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il caso
Nel 2012 su 32 interruzioni di gravidanza nel comprensorio 7 riguardavano donne della struttura per richiedenti asilo
LE PAROLE
LE STRUTTURE CHE ACCOLGONO GLI IMMIGRATI
Le strutture che accolgono e assistono gli immigrati irregolari nel nostro Paese sono distinguibili in tre tipologie: Centri di accoglienza (Cda), Centri di accoglienza richiedenti asilo (Cara) e Centri di identificazione ed espulsione (Cie.) Cda.Sono strutture destinate a garantire un primo soccorso allo straniero irregolare rintracciato sul territorio nazionale. Laccoglienza nel centro limitata al tempo strettamente necessario per stabilire lidentit e la legittimit della sua permanenza sul territorio o per disporne lallontanamento. Cara.Sono strutture nelle quali viene inviato e ospitato per un periodo variabile di 20 o 35 giorni lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si sottratto al controllo di frontiera, per consentire lidentificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato. Cie.Cos denominati con decreto legge del 23 maggio 2008, n. 92, sono gli ex Centri di permanenza temporanea ed assistenza: strutture destinate al trattenimento, convalidato dal giudice di pace, degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati allespulsione. Il Decreto-Legge n. 89 del 23 giugno 2011 proroga il termine massimo di permanenza degli stranieri in tali centri dai 180 giorni (previsti nel 2009) a 18 mesi complessivi.
IMMIGRAZIONE E CRIMINALIT
Il Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Mineo, in provincia di Catania che fa capo per alla diocesi di Caltagirone
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strutture
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1.131
6.847
posti disponibili
Modena 60 posti Bologna 95 posti Roma, Ponte Galeria 360 posti Roma, Castelnuovo di P. 650 posti Cagliari, Elmas 220 posti Trapani 260 posti Salina Grande 43 posti Serraino Vulpitta 204 posti Milo Lampedusa 381 posti Bari Palese 744 posti 196 posti Lamezia Terme 80 posti
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1.901
Lecce- Otranto
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ccorre passare dalla fase dellaccoglienza a quella dellintegrazione. Il territorio del Calatino un esempio di tutto questo, nonostante stiamo vivendo momenti di forte depressione economica e produttiva. Lo ha detto domenica il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Mineo. In questo luogo, che monsignor Peri considera il sedicesimo comunale della Diocesi , infatti, iniziata la terza peregrinazione diocesana della Madonna del Ponte. Nel suo vibrante saluto ha detto di pregare per i bambini non nati, evidenziando limportanza dellaccoglienza verso i minori stranieri, che oggi giocano e crescono insieme ai
il gestore
Castiglione (Pdl), presidente della Provincia: Serve lintervento dei ministri Riccardi e Cancellieri
vero, quello sanitario un aspetto che dobbiamo aggiustare. Giuseppe Castiglione oltre ad essere il presidente della Provincia di Catania il "soggetto attuatore", ovvero lorganismo che il governo ha incaricato per la gestione del Cara di Mineo. Sul piano sanitario spiega dopo aver appreso dellin-
rit: tra i pochi la cui gestione non affidata al prefetto ma un presidente di Provincia: Se mi chiedessero di cedere la responsabilit al prefetto conclude Giuseppe Castiglione , non ne farei un dramma, avrei qualche motivo dansia in meno Maria Gabriella Leonardi Nello Scavo
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nostri figli, non nascondendosi i momenti difficili e le soluzioni trovate insieme. La Chiesa di Caltagirone ha detto vuole offrire le competenze che ha ed il contributo proprio per un percorso, che auspichiamo ancora una volta condiviso, e che sia finalizzato alla formazione delle coscienze e di quella tanto anelata cultura dellamore e della fratellanza. Peri ha quindi avanzato alcune richieste per questi fratelli: interventi coordinati e nuove politiche migratorie, a partire da tempi certi per il rilascio dei documenti previsti per legge; la tutela della famiglia e della sua unit; la tutela della dignit della donna e della vita dal suo concepimento alla sua fine; la tutela dei minori; il rispetto del diritto alla salute, azioni concrete di integrazione, che favoriscano la formazione (anche lavorativa), lalfabetizzazione e lorientamento alla cittadinanza degli ospiti del Cara. Secondo monsignor Peri, finita la fase dellemergenza, tempo per rifondare un nuovo patto sociale fra istituzioni e comunit civile, fra ospiti ed ospitanti, per un integrazione interculturale, ma anche per valorizzare le potenzialit di risposta di chi in difficolt. Non esistenze sospese in un futuro incerto ha detto con forza il pastore in un tempo da trascorrere forzosamente, in uno spazio marginale, in uno "spazio-vuoto" per alcuni, in un "non-luogo" per altri. Ma esistenze creative, impegnate, partecipi!. Poi il vescovo ha lanciato un appello accorato alle istituzioni ed ai governanti, affinch la vita degli ospiti del Cara sia qualificata e non quantificata. Il mio auspicio ha detto che non si indugi, e che agli ospiti ed ai cittadini giunga un messaggio nuovo di speranza, di amicizia, di solidariet nella casa comune che vuole essere la nostra isola, che nel tempo si sempre distinta per la sua capacit di accoglienza e di integrazione.
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