA SAVOIR FAIRE Massimo Maggiaschi QUARTO OGGIARO E CASA POUND Mario De Gaspari SOLDI E MATTONE. NON CAMBIA MAI Michele Sacerdoti PGT MALEDETTO PGT
VIDEO MATTEO CALISE: N DI QUA N DI L LA NOSTRA MUSICA Luis Bacalov IL POSTINO Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
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ci riescono neppure i bravi barbieri di Aldo, Giovanni e Giacomo. E interessante notare che nella atmosfera da Crepuscolo degli dei di questi giorni il potere in crisi raschia il fondo del barile, persino il Magdi Ma-che-cristiano-sei Allam dice la sua, questa volta non sulle moschee, ma sulletica civica e istituzionale riprendendo uno dei pi frequentati luoghi comuni del dibattito e cio che il non andare a votare sia una opzione legittima. Che sia una opzione non ci piove: quanto legittima discutibile.. Che in un referendum ci sia libert di astenersi un truismo lapalissiano: come nella maggior parte dei paesi democratici, in Italia il voto libero e persino quel modesto incentivo che nei primi anni della repubblica era utilizzato, con il concetto di dovere civico stato abolito. Ma luso dei diritti, come insegnano in tutti i corsi di primo anno di Giurisprudenza, pu essere onesto o causidico e chicaneur. In particolare nel caso dei referendum in corso era perfettamente legittimo avere perplessit, per esempio, sulla ripresa del nucleare, ma cera un modo onesto per esprimerle: andare al seggio, prendere la scheda e votare scheda bianca. Poi c un modo codardo e da bari, che quello di intorbidare il proprio
voto contrario al referendum, mescolandolo con lastensione: una tecnica che io personalmente ritengo vigliacca e stupida, perch non permette neppure a chi perde di sapere di quanto ha perso ed , al fondo, un atto di spregio per i propri sostenitori che diligentemente sono andati a votare no e che non vedranno neppure il risultato della loro fatica. Ed anche stupida perch se si raggiunge il quorum, i no vengono sepolti, di nuovo umiliando, come sta avvenendo ora, i propri sostenitori onesti. Come livello di coraggio civile questa tecnica dintorbidamento non dissimile da quella dei miliziani armati che si mescolano alle folle di civili per poter sparare senza essere individuati. Nelle sue lettere dal carcere Antonio Gramsci fa uninteressante osservazione antropologica confrontando le abitudini dei giovani italiani che passano molto tempo a giocare a carte, (una attivit in cui si eccelle anche come spiega Gramsci, con le miserabili furbizie, le strizzatine docchio, le toccatine di piedi, i segni convenuti con le dita e via dicendo) con le abitudini dei giovani inglesi che passano molto tempo a darsele di santa ragione su un campo da rugby o da calcio. Fermiamoci al rugby. Il povero Gramsci non poteva immaginare che gli italiani a-
vrebbero trasformato anche il calcio nel gioco della zecchinetta. Ma vale anche per gli sport nobili, molti golfisti italiani hanno un buco nella tasca dei pantaloni cos se la palla va a finire in acqua danno unocchiata in giro e ooppl una pallina ricompare sullerba a dieci centimetri dalla buca. Ed esattamente cos fanno i Bossi, i Berlusconi i Formigoni, sicuri che tanto gran parte degli italiani se ne frega: li vediamo tutti contenti andare al mare e, se posso fare una osservazione senza essere accusato di lombrosianesimo, mi sembrano veramente brutti. Venti anni fa potevano anche ispirare a met degli italiani (mai di pi) lidea di vitale novit, oggi guardateli: Formigoni compare sullo schermo, con vestiti che lassociazione milanese della moda dovrebbe diffidarlo dal mettere per non rovinare il mercato e ispido come Arafat appena uscito dal barbiere, con il solito f de toeu in gir semper la gent! Oggi pu sfottere solo a se stesso perch uno che propone il Berlusconi di Deauville per il Quirinale forse poteva far ridere al variet dello Smeraldo, ma ora rischia di essere portato alla Neuro.
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nigrato il quesito, come i leghisti e De Corato uniti nella lotta, gli ha negato la stessa popolarit degli altri: ma i milanesi non hanno abboccato. Lhanno approvato all80% anzich al 95%, ma lhanno approvato. Gli altri quesiti erano pi semplici: raddoppiare gli alberi, conservare a
parco la destinazione futura del parco-Expo (e qui gi cominciata la disputa fra Boeri e Sala), il risparmio energetico, il risanamento della darsena e la riattivazione, per quanto possibile, idraulica e paesaggistica del sistema dei navigli. Durante le votazioni sono stati denunciati dei presidenti di seggio che non conse-
gnavano le schede dei quesiti milanesi, che infatti sono stati votati al 49% (bastava un 30%), mentre quelli nazionali sono stati votati al 52%. Non prevalebunt, comunque. Ce labbiamo fatta.
