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LA REALTA' COME COSTRUZIONE SOCIALE

Il problema della sociologia della conoscenza


La tesi iniziale che la realt viene costruita socialmente. Per realt si intende una caratteristica dei fenomeni riconosciuti indipendenti dalla volont. La conoscenza vista come la certezza che i fenomeni possiedono delle caratteristiche precise. Da questo derivano domande legittime: Cos' reale? Come si caratterizza la societ? Come si caratterizza l'identit? E' compito della sociologia della conoscenza occuparsi dell'empirica variet delle conoscenze nella societ umane e dei processi per cui qualsiasi complesso di conoscenze viene stabilito nella realt. Tale sociologia deve dunque interessarsi di tutto ci che passa per conoscenza in una societ inoltre deve cercare di comprendere i processi che fanno s che una realt data per scontata si cristallizzi. Quindi si pu dire che la sociologia della conoscenza si occupa dell'analisi della costruzione sociale della realt. Ci di cui si interessa la relazione tra pensiero umano e contesto sociale da cui scaturisce. Il termine di sociologia della conoscenza venne coniato per la prima volta da Max Scheler. Le basi di tale studio sono riconducibili a diverse correnti di pensiero: da Marx si riprende il suo principio basilare, cio la coscienza dell'uomo determinata dalla sua esistenza sociale, il concetto di ideologia (idee che servono come elementi di costrizione nella realt sociale), falsa coscienza (il pensiero che viene alienato dalla vera condizione sociale dell'individuo); da Nietzsche si riprende l'idea di falsa coscienza, e ad un livello molto generale si pu sostenere che la sociologia della conoscenza un'applicazione specifica di ci che Nietsche ha definito l'arte della diffidenza; dallo Storicismo risale il principio della storicit del pensiero umano.

I fondamenti della conoscenza nella vita quotidiana


La realt della vita quotidiana
La vita quotidiana si presenta come una realt interpretata dagli uomini e soggettivamente significativa per loro come un mondo coerente. Per comprendere le oggettivazioni dei processi e significati soggettivi per mezzo del quale il mondo intersoggettivo del senso comune viene costituito, si fa ricorso alla fenomenologia. Tale analisi permette lo studio dell'esperienza soggettiva della vita quotidiana astenendosi da ogni ipotesi causale o genetica come anche ogni asserzione sullo stato ontologico di ogni fenomeno analizzato. Il senso comune comprende numerose interpretazioni semi-scientifiche della realt quotidiana accettate come ovvie. Il primo punto di analisi la coscienza umana, sempre intenzionale: essa tende sempre o diretta ad oggetti, sia che l'oggetto sia materialmente esistente, sia come oggetto appartenente ad una realt soggettiva interiore. Questo implica che oggetti differenti si presentano alla coscienza come costitutivi di sfere di realt differenti. In altre parole, il mondo costituito da sfere di realt molteplici (la realt dell'arte, della scienza, della religione, sogno e vita quotidiana) La coscienza umana in grado di muoversi attraverso queste sfere di realt. Fra queste molteplici realt ne esiste una che si presenta come la realt per eccellenza: quella della vita quotidiana, che si rappresenta come una realt ordinaria. E' una realt che appare oggettivata, cio costituita da un ordine di oggetti designati come oggetti prima della comparsa del singolo individuo. Il linguaggio fornisce le oggettivazioni e organizza un senso alla vita quotidiana riempiendo la vita del singolo con oggetti significativi. La realt quotidiana organizzata secondo hic et nunc (qui ed ora), anche se effettivamente tale realt non unicamente limitata da queste presenze immediate, ma abbraccia anche fenomeni che non sono hic et nunc. Ci spiegabile se si considera i differenti gradi di vicinanza e lontananza sia dal punto di vista spaziale che temporale: vicina all'individuo la vita quotidiana direttamente accessibile alla manipolazione corporea e comprende il mondo in cui il soggetto agisce secondo un movente pragmatico (cio dell'azione pratica). Questo implica dunque che esistono altre zone che non sono direttamente accessibili, dove l'interesse a queste zone sar sicuramente meno intenso in quanto ridotta la possibilit di manipolazione. La realt quotidiana inoltre si presenta come un mondo intersoggettivo ovvero condiviso con altri e questa intersoggettivit rappresenta una differenza sostanziale dalle altre realt di cui si ha conoscenza, poich l'atteggiamento naturale del singolo corrisponde all'atteggiamento naturale di altri che anch'essi ovviamente interpretano il mondo comune come oggettivo e anch'essi agiscono secondo un loro hic et nunc. Quindi si pu affermare che esiste una corrispondenza tra i miei significati e i loro, in altre parole che si condividono un senso comune rispetto a questa realt. Da qui dunque nasce l'idea che la conoscenza di senso comune la conoscenza che si condivide con altri nelle routines della vita comune. Altra caratteristica chiave, che la realt comune definita come scontata, cio non richiede una verifica ulteriore oltre la sua semplice presenza. Essa semplicemente c' ed indiscutibile. La vita quotidiana dunque divisa in settori percepiti come routines, ovvero aspetti non problematici della vita quotidiana, ovviamente che rimane tale fino a quando la sua continuit non viene interrotta dalla comparsa di un nuovo problema imprevedibile. A questo punto la realt della vita quotidiana cercher di integrare il settore problematico in ci che gi non problematico. Paragonate alla realt quotidiana, altre realt circoscritte, sono situate inevitabilmente all'interno di queste realt dominante, contrassegnate dai significati e i modi di esperienza limitati. Si pu inoltre dire che, tutte le sfere di realt circoscritte, sono caratterizzate dalla loro capait di distogliere l'attenzione dalla realt della vita quotidiana. Analizzando un altro concetto della vita quotidiana, si po' porre l'attenzione sulla temporalit: il mondo di vita quotidiano strutturato spazialmente e temporalmente. La temporalit una propriet accessibile intersogettivamente. Ogni individuo conscio dello scorrere del tempo che a sua volta si basa sui ritmi fisiologici

