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Francesco Bettoni Stefano Faustini Gaetano Lanfranchi Matteo Piccinali

StRaDE E quaRtIERI

PENSIERI DI

Centro storico Bovegno Collio Gardone V.T. Marcheno Sarezzo S. Colombano

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O II N. 11 ANN

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VACANzE dI NATALE
A2A: TORNARE INdIETRO
Si pu (o si deve)

INTEGRAzIONE
Indovina chi viene a cena?

BACHECA PELO E CONTROPELO PROdOTTO & mERCATO VIdEOTECA QUI E L SUCCESSO

3 DODICI MESI // dICEmBRE 2010

IN QUESTO NUmERO

Editoriale Opportunit sprecata Prodotto & mercato Francesco bettoni: Sporcarsi le mani di lavoro? un valore Gaetano Lanfranchi: Un Lampo di genialit Made in Italy matteo Piccinali: Cina, crescita obbligatoria verso linnovazione Stefano Faustini: Dalla sella al camice Strategia dimpresa A2A: si pu (o si deve) tornare indietro Assemblea cdO: Nuova alleanza impresa-lavoro Una Fondazione per il dialogo bacheca Vacanze di Natale: Tutti a casa!

5 7 9 10 15 19 23 26 31 37 39 41 43

57 integrazione: indovina chi viene a cena? 68 Strade e quartieri: Centro storico, consigli per luso 87 brescia nella storia: tra il 200 e il 300 92 Viaggio in Provincia: Sarezzo, Gardone V.T., Marcheno, Bovegno, Collio/S. Colombano 106 Tu e il fisco 108 Pelo e contropelo 111 Quando le donne farebbero la differenza 113 Automobilisti e pedoni: processo di pace 115 Qui e l 119 Ogm: il mondo agricolo bresciano diviso 122 Gentile Farmacista 124 Specchio delle mie brame 127 Videoteca 128 successo

Mensile di attualit, economia, inchieste, opinioni e cultura da Brescia e dal mondo. Dicembre 2010 anno II - Numero 11 Rivista mensile - 1,00 VialeDucadegliAbruzzi,163-25124Brescia tel030.3758435-fax030.3758444 redazione@dodicimesi.com Direttore Responsabile RobertoBarucco direzione@dodicimesi.com coordinamento DonatellaCar donatella.care@dodicimesi.com Hanno collaborato AliceAimo,EvaAlessandri,GiovanniAltuni,LucaAnni, FiorenzoBandirali,RobertoBarucco,LuceBellori, NicolaBendinelli,LivioBenassi,EsterinoBenatti, ElizabethBertoli,SilvioBettini,PaoloemilioBonzio, DonatellaCar,AlessandraCascio,LodovicoCherubini, AlessandroCheula,PaoloCittadini,MarioConserva, EnricoFilippini,BrunoForza,RolandoGiambelli, RobertoGiulietti,ViolaLadi,LucreziaLombardi, RiccardoMaffei,FerdinandoMagnino,SergioMasini, EnricoMattinzoli,CristinaMinini,GiorgioOlla,Antonio Panigalli,IrenePanighetti,LucianoPonzi,Massimo Portolani,FrancescoRastrelli,FedericoRossi,Emanuele Salvi,SalvatoreScandurra,AlessandraTonizzo.
Questo periodico associato allUnione Stampa Periodica Italiana

DODICI MESI

MESI

Editore SalesSolutionssrl VialeDucadegliAbruzzi,163-25124Brescia RegistrazioneTribunalediBrescian.52del24/11/2008 Impaginazione WaveCommunicationSrl Fotografie ArchivioSalesSolutions,UmbertoFavrettoAgenzia Reporter,RolandoGiambelliIlFotogramma,Patrick MerighiBresciainVetrina,CristinaMinini Stampa MediagrafSpa-Padova Pubblicit SalesSolutionsSrl VialeDucadegliAbruzzi,163-25124Brescia tel030.3758435-fax030.3758444 segreteria@salesolutions.it

MESI 12dICEmBRE 2010

E
di ROBERTO BARUCCO

DItoRIaLE

EXTRA OMNES
ci ben fissati in file parallele. O composti nel sarcofago di plastica che ci accompagna in vacanza dal tetto della nostra auto. Tagliando a posto, gomme termiche che ti scaldano solo a vederle, spray sciogli ghiaccio, destinato a rimanere in ibernazione nel cruscotto, catene e pure un po di tormento nel montarle in caso di necessit se, come da copione, sono ben sepolte sotto le valigione. O ancora abbronzante, prenotazione, anche in leasing, sogno tropicale come da depliant all inclusive, animatore dalladdome tartarugato e animatrice stile Malibu. Natale, no? Ci resta quello. Bianco come da tradizione e ricoperto con nevicate di zucchero a velo. Tartufato per alcuni, tartufesco per altri, assolato e abbronzato per altri ancora. Retorica dellantiretorica? Pronta anche quella. E gli altri, i meno vacanziertavolierisciatori che non sciorinano capello fluente e dolcevita stretch che irrompe sulla giacca in cachemirino, quegli altri, quelli di sempre, delle tasse, degli autobus, delle code, della nube di Fantozzi, che fine fanno, seminascosti, gli occhi appena luminosi, nelle caverne di questo pan di zucchero impastato e lievitato con sapienza e poi servito sulla tavola del rito? Vivono un Natale diverso, manco fossero nelle grotte di Qumran? Cos di Natale in Natale, altrui, che in fondo ognuno ha il suo, le nostalgie e i dolori e le disperazioni sue, che voglia condividerle o meno, eccoci arrivati al nostro, di appuntamento con quel pazzo damore che Ges, che ancora non ci molla e le tenta tutte per tallonarci da vicino. Natale giornalistico, non poteva essere altrimenti. Ed ecco puntuale la nostra indagine casereccia: ste benedette vacanze di Natale, panacea assoluta raffigurata come in una pala sacra nel collettivo esorcizzan-

te di un cinepattone, sono troppo lunghe? Ve le ricordate, quando, da antichi studenti, si iniziava il conto alla rovescia, arrivava il fatidico 23 dicembre, e fino a dopo lEpifania, manco i mammutones bastavano a schiodarci a campanate dallozio? E oggi? Servono, vacanze cos lunghe? Le famiglie le vivono come un incubo di spesa, di spazi da riempire, di tragici silenzi o tridui colesterolemici? Ho una mia personale opinione, francamente, ma qui, tra le pagine delle domande rivolte dai nostri allegri colleghi della foresta cittadina, non la troverete. E manco a Sherwood. Tuttavia leggete, e scoprirete che idea hanno, alcuni, ripeto, alcuni, dell effetto Natale e come altri lo vivono. Voltiamo pagina. Dicevamo di giornalismo e affini: beh, c un Natale anche l. Vedete amici, quando ero una sorta di apprendista stregone e la scuola del nostro mestiere si faceva in strada, tra la gente e guardava a Nino Nutrizio ed altri maestri, si diceva che anche le redazioni dei giornali, a Natale, divenissero strane, persino magiche, ci credereste? Ci ho creduto tanto, allora e ci credo ancora, a quelle redazioni. Questa convinzione almeno lasciatemela ancora intatta, non sigillatemela nella plastica antitaccheggio dei centri commerciali. In fondo le redazioni sono fatte di uomini, no? E relativi sogni. Fine della digressione. E torniamo come stelle comete allombra del Castello. Eccoli i nostri magi profani che arrivano. Questa volta sono i politici, con i volti raffigurati anche nei presepi napoletani, ora alle prove con larte del possibile nel momento pi delicato della nostra Italia: non portano oro, incenso e mirra, a quanto pare. Alle urne doro potrebbero (scriviamo mentre nulla certo, in questa seconda met di novembre) sostituire lurna del voto. Preferibile? Auspicabile? Non necessario? Questione di punti di vista. Vediamo che Natale sar. Urne future, forse, lenzuolate cartacee di simboli da ripiegare e matite copiative, riconsegnate per lennesima volta a pastori e zampognari impietriti, indecisi, incerti, preoccupati. Si chiudono le porte delle case e resta solo il silenzio delle coscienze.
MESI 12dICEmBRE 2010

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OPPORTUNIT SPRECATA

di pochi giorni orsono la Conferenza Nazionale sulla Famiglia, nella quale sono stati presentati dati e studi che, partendo dallanalisi del Work in house, fanno nuovamente emergere il profondo gap di genere che assilla lItalia. I numeri sul lavoro femminile dicono, infatti, che, per le donne la strada occupazionale tutta in salita e diventa praticamente impossibile se hanno figli a carico. A fronte di circa un 40% in media di donne occupate, con i soliti importanti sbilanciamenti Nord/Sud, il tasso di abbandono lavorativo tra le donne che diventano mamme rende lidea: quasi una su tre (27,3%) abbandona il lavoro dopo il primo figlio, e unaltra buona parte quando la famiglia si allarga, dal secondo figlio in poi. A conferma del fatto che, per il genere femminile, impostare una famiglia ed avere figli sia una mission impossible, arrivano gli ultimi dati dellIstat che ci spiegano come in almeno tre casi su quattro (76,2%) il lavoro domestico, e pi in generale quello familiare delle coppie, ricada sulle donne. Secondo i numeri registrati nel biennio 2008-2009, la situazione sembrerebbe essere in leggero miglioramento rispetto al biennio 2002-2003, quando lavare i piatti, cucinare, fare il bucato e accudire la prole ricadeva sulle spalle femminili nel 77,6% dei casi. Dati difficili da metabolizzare ai giorni nostri e che danno unimmagine incontestabile: in Italia persiste una forte diseguaglianza di genere nella divisione del carico di lavoro familiare tra i partner. Lasimmetria nella divisione del lavoro familiare un dato di fatto geografi-

camente trasversale in tutto il Paese, anche se le differenze Nord/Sud sono direttamente proporzionali al livello di occupazione/istruzione e di impegno professionale femminile (secondo gli ultimi dati Ocse, al Sud 63 donne su cento sono stabilmente disoccupate). Valori inferiori al 70% si registrano solo nelle coppie settentrionali in cui lei lavora e non ci sono figli, o nelle coppie in cui la donna una lavoratrice laureata (67,6%). E pensare che gli obiettivi fissati nella conferenza di Lisbona prevedevano per il 2010 un tasso complessivo di occupazione femminile pari al 60%. Nellultimo ventennio, laumento del tasso di occupazione delle donne cresciuto costantemente e, a tuttoggi, le stesse rappresentano pi del 40% della popolazione attiva allinterno dellUnione Europea. Nel nostro Paese, la divaricazione appare ancora pi significativa: le donne rappresentano il 51,4% della popolazione, ma solo il 28% della forza lavoro, il 40% degli occupati e il 53% delle persone in cerca di occupazione; mentre gli uomini sono il 48,6%, il 62% delle forze di lavoro, il 60% degli occupati ed il 47% delle persone in cerca di

occupazione. Analizzando poi il tasso di disoccupazione femminile le differenze tra i sessi e tra le aree geografiche sono evidenti. Considerando le forze lavoro nella fascia det compresa tra i 15 ed i 64 anni, il tasso di disoccupazione femminile il doppio di quello maschile in tutte le aree geografiche del paese. I dati evidenziano situazioni critiche soprattutto per le classi di et pi giovani residenti nel Sud (57,4%) e nelle isole (58,7%), a fronte di tassi di disoccupazione decisamente inferiori nel nord-est (7,8%) e nel nordovest (14,4%). A ci si deve aggiungere una forte presenza di lavoro nero, irregolare e precario, che coinvolge anche molte donne e la cui quantificazione piuttosto complicata. Il tema la difficolt oggettiva nel conciliare lavoro e famiglia, in barba alle dichiarazioni sbandierate da tutte le forze politiche ogni volta che siamo chiamati al voto. Non saranno certo le quote rosa (termine orribile) a fornire una risposta, bens una nuova visione strategica che attuando uneffettiva politica familiare a 360 consenta positive ripercussioni sul mondo del lavoro, sulleconomia e sulla fiscalit.

TASSO DI OCCUPAZIONE FEMMINILE 25-54 ANNI PER NUMERO DI FIGLI - ANNO 2008 PAESI Italia Ue 27 Differenza Italia Ue 27 Francia Germania Olanda Regno Unito Spagna NUMERO DI FIGLI NESSUNO 65,0 76,7 -11,7 81,3 81,6 82,5 82,7 71,3 UNO 60,6 72,4 -11,8 79,0 76,8 80,8 76,1 65,2 DUE 54,8 69,2 -14,4 78,4 70,3 80,1 71,4 61,1 TRE O PI 42,6 55,0 -12,4 58,2 51,1 70,2 50,4 52,2 TOTALE 60,2 72,0 -11,8 77,4 76,4 80,2 75,2 65,9
MESI DICEMBRE 2010

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Da Brescia e Provincia scopri le pi belle partenze in pullman per le citt dEuropa


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R
di SILVIO BETTINI

uBRIca

PRODOTTO & MERCATO


DALLA VALLECAMONICA
A SHANGHAI, VIA CALIFORNIA

n questo numero la seconda parte delle osservazioni raccolte da Andrea Francesco Domeneghini, giovane laureando della Bocconi, durante il suo semestre universitario a Berkeley, California. Dietro i moderni prodotti di elettronica di consumo, sempre pi belli e sempre meno cari, ci sono le vite di tantissimi americani medi schiacciati dalla dura ma corretta logica manageriale che spinge per tenere in house le parti della filiera (e le necessarie competenze, cio persone) a maggior valor aggiunto e ad esternalizzare le altre per accrescere il ritorno sul capitale investito. Purtroppo per, chi perde il lavoro a causa di tali fenomeni sociali ed economici difficilmente riesce a reinventarsi un ruolo: non ne ha le competenze necessarie. Quindi, coerentemente con il trend di lungo periodo, secondo il quale i capitali americani vanno alla ricerca di unallocazione pi redditizia, la societ si va sempre pi polarizzando: la vecchia classe media, orgoglio e asse portante degli Stati Uniti si assottiglia quasi a vista docchio, complice momentaneo anche il ciclo negativo portato nelleconomia reale dalla crisi finanziaria. La middle class uno strato sociale che si affermato negli Stati Uniti con il duro lavoro e il sudore della fronte piuttosto che con listruzione e la ricerca, unica esclusione si trova nella sua componente pi ricca di competenze, quella dei professionisti. Quindi chi ne ha, di questo capitale sia finanziario che di competenze, trova negli Usa il terreno ideale per avere successo, mentre tutti gli altri soffrono la competizione straniera. Inoltre, i flussi migratori che interessano la California vi conducono ogni anno migliaia di messicani e altri

sudamericani disposti a lavorare in nero o a condizioni peggiori di chi gi sul mercato perch irregolari o anche solo perch meno consapevoli e pi circonvenibili (in America, per ragioni storiche e anche di mentalit, i sindacati sono quasi inesistenti). Quindi i salari dettati sul mercato del lavoro dallincrocio di domanda e offerta subiscono inevitabilmente una spinta verso il basso. Questo il modello che si scelto nella pi libera (e selvaggia) e individualista (ed egoista) delle economie capitaliste dove ad essere premiata , ed sempre pi, solo leccellenza; ricerca di eccellenza nella quale, coerentemente, vengono investiti miliardi di dollari. Le universit danno lesempio, e Berkeley non meno delle altre. Un esempio che starebbe in una lista sterminata dinterventi volti a promuovere leccellenza in campo accademico da tradurre poi nelleconomia reale: in cima alla collinetta su cui si adagia il campus si trova un reattore nucleare vero e funzionante. Senza entrare nel dibattito sullenergia atomica, rendersi conto che luniversit e la societ investono risorse economiche di tale portata, risorse che permettono tra laltro di trattare i propri ricercatori con rispetto e dignit, una consapevolezza che mette conforto a chi crede davvero nel merito, perch ci significa che il merito viene riconosciuto. Cos come conforto lo mette sapere che negli Usa il professore universitario una delle figure pi stimate nonch una delle professioni pi ambite. Il sistema americano non certo perfetto, pu piacere o no, ha i suoi difetti, ma certo coerente. Duramente coerente: vanno avanti solo i migliori e gli altri, in generale, sono lasciati a loro stessi.

Una prospettiva che negli stati sociali europei pu anche far rabbrividire, ma almeno le carte in tavola sono scoperte e che vinca il migliore, non come succede dallaltra parte delloceano, dove si afferma di puntare sulleccellenza e poi si tagliano i fondi a scuola, ricerca e universit senza mai andare a toccare le vere sacche dinefficienza e i privilegi che si annidano nel sistema accademico fatto di parentele e favoritismi. La fuga dei cervelli nasce da questi problemi, lo sappiamo, mentre gli americani, in questo davvero multietnici, hanno capito che una buona idea non ha bandiera o colore, tanto vero che gli atenei sono pieni di ragazze e ragazzi da tutto il mondo, premiati con borse di studio e finanziamenti per i loro progetti. E sono sempre pi asiatici e sempre pi affamati: San Francisco e il suo porto sono la porta dellAsia per lAmerica del Nord e Berkeley ne in prima fila con percentuali del 40% di studenti direttamente provenienti dal Far East o di passaporto americano ma di etnia asiatica (principalmente cinesi). Il mio compagno di stanza era cinese di Shanghai, che prima studiava a Hong Kong e poi, dopo un semestre a Berkeley, si sarebbe trasferito ad Harvard per il suo dottorato in biotecnologie. Sar stata questa prima esperienza diretta vissuta a fianco di persone provenienti da cos lontano e della loro fame di successo, sar stato il gran parlare che si fa della Cina e del suo boom economico o forse il desiderio di una nuova avventura, ed ecco che, novanta giorni e una tesi dopo il mio ritorno in Vallecamonica dalla California, atterravo a Shanghai in un afoso pomeriggio di fine agosto. continua
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ENSIERI DI

SUDORE E FATICA DANNO VALORE


Francesco Bettoni, presidente della Camera di Commercio riflette su quella Brescia che non c pi o, forse, ritorna.

AL LAVORO D

di ROBERTO BARUCCO

ire presidente della Camera di Commercio a Brescia, dove limpresa la culla dellessere, non affermazione da poco. Da quei lustri lontani del passaggio di consegne tra Bruno Boni e Francesco Bettoni, di acqua sotto i ponti del Mella e del Garza ne scorsa una vera infinit. Ricordo, ricordavamo, quando i mobili austeri di via Einaudi, salito lo scalone esterno e superato il filtro bonario delle guardie, accettavano i postulanti. Roba di altri

tempi. Di sedie imbottite e saloncini da conferenze stampa convocate via fax. Pochi computer, roba futuribile, tante vecchie Olympia od Olivetti Lettera 22.

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La politica indispensabile per compiere il salto di qualit, per crescere. Non basta limpresa, servono passaggi di natura politica.

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Francesco Bettoni.

Macchine a nastro che avrebbero commosso Giovannino Guareschi, triplici copie in carta carbone che cedevano appena il passo a fotocopiatrici in carta chimica. Fogli di carta chimica destinati alloblio di una scoloritura e del tempo. E dai finestroni oblunghi, sempre via Einaudi. Sempre una cartolibreria sotto i vetri, sempre i problemi di parcheggio e il traffico, colonna sonora eterna dellesistenza bresciana dalle parti del Centro storico. Eccola, la Camera di Commercio che fu, prima della globalizzazione, di internet, della rete, trasversale, obliqua, verticale e del fare sistema, che oggi ritroviamo nella stessa stanza. I mobili cambiati e moderni, cattedrale quasi ascetica, simbiosi tra religione del produrre e calvinismo dellessere.

Color ciliegio, che altro non poteva essere, con i finestroni, immancabili, ancora fissi come occhi sgranati su quella Brescia che era, che transita in coda l sotto e non riconosciamo pi, nemmeno se si presenta. Da Bruno Boni, giusto una piazza, poco distante e un busto per arrivare a Francesco Bettoni. Un ruolo attivo in tanti Cda, un pezzo di cuore ancorato al sistema fieristico, lamore per la citt radicato nel profondo dellanima, i sogni realizzati e quelli svaniti. Eppure qualcosa oggi, forse, cambiato. Cosa ne dice, Francesco Bettoni, di Brescia, vista dal suo osservatorio: va avanti, va indietro, sta ferma? Brescia sta perdendo la propria identit. necessario un grande salto di qualit che non lontano dalle nostre possibilit. Del resto abbiamo sia le caratteristiche, sia i presupposti per realizzarlo, per divenire a pieno titolo una citt dEuropa. E non una semplice idea. Brescia costituisce una vera e propria avanguardia a tutti gli effetti. Oggi serve un movimento di opinione ad alto livello che esprima innanzitutto il coraggio dei bresciani. Che ruolo sta giocando la politica a Brescia? O almeno, ne sta giocando qualcuno? La politica indispensabile per compiere il salto di qualit, per crescere. Non basta limpresa, ma servono passaggi di natura politica. Auspico, in effetti, che da una situazione oggettiva di grossa difficolt possa trovare spazio una prospettiva altrettanto straordinaria. Del resto ci troviamo al centro di interessi di altissimo livello. Penso allimmensa partita di Expo 2015. Vedete, non si tratta di compiere opere faraoniche, ma di lavorare insieme nel migliore dei modi, per il migliore dei risultati. Immaginate un grande spazio nellExpo, dove Brescia, nel concetto pi ampio di un padiglione lombardo, mostri le sue carte migliori e tutte le sue potenzialit. Bene. Intanto per laeroporto di Brescia andato ai veronesi. La sua Camera di Commercio ha lottato ma rimasta sola. Cos mancato? Per laeroporto, come si letto in questi giorni, non tutto deciso. Ci sono

ancora riunioni, trattative, incontri. una fase dattesa che non possiamo ancora tratteggiare come definitiva. Noi, come Camera di Commercio, ci siamo, come possiamo. La politica bresciana non sembra mordere, leconomia soffre, lindustria balbetta. Lei ha rimedi da proporre?

Se fossi Moratti punterei su un grande Prodotto Italia e su una presentazione del Prodotto Lombardia .
Recentemente abbiamo conosciuto meglio la realt di Shangai. Per ovvi motivi un modello improponibile. Eppure fornisce idee, stimoli nuovi, soluzioni innovative. Forse anche da quellesempio bisognerebbe riconcentrarsi, ripartire per sfruttare nel migliore dei modi e riprogettare quel grande contenitore che lExpo 2015. Mi ripeto, forse, ma mettere a disposizione i nostri territori in maniera intelligente pu rappresentare una grande soluzione. In che senso? Pensate a questo importante appuntamento, legato, come anticipavo, a un progetto con un grande stand tutto bresciano. Se fossi Moratti non inseguirei grandi, difficili, se non impossibili realizzazioni, ma in questi cinque anni di attesa che rimangono, punterei su un Prodotto Italia tutto da valorizzare e su una presentazione, come dicevo, del Prodotto Lombardia, usando nel migliore dei modi la piattaforma territoriale. Non ha nostalgia dei Martinazzoli, dei Prandini, dei Boni, dei Padula? Difetti, certo, ma anche fatti, peso, autorevolezza, Le pare? Martinazzoli, Prandini, Boni, Padula, difficile affrontare una approfondita analisi su una classe politica. Sono figli di una particolare epoca e ogni
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ENSIERI DI

La Camera di Commercio di Brescia.

epoca ha avuto una classe politica con i suoi meriti e le sue difficolt. Chi ha governato ha anche dei meriti e questo ovvio. Nostalgia forse un termine improprio. Ha tre idee da proporre per avviare la rinascita di Brescia? In questo momento soffriamo decisioni spesso vessatorie da parte di altri Paesi. Immaginate, penso ancora allExpo, le potenzialit di tour operator, che promuovano Brescia e il suo territorio ai giornalisti stranieri, la promozione che pu derivarne, le potenzialit del nostro sistema turistico. E sarebbe importante anche creare una grande iniziativa legata allarte moderna, che diventi e rappresenti il simbolo di Brescia. Penso ad uniniziativa di grande richiamo, tipo il fagiolo di Chicago o il Guggenheim. possibile. Servono per Brescia grandi opere di tipo culturale, tornare al richiamo alla modernit come liaison tra passato e futuro. Ecco. Mi piacerebbe creare un concorso di idee per Brescia, mobilitando dieci tra i migliori artisti del mondo. Serve un simbolo di Brescia, un richiamo. Csmt: a distanza di tre anni si vede e si
MESI 12dICEmBRE 2010

sente poco. Nel 2009 ha perso quasi un milione di euro. Quale sar il futuro? Il Csmt e deve essere una validissima esperienza per Brescia. Procede bene. E noi collaboriamo con loro con attenzione e impegno. una prima grande sfida. Del resto, siamo chiari, non si esce dalla crisi senza il Csmt, autentico luogo e volano dellinnovazione tecnologica. In questo senso il nuovo contratto di rete ci aiuta molto. Soprattutto aiuta il sistema Brescia ad aggregarsi sui progetti. Non ci sono alternative. Cresci se produci e sui mercati internazionali questo importante. Penso a Chicago, a Mosca, dove, paradossalmente, non esiste cultura di impresa, ma cercano con forza, con passione autentica, la nostra

Le fiere generaliste funzionano male. Credo che il concetto stesso di fiera non sia pi lo stesso in Lombardia.

esperienza, il know how delle nostre Pmi. Vogliono quello: le nostre piccole e medie imprese e la loro forza e, in casi simili, noi possiamo recitare un ruolo primario. Devo riconoscere un fatto evidente: il presidente del Consiglio, in questo senso, ci ha aiutato a giocare un ruolo primario in Russia e aperto grandi possibilit. Si pu ancora parlare di Sistema Brescia? Se no, cosa si pu fare per risalire la china? Si pu. Attraverso la trasposizione, il passaggio delle nostre conoscenze. E i grandi piani di ricostruzione e riconversione, come avverr a Togliattigrad, con quello che implica per il nostro comparto automotive. Ecco perch sono necessarie sempre pi missioni a contatto con grandi gruppi. Csmt da un lato, sistema fieristico dallaltro. Che succeder a Brescia e poi a Montichiari? Le fiere locali ormai vivono strategie diverse, anzi il mondo fieristico profondamente cambiato. Mi chiedo Brescia, Montichiari, che senso avranno nel futuro? Stanno letteralmente cambiando pelle, dal punto di vista commerciale. Pensate alla specializzazione di nicchia, al settore dentistico, che in un recente evento ha portato pi di 5 mila operatori da tutta la Lombardia. Le fiere specializzate funzionano. Allopposto, le fiere generaliste funzionano male. Credo che il concetto stesso di fiera non sia pi lo stesso in Lombardia, e noi, pensate, siamo la punta delliceberg di un sistema radicato. In contrasto con questi aspetti Fiera Brescia cresce. Abbiamo appena inaugurato una manifestazione meccanica e veniamo trascinati dallimprenditoria che si risveglia. Ma ormai ha poco senso inseguire la quantit, la grande manifestazione, meglio la qualit. Del resto, evidente, oggi torna la vera economia, quella che ci ha visto nascere con il manifatturiero. E non a caso si riparte da famiglia e scuola e da temi fondamentali, ripescati dal passato. Ne cito giusto due: sudore e fatica. Perch sporcarsi le mani di lavoro un valore.

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Intervista a Gaetano Lanfranchi, amministratore delegato della storica Lampo di Palazzolo.

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UN LAMPO DI GENIALIT

MADE IN ITALY
soddisfare nuovi bisogni, oltre a quello di aprire e chiudere, trasformandosi in un accessorio di moda in grado di completare, con nuovi particolari cromatici ed estetici, i capi di abbigliamento dellItalian Style. Non c da scandalizzarsi. Nessuno pu dire di produrre completamente in Italia. Prada ad esempio ha avuto una grande idea: scrivere sulle etichette dei capi il luogo in cui sono stati prodotti sottolineando leccellenza delle materie prime. il caso di India e Per, ad esempio. Certo, solo un marchio affermato pu permettersi unoperazione di questo tipo senza perdere fette di mercato. Per le piccole imprese pi difficile. Ma se fossero gli imprenditori stessi ad associarsi creando un marchio Made in Italy? possibile, ma per ottenere questo la produzione in Italia dovrebbe superare l80% della quota di manodopera. La filiera del tessile invece profondamente scomposta. Alcuni pezzi sono presi in Cina, altri in India o in Polonia e vengono montati in Italia, oppure avviene linverso. Succede in diversi settori e sempre pi nellindustria agroalimentare. Credo che per parlare di bene italiano sia fondamentale che la manodopera sia gestita in Italia, altrimenti non si pu trattare di Made in Italy. Le fasi allestero devono essere solo una minima percentuale della filiera. In secondo luogo se vogliamo che la nostra manifattura possa sostenersi, il prodotto si dovr rivolgere ad un segmento di mercato molto esigente. Daltra parte la manifattura e il design italiano rappresentano un valore aggiunto. Quindi la gamma di bassa qualit Made in Italy non prevista? Le attuali normative e i costi che ne derivano ne impediscono di fatto la produzione nel nostro paese. E se la manodopera straniera, ma risiede in Italia, lei come considera la filiera? Made in Italy a tutti gli effetti, a patto che si tratti di lavoratori regolari. In Italia produciamo in modo diverso dal resto del mondo. Abbiamo regole di rispetto dellambiente e dei lavoratori. Inoltre mettiamo passione in quello che facciamo. Ci saranno sempre quelli che fanno i furbi, ma questo non deve scoraggiare dal premiare i virtuosi. Sarebbe possibile istituire il marchio 100% Made in Italy, cio completamente prodotto in Italia? Certamente, ma sarebbe molto dura, principalmente a causa della scarsit delle materie prime. Si potrebbe istituire un Made in Italy e un 100% Made in Italy. Come si svolge la produzione alla Lampo? Si potrebbe definire totalmente Made
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ai bottoni alle chiusure lampo fino allalta moda e alle partnership con Ferrari e Ducati. Il tutto nel corso di una storia lunga 124 anni, in cui la Giovanni Lanfranchi spa si esercitata ad innovare, fino a raggiungere una posizione di leadership in Italia e di prestigio nel mondo. Un primato che il gruppo di Palazzolo ha continuato a conservare, senza dover ricorrere a una sia pure parziale delocalizzazione produttiva, grazie a una fondamentale intuizione: la Lampo il marchio aziendale diventato tanto famoso da essere annoverato tra i sinonimi di chiusura avrebbe potuto

di BRUNO FORzA

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. GIOVANNI LANFRANCHI SPA


Nata nel 1887 come fabbrica di bottoni, la Giovanni Lanfranchi Spa stata tra le prime aziende italiane, negli anni 20, ad affrontare i mercati esteri. Nel 1936, i fratelli Lanfranchi, decisero di avventurarsi nella produzione delle chiusure lampo, acquistando la Societ Anonima Italiana Lampo allora con sede a Milano. Nel 1958 ha inizio una nuova rivoluzione nelle chiusure lampo con lintroduzione di quelle a spirale. Ancora una volta la Lanfranchi coglie lopportunit, assicurandosi dalla ditta tedesca Ruhrmann lesclusivit per lItalia di uno dei due unici brevetti allora disponibili nel mondo. Attualmente la societ tuttora amministrate dai discendenti della stessa famiglia il principale produttore italiano di chiusure lampo ed esporta circa il 30% delle propria produzione. zip, Viaggio Lampo nel Cioccolato il claim di Eurocholate, la manifestazione tenutasi a Perugia dal 15 al 24 ottobre. Come logo un mondo quello del cioccolato, appunto chiuso (o aperto, dipende dai punti di vista) da una zip. Per loccasione la Lampo by Lanfranchi ha organizzato la mostra Lampo di Genio, presso il centro espositivo della Rocca Paolina. La mostra stata vista da circa 11.000 visitatori interessati alla storia e allevoluzione della zip. Ce nera per tutti i gusti e le immaginazioni, a partire ovviamente dalle zip di cioccolato, per passare a bellissime zip artistiche o decorative, e arrivare a zip applicate agli oggetti pi svariati, abiti, jeans, tende, lenzuola, cuscini

in Palazzolo. Una volta importate le materie prime tutte le fasi si svolgono nel nostro stabilimento per la costruzione di chiusure lampo su misura per le case di abbigliamento. Il nostro prodotto finale rappresenta una componente piccola dellabito, perci ci conviene mantenere qui tutto il procedimento, per poter dettare i tempi necessari affinch il committente riceva lordine al momento giusto. Potremmo trasferire la galvanizzazione in Turchia, ma ci comporterebbe tempi di consegna incerti. Il nostro Made in Italy, quindi, sono la passione, la raccolta delle esigenze del singolo committente, le nostre maestranze e il tempismo. La moda influenza il vostro mercato? S, infatti il nostro obiettivo quello di proporre sempre qualcosa di nuovo, lanciando temi nostri, ma le grandi idee appartengono ai nostri clienti, che ci chiedono di realizzare quello che loro stessi hanno inventato. A quanto ammonta il valore della chiusura lampo in percentuale su un capo? A meno dell1%, ma fondamentale, poich se si rompe la lampo il capo rovinato, non serve pi. Anche per le grandi firme il fornitore di lampo difficile da cambiare: sai quello che lasci ma non sai quel che trovi. Dopo una lunga collaborazione, ormai, la qualit scontata e diventa basilare il tempismo. Fa ridere vedere il piumino in vetrina a settembre, ma necessario per poter vendere a prezzo pieno il capo e quindi dobbiamo dare la possibilit alla grande marca di poterlo esporre con largo anticipo. La vostra considerata unazienda metalmeccanica. Come definizione ci va stretta, dovremmo essere associati al tessile. Quali sono le priorit allinterno della vostra azienda? Per noi molto importante il rapporto con il personale e fino ad oggi non possiamo lamentarci della collaborazione delle nostre maestranze. Non mi vergogno a dire che qui vige la legge della raccomandazione, poich se un operaio, mettendo in gioco la propria reputazione, sponsorizza un suo conoscente, questultimo guadagna subito punti perch sar invogliato a fare bene per tener fede a chi lha segnalato. Recentemente lUnicredit ha siglato un accordo con i sindacati per limitare le future assunzioni ai soli figli dei dipendenti. Se un padre affidabile segnala il proprio
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figlio, probabilmente anche questultimo sar affidabile. Non condivido tuttavia forme di automaticit. E per quanto riguarda i giovani? In giro c una grande richiesta di operai specializzati, ma a mio parere il problema che i giovani non hanno voglia di fare la gavetta. A che punto la crisi? Per il mercato il 2009 stato terribile. Fino a poco tempo fa gli operai specializzati nel comparto metalmeccanico erano rari, ma dallinizio del 2010 tutto cambiato e ora siamo sommersi da curricula. un momento duro, ma penso che il peggio sia passato. Ci sono segnali di ripresa e le prospettive per il futuro sono buone. C da dire che la crisi ha fatto pulizia delle aziende che puntavano sulleffimero, sul testimonial o sulla moda del momento, mentre si salvato chi puntava sulla qualit. Potreste convertire la vostra gamma di accessori? No, possediamo troppe competenze spe-

cifiche, dovremmo rivoluzionare la nostra fabbrica. Avete parecchi rivali sul mercato? Quelli in Italia e nei paesi sviluppati hanno tutti un prodotto di qualit, mentre quelli dei paesi in via di sviluppo puntano ancora sul prezzo. C chi ha provato ad usare chiusure meno costose, per a causa della minor qualit una buona percentuale doveva essere scartata insieme al vestito. Cosa succeder quando anche i cinesi arriveranno alla personalizzazione del prodotto? A quel punto il prezzo non sar cos basso. La manodopera nel nostro caso incide per il 30%, mentre nellindustria tessile per il 60%, poich le materie prime, come ottone, rame, nichel, zinco e cotone costano molto. Ho visto ad Hong Kong come lavorano e non potremo mai essere come loro: hanno condizioni di lavoro inapplicabili in Italia. Noi saremo sempre perdenti se si giocher sul prezzo, perci dobbiamo puntare sulla qualit. Se lei fosse il Signore di Palazzolo, su cosa punterebbe? Io punterei su unazione corale in tutta Italia. Limprenditore non vuole gli incentivi, bens essere lasciato in pace per poter perseguire la produzione e lutile. Invece siamo assorbiti dalla burocrazia, soprattutto le piccole imprese. Oggi pochi possono permettersi di aprire, ad esempio, un nuovo capannone a causa di leggi che scoraggiano i nuovi progetti. I suoi figli studieranno in Italia o allestero? Non so, sceglieranno loro. Ritengo comunque importante che vadano allestero per allargare i loro confini e rendersi conto che ci sono mentalit ben diverse dalla nostra nel resto del mondo.