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sistema scolastico nazionale. La sperimentazione prevedeva, tra laltro, anche un bando di concorso per scegliere i docenti basato su competenza e merito e questa forma di reclutamento ha incontrato linteresse e lattenzione di Regioni e istituzioni pubbliche. Le collaborazioni con universit e centri di ricerca hanno dato vita a reti di scuole e a una ricca serie di pubblicazioni per la formazione professionale dei docenti e per linnovazione didattica. Le iniziative di Rinascita, in particolare, vanno dalla formazione sulla dislessia per scuole pubbliche e private alla sperimentazione musicale, dalleducazione alimentare con corsi per i genitori nella cucina didattica interna, alla formazione di nuove figure quali lassistente tecnico per linformatizzazione della scuola di base e progetti come Scienze Under 18, esperienza di didattica laboratoriale oggi realizzata in sette province lombarde e in altre tre regioni: Liguria, Marche e Toscana e Teatro e
Scienza in collaborazione con il Piccolo Teatro. Questo contesto favorevole allinnovazione permette anche modalit di collaborazione tra genitori, scuola e territorio per realizzare iniziative di life long learning per gli adulti e occasioni per genitori e residenti di arricchimento interculturale, confronto e fruizione, mettendo in atto processi di co-costruzione tra genitori, docenti e alunni. Questanno si conclude il quinquennio di sperimentazione e gli eccellenti risultati ottenuti hanno portato le tre scuole a presentare, in coerenza con le innovative teorie dellapprendimento, un nuovo progetto approvato dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione dal titolo Dalla scuola laboratorio alla wiki-school con il compito istituzionale di diventare Centro Risorsa per lo sviluppo professionale dei docenti delle scuole del territorio attraverso una stretta collaborazione con gli enti locali, di ricercare e sperimentare la realizzazione di ambienti didattici superando il contesto classe e
utilizzando le tecnologie della comunicazione, di costruire curricoli verticali per sviluppare competenze di cittadinanza certificabili. Il progetto rimasto a lungo sulla scrivania della Ministra Gelmini, nonostante rappresenti proprio quel cambiamento di cui anche lei parla molto. Dieci giorni fa a detta delle forze politiche di governo e di opposizione, stampa e TV sembrava che il decreto fosse stato firmato, ma a oggi non ancora arrivato nulla e le scuole rischiano di essere cancellate dal panorama scolastico italiano: insegnanti, genitori e alunni non possono programmare le attivit didattiche, organizzative e territoriali per il prossimo anno scolastico. Pi di 700 alunni non sanno che scuola frequenteranno e 40 docenti verranno trasferiti, perch lattuale sistema distruzione non riesce a far tesoro e a gestire i risultati di un diverso modello di ricerca e sperimentazione in ambito pedagogico e didattico allinterno della scuola pubblica, necessari per preparare un futuro migliore per docenti e alunni.
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che attecchisce nel nostro territorio e nella nostra benedetta e maledetta citt. Il fenomeno dei movimenti di estrema destra pu trovare, e in parte ha gi trovato, terreno fertile nelle periferie delle grandi citt italiane ed europee.
C bisogno di uno sguardo nuovo alle periferie e a questi riemergenti e preoccupanti fenomeni, necessario uno sguardo amorevole che sappia portare la buona politica e le buone pratiche di governo municipale in periferia.
Sono fiducioso che lamministrazione neo eletta non tarder a dare significativi segnali di attenzione alle periferie e ai loro abitanti per migliorare la qualit della vita e impedire che attecchiscano ideologie che di culturale e democratico hanno ben poco.
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comitati di cittadini e dallopposizione in Consiglio. Una strategia che smonta un PGT finalizzato a una densificazione della citt basata proprio su nuovi volumi edificati. Masseroli ha contestato la possibilit di approvare una variante in un tempo cos breve, dato che la legge urbanistica regionale prevede per le varianti la stessa procedura utilizzata per lapprovazione del Pgt, piuttosto lunga e complessa. Alcuni consiglieri comunali di centrosinistra hanno presentato un ricorso al Tar contro lapprovazione del Pgt in quanto nelle votazioni di approvazione si sono accorpate osservazioni diverse tra loro. Il ricorso fondato su precedenti sentenze e porter quasi sicuramente allannullamento della delibera di approvazione, facendo decadere tutto il piano per scadenza dei termini previsti dalla legge regionale per lapprovazione. Cosa dovrebbe fare la nuova amministrazione Pisapia? Le strade possibili sono due. La prima prevede di annullare lapprovazione del Pgt in autotutela a causa del ricorso dei consiglieri. In tal modo non si danno aspettative di nuove volumetrie ai privati, la cui riduzione darebbe loro il diritto di ricorrere al Tar. Il Pgt decadrebbe completamente e ritornerebbe in vigore il Prg, che tutela maggiormente la citt dalla cementificazione
selvaggia, pur consentendo di approvare Programmi Integrati di Intervento e Accordi di Programma. Rimarrebbero in vigore le norme del documento di inquadramento del 2000 e i limiti massimi di densit edilizia delle varie zone della citt che impediscono di sopraelevare edifici, costruire grattacieli dovunque, scassare la citt esistente. Il nuovo consiglio comunale potrebbe approvare un nuovo Pgt che elimini dal documento di piano, dal piano delle regole e da quello dei servizi tutte le norme che sono state contestate dai cittadini, comitati, associazioni, consiglieri, mantenendo gli impegni presi con gli elettori sia durante le primarie che durante la campagna elettorale. Tenendo per buoni tutti gli studi conoscitivi fatti i tempi potrebbero essere brevi. Non ci sarebbe il rischio di cambiare le norme dopo che i buoi sono scappati, cio dopo che i privati hanno presentato Dia, permessi di costruire e altro in accordo al nuovo Pgt. La seconda strada prevede di pubblicare il Pgt e avviare subito una variante importante. Questa strada non altrettanto efficace quanto la prima perch fino alladozione della variante le norme contestate restano in vigore senza neanche la salvaguardia del vecchio Prg, pi restrittivo del Pgt, e sicuramente gli operatori edilizi hanno gi pronti progetti di densificazione allame-
ricana che presenterebbero immediatamente e a cui difficilmente la nuova amministrazione potrebbe opporsi senza rischiare ricorsi al Tar. C da aspettarsi poi una forte opposizione dal parte del centrodestra che, guidato dal consigliere Masseroli, cercherebbe di non far adottare e approvare la variante, sotto la spinta degli operatori ben presenti nella sua base elettorale e che li ha sostenuti nella recente campagna elettorale. La variante rischierebbe di essere approvata alla fine della legislatura comunale. Vi sono precedenti di Pgt in cui amministrazioni di centrodestra hanno annullato dei Pgt approvati da amministrazioni di centrosinistra: Cesano Maderno, Bollate, Samarate. Lex sindaco Moratti nellincontro allAnce sostenne che lamministrazione Pisapia avrebbe fatto fallire imprenditori e professionisti congelando lattivit edilizia per anni e fu accusata di fare del terrorismo. Ora si tratta di rifare il Pgt, che sostanzialmente il piano urbanistico del nuovo Sindaco, in tempi brevi ma senza consentire ai soliti furbi di approfittare delle concessioni fatte dallex-assessore Masseroli a chi vuole speculare sulla citt. La prima strada lunica che garantisca questo risultato.