dell'organismo. Il tempo visto dall'individuo come continuo e finito, dove tutta la sua esistenza in questo mondo sar continuamente ordinata e scandita dal suo tempo. La struttura temporale quindi coercitiva. Il singolo quindi un prodotto del suo tempo e solo entro la propria struttura temporale, la vita quotidiana serba per l'individuo il suo accento di realt.

L'interazione sociale nella vita quotidiana


Da quanto stato detto, la realt della vita quotidiana condivisa con altri. Ma in che modo si ha esperienza di questi altri nella vita di tutti i giorni? La pi importante esperienza degli altri ha luogo nella situazione dell'interazione sociale dove gli hic et nunc degli individui si scontrano continuamente l'uno con l'altro durante la situazione dell'incontro diretto. Da questo ne consegue un'interazione di interscambio dell'espressivit. La soggettivit degli individui che stanno compiendo l'interazione, accessibile in maniera diretta, anche se ovviamente c' la possibilit di fraintendere alcuni atti. Nell'incontro dunque, l'altra parte pienamente reale, in quanto effettivamente presente. Le relazioni dell'incontro diretto sono ampiamente flessibili: relativamente difficile imporre un modello rigido all'interazione dato che, qualunque modello introdotto, sar costantemente sottoposto a a modifica da parte dell'interscambio dei significati soggettivi. Per percepire l'altro, si fa l'utilizzo di tipizzazioni: la realt della vita comune contiene schemi di tipizzazione nei cui termini gli altri vengono percepiti e trattati negli incontri diretti. La relazione diretta sar quindi modellata da queste tipizzazioni fino a che non sono rese problematiche da un'interferenza dall'altra parte: in questo caso, lo schema di tipizzazione dovr essere cambiato e fino a che non sar messo nuovamente in dubbio, lo schema guider i comportamenti e le azioni dell'individuo. Gli schemi di tipizzazione sono ovviamente reciproci. Le tipizzazioni divengono progressivamente anonime via via che si allontanano dalla situazione dell'incontro diretto. Ogni applicazione implica un incipiente di diversi gradi di anonimia. Il grado di intimit o di interesse possono combinarsi nell'accrescere o attenuare l'anonimia dell'esperienza. La realt di vita quotidiana dunque percepita in una serie ininterrotta di tipizzazioni che si fi fanno anonime man mano che si allontanano dal hic et nunc della situazione dell'incontro diretto.