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A colloquio con matteo Piccinali, avvocato bresciano a Shanghai.
atteo Piccinali, 39 anni, avvocato e docente universitario: partner dello Studio Legale Zaglio Orizio e Associati, esercita questa duplice professione a migliaia di chilometri di distanza dallItalia. Dal 2006, infatti, vive e lavora stabilmente a Shanghai, dove si trasferito con la moglie e dove sono nate le loro due bambine. Cosa lha portata a Shanghai? Da sempre sento una forte attrazione
matteo Piccinali.

CINA

di GIANmARCO SBARAINI

verso lestero, le culture e le lingue straniere. Oltre che in Italia, ho conseguito un diploma di scuola superiore negli Stati Uniti, dove in anni pi recenti ho frequentato alcuni corsi di specializzazione; laurea in giurisprudenza a Parma, 5 anni a Milano e poi il rientro a Brescia con lo Studio. E la Cina? Il progetto di lavoro nato nel 2003, data la crescente importanza commerciale del Paese, con creazione di una stabile collaborazione con avvocati e commercialisti cinesi, poi rafforzata dal mio trasferimento a Shanghai allinizio del 2006, dove da allora risiedo e opero assistendo

investitori italiani in Cina e, ultimamente, anche clienti cinesi interessati al mercato europeo. Opportunit per piccole-medie imprese? La Cina unimportante opportunit per la maggior parte degli operatori economici, anche se non per tutti nella stessa forma, perch non pi solo occasione per produrre a basso costo e riguadagnare competitivit ma ormai anche per limmenso mercato di sbocco che rappresenta per lOccidente, con uneconomia in crescita esponenziale, una classe di nuovi ricchi che gi conta circa 300 milioni di consumatori e un mondo rurale di pi di

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800 milioni di persone che il Governo locale obbligato a far crescere per eliminare le sacche di povert e comprimere il divario sociale. Certo, per le realt aziendali pi piccole, interessate a un mercato cos grande e in alcuni casi complesso, consorziarsi potrebbe essere una valida formula dingresso e consolidamento nel Paese. Ma la Cina rimane la fabbrica del mondo? Finch il Governo non avr assorbito la vasta forza lavoro delle campagne, la Cina manterr di sicuro questa valenza, seppure affiancata da realt come Vietnam e India che si stanno sempre pi affermando come poli di delocalizzazione. Gli stessi imprenditori cinesi si rivolgono spesso a questi nuovi Paesi emergenti, anche se il Governo ha iniziato a incentivare gli investimenti domestici nelle zone rurali della Cina, oltre che per il minor costo della produzione anche per lanciare leconomia delle aree meno sviluppate del Paese. La fabbrica del mondo copia o innova? La Cina ha iniziato a produrre per lOccidente, in base alle istruzioni ed esigenze dei paesi industrializzati. Ha cominciato copiando, cos come a loro volta Hong Kong, Taiwan, Singapore e Corea del Sud prima della Cina. In trentanni di apertura agli investimenti esteri, il Paese ha fagocitato oltre che capitali anche tecnologia straniera che, sviluppata in loco, sta un po alla volta diventando tecnologia cinese. La Cina sa di dover innovare, lo sta gi facendo, ma i tempi saranno pi lunghi rispetto a quanto avvenuto per gli altri Paesi asiatici menzionati. Peraltro, diritto e giurisprudenza in materia di propriet intellettuale si stanno affinando ma presentano ancora lacune che non permettono di soddisfare appieno le legittime esigenze di tutela degli investitori stranieri. Almeno finora, perch la Cina ha puntato ad acquisire e sfruttare per s quante pi conoscenze tecnologiche possibili dallestero senza subire vincoli normativi. Di recente per aumentato in modo importante il numero dei brevetti depositati da cinesi, segno che il tessuto imprenditoriale innova e chiede tutela; ci dovrebbe pertanto accelerare il livello di protezione anche a beneficio degli stranieri. Questo fermento innovativo passa anche dalluniversit?
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Certamente, tanto vero che, oltre a insegnare diritto commerciale e dei contratti allUniversit di Legge e Scienze Politiche di Shanghai, sono anche ricercatore nellambito del programma ambientale delle Nazioni Unite presso il Politecnico Tongji, su energia e ambiente, energie rinnovabili, carbon finance e investimenti verdi. E per quanto riguarda la tutela dei lavoratori? Anche in questo campo si riscontrano miglioramenti. Quali sono gli elementi di novit? Ad esempio, la recente promulgazione di nuove leggi in materia nonch linnalzamento dei livelli minimi salariali nelle aree pi industrializzate. Gli scioperi di questanno agli stabilimenti della Honda nel Guangdong sono stati i primi in decenni per rivendicazioni salariali. Il risultato: aumento dei salari di circa il 20%, in alcuni casi un aumento da 90 a 150 euro al mese in busta paga. Aumento dei salari pu significare stimolo per il mercato interno? Esattamente. Peraltro, al di l dello sviluppo del consumo interno, la Cina comunque non pu rinunciare ai suoi mercati esteri di sbocco e, quindi, alle esportazioni e, per il momento, continua a segnare un importante surplus commerciale nellambito degli scambi con Usa e Ue. Come si conciliano la corsa allo sviluppo e la povert delle campagne? La corsa allo sviluppo inarrestabile, in gran parte giustificata proprio dalla necessit di risolvere in breve tempo il divario tra popolazione ricca e meno abbiente, fonte dinstabilit sociale. Per questo, la Cina ha trasformato il proprio sistema economico pianificato in sistema socialista di mercato, coniugando ideologia politica con esigenza di prosperit diffusa e diventando questanno la seconda eco-

La Cina sa di dover innovare, lo sta gi facendo, ma i tempi saranno pi lunghi rispetto a quanto avvenuto in altri Paesi asiatici.

nomia mondiale dietro agli Usa. Il Governo come contiene una nazione cos popolosa? Con la promessa, fino a oggi mantenuta, di crescita e di benessere economico e sociale che motiva fortemente la popolazione. Non si tratta pi di garantire la ciotola di riso ma di riservare a ognuno laccesso a beni quali casa, auto, beni di consumo. Sotto altro profilo, il Governo mira a mantenere stabilit e sicurezza con un rigido sistema di gestione del Paese, ad esempio con il controllo su Internet, gli interventi di contenimento delle sommosse civili in Tibet e Xinjiang, innescate da motivi etnici ma anche geopolitici. Se il Governo cinese perdesse il controllo sulla popolazione, che preme per poter accedere rapidamente a nuove condizioni di vita pi occidentali, le ripercussioni potrebbero essere notevoli anche fuori dei confini del Paese. Come trova stabilit e consenso il Governo del Dragone? Lapparato politico-governativo del Paese molto coeso, capace di fare leva sullo spirito fortemente nazionalista del popolo. In soli 30 anni i leader politici hanno traghettato la Cina fuori da una situazione di grave arretratezza, stato ripristinato un sistema giuridico e ridisegnato un sistema economico. La popolazione percepisce che il Governo si propone il raggiungimento di obiettivi che mirano al benessere comune e, motivata dallormai innegabile affermazione e supremazia economica e politica della Nazione a livello mondiale, quindi disposta ad assecondare unazione politica che per le democrazie occidentali potrebbe a tratti risultare molto rigida. Si trova bene con i suoi colleghi cinesi? Con i miei colleghi ho un rapporto ottimo avviato ormai da otto anni. Lavorando insieme abbiamo imparato a conoscere i reciproci metodi di lavoro che pure sono rimessi in discussione giorno dopo giorno perch innestati su differenti radici culturali. In questo passaggio, fungo da filtro tra cliente italiano e professionisti cinesi. Quindi una sorta di ponte sullOriente? Direi un punto di collegamento tra due modi di pensare e di fare business, non sempre semplice ma di sicuro dinamico e stimolante e, accompagnato dalla mia famiglia, unico.

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DALLA SELLA
Stefano Faustini, un campione del ciclismo di casa nostra che ha scalato le vette del professionismo per poi imboccare la via dellodontoiatria.

AL CAMICE

di Bruno Forza

a mamma di Forrest Gump diceva che la vita come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita. Sfogliando a posteriori la vita di Stefano Faustini si potrebbe arrivare alla medesima conclusione, ma altrettanto evidente la sottile linea che ha collegato ogni passo compiuto. Ieri era un ciclista, oggi un dentista ma in fondo sempre lo stesso uomo, migliorato dallesperienza degli anni. La sua storia inizia in una palestra. S, ho fatto ginnastica artistica fino a 13 anni, poi a 16 sono passato sulla bicicletta collezionando vittorie in serie. Nonostante i successi sono stato un dilettante fino a 26 anni perch nel ciclismo i risultati non bastano. Contano fattori contingenti e non c un percorso meritocratico. Cosa necessario per fare il grande salto? Servono sponsor, ganci e raccomandazioni. Allora non ne avevo capito limportanza e questo ha rallentato la mia ascesa. Poi ce lha fatta ottenendo ottimi risultati e vivendo lesperienza azzurra. La nazionale un riconoscimento di ci che si fatto perch non ci vanno tutti. una sorta di selezione naturale, rappresenti una nazione ed un onore. Ha dovuto fare i conti anche con un brutto infortunio al ginocchio. Anche quella stata unesperienza importante. Ti fa riflettere sulla precariet della professione ciclistica, che legata a una condizione fisica che deve essere sempre al top.

Ciclismo e doping oggi rappresentano un binomio consolidato. Lambiente ciclistico ha pagato in prima persona quello che un fenomeno che non esiste solo nello sport. La nostra societ dopata perch si vuole il risultato subito senza affrontare quel percorso fondamentale fatto di disciplina e anni di lavoro. Tutti vogliamo arrivare presto al traguardo sudando il meno possibile e ottenendo risultati che siano accettabili e riconosciuti. Lambiente ciclistico non stato capace di tutelarsi

e ne sta pagando le conseguenze. Come spiega il fenomeno doping tra i dilettanti? un problema sociale: esistono la pillola per dimagrire, il viagra, eccetera. Ci sono ragazzi giovanissimi che vanno in discoteca e ricorrono a droghe e alcol perch sono incapaci di relazionarsi con gli altri. Gli atleti sanno che ci sono diverse vie, tra la scelta del doping e il suo rifiuto c il grado di coscienza e responsabilit della persona, come in ogni altro contesto.
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Che ricordo ha di Pantani? Era una persona intelligente, con una visione commerciale avanzata del ciclismo, e un grande campione. Ha fatto degli errori, uno dei quali stato lincapacit di rinnovarsi, perch colto in fallo nel mancato rispetto della regola relativa allematocrito non stato capace di reagire e affrontare il problema. Laltro grave errore che la droga non va mai neanche provata perch poi corri il grosso rischio di non essere pi tu il conducente di te stesso. A lui capitato questo e mi dispiace molto. Qual il suo punto di vista sulle recenti dichiarazione di Ettore Torri, capo della procura antidoping del Coni? Visto il ruolo che ricopre non poteva permettersi di parlare cos. Espressioni di quel tipo sono accettabili solo se sentite al bar. Senzaltro gli hanno dato visibilit. Non abbiamo bisogno di questi paladini della giustizia, perch nel ciclismo ci sono problemi molto pi seri, come quelli medici. Ad esempio? I farmaci che si usano per migliorare le prestazioni non sono veleni, ma esistono per curare patologie. Un atleta che fa uno sport estremo come il ciclismo un soggetto malato alla luce di unattivit che oggi richiede sforzi sovrumani. I ciclisti fanno 200-250 km tutti i giorni passando da 40 a -2 dopo ore di trasferimento: tutti i valori si alterano, con testosterone, ferro ed emoglobina che calano vertiginosamente. Quindi qual la soluzione? Il ciclista ha dato tutto se stesso: reperibilit 24 ore su 24, mancanza di privacy, sangue. Ora deve dire basta. Il prossimo Giro dItalia avr tratti sicuramente spettacolari, ma la tutela della salute dov? Serve una mediazione simile a quella che c stata nella Formula Uno, dove si trovato un connubio tra spettacolo e sicurezza dei piloti. Nel ciclismo, invece, una parte del sistema cerca di fagocitare laltra parte. un mondo primitivo. C stato un momento preciso in cui ha capito che avrebbe chiuso con questo mondo? Finito il Giro dItalia capii che non era il mio ambiente. Ho corso tre anni e mezzo solo per soldi, maturando attraMESI 12DICEMBrE 2010

verso un disagio fisico e personale una riflessione che mi ha portato a capire che il mio futuro era la professione dentistica, un mestiere che avevo sempre avuto dentro. Poi arrivato il passaggio sui banchi universitari. Sono stati cinque anni velocissimi, non me ne sono neanche accorto. Se fosse stata una tappa ciclistica sarebbe stata una cronometro. Quanto ha inciso la mentalit sportiva in questa conversione? Quella rimane sempre, ti aiuta a gestire delle risorse per il raggiungimento degli obiettivi e a dare il meglio, ma ci che ti muove veramente soprattutto il disagio della situazione in cui ti trovi. Nel ciclismo ho sofferto molto. Il passato ha condizionato la sua attivit attuale? stato un vantaggio dal punto di vista dei contatti. Appena entrato in questo mondo ho lavorato in una clinica affermata con numerosi pazienti, quindi ho potuto crescere senza pagare lo scotto di aver sempre vissuto in un altro ambiente.

Da protagonista del settore come giudica lofferta low-cost dei colleghi stranieri che attirano numerosi pazienti italiani? Lodontoiatria una branca specialistica della medicina e in un mercato globale se i costi sono pi bassi vuol dire che da qualche parte tagliano. Il paziente va seguito, quindi mi chiedo come sia possibile gestirlo a distanza. Ho visto lavori realizzati in Croazia, Slovenia, Ungheria e Romania. Credo che serva congruit tra ci che si paga e la prestazione che si ottiene. Ci sono quote sotto le quali non si pu scendere. Sarebbe contento se suo figlio decidesse di fare il ciclista? No, sarebbe un passo indietro. Credo che i figli siano meglio dei genitori, sono il prodotto di unesperienza perfettibile e mi auguro che ci che ho imparato io possa servire a lui. Quale sport gli consiglierebbe? Il golf una metafora della vita. Ci sono regole, etica e morale, oltre a un aspetto emotivo da non sottovalutare. Quanto alle discipline di squadra, forse il rugby.

Stefano Faustini, bresciano, classe 1968, nel 1995 diventa il miglior ciclista dilettante italiano con 15 vittorie, 3 maglie azzurre e la partecipazione ai mondiali di Oslo. Lanno seguente, sbarca tra i professionisti classificandosi 7 al Giro

dItalia e 5 alla Vuelta di Spagna. Tra i top vince 3 gare e partecipa come riserva ai mondiali di Lugano del 1996. Nel 1999 decide di cambiare vita, si iscrive alla Facolt di Medicina dove si laurea con 110 e lode. Oggi un dentista.

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ni di mancato gettito fiscale per le casse dellErario, si registrano infatti 3.100 milioni di euro di risparmio energetico nonch 3.250 milioni di gettito fiscale aggiuntivo derivante dai maggiori investimenti e dallemersione del sommerso, in aggiunta poi allincremento, per effetto delle migliorie apportate, del valore del patrimonio immobiliare nazionale, stimato prudenzialmente in altri 4.000 milioni di euro. A questi fattori positivi diretti vanno poi ad aggiungersi i benefici indiretti, non meno importanti, come la ricaduta sulloccupazione per lintera filiera delle costruzioni, stimata in 50 mila nuovi posti di lavoro ogni anno, il miglioramento del bilancio del mix energetico nazionale e la riduzione di emissioni di CO2, fattore questo di grosso peso per gli impegni che il Governo italiano ha in sede Comunitaria. noto, infatti, che, avendo lUnione Europea aderito al Protocollo di Kyoto, tutti i Paesi Membri sono impegnati a una politica coerente per il raggiungimento dellobiettivo del cosiddetto 20-20-20 (20% energie rinnovabili, 20% risparmio energetico, 20% meno emissioni entro il 2020). Per ottenere il risultato previsto ci sono sostanzialmente due strade, quella dellefficienza energetica e quella delle fonti rinnovabili, e non ci sono dubbi sul fatto che la soluzione pi immediata e meno onerosa dal punto di vista economico, quindi lunica realmente praticabile visti i tempi che corrono, resta quella dellefficienza energetica. Questo obiettivo va messo quindi al centro delle scelte politiche, delle iniziative degli operatori e degli orientamenti per gli utilizzatori finali, e ragionevolmente si coniuga con la normativa relativa agli incentivi del 55% per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica degli edifici. Se per oscure ragioni il rinnovo del provvedimento non dovesse essere concesso, oltre ad avere, come abbiamo visto, non trascurabili effetti negativi per le casse dello Stato, si tornerebbe pericolosamente indietro sui buoni risultati conseguiti di risparmio energetico e riduzione di emissioni di CO2, ma cosa ancora pi dannosa si andrebbe inevitabilmente a bloccare un percorso virtuoso di innovazione tecnologica e di corretta percezione dei valori ambientali che costituiscono un valido indicatore del livello di maturazione di un Paese.

oche settimane fa le commissioni Ambiente e Attivit Produttive della Camera, esprimendosi sulla legge di stabilit, hanno raccomandato di prorogare gli incentivi per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica degli edifici, noti come il provvedimento del 55%, sottolineando i benefici che la misura ha prodotto finora in termini di sviluppo economico, sostegno alla piccola e media impresa ed emersione del lavoro non regolare. La natura e la consistenza di questi benefici sono state pi volte sottolineate anche dalle categorie interessate, attraverso le associazioni industriali di categoria o dei consumatori finali, quindi trasmesse ai ministeri competenti, per ribadire la necessit di una proroga della norma, senza tagli sulle percentuali degli incentivi, ed anzi suggerendo lallargamento della sfera di interesse a settori attualmente esclusi, come le schermature solari. Va detto che le vicissitudini, che sino ad oggi hanno caratterizzato questo provvedimento, fortunato quanto a popolarit e gradimento da parte dei beneficiari (circa 800 mila famiglie), e le incertezze, che ancora sono allorizzonte, appaiono in molti casi poco comprensibili, perch in realt non vi sono motivazioni economiche, sociali o industriali che possano suggerire il non rinnovo del provvedimento. In effetti, molti dati analitici mettono in luce in modo chiaro leffetto positivo per lintero sistema Paese determinato dalle detrazioni del 55% nel periodo di applicazione a partire dal 2007 sino ad oggi: a fronte di un ammontare totale dellinvestimento, calcolato sulla base di tutti gli interventi realizzati da parte della collettivit, di 11.100 milioni di euro e di 6.110 milio-

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ad oltre tre anni dalla nascita di a2a, lipotesi di un ritorno allo status quo precedente la fusione tra le utilities di Brescia e Milano pu apparire velleitaria sul piano della concreta fattibilit. Ma perch, una volta ammesso e verificato lerrore, non si pu tornare sulle proprie scelte revocando in dubbio i passi compiuti?
so per 25 anni braccio destro di Luigi Lucchini nonch profondo conoscitore della realt bresciana avendone sempre seguito con passione e curiosit la complessa fenomenologia, ha recentemente dichiarato che lAsm di Brescia, invece di fondersi con lAem di Milano, avrebbe potuto pi proficuamente accordarsi con la Svizzera, Paese dai cui Grigioni gi proviene gran parte dellenergia elettrica consumata nellItalia settentrionale. Una posizione che coincide a fortiori, ossia ulteriormente motivata, con quella espressa in pi occasioni da altri manager bresciani, quali Marco Vitale, da sempre fortemente critico per il modo con cui stata realizzata la fusione tra le due utilities. Non sono pochi, infatti, i dubbi e ripensamenti manifestati ultimamente in diverse occasioni anche da parte di esponenti dello stesso schieramento che, sotto la guida carismatica di Renzo Capra

A2A

di alESSanDro ChEula

e recenti esternazioni di Giuliano Zuccoli, presidente del Consiglio di Gestione di A2A, sul superamento della governance duale hanno trovato la sorprendente condivisione del Pd nella persona di Claudio Bragaglio e la tiepida dissociazione del presidente del Consiglio di Sorveglianza, Graziano Tarantini. Se la posizione del primo spiegabile in ragione di una semplificazione nella prospettiva di una maggiore efficienza gestionale, quella del secondo, invece di caratterizzarsi con una netta dissociazione, si espressa con un ni. Probabilmente la poltrona in A2A gli sta stretta e Tarantini sta gi guardando verso posizioni di assoluto rilievo in altri prestigiosi istituti lombardi. In entrambi i casi si tratta dellulteriore conferma di una evidente volont politica: quella di azzerare definitivamente il ruolo, la funzione e gli interessi di Brescia. Ugo Calzoni, manager di lungo corMESI 12DICEMBrE 2010

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e la regia politica di Paolo Corsini, concep e realizz unoperazione salutata a suo tempo con enfatici squilli di tromba e trionfali rulli di tamburi quale passaggio obbligato e opzione necessaria per competere con i colossi dOltralpe sul mercato europeo delle utilities.

non inopinata, uscita di Zuccoli poco oltre la met di un mandato (cinque anni) alla cui conclusione nel 2012 prevista la staffetta, ossia il cambio della guardia ai vertici di A2A con il subentro di Brescia alla presidenza del Consiglio di gestione e il passaggio di Milano al Consiglio di sorveglianza? La ragione evidente, come riconoscono con franchezza personalit quali Giuseppe Onofri, amministratore pubblico di lungo corso, e componenti del Consiglio di sorveglianza di A2A quali Norberto Rosini e Giambattista Brivio: non solo per concentrare pi agevolmente il potere in mani milanesi ma pi ancora per evitare che i bresciani entrino alla scadenza del 2012 nella stanza dei bottoni della societ assumendone la guida effettiva con la presidenza del Consiglio di gestione. PrInCIPI E rESPonSaBIlIT Sul piano di principio il superamento della governance duale non sarebbe di per s un male. Sulla effettiva plausibilit del doppio governo, uno di tecnici con compiti operativi e laltro di politici con funzioni di controllo, esistono infatti due scuole di pensiero simmetricamente opposte. Quella favorevole di Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa, e Piergaetano Marchetti, presidente di Rcs, che ne sostengono la legittimit in ragione di una maggiore rappresentativit, e quella di Alessandro Profumo e Cesare Geronzi che sono contrari in nome di una migliore governabilit (la duale, secondo i suoi oppositori, sarebbe solo un doppione, ossia un pretesto per garantire a tutti un posto al vertice, politici compresi). Quello tedesco, ad esempio, un caso esemplare di governance duale che funziona non solo in quanto espressione di una cultura e di una mentalit organicamente coese ma pure in quanto in quella prassi non esiste la separazione rigida tra politici e manager ai primi la sorveglianza e ai secondi la gestione essendo gli uni e gli altri presenti in entrambi gli organi. Nella fattispecie italiana la governance duale sarebbe una duplicazione utile sul piano della rappresentativit politica ma inuGraziano Tarantini, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di a2a.

Si tratta dellulteriore conferma di una evidente volont politica: quella di azzerare definitivamente il ruolo, la funzione e gli interessi di Brescia.
Le dichiarazioni di Calzoni e di Vitale non vanno lette tanto come una sorta di sottesa nostalgia del campanile o di rimpianto per la perduta brescianit di una delle pi efficienti e redditizie municipalizzate della Penisola. Nemmeno vanno viste come una contestazione alla radice della fusione tra Brescia e Milano, quanto come una fondata e ragionata riserva sulle modalit di una aggregazione e sulle linee di una governance sostanzialmente sbilanciate, seppur formalmente paritetiche (sperequazione, per inciso, che la nuova maggioranza di centro destra guidata da Adriano Paroli provvide a riequilibrare, di conserva con Letizia Moratti e la componente milanese). Ma questa la domanda perch la inaspettata, seppur

tile su quello della governabilit pratica. Sul piano sostanziale la proposta di Giuliano Zuccoli , giova ripeterlo, il de profundis non tanto e non solo della governance duale quanto della par condicio decisionale tra Brescia e Milano. In una parola si tratterebbe del definitivo benservito alla componente bresciana considerata un optional, un fatto meramente accidentale o quantomeno una variabile troppo indipendente sulla strada delle strategie meneghine, Edf francese e Edison francofona comprese. Il che non una sorpresa, anzi, lo sbocco scontato quanto prevedibile di una aggregazione che solo in apparenza era paritetica (la fusione perfetta di cui parlava Renzo Capra orecchiando quella pi che perfetta, si fa per dire, tra Banca Lombarda e Banca Popolare di Bergamo) essendo invece la conferma di una operazione politicamente ed economicamente squilibrata fin dal suo nascere (Milano indebitata e sottocapitalizzata, Brescia patrimonializzata e redditiva) pur artatamente bilanciata sul piano giuridico-formale. Uno squilibrio che tuttavia ha la propria matrice nel rapporto oggettivamente sbilanciato tra Milano e Brescia, ove la prima ha sempre considerato la seconda

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al magazzino e il modello mercatista della piccola impresa orientata al mercato. Anche in questa ottica si possono leggere le due opposte ma convergenti posizioni del Pd di Bragaglio e della CdO di Tarantini, il primo dichiaratamente favorevole e il secondo ambiguamente neutrale sulla proposta di Zuccoli. Che lo voglia Zuccoli si pu capire, che laccetti Tarantini si pu intuire, ma che la subisca o addirittura condivida Bragaglio non si pu accettare. O meglio, si pu approvare in ragione di una pi efficiente semplificazione gestionale, poich una gestione monocratica per definizione pi semplice (non necessariamente pi efficiente) di una gestione duale, ma non si pu recepire per le sue implicazioni politiche milanocentriche. Bragaglio sembra, infatti, dimenticare, con un atteggiamento stranamente autolesionista per un rappresentante di Brescia, che lidea di Zuccoli intesa a fagocitare, e quindi azzerare o almeno ridimensionare, la componente bresciana. BrESCIa SurClaSSaTa? Lesternazione del presidente del Consiglio di Gestione di A2A pu essere letta quale ennesima conferma di come lasse Tarantini-Formigoni stia bypassando Brescia penalizzandone le ultime velleit autonomistiche, alla faccia di tutte le buone intenzioni e di tutti i magniloquenti proclami di valorizzazione delle potenzialit locali. Il che non sarebbe un male se tale visione si accompagnasse ad una suddivisione geoeconomica dei compiti e delle funzioni che vede Brescia rivestire un ruolo non sussidiario o secondario ma comprimario rispetto al capoluogo lombardo. Cosa che peraltro non potrebbe avvenire nel contesto dellattuale assetto dei poteri locali ma nellambito di una attrezzata area metropolitana, vale a dire una entit territoriale pluriprovinciale e interregionale che, sviluppandosi sullasse Milano-Brescia-Bergamo(Verona?), potrebbe consentire alla Leonessa di interfacciarsi proficuamente lungo tre direttrici infrastrutturali: cerniera bancaria (Ubi Banca) e tecnologica (Csmt e Kilometro Rosso) con Bergamo; frontiera commerciale (fiere) e aeroportuale (Montichiari) con Verona; filiera
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Il termovalorizzatore di Brescia.

come lappendice orientale della propria baricentrica egemonia regionale. Non si tratta della rivendicazione di una gratuita e quindi perdente velleit localistica ma della assunzione di una evidente realt. Quella secondo la quale nella visione milanocentrica dei rapporti regionali a Brescia riservato un ruolo subalterno di retrovia o quantomeno una funzione accessoria di periferia. Una sorta di citt dormitorio, pi o meno ci che disse Richard Posner, docente universitario americano, in occasione del convegno organizzato a Brescia la scorsa estate da Giorgio Musicco per conto della Finsibi di Dante Anselmi. Ma proprio qui il punto, ovvero il terreno elettivo su cui Brescia pu giocare un ruolo comprimario, non velleitario da una parte ma

nemmeno caudatario dallaltra. Non pi capitale della Lombardia orientale secondo la definizione cara ai tempi di Bruno Boni ma oggi anacronistica, bens interfaccia tra i due Nord del Paese in quanto provincia che si colloca come retrovia del Nord Ovest e antevia del Nord Est. Pi chiaramente, tra il modello fordista della grande azienda mirata

Una fondata e ragionata riserva sulle modalit di unaggregazione e sulle linee di una governance sostanzialmente sbilanciate.

Metrobus | OMB International | Riconoscimenti al Presidente di Brescia Mobilit


Prosegue la campagna di prove di carico a cura del Collaudatore Statico: dopo le prove sul viadotto si passati alla galleria artificiale, tipologia costruttiva adottata in tutta la tratta nord e in alcuni tratti della sud. La misurazione stata affidata ad un laboratorio specializzato autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture. Le prove, 13 in tutto, sono state completate ed hanno dimostrato un ottimo comportamento del manufatto: dalle misurazioni effettuate stato possibile registrare come lopera sia stata realizzata correttamente. Il carico del valore di 2 tonnellate per metro quadrato, ricreato utilizzando blocchi in calcestruzzo da 4800 kg ciascuno, stato posizionato in superficie, dove sono generalmente presenti strade o parcheggi, simulando la presenza di veicoli. Oltre alla resistenza all'abbassamento, si accertato che il solettone di copertura della galleria avesse un comportamento di tipo elastico e cio che al cessare del carico in superficie la copertura tornasse nella posizione originale, annullando labbassamento.

NOVITA DAL GRUPPO BRESCIA MOBILITA

PROMOSSE LE GALLERIE ARTIFICIALI DELLA METRO GRAZIE AL COLLAUDO STATICO CON PROVE DI CARICO
Lazienda bresciana ha presentato, al Salone della Mobilit Sostenibile tenutosi a Riva del Garda il 6 e 7 novembre, la novit dell'anno: la realizzazione di autobus ibridi con una tecnologia avanzata che consentir la creazione futura di mezzi per ligiene urbana sempre pi efficienti ed a bassissime, o addirittura zero, emissioni. L'Ing. Marco Medeghini, presidente della Societ, ha sottolineato che in atto un piano d'investimento su prodotti moderni e tecnologicamente avanzati contraddistinto da un approccio integrato allambiente dei sistemi dedicati alligiene urbana. Viene espressa grande soddisfazione sia per i risultati ottenuti in termini di fatturato, sia di quelli relativi a ricerca e sviluppo. Il presidente della holding Brescia Mobilit, il dott. Valerio Prignachi, alla quale OMB International fa riferimento, ha ulteriormente approfondito il ragionamento spiegando che nel contesto generale della mobilit, il Gruppo Brescia Mobilit pu essere definito un gruppo societario in grado di fornire servizi, modelli organizzativi, gestionali e amministrativi alla collettivit.

MOBILITA' SOSTENIBILE, OMB INTERNATIONAL DALL'IMPEGNO AI FATTI: COMPATTATORI E BUS IBRIDI


Il presidente di Brescia Mobilit Valerio Prignachi, nel corso della 19^ sessione plenaria del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio dEuropa, stato insignito da Keith Whitmore, il presidente del Congresso, della medaglia doro del Congresso e dellattestazione dello status di Membro Onorario. Prignachi, prima di essere nominato presidente della holding cittadina, era gi stato presidente del Comitato del Congresso sulla coesione sociale e assessore ai trasporti della Provincia di Brescia. In qualit di membro del Consiglio d'Europa ha saputo promuovere e realizzare molteplici iniziative: in favore delle popolazioni montane, nella redazione dello Statuto Europeo delle Regioni Montane, contro la violenza sulle donne tra le mura domestiche, portando l'attenzione anche sulla condizione dei ragazzi di strada, degli orfani e delle famiglie in difficolt. Prignachi ha svolto anche un lavoro importante in tema di trasporto e nellambito delle sfide per lo sviluppo sostenibile.