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destinazione residenziale, commerciale e a uffici, e che i bilanci ad esempio del Comune di Milano si reggano appunto sulla vendita di tali
immobili, tende a confermare tale impressione negativa. Altro che razionalit economica! Questi si stan-
RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Ancora intorno Bacchetti
Dobbiamo tornare a parlare di Andrea Bacchetti ne avevamo gi parlato nellaprile del 2009 e nel gennaio di questanno perch i suoi concerti hanno sempre qualche cosa di sorprendente e viene fatalmente la voglia di commentarli, di solito per apprezzarne la qualit, talvolta per commentarne alcune bizzarrie. Bacchetti conosciuto e apprezzato come pianista bachiano tanto che difficile dimenticare le sue esecuzioni delle Variazioni Goldberg, sempre rigorose e penetranti, ancorch lultima volta gli abbiamo dovuto contestare una esecuzione senza i ritornelli che ci apparve profondamente sbagliata. Sorprendentemente, invece, nel programma del concerto di luned scorso, ospite come sempre delle Serate Musicali al Conservatorio, Bach non compariva affatto; cerano invece ben 15 titoli fra Sonate e Minuetti di Galuppi, Marcello, Paisiello, Soler, Scarlatti e Rossini tutti mediamente brevi come sono normalmente le musiche settecentesche per clavicembalo, e da lui eseguiti senza alcun intervallo e senza interruzioni, uno dopo laltro, rifiutando gli applausi come per non perdere la concentrazione. Due ore abbondanti di musica -bout-desouffle! Fin qui nulla di eccezionale se non lobiettiva fatica dellascoltatore che, ovviamente, in queste condizioni stenta a seguire il programma, rischia di confondere gli autori, fatica lui - pi che il pianista - a concentrarsi sul singolo pezzo per fissarne e goderne il senso, e un po finisce per perdersi nellaffastellarsi dei temi. A sorpresa, poi, Bacchetti ha infilato in mezzo a un programma tutto settecentesco con leccezione della Tarantelle pur Sang di un Rossini tardivo (tratta infatti dai Pchs de vieilesse) e tuttavia ammiccante verso un genere musicale squisitan.23 III 15 giugno 2011 mente barocco - le Rimembranze del compositore padovano Guido Alberto Fano, scritte nel 1892 e intrise del pi piagnucoloso romanticismo. Che cazzeccavano? Preceduti dalla affettuosa ma eccessiva presentazione da parte del nipote del compositore - che ringraziando Bacchetti prima dellinizio del concerto ha voluto raccontare la vita del nonno e ricordare gli anni in cui questi insegn proprio nel Conservatorio milanese - quei cinque pezzi brevi erano tanto fuori luogo che sono riusciti a sgretolare la struttura del concerto e a distruggerne latmosfera (che fatica infatti, subito dopo il Fano, riprendere da Scarlatti!). Non sarebbe tuttavia valsa la pena di intrattenere su questo concerto i miei pochi e preziosi lettori se non fosse arrivata, alla fine, una straordinaria sorpresa. Dopo un primo bis (il Notturno di un poco noto allievo di Csar Franck e dunque, inopinatamente, ancora un pezzo molto romantico) il Nostro si finalmente ricordato della sua vocazione bachiana e ci ha fatto dono della splendida Toccata e Fuga in Mi minore BWV 914. E stata una sorta di rivelazione. La forza di questa musica - peraltro perfettamente coeva, a eccezione ovviamente dei due romantici, di quella eseguita durante lintero concerto - stata tale da rimpicciolire ancor pi i gi brevi pezzi fin qui ascoltati, da ridurli a frammenti quasi inconsistenti, da trasformarli in divertissement senza peso e senza storia. Si potuto toccare con mano quanto rivoluzionario sia stato, nella prima met del settecento, larrivo sulla scena di Bach, osservare come la sua musica non abbia nulla da spartire con limperante barocco di quegli anni, quale e quanta sia stata la grandezza di quellincredibile organista di provincia. Mettiamo a confronto qualche data: Bach nasce nello stesso anno (il 1685) di Domenico Scarlatti e di Georg Friedrich Hndel; per stare agli autori eseguiti da Bacchetti, dei due veneziani Benedetto Marcello di un anno pi giovane e Baldassarre Galuppi di 21, mentre il tarantino Giovanni Paisiello nasce addirittura quando Bach ha gi 55 anni. Se invece andiamo indietro nel tempo troviamo di poco pi vecchi di Bach i veneziani Tommaso Albinoni (1671) ed Antonio Vivaldi (1678), poi il francese Franois Couperin (1668), linglese Henry Purcell (1659), fino al romagnolo Arcangelo Corelli (1653). Come possiamo considerare la musica di Bach, soprattutto quella strumentale e in particolare quella per tastiera (come noto Bach non faceva troppa differenza fra esecuzioni allorgano, al cembalo o pi tardi al fortepiano) appartenere a quel contesto cosiddetto barocco? Sentire quella Toccata e Fuga dopo un concerto quasi interamente dedicato alla musica barocca ha avuto leffetto di marcare platealmente la gigantesca distanza che separa Bach dai suoi contemporanei. E se era questo che voleva dirci Bacchetti, complimenti, loperazione riuscita perfettamente. Musica per una settimana Siamo proprio ai saldi di fine stagione, e cio * mercoled 22, al Conservatorio, la chiusura della stagione della Societ dei Concerti con gli Stuttgarter Philharmoniker diretti da Alan Buribayev e il Wrttembergischer Kammerchor diretto da Dieter Kurz, che eseguono la Romanza in fa maggiore opera 50 di Beethoven, il Concerto n. 2 in mi minore opera 64 per violino e orchestra di Mendelssohn