Il linguaggio e la conoscenza nella vita quotidiana


L'espressivit umana in grado di oggettivarsi. Queste oggettivazioni servono come indici dei processi soggettivi dei loro produttori permettendo alla loro utilizzabilit di estendersi al di l dell'incontro diretto in cui possono essere percepiti. Per esempio, un atteggiamento di ira viene espresso direttamente nella situazione dell'incontro diretto da una variet di indizi corporei. Questi indizi sono incapaci di durare al di l del presente vivo del contatto diretto. L'ira per pu essere oggettivata per mezzo di un'arma. La realt di vita quotidiana non soltanto piena di oggettivazioni: possibile esclusivamente grazie a loro. Un caso di oggettivazione speciale la significazione, cio la produzione umana di segni. Un segno pu essere distinto da altre oggettivazioni per la sua esplicita intenzione di servire come indice di significati soggettivi. E' pur vero che tutte le oggettivazioni possono essere usate come segni anche se non sono state prodotte con questa intenzione, come vi sono anche oggettivazioni esplicitamente prodotte per servire segni. I segni sono riuniti in una quantit di sistemi: vi sono sistemi e di gesticolazioni, di movimenti corporei tipici e cos via. I segni e i sistemi di segni sono oggettivazioni nel senso che sono oggettivamente accessibili al di l di espressioni di interazione soggettive hic et nunc. Il linguaggio, che possiamo definire come un sistema di segni vocali, il pi importante sistema di segni della societ umana. Le oggettivazioni comuni della vita quotidiana si mantengono grazie alle significazioni linguistici. Una conoscenza corretta del linguaggio quindi necessaria per la comprensione della realt della vita quotidiana. Il linguaggio ha origine nelle situazioni di incontro diretto ma pu anche essere separato da essa. Nella situazione dell'incontro diretto, il linguaggio possiede un intrinseco carattere di reciprocit che lo distingue da ogni altro sistema di segni, poich rende possibile un accesso continuo e sincronizzato della soggettivit delle parti, inoltre rende i significati soggettivi dell'individuo oggettivamente e continuamente accessibili allo stesso e ipso facto divengono pi reali. Quindi il linguaggio rende rende pi reale la soggettivit dell'individuo non solo per l'interlocutore nella conversazione ma anche per l'individuo stesso. Il linguaggio strettamente legato alla realt di senso comune della vita quotidiana, inoltre permette la possibilit di riferirsi ad altre realt. Il linguaggio pu essere percepito dall'individuo come come fattualit esterna all'individuo e coercitiva, nel senso che fornisce una possibilit prefabbricata per la continua soggettivazione dell'esperienza individuale, dando inoltre la possibilit di riassumere le esperienze in categorie generali nei cui termini esse hanno significato per l'individuo stesso e i suoi simili. A causa della sua capacit di trascendere dall'hic et nunc, collega differenti zone della realt della vita quotidiana e le integra in un tutto significativo. Le trascendenze hanno dimensioni spaziali, temporali e sociali. Di fatti il linguaggio in grado di rendere presente una variet di oggetti che sono spazialmente, temporalmente e socialmente assenti dall'hic et nunc. In altre parole, un intero mondo pu essere attualizzato in qualsiasi momento per mezzo del linguaggio. Il linguaggio inoltre pu riferirsi a esperienze che appartengono a sfere circoscritte di significato e pu abbracciare sfere separate di realt. Ogni tema significativo che getta cos un ponte tra diverse sfere di realt pu essere definito un simbolo, e il modo linguistico in cui tale trascendimento viene compiuto pu essere chiamato linguaggio simbolico. A livello del simbolismo quindi, la significazione linguistica raggiunge il distacco massimo dall'hic et nunc della vita quotidiana. Attraverso il linguaggio, non solo vengono costruiti simboli astratti dell'esperienza, ma permette anche di richiamarli e di presentarli come elementi oggettivamente reali. In questo modo, il simbolismo e il linguaggio simbolico divengono componenti essenziali della realt e della sua percezione sul senso comune. Il linguaggio costruisce campi semantici o zone di significato linguisticamente circoscritte, di fatti tramite il vocabolario e la sintassi grammaticale si organizzano i campi semantici. Da questo possibile costruire schemi di