MEDAGLIA D'ORO DEL CONSIGLIO D'EUROPA PER VALERIO PRIGNACHI, PRESIDENTE DI BRESCIA MOBILITA'

E
fatte a suo tempo. Ripetiamo a scanso di equivoci: nella fattispecie di cui si parla la difesa della gestione duale non tanto larroccamento inteso a garantire una poltrona per tutti, manager e politici, quanto la difesa non miope e non conservativa degli interessi bresciani poich al loro ridimensionamento che punta, sotto legida e lorpello di una maggiore efficienza, il progetto di Zuccoli. Posta cos la domanda, come gi detto in premessa, pu sembrare velleitaria per le sue immaginabili quanto ovvie difficolt di natura politica e tecnica. Ma in linea di principio, e in particolare alla luce di quanto detto fino ad ora la difesa non gretta e non campanilistica degli interessi e delle priorit locali il dubbio non gratuito o peregrino come potrebbe apparire. Perch non pensare dunque alla possibilit di un ripensamento? Perch, una volta verificatane la fattibilit politica nel duplice aspetto della plausibilit economica e della possibilit giuridica, non si pu tornare sulle proprie scelte revocandone in dubbio la necessit in vista di una nuova e diversa legittimit? Tutto reversibile e revocabile, una volta accertata la insostenibilit della scelta compiuta e la speculare sostenibilit di una opzione contraria. Se levoluzione della

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adriano Paroli, Sindaco di Brescia. Sotto, letizia Moratti, Sindaco di Milano.

terziaria e multiutilities (A2A) con Milano. Ma sempre nellambito, ripetiamo, di unaggregazione non passiva e di una connessione non subalterna con i citati capoluoghi. Tutto, infatti, concorre, dalla geografia alla geoeconomia, a fare dellasse Milano-Bergamo-Brescia (e possibilmente Verona) una grande area metropolitana al cui interno Brescia potrebbe diventare interfaccia tra Nord Ovest e Nord Est, in ci facilitata dal fatto di essere periferia del primo e anticamera del secondo. Ma cos non , o almeno non lo ancora, per la ragione evidente che Brescia, pur essendo un gigante economico, ancora un nano politico che non pu certo competere come peso specifico con Milano o Verona. TornarE SuI ProPrI PaSSI? Perch, una volta ammesso e verificato lerrore, non si pu tornare sulle proprie scelte revocando in dubbio i passi compiuti? Il dubbio, motivato e giustificato, si pu attagliare alla attuale incertezza di prospettive che caratterizza la situazione creatasi in A2A, le cui ultime novit in fatto di riforma della governance, con la proposta di superamento della gestione duale, fanno forse rimpiangere le scelte

lizzabilit? Il ragionamento pu apparire astratto ma, ripetiamo, non velleitario. Il senno di poi non una comoda rinuncia o una fuga dalle proprie responsabilit ma semplicemente lassunzione di una pi consapevole responsabilit. Discorso difficile, certo, ma perch non cominciare a porselo sul piano della ricerca di nuovi obiettivi e nuovi intravvisti? Concludendo. Se la governance duale poteva apparire come un corollario necessario alla fusione, lipotesi del suo azzeramento in vista di un governo monocratico appare, nella attuale situazione, come uno strumentale ripiego non in nome di una migliore efficienza gestionale ma in vista di un maggiore accentramento decisionale. In omaggio alla perpetuazione e al rafforzamento dellasse Milano-Brescia (leggi Formigoni-Tarantini) e alla faccia di tutte le promesse sulla par condicio e al rapporto paritetico tra il capoluogo lombardo e quello bresciano. Non era questo lesito che la migliore ex municipalizzata dItalia si meritava, e non era questo il risultato atteso dalla fusione perfetta tra Asm e Aem. A meno di considerare anche questa aggregazione come lennesima croce nel cimitero delle occasioni perdute della storia moderna bresciana.

lasse TarantiniFormigoni sta bypassando Brescia penalizzandone le ultime velleit autonomistiche.


fusione e lesito delloperazione, unite allincertezza delle sue prospettive a breve, si sta rivelando penalizzante per Brescia, perch non pensare ad una inversione di marcia che ci riporti alla originaria situazione, sia pure pagandone un prezzo ma nel contempo assicurandone le migliori condizioni e individuandone le maggiori garanzie in ordine alla sua reaMESI 12DICEMBrE 2010

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IN EVIDENZA

SEMPrE PI vICIna aI CITTaDInI


lazIEnDa, GuIDaTa Da anDrEa Bolla, SI lanCIa alla ConquISTa DEl SEGMEnTo DoMESTICo PunTanDo Su TraSParEnza, CaPIllarIT DEl SErvIzIo E ConSulEnTI PErSonalI a DISPoSIzIonE DEI CITTaDInI.
Bolla, amministratore delegato di VIVIgas rappresentano, per il loro vivace tessuto imprenditoriale, unarea di particolare interesse per un operatore presente sul territorio nazionale come VIVIgas. Attraverso una strategia di penetrazione capillare sul territorio puntiamo ad affermare il nostro ruolo di operatore energetico di riferimento nelle aree in cui operiamo fidelizzando i clienti acquisiti e conquistandone di nuovi. Lazienda intende, infatti, aumentare del 15% la propria quota di mercato nel segmento domestico, oggi rappresentato da 250.000 clienti. Per perseguire questo obiettivo ha realizzato una campagna di marketing territoriale con attivit, concentrate in prima battuta proprio a Gussago, Rezzato, Roncadelle e Orzinuovi, proponendosi come fornitore unico per i servizi di luce e gas. A fine novembre ha preso il via in questi Comuni unintensa attivit di guerrilla marketing e nei giorni successivi davanti agli occhi attoniti dei cittadini nella piazza principale dei paesi coinvolti ha fatto capolino la casa trasparente VIVIgas, la riproduzione di un bilocale abitato da due giovani che accoglievano i cittadini e presentavano lofferta VIVIgas. Trasparenza, consulenza personalizzata e servizi su misura sono gli elementi distintivi riconosciuti anche dai nostri clienti, che ci differenziano sul mercato specifica Bolla . Siamo convinti che in un settore estremamente competitivo, come quello della vendita di energia elettrica e gas metano, il vero valore aggiunto venga creato sia da un prezzo concorrenziale, sia dalle persone. La profonda conoscenza del territorio ha consentito allazienda di sviluppare un rapporto diretto e personalizzato con i propri clienti. Caratteristica distintiva dellapproccio di VIVIgas la figura dei consulenti personali, dipendenti della societ che operano presso i punti vendita distribuiti sul territorio, in grado di rispondere con tempestivit e competenza a ogni richiesta relativa alla fornitura di luce e gas. Il servizio a disposizione dei clienti VIVIgas e di tutti i cittadini che possono richiedere consulenza per la comprensione delle voci che compongono la bolletta e suggerimenti per individuare la tariffa pi conveniente calcolata in base al proprio profilo di consumo. Ulteriore tratto distintivo la trasparenza con la quale lazienda gestisce ogni fase del rapporto con il cliente offrendo tariffe chiare e precise e contratti e bollette facilmente comprensibili. Riteniamo che la capacit di essere sempre vicini ai nostri clienti conclude Bolla con servizi e offerte personalizzate possa fare la differenza in un mercato in cui la logica del prezzo deve sempre essere accompagnata da quella del servizio.

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nazienda nata nel 2003 con 50 anni di esperienza alle spalle una rarit non solo per il territorio bresciano, ma per lintero mercato. Eppure VIVIgas S.p.A., tra i primi quindici operatori italiani specializzati nella vendita di gas metano ed energia elettrica nel mercato liberalizzato, pu vantare questo primato. Pur essendo nata solo sette anni fa, a seguito della liberalizzazione del mercato dellenergia elettrica e del gas, ha nel suo dna il know-how maturato in oltre mezzo secolo di attivit dal Gruppo Erogasmet, pioniere della distribuzione di gas naturale in Italia. Con 200 milioni di euro di fatturato, 117 dipendenti, 400.000.000 m3 di gas e 150.000.000 kwh di energia elettrica venduti allanno, VIVIgas una realt aziendale in continua crescita, presente sul territorio con 21 punti vendita distribuiti in Lombardia, Veneto, Piemonte, Lazio e Umbria, nelle province di Brescia, Bergamo, Como, Varese, Verona, Novara, Verbania, Roma, Viterbo e Terni. Lazienda fortemente radicata nella provincia di Brescia dove ha sede e conta oltre 30.000 clienti residenti in sedici comuni, 40.000.000 m3 di gas e 15.000.000 Kwh di energia elettrica venduti e due punti vendita a Roncadelle e Nave. Brescia e provincia spiega Andrea
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A CITT

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ASSEMBLEA CDo
nuoVA ALLEAnZA IMprESA-LAVoro

stata unassemblea diversa, quella di Compagnia delle Opere, svoltasi agli inizi di novembre scorso a Brixia Expo. La scelta stata diversa da quelle solite di queste circostanze, in cui normalmente le associazioni celebrano se stesse, con i soliti saluti alle autorit, il solito discorso del presidente, il solito autocompiacimento, i soliti annunci, la solita lista delle lamentele, le solite accuse sempre agli altri, mai a se stessi, vogliamo scherzare? le solite richieste di finanziamenti, di sgravi, di diminuzione delle tasse eccetera, ed infine il solito Ministro, che porta la parola del Governo di turno, che spiega quello che il governo ha fatto e quello che non ha potuto fare e per colpa di chi non ha potuto fare, che assicura che comunque si far, e torna a casa con gli applausi che concludono il teatrino, perch nessuno replica, nessuno contesta, nessuno corregge, perch pi facile applaudire, pi semplice, non ci vuole coraggio, n cultura, n conoscenze, e via cos. Ed stata diversa anche per un altro aspetto, di primaria importanza, soprattutto in questo clima di neomaterialismo che si va configurando: perch ha messo al centro la persona, lindividuo, lUomo, sia esso limprenditore, il collaboratore, il dipendente. l moltissimi imprenditori presenti allassemblea hanno avuto modo di riflettere sul ruolo sociale dellimpresa, spesso invocato quando si tratta degli aiuti dello Stato, ancor pi spesso dimenticato nella pratica quotidiana, con buona dose di miopia cultu-

di IMManuEl

rale. Perch, soprattutto nella piccola e media impresa anche a Brescia ormai la quasi totalit la produttivit e la competitivit, tanto care, e giustamente, agli imprenditori, si raggiungono ponendo al centro luomo, valorizzando la sua mente, il suo cuore, il suo attaccamento allimpresa, la sua capacit di essere non numero ma parte, non strumento, ma coautore, responsabile, impegnato, ed anche per questo correttamente remunerato. Lo aveva detto anche Marchionne, nelle scorse settimane, almeno per un certo aspetto, quando aveva affermato che avrebbe pagato quanto i tedeschi, a fronte di una produttivit tedesca. Affermazione un po pelosa, forse, certamente un po tardiva, sicuramente parziale, perch, nella visione che ha ispirato lassemblea di CdO, non c lo scambio di soldi contro braccia, ma la cooperazione di individui con diverse funzioni e con diverse responsabilit per il conseguimento di obiettivi condivisi non solo sul piano economico, ma anche su quello esistenziale. Cio una vera e propria alleanza tra i diversi fattori della produzione. Ovviamente, non occasionale ma con visione ampia e di lungo periodo, in cui i diversi interessi si compongono, con la consapevolezza che il successo delluno rappresenta anche il vantaggio dellaltro, e non occasionalmente, ma in una strategia di alto profilo, che coinvolge il cosiddetto sistema paese. Naturalmente, in una siffatta visione, le tentazioni di spezzare le reni a qualcuno vanno abbandonate. Vanno quindi abbandonate le velleita-

rie tentazioni di dividere il mondo del lavoro con gli accordi separati, e vanno parimenti abbandonate le teorie della contrattazione permanente, del rifiuto della piena utilizzazione degli impianti, della flessibilit sostenibile, anche con riferimento alla visione della centralit delluomo. Questo era il tema forte, in sostanza, nellassemblea della Compagnia delle Opere, con una sana riscoperta delle origini dellorganizzazione, che ora attesa alla verifica dei fatti. vero, infatti, che nellauto-riforma dellimpresa e dellimprenditore, teorizzata efficacemente da Carlo Pelanda, non ci pu essere soltanto lo spazio per fisco, logistica e credito, e tanto meno per il consociativismo. anche vero che lesercizio del potere, sia di quello politico sia di quello economico, e ancor di pi di quello, pesantissimo, che deriva dalla concentrazione nelle stesse mani di entrambi, deve essere finalizzato alla giusta remunerazione del capitale, che garantisce anche investimenti e quindi nuova occupazione e maggiore benessere. Ma altrettanto vero che lautoriforma, cos come lesercizio del potere, non possono essere discriminanti, partigiani, corporativi. Se cos non fosse, si rimetterebbe luomo solo al centro dei microfoni, in una visione strumentalmente ecumenica e progressista. Ma si continuerebbe a perseguire interessi legittimi, rispettabili, ma miopi, rispetto a una visione in cui lUomo viene prima di tutto e in cui egli stesso pu essere il principio di ogni bene, ma anche del male di se stesso.
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unA fonDAZIonE
Monari: tra Bazoli e Camadini, con Montini e Martini (senza Tovini n Giussani).
di alESSanDro ChEula

pEr IL DIALogo
consolidata teologia francofona maritainiana cara a Montini e alla Morcelliana, ha tesaurizzato il personalismo di Mounier metabolizzandone il lievito pi fecondo, prendendo le distanze dal relativismo ma senza demonizzarlo o anatemizzarlo bens storicizzandolo e contestualizzandolo fino a compromettersi in una contemporaneit da vivere nella pienezza della testimonianza cristiana e della lezione evangelica. Tra Montini e Martini, cui Monari ha attinto rivolgendosi spesso a Giovanni Bazoli, fondatore dellAccademia seduto in prima fila accanto a Roman Zaleski, non mai risuonato (omissione casuale non certo intenzionale) il nome di Giuseppe Tovini, della cui eredit spirituale e magistero sociale devoto quanto infaticabile curatore Giuseppe Camadini, presidente della fondazione che porta il nome del Beato camuno, seduto in ultima fila nella sala episcopio, considerato vicino alla fondazione San Benedetto di Graziano Tarantini (questultimo assente in sala come il sindaco Adriano Paroli). Significativa lassenza dei cattolici di Comunione e Liberazione e della Compagnie delle Opere. A sottolineare un fatto apparentemente insignificante ma plasticamente evidente. Vale a dire che a Brescia ancora la continuit cattolica a esaurire al proprio interno, dialetticamente ed esaustivamente, tutte le opzioni delluniverso socio-politico locale. con questa continuit-complessit del potere cattolico che i laici, di destra e di sinistra, devono misurarsi. Ed sempre con le due anime di questo mondo, quella bazoliana ieri referente di Corsini e quella camadiniana oggi referente di Paroli , che le forze politiche secolari dovranno confrontarsi.
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ristiani o crociati? Se la fede letica dei credenti e letica la fede dei non credenti, possibile un dialogo tra etica della fede ed etica senza fede senza reciproci tentativi di annessione o prevaricazione? Una convinzione senza pretese di altrui conversione? Pi chiaramente: in un momento in cui i monoteismi religiosi sembrano difendere unidentit declinante con il ritorno allintransigenza dei rispettivi dogmatismi e di risorgenti fideismi, possibile una nuova antropologia nella quale credenti e non credenti possano riconoscersi con pari dignit e mutuo rispetto? A oltre quarantanni da Credenti e non credenti per un mondo migliore di don Giulio Girardi, il manifesto con cui la Chiesa del dialogo salut il 1968, toccato a Luciano Monari, vescovo di Brescia, rispondere affermativamente. S, il dialogo non solo possibile ma pure praticabile quindi auspicabile. Ci che ha colpito positivamente nella prolusione tenuta dal prelato in Vescovado in occasione della presentazione della Accademia Cattolica, fondazione culturale promossa da un gruppo di cattolici bresciani coordinati di Francesca Bazoli e Giacomo Canobbio sullesempio della omologa Accademia cattolica di Monaco, lapproccio non assertivo n apodittico ma interattivo e problematico al tema del rapporto tra religio-

ne e societ e, per estensione, tra fede e modernit (con quanto ne consegue in termini di secolarit e storicit). Relazione analogicamente assimilabile a quella tra etica e scienza, contraddizione fondamentale del nostro tempo poich secondo la scienza si deve fare tutto ci che si pu fare, mentre secondo letica si pu fare solo ci che si deve fare. Contraddizione che, se esaminata dal versante della teologia e della filosofia teoretica, discende dal pi ampio rapporto tra fede e ragione (non ancora consensuali ma non pi antagonistiche, o quantomeno non conflittuali, secondo la teologia cara a Ratzinger). Rapporto dialogico, quello adombrato da Monari nel corso di una stimolante lezione, ma non per questo dubitativo o remissivo, anzi fortemente identitario proprio in quanto convintamente preparato al confronto col pensiero laico. Suggestivi i passaggi alla ermeneutica del Concilio di scuola montiniana (fu Montini il grande esegeta dunque vero maieuta del lascito di Roncalli) e quelli alla autotrascendenza di derivazione martiniana ( Martini il pi convinto assertore della necessit del dialogo tra fede e modernit, tra religione e secolarit, basti pensare al rapporto epistolare con Eugenio Scalfari e al confronto culturale con Vito Mancuso, ex allievo nonch teologo eterodosso). Un tono agli antipodi di certo fondamentalismo crociato o compiaciuto integrismo cui ci hanno abituato negli ultimi anni gruppi militanti del mondo cattolico, minoritari ma proprio per questo stucchevolmente identitari. Un approccio suadente e a tratti seducente, legittimato da pertinenti citazioni di teologi non sempre ortodossi quali Karl Rahner. Segno di una modernit che, andando oltre la
Il vescovo di Brescia luciano Monari.

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Masserdotti veste i ristoranti Autogrill di Fiera Milano Sono targate Gruppo Masserdotti la produzione e linstallazione delle grafiche nei due nuovi ristoranti Autogrill allinterno della Fiera di Milano: il Bistrot Milano e il Light e Design Restaurant. Per i due locali, il Gruppo bresciano ha provveduto allapplicazione dei vari rivestimenti filmici su vetrate, pareti, banconi, mobili e porte, proseguendo la collaborazione con Autogrill, gi sperimentata con successo in altri ristoranti italiani.

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Giovani di Apindustria, Davide Guerini confermato alla presidenza Davide Guerini stato confermato alla presidenza del Gruppo Giovani di Apindustria (Associazione per limpresa). Alla vicepresidenza sono stati eletti Marco Mariotti (vicario) e Alessandro Orizio. Completano il consiglio direttivo: Massimo Berardi, Emanuela Colosio, Lorenzo Lombardi, Anna Mascarini, Giuseppe Ravazzolo, Williams Salvini, Roberto Scotti, Matteo Vinati, Lara Volpini e Vera Volpini. Turboden promuove il risparmio di energia nelle industrie Turboden azienda bresciana leader nella produzione di turbogeneratori Orc (basati sul Ciclo Rankine Organico) per generazione elettrica e termica da fonti rinnovabili e da recupero di calore, nonch coordinatrice del progetto H-REII (Heat Recovery in Energy Intensive Industries) presenta i primi risultati del progetto H-REII per le potenzialit di recupero calore in industrie altamente energivore. Dopo oltre 110 audit energetici effettuati in Europa e linvestigazione diretta di 20 industrie bresciane, la stima a livello nazionale delle potenzialit di recupero calore con tecnologia Orc nei tre settori investigati (siderurgie, cementifici e vetrerie) evidenzia questi dati: Potenza installabile: circa 130 MWel; Energia producibile/autoconsumabile: da 640 a 1.025 GWhel/anno; CO2 risparmiabile: da 407.000 a 652.000 ton/annue. Lenergia risparmiabile circa l8% di quella prevista negli obiettivi di risparmio energetico nellindustria al 2016 come dal piano di efficienza energetica realizzato dal Governo. Un risparmio simile equivale allenergia consumata da 1 milione di lampadine da 100 W accese per un intero anno. Stefano Zadra, nuovo direttore commerciale di F.G.S. Brescia Stefano Zadra, 45 anni, il nuovo direttore commerciale di F.G.S. Brescia srl, importante realt nella progettazione e realizzazione di Servizi e Sistemi Integrati per la Sicurezza, con unesperienza di oltre quindici anni. Zadra riporter direttamente allamministratore delegato dellazienda, Diego Corsini, e coordiner larea commerciale di F.G.S. Brescia. Zadra ha maturato importanti esperienze commerciali in diverse aziende, fino ad approdare, nel 1989, in Mega Italia spa (Gruppo Sicurglobal), operante nel settore dei sistemi di sicurezza, al cui interno ha acquisito responsabilit sempre maggiori fino allincarico di responsabile commerciale e vendite. La nuova nomina fa seguito al completamento del nuovo assetto degli organi di vertice, avvenuto fra il 2009 e il 2010, con la nomina di Sandro Bonusi ad a. d. di F.G.S. International srl, attiva in Egitto, Polonia, Romania, Russia e negli Emirati Arabi.

Expo Zani Ranzenigo, 1 mostra convegno Prima edizione di successo per Zani Ranzenigo Expo, la mostra convegno dedicata allilluminotecnica e ai materiali elettrici, organizzata lo scorso ottobre in collaborazione con Fiera di Brescia. In esposizione, su una superficie di circa 2.000 mq, oltre 60 aziende leader del settore. AllExpo Convegno si sono accreditati oltre 2.500 visitatori (installatori, rivenditori di materiale elettrico, architetti, progettisti e designer) provenienti da Brescia e provincia, che hanno apprezzato lofferta espositiva, la qualit organizzativa, la facile raggiungibilit e laccesso veloce in fiera. Linaugurazione avvenuta alla presenza di (da sx nella foto): Fiorenzo Ranzenigo, a.d. Zani Ranzenigo & C., Alessandro Sala, sindaco di Palazzolo s/O, on. Viviana Beccalossi, on. Stefano Saglia, Gianbattista Ranzenigo e Roberto Cirillo, entrambi a.d. Zani Ranzenigo & C. Prossimo appuntamento ottobre 2012.

Mico Sport fornitore ufficiale Fisi Dopo 10 anni di ininterrotta partnership, Mico Sport ha siglato un nuovo accordo di sponsorizzazione e fornitura di abbigliamento tecnico sportivo con la Federazione Italiana Sport Invernali per le prossime quattro stagioni sportive, fino al 2014, con la sponsorizzazione del roll neck delle divise degli atleti azzurri. Lazienda bresciana fornir la sua linea technical underwear e calze sportive alle nazionali Fisi e il logo aziendale avr visibilit sulle divise degli atleti italiani per tutta la durata delle prossime quattro Coppe del Mondo, dalledizione 2010/2011 fino a quella 2013/2014.

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Vacanze di Natale

VACANZE DI NATALE

TUTTI A CASA!
Tra scuola, casa e lavoro, come si vive, oggi, al ritmo dei jingle bells.
dover ingranare una marcia in pi sul lavoro, sopperendo alle necessit contingenti di quelli che, sullagenda, oltre a riunioni e cenoni, devono scadenzare turni di gioco e ricerche di gadget. Un bel problema, vero, che per parso relativamente gestibile, al punto di non minare il tipico spirito intimato da luminarie e babbi vari appesi a testa in gi. Forse, vero il fatto che cimmedesimiamo in chi ha let per godersi appieno il Natale e, complice qualche ricordo profumato di zenzero e cannella, stringiamo i denti. Se per i pi piccoli le feste sono ancora sinonimo di balocchi e spensieratezza, i ragazzi puntano a uno stacco totale in cui non pensare a nulla, allontanare i libri e, spesso, rifugiarsi nel dolce far niente. Un

di AlEssAnDRA TonIzzo

a neve, lozio, lo stare insieme, i regali e latmosfera unica: chi di noi non ricorda con piacere le vacanze di Natale dinfanzia e adolescenza? Ma, nella nostra societ frenetica, dove tutto diventa spesso fonte di stress come non ricordare le inquietanti pubblicit novembrine che incalzavano ad intermittenza: avete gi pensato a tutto? Natale dietro langolo! , e la famiglia ha assunto forme e ruoli pi complicati rispetto a un tempo, ancora questo il nostro stato danimo? Ce lo chiediamo a maggior ragione oggi, quando googlando vacanze di Natale leloquente bivio sempre solo quello, tra la nota saga vanziniana ed assillanti last minute esotici. Anche fuori dal web, scopriamo un altro crocevia, quello fra due universi complementari che si affacciano al Natale con spirito e aspettative diverse: i piccoli e i giovani, perennemente entusiasti, e gli adulti, un po in ansia. Chi ha famiglia, infatti, sa gi di dover contare sullaiuto di nonni e baby sitter, organizzandosi alla belle meglio in un Paese in cui le cosiddette ferie non collimano di generazione in generazione. Chi, invece, non ha pargoli al seguito, sa bene di

. SCUOLA, FAMIGLIA E LAVORO TRE MONDI CHE NON SI PARLANO


Abbiamo sentito insegnanti, studenti e genitori; i primi dichiarano di dare pochi compiti per le vacanze, gli studenti confermano la tendenza mentre molti genitori hanno la sensazione che i ragazzi ne abbiano molti. Gli insegnanti pensano che i ragazzi abbiano bisogno di riposo ma i ragazzi dicono di fare fatica a riprendere i ritmi. Gli insegnanti affermano che le vacanze sono una buona occasione per far trascorrere pi tempo ai ragazzi con le famiglie, ma in generale gli adolescenti non vogliono passare pi tempo in famiglia e allontanarsi dagli amici. Molti insegnanti credono che le vacanze non debbano essere accorciate, gli studenti (ovviamente) concordano e aumentano le ore sotto le coperte. I genitori la pensano diversamente. Nel frattempo, finiti gli studi, tre giovani su quattro non trovano lavoro e rischiano di passare ancora pi tempo nel dolce far niente, che molto dolce non sar pi. Nei prossimi numeri di 12 Mesi tratteremo di questo problema, della forza dei giovani dei paesi emergenti, dei sacrifici degli studenti dei paesi del terzo mondo e di cosa, scuola e istituzioni, dovrebbero predisporre, per formare una futura classe di giovani che abbia meno difficolt di quella attuale. Intanto Buon Natale a tutti e ricordiamoci che chi divenne il Re dei Re non era un ricco, non era un politico, non era uno scriba, ma un falegname. Giorgio Olla
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atteggiamento di stanchezza e spossatezza preoccupante che, confessano i professori, peggiora di anno in anno. Colpa delleccesso di stimoli che, alla lunga, esauriscono, o della mancanza di alternative a 15 giorni passati nel disimpegno pi totale? Mentre pochi approfittano del Natale per svolgere attivit che durante lanno sono loro precluse per i troppi impegni, pochissimi vivono il Natale per il suo significato religioso ed altrettanti tornerebbero prima a scuola per svolgere corsi paralleli, la rimanenza ambisce ad un limbo, una zona grigia, quasi un letargo al seguito del quale si ricomincia pi spossati di prima. Alla domanda ma voi, ridurreste queste vacanze?, la maggioranza ha risposto no. Alcuni a cuor leggero, altri titubanti, quasi tutti hanno capitolato al richiamo di Santa Claus. Ma se, in fin dei conti, questo momento non lo si riesce a vivere per quello che dovrebbe essere stare insieme per davvero, con affetto, recuperando ritmi umani a che prezzo questo puzzle di im-

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pegni, di vite? Il countdown natalizio si sente allandata e al ritorno, in unescalation frivola che ci lascia intontiti e stonati se ai vari jingle bells non accompagniamo dellaltro. Quindici giorni per fare il pieno di regali, di cibo, di dormite... e poi? In fondo, la solita vecchia storia di quantit e qualit che, cinsegn proprio la scuola, spesso sono inversamente proporzionali tra loro. Ma forse eravamo disattenti, e questa lezione non labbiamo imparata bene.

. LE VACANZE DI NATALE NEL MONDO


Come variano, per gli studenti, le vacanze di natale nel mondo? Nei paesi di tradizione cristiana, come ben sappiamo, il Natale comprende sia le festivit natalizie che il Capodanno. Ma, mentre nellemisfero meridionale il natale ha luogo destate, ed la pausa pi lunga per i ragazzi, durando in media circa 8-9 settimane, le vacanze degli studenti europei comprendono invece 2-3 settimane di break totale a dicembre. Qualche cifra? In Austria si gioca a palle di neve dal 24 dicembre al 6 gennaio, nel Regno Unito dal 19 dicembre al 2 gennaio, mentre i Paesi Bassi chiudono le scuole per le ultime due settimane di dicembre. Di norma, i ragazzi passano questo tempo a riposarsi e divertirsi: le vacanze fuori porta in famiglia sono un classico, tanto che, in alcuni paesi, tra cui Germania, Francia e Australia, le date dinizio e fine delle vacanze scolastiche, nelle diverse regioni interne, sono sfalsate per ridurre il traffico pesante e la pressione sui mezzi di trasporto locali. Ma pensiamo a quei paesi emergenti che, come la Malesia, sono un vero mix di etnie e di culture. Allinterno di un simile melting pot, ove convivono malesi, cinesi e indiani, inevitabile un gran numero di feste e manifestazioni religiose. Come scadenzare, nel calendario dei ragazzi, le festivit per lHari Raya musulmano, i Deepavali e Taipusam induisti, il Capodanno Cinese ed il Natale cristiano (in Malesia il 10% della popolazione cristiana)? Semplice: le scuole fissano 4 break nellarco dellanno il primo dal 13 al 21 marzo, il secondo dal 5 al 20 giugno, il terzo dal 4 al 12 settembre e lultimo, quello di fine anno, dal 20 novembre al 2 gennaio , mentre i datori di lavoro concedono davvero solo lo stretto necessario. Auguri! Alessandra Tonizzo

Le vacanze natalizie viste dai PROFESSORI LICEALI


Secondo lei, che significato dovrebbero avere le vacanze di Natale per gli studenti (riposo, studio, recupero, svago...)? Carla, 57 anni, insegnante di lingue: Sicuramente riposo e recupero. Flavia, 55 anni, insegnante di diritto: Un momento di stacco e riordino delle conoscenze acquisite. Ornella, 50 anni, insegnante di economia: Riposo e svago, recupero delle energie mentali e fisiche. Giacinto, 44 anni, insegnante di storia: Svago, riposo, recupero e lettura. Paola, 51 anni, insegnante di lettere: Riposo e, per chi ne ha bisogno, recupero. Danilo, 54 anni, insegnante di lettere: Riposo e studio. Carica di compiti i suoi ragazzi? Carla: Non eccessivamente. Flavia: No, generalmente assegno qualche ripasso e delle letture consigliate. Ornella: No, solo pochi esercizi. Giacinto: No, consiglio delle letture di consolidamento dellorizzonte culturale. Paola: No, non ne do. Chi deve recuperare ha il tempo di farlo, gli altri riposano. Danilo: Mai in eccedenza rispetto a quanto gi svolto. Al rientro, sono ricaricati, pi produttivi? Carla: Direi che dipende da ci che hanno fatto durante la vacanza. Flavia: No: invece faticoso riallacciare il filo con il periodo pre vacanze. Ornella: Solo talvolta, dipende dallo studente e dalle classi. Giacinto: Non sembra: faticano a vedere la scuola come comunit di relazioni. Paola: No, se sono stati dati troppi compiti. In ogni caso, difficile riprendere il ritmo, ma non certo un problema risolvibile dando troppe cose da fare a casa. Danilo: Al rientro da qualunque vacanza sono sempre meno produttivi, almeno negli ultimi anni (e, in generale, non per colpa loro). Pensa che 15 giorni di stacco siano effettivamente utili? Organizzare corsi paralleli nel periodo natalizio (lingue, teatro ecc.) potrebbe impegnare positivamente i ragazzi?
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Carla: Sono utili per ricaricarsi dopo un periodo piuttosto lungo dintensa attivit. I corsi paralleli possono essere validi in determinate situazioni, certo non per chi deve recuperare. Flavia: Utili se non sono dedicati esclusivamente allo svago. Per il resto, direi che le famiglie non sono ancora mature per questo tipo di iniziative: dovrebbero infatti rinunciare alle vacanze sulla neve per far frequentare ai figli questi corsi. Ornella: I 15 giorni di stacco sono utili, ma non per questo penso non sia possibile o opportuno organizzare corsi paralleli, come il teatro. Giacinto: Sarebbero da leggere come possibilit di crescere insieme, ma non

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sembra siano percepite cos. Paola: Possono essere effettivamente utili. Non creerei invece altri impegni. Danilo: Valuto inutili i corsi paralleli: le famiglie dovrebbero trovare loccasione per star pi vicino ai loro ragazzi, in modo pi autentico, almeno in quei 15 giorni. Alessandra Tonizzo

...e da UN INSEGNANTE DELLE MEDIE


Le vacanze invernali, cos come sono organizzate, sono ancora utili? S, sono utili per i ragazzi, per riposare e assimilare i concetti studiati nel corso di tre mesi intensi di lavoro. Per le vacanze vengono assegnati tanti compiti e i ragazzi possono distribuirli nellarco di 15 giorni. Non condivido per il fatto che le vacanze siano cos lunghe. Meglio suddividerle durante lanno, com e si fa in altri paesi. Quali difficolt creano queste vacanze? Ormai gli insegnanti hanno capito che per i genitori difficile trovare il modo di seguire i ragazzi in questo periodo e in alcuni comuni sono stati attivati dei servizi di intrattenimento e studio, con laiuto di volontari e la disponibilit di alcuni locali della scuola. Non tutti possono prendere le ferie per stare con i figli e anche se negli ultimi due anni sono cresciuti disoccupati e cassaintegrati, che rimangono a casa, questo non toglie la necessit di poter disporre di spazi in cui aggregare i ragazzi. E.C.