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(violinista Uto Ughi) e The Planets di Holst per coro e orchestra * alla Scala, finita la stagione della Filarmonica, in giugno restano le ultime tre opere del cartellone e cio: 1) lAttila di Verdi diretta da Luisotti con la regia di Lavia, che va in prima luned 20 con repliche del 22, del 24 e poi di luglio fino al 15 quando la Scala chiude per lestate; 2) LItaliana in Algeri di Rossini - di-
retta da Antonello Allemandi per la regia di Jean Pierre Ponnelle ripresa da Lorenza Cantini - la cui prima sar gioved 30 e diverse repliche in luglio; 3) Romo et Juliette di Gounod le due ultime repliche con la direzione di Yannick NzetSguin e la regia di Bartlett Sher che va in scena marted 21 e gioved 23
Sar invece opportuno cominciare a studiare i programmi e le offerte di abbonamento per la prossima stagione, tutti ormai pubblicati sui siti ricordiamo di: * Orchestra Verdi * Pomeriggi Musicali * Serate Musicali * Societ del Quartetto * Societ dei Concerti * Milano Classica
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Cattelan tra piccioni imbalsamati e foto surrealiste
Nuovo scandalo (preannunciato) per lenfant prodige dellarte nostrana, Maurizio Cattelan. Alla 54esima Biennale di Venezia, inaugurata il 4 giugno e che andr avanti fino al 27 novembre, lartista padovano, chiamato in extremis a partecipare, ha proposto una particolarissima opera-installazione: The others, 2000 piccioni imbalsamati e collocati sui solai, le travi e gli impianti del Padiglione centrale della Biennale. In realt lidea tanto nuova non visto che riprende uninstallazione del 1997, Tourists, gi esposta nella Biennale di quellanno, curata da Germano Celant, e che consisteva in duecento colombi imbalsamati. Alcuni dei quali, bene dirlo, sono stati poi battuti allasta da Christies per lincredibile somma di 150 mila sterline. Insomma altri piccioni tassidermizzati appollaiati su travi. Questo ha comportato una inevitabile protesta da parte degli animalisti, che hanno manifestato con slogan e cartelli allingresso dei Giardini. Certo Cattelan non nuovo alluso di animali nelle sue opere, come fece nel 1996 per La ballata di Trotskij, in cui appese un cavallo imbalsamato a uno dei soffitti del Castello di Rivoli (stima: due milioni di dollari), oppure un altro cavallo, sempre imbalsamato, trafitto da un cartello con la scritta INRI, esposto nel 2009 alla Tate Modern di Londra; la statua animale dei quattro musicanti di Brema, o ancora lirriverente regalo alla Facolt di Sociologia dell'Universit di Trento in occasione del conferimento della laurea honoris causa: un asino impagliato dal titolo Un asino tra i dottori. Ultimo ma non meno crudele, il topolino incastrato in una bottiglia di vodka Absolut per uno degli eventi legati alla Biennale del 2003 organizzato proprio dal marchio Absolut. Magra consolazione far notare che i piccioni non sono stati imbalsamati appositamente per levento e che, in realt, nel 2007, per la giornata dell'arte contemporanea promossa da Amaci (Associazione dei musei d'arte contemporanea italiani) Cattelan aveva realizzato un canguro nascosto dietro un albero dal quale spuntavano solo le orecchie dell'animale, un lavoro eseguito con il sostegno del Wwf stesso. Quattrocento di questi piccioni andranno poi alla mia retrospettiva al Guggenheim di New York che aprir il 4 novembre. Confermo che quello sar il mio ultimo impegno prima di lasciare il mondo dellarte. Cos si giustifica Cattelan, sostenendo ancora una volta che il suo ritiro dal mondo dellarte davvero imminente. Verit o strategia? Sarebbe in ogni caso un ritiro parziale, perch lobiettivo di Cattelan occuparsi sempre di arte, ma in modo collaterale, attraverso la sua nuova rivista Toilet Paper. Come annunciato mi ritiro a occuparmi della mia rivista Toilet Paper, anzi ne far anche altre. Per lappunto. Questa nuova impresa editoriale, diretta e curata insieme allamico e fotografo Pierpaolo Ferrari, presentato nello spazio milanese Le Dictateur, una rivista fotografica, una sorta di moderno giornale dada-surrealista (abbondano occhi, nasi e dita mozzate), dedicata solo alle immagini, niente spiegazioni, che accosta fotografie diverse e un tantino scioccanti, per permettere allo spettatore pindarici voli interpretativi e suggestivi. Limportante, suggeriscono gli autori, la sequenza con cui le foto sono proposte. Insomma il solito, irriverente e autoreferenziale Cattelan. 54. Esposizione Internazionale darte Biennale di Venezia, Giardini e Arsenale dal 4 giugno al 27 novembre, Orari: 10 18 chiuso il luned. Costi: 6 per ciascuna sede, 10 per entrambe le sedi