classificazione: differenziare gli oggetti per genere o per numero; forme linguistiche diverse a seconda che si voglia esprimere uno stato o un'azione e cos via. Attraverso le forme di oggettivazioni linguistiche, come ad esempio la professione lavorativa, vengono ordinati secondo un significato gli avvenimenti di routine. I campi semantici determinano ci che sar conservato e ci che verr invece dimenticato dall'esperienza sociale dell'individuo come della societ. Si compie quindi un'accumulazione selettiva dal quale si costituisce un bagaglio sociale di conoscenze che si trasmette nelle generazioni ed disponibile all'individuo nella vita quotidiana. L'interazione quotidiana degli individui costantemente influenzata dalla comune partecipazione al bagaglio di conoscenza socialmente disponibile. La vita quotidiana dominata da un movente pragmatico, dunque si fa ricorso alla conoscenza normativa, cio quella limitata alla componente pragmatica nelle operazioni abituali. La conoscenza normativa dunque riguarda soltanto ci che l'individuo deve sapere per i propri scopi pratici e per gli eventi futuri. Il bagaglio sociale di conoscenze inoltre mette a disposizione schemi di tipizzazioni richiesti per le principali routines della vita quotidiana come ad esempio eventi o esperienze di natura sia sociale che naturale. Il mondo quindi strutturato secondo routines sempre valide. Il bagaglio di conoscenze pu inoltre fornire all'individuo stesso i mezzi per integrare gli elementi distinti della propria conoscenza. La validit della conoscenza sar data per scontato fino a che non sorger un problema che non potr essere risolto nei suoi termini. La conoscenza cui si viene a contatto nel mondo quotidiano socialmente distribuita, cio posseduta in modo diverso da diversi individui e tipi di individui.

La societ come realt oggettiva


Origini dell'istituzione
La nascita delle istituzioni viene spiegata attraverso tre fasi sequenziali: l'interazione, le azioni atipiche, l'istituzione. L'ordine sociale un prodotto umano in continua evoluzione: non biologicamente dato o derivato da presupposti biologici, di conseguenza non possono essere fatti derivare sicuramente da leggi di natura. Ci che per garantisce lo sviluppo di un ordine sociale, la necessit umana di un ordine sociale in quanto tale discende dalla natura biologica degli esseri umani. Tutta l'attivit umana soggetta alla consuetudinariet: ogni azione che viene ripetuta nel tempo, viene cristallizzata secondo uno schema preciso. In altre parole, pi un comportamento ricompensato, pi verr ripetuto. Le azioni abitualizzate, vengono immagazzinate come routines. L'abitualizzazione comporta quindi il vantaggio psicologico che le scelte vengono ridotte, in quanto l'abitualizzazione provvede a fornire uno sfondo stabile eliminando la necessit di ridefinire da zero ogni situazione volta per volta. Questi processi di consuetudinariet precedono ogni istituzionalizzazione. L'istituzionalizzazione ha luogo ovunque vi sia una tipizzazione reciproca di azioni consuetudinarie da parte di gruppi esecutori, cio ogni simile tipizzazione un'istituzione. Ci che importante la reciprocit delle tipizzazioni istituzionali e la tipicit degli attori nelle istituzioni. Le tipizzazioni delle azioni istituzionarie sono sempre condivise e accessibili a tutti i membri del gruppo sociale, e l'istituzione stessa, rende simili gli attori individuali e le azioni individuali. Per l'affermarmi di un'istituzione servono due altre condizioni importanti: avere uno sviluppo storico, e fornire schemi di condotta a coloro che ne fanno parte. Alla base di un'istituzione di fatti c' sempre una storia, della quale ne il prodotto. E' impossibile dunque avere una comprensione adeguata dell'istituzione senza conoscere il processo storico da cui sono state prodotte. Tali istituzioni inoltre fissano modelli stabiliti, controllando quindi la condotta umana. Nell'esperienza reale, le istituzioni si manifestano generalmente in collettivit che comprendono un numero considerevole di persone, anche se a livello teorico, i processi citati si realizzerebbero anche se due individui cominciassero ad interagire. Ammettiamo che due persone provenienti da mondi diversi comincino ad interagire tra loro, quindi mentre A e B interagiscono, ben presto verranno prodotte alcune tipizzazioni. Dalle tipizzazioni, A si approprier interiormente delle funzioni di B e ne far i modelli per il proprio comportamento. Viceversa B. Da qui compariranno una serie di azioni reciprocamente tipizzate. L'istituzionalizzazione inizia a costituirsi. Il vantaggio di questa reciprocit di azioni sar la possibilit da parte dei due soggetti di prevedere le azioni dell'altro. La loro vita ora definita da una crescente sfera di routines considerate ovvie. I due individui stanno quindi costruendo uno sfondo sociale che servir a rendere stabili le loro azioni distinte che la loro interazione. A questo punto si rende possibile una divisione del lavoro, che condurr a nuove abitualizzazioni. Il mondo sociale in via di costruzione. Con l'arrivo di un terzo soggetto C, l'istituzionalizzazione si perfeziona: le tipizzazioni di A e B, diventano istituzioni storiche e oggettive. Ci significa che le istituzioni si sono cristallizzate e si presentano all'esperienza come esistenti al di sopra degli individui, ovvero si manifestano come dotate di realt propria, esterna e coercitiva per l'individuo. Un mondo istituzionale dunque appare come realt oggettiva. Esso ha una storia che precede la nascita dell'individuo, ponendosi come fatti innegabili. Dal momento che le istituzioni esistono come realt esterna, l'individuo non pu capirle mediante l'introspezione. Il mondo delle istituzioni richiede una legittimazione: cio degli strumenti attraverso cui possa essere spiegato e giustificato. Se la conoscenza del mondo istituzionale si fonda sul sentito dire e il significato originale inaccessibile, diviene necessario interpretare il loro significato attraverso formulazioni legittimanti, al fine di risultare convincenti per le generazioni. Le istituzioni inoltre necessitano di un meccanismi di controllo sociale, ovvero devono rivendicare un'autorit sopra l'individuo, indipendentemente dai significati soggettivi che egli pu attribuire ad ogni particolare situazione.