Le vacanze natalizie viste dagli STUDENTI


Secondo te, che significato dovrebbero avere le vacanze di Natale (riposo, studio, recupero, svago...)? Come le impieghi (lavoro, volontariato, settimana bianca, studio...)? Joanna, 19 anni: Dovrebbero essere un momento di riposo, ma soprattutto un periodo speciale per tutta la famiglia e per tutti coloro che credono alla nascita di Ges. Di solito, il Natale lo passo a casa con la famiglia. Sicuramente, lo studio non da escludere. Giulia, 17 anni: Secon-

. MILANO: A NATALE SCUOLE APERTE PER FERIE


Durante le vacanze di Natale, un gruppo di scuole elementari milanesi ha deciso di aprire per ferie. La lunga vacanza invernale prevede di far chiudere i battenti alle scuole dal 23 dicembre al 10 gennaio. Troppi per i genitori che lavorano. E cos alcune scuole hanno deciso di offrire alle famiglie unalternativa, chi organizzandosi in proprio, chi rivolgendosi a cooperative che programmano varie attivit. Dal 27 al 31 dicembre e dal 3 al 7 gennaio gli studenti saranno seguiti dalle 7,30 alle 18. I costi variano dai 10 ai 27 euro al giorno (escluso il catering, 5 euro), a secondo del reddito, ma per le fasce pi basse il servizio gratuito. Oltre le vacanze a scuola, i ragazzini tra i 5 e i 14 anni questanno possono contare anche sui campi sportivi invernali del Comune. Iniziative anche in alcuni Comuni fuori Milano che propongono centri invernali (sul modello di quelli estivi) dove i ragazzini sono seguiti dagli educatori delle cooperative.

do me dovrebbero essere un periodo di riposo, ma nello stesso tempo di recupero per chi, nei mesi precedenti, non ha studiato in modo soddisfacente. Gianluca, 18 anni: Vedo le vacanze natalizie come un bel periodo di riposo e svago. Le passo in settimana bianca con i miei genitori e a casa con

gli amici. Marco, 18 anni: Riposo e svago per rilassarsi e dimenticare per un po i giorni di scuola, il pensiero fisso dello studio. Le passo uscendo con gli amici o restando a casa a giocare al computer, guardare la tv. Alberto, 17 anni: Dovrebbero essere unoccasione di riposo totale, ma nella maggior parte dei casi indispensabile studiare per riparare le insufficienze del quadrimestre appena concluso. DuMESI 12DICEMBRE 2010

programmazione dicembre 2010

07mar qbase 10ven defenders 11sab super up 17ven


360 gradi rock band party band divertimento 360 gradi ogni gioved piano bar e karaoke con virgilio venerd e sabato dopo il live dj set by regis
il Terzo, uni dea anche per la vostra cena aziend ale con men pa rticolari e musica da l vivo

smokout

18sab very merry 24ven Christmas 25sab Capodanno 31ven


pop rock

too rude

dj show by regis
(dance, house & happy music) con Zetaout

capodanno 2010 TerzocercHio antipasti


patanegra e fiori di zucca farciti con burrata e mentuccia genovese Souffl ai porcini in fonduta di pecorino e salsa di olive nere

primi
crema di patate rosse e porri con ravioli al salmone fum riso carnaroli mantecato al castel magno in cialda di parmigiano

Secondo
Filetto di branzino farcito con scampi e crema di carciofi

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diversi compiti magari non li ho fatti tutti. Alberto: Generalmente non ci sono molti compiti, ma il riposo totale non esiste. La pressione del rientro si fa sentire pi o meno a seconda degli impegni scolastici che mi aspettano. Kathlyn: S, per recuperare le ultime lezioni e per fare tutti i compiti. rante queste vacanze cerco di fare tutte le attivit che non riesco a fare durante il periodo scolastico, per mancanza di tempo libero. Kathlyn, 20 anni: Vacanze di Natale significano riposo e divertimento. In vacanza, senti la pressione del rientro, hai molti compiti? Joanna: Ho molti compiti, ma non ci penso tanto. Il problema il rientro a scuola, che non sar sicuramente una bella cosa. Giulia: La pressione del rientro normale, ma, nel compenso, recuperi a parte, non ho molti compiti. Gianluca: Compiti non molti La pressione si sente solo lultimo giorno di vacanza. Marco: La tensione del rientro si sente solo gli ultimi giorni, perch avendo Al rientro, ti senti ricaricato, pi produttivo? Joanna: Ricaricata non subito ci vorranno un paio di gironi ancora per riprendermi totalmente dallo svago natalizio. Giulia: Dipende molto da come ho passato le vacanze, ma in generale s. Ovviamente, il primo giorno un disastro perch devo riprendere il ritmo, per poi riparto meglio. Gianluca: Non subito! Il giorno dopo il rientro va gi meglio. Marco: Abbastanza. Il problema che, rimanendo fermo 15 giorni, il cervello si disattivato e impiega un po di tempo a ingranare di nuovo. Poi, riparto alla grande. Alberto: Non sempre, anche se utile per il morale una pausa dagli impegni. Kathlyn: Direi che mi sento pi leggera.

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Pensi che 15 giorni di stacco siano effettivamente utili? Frequenteresti corsi paralleli nel periodo natalizio (lingue, teatro ecc.)? Joanna: S, credo che 15 giorni siano sufficienti: troppi giorni a casa potrebbero portare solo distacco dallambiente scolastico. Giulia: S, sono molto utili, anche per recuperare alcune materie e poi, ovviamente, per riposare. Io non frequenterei altri corsi, semplicemente per avere un distacco netto dalla quotidianit (nella quale pratico gi sport 5 sere a settimana). Gianluca: Frequenterei dei corsi paralleli solo se fossero davvero interessanti. Marco: I 15 giorni di stacco sono utili per lo stress, ma sono troppi per il cervello che mette di funzionare al massimo. Mi piacerebbe frequentare un corso di teatro: ho gi fatto tempo fa questesperienza e mi piaciuta molto. Alberto: Sono utili per staccare dalla solita sveglia mattutina per prendere lautobus, e per dormire felicemente. Non rinuncerei mai a questo periodo di vacanza!. Kathlyn: Sono utili per riposarmi. Non frequenterei altri corsi, preferisco restare a casa con la mia famiglia. Alessandra Tonizzo

Le vacanze natalizie viste da UN IMPRENDITORE


Marco, 33 anni (titolare di una ditta di pulizie, con circa 50 dipendenti donne) Le vacanze di Natale che impatto hanno sulloperativit dellazienda? Da diversi anni le festivit natalizie non coincidono con una riduzione del carico di lavoro per le aziende, ma sicuramente riducono loperativit del personale. Ci si trova quindi a dover fronteggiare una richiesta costante da parte del mercato con un minor numero di operatori disponibili: una riorganizzazione preventiva e una corretta comprensione dei problemi pratici che incidono sullefficienza di chi si trova a dover lavorare in un periodo di vacanza, ci permettono di mantenere un buon livello di produttivit aziendale. Deve riorganizzare il carico di lavoro? Per esempio cambiando i turni o assumendo pi personale? Il carico di lavoro viene ridistribuito cercando di anticipare o posticipare le scadenze per le commesse in entrata gi in fase di pianificazione del lavoro; lassunzione di operatori stagionali (studenti, giovani apprendisti, disoccupati) ci permette, anche se con qualche difficolt, di mantenere intatte le aspettative di produzione. Le lavoratrici con figli hanno maggiori esigenze durante le vacanze rispetto a chi non ne ha Effettivamente le madri con bambini piccoli o figli giovani, e in modo particolare le madri single o separate, necessitano di periodi di vacanza pi lunghi per potersi occupare dei figli e dellorganizzazione degli eventi che coinvolgono la famiglia nel periodo natalizio; fortunatamente alcune donne dispongono ancora dellaiuto dei nonni che supportano volentieri il nucleo famigliare nella gestione dei bambini durante le vacanze; ci nonostante molto spesso richiediamo uno sforzo maggiore a chi non ha figli per andare incontro alle esigenze delle madri. Pensa che sarebbe necessario ridurre i giorni di vacanze natalizie? Nonostante mi complichi la gestione dellattivit lavorativa, credo che le vacanze scolastiche siano fondamentali per ragazzi, studenti e genitori. Elizabeth Bertoli
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Le vacanze natalizie viste dai GENITORI
Le vacanze natalizie comportano dei cambiamenti nellorganizzazione familiare? Clementina, 45 anni, commerciante: Certamente, durante le vacanze i nonni diventano fondamentali; alloccorrenza chiamo anche la baby sitter, che ormai conosce il bambino da quando aveva 6 mesi ed di famiglia. Giancarlo, 49 anni, autotrasportatore: S, mi faccio aiutare dallaltro mio figlio, che ha 18 anni, cos la madre si riposa qualche giorno. Diciamo che durante le vacanze invernali riusciamo ad organizzarci tra noi, per quelle estive il discorso si fa pi complicato. Deborah, 35 anni, casalinga: S, ovviamente comportano dei cambiamenti nelle abitudini, ma per quanto riguarda la gestione dei figli me ne occupo io come nel resto dellanno, perch essendo casalinga non ho problemi. Alessandra, 43 anni, casalinga: Un po di sconvolgimenti in questi quindici giorni di vacanza ci sono, siamo tutti a casa, le routine cambiano, il ritmo cambia, anche perch avere a casa i figli anche negli orari in cui solitamente sono a scuola un bellimpegno. Sandra, 33 anni, farmacista: S, porto mio figlio dai nonni ancora la mattina, prima di andare al lavoro e lo riprendo a pranzo, poi lo riporto nel pomeriggio. Se i nonni hanno impegni ricorro alla baby sitter. Prendete qualche giorno di permesso al lavoro per concedervi una breve vacanza o semplicemente rimanere a casa con i figli? Clementina: A volte prendo una giornata di vacanza, ma per il piacere di stare a casa con mio figlio. Non mi piace andare in vacanza nel periodo natalizio, preferisco stare in famiglia e godermi la casa. Giancarlo: S certo, sia mia moglie che io ci prenderemo qualche giorno per passare lepifania in montagna. Deborah: No, neanche mio marito. Ma ci concediamo ugualmente la nostra vacanza: camino, cartoni animati e divano. Alessandra: A Natale di solito no, anche perch io oltre alla bambina ho due ragazzi adolescenti, che non vogliono seguirci in vacanza. Sandra: Mio marito riesce a prendersi qualche ora per stare a casa. Poi forse per lepifania io e mio

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marito ci prenderemo qualche giorno per andare da qualche parte. Pensate che le vacanze natalizie servano ai vostri figli per recuperare? Clementina: I bambini vengono caricati da una bella dose di compiti, riescono ad avere momenti di svago ma i compiti sono parecchi, nonostante il tempo pieno a scuola. Lanno scorso per esempio mio figlio aveva una settantina di pagine del libro da completare. Giancarlo: Sono piuttosto impegnati con i compiti, ma riescono lo stesso a recuperare le energie. Deborah: Recuperano, recuperano, fanno praticamente quello che vogliono! Saranno anche pieni di compiti, ma si godono le vacanze comunque. Alessandra: La quantit di compiti nella media, riesco ad alternare momenti di svago a momenti di studio. Si riposano. Sandra: Hanno parecchi compiti, ma hanno in ogni caso 15 giorni a disposizione: il tempo per giocare lo trovano. Al rientro ci sono problemi a far riprendere la routine quotidiana? Pensate che i giorni di vacanza dovrebbero essere ridotti? Clementina: Problemi mio figlio non ne ha, ho pi difficolt io a riprendere il lavoro dopo lEpifania! Forse questo un problema che si sente di pi allasilo; alle scuole elementari i bambini hanno raggiunto unet in cui sanno che devono andare a scuola e non fanno capricci. Per quanto

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riguarda la durata delle vacanze no, io non le ridurrei. Giancarlo: S, ce ne sono parecchi. Mio figlio non che non voglia andare a scuola, si lamenta che le vacanze finiscono subito. Ridurre i giorni impensabile. Deborah: No, nel mio caso non ci sono problemi. una questione di abitudine. Lasciamogli questi giorni per giocare, avranno tutto il tempo per crescere. Alessandra: No, torna volentieri a scuola, perch rivede i suoi compagni. Sandra: S, io ridurrei i giorni di vacanza. I bambini si abituano in questi quindici giorni a vedere le cose con pi calma. Poi tornare ai ritmi della quotidianit diventa un problema. Alice Aimo

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Le vacanze natalizie viste dai BAMBINI


Natale? E di meno? Giovanni: La cosa che mi piace di meno sono i compiti, quella che mi piace di pi che si sta a casa e non si va a scuola. E poi i regali!. Andrea: Le cose che mi piacciono di pi sono che dormo tanto, viene Santa Lucia, il Natale e poi andiamo a sciare. Non mi piace fare i compiti. Kevin: Che gioco tutto il giorno. Non voglio fare i compiti. Giulia Martina: Non mi piace stare a casa, preferisco giocare e andare a cavallo. Rossella: Mi piace il Natale perch arrivano i regali. Quella che mi piace di meno fare i compiti. Durante le vacanze aiuti la mamme e il pap nei lavoretti di casa? Giovanni: Preparo la tavola quando la mamma me lo chiede. Andrea: No!. Kevin: S, aiuto tanto la mamma e il pap. Anche perch mi danno la mancetta. Giulia Martina: No. (la madre aggiunge categorico) Rossella: S, quando me lo chiedono li aiuto. Se no poi Santa Lucia non arriva.
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Tra poco cominceranno le vacanze di Natale. Cosa chiederai a Santa Lucia questanno? Giovanni, 8 anni: Il camion che trasporta il latte (la madre sussurra introvabile!) e le costruzioni della Lego. Andrea, 8 anni: La pianola o il pianoforte e due giochi della play.

Kevin, 8 anni: La racchetta da tennis, aerei e Lego. Giulia Martina, 7 anni: Libri, perch mi piace leggere, soprattutto libri sui cavalli. Rossella, 7 anni: Le winks!. Cosa ti piace di pi delle vacanze di

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Integrazione

CHI VIENE A CENA?


lingua, abitudini alimentari, frequentazioni, tradizioni diverse dalle nostre. Una fonte di ricchezza ma anche di problemi. Almeno per il momento
Sidney Poiter, laffascinante attore che interpret il medico del film Indovina chi viene a cena?, stato per molti anni licona (oggi sostituito dal presidente Obama) del superamento delle barriere dovute al colore della pelle. Ma quella era lunica differenza tra i due fidanzati: stessa classe sociale, cultura e abitudini. Oggi in Italia, nonostante alcuni retaggi negativi (sintomatica la differenza con cui molti giustificano le intemperanze di Cassano rispetto a quelle di Balotelli), le difficolt di integrazione non sembrano pi dovute al colore della pelle, ma a differenze sociali e culturali, per di pi acuite da flussi di immigrazione poco programmati, male gestiti e mai omogenei. Lo sfruttamento della prostituzione, il traffico di droga, la criminalit pi o meno organizzata, il lavoro nero, devono essere trattati in sede giudiziaria e repressi con fermezza a livello legislativo e sociale, ma non devono essere confusi e sovrapposti alle problematiche specifiche dellimmigrazione quali casa, lavoro, scuola, convivenza. Vorremmo solo porre laccento sulle diverse difficolt di integrazione per i nuclei familiari, i singoli individui femmine e e i singoli individui maschi. Le famiglie, nonostante debbano superare le difficolt per casa, lavoro, scuola e convivenza, dimostrano una maggiore volont di integrazione; per le donne singole, in quanto principalmente colf o badanti, casa, lavoro e convivenza sono risolti in ununica soluzione; i maschi singoli sono invece laspetto pi spinoso. Appartamenti sovrabitati, pasti irregolari, lavoro spesso occasionale, assenza di vincoli e di regole nel tempo libero, minori remore di fronte allillegalit, sono caratteristiche, purtroppo frequentemente riscontrabili fra gli immigrati maschi singoli di qualsiasi etnia e di qualsiasi religione. Nel predisporre o applicare leggi, norme o sanatorie, le autorit preposte dovranno tenerne conto. Giorgio Olla egli ultimi anni, donne e uomini diversi da noi, provenienti da altri Paesi, si sono improvvisamente riversati nella nostra citt, scuole, luoghi di lavoro, diffondendo, con i loro insediamenti spesso precari, odori, musiche, danze, ma anche posture, modi di dire e di fare, che insieme ci respingono e affascinano perch mettono in discussione la nostra stessa identit. Proponiamo qui degli spunti con i quali vogliamo indagare limpatto della loro presenza sulle abitudini quotidiane dei cittadini bresciani. Con una annotazione. Mentre gli Stati Uniti dAmerica hanno un Presidente nero, lItalia (Brescia compresa) per certi versi sembra essere rimasta ferma alla sceneggiatura di quel celebre film americano del 1967, in cui un direttore di giornale progressista entra in crisi quando la figlia gli annuncia che vuole sposare un medico nero
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INDOVINA
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di IREnE PAnIGHETTI

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UnA ciTT cOsmOpOliTA Brescia una citt dove la presenza di culture diverse oggi un dato di fatto, tuttavia evidente che il percorso sulla via dellintegrazione reciproca ancora lungo e che permangono problemi e ostacoli, a volte grossi, da superare, nonostante i passi avanti nella direzione della convivenza pacifica e feconda compiuti sia dai bresciani nativi, sia dai nuovi cittadini, cio quei migranti che da anni ormai vivono nella nostra citt o che, addirittura, ci sono nati. Brescia un posto ideale per il multiculturalismo, perch una citt cosmopolita di fatto, dove la realt ha preso il sopravvento su tutte le teorie possibili: guarda via San Faustino e lo capisci senza bisogno di tante spiegazioni. C stato un melting pot spontaneo, un multiculturalismo applicato, autogestito. Ne convinto Zaman, proveniente dal Bangladesh, sposato, a Brescia dal 1995, dove ha sempre lavorato, facendo di volta in volta lelettricista, il cameriere, il mediatore culturale per arrivare allattuale impiego di consulente assicurativo; uno degli esempi di nuovi cittadini entrati pienamente a far parte del tessuto cittadino. Al di l delle questioni ideologiche o religiose, che non sono oggetto di questa indagine, partiamo dal presupposto che lintegrazione si realizza o meno nella vita quotidiana grazie alla capacit di ciascuno di mettere da parte certi aspetti delle proprie tradizioni per accoglierne altri di culture e modi di vita differenti. Passi che deve compiere chi arriva, capendo e adeguandosi a regole nuove con la disponibilit a variare determinate abitudini, ma anche chi accoglie, mettendo da parte paure e pregiudizi, mantenendosi disponibile ad affrontare processi di rimescolamento identitario non del tutto indolori. BAmBini e rAGAzzi: lA relAziOne spOnTAneA Sforzi enormi, sicuramente, che forse sono affrontati con meno difficolt dai giovanissimi, nati in Italia da genitori di origini straniere o arrivati nel nostro paese in tenera et: giovani della cosiddetta seconda generazione, che a Brescia, ma in Italia in generale, ancora non capillarmente diffusa come invece accade per esempio in Francia o in Inghilterra. Queste ragazze e ragazzi vivono il processo di integrazione in modo assolutamente diverso dai loro genitori, soprattutto per quel che riguarda laspetto linguistico perch, frequentando le scuole dellobbligo, imparano la lingua in modo molto pi naturale ed efficace rispetto ai loro genitori, che, al contrario sono costretti ad avvicinarsi alla lingua per lavoro o, soprattutto per le donne, per aiutare i propri figli. La relazione in ambito scolastico poi favorisce la spontaneit relazionale, come osserva Annamaria, insegnante alla scuola media Mompiani, che vede una maggioranza di alunni di origini non italiane: Tra i ragazzi non c ostilit, si relazionano tra loro senza la mediazione dellinsegnante. Questi bambini di seconda genera-

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Viviana, peruviana, Mi piace la minestra sporca, e anche la polenta.


zione sono lanello di congiunzione pi interessante, si dimostrano molto disponibili a studiare, a far fatica, a capire le tradizioni italiane e ad assimilarle alle loro. La loro presenza arricchisce molto anche gli italiani. sApere liTAliAnO BellissimO La lingua sicuramente il primo passaggio per entrare nella cultura e nella realt di un paese in cui ci si trova a vivere: per tutti i nuovi cittadini padroneggiare con sicurezza litaliano uno strumento per sentirsi bene nel contesto sociale e per ambire allaccettazione o, addirittura al successo. Sapere litaliano bellissimo osserva Papa Faye Aimerou, artista quarantenne senegalese, da 9 anni in Italia e da 6 a Brescia, sposato con una bresciana, e che ha imparato litaliano sul lavoro e leggendo: Sono arrivato in Italia dalla Francia, conoscendo gi il francese, linglese e lo spagnolo ma nemmeno una parola di italiano. Allinizio ero spaventato, non capivo nulla: per mesi sono stato zitto, ascoltavo e basta. Poi per mi sono buttato e ora arrivo a capire, anche se non a parlare, il dialetto bresciano. C tuttavia da osservare che non tutte le persone di origine straniera hanno la volont di imparare bene la lingua italiana: alcune donne, soprattutto quelle adulte che vivono per lo pi in casa, comunicano nella loro lingua madre e si affidano a mariti o figli quando devono avere a che fare con litaliano, in occasioni istituzionali o particolari, certamente non nella loro vita quotidiana che limitata allambito domestico familiare. A differenza delle donne, gli uomini della cosiddetta prima generazione generalmente vogliono imparare litaliano per questioni di lavoro e di affermazione sociale. Non di rado succede che certi raggiungano
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Cinesi, arabi o africani, generalmente, conservano le proprie tradizioni culinarie.
un livello di conoscenza sufficiente per svolgere il lavoro ma non completo dal punto di vista linguistico, ma, ciononostante, sono convinti di sapere litaliano, anche se non propriamente cos. Lo sa bene Benedetta, docente di italiano in corsi di italiano, che si trovata spesso ad avere degli alunni uomini che dopo il corso base pensavano di padroneggiare gi litaliano e hanno quindi smesso di venire, anche se la loro preparazione non era certo sufficiente. QUei cOrsi Di iTAliAnO Tuttavia limportanza della conoscenza della lingua un dato di fatto ampiamente riconosciuto, soprattutto da parte dei giovani; non a caso negli ultimi anni i corsi di italiano si sono moltiplicati: dalle parrocchie ai partiti politici, dalle associazioni alle scuole private, le offerte pi o meno professionali non mancano nella nostra citt. Certo, occorre saper lavorare con intelligenza, innanzitutto distinguendo le esigenze che spingono le persone ad apprendere la lingua, motivazioni differenziate soprattutto in base al genere: Maria Marelli, operatrice sociale e da oltre 12 anni insegnante di italiano, ha curato un libro specifico sullinsegnamento dellitaliano a donne che, da poco arrivate in Italia, necessitano di uno strumento che faciliti la loro conoscenza del territorio e della lingua tenendo conto delle loro esigenze di donne con scarsa alfabetizzazione pregressa (Parole in movimento. Percorso di alfabetizzazione e educazione alla cittadinanza). Forte di lunga e varia esperienza Maria osserva: Senza generalizzare troppo mi sento di dire che le donne adulte, che si iscrivono ai corsi di italiano, lo fanno innanzitutto perch vogliono aiutare i figli nei compiti scolastici, considerando dunque lapprendimento della lingua come fondamentale per non perdere il proprio ruolo di madre. La seconda grossa motivazione riguarda la cura di se stesse e la comprensione delle informazioni legate alla gravidanza e alla salute. QUAnDO lA linGUA Ti cAmBiA lA viTA Che le donne tendano a voler imparare litaliano per aiutare i figli confermato da Mariam, egiziana, arrivata nella nostra citt per ricongiungersi al marito, portando con s tre figli con il chiaro obiettivo di dar loro una formazione elevata e farli crescere da cittadini europei spiega nel suo ormai perfetto italiano, appreso grazie ai corsi alla scuola Foscolo e al lavoro da assistente sanitaria agli anziani. Mariam oggi non solo abita la nostra lingua, ma ha abbracciato gli aspetti che ritiene pi belli della no-

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stra cultura, che lhanno aiutata anche a liberarsi da una situazione di oppressione familiare: grazie alle relazioni intense che riuscita a stabilire con alcuni bresciani e alla sua forza danimo, riuscita a lasciare il marito violento, ad ottenere un lavoro dignitoso e a crescere i suoi figli. TUTTO il ciBO Del mOnDO Un vero multiculturalismo implica anche laccettazione di stili di vita, usi, costumi, odori diversi e questo non avviene sempre n tanto meno in maniera indolore. Quante volte si sente la frase io non sono razzista per il loro cibo puzza, oppure io non sono razzista ma non vorrei che i miei figli si sposassero con uno straniero. Non sempre una questione di razzismo, molto spesso si tratta di abitudini ataviche che difficile mettere in discussione. Dal cibo alle feste, dallabbigliamento allo sport. Da questo punto di vista forse meno complicata lintegrazione di e con latinoamericani o persone dellEst di religione cristiana, perch rispondono a codici e riferimenti socio-culturali pi simili ai nostri rispetto a quelli di persone che provengono dal mondo arabo, dallAfrica o dalla Cina. Giusta boliviana, lavora come badante nel quartiere del Carmine, dove si trova molto bene; conosce tanti sudamericani e italiani con i quali condivide le feste che sono pressoch simili essendo tutti cattolici. Solo il clima diverso! fa notare con un sorriso. Alla signora cui presta assistenza cucina spesso il Locro, un piatto boliviano a base di pollo e patate e banane verdi, oppure il Patacon, una specie di polpetta di platano verde. Trova gli ingredienti nei negozi dei cinesi che pullulano in citt. Ma Giusta prepara anche la pasta, le lasagne, i tortellini e tanti piatti italiani che apprezza. Anche Viviana, 23 anni dal Peru, a Brescia da quando ne ha 18 per studiare da infermiera, diventata una gran mangiatrice di pasta e pizza perch si preparano velocemente, mentre i piatti peruviani necessitano di molto tempo, quindi mia madre li prepara il giorno di riposo. Gli altri giorni si mangia italiano, spesso
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bresciano: mi piace la minestra sporca, e anche la polenta, cos come ho imparato a conoscere il vino italiano. aver assicurato di non essere affatto razzista la puzza di cibo strano, che sento soprattutto di notte durante il ramadan, quando, non potendo mangiare durante il giorno, non appena si avvicina la sera iniziano a cucinare e vanno avanti per tutta la notte. io non sono razzisTa, per Se la cucina pare essere un degli aspetti meno problematici in tema di integrazione, le relazioni sociali invece presentano ancora dei punti spinosi: non tanto a scuola o sul lavoro, ma soprattutto nel tempo libero, nei momenti cio in cui si pu scegliere chi frequentare e non, a differenza delle aule o delle fabbriche, dove si pi o meno costretti a stare con chi capita. In questo contesto la differenza generazionale conta moltissimo: i giovanissimi sembrano quasi non notare pi il colore diverso della pelle di una loro amica o amico, proprio perch ormai abituati allincontro sin dalle scuole primarie. Ma i genitori paiono vivere con meno spontaneit questo passaggio: Moglie e buoi dei paesi tuoi, risponde ridendo Amanda, proprietaria di due panetterie in citt, alla domanda: come reagiresti se tua figlia, oggi adolescente, domani sposasse un uomo non italiano?. Eppure Amanda ha rapporti quotidiani con clienti stranieri soprattutto pachistani e indiani, che sono quasi sempre molto gentili ammette non entrano mai senza soldi e non chiedono mai sconti o regali. Sui rapporti di amicizia della figlia racconta Mia figlia non

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Tra spezie e odori Diversa la situazione di cinesi, arabi o africani, i quali, generalmente, conservano le proprie tradizioni culinarie e mangiano la polenta solo al ristorante perch non sappiamo cucinarla, ammette Xiao Liwv Zhejiang, commerciante cinese di 24 anni che si dice poco curioso verso la cucina italiana; conosco le lasagne e la pasta ma di solito mangio cinese, dato che anche qui posso trovare molto facilmente gli ingredienti. Allo stesso modo Adnan, 22 anni, pachistano che a Brescia da 13 anni con la sua famiglia, ogni giorno mangia pachistano e raramente italiano, quando invitato dai suoi amici bresciani conosciuti alloratorio di San Faustino che frequenta spesso. E gli italiani? I ristoranti etnici sono ormai molto presenti nella nostra citt, dai cinesi ai giapponesi, dagli indiani ai senegalesi per non parlare del Kebab. Tuttavia non tutti riescono a non storcere il naso quando la mattina si alzano tra gli odori speziati che provengono della porta accanto. Francesca, bresciana, prossima alla pensione, vive in una palazzina del centro storico, lunica italiana in mezzo a famiglie pachistane e del Bangladesh. La cosa che pi le d fastidio, oltre al rumore che proviene dalla strada a tutte le ore perch loro, gli extracomunitari, stanno sempre in giro a ciondolare, osserva un po seccata dopo

ha compagni di classe stranieri, se ne avesse non la lascerei andare a casa loro a fare i compiti ma accetterei volentieri loro a casa mia, perch potrei tenerla docchio. Anche Adriana, cinquantenne bresciana, ripete il vecchio adagio dei buoi, pur non provando alcun fastidio o paura dal fatto che sua figlia Valentina, 15 anni, sin dalle elementari abbia avuto compagni di classe stranieri con i quali non usciva spesso ma che incontrava al centro di integrazione del comune. Per mia figlia pi naturale frequentare persone non italiane, non nota nemmeno pi certe differenze che io non riesco a non vedere. Per un certo periodo venivano a pranzo da noi due gemelli marocchini, perch la madre stava partorendo il terzo figlio: a me dava fastidio il loro odore, Valentina non lo sentiva nemme-

Amanda: Se mia figlia avesse compagni di classe stranieri, non la farei andare a casa loro a fare i compiti ma accetterei volentieri loro a casa mia, perch potrei tenerla docchio.

no. Piccoli problemi invece Valentina li ha avuti con un ginecologo nero del pronto soccorso, ma credo che fosse perch era una delle prime visite ginecologiche, che meglio fare con donne, dato che non ci sono mai stati problemi con il medico di base, che iraniano. Lo stesso vale per Massimo, 35 anni, operaio e barista nel fine settimana. Questo secondo lavoro gli permette di venire a contatto con molti clienti stranieri: li tratto bene e loro lo stesso. Non ho mai avuto problemi. Preferisco le badanti ucraine e polacche, con le quali uscirei anche, mentre non so se avrei rapporti di amicizia con rumeni, perch ho limpressione che la loro cortesia sia solo di facciata e che in realt siano degli approfittatori. Se avessi figli non mi dispiacerebbe che frequenMESI 12DICEMBRE 2010

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Massimo: Preferisco le badanti ucraine e polacche, con le quali uscirei anche, mentre non so se avrei rapporti di amicizia con rumeni.
tassero coetanei non italiani, in fatto di matrimonio invece sarei pi cauto, soprattutto se avvenisse con una persona di religione diversa, perch cambia la concezione stessa della famiglia e non so se riuscirei ad accettarla fino in fondo. Sulle frequentazioni del figlioletto Giovanna, infermiera di 35 anni, si augura che mio figlio non abbia mai in classe dei musulmani, perch non voglio che la sua fede e le tradizioni familiari in cui lo faremo crescere siano messe in discussione da piccolo. Non vorrei che si trovasse disturbato dai compagni di classe che si mettono a pregare durante la ricreazione o che a Natale non gli fanno gli auguri. MaTriMoni MisTi: ancora difficili Da parte dei nuovi cittadini la questione dei matrimoni misti resta un problema aperto, soprattutto perch si intreccia con la libert,

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o meno, di scelta. In molti paesi africani o asiatici il matrimonio combinato un elemento comune, quasi banale nel suo essere scontato, che le persone che arrivano nel Nord del Mondo tendono a portare con s. Anche in questo caso occorre rifuggire le generalizzazioni, ma non dobbiamo nasconderci che anche a Brescia il matrimonio combinato la prassi in certe comunit e diventa un problema quando qualche soggetto, soprattutto le ragazze, lo rifiuta. Inoltre i matrimoni combinati sono a volte un escamotage per ottenere il permesso di soggiorno. un business, senza dubbio, ma limitato, soprattutto a Brescia, come confermano i dati ufficiali: nel 2008 lufficio immigrazione della Questura intervenuto in 30 casi, non rilasciando il permesso di soggiorno al seguito di un matrimonio ritenuto di interesse, mentre nel 2009 gli interventi sono stati 15. Sui 30 casi dellanno scorso la tipologia maggioritaria di coppia era costituita da una donna italiana che ha portato allaltare un uomo straniero, di cui non dato sapere la nazionalit prevalente. Anche la Chiesa molto cauta nei confronti dei matrimoni misti, proprio perch sospetta che sia un modo per sfruttare listituzione del matrimonio per fini utilitaristici. Padre Mario Toffari, direttore dellUfficio Migranti della Diocesi bresciana, sentito tempo fa in proposito aveva messo in

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evidenza il problema delle nozze tra una persona di fede cattolica e una di fede musulmana. La conferenza episcopale europea e quella italiana, con le quali la Curia bresciana concorda pienamente, hanno sviluppato alcune osservazioni che inducono alla cautela di fronte a queste unioni perch oltre alle normali difficolt che possono insorgere in matrimoni, anche tra persone della stessa religione, qui c una notevole differenza religiosa che aggrava la situazione. Padre Toffari si imbattuto in alcuni episodi di matrimoni che a suo parere erano pensati per fini tuttaltro che nobili, anzi, per vero e proprio dolo. In questi casi abbiamo fortemente sconsigliato le unioni. Tuttavia la Chiesa bresciana sposa volentieri quando palese lintenzione di voler fondare una famiglia, quando si vede che c lamore e soprattutto che ci sono le due condizioni essenziali: la prima garanzia che la parte cattolica della coppia possa mantenere ed esercitare la propria fede e la seconda che i figli siano educati anche alla fede cattolica. Quelle badanTi che si fanno sposare Sempre in tema di matrimoni celebrati per interesse, di permesso ma anche economico, Silvia, 45 anni, impiegata, feroce, forse perch rimasta scottata da un episodio avvenuto nella sua famiglia dove uno zio, vecchio, ha voluto a tutti i costi sposare la sua badante moldava, che stata brava a fregarlo con le moine. Quando poi morto lei si incamerata i soldi, non pochi, delleredit, lasciando nei guai i miei cugini. Guarda, qualcuno si sposer anche per amore, ma per me quando si fanno sposare in malafede non sono badanti ma vere e proprie zoccole! conclude scusandosi per il termine ma che rende bene il mio pensiero. I. H, pakistano di 50 anni che vive a Brescia da una decina danni, con permesso di soggiorno, lavoro e una buona conoscenza della comunit dei suoi compatrioti della citt, ammette senza ipocrisia che anche tra i pakistani le nozze sono state utilizzate qui per ottenere i documenti, una via che stata s intrapresa ma io negli anni ho visto
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diminuire il fenomeno, un po perch molto costoso, un po perch qualcuno si preso delle fregature Insomma, secondo me, almeno tra i pakistani, oggi un iter molto meno praticato. Diversa, anche in questo caso, la situazione per le giovani generazioni: Touria, 21enne marocchina, a Brescia da 5 anni, si sente integrata pur non avendo perso le mie radici, ammette che in Marocco ancora la famiglia a decidere, ma per chi si trasferito in paesi europei le cose tendono a cambiare: se io volessi sposare un italiano, o comunque un non musulmano, i miei genitori probabilmente non capirebbero ma non mi ostacolerebbero. Da parte maschile, Adnan ha due sorelle fatte sposare in Pakistan con dei cugini, e a sua volta fidanzato con una pakistana che vive l e con la quale si sposer tra un anno. Sebbene non conosca praticamente la futura moglie contento, perch si fa cos, lei mia cugina, lo fanno tutti. Diversa la situazione di Papa, che ha sposato una donna bresciana e che si trova benissimo con la famiglia della moglie. Tuttavia ammette che non una scelta facile, pu capitare che la comunit di origine ti consideri una specie di traditore e ti isoli. il velo? basTa che non sia iMposTo Se la questione dei matrimoni combinati resta un nodo irrisolto ma poco discusso, pi clamore ha acquistato negli ultimi anni il dibattito sul velo che quasi

tutte le donne musulmane portano sulla testa, suscitando punti di vista assai distanti. Ovviamente non stiamo parlando del burqa allafghana, che non lascia scoperti nemmeno gli occhi delle donne, ma pi semplicemente del fazzoletto che nasconde i capelli chiamato hijab e che per comodit chiameremo genericamente velo. Ivana Trevisani, psicoterapeuta bresciana, che sulla tematica ha scritto un libro (Il velo e lo specchio. Pratiche di bellezza come forme di resistenza agli integralismi) spiega come il velo sia in realt una falsa questione che impedisce di andare oltre, o meglio sotto il velo. Invece proprio sotto quel velo si nascondono storie, a volte esemplari, a volte terribili di vite comunque difficili, difficili per il peso della distanza dalle proprie case e dai costumi che le abitano e che nella nuova realt rischiano spesso di irrigidirsi o di chiudersi in atteggiamenti difensivi per il timore di perdere la propria identit e non solo. Nessun dubbio sul fatto che non ci dovrebbero essere discriminazioni sul lavoro o a scuola commenta Alba, bresciana di 60 anni che negli anni Settanta andava orgogliosamente in strada a urlare tremate tremate le streghe sono tornate e i classici slogan del femminismo. Alba non convinta della bont del velo, non riesce a non vederlo come unimposizione: una donna che lo porta pu anche dire che non costretta dal padre o dal marito, ma secondo me resta sempre unimposizione della societ, che di stampo patriarcale. Sulla stessa lunghezza donda Michela, parrucchiera di

origini venete ma bresciana di adozione, che sbotta: Ma quale protezione della bellezza? il contrario, nasconde i capelli svilendo la bellezza di un viso. Simona lavora come commessa in un negozio di vestiti del centro e a volte ha problemi con le donne che non vogliono togliersi il velo nemmeno quando provano i capi, e quando il velo di quelli che tocca terra, quello che portano soprattutto le donne del Bangladesh o dello Sri Lanka, un bel problema. E poi anche se sono colorati e spesso molto belli, sono degli oggetti che mortificano il corpo femminile, non solo il viso. A volte ci sono delle donne cos belle che mi viene voglia di strapparglielo!. Vedere donne con il velo non mi d fastidio, sempre che non si tratti del burqa perch quello lo ritengo intollerabile aggiunge Sara e se a scuola i miei figli avranno compagne con il velo la cosa non mi porr certo problemi, a patto che sia una libert di scelta delle stesse ragazze e non unimposizione delle famiglie. La scuola non deve imporre, ma proporre una rosa di modelli diversi che portino le ragazze a sviluppare un proprio pensiero indipendente dalla famiglia conclude Annamaria.