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teria, in una continua sperimentazione e compenetrazione tra i due, interagendo con lambiente circostante per cercare di generare sensazioni, spaesamenti percettivi, che porteranno a ognuno, diversi, magari insospettabili significati, come spiega lartista stesso. Ecco perch non tutto lineare, come si pu capire guardando le sculture in acciaio C-Curve (2007), Non Object (Door) 2008, Non Object (Plane) del 2010, ed altre che provocano nello spettatore una percezione alterata dello spazio. Figure capovolte, deformate, modificate a seconda della prospettiva da cui si guarda, un forte senso di straniamento che porta quasi a perdere l'equilibrio. Queste solo alcune delle sensazioni che lo spettatore, a seconda dellet e della sensibilit, potrebbe provare davanti a questi enormi specchi metallici. Ma non c solo il metallo tra i materiali di Kapoor. Al centro della Rotonda troneggia lenorme My Red
Homeland, 2003, monumentale installazione formata da cera rossa (il famoso rosso Kapoor), disposta in un immenso contenitore circolare e composta da un braccio metallico connesso a un motore idraulico che gira sopra un asse centrale, spingendo e schiacciando la cera, in un lentissimo e silenzioso scambio tra creazione e distruzione. Unopera, come spiegano i curatori, che non potrebbe esistere senza la presenza indissolubile della cera e del braccio metallico, in una sorta di positivo e negativo (il braccio che buca la cera), e di cui la mente dello spettatore comunque in grado di ricostruirne la totalit originaria. Il lavoro di Kapoor parte sempre da una spiritualit tutta indiana che si caratterizza per una tensione mistica verso la leggerezza e il vuoto, verso limmaterialit, intesi come luoghi primari della creazione. Ecco perch gli altri due interessanti appuntamenti hanno sempre a che fare con queste tematiche: Dirty
Corner, presso la Fabbrica del Vapore, un immenso tunnel in acciaio di 60 metri e alto 8, allinterno dei quali i visitatori potranno entrare, e Ascension, esposta nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia, in occasione della 54 Biennale di Venezia. Opera gi proposta in Brasile e a Pechino ma che per loccasione prende nuovo significato. Uninstallazione site-specific che materializza una colonna di fumo da una base circolare posta in corrispondenza dellincrocio fra transetto e navata della maestosa Basilica e che sale fino alla cupola. ANISH KAPOOR - Rotonda di via Besana fino al 9 ottobre Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4 fino all11 dicembre Orari: lun 14.30 19.30. Mar-dom 9.30-19.30. Giov e sab 9.30-22.30. Costi: 6 per ciascuna sede, 10 per entrambe le sedi.
Brera mai vista. La Madonna con il Bambino del Maestro di Pratovecchio - Pinacoteca di Brera, sala XXXI, fino all11 settembre - Orari: 8.30 -19.15 da marted a domenica - Costo: intero euro 9, ridotto euro 6.50.
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zionali e altrettante opere che sono via via cresciute, evolute, cambiate, modificate e si sono adattate agli spazi dellHangar. Lultima mostra, inaugurata il 5 maggio, vede la presenza di quattro nuovi artisti, gli ultimi in ordine cronologico che sono stati inseriti nel progetto: Roman Ondk, Pascale Marthine Tayou, Nari Ward e litaliano Alberto Tadiello. Il titolo della quarta fase, L'anello pi debole della catena anche il pi forte perch pu romperla, forse la dichiarazione pi significativa rispetto allo scopo del progetto. La vulnerabilit anche forza. Bisogna assecondarla e accettarla, farla diventare il punto di forza. Le catene rappresentano anche una struttura dinamica - dice Chiara Bertola - che conduce alla produzione di forme e di lavoro; allinterno del ciclo (o del processo) rappresentato da una catena, esiste sempre un anello debole (non allineato) che alla fine pu rivelarsi come il pi forte perch rompe uno schema di comportamenti prevedibili diventando cos il pi creativo. Lanello "difettoso" interrompe un ingranaggio e rompe dunque la normale successione delle azioni. Ecco il significato di questa nuova fase, tutta in divenire, che presenta quattro nuovi interessanti lavori. Lartista slovacco Ondk, presenta Resistance, un video nel quale a un gruppo di persone stato chiesto di recarsi a un evento pubblico presso il quale essi si mescolano nella folla con i lacci delle proprie scarpe slacciati. In questa opera lartista da una parte lavora sul rituale dellopening,