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CENTRO STORICO
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n altro anno passato, si ripete il rito delle luminarie in centro, i negozi aperti anche la domenica e qualche zampognaro che gira per la citt strimpellando Silent night. Si ripetono anche i sondaggi che ci dicono se il panettone sar pi venduto del panMESI 12DICEMBRE 2010

Il centro citt un patrimonio di tutti i bresciani. Renderlo vivo e vitale compito di tutti, amministratori e cittadini.
di GIORGIO OLLA

doro e quale parte della tredicesima sar usata per pagare le bollette o per i regali natalizi. La crisi morde e tutti, commercianti e clienti, aspettano gennaio quando, insieme ai saldi, arriveranno anche le solite polemiche sulle Ztl, sui posteggi e la viabilit, sugli orari da cambiare e sui negozi etnici sempre pi numerosi. Un vecchio medico alimentarista diceva sempre ai suoi pazienti: Non si

ingrassa da Natale a Capodanno, ma da Capodanno a Natale. La morale che, per ottenere buoni risultati, conta quello che si fa durante tutto lanno e non nei dieci giorni di festivit dicembrine. Le notti bianche, la rivista dei commercianti Stili di vita, qualche evento qui e l; tutto in attesa della metropolitana, panacea di tutti i mali. Sufficiente? E soprattutto determinante? Dallarticolo,

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Il centro storico di Brescia visto dalla Torre della Pallata. Sotto, Corso Zanardelli.

Nel 200 la citt era il centro storico: in via XX settembre cera campagna, come in via Veneto e in via Cremona, a Lamarmora e in via Milano. Oggi, in centro i residenti sono poco pi di ottomila, contro i duecentomila abitanti dellintero comune e oltre quattrocentomila se comprendiamo lhinterland. Non si pu quindi considerare il centro storico appannaggio di una piccola minoranza al cui interno c magari chi pretende che il bar sotto casa non apra un plateatico perch disturberebbe la quiete pubblica (in realt quiete privata) , ma non si pu nemmeno pensare che le mura venete debbano essere un centro commerciale finalizzato esclusivamente ai desideri dei commercianti o agli interessi dei proprietari degli immobili che vendono o affittano senza preoccuparsi della destinazione che se ne far. Il centro un patrimonio di tutti i bresciani. Il centro sinonimo di commercio? S, ma anche di servizi (bene che la Camera di Commercio rimanga, e male che se ne sia andata la Banca) e soprattutto di cultura e tempo libero. Vorremmo vedere una parte del centro diventare un salotto, senza alcun mez-

zo a motore, pubblico o privato, a scoppio o elettrico, senza permessi diurni per commercianti o per auto di servizio. Proseguiamo con lottimo esempio di corso Palestro, limitandolo per ad una zona circoscritta del centro, perch il centro di Brescia troppo grande per essere interamente pedonalizzato. Vorremmo vedere alcune piazze o vie dove girano di giorno carrozzine, giocano bambini e passeggiano anziani e la sera vorremmo vedere la movida con locali e musei aperti, luci e cotillon. Tutto lanno. Niente autobus, taxi o auto blu in corso Zanardelli o in Piazza Paolo VI. Per il resto del centro accesso libero, comprese le Ztl che non devono essere posteggi privati per i residenti. La rivitalizzazione del centro soprattutto un percorso culturale di godimento e fruibilit per tutti i cittadini. LAmministrazione Comunale dovr governare questo processo a cui si dovranno adeguare i residenti, che devono valutare non solo gli onori, ma anche gli oneri del vivere in centro; da parte loro i commercianti, dovranno rinnovare la loro proposta, eventualmente riconvertendosi nellofferta e soprattutto adeguando laccessibilit alle loro attivit, principio base del marketing regolato s dalla facile raggiungibilit, ma anche dai tempi di apertura.

pubblicato su questo numero della nostra rivista, dedicato a Brescia tra la fine del 200 e linizio del 300, si evincono alcune similitudini con la vita di oggi, tra le quali la pi significativa il conflitto tra Guelfi e Ghibellini, due fazioni ideologicamente contrapposte, schierate a sostegno del papato e dellimpero. Prendiamo a prestito questa storica contrapposizione per evidenziare lattitudine degli italiani, in questo caso bresciani, a misurarsi da fronti opposti. Come quelli che oggi vedono da una parte coloro che vorrebbero larea allinterno delle mura venete silenziosa e utile per i soli residenti, dallaltra coloro che hanno come unico obiettivo lo sfruttamento commerciale del centro storico.
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. MARIO LABOLANI, ASSESSORE AL COMMERCIO E AL CENTRO STORICO
A Brescia si sempre stati abituati ad avere tantissimi servizi a costi zero. Ora non pi possibile. Quali sono, a suo avviso, le peculiarit e i problemi del Centro Storico? Il Centro di Brescia molto grande e di conseguenza i problemi da affrontare sono molteplici: parliamo di unintera circoscrizione, e nel futuro bisogner forse ragionare su due centri diversi, rivedendo anche le zone a traffico limitato. Inoltre abbiamo il castello col pi grande parco verde dEuropa, e su questa questione c molto da lavorare, attraverso progetti innovativi. Primo fra tutti il parcheggio che sorger sotto di esso, basilare per il recupero del castello stesso e per pedonalizzare le piazze principali. Nei prossimi mesi presenteremo una nuova proposta globale sui parcheggi e sulla viabilit. C chi dice che con il nuovo piano delle Ztl avete portato pi macchine in centro. Lei cosa risponde? inutile fare demagogia, non vero che le auto in sosta siano aumentate. Come Amministrazione abbiamo puntato al rilancio della vita in centro, anche attraverso un ingresso libero durante alcune ore del giorno, ma questo solo una parte del progetto che ha consentito, per esempio, la realizzazione di alcuni eventi, come le ultime notti bianche. Un successo sotto gli occhi di tutti. Qual il problema vero di questa citt? A Brescia si sempre stati abituati ad avere tantissimi servizi a costi zero. LAmministrazione pubblica, che sia di centro destra o di centro sinistra, non pi in grado ormai, alla luce delle nuove leggi finanziarie, di sorreggere investimenti enormi per non far pagare pi niente a nessuno. Ci che viene usato dal cittadino oggi deve essere pagato, anche se logico attendersi in cambio un servizio ottimale. Mettere daccordo tutti i cittadini impossibile, ma la mia prerogativa sar sempre quella di cercare di avere una citt pulita, ordinata e sicura, ossia vivibile e aperta a tutte le iniziative. Le notti bianche, che lei ha citato, sono nate anche grazie alla collaborazione con i commercianti del Centro, ma i residenti fanno abbastanza? La battaglia tra chi vive e chi lavora in centro porta alla sconfitta di tutti. I residenti devono capire di essere dei privilegiati a vivere nel cuore di Brescia, ma ognuno deve fare la propria parte: i parcheggi privati che stiamo realizzando devono essere utilizzati da tutti, anche dai residenti, non solo da chi viene da fuori. Non pi logico trovare macchine parcheggiate, ad esempio, in corso Mameli o in Largo Formentone; le piazze e le vie pi belle vanno liberate. Penso che tutto vada fatto in previsione della metropolitana del 2013. Per quella data dovr cambiare la mentalit dei bresciani per due motivi: costi e inquinamento. Iniziando a considerare in maniera diversa lutilizzo dei mezzi pubblici e delle piste ciclabili, le cose andranno senzaltro meglio. E dellorario unico allargato cosa ne pensa? Sono assolutamente favorevole. Se alle 12.30 devo andare in farmacia e voglio fare due spese, inconcepibile che i negozi siano chiusi. Chi si compra una camicia alle 9 di mattina? Che senso ha? Lorario allargato, dalle 10 alle 18 ad esempio, consentirebbe ai commercianti di lavorare meno ore ma al contempo di vendere di pi. La parte centrale della giornata fondamentale, una questione di buonsenso. Il mese scorso per 10 bar hanno chiuso i battenti nel giro di 15 giorni. E anche alcuni negozi importanti non ci sono pi. La crisi economica profonda, e i bar funzionano pi sulla capacit di chi li gestisce rispetto ad altri fattori. Poi per un Granati che ha deci-

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so di andarsene in America, ce n un altro che ha aperto come fred Mello. Essere assessore del Centro storico, significa essere il punto di unione tra tutte le attivit che vi gravitano, per cercare di rilanciarlo. Abbiamo agito, e continueremo a farlo su pi fronti, come la riqualificazione di Piazza Mercato, Largo Formentone, Piazza Vittoria e il ripristino della statua del Bigio. Anche limpiego di Piazza Duomo andr rivisto. Vi si svolgono troppe manifestazioni: dora in poi, trattandosi del cuore storico e cristiano della citt, saranno scelte con pi cura. Come procede la sinergia con gli altri assessorati? Siamo una squadra di amici, che ha vinto le elezioni grazie a un programma elettorale importante, basandoci su un progetto politico e sociale. Facciamo ancora fatica a realizzarlo completamente, lo ammetto, ma per lo meno abbiamo il coraggio di cambiare, pur in una situazione economica difficilissima. La stiamo cambiando questa citt, forse qualcuno non se ne ancora accorto, ma con fatica stiamo portando avanti una marea di iniziative. Soddisfatti completamente non lo siamo, ma ricordiamoci in che situazione erano i portici qualche anno fa: lasciateci del tempo, i lavori sono ancora in corso. Salvatore Scandurra
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S
. MAuRIzIO MARgAROLI, ASSESSORE AL MARkETINg uRBANO, COMMERCIO E TuTELA dEI CONSuMATORI
Vogliamo rendere Brescia splendida non solo a livello esteticomonumentale, ma anche commerciale. Lanno scorso ci ha parlato di unindispensabile flessibilit da parte dei commercianti per rinnovare lappeal di Brescia. Ora, anche chi questa flessibilit lha introdotta, lamenta la carenza di decisioni corali: ognuno, in centro, alla fine fa ancora ci che vuole. vero, ma non esiste un modo coercitivo, una norma da applicare. La Regione Lombardia d una facolt di apertura, ampia, dei negozi: 13 ore in cui si pu ritagliare la propria fascia oraria. Se si vuol dare una visione di unit al centro storico sarebbe utile instaurare una linea comune, certo, che facilitasse anche i consumatori. Impedire lapertura indiscriminata di commercio di bassa qualit sembra restare, ad oggi, prioritario. Si pensi ai bazar cinesi Purtroppo la legge Bersani ha distrutto il livello qualitativo del commercio, facendo spesso sparire la professionalit lavorativa: oggi c limprovvisazione, sperando di sbarcare il lunario e degradando, di fatto, la zona. Lalimentare lunico settore che si mantiene sempre di alto livello, poi, tolte alcune eccellenze, troviamo anche esercizi privi di qualit tanto nel prodotto quanto nella professionalit. Troppa liberalizzazione ha portato, purtroppo, a questo, e non disponiamo di strumenti normativi per porvi rimedio. ancora valida la visione del centro come salotto, da vivere e respirare? Certo. In concreto, ad esempio, abbiamo modificato il Prg inserendo una norma tecnica che non consenta la trasformazione di negozi commerciali in negozi di terziario o servizi, come banche o assicurazioni: una banca, lo sappiamo, chiude alle quattro, sarebbe una luce spenta in pi nel centro. Nei mesi scorsi, inoltre, abbiamo istituito un bando per dare risorse concrete a quei commercianti desiderosi di ristrutturare i propri esercizi. Sono atti concreti per un obiettivo concreto: rendere Brescia splendida non solo a livello estetico-monumentale, ma anche commerciale. Chiediamo, a imprenditori e non, di tenderci la mano. Ma come disabituare, in concreto, il bresciano a spostarsi ovunque con la propria auto? Lautomobilista consapevole che il mezzo uno strumento importante c, bisogna educarlo, pi che reprimerlo, al fatto che non si possa entrare nel negozio con lauto. Lo si fa mettendogli a disposizione alternative comode, come parcheggi adeguati e in sicurezza (stanno aprendo il nuovo parcheggio di P.za Arnaldo e il terzo piano in P.za Vittoria), e facendogli capire il valore

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della citt: Brescia un gioiello che andrebbe tutelato anche a livello visivo. Anche i residenti devono capire il privilegio di vivere in citt. Speriamo di dare questo impulso e, con strumenti quali metropolitana e parcheggi scambiatori, riuscire a tenere le auto fuori dal centro . Tempo fa si guardava alla Freccia Rossa come a un pericolo per il commercio del centro storico. Possiamo dire che la paura passata

Non sono cos daccordo: la Freccia Rossa rimane sicuramente un concorrente, trattandosi un centro commerciale situato allingresso del centro. Ogni albero fa ombra al vicino, lo sappiamo. Ora dobbiamo far s che diventi un alleato, puntando sul fatto che Brescia non ha due centri ma uno solo, ed meraviglioso, ricco di commercianti motivati e collaborativi, anche nelle propaggini del centro stesso. A dicembre aprir, nello stabile dellex Oviesse, lArcipelago del gusto: la prova provata che, insieme a imprenditori validi, gli obiettivi si possono realizzare. Faremo tornare la provincia nella citt. Alessandra Tonizzo
Piazza Vescovado.
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S
. FABIO ROLFI, VICE SINdACO, ASSESSORE ALLA SICuREzzA
Tra il 2008 e il 2011, abbiamo assunto e assumeremo circa 25-30 agenti: stiamo di fatto sopperendo alle carenze che cerano, in quello che comunque il 2 comando della Lombardia per numero di agenti (a regime, circa 320-330 agenti di polizia locale). evidente che, per la gente, non sar mai sufficiente, perch si vorrebbe il vigile sotto casa, ma questo deriva anche dal fatto che la percezione dinsicurezza maggiore rispetto allinsicurezza reale. I poliziotti locali, accanto ai ruoli istituzionali del vigile urbano, si occupano anche di sicurezza: si tratta di svolgere questo ruolo in modo corretto, con lausilio della tecnologia a disposizione e una collaborazione capillare tra le forze dellordine. Qual il contributo degli ausiliari? Abbiamo un sistema di forte collaborazione con il mondo del volontariato, composto da assistenti civici nei parchi, negli attraversamenti pedonali, allesterno delle scuole. Sono i cosiddetti nonni vigili, un volontariato formato, selezionato e integrato, capace di segnalazioni indirette importanti, come lo spaccio fuori da scuola. Esistono inoltre i city angel, un volontariato pi giovane attivo durante la notte, anche per sostegno e solidariet ai senzatetto, agli emarginati, specialmente nella zona centro storico-stazione. Se siamo mobilitati come comunit a fare sicurezza, si percepisce pi sicurezza. Alcuni commercianti lamentano il disturbo di motorini e biciclette,

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Una parte del centro gi il salotto dei bresciani, la citt antica del Carmine che ha bisogno di un recupero, iniziato gi a livello edilizio. Nellultimo anno il centro storico ha conosciuto un miglioramento dal punto di vista della sicurezza percepita, ma permangono situazioni di disordine e degrado. Per quanto riguarda i reati (delinquenza e criminalit), Brescia nel 2009 ha visto una diminuzione del 16%, mentre il calo nazionale dell8%. Altra cosa lincivilt urbana (bivacchi, vandalismo, accattonaggio), che determina la reale insicurezza del cittadino, perch sotto i suoi occhi. Le norme amministrative molto rigide, con multe da 500 euro, controlli anche asfissianti, norme anti-writer, servono a questo. In questi giorni, inoltre, entrer in funzione lordinanza anti-ghetto: i negozi, principalmente alimentari etnici, presenti nel contesto critico del centro storico (il quadrilatero di via Battaglie, via Capriolo, via S. Faustino e C.so Mameli) chiuderanno alle 20, evitando risse, schiamazzi, problemi di convivenza civile. La carenza dorganico tra le fila della polizia municipale potr essere sanata?
Via San Faustino.

spesso contromano per le vie del centro. Confidiamo nella nuova riforma del codice della strada? Questa attiva da luglio e prevede un giro di vite: la polizia sta facendo un servizio di sensibilizzazione riguardo a pedoni e automobilisti. I primi, sanzionati nellattraversamento improprio, e i secondi, multati se non danno loro la precedenza, in ogni caso. Stesso discorso per i ciclisti, ma la polizia locale ha comunque bisogno della collaborazione del cittadino. Per aiutare il commercio, e riportare il centro a salotto dei bresciani, cosa fare? Una parte del centro, come C.so Zanardelli e C.so Palestro, gi il salotto dei bresciani, la citt antica del Carmine che ha bisogno di un recupero, iniziato gi a livello edilizio (ove sorger anche la nuova sede della Polizia Locale). Mancava una funzione trainante, che secondo noi luniversit, nel momento in cui il centro non pi la scelta obbligata dello shopping. Il cubo bianco, la nuova Cavallerizza in Largo Formentone, significa portare in questa zona circa 15 mila studenti, muovendo servizi e strutture come alloggi (il progetto del campus universitario alla Caserma Randaccio un esempio), bar, ambienti vari. La sfida di Brescia che questo numero cresca a 20 mila, 30 mila ragazzi, rendendo la nostra universit competitiva: la nuova identit futura di questo pezzo di citt. Alessandra Tonizzo

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SOLO A:

B R E S C I A

V E R O N A

S I R M I O N E

C R E M A

S
. FLAVIO BONARdI, PRESIdENTE CIRCOSCRIzIONE CENTRO
sia bisogno, ottimizzando le risorse ed operando in sinergia per rispondere in tempi stretti alle richieste dei cittadini. A distanza di un anno il piano sosta ha dato prova di benefici e svantaggi, e andr ora sicuramente rivisto per correggere il tiro alla luce delle ultime sperimentazioni. Quasi sicuramente i residenti non saranno pi tenuti a pagare il bollino e si far il possibile per reperire loro nuovi posti auto. Riguardo alle Ztl emerso con chiarezza che sarebbe preferibile, al posto dellattuale modo di gestire i varchi, passare a vere e proprie fasce orarie. Un desiderio che mi piacerebbe veder realizzato in un prossimo futuro sarebbe, inoltre, la totale pedonalizzazione di Largo Formentone, Corso Mameli, Piazza della Loggia, via Dieci Giornate, lintero Corso Zanardelli e una parte di via 4 Novembre. Sarebbe una soluzione ideale per il commercio, la sicurezza e la pulizia. Cosa si sta facendo per aiutare a far rivivere il centro? A breve partir un nuovo piano di recupero, ma si registrano ancora problemi in merito allabbandono delle attivit commerciali e alla scarsa propensione di famiglie e giovani coppie a trasferirsi in centro storico. Abbiamo suggerito progetti dincentivo che, purtroppo, a causa della sfavorevole

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La totale pedonalizzazione di alcune vie sarebbe una soluzione ideale per il commercio e la sicurezza. Quali sviluppi ha registrato nellultimo anno? Rispetto alla situazione che abbiamo ereditato, importanti passi sono stati fatti sul versante della riqualificazione, dal verde allilluminazione, dai lavori pubblici allurbanistica. Si sono andati facilitando ancor pi i rapporti tra i vari uffici e con gli Assessorati, ottenendo dintervenire con maggiori efficacia laddove ve ne

congiuntura economica, stanno tardando a vedere la luce. Pi di recente abbiamo teorizzato aiuti mirati, una sorta di prestito a tasso zero in sostegno a quanti volessero affittare casa in centro, uniniziativa che ha trovato felice riscontro nellamministrazione e in particolare nellassessore Labolani. Ancora una volta, tuttavia, il patto di stabilit sembra vanificare ogni sforzo, lo stesso patto che ha comportato limpossibilit dintervenire con ristrutturazioni o espropri ad edifici che ne palesassero viva necessit. Il Progetto Carmine, per quanto abbia indiscutibilmente svecchiato e abbellito il centro, ha mancato di piena riuscita dal punto di vista sociale, ha contribuito al realizzo di nuove scale, facciate, tetti e ascensori, disertando quei problemi di disagio di molte famiglie che ora, magari tra intonaci nuovi, continuano a vivere situazioni difficili. Cosa fare per aiutare i commercianti? Gli Assessori Labolani e Margaroli sono ben disponibili ad intavolare, con la circoscrizione, un progetto organico e programmatico per normare e prevedere interventi atti a rendere le attivit del centro pi coordinate, variegate ed esteticamente di richiamo, ma nulla si pu fare senza che partecipino e si impegnino in questo, oltre ai commercianti stessi, anche e soprattutto le varie associazioni di categoria. Mi piacerebbe che si riuscisse ad equiparare il centro storico a un grande centro commerciale, con pubblicit mirate a far conoscere particolari offerte, prodotti tipici o di stagione. Ho suggerito inoltre di prevedere alcuni interventi economici finalizzati a sponsorizzare il ritorno o la ri-distribuzione sul territorio di alcune attivit ora necessarie e introvabili. Sergio Masini
A sinistra uno scorcio di Corso Palestro.
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Corso Garibaldi con la Pallata sullo sfondo, Via Trieste ed una vista di Corso Zanardelli.

FRANCESCA GUZZARDI PRESIdENTE CONSORzIO BRESCIA CENTRO


I bresciani sono favorevoli a un orario dei negozi pi lungo e ad orari continuati nei fine settimana. Come vede la situazione attuale del cuore della nostra citt? La pesante situazione economica generale continua a far sentire i suoi effetti ma si vedono segnali di uninversione di tendenza, con un Centro storico pi vivace, pi aperto e pi ricco di iniziative. Di certo si fatto tanto ma si pu fare di pi senza disperdere molte energie positive. Il cuore della citt un po acciaccato, bistrattato e poco incline a farsi conoscere per tutte le bellezze che mette a disposizione. Un difetto di comunica-

zione al quale abbiamo cercato di dare il nostro contributo con la pubblicazione del nostro periodico Brescia CentroStili di vita. Il quadrimestrale una nuova vetrina per il Consorzio ma ha come obiettivo prioritario quello di rafforzare limmagine positiva di Brescia e del suo Centro storico. Anche attraverso questo strumento vogliamo dialogare con i commercianti, le Istituzioni ma soprattutto con i cittadini proponendo le nostre idee e ascoltando le loro richieste. I bresciani sarebbero favorevoli ad un orario dei negozi pi lungo? Proprio a questo proposito si recentemente conclusa unindagine con oltre 1.200 schede compilate dai clienti dei circa 200 associati al Consorzio che ha mostrato come i bresciani sarebbero favorevoli ad un orario dei negozi pi lungo nellapertura serale, ad orari continuati nei fine settimana e alle aperture domenicali nel periodo invernale e

soprattutto in prossimit delle festivit natalizie. Predisponendo un calendario delle aperture consigliate per il periodo autunno/inverno abbiamo cercato di dare risposte concrete ai consigli che ci hanno rivolto i cittadini. Abbiamo ragionato come un centro commerciale convinti come siamo, che il centro storico sia il pi grande e pi attrattivo dei centri commerciali della nostra provincia. Certo che noi, a differenza di loro, non possiamo imporre niente ai nostri associati. Forse per questo che la neonata rivista punta diritta al coinvolgimento di tutti Come Consorzio crediamo che il Centro Storico sia lanima della nostra citt con le sue universit, i suoi musei, i suoi teatri e, perch no, con le sue attivit commerciali. Tornare a viverlo nella sua completezza rappresenta per noi il percorso giusto per ridare a questa parte di Brescia quella vitalit che negli anni si appannata. Cosa pensa della pedonalizzazione totale e permanente del Centro? Sono daccordo, il futuro di ogni citt va in quella direzione ma oggi mancano le condizioni perch una scelta di questo tipo risulti vincente. Un esempio? Non sappiamo quanto il metr verr utilizzato e non abbiamo ancora visto un progetto che prepari, incentivi la gente ad usarlo. Un altro esempio sono le Ztl che hanno dato lidea ai cittadini di un centro citt blindato ma altrettanto vero che lo spegnimento del vigile elettronico, sia pure a fasce orarie, ha contribuito a modificare questa percezione.

ANtoNIo MASSolEttI VICE PRESIdENTE dEL CONSORzIO BRESCIA CENTRO

Le iniziative spot non sono pi sufficienti; il nostro obiettivo quello di riqualificare il Centro proponendo alle Istituzioni, ad esempio, di far tornare a vivere quelle categorie merceologiche che hanno fatto la storia di Brescia. Penso anche ad un arredo urbano sul quale si pu ancora lavorare molto o sullilluminazione ancora insufficiente in alcune vie. Roberto Giulietti
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MARCo StEllINI PRESIdENTE BRESCIA-IN


Il centro, per sopravvivere, deve essere un luogo dove semplicemente passeggiare sia un piacere. In questultimo anno cosa cambiato nel centro storico? La crisi ha colpito duro e le attivit commerciali ne hanno sicuramente risentito; dal punto di vista della sicurezza, invece, si registrato un leggero miglioramento, o meglio, si attestata sul sopportabile quella situazione che, in conseguenza del notevole aumento dei disoccupati (dai dati Caritas in grande maggioranza stranieri), si temeva avrebbe aggravato la situazione. Alcuni tenui cambiamenti sono in particolare da attribuirsi allattivit della Polizia Municipale che, a livello locale, sta parIL PARERE DEI COMMERCIANTI CARLA NEVOLA (COFFEE SHOP) C.so Zanardelli Se le dico che il centro poco tipico, che c molto franchising? Rispondo che vero. Il piccolo commerciante fa la storia e la tradizione di una citt: pensiamo ai negozi di ferramenta, alle tintorie, salumerie, mercerie tutti esercizi storici che stanno scomparendo, pur rappresentando la vera identit del luogo. Le catene vanno bene, ma come compendio, corollario del centro. Verrebbe quasi da pensare che tra la citt e un centro commerciale, oramai, ci sia poca differenza Ricordiamoci che la linfa del centro resta la provincia, ed erigere centri commerciali quasi senza freno significa minare il vero flusso di mercato alla citt. Servirebbe una coordinazione imporQui a fianco uno scorcio di Corso Magenta e la Chiesa dei SS. Faustino e Giovita, patroni di Brescia.
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zialmente compensando ci che a livello nazionale era stato pi volte promesso e mai mantenuto: una Questura, su Brescia, solerte ed efficiente che, a fronte della lamentata penuria di personale, avrebbe dovuto essere dotata di nuove forze e, con quelle, farsi pi attiva ed operosa. Daltronde le leggi ci sono, la loro mera, effettiva e reale applicazione risolverebbe moltissime situazioni. Come rilanciare il commercio nel centro e la sua frequentazione? I bresciani, e i commercianti bresciani in particolare, hanno labitudine di piangersi addosso: i centri storici di tutte le citt sono in crisi, e 3.000 negozi chiusi nel 2009 nella sola Roma sono un dato che dovrebbe far riflettere. Per essere concorrenziali, quanti sono rimasti in centro devono puntare su maggiore qualit, servizi e gentilezza; e le iniziative esistenti devono essere meglio coordinate fra loro. La risposta potrebbe essere quella di tante a livello regionale nellelargizione di queste licenze. A mio avviso, poi, il centro commerciale il non luogo per eccellenza, un posto senza storia che ci fa dimenticare la dimensione del bello. Anche i bar fanno la storia di un posto, e a Brescia molti lamentano la carenza di posti di ritrovo. Ma a Brescia gli affitti sono alle stelle. Eppure, basta guardare come altre citt europee hanno cura dei propri caff, specialmente quelli storici, ben sapendo che sono punti nevralgici della citt, salotti

rendere il centro pi bello? Data la crisi non si pu pensare a un completo restyling del centro, ma si pu comunque mettere dei paletti. La cartina al tornasole di un centro storico la sua composizione ed omogeneit fino al piano primo degli edifici: in questo Brescia unaccozzaglia di stili e colori. Provate a porre attenzione a quanti tipi di porte, vetrine, insegne, tende, luci, intonaci, cestini, dissuasori, materiali ci sono: un vero puzzle! Riqualificare il centro si pu e non costa neanche tanto. Serve un piano decennale che imponga ai nuovi esercizi o alle ristrutturazioni di rispettare un comune piano di modelli e di norme del buon gusto. Il centro, per sopravvivere, deve diventare un gioiello, un luogo dove semplicemente passeggiare sia un piacere, e i negozi un gradito valore aggiunto. Altri comuni stanno perseguendo da anni questa strada e il risultato un notevole successo. Sergio Masini

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La cupola del Duomo vista dai tetti del centro di Brescia.

di convivialit. Diversi comuni acquistano caff di pregio per poterli dare, ad affitto congelato e non di mercato, a chi se ne prender cura: non si pu, infatti, improvvisare unattivit del genere, per farla come si deve. Cosa pensa del mix marketing in citt, che affianca bazar cinesi alle poche attivit tipiche rimaste? Ovviare con una gestione pi unitaria? Ma ogni grande citt ha i suoi quartieri, e la tendenza alla ghettizzazione dellextracomunitario esiste gi, unesigenza insita nello straniero che vuole ricreare le proprie abitudini, un senso di famiglia e appartenenza. Questo non affatto disdicevole, naturale, un fatto non estirpabile: limportante, invece, che non prenda il sopravvento. Pensa che il nuovo polo gastronomico che sorger nellarea ex-Oviesse funzioner? Me lo auguro di cuore, spero che questo grosso mercato coperto possa ridare vita a una zona cos bella della citt, che sia il nuovo futuro di C.so Mameli e S. Faustino. (A.T.) GIULIO ZANOTTI (CASA DELLOTTICA) C.so Magenta Cosa pensa del centro citt? Penso che, ultimamente, sia pi vivo. Quale, a suo avviso, la soluzione per renderlo maggiormente appetibile, oggi? Direi che lideale sarebbe attuare un compromesso tra il centro-salotto, di cui si sente tanto parlare, e una citt interamente transitabile: sappiamo che i bresciani non usano volentieri i mezzi pubblici, hanno almeno unauto a testa. I parcheggi restano fondamentali, anche per chi viene da fuori.