dallaltro crea una condizione straniante in chi guarda il video, abbandonato e incerto sulla corretta interpretazione. Pascale Marthine Tayou, camerunese, costruisce nel CUBO Plastic bag una spettacolare installazione con un grande cono rovesciato interamente costituito da diecimila sacchetti di plastica biodegradabili di cinque tonalit diverse. Una prima versione dellopera era gi stata esposta nel 2010 in Australia, in questa sede stata appositamente rivisitata e viene presentata per la prima volta in Italia. Gi dal titolo si pu intuire il materiale favorito di Tayou, il sacchetto di plastica, un oggetto assolutamente banale e anonimo, accessorio della quotidianit, che diventa simbolo della crescente globalizzazione, del consumismo, ma anche simbolo del nomadismo che sempre pi caratterizza luomo moderno, una sorta di vagabondo che trascina nei sacchetti i pezzi importanti della sua vita. Con un risvolto assolutamente nuovo: oggi che i sacchetti di plastica sono banditi dal commercio, entrano di diritto a far parte dei materiali usati per larte. E presente anche Nari Ward, giamaicano ma newyorkese di adozione, artista che usa come veicolo darte i materiali di riciclo della vita moderna e industriale, spesso raccolti direttamente nel suo quartiere, Harlem, ai quali d nuova funzione e significato, usandoli per affrontare temi sociali come la povert, limmigrazione e la questione razziale. Per Terre Vulnerabili ha realizzato Soul soil, un grande conteni-
tore ovale dove sono intrappolati e dal quale fuoriescono resti di oggetti abbandonati, materiali di recupero, parti in ceramica di sanitari e alcuni dei vestiti usati provenienti dallinstallazione di Christian Boltanski, Personnes, esposta allHangar lo scorso anno, sfuggiti allo smantellamento di fine settembre 2010, interpretando cos, in linea anche con la sua poetica, uno dei temi portanti di Terre Vulnerabili. Lultimo artista presente litaliano Alberto Tadiello, con il suo Senza titolo (Adunchi), una installazione di tubi di ferro, lamiere, dadi e bulloni su una colonna aggettante e spigolosa. Il significato pi che mai legato al tema della vulnerabilit e della precariet. Cos lartista stesso, spiega la sua opera: Un grumo di forze. Di aggettanza, di torsione, di urto, di trazione, di spinta. Di isolamento, di deformazione, di dissipazione, di accoppiamento, di riunione, di separazione. solo metallo, ferro. Tagliato, smussato, graffiato, bucato, piegato, imbullonato. Si affaccia. Pesa, pende, gravita. E il momento di tirare le somme e vedere queste quattro fasi al completo, per comprendere a pieno cosa sia oggi la vulnerabilit secondo questi artisti ma soprattutto per vedere quanto questi progetti siano davvero definitivi. Lo sono? Terre Vulnerabili 4/4 L'anello pi debole della catena anche il pi forte perch pu romperla Hangar Bicocca Fino al 17 luglio. Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00, gioved dalle 14.30 fino alle 22.00, luned chiuso Ingresso: intero 8 euro, ridotto 6 euro
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a Napoli, per creare asili nei rioni disagiati; le fotografie della gente qualunque di Franco Vaccari; la passeggiata con la sfera di Michelangelo Pistoletto, riproposta dal film di Ugo Nespolo (1968/69); le interviste di Maurizio Nannucci, fatte di una sola parola ai passanti (Firenze, 1976). Ma anche le indimenticabili e scioccanti performance di Rotella, Restany e Niki de Sainte Phalle, durante il Festival del Nouveau Realisme a Milano, con il banchetto funebre, una sorta di macabra ultima cena per decretare la fine del gruppo, fatta dai membri del gruppo stesso; i monumenti impacchettati di Christo; le espansioni gommose di Cesar in Galleria Vittorio Emanuele e il monumento fallico di Tinguely. Tutto visibile attraverso filmati, do-
cumenti preziosi di momenti ormai perduti. Insomma una carrellata di artisti e azioni che hanno profondamente influenzato larte di oggi e che idealmente completano il percorso espositivo del Museo del Novecento, che si conclude allincirca agli anni Sessanta, con lavori pensati per superare il limite tradizionale del quadro o della scultura: dagli ambienti programmati e cinetici allarte povera alla pittura analitica. In contemporanea, il Museo ospita anche altre due esposizioni: una sala dedicata alla famiglia Carpi e ai suoi maggiori esponenti, Aldo e Pinin; allultimo piano invece sar possibile studiare una selezione di disegni e ceramiche di Alessandro Mendini, provenienti dalla collezione di Casa Boschi-Di Stefano.
Per concludere, nellultima vetrata dello spazio mostre stato allestito un white cube, dove dal 15 aprile al 30 giugno sar esposta Nice ball, opera di Paola Pivi. Una composizione fatta di sedie di design in miniatura che, illuminate dallinterno, proiettano sulle pareti giochi di ombra. Seguiranno poi a rotazione anche unopera darte, un oggetto di design e una fotografia.
Fuori! Arte e spazio urbano 19681976 - Museo del Novecento - fino al 4 settembre. Lun 14.30-19.30; mar, mer, ven e dom 9.30-19.30; giov e sab 9.30-22.30 Biglietto intero 5 euro, ridotto 3 euro.
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Mimmo Paladino Palazzo Reale 7 aprile 10 luglio 2011; orari: marted, mercoled, venerd, domenica h
Gli occhi di Caravaggio. Gli anni della formazione tra Venezia e Milano. Museo Diocesano. Dal 10 marzo al 3 luglio. Orari: 10-18. Chiuso luned. Intero: euro 12. Ridotto: euro 10.