Orari continuati, negozi aperti la domenica: cosa ne pensa? Penso che siano escamotage validi durante le festivit, per il resto sottraggono tempo a chi ha anche una famiglia che lo aspetta. Chi si concede lo shopping il sabato di certo non replica il giorno seguente, e viceversa: lincasso, per noi, resta pi o meno lo stesso. Non crede che, in citt, ci sia un po troppo franchising, a scapito di esercizi pi tipici? Non mi sembra del tutto vero: ognuno ha il suo spazio, basta guardare zone come via Trieste o via Carlo Cattaneo per ritrovarsi nellatmosfera di una volta, tra vecchie fornerie e attivit di un tempo. Crede che organizzare il centro con vie a tema possa ovviare al mix marketing che penalizza Brescia? Ma ormai il mix marketing c, i cinesi e i loro bazar, ad esempio, esistono e bisogna conviverci: ghettizzarli maggiormente per me non una soluzione. Sarei invece propenso a fare pi controlli, anche a monte. (A.T.) MARIATERESA (MARELLA BOUTIQUE) C.so Palestro Qual il problema maggiore del centro? Ci che fa desistere diversi clienti dal venire in citt ancora la carenza di parcheggi: tra ricerche estenuanti, ticket esosi e multe, tanti preferiscono frequentare zone pi comode per lauto. Perch non istituire dei bus navetta gratuiti, a fasce orarie?. Lidea di un centro pedonalizzato, con panchine e aree verdi, come le sembra? Essendo unecologista nata, sono favorevole a uniniziativa del genere. Per

non dimentichiamoci di un fenomeno in aumento, nonostante ci siano pi pulizia e polizia: laccattonaggio. Non vorrei che queste persone, alcune accompagnate da cani di grossa taglia, approfittassero di una soluzione del genere Oggi ci sono i vigili, vero, ma finita la ronda, tutto torna come prima. E le zone a oggi gi pedonalizzate, come corso Garibaldi? Belle, ma poco controllate, si stanno gi ghettizzando. Poi, i bresciani fanno fatica a frequentarle, hanno paura. favorevole ad adottare la fascia oraria 16-20, in negozio? Labbiamo fatto, ma mi sono ripromessa di non aderire pi a queste iniziative che, puntualmente, vengono stravolte allultimo minuto o restano applicate da pochi. Facciamo parte del Consorzio Brescia Centro ma, nonostante ci, non esistono decisioni corali, n coesione o coerenza. Questestate eravamo i soli ad attuare la fascia 16-20, con il risultato che gi alle 15 i clienti cercavano di entrare in negozio, mentre alle 19,30 erano gi tutti allhappy hour. (A.T.) GIORGIO MASSENZA (TESSUTI MILANI) Corso Mameli Cosa pensa della pedonalizzazione del centro? I tanti lavori pensati per far rinascere il centro, in assenza di un progetto organico e programmatico, sono inutili. La stessa Ztl, come dimostrano dati recenti, serve poco a favorire la salubrit dellaria, e ancor meno a promuovere frequentazione e commercio. A mio avviso c bisogno di alcune vie o piazze interamente pedonalizzate, chiuse anche a motorini, bus o biciclette. Ma non basta: servono pi sanzioni, controlli e rispetto delle regole igienico-sanitarie e di buon costume; bello sarebbe, poi, trovare il modo di far tornare i residenti ad abitare e a vivere la zona: senza di loro anche noi commercianti rischiamo di dovercene andare. (S.M.) ELEONORA (MERCERIA MILLEIDEE) Via San Faustino Come si lavora in San Faustino?
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Galletto BEFeD unico e originale. un galletto di bellaspetto non troppo grosso n grasso cotto a puntino, servito con patate e una salsina speciale, simpatico e allegro. Beve birra artigianale di produzione propria. BEFeD vive in un ambiente allegro, simpatico e adatto a tutti. Lo potete trovare solo nelle birrerie BEFeD.

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. VOCE AI PASSANTI
Grazia, 45 anni, residente a Cellatica Se sono a conoscenza dei vari eventi in centro citt? Certo, mi tengo aggiornata grazie allInfo Point e Teletutto: sono iniziative davvero belle, creano vitalit, soprattutto nel fine settimana. Il centro piacevole da girare, specialmente spostandosi in bicicletta. Mi sembra che, ultimamente, si stia facendo di pi per valorizzare Brescia. Bruna, 75 anni, residente a Rezzato Non vengo spesso in centro, ma ci che mi dispiace di pi constatare che le attivit storiche, man mano, chiudano i battenti: cos si perde quel qualcosa in pi che altre citt italiane stanno mantenendo, la propria tradizione. Valorizzerei il centro con gli esercizi tipici dei piccoli borghi, come mercerie e gastronomie, e farei spazio ai pedoni, invece che alle auto. Silvia, 56 anni, residente a Mompiano Vengo volentieri in centro, spezzano la routine. Peccato per i parcheggi, perch Brescia paralizzata dal traffico e trovar posteggio Lavoro in questa via da pi di quindici anni e la situazione ancora pessima. Se qualcosa stato fatto per favorire il commercio, nuovi problemi si sono tuttavia presentati e, nonostante le molte segnalazioni, permangono irrisolti. Io e alcune colleghe lamentiamo soprattutto la scarsa illuminazione che ci costringe, la sera, ad aspettarci ed aiutarci lun laltra con una torcia per riuscire a chiudere le serran-

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spesso unimpresa. Tolto Fossa Bagni, scomodo se si devono trasportare acquisti pesanti, e lAutosilo, gli altri parcheggi in centro sono saturi. Carmen, 58 anni, residente a Concesio Il centro-salotto? Sono favorevole: gi cos la nostra citt appare disordinata, trascurata, anche a causa dinterminabili cantieri, se permettessimo pure il parcheggio selvaggio sarebbe la fine. Per a prezzo che le iniziative, poi, siano adeguate: basta con luna tantum, le notti bianche, vorremmo poter uscire nei giorni feriali e trovare, che so, un piano bar dove chiacchierare in compagnia. Nicoletta, 30 anni, residente a Costalunga Brescia poco tipicizzata? vero: quasi quasi, con tutti questi franchising, viene da chiedersi perch scegliere il centro. Io uso i mezzi pubblici, arrivo qui per qualche commissione o, quando ho tempo, per una passeggiata. Ultimamente devo dire che, nel fine settimana, ci sono pi eventi, ed un piacere. de. Quando fa buio, la scarsit dei punti luce acuisce il senso dinsicurezza e certi perdigiorno, che gi ubriachi insudiciano i marciapiedi e schiamazzano, assumono atteggiamenti importuni e volgari. (S.M.) MARCO (LA GELATERIA) Corso Garibaldi I cambiamenti fatti sono stati positivi?

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Bruno, 44 anni, libero professionista, lavora in Piazza Tebaldo Brusato Non abitando lontano raggiungo il mio studio in bicicletta. Il problema dei parcheggi esiste per i miei clienti, trovano posto con molta difficolt e non vicino come vorrebbero. Nicola e Laura, universitari Frequentiamo il centro di giorno, per studio. La sera non capita mai che noi o nostri conoscenti decidiamo di venirci: tutto chiuso, nessun locale dove ascoltare musica, parcheggi rari e costosi e, quando ci sono delle belle iniziative, finisce inevitabilmente che si sovrappongano. Teresa, ex maestra Una volta frequentavo il centro alla ricerca di prodotti particolari, di qualit e fattura che altrove era impossibile trovare, in pi avvertivo tutto il gusto della passeggiata sul corso, bella gente per bei negozi, ora non pi cos. Mi piacerebbe un centro completamente chiuso al traffico, pi pulito, senza il costante pericolo di motorini e biciclette che sbucano da ogni dove, un tempo almeno avevano il campanello. Da quando i cinema hanno abbandonato il centro le cose sono peggiorate, il Comune intervenuto con lavori di riqualificazione ed iniziative per attirare la gente, ma c ancora molto da fare. Passeggiate in vie ora splendide, come corso Garibaldi, sono ostaggio di maleducazione e di una Ztl mal pensata. Da commerciante e residente vorrei ampie zone pedonali, vedere bambini e anziani camminare senza il rischio di essere investiti da motorini o macchine che scattano allapertura del varco attraversandolo a tutta velocit e, infine, una presenza costante di forze dellordine che richiamino o multino gli incivili. (S.M.) DAVIDE LEDIZZI (ALPI SPORT) Via Trieste Ci sono iniziative che valorizzino
Via San Faustino.
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. VOCE AI RESIdENTI IN CENTRO STORICO


Alessio, 32 anni, residente in centro Abito qui ma detesto la confusione che si crea nel week end, d lidea che la citt sia fuori controllo. Uno dei problemi pi grandi la gestione delle auto: a Brescia nessuno rinuncia a spostarsi con il proprio veicolo, io per primo, sempre e comunque. Per questo diverse attivit non possono decollare realmente, appena fuori dal raggio del posteggio comodo e sicuro. Angelo, 33 anni, residente zona via Battaglie Mi avevano detto che la macchina sotto casa, in centro, avrei dovuto scordarmela; in pi niente parchi, troppa confusione e servizi penosi. Ora, dopo qualche anno, rispondo che per arrivare alla macchina devo misurare almeno sei-sette vicoletti, se mi si fulmina una lampadina o mi serve un giratubo entro nel panico, mentre per una passeggiata nel verde faccio prima andare cinque euro di benzina ma la novit che mi va bene cos. Ho imparato ad amare il centro oltre ogni suo innegabile difetto, in pi ho scoperto il gusto di bighellonare tra le sue vie, fare colazione sotto il Duomo o uno spuntino in piazza Loggia, sentendo quei luoghi splendidi come lenorme plateaquesta zona della citt? No. Quelle che si fanno sono concentrate pi nel centro storico e quelle che hanno coinvolto Piazzale Arnaldo erano a beneficio quasi esclusivo dei bar. Tornare a fare un mercatino una volta ogni tanto anche in Piazza Tebaldo Brusato non sarebbe male. Anche il museo Santa Giulia potrebbe essere usato meglio. Manca soprattutto un coordinamento delle diverse iniziative che spesso si sono sovrapposte creando pi danni che vantaggi. La mancanza di parcheggi sufficienti a fornire questa zona hanno penalizzato le vendite. In attesa dei 294 posti auto previsti a Fossa Arnaldo nellestate del prossimo anno, si poteva pensare ad una soluzione pro tempore per i giardini di via Turati che sono abbandonati da 40 anni. (R.G.)

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tico del mio bilocale. Quello che mi manca trovare negozi aperti fino alle otto di sera; inoltre, forse preferirei abitare in unaltra zona della citt per non dovermi fare strada tra capannelli di extracomunitari, soprattutto quando non sono sobri. Luigi, 28 anni, residente zona Piazza Arnaldo Mi piace vivere in centro, scendere le scale di casa e non dover prendere lauto per bermi un caff, curiosare tra le vetrine sotto casa, e, perch no, bermi un pirlo senza lansia delletilometro. Abito nella zona di Piazza Arnaldo da circa due anni, sul ring, in una zona oltremodo tranquilla e riservata, visto che in due anni non sono riuscito a conoscere lombra di un vicino. Essendo nella terra di mezzo di chi possiede e chi no la tessera di residente che mi consentirebbe di muovermi in auto verso Piazza Duomo, mi chiedo il senso di continuare a pensare che le ztl siano la soluzione ai problemi della nostra citt. La mia sar anche una voce fuori dal coro, ma, paradossalmente, preferirei vedere macchine che sfrecciano davanti al Teatro Grande o posteggiate in seconda fila in Piazza Vittoria, piuttosto che osservare la calma piatta e il senso di abbandono in cui versa il nostro amato centro in ALBERTO SARUBBI (TACCO RAPIDO) Via Trieste Quali sono i problemi principali della zona in cui lavora? Via Trieste la periferia del Centro, le iniziative sono solo sufficienti come inizio per creare un senso di appartenenza tra i cittadini. Troppo limitate alle ore serali. Da calabrese che vive a Brescia da oltre 35 anni mi sono accorto di quanto poco i bresciani vivano la citt, preferiscono andare a Verona o a Bergamo. Il mio lavoro ha bisogno di negozi che facciano quartiere e questa zona ancora una delle migliori nonostante continui il fuggi fuggi anche da qui. Non la mancanza di parcheggi a penalizzare il lavoro. Oltre il 90% delle scarpe non riparabile, questa la moda. Ci hanno messo due anni per rifare la pa-

certe ore del giorno e della notte. Maria, 27 anni, residente zona via Moretto Il centro una casba, il centro morto, il centro sporco. Mentre inscatolavo le mie quattro cose per trasferirmi proprio qui, nel centro storico, pensavo a come i bresciani fossero cos pronti a sparare a zero sulla propria citt, e temevo di dovergli dare ragione. Passato quasi un anno dal trasloco, mi ritrovo a convivere pacificamente con una famiglia di arabi, diversi nordafricani, un russo e unanziana signora. Musica waslah che filtra dalle finestre in piena estate, il chiacchiericcio sotto casa, gli schiamazzi del fine settimana non mi disturbano: il centro una creatura viva, la certezza di incontrare qualcuno fuori dalluscio, il bicchiere di pirlo in bilico sul sampietrino. Abitare in citt e lamentarsi di qualche nota strimpellata, delle auto in doppia fila e delle feste in piazza un paradosso, di pi, perdere unoccasione per me unica. Quella di imparare a stare al mondo, fluire con i ritmi del tuo vicino e divertirsi. Quanti bresciani conoscono Brescia? Il lavoro il nuovo dio, il week end da passarsi altrove: non forse ora di approfittare di ci che nostro, godendone e valorizzandolo?. vimentazione della strada e altri due anni per ultimare piazza Tebaldo che poi restata inutilizzata. I parcheggi non sono mai liberi e si dovrebbe dare la possibilit di far arrivare qui le persone. Spero in una maggiore collaborazione tra i diversi negozianti della zona. Siamo ancora troppo individualisti mentre dovremmo tutti darci una mano. (R.G.) MARIAGRAZIA GIANNONE (LAVANDERIA CM2000) Via Trieste Il negozio presente da 15 anni e ha una clientela composta dalla gente del quartiere, che non guarda leuro di differenza ma attenta alla qualit del servizio. Il parcheggio un problema e tanti si lamentano perch i posti a disposizione sono veramente pochi.
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Il Centro storico della Bellezza.

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ULTURA

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FRA IL 200 E IL 300


Uno spaccato della citt tra la fine del XIII e linizio del XIV secolo, nel settimo centenario della morte di Tebaldo Brusato.
di GIANCARLO PIOVANELLI

BRESCIA
armi, Brescia era seconda solo a Milano in alta Italia, ma con una specializzazione diversa: armi da taglio e da fuoco, invece che corazze e armature, una peculiarit milanese. Anche il centro storico era profondamente diverso. Brescia sempre stata doppia: due cattedrali, due monti di piet, due templi capitolini, uno sopra laltro e cos via, come pure due palazzi comunali. Allora cera solo il Broletto in espansione. Per allungarlo, il potente vescovo Berardo Maggi, proprio quello che caccia Tebaldo Brusato in esilio,
In alto, linterno del Duomo Vecchio di Brescia.
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rescia a quellepoca si presentava molto diversa da oggi. Innanzi tutto era molto pi piccola. Invece di 200.000 abitanti ne aveva solo 30.000 ed era molto pi raccolta ai piedi del colle Cidneo. Le mura della sua terza cerchia misuravano 7 km e la superficie dellabitato non doveva superare quella della odierna City di Londra: cio non pi di un chilometro e mezzo quadrato. I confini arrivavano a Porta Pile (porta Trento), non andavano oltre San Nazaro e poco pi in l della Pallata. Brescia

assomigliava allora pi a Venezia, dato che era solcata da molti fiumiciattoli, ora coperti, come il Bova e il Celato, che scorrono ancora sotto il Palazzo della Loggia. In pi cerano molti acquitrini, come la contrada Cantarane (via Trieste) e lodierna piazza Tebaldo Brusato (allora Orti di Santa Giulia) che serviva per i tornei e il mercato nuovo. La citt era divisa in quattro quartieri che a loro volto si suddividevano in quadre. Il pi popoloso era senza dubbio quello di San Faustino. Cerano molti mulini che azionavano lacqua e le altane delle case servivano per stendere i panni di una fiorentissima industria della lana che veniva subito dopo Firenze e Padova. Per le

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ULTURA

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Il sarcofago di Berardo Maggi, vescovo dal 1298 al 1308.

decide di abbattere il convento dei santi Cosma e Damiano, che fa ricostruire in unaltra zona della citt. Oltre al battistero, demolito purtroppo nel 1625, cerano almeno altre tre chiese: la Rotonda o Duomo vecchio e altre due al posto dellodierno Duomo nuovo: San Pietro de Dom e San Crisante e Daria. Ne abbiamo unidea, guardando attentamente il sarcofago di Berardo Maggi, il vescovo che accentra tutti i poteri dal 1298 al 1308. La famosa pace fra le fazioni bresciane del 6 marzo 1298 rappresentata sullo spiovente ovest del pi bel sarcofago medioevale di tutta la Lombardia. Sono rappresentate tutte e cinque le fazioni: ghibellini (fuorusciti) e guelfi, divisi fra Bardelli, Ferioli e Griffi, guidati questi ultimi dal capopopolo Tebaldo Brusato, che cede generosamente il suo potere al vescovo e ne viene mal ripagato nel 1303. Cinquanta persone sono rappresentate sul versante ovest. Con laiuto delle fonti del Liber Potheris ho ravvisato i personaggi principali. I maggiorenti sono vestiti in pompa magna con guarnacca e pelliccia e sono anche gerarchicamente pi alti rispetto al popolino, piccolo e vestito sommariamente con le brache. Pi simpatico il popolo minuto che sorride e si abbraccia. Pi compassati e sussiegosi i nobili che sembrano fatti con lo stampiglio.

A sinistra si distinguono il potente vescovo e il fratello Matteo Maggi, vero cervello politico della famiglia e fiero nemico di Tebaldo Brusato, cacciato nel 1311 e morto di crepacuore al campo di Arrigo VII di Lussemburgo. Al centro, intorno allaltare, con la croce, ci stanno tre personaggi chiave: Bresciano Sala ritto in piedi che legge il giuramento di fedelt al vescovo, gli altri due sono inginocchiati intorno allaltare: Gherardino Gambara, il podest che a Firenze per poco non condanna Dante allesilio, nel 1302, e il potente capopopolo Tebaldo Brusato, guelfo intransigente (lo potremmo dire nero, secondo la didascalia fiorentina) ma generoso, perch avrebbe allora potuto prendere potere che ebbe troppo tardi (per soli quattro mesi) nel 1311. Tebaldo vestito con tanto di pellicciotto e giura sul vangelo. Dei due personaggi fiorentini che ho ravvisato, Mainetto Scali e Nastagio dei Bardi, il secondo, con la spada che compete al capitano del popolo, senza dubbio un parente stretto di quel Simone dei Bardi che ha la fortuna di sposare Beatrice, la bellissima e ricchissima donna amata da Dante. Il medioevo rigidamente gerarchico: ogni categoria sociale infatti contraddistinta da un colore particolare: i medici sono riconoscibili dallo scarlatto della veste, le prostitute dal giallo cos come

gli Ebrei che dopo il quarto concilio lateranense del 1215 devono portare bene in vista il loro davidum. Le donne erano pi eleganti, ma dovevano portare il velo, raccomandato dal cartaginese Tertulliano fin dal secondo secolo dopo Cristo. Ancora oggi nel nostro duomo vecchio c il matroneo pi elevato dove stavano appunto le donne che cos erano ammirate dagli uomini in basso. Nel 200 gi dispongono di lunghi strascichi e portano una corona di fiori in testa. Non ascoltano i predicatori e sempre pi oseranno la scollatura a punta per attirare gli sguardi. Nel 200 i bagni pubblici sono numerosi, puliti e promiscui, a differenza del rinascimento quando diminuirono di numero e scarseggi ligiene, per la credenza che lavarsi troppo rovinasse la pelle. Dal 400 furono inoltre differenziati per sesso, a causa delle prediche sessuofobiche e delle frequenti lamentele delle donne di rimanere incinte. Nel 200 erano frequenti i tumulti, particolarmente nellarea di San Faustino in Riposo, che provocavano molti incendi. Guerre, carestie e conflitti interni tra fazioni provocarono abbattimenti di torri. Listruzione lasciava a desiderare, perch fu solo dal 400 che venne istituito un maestro pubblico stipendiato dal Comune; nel 200 solo le famiglie pi facoltose potevano assumere un maestro privato oltre ai mercanti che dovevano per forza imparare a leggere, a scrivere e a far di conto anche se a Brescia prevalevano gli artigiani, non come a Firenze e Piacenza, dove banchieri e cambiavalute erano numerosissimi. Vigeva allora la legge del taglione, come ancora oggi nel mondo islamico; i supplizi erano tremendi. Nel 1311, presso Canton Mombello, Tebaldo Brusato, accusato di tradimento, fu impiccato, decapitato, squartato in quattro parti, che furono appese alle mura per dileggio, assieme alla bandierina coi colori dei Brusati. In quegli anni almeno un quinto della popolazione era in miseria e veniva soccorsa da qualche magnate. Gli ospedali furono accentrati solo nel 400. I bambini godevano solo di modesti giochi, tra i quali possiamo menzionare la trottola.
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IN EVIDENZA

UNIFORME ED OMOGENEO
LA MISSION DELLAUTORIT DAMBITO DI BRESCIA PER GOVERNARE IL SISTEMA IDRICO

IL SERVIZIO IDRICO?
a essere trattati con cortesia sono diventati norma. E lo sono diventati per tutti gli utenti residenti nei comuni in cui il servizio idrico integrato attivo, grazie a un atto compiuto dallAutorit dAmbito, garante del sistema-acqua bresciano, poco pi di un anno fa. La supervisione circa lapplicazione della Carta, in particolare a proposito della qualit di erogazione del servizio idrico, affidata allAATO che sta peraltro valutando di dar vita a forme di collaborazione con le associazioni dei consumatori a tutela dellutenza. Sempre pi spesso gli utenti raggiungono telefonicamente o per mail gli Uffici dellAutorit chiedendo conferma della corretta applicazione di quanto contenuto nella Carta del SII. Se questo sicuramente sintomatico dellattenzione che i cittadini riservano al servizio che viene loro reso, al tempo stesso rappresenta per lAATO la cartina al tornasole di come il gestore si interfaccia con gli utenti. Il capitolo pi importante certamente quello riservato alla qualit del servizio. Vengono individuati due tipi di standard: standard specifici, legati a singole prestazioni, misurabili in funzione di una soglia minima o massima, che ogni singolo utente pu verificare, e soggette a rimborso automatico da parte del gestore in caso di violazione; standard generali che fanno riferimento ad aspetti della gestione che sono monitorati annualmente dallAATO attraverso un resoconto trasmesso dai gestori che permette di valutare complessivamente la performance degli stessi. Non meno significativo il capitolo relativo alla fatturazione, che vuole scongiurare le super-bollette che in alcuni casi, in passato, hanno afflitto gli utenti. La Carta stabilisce che la fatturazione deve essere effettuata, come minimo, a cadenza semestrale e che la lettura dei contatori deve essere effettuata almeno due volte lanno, prima e dopo i periodi di massimo consumo. ammessa lauto-lettura da parte dellutente, ma almeno una volta lanno il gestore deve eseguire in proprio la lettura. Nel caso di rotture accidentali, in cui non vi sia responsabilit dellutente, sono fissati i rimborsi a conguaglio della tariffa, secondo tre livelli crescenti. Con il Regolamento del Servizio viene disciplinata lerogazione dei Servizi di acquedotto e di raccolta, collettamento e depurazione delle acque reflue che recapitano nelle pubbliche fognature nel territorio della Provincia di Brescia, dove

na Carta del servizio uguale per tutti i gestori, un Regolamento del Servizio unico su tutto il territorio provinciale, nuove tariffe che riducono a soli quattro i bacini tariffari: attraverso questi strumenti che lAATO ha fino ad oggi perseguito limportante obiettivo di rendere uniformi ed omogenei su tutto il territorio provinciale i principi e i criteri per governare il servizio idrico integrato. Con lapprovazione della Carta del servizio idrico integrato si in un sol colpo disboscato e uniformato la selva dei diritti e delle tutele che in precedenza variavano da zona a zona, da paese a paese, e creavano disparit di condizioni e opacit nei trattamenti in un servizio vitale. Obiettivo della Carta del servizio idrico integrato quello di riassumere in un unico documento i principi e i criteri che devono guidare i rapporti tra il gestore del servizio e lutente, rapporti improntati su uguaglianza e imparzialit di trattamento, efficacia ed efficienza del servizio, chiarezza e comprensibilit dei messaggi e altro ancora. Condizioni minime di fornitura del servizio e persino il diritto degli utenti

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stato attivato il Servizio Idrico Integrato o parte dello stesso. Obiettivo del Regolamento quello di favorire lesercizio ed il corretto utilizzo dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione da parte degli Utenti in funzione degli obiettivi di razionalizzazione previsti dal Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, nonch del rispetto della qualit ambientale dei corpi idrici e pi in generale del territorio, come previsto dalla normativa vigente, oltre a promuovere e favorire un corretto e razionale uso dellacqua al fine di consentire il massimo risparmio nel suo utilizzo. Il Regolamento, scaricabile dal sito internet www.aato.brescia.it, suddiviso in tre parti, una prima in cui vengono chiariti aspetti generali, come gli obblighi del Gestore del Servizio, i principi fondamentali di erogazione e le responsabilit, sia del Gestore che dellUtente. La seconda parte specifica sul servizio di acquedotto, con lindicazione delle categorie duso dellacqua, modalit di fornitura oltre che approfondimenti sul contratto di fornitura del servizio. La parte terza infine, riguarda il servizio di fognatura e depurazione, con la classificazione degli scarichi e delle reti fognarie, le procedure di ammissione degli stessi in base alla tipologia di refluo, senza dimenticare le specifiche inerenti gli scarichi industriali. In ultimo, allegati al Regolamento, troviamo della documentazione utile sia agli Utenti che alle Amministrazioni Comunali; infatti, oltre alla normativa

di riferimento del Servizio Idrico Integrato, allinterno di questi allegati troviamo la modulistica per lottenimento dellautorizzazione allo scarico in pubblica fognatura, le disposizioni per deroghe e limiti allo scarico delle acque reflue industriali, le norme in merito alla determinazione degli oneri di allacciamento, suddivisi per tipologia di servizio ed in base al tipo di allaccio ed il protocollo per scavi e ripristini su aree comunali, che regola gli interventi per la posa delle tubazioni nel territorio comunale, andando ad individuare le modalit di scavo e ripristino. Dopo poco pi di un anno di applicazione sono oggi allo studio alcuni correttivi che permetteranno di chiarire meglio quei casi che con lattuale regolamentazione non hanno trovato univoca interpretazione. Con la determinazione delle tariffe del Servizio Idrico Integrato per lanno 2010 si fatto finalmente un deciso passo in avanti nello sforzo di omogeneizzazione territoriale dellarticolazione tariffaria e al tempo stesso sono state individuate ulteriori risorse per la realizzazione delle opere infrastrutturali di cui ha bisogno il sistema per migliorare il servizio reso al cittadino e tutelare lambiente. Tutti i Comuni nei quali ha avuto avvio il S.I.I. (sono arrivati a 160) sono stati inseriti, sulla base delle tariffe applicate nellanno 2009, in quattro diversi bacini tariffari. Ogni Comune appartenente allo stesso bacino avr cos uguali tariffe per tutti gli usi e tutti i consumi in modo da garantire maggior equit e chiarezza per lutente: un bel salto da 160 tariffe differenziate a sole 4, senza tuttavia far venir meno le agevolazioni e le diversificazioni per le diverse categorie di utenza. La tariffa, infatti, mantiene larticolazione per usi e per consumi, penalizzando i grandi consumatori e, viceversa, tutelando i consumi cosiddetti essenziali ed ancora agevolando luso residenziale e di contro penalizzando le cosiddette seconde case e gli usi diversi dal domestico. Viene inoltre individuata una forma di riconoscimento per gli usi comunali, da intendersi come utenze destinate alluso collettivo e intestate al Comune, prevedendo un quantitativo gratuito di acqua potabile sul consumo annuo effettivo fino a 3 metri cubi per abitante. Ed infine viene confermata lapplicazione di agevolazioni tariffarie a particolari categorie di cittadini (tipicamente anziani o situazioni di disagio economico), una sorta di fondo di solidariet costituito dai Comuni e alimentato attraverso una maggiorazione della quota fissa determinata per tutti gli usi nella misura di 1 euro. Il corrispettivo relativo al servizio di depurazione non si applica agli utenti che non usufruiscono di impianto di depurazione delle acque reflue scaricate in fognatura; per questi utenti stata infatti determinata una tariffa ad hoc tenuto conto della sentenza della Corte Costituzionale n. 335/2008 e delle disposizioni contenute nella normativa nazionale.

QUOTA TARIFFA ACQUEDOTTO


BACINI
NUOVA NUOVA QUOTA QUOTA FOGNATURA DEPURAZIONE

USI DOMESTICI
1SC 100 /m3 0,209088 0,235225 0,263317 0,297951 2SC 150 /m3 0,418177 0,470449 0,526633 0,595902 3SC 225 /m3 0,543630 0,611584 0,684623 0,774673 4SC OLTRE /m3 0,836354 0,940898 1,053266 1,191804

USI NON DOMESTICI


1SC 150 /m3 0,418177 0,470449 0,526633 0,595902 2SC 225 /m3 0,543630 0,611584 0,684623 0,774673 3SC OLTRE /m3 0,836354 0,940898 1,053266 1,191804

ALLEV. ANIMALI

USI COMUNALI FRANCHIGIA DI 3 MC/AB.

/m3

/m3 0,317865 0,357598 0,400305 0,452958

/m3 0,209088 0,235225 0,263317 0,297951

/m3 0,292724 0,329314 0,368643 0,417131

BACINO A BACINO B BACINO C BACINO D

0,109811 0,123537 0,138291 0,156480

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IAGGIO IN PROVINCIA

VALTROMPIA
Le preoccupazioni della gente e la volont di cambiamento in una terra segnata dalla crisi economica. Ripartire dal turismo e dallindustria, con fiducia.
di SALVATORE SCANDURRA

IN CERCA DI RISCATTO

a Valle Trompia stretta tra Valsabbia e Valcamonica. Terra di mezzo, caratterizzata da una prima parte pi industrializzata e da unalta Valle pi rurale, che da anni versa in una situazione di semiabbandono. Persone schiette e concrete i valtrumplini: lavoratori indefessi, gente aperta pi di quanto si possa pensare. Da
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Concesio a Sarezzo, fino a Gardone Val Trompia, il traffico stradale ai massimi livelli, i capannoni industriali si alternano alle armerie, le falegnamerie alle acciaierie dismesse. Partendo da Brescia si percorre la statale che immediatamente, complice anche i cantieri che non terminano mai per la realizzazione della prossima stazione della metropolitana, diventa un incubo per ogni automobilista. Strada considerata non a torto fra le pi trafficate dItalia (per portata dauto allora), tanto che fino a non

pi di un paio danni fa in molti parlavano della necessit di costruirvi unautostrada. Da Marcheno in poi si passa allAlta Valle, e tutto cambia: la carreggiata si fa stretta, i tornanti si succedono e il tempo sembra inizi a scorrere pi lento anche attraverso il finestrino: si scopre il parco minerario, costituito dalle ceneri di quello che fu un complesso estrattivo di ferro e di produzione darmi di primo livello, dai tempi dei Romani fino alla Repubblica di Venezia. Il forno fusorio di Tavernole, il comprensorio di Pezzaze, la miniera SantAloisio (che oggi si pu visitare grazie al percorso miniera-avventura) e lormai dismessa Torgola, sono testimonianze di una vivacit economica e sociale andata perduta

Una veduta di Bovegno.

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nel corso dei secoli, degli anni. Seguendo il letto del fiume Mella si giunge fino a Collio, ultimo baluardo di civilt adagiata su unamena conca, ai piedi del monte Colombine. Il paese unantica stazione turistica che un secolo fa poteva benissimo essere considerata una piccola Madonna di Campiglio, ma che poi, lentamente, ha disatteso le aspettative: gli investimenti non sono andati a buon fine, e da rinomata localit di villeggiatura si pian piano trasformata in paese turistico di nicchia. Una stazione climatica con pochi servizi e ancor meno divertimenti, a totale appannaggio di anziani che vengono a svernare destate o di qualche gruppetto di nostalgici che vi hanno passato bei momenti adolescenzia-

li. E s che lAlpe Pezzeda, nominata non a sproposito la montagna dei bresciani ne avrebbe di cose di offrire: stazione sciistica dinverno, parco ciclistico della specialit downhill destate. Il problema rimangono i finanziamenti, e la difficolt a fare gruppo tra Enti pubblici e privati. Altra prerogativa, salendo ancora oltre la frazione di San Colombano, il monte Maniva, recentemente ristrutturato nelle piste, nellimpianto di neve artificiale e persino nelle strutture alberghiere grazie alla passione di imprenditori locali. Unaltra pregevole iniziativa, sfruttata solo parzialmente (nonostante la chiusura del vicino Gaver e il collegamento diretto con Bagolino) per la grave assenza di un siste-

ma turistico complessivo. La Valtrompia, nota negli anni 70 e 80 anche come la Valle dOro per le fiorenti industrie che ospitava e che offrivano lavoro, oggi davvero divisa in due, e anche la popolazione sta lentamente cambiando: molti gli immigrati, che complici affitti particolarmente bassi, hanno deciso di soppiantare i pi giovani, che, se possono e ne hanno lopportunit, si trasferiscono presto verso la citt. Extracomunitari sovente guardati con sospetto, anche se le istituzioni ovviamente negano, come i meridionali di trentanni fa, che faticano a integrarsi in un tessuto sociale, sotto diversi aspetti un po problematico e chiuso. Fino a Gardone i valtrumplini si sentono cittadini di periferia, prendendo la statale in direzione nord le cose per cambiano, e il senso di appartenenza si mischia allisolamento, la volont di cambiare allimpossibilit di reagire. Molte, moltissime le voci che abbiamo ascoltato in questa puntata del nostro ormai consueto viaggio in provincia. Pi che in altre occasioni abbiamo sentito lamentele, percepito senso di abbandono e degrado sociale. Abbiamo annotato tutto, per dovere di cronaca e per non lasciare appelli inascoltati. Ma il vero cuore che batte in Valtrompia, vogliamo credere sia quello di chi non si adagia e che al contrario sa ripartire, scorgendo nella propria terra e nelle proprie radici un posto unico dove vivere, da esplorare e da far conoscere. Perch di bellezze la Valle ne ha da vendere, come di opportunit a voler ben guardare, anche se per i pi giovani, ovviamente, difficile convivere con chilometri e chilometri da percorrere per tuffarsi nella movida bresciana o nellultimo centro commerciale di grido. Viverci, soprattutto per chi non vi nato, comporta sacrifici, evidente, ma trovare un proprio equilibrio tra boschi incontaminati, prati verdi lussureggianti e distese di neve a perdifiato, in fondo, crediamo sia ancora possibile. La Val Trompia ha bisogno come dellaria di un salto di qualit, del contributo di nuove forze e del coinvolgimento delle banche. Deve ripartire dai suoi punti di forza: la valorizzazione dellagricoltura montana, delle risorse umane, del suo territorio. Fare sistema insomma, e avere fiducia. tutto quello che serve a questa Valle, per certi versi dimenticata, per altri, ancora tutta da scoprire.
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rettiFiCa

Nel numero di 12 Mesi di ottobre, a pagina 89, nelle domande rivolte alla signora Elisa Borella, del Ghist Bar, situato allinterno del centro commerciale Porte Franche, il target culturale della clientela stato da noi impropriamente indicato come medio basso. Ce ne scusiamo con i lettori, con la signora Borella e, ovviamente, con i frequentatori del bar. La Redazione

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Una veduta del centro di sarezzo.

ma di video-sorveglianza sul territorio comunale. Esiste integrazione con chi viene da fuori? Sarezzo da sempre sede di diverse attivit industriali e commerciali e accoglie gli extracomunitari facendoli sentire parte integrante del paese. Al tempo stesso gli stranieri che lavorano regolarmente riescono ad avvicinare i propri familiari e, con lausilio dei nostri sportelli Unsic Amico, possono gratuitamente disbrigare le pratiche di regolarizzazione per poter acquisire la cittadinanza italiana. iris Berna (Diritto e rovesCio, FiLati e magLieria) Qual il prodotto che le viene pi richiesto? La lana, anche se la crisi si fatta sentire. Cos per incrementare la clientela ho introdotto un servizio di sartoria e di riparazioni. Un aggettivo per descrivere Sarezzo? Tranquillo e a portata duomo. Lo consiglierei a chi sta cercando casa: qui c tutto. CingoLani giaDa (eFFegi - agenZia Di serviZi)

CI HANNO DETTO...
a cura di aLessanDra CasCio e saLvatore sCanDUrra

sareZZo

binetteria. Oggi leconomia della zona ha risentito della crisi e la produzione stata spostata in Cina. Qui continuano a fare gli imballaggi. DanieLe ChinDamo (presiDente provinCiaLe UnsiC) Che problematiche evidenzia Sarezzo? Sarezzo non riscontra problemi particolari, anzi. Vivo in questo paese da circa 10 anni e in questo periodo ho notato solo migliorie. Questione sicurezza. I cittadini hanno preso a cuore la questione sicurezza avviando un program-

ConCetta timpano (LavaseCCo Conny)

Fiorangela peli e giada Cingolani.

antonella mandelli.

Come si lavora a Sarezzo? Bene. La gente spende in paese, frequenta i negozi e i bar della piazza. Il paese vissuto dai giovani? S, soprattutto la sera. Di cosa vive Sarezzo? Sarezzo era un paese industriale: si lavorava lacciaio e si produceva la ruDaniele Chindamo.

Che tipo di servizi offrite? Diversi: rinnovo permessi di soggiorno, amministrazione condominiale, recupero crediti extragiudiziari, traduzioni anche asseverate, visure camerali, tutela al consumatore e altri. Qual il vostro target di clientela? Ci sono parecchie persone di Lumezzane e Gardone, ma anche diversi extracomunitari. Con loro basta il passaparola, tant vero che ci sono giunte
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parecchie richieste di consulenza anche da Milano. Da quanto tempo offrite questi servizi? Da circa un anno. Abbiamo scommesso su questattivit prendendo spunto dai Legal Shop americani e devo dire che funziona. La gente diffidente o si rivolge a voi senza difficolt? Le persone stanno diventando sempre pi attente alla tutela dei loro diritti e di conseguenza anche questo tipo di attivit sta prendendo piede. FABRIZIO DALLERA (SIMPLy BAR) Chi frequenta il suo locale? La mia una clientela variegata e multietnica: sono su un crocevia e questa una zona di forte passaggio.

V
Fabrizio Dallera e Marica.

IAGGIO IN PROVINCIA

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. VOCE AI PASSANTI
Marta 27 anni Ho un po di paura a passare da sola davanti a tutti questi bar frequentati da extracomunitari. Sono diffidente per natura e mi piacerebbe che il comune organizzasse delle manifestazioni che li coinvolgesse cos da rompere questa mia paura. Luigi 60 anni Qui c tutto, per la viabilit pessima. C questarteria stradale che trancia in due Sarezzo rendendolo poco vivibile.
Alcune immagini del centro di Sarezzo ed il Municipio.

I giovani vivono il paese? S, soprattutto la piazza centrale. Com cambiato il commercio negli ultimi anni? Con la legge Bersani il commercio stato molto penalizzato, per si continua a lavorare bene. Il comune poi, offre dei buoni servizi ai cittadini.

GARDONE V/TROMPIA

DARIO BARESI (BOTTEGA RESTAURI) Da quanti anni presente la vostra attivit? Da 20 anni; la nostra una storica famiglia di falegnami. Questo lavoro mi

piace molto e sicuramente lo rifarei. Com Gardone dal punto di vista commerciale? Commercialmente parlando, questa una zona molto difficile. In paese non molto sentita la cultura dellantichit, anche se c il culto della casa. Come si approcciano i giovani al suo mestiere? In realt non sono molti a voler fare questattivit e ultimamente sono pi le donne a volerla imparare. un lavoro difficile, in cui serve tanta passione e preparazione tecnica. Le soddisfazioni economiche arrivano con il tempo.

Piazza San Marco a Gardone Val Trompia. Dario Baresi.


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IAGGIO IN PROVINCIA

Piazza S. Marco a Gardone Val Trompia. Nellaltra pagina la sede storica della Beretta e Via Matteotti.

NICOLETTA BONDIO (LIBRERIA)

Nicoletta Bondio.

Com cambiato Gardone negli anni? Prima era un paese industrializzato con ditte molto grosse, come la Beretta, ora diventato un paese dormitorio. Per, si vive bene. Un pregio e un difetto di Gardone. Un pregio la tranquillit. Un difetto la presenza di troppi extracomunitari,

il rapporto di circa 4 a 2. Il nostro Comune, comunque, molto disponibile nei loro confronti. Problema viabilit. La viabilit un disastro e dipende dallorario di entrata e di uscita dei lavoratori dalle fabbriche, mentre il problema dei parcheggi non sussiste. GIUSy GUERINI (PROFUMERIA PICCOLE FOLLIE) Come si vive a Gardone? Mi trovo bene. Lo consiglierei tran-

quillamente a una coppia di giovani in cerca di casa perch un paese ben servito con gente generosa e solidale. Il servizio trasporti funziona? Decisamente s, il comune offre un servizio di trasporti interno con un abbonamento annuo di soli 20 euro, mentre per la citt ci sono pullman ogni 15 minuti. Cosa manca in paese? Un cinema e un teatro. Abbiamo il cinema delloratorio ad Inzino, ma lacustica non delle migliori. Com cambiato Gardone negli anni?

. MIChELE guSSAgO, SINdACO dI gARdONE VALTROMPIA


Molti giovani lamentano lassenza di locali ed occasioni di svago, soprattutto serale stato cos per molto tempo ed erano sempre tantissimi i ragazzi che, specialmente nei fine settimana, sceglievano di raggiungere la citt in cerca di locali in cui ascoltare musica e trascorrere la serata. Anche per questo ci siamo attivati per ultimare il Parco del Mella che, da giugno, accoglie bambini, adolescenti e famiglie di giorno, mentre la sera ospita iniziative gradite anche ai pi grandi. In esso hanno trovato posto una sala prove insonorizzata, unaula studio per universitari aperta fino a tardi, e un luogo ideale per organizzare feste ed eventi che, come provano le quattro occasioni promosse sinora, hanno saputo attirare ed entusiasmare i giovani. un inizio, certo, ma lamministrazione, con un ingente investimento, ha voluto offrire i luoghi e gli strumenti: ora sta ai ragazzi loro farsene protagonisti. Lalto numero di extracomunitari presenti sul territorio comunale, a suo parere, fonte di sensazioni dinsicurezza? Il problema di ordine prettamente sociale. Abbiamo registrato un aumento di presenze straniere, ma non dimmigrazione straniera; si tratta per lo pi di famiglie con figli piccoli che, dallalta valle, hanno scelto di trasferirsi a Gardone per la maggiore vicinanza ai servizi e in ragione di affitti pi bassi. Ci non ha comportato conseguenze negative per la sicurezza. I reati riscontrati sono riconducibili in larga misura al massiccio traffico di droga che investe da
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tempo la nostra valle e di cui si fanno protagonisti non solo gli extracomunitari ma pi spesso gli italiani. Dal punto di vista dellintegrazione, soprattutto a scuola, registriamo una scarsa partecipazione dei genitori a favorire linserimento dei figli e, credo, ci sia ancora molto da lavorare da entrambe le parti perch la situazioni migliori. Lannosa questione traffico: come si sta muovendo lamministrazione? Lattuale problema dei ritardi nellattraversamento di Gardone e Inzino dovuto ai lavori che hanno comportato la temporanea chiusura di una bretella. un intervento necessario per portare a termine il quinto lotto previsto, unopera che si dimostrer in futuro assolutamente vantaggiosa per la viabilit e che dar i suoi frutti forse anche gi ad un anno da oggi. Il Comune ha in essere progetti che possano aiutare il commercio? Stiamo lavorando alacremente al piano di recupero del centro storico, a una sede museale che comporter sicuramente un aumento di valore degli immobili della zona, ma anche e soprattutto una sua maggiore frequentazione, con naturali riflessi positivi anche per i commercianti. Questo un progetto che mi sta particolarmente a cuore, che abbellir e dar sicuro prestigio a Gardone ma, soprattutto, che concorrer a rendere pi vitale ed accogliente il suo cuore storico. Sergio Masini

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. VOCE AI PASSANTI
Michela, 24 anni Se ci si vuole divertire si deve andare in citt. Oltre allhappy hour non c nulla. Maria, 29 anni Gardone un paese ben servito e si vive bene. Io qui ci lavoro, ma se mi fosse data lopportunit me ne andrei in citt. Paolo, 32 anni Gardone un tempo era il centro abitato di riferimento per i paesi della zona. Da parecchio tempo qui il sabato un mortorio. stato posizionato altrove. Qual il problema principale di questo complesso in cui situato il negozio? I parcheggi (la maggior parte sono occupati dai dipendenti della Beretta), gli extracomunitari che occupano molti appartamenti dellAler e gli appartamenti sfitti che non si sa come mai non vengano dati in locazione. bene per lavorare: c parecchio traffico, e le attivit commerciali sono concentrate su ununica strada. Ci sono parecchi extracomunitari? Non moltissimi, ma comunque lavorano tutti e sono ben integrati. E i giovani? Non un paese vivo, e le cose da fare sono davvero poche: c un unico pub, i ragazzi la sera si concentrano l. EMANUELE PASOLINI (AUTONOLEGGIO SUPERCAR) C crisi nel suo settore? La crisi ha colpito tutti, ci sono alti e bassi ma non mi lamento, i miei clienti provengono da tutta la valle. Cosa pensa del sindaco? Vi vicino? Il sindaco non male, anzi, una persona che ascolta parecchio e lamministrazione funziona bene. Problemi con gli extracomunitari? Nessuno. Forse pi a valle sono integrati meglio, in giro quasi non si vedono. ELIANA ROSSI (TABACCHERIA DINAMIC BAR) Cosa pensa di Marcheno? Penso che, tolto il lavoro, possa offrire ben poco: per i ragazzi ormai lunico divertimento andare al bar. Si beve parecchio? Si beve e basta. I giovani la sera tendono a spostarsi verso la citt, ma gli alcoltest ormai fanno paura a tutti. Le patenti ritirate non si contano, per cui spesso, se vogliono raggiungere Brescia, orgaMESI 12DICEMBRE 2010

Giusy Guerini.

Linterno del paese si spento. 20-30 anni fa era il fulcro del commercio, ora tutte le attivit si sono spostate lungo la strada principale. TERESA ALBANO (BAR T&J)

Jessica e Teresa Albano.

Come va il commercio? Male. Si lavoricchia. La gente gira, ma il supermercato qui di fronte non porta molta gente. Pensavamo che fosse una zona di forte passaggio grazie alla presenza del mercato settimanale, invece MARCHENO

ANGELO MORENI (ARREDAMENTO) Come va la sua attivit? In generale c crisi, la cosa strana per che la mia clientela provenga quasi esclusivamente da fuori: pochissimi i clienti di Marcheno, loro per comprare si spostano sempre verso la citt. Cosa chiede alle istituzioni? Coerenza con chi lavora, da anni, sul territorio. Certe iniziative comunali non fanno altro che mettere in difficolt noi commercianti, e chi debole costretto a chiudere. Qui si tende ad agevolare troppo gli extracomunitari, ma a noi chi ci pensa?. ALICE VANAZZI (BAR AMICI DEL PASO) Ci racconti Marcheno. C ben poco da dire, un paese che va

Emanuele Pasolini.

Il fiume Mella a Marcheno e una veduta del paese.

IAGGIO IN PROVINCIA

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Eliana Rossi.

nizzano dei pulmini. Noto tanta voglia di andarsene fra i giovani. Si gioca di pi al lotto con la crisi? Dipende dal jackpot, quando alto le giocate si moltiplicano. CLAUDIO POLI (ALIMENTARI) Come vanno le cose? Vanno male, sempre peggio direi. Del resto giudichi con i suoi occhi: sono le 11 del mattino e siamo solo io e lei in negozio. da 27 anni che lavoro qua, la crisi vera lho percepita dal 2008.

Eppure ci sar qualcosa di positivo. Onestamente di positivo c ben poco da dire: noi piccoli commercianti non ci sentiamo abbastanza tutelati dallamministrazione. Cosa manca per i giovani? Cinema, impianti sportivi adeguati: di divertimenti ce ne sono pochi davvero. ORIETTA MAESTROLI (LA BOTTEGA DELLA MODA) Come va il negozio? Cos e cos, la crisi si sente, a maggior ragione in un paese piccolo. La clientela per lo pi del paese? gente che viene da fuori neanche lombra. MADDALENA & FEDERICA (BAR MAkIkA) Che tipo di avventori frequentano il vostro locale? Siamo un po il punto di riferimento per

Claudio Poli.

Le sembrer assurdo, ma la maggior parte dei miei clienti viene da fuori. Mi descriva Marcheno. Che dire? Non c molta vita e tutto appare fermo, stagnante. Un paese pi che tranquillo, dove le macchine scorrono veloci e i passanti si fermano poco. i ragazzi della zona, alcuni nel week-end vengono anche da fuori. Siamo aperti da poco, ma lavoriamo bene, il nostro segreto saper diversificare, e organizzare serate di karaoke o feste a tema. Il turismo per in forte calo in paese, secondo voi perch? Forse non ci si impegna abbastanza per rendere pi attrattiva la zona, ma altrettanto vero che le mete turistiche accessibili oggi sono tantissime. In ogni caso se parliamo di turismo, tra estate e inverno non sappiamo cosa sia peggio. E i giovani come passano le serate? Tanti decidono di restare in zona anche per non incappare nei controlli dellalcoltest. Manca la scelta, per se ci fossero pi organizzazione e unit le cose potrebbero andare molto meglio.
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BOVEGNO

GIACOMINA TANGHETTI (EDICOLA TABACCHI) Come vanno le vendite? Dallanno scorso le vendite di quotidiani sono diminuite drasticamente, reggono i tabacchi, quelli sempre. Ha mai pensato di trasferirsi? Sono nata qui, e Bovegno mi piace, un paese tranquillo. Non ho mai pensato di andarmene. Che problemi ha Bovegno? Manca il lavoro, e per i giovani un problema enorme. Anni fa il paese aveva una certa vocazione turistica, oggi di

Maddalena e Federica.

Alcuni scorci di Bovegno.

IAGGIO IN PROVINCIA

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CINZIA VIVENZI (CENTRO ESTETICO VENERE) Quanto lavora un centro estetico a Bovegno? Tanto direi. Sono qui da 12 anni e credo ormai di aver creato una vera filosofia del benessere: ho clienti che vengono anche da fuori, un po di tutte le et, sia uomini che donne, ad andare forte sono sempre i massaggi. E con la crisi come la mettiamo? Si sente parecchio ma, si sa, il nostro un settore in controtendenza. La mia ricetta anti-crisi? Sono convinta che allargandomi le cose andrebbero ancora meglio. Se potesse, cosa cambierebbe di Bovegno? A Bovegno sono in molti ad avere voglia di fare, ma mancano soldi e stimoli, e il crollo del turismo ne la logica conseguenza. ORNELLA POLI (ABBIGLIAMENTO) Ha una clientela fidelizzata? Chi non va al centro commerciale viene da me, anche dai paesi vicini. La grande distribuzione certo mi penalizza e per contrastarla lunico modo saper offrire COLLIO VAL TROMPIA GIOVANNI BRUNI (ALIMENTARI) Come si vive a Collio? Molto bene. Siamo in mezzo alla natura, lontani dallo smog della citt, poi chiaro, a 18 anni normale voler viaggiare e divertirsi. La vostra attivit risente della crisi generalizzata?

un servizio ottimo. Come si vive a Bovegno? un paese dalla qualit di vita ottimale, in passato ho avuto lopportunit di lavorare altrove, ma non me ne sono andata, e mai lo farei. Quali i punti di forza?

. VOCE AI PASSANTI
Sara, 23 anni Se si ama la tranquillit Bovegno senzaltro uno dei paesi pi belli della Valtrompia. Franco, 49 anni Io qui vivo bene, ma mi rendo conto che per i ragazzi manca tutto: ci vorrebbero un centro sportivo attrezzato e una bella piscina. Ci sono solo un campo da calcetto e un paio di campi da tennis malandati. Un po poco. Nicola, 16 anni Sono felice di abitare qui. Il problema vero che ci sono pochi pullman per la citt: sto studiando da perito agrario alla Pastori di Brescia, parto alle 5.30 del mattino e torno a casa alle 16. dura.

Ornella Poli.

Indubbiamente il territorio, la natura. Penso per che non si faccia abbastanza per valorizzarlo. E le cose da migliorare? Le infrastrutture per i ragazzi, unite agli alberghi, che con gli attuali otto posti letto rendono la villeggiatura inesistente. Per i forestieri non c davvero nulla, ed un vero peccato, perch anni fa Bovegno viveva anche di turismo. Nel commercio si vive sempre tra alti e bassi: la mia forza sono i clienti fissi uniti ai turisti stagionali e a chi ha le seconde case. Forse si lavora meglio destate, ma non mi lamento: le formaggelle nostrane sono il nostro fiore allocchiello. Cosa manca a Collio dal punto di vista turistico? Mancano infrastrutture legate al tempo libero e al dopo sci. Probabilmente sono tutte utopie, ma ricordiamoci che siamo la stazione sciistica pi vicina alla citt.

Dovremmo riuscire a invogliare i bresciani a venirci a trovare di pi.

Giovanni Bruni.
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SAN COLOMBANO

CLAUDIO GUERINI (BAR TABACCHI BIANCHI)

Claudio Guerini.

Si lavora bene a San Colombano? Ho rilevato lattivit di mio nonno da poco, e la gestisco con la mia ragazza: nel week-end non posso lamentarmi, il bar storico ed frequentato da giovani e meno giovani. Cosa ti chiedono di pi i tuoi clienti? Chi beve di pi? Vino, ma anche birra e pirli. Certi anziani iniziano alle 8 di mattina e finiscono alle 20, ma almeno sanno regolarsi: i pi giovani meno, e spendono molto di pi. Perch San Colombano? Perch la gente pi aperta di quello che si possa pensare, e a chi piace la montagna trova tutto. Chi nato qui vuole rimanere, difficile che se vada, anche se i giovani si devono adattare, la sera un deserto. DORIANO MAGGI (SALUMERIA)

gestito da un commissario prefettizio, in seguito alla caduta della giunta sullapprovazione del bilancio 2010. A marzo ci saranno nuove elezioni Ritiene che il commissariamento abbia aggravato la situazione? Viviamo in una fase di stallo, le imprese stanno lasciando a casa i primi lavoratori e finch la situazione rimarr bloccata non so cosa succeder, ma un vero disastro per la nostra economia. Qual la prima cosa che vorrebbe chiedere al futuro sindaco? Mentalit turistica. I politici che finora si sono succeduti hanno fatto solo promesse mai mantenute: Collio non merita la situazione di trascuratezza in cui versa. E la seggiovia? Problemi risolti? Ogni anno, arrivato dicembre, viviamo nel dubbio: aprir o non aprir? Le cose vanno meglio in Maniva, per merito degli investimenti privati, ma anche Pezzeda meriterebbe miglior sorte. I giovani fuggono da Collio? Chi pu parte, altri si rivedono solo la sera, nel week-end comunque sono tutti fuori. Da padre, ancor prima che da colliense, sono amareggiato: amo il mio paese e vorrei il meglio. LUCIA BENECCHI (EDICOLA LERBAVOGLIO) Che atmosfera si respira in paese secondo lei? Il lavoro rispetto a 4-5 anni fa dimezzato. Non vorrei mai andarmene, spero sempre in un miglioramento delle cose, ma i dubbi sono tanti. Si vive bene a Collio? S, senzaltro, ma con qualche negozio e qualche infrastruttura in pi per i giovani le cose andrebbero meglio. Chi chiude non riapre pi, solo i bar resistono, quelli proprio non mancano. Il problema reale? Viviamo isolati, la Pro Loco qualcosa fa, ma la mancanza delle istituzioni si sente parecchio. DON FABRIZIO (PARROCCHIA SANTI NAZARO E CELSO) I giovani vivono loratorio in paese?

IAGGIO IN PROVINCIA

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. VOCE AI PASSANTI
Marzio, 50 anni Collio un paese uno e trino: tre frazioni (San Colombano, Memmo e Ivino) che non c verso di fare andare daccordo. A livello imprenditoriale poi c troppa improvvisazione. Michelle, 22 anni Dei turisti mi pare di capire che non importi niente a nessuno, in compenso abbiamo una giovent dal tasso alcolico esagerato. Le attivit non sono tantissime, ma loratoriorimaneunluogodincontroperparlare. Comecercadicoinvolgereisuoiragazzi? Penso sempre che dovrei impegnarli di pi, ma ci vuole tanto tempo a disposizione e non semplice: sono in pochi ad uscire di sera, e conciliare studio o lavoro difficile anche per loro. Come giudica i suoi primi sei anni a Collio? Indubbiamente gli aspetti positivi sono stati maggiori di quelli negativi: la parrocchia abbastanza vissuta e, anche se a Messa non vengono tutti, per me lincontro personale ad essere importante. PAOLA E DANIELA GEROLA (FARMACIA)

Sabrina Spranzi e Paola Gerola.

Doriano Maggi.

Come vanno le cose in paese? Vanno a dir poco male, a volte ci sentiamo veramente dimenticati da Dio. Se nevica la situazione cambia, ma il turismo di Collio ormai solo mordi e fuggi. E anche le imprese sono messe male. Dallo scorso giugno il comune di Collio
NEL PROSSIMO NUMERO
Darfo Breno/Cividate Camuno Borno Capo di Ponte/Saviore dellAdamello

Secondo voi con la crisi la gente si cura meno? Proprio cos, ormai prendono solo lo stretto necessario, reggono solo i farmaci salva vita. Che tipo di pazienti curate? La clientela limitata al paese, il turismo in forte, costante calo, e lo percepiamo anche dal nostro bancone. Per i giovani c ancora troppo poco, non credete? Certo, per trovare un po di vita necessario mettersi in macchina e farsi 40 chilometri. Troppi. Spesso passa la voglia.
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Lucia Benecchi.

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UBRICA

TU E IL FISCO
di FERDINANDO MAGNINO

PENSIONI

TROPPA TRASPARENzA GUASTA

l presidente dellInps, Antonio Mastrapasqua, in occasione di un convegno organizzato da Ania e Consumatori, ha ricordato che listituto da lui presieduto si appresta ad inviare ad oltre 4 milioni di lavoratori parasubordinati le comunicazioni che spiegano come consultare on line la propria posizione previdenziale, in modo da poter vedere i contributi che risultano effettivamente versati. Non sar possibile per effettuare anche simulazioni della pensione che, proiettando prospetticamente quel tipo di contribuzione, risulterebbe spettante al lavoratore parasubordinato. Come mai questa scelta di trasparenza calmierata? La risposta starebbe in una battuta fatta dallo stesso Mastrapasqua: Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale (virgolettato tratto dal Corriere della Sera del 6 ottobre 2010, pag. 29). Nuova puntata di Scherzi a parte o La sai lultima? in periodo di barzellette pi o meno di gusto, va dato atto al direttore dellInps di aver scelto quanto meno un umorismo molto british. Osservazione conseguente al contenuto: i giovani di questo Paese sono morti che camminano. del tutto evidente che il livello delle prestazioni pensionistiche, che potranno essere erogate a chi verser per un numero significativo di anni la contribuzione propria dei lavoratori parasubordinati (i cosiddetti precari), sar sostanzialmente pari a quello delle pensioni sociali, ossia di quelle pensioni che si avrebbe
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in vecchiaia titolo a percepire anche in assenza di contribuzione. unevidenza che deriva dallesiguit delle remunerazioni su cui i contributi vengono applicati e pure dalla minore aliquota contributiva che complessivamente viene su di esse applicata, rispetto a quella che, tra la parte a carico del lavoratore e quella a carico del suo datore di lavoro, viene applicata sulle remunerazioni dei dipendenti fissi. Daltro canto, la precarizzazione del lavoro giovanile figlia di una cinica scelta operata a suo tempo: chiamare flessibilit quella che in realt una mera politica di riduzione dei costi delle imprese e dello Stato, interamente addossata sulle giovani generazioni. La vera flessibilit dovrebbe, infatti, implicare un costo aggiuntivo per il datore di lavoro: pu scegliere tra unassunzio-

ne con contratto stabile e una invece flessibile (ed una scelta che deve assolutamente essergli data, nellattuale contesto socio-economico globale), ma, se sceglie quella flessibile, gli costa un po di pi, coerentemente al fatto che sta comprando un servizio ulteriore al mero lavoro, ossia appunto la sua flessibilit. Su questo fronte, per, le imprese tacciono; i sindacati non sono disposti a sacrificare il diritto acquisito di alcuni a favore di una rimodulazione verso un diritto sostenibile e quindi ancora acquisibile da tutti; la politica latita. N le cose vanno molto meglio sul fronte delle giovani generazioni di lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata Inps e di liberi professionisti iscritti alle rispettive casse di categoria. Ma i trentenni e quarantenni di questo Paese non hanno un po di orgoglio?

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TORNANO LE GRU, CAMBIANO I PROTAGONISTI


Questa volta non sono pi operai dellInnse, ma le gru tornano di moda. Ci si sono arrampicati sei extracomunitari, vicino al piazzale Cesare Battisti, bloccando un cantiere della metropolitana e gli altri uomini che vi lavorano. Armati di bandane (anchesse ritornano) e fazzoletti gialli, esprimono la loro protesta e rifiutano di scendere fino a quando non avranno ottenuto il permesso di soggiorno, per il quale avevano dicono gi pagato fior di soldi. Su questa vicenda le prese di posizione si susseguono a ritmo vorticoso e Brescia, ormai dimenticata sotto vari profili, sprofondata nelle basse classifiche per vivibilit ed ambiente, lontana ormai dallessere la terza provincia industriale dItalia, sta vivendo una nuova stagione di notoriet. Ma cosa successo? I gruisti sono stati davvero truffati? In pillole, successo questo: secondo le regole fissate dalla legge, a Brescia cera posto soltanto per lingresso di colf e badanti. Fatta la legge trovato linganno, e voil, qualcuno si inventato il finto contratto da colf o da badante. Semplice, no? Gli extracomunitari pagavano e la legge era bellamente aggirata. Era un accordo in frode alla legge, lo sapevano bene i falsi datori di lavoro, ma appare difficile che lo ignorassero gli
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stessi extracomunitari, che del resto il lavoro non lo svolgevano, di fatto. Probabilmente tutti pensavano i falsi datori di lavoro e i falsi badanti che nessuno se ne sarebbe accorto. Ma la questura ha scoperto tutto. Niente permesso. Appare probabile, a questo punto, che chi protesta sulla gru perch stato truffato, aveva a sua volta aggirato le leggi dello Stato italiano, con una partecipazione che sembra difficile definire in buona fede. Naturalmente, appare ancora pi turpe la posizione di coloro che hanno approfittato della situazione, ma altrettanto evidente che la legge va rispettata, e che non si rispetta la legge con i ma, i per, i distinguo, perch questo apre la porta a una serie inimmaginabile di eccezioni, di pertugi, di buchi e di voragini, nei quali lentamente precipita, sotto ogni aspetto, questo nostro amato paese. Non si tratta di razzismo, chi lo afferma in malafede e non rende il giusto merito ai cittadini bresciani. Brescia ha accolto non ancora integrato, integrazione unaltra cosa, e bisogna anche volersi integrare decine di migliaia di extracomunitari, la stragrande maggioranza dei quali vive del suo onesto lavoro, con fatica e dignit. Per le regole vanno rispettate, e il blocco del cantiere della me-

tropolitana costituisce unulteriore violazione della legge, nonch la privazione del lavoro per quegli operai che vi sono addetti. Questi non hanno diritto a tutela? Inoltre, con chi stanno quei fiancheggiatori della protesta che si agitano tanto nelle piazze, con chi sta la legalitaria Italia dei Valori, che schiera metaforicamente sulla gru il suo Maurizio Zipponi, delegato per le problematiche del lavoro? Sta con la legge o con chi froda la legge? Lo dica, lItalia dei Valori, lo dica Di Pietro in prima persona, se considera un valore la frode alla legge, o se dipende dai casi! E infine, non sarebbe male se i media, i giornalisti, la gente comune, i lanciatori di fiori, gli autori di poesie, tutti coloro, insomma, che stanno cingendo la fronte dei sei dellalloro degli eroi, dicessero una volta per tutte in quale paese vogliono vivere: in un paese della legge, o in un paese della furbizia, dellartifizio, del raggiro? O, peggio, della prevaricazione, che oggi cavalca la gru e domani non si sa cosaltro? Le forze dellordine hanno fatto il loro dovere sgomberando il presidio, anche se purtroppo sappiamo cosa successo nelle due settimane successive, emblema di unItalia confusa, che non sa mai fino in fondo che pesci pigliare.

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IL SUPERSVINCOLO DA PREMIO NOBEL


46 chilometri da Bergamo a Brescia centro, 23 minuti in tutto, rispettando il codice della strada, ovviamente. Molto bene, si direbbe, ma i successivi 800 metri, poco pi poco meno, dal casello di Brescia centro al nuovo supersvincolo, di minuti ne richiedono 38, orologio alla mano. Chi non ci credesse, ci provi, se non soffre di calcoli, di epatite, di tachicardia o di pressione alta. Il nuovo supersvincolo, ideato nel terzo millennio e costruito nel terzo millennio, appare sempre di pi una realizzazione allucinante. Nella grande rotonda, realizzata subito dopo il casello autostradale, confluiscono coloro che da San Zeno vogliono andare a Brescia, coloro che da Brescia vogliono andare verso San Zeno e la bassa bresciana, coloro che escono dallautostrada e coloro che in autostrada vogliono entrare, coloro che escono o entrano nella tangenziale sud. Il tutto, naturalmente, con incroci tutti rigorosamente a raso. Insomma, un bel caos, che nelle ore di punta comincia ben prima del casello, addirittura sulla rampa di uscita dalla A4. Il tutto in mezzo a una confusione indescrivibile, con gente che cerca di infilarsi in ogni pertugio, di svicolare, che impreca contro chi arriva, chi non parte, chi esita e chi gesticola. Se Dante vivesse oggi, avrebbe certo una buona ispirazione per uno dei suoi gironi. Coloro che gi sanno escono a Brescia ovest o a Brescia est, poi si immettono sulla tangenziale e vanno verso uscite alternative; chi non sa o non pu, resta l e si rode il fegato, maledicendo chi ha avuto una simile idea e tutti coloro che lhanno approvata e realizzata. Peccato che non ci sia un premio Nobel per linsipienza. Se ci fosse, la candidatura di Brescia per il supersvincolo potrebbe avere ottime possibilit di successo.

BONDI NON SI DIMETTE


Se fossi certo di essere responsabile del crollo di Pompei mi dimetterei, ha dichiarato Bondi, ministro dei beni culturali. Resti al suo posto, signor Ministro, il colpevole certamente qualche netturbino che non ha vigilato.

LE ESCORT DELLA SIGNORA CLOTILDE


molto afflitta, la povera Signora Clotilde, e bisogna fare qualcosa per aiutarla. Soffre molto, poverina, perch ritiene che le escort facciano parte della scorta delle alte personalit dello Stato e si rammarica per i sacrifici che debbono sopportare, e per i rischi che debbono affrontare nelladempimento del loro dovere. Certo, la signora Clotilde, che di primavere ne ha tante e che non parla linglese, capisce benissimo che dal loro lavoro ricavano notoriet, libri, interviste, e forse anche posti importanti in politica e incarichi istituzionali, ma soffre lo stesso, si preoccupa e si angustia. Per aiutare lei, e i molti come lei, non si potrebbe tornare a chiamarle con il loro nome, e cio prostitute, o anche, se si vuole, puttanone, che forse pi appropriato?