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sionismo al post-impressionismo, si sono confrontati con queste tematiche rivoluzionando il concetto di pittura e il ruolo dellarte nella societ borghese dellepoca. Societ con cui tutti gli artisti esposti si sono dovuti scontrare, spesso nel vero senso del termine. La mostra propone quindi un percorso gradevole, una piacevole passeggiata da fare attraverso le sale, rimirando opere che ottennero successi strepitosi al Salon francese, luogo deputato per esporre opere di pittura accademica; ma anche opere, alcune davvero notevoli, che non furono nemmeno prese in considerazione ai tempi, e anzi furono assolutamente incomprese e schernite. Opere che, in realt, portarono ad una rivoluzione totale dellarte e del modo di dipingere, per tecnica e soggetti. Certo la mostra non brilla per avere capolavori a livello assoluto, ma questo facilmente spiegabile raccontando la storia e il carattere di chi questa collezione mise insieme. Robert Sterling Clark fu uno di quei personaggi fuori dalla norma, allora come oggi. Nato nel 1877 da una famiglia americana ricchissima (il nonno fu socio in affari di quel Singer delle macchine per cucire), eredit una fortuna da parte di padre e di madre, e questo gli permise di vivere una vita agiata e lontana dalle preoccupazioni pi banali. Spirito indomito, allergico alle formalit della sua famiglia, organizz una spedizione di studio a cavallo nella
Cina e ne scrisse un libro. Visti i rapporti tesi con uno dei fratelli, decise di sfuggire allambiente borghese di New York trasferendosi a Parigi. Tappa fondamentale questa, che gli permise, oltre che di iniziare a collezionare arte, anche di conoscere una graziosa attrice della Comdie-Franaise, Francine Clary, con la quale inizi uno straordinario percorso di vita, e che spos nel 1919. Gi dagli anni 10 Clark inizi a interessarsi e a comprare opere darte, per lo pi dipinti, dei grandi maestri del Rinascimento italiano come Piero della Francesca e Ghirlandaio. Poi la sua passione sindirizz, quasi per caso, verso gli Impressionisti, conosciuti attraverso mercanti darte suoi amici. Uomo che non amava le luci della ribalta, Sterling inizi la sua attivit di collezionista quasi nellombra, scegliendo opere s di grandi autori, ma che soprattutto colpivano e affascinavano lui e la moglie. Una scelta istintuale, lontana dalle logiche di mercato o dalle mode. E fu cos che nel 1913 arriv a comprare il suo primo Renoir, primo appunto, di oltre 30 quadri del maestro francese, che divenne il suo preferito in assoluto e di cui am circondarsi esponendo queste opere nelle sue varie case. Se gi dal 1913 aveva pensato ad organizzare un suo museo privato, solo a 70 anni Sterling arriv a decidere di crearne uno suo per davvero. Dopo una vita trascorsa tra New York, Parigi e la casa di famiglia dei
Clark a Cooperstown, la coppia decise di creare un nuovo edificio in stile classico a Williamstown, Massachusset. Unala di questo palazzo, inaugurato nel 1955, divenne la loro casa, finch la morte non colse Sterling a poco pi di un anno dalla creazione di questo museo. Un lascito importante, quello di Robert e Francine, fatto da unincredibile collezione di dipinti ma anche di oggetti dargento, porcellane, libri antichi, stampe e disegni. Listituto fu corredato anche da una generosa donazione e da unintelligente e liberale statuto che ha permesso allistituzione di non essere solo un museo, ma anche un centro di ricerche di fama mondiale, promotore di attivit e stanziamenti a favore dellarte e delle persone che di arte si occupano. Quello stesso statuto permette che, anche oggi, la collezione venga accresciuta e integrata da nuovi acquisti, fatti sempre pensando a quei criteri di scelta che usavano Sterling e Francine e che hanno permesso lacquisto di nove nuove opere presenti in questa mostra.
Gli impressionisti. I capolavori della Clark Collection. Palazzo Reale 2 marzo 19 giugno 2011 Orari: lun. 14.30 - 19.30. Mar, mer, ven e dom 9.30 -19.30. Giov e sab 9.30 - 22.30 Biglietti: Intero 9,00. Ridotto 7,50
CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org Tutti per uno
di e con Romain Goupil [A Hard Day's Night, Gran Bretagna,1964, 85] con Valeria Bruni Tedeschi, Linda Doudaeva, Jules Ritmanic, Louna Klanit, Louka Masset, Jeremie Yousaf
22 marzo 2067, Milana (Linda Doudaeva), protagonista dell'ultima discussa e toccante pellicola di Romain Goupil, ricorda quello che ha vissuto sessant'anni prima. Nel 2009, Milana una bambina di nove anni di origine cecena che frequenta le scuole elementari a Parigi. Con lei ci sono i suoi inseparabili compagni Blaise, Alice, Claudio, Ali e Youssef. Per reagire all'espulsione dell'amico Youssef e impedire la stessa sorte a Milana, i bambini giurano di restare sempre uniti e decidono di organizzare un complotto. In questo film, il transalpino Romain Goupil, gi leader del maggio francese e oggi attore e regista, sceglie di trattare un tema difficile come il dramma dei clandestini, i cosiddetti sans papiers (senza documenti), di grande attualit per un paese come la Francia che, proprio in questo periodo, deve far fronte all'arrivo di numerosi immigrati nordafricani in fuga dai paesi in rivolta. Goupil sceglie come protagonista un gruppo di bambini ed a loro che il film sembra essere indirizzato. solo imparando da loro, dalla loro capacit di non badare a differenze di razza, colore, religione che si pu sperare in una societ migliore. L'unico adulto in scena che riesce a comprendere questo magico linguaggio infantile Cendrine, la mamma di Blaise e Alice, interpretata dall'attrice Valeria Bruni Tedeschi. Sorella della premire dame, non si fatta influenzare o intimorire dalla recente parentela con il presidente Nicolas Sarkozy.