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OSTUME E SOCIET

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QUANDO LE DONNE FAREBBERO

LA DIFFERENZA
A colloquio con Alda Widmer, vice presidente dellAssociazione Articolo 51, laboratorio di democrazia paritaria.
matico. Donne mature perch le giovani non si aggregano, hanno paura di coinvolgersi in qualcosa di nuovo che studiano, si preparano, combattono affinch altre donne capiscano che, anche se in alcuni casi si sono raggiunti risultati professionali interessanti, non finita: non possiamo ancora delegare, in politica, ma mirare a ruoli di rappresentanza. Si intende che, a fronte di uno Statuto che garantisce esplicitamente un riequilibrio di generi nella vita sociale, economica e politica (art. 11, 25), tutta la struttura organizzata in modo tale che, quando ci sono le donne, ci sono assolutamente per caso. Senza arrivare a parlare di favori, a cui lattualit ci ha tanto abituati perch delle donne che non ci sono che ci interessa Alda guarda a Puglia, Piemonte e Veneto come casi reali di una possibilit concreta e intelligente: pi assessori donna, e in posizione significativa. Ma la presenza della donna, qualora fosse riconosciuta (la legge gi lo fa, la realt che la smentisce), porterebbe davvero a un di pi? Paesi come Finlandia e Svezia (questultima sulle pagine di tutti i giornali in merito al congedo parentale per gli uomini), sempre cos progressiste nei temi sociali, sembrano fare scuola, perch la diversit inizia a sentirsi proprio quando le donne ci sono in maniera significativa, almeno nel 30% del sistema politico, come avviene in questi paesi nordici. Dopotutto, lo sguardo di una donna sul mondo diverso da quello di un uomo, e non pu che completarlo, a vantaggio di tutti. Welfare, prospettive di cambiamento ed economia sono i settori che traggono beneficio dalla posizione della donna ai vertici della societ, specialmente in un momento di crisi in cui creativit e fantasia sembrano scomparse. Almeno il 52% del mondo donna, continua Alda, e, sul mercato, questa una fetta di potenzialit puntualmente inutilizzata; designer, progettiste, venditrici inserite in un contesto che non tratti solo cosmetici o vestiti: questo sarebbe un futuro diverso, nel senso potenziale del termine. C molto da fare conclude , ma ci devessere anche un cambio generazionale: i quarantenni doggi non vedono la donna soltanto come una casalinga, ma quanti anni ha la maggioranza dei nostri politici?. Cos mi torna in mente un viso, uno dei 15 pubblicati su Vanity Fair, ed quello di Julia Eileen Gillard, 48 anni, primo ministro dellAustralia. Ignorando la didascalia da sentenza verso il mondo femminile non sposata, non ha figli mi scopro a pensare che lei ce lha fatta.

di AlessAndrA Tonizzo

entre aspetto Alda Widmer, sguscia dalla borsetta lultima copia di Vanity Fair, si apre su una sfocata cartina del globo, in calce: Dove le donne sono al potere. Convinta che non possa essere un caso, guardo i 15 volti femminili che campeggiano a lato di nazioni come Germania, India, Australia. Arriva lei. Non passano cinque minuti, e stiamo gi parlando di quote rosa, una bella opportunit, se non si fosse tutto ridotto a querelle ideologica. Alda uninsegnante, da un anno si d anima e corpo a un progetto che a Brescia fatica a decollare, ma che a Milano fa gi parlare di s: lAssociazione Articolo 51, laboratorio di democrazia paritaria impegnato in una battaglia silenziosa per laffermazione della donna nella societ. Partite con il piede di guerra, queste donne legate non da politica, credo o professione, ma dal diritto di riscatto e partecipazione hanno presentato ricorso al Tar Lombardia in merito al non equilibrio della Giunta Lombarda, ora attendono il giudizio di merito. Siamo i penultimi a livello europeo come rappresentanza politica femminile incalza ed un segnale preoccupante, dram-

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OSTUME E SOCIET

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AUTOMOBILISTI E PEDONI
G
di BRUNO FORZA

PROCESSO DI PACE
studenti, immigrati e macchine obliteratrici. Chiss se daranno una bella multa a chi non lascer il posto alla vecchietta di turno.

li automobilisti incazzati come il celebre personaggio di Gioele Dix dovranno farsene una ragione e deporre lascia di guerra instaurando una pace duratura con gli odiati piedoni. A svolgere la funzione di mediatori sono intervenuti lo scorso 25 ottobre i vigili urbani, che hanno offerto a entrambe le parti in questione un ramoscello dulivo distribuendo 2.500 volantini informativi a sostegno della campagna di sensibilizzazione del Comune di Brescia sul corretto uso degli attraversamenti pedonali. In cinque zone strategiche della citt si deciso di prevenire prima di curare. Le nuove sanzioni previste dal codice della strada entrato in vigore lo scorso luglio, infatti, prevedono estremi rimedi ai mali estremi della maleducazione stradale. Amministrazione e polizia locale, dunque, hanno messo in guardia tutti: il mancato rispetto delle zebre coster caro. Gli automobilisti che le snobberanno dovranno sborsare 150 euro e vedranno decurtati 8 punti dalla propria patente di guida. Anche i pedoni dovranno attenersi alle norme, ma per loro sono previste san-

zioni pi morbide, pari a 23 euro. Linatteso volantinaggio cittadino ha lasciato tutti un po sorpresi. Superato il comprensibile brivido che ogni cittadino prova quando vede avvicinarsi qualcuno in divisa che maneggia pezzi di carta sospetti, si capito lintento di uniniziativa costruttiva dallantico sapore, della serie: eccoti la carota, ma sappi che dietro alla schiena c il bastone. Lidea stata ottima dal punto di vista informativo, ma prosegue, di fatto, sulla vecchia e obsoleta linea del terrorismo sanzionatorio, che condanna senza acculturare e non fa crescere, cos come accade per lannoso discorso relativo alla guida sotto leffetto di alcol. Si teme la sanzione, non il pericolo. un problema di mentalit nazionale, risolvibile solo attraverso leducazione e con campagne di sensibilizzazione autentiche, forti e mirate. Il tutto, intanto, si riflette nello specchio di una Brescia sempre pi trafficata e sempre meno a misura duomo, dove si incentiva lutilizzo dellautomobile perfino in centro storico e dove, invece di migliorare la rete del trasporto pubblico, si pensa se sia il caso o meno di piazzare sugli autobus proprio quegli agenti che hanno fatto volantinaggio, quelli che una volta dovevano garantire la sicurezza nei quartieri e che ora potrebbero essere relegati tra anziani,

. REgOLE E SANzIONI dEL NuOVO COdICE dELLA STRAdA


Comportamento dei pedoni Per attraversare la strada i pedoni devono utilizzare gli attraversamenti pedonali. Se non esistono o distano pi di 100 metri dal punto di attraversamento possibile attraversare la carreggiata in senso perpendicolare evitando situazioni di pericolo per s o per gli altri dando la precedenza ai veicoli. Sanzione amministrativa: 23 euro. Comportamento dei conducenti obbligatorio fermarsi e dare la precedenza quando i pedoni transitano sugli attraversamenti pedonali o si accingono ad attraversare. Sanzione amministrativa: 150 euro e 8 punti decurtati. Sulle strade sprovviste di attraversamenti pedonali bisogna consentire al pedone che abbia gi impegnato la carreggiata di raggiungere il lato opposto in sicurezza. Sanzione amministrativa: 150 euro e 4 punti decurtati.
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MINIStRo MEloNI E PRoVINCIA ACCoRDo PER StUDIARE lA DRoGA


Un progetto importante Il fenomeno droga nella Provincia di Brescia stato firmato a novembre dal Broletto, nella persona dellassessore alle Politiche giovanili della Provincia, Fabio Mandelli, e dal ministro della Giovent Giorgia Meloni. Il progetto avr un costo complessivo di 140 mila euro, di cui 50 mila a carico della Provincia e 90 mila finanziati dal Ministero. Obiettivo ricostruire un quadro dettagliato del fenomeno droga in terra bresciana, analizzando da una parte il commercio, traffico e sequestro delle sostanze proibite registrati dalle forze dellordine, e dallaltra levoluzione del consumo di stupefacenti da parte dei giovani, che saranno coinvolti direttamente diventando protagonisti della prevenzione sul territorio. //news.001

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a cura di ROLANDO

GIAMBELLI

lA FERRARI F1 DI AlBoREto Al MUSEo MIllE MIGlIA


La Ferrari da Formula 1 va in mostra al museo Mille Miglia di SantEufemia. Non una rossa qualunque, ma la Ferrari numero 27 con la quale nel 1985 il pilota milanese Michele Alboreto, scomparso il 25 aprile 2001 in un incidente in pista, vinse in Canada e in Germania due gran premi che lo portarono al secondo posto finale nella classifica iridata, a 20 punti dal campione francese Alain Prost sulla McLaren. La macchina posizionata accanto ad altre vetture di Formula 1 di varie epoche a partire dagli anni 50, volute e reperite dal direttore del Museo, Bruno Ferrari. Nella foto il Cav. Attilio Camozzi, patron del Museo Mille Miglia. //news.003
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UI E L

lA CUltURA IN tEMPo DI CRISI


In occasione del primo incontro/dibattito, promosso dallAab, Associazione Artisti Bresciani il presidente Vasco Frati ha detto Fare cultura sempre pi complesso e difficile. La crisi finanziaria che colpisce gli enti locali innesca un effetto a catena che coinvolge tante associazioni come la nostra che, costretta a contare sul volontariato sociale, cerca di mantenere tuttavia la continuit storica e il valore di salvaguardia del ruolo di agenzia di pubblico servizio nella vita culturale della citt e della provincia. Sono intervenuti Giacomo Gnutti, Giancarlo Provasi, Tino Bino, Agostino Mantovani, oltre a numerosi operatori della cultura e dellarte bresciani. //news.004

SUCCESSo PER I DIES FAStI Al CAlINI


Il 10 e l11 novembre si svolta al liceo Calini la nona edizione dei Dies Fasti. Ha fatto da apripista alliniziativa la rappresentazione di Sotto il bosco di latte messo in scena al teatro Santa Giulia dagli studenti, coordinati dalla prof. ssa Emi Baronchelli e diretti dal regista Fausto Ghirardini. Fittissimo Il calendario di iniziative, circa quaranta su due giornate. Affollato e seguito lincontro/intervista al giornalista Alfons Winterseel sullassurda strage di Duisburg in occasione della Love Parade in cui ha perso la vita anche lex caliniana Giulia Minola. Ottimi gli interventi musicali sia di musica classica che jazz, rock e blues degli studenti. //news.005

UNA PRIMA NAZIoNAlE PER lA BRESCIA WIND oRCHEStRA


La Brescia Wind Orchestra, diretta da Davide Pozzali, in occasione di un concerto da tutto esaurito allAuditorium San Barnaba, nellambito dellincontro Not(t)e di business, ha proposto, tra laltro, in prima nazionale When speaks the signal-trumpet tone un brano composto in memoria dei soldati Usa morti in guerra da David R. Gillingham, compositore americano contemporaneo. Nel corso della serata lorchestra bresciana, presieduta dal poliedrico avvocato Flaminio Valseriati e formata da 40 giovani talentuosi maestri, ha proposto anche i brani: Shenandoah di Frank Thicheli, louverture del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini e Robin Hood il Principe dei Ladri di Michael Kamen. //news.006

ASSEGNAtI I PREMI DI MARMoDESIGN10


il giovane designer spagnolo Rafael Jos Vinader Balibrea il vincitore del Concorso Internazionale di Design MarmoDsdign10, promosso dal Consorzio Marmisti Bresciani e organizzato in collaborazione con lo studio bresciano darchitettura Andrea Botti+Paola Resbelli Architetti. Il giovane designer spagnolo ha vinto con il progetto di un tavolo in pietra per esterni che, secondo la giuria, ha saputo trasformare un limite per larredo esterno, come lacqua piovana, in una risorsa che arricchisce il progetto di una valenza narrativa poich la pioggia, riempiendo le micro-depressioni del piano, rende magicamente leggibile la mappa del mondo con gli oceani e le terre emerse. Il secondo premio andato allo studio romano JMP, mentre il terzo infine, al designer croato Arian Bradkovi. //news.007
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Sistemi documentali

NCONTRI

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IL MONDO AGRICOLO BRESCIANO DIVISO


Tutti, per, sono favorevoli allinizio di una sperimentazione seria e indipendente che dia risposte definitive e non ideologiche alla pericolosit per i consumatori degli organismi geneticamente modificati.

OGM

di ROBERTO GIULIETTI

utilizzo o meno degli organismi geneticamente modificati (Ogm) continua a far discutere anche il mondo agricolo bresciano. Loccasione si ripetuta con il dibattito sul futuro degli Ogm che ha fatto da corollario alla consegna del premio Giuseppe Pastori che ormai giunto alla sesta edizione vuole dare un riconoscimento a persone che si sono impegnate e distinte durante lanno in materia di agricoltura ha sottolineato Federico Vigani, presidente della Fondazione Istituzioni Agrarie Raggruppate Onlus (Iar) nel presentare i premiati ricercando leccellenza per gratificare chi veramente apporta un contributo di valore alla nostra preziosa agricoltura. Unagricoltura, quella bresciana, che tra concorrenza, globalizzazione, burocrazia e ricerca costante e continua di qualit, cerca di uscire da una crisi pesante. Ed in questo scenario che nella discussione sullutilizzo degli Ogm si inserisce di prepotenza il parere di coloro che sono favorevoli, come il presidente della Confagricoltura bresciana, Francesco Bettoni, che ha ricordato come non ci si pu rinchiudere nelle nostre quattro mura quando gi oggi le coltivazioni di sementi geneticamente modificate occupano, nel mondo, circa 140 milioni di ettari; quando da anni importiamo mais e soia modificati e destinati ai nostri

mangimifici. Oggi la priorit quella di passare ad una sperimentazione seria, controllata dal pubblico che dia una risposta definitiva e non ideologica, sulla pericolosit o meno per i consumatori. Sulla necessit di una ricerca indipendente ha concordato anche Ettore Prandini, presidente della Coldiretti di Brescia che in attesa di risposte chiare, per, dice no agli Ogm. Il vero futuro dellagricoltura bresciana e italiana la qualit. In termini di estensione

Nella foto, gli Oscar dellAgricoltura Bresciana 2010. In prima fila, da sinistra: Angelo Balsamo (vice presidente Fondazione IAR Onlus), il Cav. Federico Vigani (presidente Fondazione IAR Onlus). In seconda fila, da sinistra: Silvio Zanini, Domenico Zucchi, Francesco Mainetti, Luigi Bertasi, Giacomina Fiolini, Francesca Abeni, Sergio Caprioli.

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NCONTRI

. gLI OSCAR dELLAgRICOLTuRA BRESCIANA VI PREMIO gIuSEPPE PASTORI 2010


MEDAGLIE DORO Sergio Caprioli per la Cattedra di Agricoltura Esperto docente/formatore in ambito scolastico, consulente professionista nel settore agricolo, ha contribuito allo sviluppo e alla valorizzazione della formazione del mondo agricolo attivando anche la progettazione di corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo. Giacomina Fiolini - Agricoltore 2010 Ha fatto dellinnovazione un modo di operare nella sua azienda sviluppando lutilizzo di tecnologie utili al risparmio energetico, al benessere animale, alla sicurezza ambientale senza far mancare presenza e dedizione alla propria famiglia. Francesca Abeni - Studente agricolo bresciano 2010 Sempre studiosa, volonterosa, ha mantenuto per tutto il percorso scolastico un profilo eccellente. Attualmente frequenta il corso di Laurea alla Facolt di Veterinaria di Milano. MEDAGLIE DARGENTO Luigi Bertasi Laureato in veterinaria nel 1959 ha dedicato significativi studi e ricerche al controllo igienico sanitario negli alimenti di origine animale e alla sicurezza alimentare. Francesco Mainetti Grazie alla sua professionalit ha valorizzato il Centro per il miglioramento qualitativo del latte e della carne bovina, diventando un riferimento significativo per il comparto. Silvio Zanini Figura di riferimento nel settore della trasformazione casearia, questanno ha visto coronare i suoi sforzi per il riconoscimento della Denominazione di origine protetta del Nostrano di Valle Trompia, unico formaggio completamente bresciano che possiede tale riconoscimento. Domenico Zucchi Laureato in giurisprudenza, dopo unesperienza nel settore bancario, nel 1988 ha deciso, in assoluta controtendenza, di cambiare radicalmente vita per dedicarsi al mondo agricolo diventando un imprenditore in campo zootecnico.
Un momento della sesta edizione del Premio Pastori.

territoriale, di quantit prodotte, non possiamo reggere il confronto con altri Paesi e i nostri punti di forza sono le specificit produttive, le Denominazioni di origine protetta (Dop). Il 96% dei consumatori non vuole gli Ogm e gli agricoltori nellUnione Europea lo hanno capito visto che oggi sono 94 mila
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gli ettari coltivati con Ogm, in calo del 12% rispetto ai dati del 2007/2008. Passare dalle tante parole ai fatti la richiesta della Confederazione italiana degli agricoltori che con il suo presidente provinciale, Aldo Cipriano, lancia una proposta: Con la propria esperienza e le capacit professionali che dispone, sia

lIstituto Zooprofilattico della Lombardia e dellEmilia Romagna a dare inizio a una sperimentazione, a una ricerca seria. Crediamo che la scienza non si possa fermare e non siamo contrari in via di principio agli Ogm ma chiediamo molta precauzione. Tutti chiedono allEuropa un ruolo diverso da quello assunto recentemente. Siamo stati contrari alla decisione della Commissione Ue di lasciare ai singoli Stati la facolt di scegliere se introdurre o vietare le coltivazioni Ogm precisa Bettoni, che per difende anche la libert di scelta dellimprenditore. E mentre la Coldiretti, con Prandini, chiede pi attenzione e controlli pi severi sulle importazioni da parte dellUe, Cipriano aggiunge che lUnione europea non pu lavarsene le mani, deve avere una strategia per il futuro dellagricoltura europea pena il fallimento del suo stesso ruolo; ed in vista delle prime trattative per la partita della riforma delle Politiche Agricole Comunitarie (Pac) prevista per il 2013, nella quale si decideranno gli scenari futuri dellagricoltura continentale, la posta in gioco davvero alta.

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21 novembre 2010 ore 10,30 - BLUE OCEAN:
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GENTILE FARMACISTA...
di FRANCESCO RASTRELLI
Presidente dellOrdine dei Farmacisti della Provincia di Brescia

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IL FARMACISTARISPONDE
D// Gentile Farmacista, soffro di un forte dolore allorecchio ogni volta che laereo sta per atterrare. Volevo sapere di cosa si tratta e cosa posso fare per diminuire questa fastidiosa sensazione. Elvira R// Cara Elvira, il suo un trauma da pressione chiamato barotrauma. Gli esempi pi classici sono, infatti, la diminuzione della pressione nella cabina daereo, oppure la pressione che sotto il livello del mare aumenta. Normalmente se si compensa attraverso la manovra di Valsavia (espirazione forzata a glottide chiusa) si riporta al giusto equilibrio di pressione il timpano, bilanciando la pressione interna dellorecchio con quella esterna. Talvolta non si riesce e la conseguenza il dolore. Si pu avvertire mal dorecchio anche quando si sale rapidamente dalla pianura in montagna con lauto: la soluzione deglutire spesso cos da rimettere in equilibrio le pressioni allinterno dellorecchio e al suo esterno. D// Gentile farmacista, le scrivo per avere delle informazioni riguardo allorzaiolo in quanto un fastidio di cui soffre spesso mio figlio. Grazie, Veronica R// Cara Veronica, lorzaiolo uninfezione acuta delle ghiandole sebacee dovuta a batteri (stafilococco). Si

presenta con eritema del margine cigliare con edema e pus, dolore, bruciore, fotofobia, lacrimazione. Si cura con impacchi caldo umidi, pomate o colliri antibiotici oftalmici su prescrizione medica. D// Gentile farmacista, soffro di pelle sensibile al viso con bruciori, prurito e arrossamenti. Cosa mi consiglia di usare? Carmen R// Cara Carmen, la sindrome della cute sensibile colpisce soprattutto let giovanile/media, legata a fattori costituzionali, modulata da cause ambientali (caldo, freddo, vento, sole, umidit, inquinamento, alimentazione), ma anche da fattori culturali (maggiore igiene, uso di cosmetici e profumi, una maggiore cura di s). Infine, sicuramente peggiorata dalla presenza di pregresse e/o coesistenti patologie cutanee. Una terapia specifica non esiste. Si consiglia di utilizzare detergenti e cosmetici ipoallergenici e privi di sostanze irritanti, di usare creme idratanti in grado di ripristinare la funzione barriera della cute. Soprattutto si consiglia di evitare un eccessivo esercizio fisico, ambienti surriscaldati, assunzione di bevande calde/alcoliche, di cibi speziati, stress emozionali, esposizione al sole, uso di creme a composizione elaborata (non pi di 10 ingredienti), contenenti profumi e conservanti, e di non utilizzare mai prodotti scaduti.

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Sta prendendo piede tra gli adolescenti la moda del piercing fai da te con conseguenze spesso drammatiche. Un foro nella parte superiore cartilaginea dellorecchio, per esempio, se praticata da mani non esperte, in un ambiente e con strumenti non sterili pu creare problemi seri. Pu essere in agguato uninfezione, la pericondrite da Pseudomonas aeruginosa, che si pu manifestare anche dopo settimane o mesi dallesecuzione del piercing portando, se non curata in modo adeguato, alla deformazione e alla distruzione della cartilagine.

ma volta viene dim nervoso e ostrato u difese im n legame munitarie fra sistem Infatti, qu , le cellule a ella che fi di Langhe nora era della med rans. stata solt icina psico anto uni somatica potesi scientifica , diventa grazie all uneviden o studio rivista Inte za italiano p rnational ubblicato Journal o sulla f Surgical Patholog y.

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UBRICA

SPECCHIO DELLE MIE BRAME


a cura di ENRICO FILIPPINI

IN FORMA PER LE FESTE

nche questanno siamo arrivati alle magiche vacanze natalizie. Per questa volta lascer da parte i soliti consigli alimentari, una dieta ricca di vegetali, ecc., e non vi chieder di fare passeggiatine propiziatorie prima e digestive poi ma mi limiter a darvi alcune indicazioni su come essere un po pi in forma per queste festivit. Innanzitutto vorrei parlarvi di medicina del benessere e della terapia che nel tempo ha dimostrato di migliorarlo veramente, lidrocolonterapia; una pratica semplice e poco invasiva, con scarse controindicazioni e rari effetti collaterali, facilmente gestibili dal terapeuta. Lidrocolonterapia permette di mantenere la fisiologica motilit intestinale e soprattutto permette il ricambio della bioflora, e questultimo non un fatto trascurabile. La bioflora, infatti, attiva in moltissime funzioni fondamentali per il nostro benessere, come la digestione e lassorbimento dei cibi, la sintesi di importanti vitamine, il regolare funzionamento del sistema immunitario e leliminazione di agenti microbici e di tossine dal nostro organismo.

Logico quindi che, in previsione di feste e diete non sempre equilibrate, ciascuno di noi possa ragionevolmente preoccuparsi di rinforzare proprio il sistema digestivo pi importante, che funge da interfaccia e da prima barriera contro le eventuali possibili tossine introdotte in questi giorni. Immagino che qualcuno di voi, cari lettori, sorrida per queste mie parole, ma cos la prevenzione! Difficile sar per voi sottrarvi a qualche obbligo festaiolo e se sarete sobri ed equilibrati sar un bene per il vostro organismo, ma, per coloro che invece avranno lagenda di Natale piena, il consiglio quello di arrivarvi nelle condizioni fisiche e digestive migliori, alimentandosi nel modo pi corretto possibile prima delle feste e, volendo qualcosa di pi, effettuando un paio di sedute di idrocolonterapia, aggiungendo come terapia domiciliare prebiotici e probiotici. Benessere e bellezza vanno spesso a braccetto, e ve lo dimostro dicendovi che cambiata, con lidrocolonterapia, la flora batterica intestinale, la vostra pelle migliorer decisamente sia nella lumi-

nosit che nella texture e morbidezza. La bellezza del viso importante, un viso bello per la funzionalit della sua pelle; per questo consiglio di non perdere mai di vista la cura della propria pelle, ognuno servendosi ovviamente degli strumenti che, insieme al medico, riterr pi opportuni. Anche in un brevissimo lasso di tempo i medici esperti in medicina estetica e del benessere sono in grado ormai di utilizzare molti presidi terapeutici per le diverse problematiche. possibile rivitalizzare, idratare e levigare la pelle con prodotti testati, protocollati e supportati da pubblicazioni scientifiche. Ovvio che oltre alla rivitalizzazione, talvolta necessario dare un sostegno, con acido ialuronico riassorbibile, o un lieve stiramento con lultimo botulino registrato (era ora!) in Italia, affidabile e dagli effetti estremamente naturali. Lultimo consiglio ovviamente quello di rivolgervi a un medico e di programmare per tempo con lui il vostro programma terapeutico, per non rincorrere le soluzioni dellultima ora! Buone feste a tutti.

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D // possibile rivitalizzare il viso con terapie mediche poco invasive e senza usare aghi? R // assolutamente s. Per esempio il nuovo emax, presidio terapeutico ad esclusivo uso per i medici, che basa il suo effetto sulla combinazione rf e luce pulsata. Classica lunch therapy, permette un istantaneo e significativo miglioramento cutaneo.
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D // Quante sedute di idrocolon terapia sono necessarie? R // Per migliorare problemi di stipsi ne bastano poche, ovviamente anche in funzione della gravit del problema. Comunque per le forme non gravi il miglioramento avviene gi dopo una o due sedute al massimo; per tutte le patologie, anche sistemiche, che necessitano del ripristino della flora batterica intestinale, pesso sono necessarie anche 5 o 6 sedute.

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scontri religiosi nelle strade della citt arrivano fino alla sua celebre Biblioteca. Intrappolata nelle sue mura, la brillante astronoma Ipazia e i suoi discepoli combattono per salvare la saggezza del Mondo Antico. Tra loro, due uomini in lotta per il suo cuore: larguto e ricco Oreste, e Davo il giovane schiavo di Ipazia.

PROMOSSO
Paolo, 42 anni, grafico: Una storia interessante, anche se un film storico tratta temi molto attuali. Annalisa, 27 anni, impiegata: Profondo e scomodo, la storia mi ha coinvolta moltissimo. Fabiana, 33 anni, insegnante: Bella storia di libert di pensiero con protagonista una donna illuminata. Giovanni, 53 anni, artigiano: Un film un po complesso ma molto interessante, non conoscevo questa storia prima di vedere il film. Anita, 22 anni, studentessa: Mi ha coinvolta, un attacco alla Chiesa e una donna molto forte e saggia insieme. Filippo, 36 anni, imprenditore: La storia interessante, forse il punto di vista un po estremo, gli attori sono bravissimi. Marzia, 39 anni, casalinga: Largomento di cui parla interessante ma il film troppo pesante. Fabio, 42 anni, magazziniere: Una vera pizza, il triangolo damore con una storia noiosa di contorno. Giovanna, 31 anni, cassiera: Un pasticcio tra film rosa e film storico, troppe cose mescolate malamente. Franca, 56 anni, pensionata: noioso e tendenzioso, ci sono molte incongruenze e secondo me non riesce a tenere insieme la trama logicamente.

PROMOSSO
Ginevra, 29 anni, impiegata: Forse il migliore dei tre, quelli della Pixar sono dei geni!. Antonio, 36 anni, scrittore: Ottimo cartone, non annoia, i personaggi sono persino migliorati. Claudio, 27 anni, disoccupato: divertente, anche di pi dei primi due. Alice, 21 anni, studentessa: Bellissimo, ci sono sentimenti e azione, tutto curato nei minimi dettagli. Alessandro, 45 anni, operaio: Un bel cartone, non solo per bambini, mi ha fatto davvero ridere e divertire. Carlo, 23 anni, agente immobiliare: Bella trama, personaggi favolosi Buzz spagnolo mi ha fatto morire dal ridere. Andrea, 12 anni, studente: Mi sono piaciuti tutti e tre, questo fa ancora pi ridere degli altri, ma un po anche triste. Martino, 39 anni, avvocato: Temevo che il terzo fosse solo unoperazione commerciale invece mi sono divertito. Mattia, 34 anni, corriere: Che delusione, non so cosa ci trovi la gente, erano molto meglio i vecchi cartoni della Disney. Ilaria, 32 anni, commessa: Non bruttissimo, ma sembra che voglia far piangere a tutti i costi.
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BOCCIATO

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SUCCESSO

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Indonesia, sono oltre 400 le vittime: i dispersi portati via dal mare. Sale il bilancio dello tsunami che si abbattuto sullisola asiatica dopo il terremoto che ha colpito le isole Mantawai. //28.ottobre

Bambole pi alte di 30 centimetri. Cos lindustria si riprende i bambini. Secondo gli uffici marketing dei produttori di giocattoli, dei pupazzi pi bassi di 15 centimetri ci si stanca presto. E, in vista del Natale, corrono ai ripari con nuovi prodotti alti pi di mezzo metro.

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Truppe francesi via dallAfghanistan dal 2011. Il Ministro della difesa Morin: Nessun legame con minacce Bin Laden. La scadenza stata fissata dalla Nato e dalla Casa Bianca. Nel messaggio diffuso da Al Jazeera, la minaccia di Al Qaeda: Cos come voi uccidete, sarete uccisi.

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//8.novembre

20 10

//29.ottobre

//29.ottobre

//30.ottobre

Chiesa assaltata a Baghdad: quasi 50 morti e decine di feriti. Terrore nella chiesa siro cattolica Nostra Signora della Salvezza, presa dassalto da un commando di Al Qaeda che ha tenuto in ostaggio per ore centinaia di fedeli. Bilancio pesantissimo dopo il blitz della polizia irachena.

Morto Massera, lammiraglio spietato che guid la repressione in Argentina. Guidava la famigerata scuola della marina nella quale vennero torturate e fatte scomparire migliaia di persone. //8.novembre

Grecia. Il Pasok vince le amministrative, conferma per Papandreou. Il partito socialista si aggiudica 7 delle 13 mega-regioni, ma perde nella Macedonia centrale e nelle due citt pi importanti, Atene e Salonicco. Astensione a circa il 45%.

20 10

Sudafrica, tra neri e afrikaans guerra per i nomi delle citt. Lapartheid non c pi ma lo scontro continua: in 15 anni gi cambiate le denominazioni di 850 luoghi. Solo 28 sono diventati boeri.

//5.novembre

20 10

successo...

MONDO
//12.novembre

G20, accordi senza vincitori. Summit di Seul, il braccio di ferro Usa-Cina si chiude con un pareggio che lascia intatti i problemi delleconomia mondiale. Impegno contro azioni unilaterali di fronte a crescita diseguale. Sistema di allerta preventiva in caso di squilibri commerciali. Passano le regole Draghi sulla sicurezza del sistema bancario.

MESI 12DICEMBRE 2010

20 10

//4.novembre

Washington. Obama convoca i repubblicani: Non possiamo litigare per due anni. Il presidente alla ricerca di un compromesso che gli garantisca governabilit fino alle presidenziali, con la speranza di riguadagnarsi la rielezione.

20 10

Irregolari, flop espulsioni: solo 1 su tre torna a casa. Nel 2009 su oltre 52 mila clandestini fermati, solo 18mila (il 34%) sono stati effettivamente rimpatriati. il dato pi basso dal 1999.
20 10

successo...
20 10

ITALIA

//2.novembre

Berlusconi nellocchio del ciclone. Meglio essere appassionati di belle ragazze che gay. Il premier, riferendosi al caso Ruby, fa una battuta dal sapore omofobo parlando al Salone del motociclo, ed subito bufera.

//6.novembre Disastro archeologico a Pompei: crolla la Casa dei gladiatori. Un edificio risalente agli ultimi anni di vita della citt romana, distrutta nel 70 dopo Cristo. Sdegno e polemiche.

20 10

Balotelli eroe da romanzo per fare gol al razzismo. Il calciatore protagonista del libro Buuu di Luigi Garlando. Una storia per ragazzi che serve a combattere i pregiudizi.

//10.novembre

20 10

//7.novembre

SUCCESSO

129

//9.novembre Ue, in aumento i morti per cocaina. Italia tra i primi Paesi per consumo. La Relazione 2010 dellOedt: nel 2008 mille i decessi per cocaina. Tra gli stupefacenti la cannabis la pi diffusa: 4 milioni la consumano quotidianamente.

//11.novembre Avetrana. Non stato Michele a uccidere Sarah, il medico legale inguaia la figlia. La perizia presentata dal professor Strada davanti ai giudici del Riesame: Troppo impacciato nel ripetere la scena del delitto. //9.novembre

20 10

Laffitto condiviso conquista gli over 30. Anche in Italia arriva la coabitazione, spesso per necessit economica. Il fenomeno in crescita ovunque, dallInghilterra alla Francia allItalia. Molti i siti internet che offrono stanze in condivisione, in 5.000 citt di cinquanta paesi si pu scegliere let e i gusti.

//8.novembre

20 10

20 10

Tutto sulle spalle della donna il carico di lavoro in famiglia. Secondo lIstat persiste una forte discrepanza nella divisione del carico di lavoro familiare tra i partner.

20 10

//11.novembre

Brusca frenata del Pil nel terzo trimestre +0,2%. Il confronto con i tre mesi precedenti rivela che la crescita si dimezzata. Rispetto allo stesso periodo del 2009 lincremento stato dell1% (nel periodo aprile-giugno era dell1,3%). Bankitalia: nuovo record per il debito a 1.844,8 miliardi, entrate in calo dell1,8%.

MESI 12DICEMBRE 2010

130

SUCCESSO

20 10

20 10

Orzinuovi, vivi ma gi con la foto sulla tomba. Paolo Ratti ha comprato una tomba di famiglia con una convenzione per cui lui e alcuni familiari compaiono in foto sulla lapide. //27.ottobre Lupo o cane? Il mistero sul predatore che da alcuni mesi ha ripetutamente assalito allevamenti di ovini e greggi sui rilievi del Sebino continua e scatena il dibattito: cane o lupo?

20 10

20 10

//3.novembre

//29.ottobre I parchi bresciani restano al verde. La Finanziaria taglia le risorse destinate ai parchi bresciani per 900 mila euro nel 2010. Nel 2011, il taglio potrebbe attestarsi a ben 3 milioni e 600 mila euro. Aree naturali bresciane a rischio.

//9.novembre

Boom di cinghiali, si impennano le richieste di risarcimento. Nella nostra provincia sono in aumento le denunce e le richieste di risarcimento per i danni allagricoltura causati dai cinghiali, il cui numero di esemplari raddoppiato in solo dieci anni: da 359 a 729.

20 10

20 10

//4.novembre

20 10
MESI 12DICEMBRE 2010

Capo di Ponte. Voragine nel terreno sopra la galleria. Non stato un terremoto, bens il cedimento del terreno allaltezza del cantiere, dove si sta scavando il tunnel della galleria che va in direzione Nadro.

Parco dello Sport. Laccordo per la sua realizzazione potrebbe arrivare entro dicembre. Poi, toccher al Consiglio comunale decretare il nulla osta necessario per lavvio dei lavori.

//10.novembre

successo...

BRESCIA
20 10

//16.novembre

//11.novembre

Protesta in S. Faustino, gli immigrati scendono dalla gru. Dopo 17 giorni passati sulla gru per protestare contro la cosiddetta sanatoria truffa, i 4 immigrati sono stati presi in consegna dai loro avvocati e accompagnati in Questura. Decisiva la mediazione di Curia, Cgil e Cisl.

Per la Barghe-Idro prova dappello a giugno. Lassessore provinciale ai Lavori Pubblici ha confermato la disponibilit di 1,5 milioni per la progettazione della strada. Alla fine di giugno la Regione dovr mantenere la promessa di finanziamento di 35 milioni di euro fatta da Formigoni.

20 10

//8.novembre

Incidenti stradali, in 10 anni morto un paese. Nellultimo decennio nella nostra provincia hanno perso la vita, in incidenti stradali, 1.721 persone. Il numero delle vittime dimezzato rispetto al 2000.

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