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Il suo personaggio riesce a incarnare perfettamente quel sentimento rivoluzionario di fratellanza che la Francia delle espulsioni di oggi sembra aver dimenticato. Il messaggio che arriva allo spettatore
chiaro. La necessit di ribellarsi e la forza contagiosa della solidariet ci vengono trasmessi in modo apparentemente giocoso ma, pi che mai, diretto e convincente.
Pulp fiction
di Quentin Tarantino [USA, 1994, 154] con: John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman, Bruce Willis, Maria de Medeiros, Harvey Keitel, TimRoth, Amanda Plummer, Christopher Walken, Ving Rhames, Eric Stoltz, Rosanna Arquette
Pulp, massa di materia informe e molle. Con questa definizione si apre Pulp Fiction [USA, 1994, 154'] di Quentin Tarantino. Quasi un avvertimento allo spettatore: state per entrare in un'opera di basso livello, dallo stile popolare, simile a un libro che tratta argomenti sinistri, normalmente stampato su carta di bassa qualit (questa infatti la seconda definizione di Pulp). Dopo l'ammonimento, la storia comincia. Anzi, le storie. La sceneggiatura di Tarantino si diverte a rimbalzare tra tre storie differenti, ognuna con una propria autonomia, ma tra loro collegate. Tutto inizia e finisce in un classico diner americano: partiamo dalla rapina di Zuccherino (Tim Roth) e Coniglietta (AmandaPlummer), e ritorniamo dopo pi di due ore in quello stesso luogo, poco prima dei titoli di coda. Nel mezzo, il regista offre un'esperienza visuale senza tempo. Non c' modo di contestualizzare Pulp Fiction in un periodo storico: siamo immersi in un'orgia di elementi e caratteristiche che spaziano dagli anni '20 a un futuro incerto. Niente vero. fiction a tal punto da far saltare qualsiasi tipo di connessione. Anche la colonna sonora per la maggiore diegetica (proviene dall'interno del film) un miscuglio di generi che spaziano dal rock al surf, dal funk al blues, scombinando ogni riferimento temporale. L'esperienza Pulp Fiction, oltre a senza tempo, senza senso. Se nel film precedente, Le iene [1990], le scelte registiche contribuivano ad aumentare la tensione della narrazione, questa volta non c' alcuna preoccupazione. Tutto diventa un gioco al servizio del cattivo gusto e dell'oscenit. Tutto pulp, appunto. Il non-sense il protagonista del film. Il vuoto. La bravura di Tarantino (allora 29enne), sta nel rendere questa sensazione di vuoto bello, attraverso un pieno brutto. Il bello del vuoto nella capacit di trasformare la banalit in spettacolo, riempiendo lo schermo con miriadi di segni e simboli. Segni e simboli ripresi dall'immaginario popolare, non importa di quale epoca. Un citazionismo estremo che vive di rimandi alla storia del cinema e alla cultura di massa; dai piccoli particolari, come le sigarette Red Apple fumate da Mia Wallace (Uma Thurman, bella, bella) gi viste in Le iene, fino a completi movimenti della macchina da presa che danza ricalcando alcuni film del passato. L'importante che tutto sia pieno. E inutile. Sono pieni e inutili i dialoghi brillanti, per evitare quei silenzi che mettono a disagio di cui parla Mia a cena con Vincent Vega (John Travolta). Un cinema del dialogo ossessivo, banale, sterile ai fini della narrazione. Tarantino sembra rispondere all'esigenza di un horror vacui postmoderno, dove l'occhio non vuole solo la sua parte, ma esige un ruolo da protagonista. Il nostro godere stimolato dal rapporto conflittuale tra fabula e intreccio; la cronologia frammentata anch'essa riferimento al cinema di exploitation degli anni '70 e '80 contribuisce a quel senso di bricolage narrativo in cui tutto provvisorio e frammentato. Il divertimento di Tarantino (che il nostro divertimento in sala) simile a quello di un bambino nativo digitale. Il film, come dicevo prima, pur iniziando e finendo nello stesso ristorante, tutt'altro che circolare. La sua struttura molto pi simile a un ipertesto: un gioco di link che si cliccano rimandando a se stessi. Si citano e auto esaltano senza mai prendersi sul serio. Una superficialit a tratti comica (pensiamo alla sequenza in cui Vincent spara accidentalmente a Marvin); superficialit davvero vicina al modo di muoversi creato da Internet: surfare orizzontalmente senza per forza annoiarsi nella profondit. I troppo intellettuali sentiranno una puzza strana davanti a Pulp Fiction, non permetteranno ai loro fini cervelli di adeguarsi al kitsch del Jack Rabbit Slim's: diner di cattivo gusto sommerso di feticci della cultura americana che, per un attimo, fanno pensare a una serigrafia di Andy Warhol. Storceranno il naso davanti a John Travolta che 50 kg pi tardi balla rialzando La febbre del sabato sera [John Badham, 1977].Intanto noi, ancora una volta, ci facciamo avvolgere da questa massa di materia informe e molle, gongoliamo nel gioco di Tarantino, saltiamo avanti e indietro, e l'unica preoccupazione morale che ci assilla sapere il contenuto di quella valigetta attorno alla quale ruota la storia. Paolo Schipani
Pulp Fiction stato proiettato, domenica 12 giugno, alla Festa Democratica 2011 di Pregnana Milanese. Il tributo a Quentin Tarantino continua la prossima settimana domenica 19 giugno con la proiezione di Le iene. Via Gallarate, Pregnana Milanese area feste.
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