Quanto pi la condotta degli individui istituzionalizzata, tanto pi prevedibile e quindi diventa pi controllata. In linea di principio, l'istituzionalizzazione potr realizzarsi in ogni area di condotta pertinente alla collettivit. Di fatto, tendenze di processi istituzionalizzazione avvengono simultaneamente ma non c' alcuna ragione per ritenere che questi processi si assoceranno in modo funzionale, tanto meno in un sistema logicamente coerente.

Sedimentazione e tradizione
Solo una parte della totalit delle esperienze umane viene trattenuta dalla conoscenza, questo fa s che le esperienze trattenute si sedimentino diventando entit riconoscibili e ricordabili. Una sedimentazione intersoggettiva ha luongo anche quando pi individui condividono una comune biografia. La sedimentazione intersoggettiva pu essere definita sociale quando stata oggettivata in un sistema di simboli di qualche genere, cio quando esiste la possibilit di una oggettivazione reiterata delle esperienze comuni. Il sistema di simboli pi usato quello linguistico. Il linguaggio rende oggettive e accessibili a tutti le esperienze comuni diventando cos lo strumento primario della cultura collettiva. Inoltre il linguaggio fornisce i mezzi per rendere comunicabili le nuove esperienze inserendole nel bagaglio culturale di conoscenze gi esistenti che tramite le sedimentazioni oggettivate, vengono trasmesse nella tradizione collettiva. Quindi in altre parole si pu affermare che tramite l'oggettivazione dell'esperienza nel linguaggio, permette l'incorporazione in un ampio corpo di tradizioni. Il linguaggio quindi un deposito della tradizione comune che pu essere accettata acriticamente. Poich l'origine delle sedimentazioni divenuta priva di importanza, la tradizione potrebbe inventare un'origine del tutto differente senza con questo minacciare ci che stato oggettivato.

I ruoli
Le origini delle istituzioni risiedono nelle tipizzazioni proprie e altrui. Questo implica che che tra gli individui, esistono fasi di azioni comuni e quindi anch'esse tipizzate. In altre parole vi sar il riconoscimento dell'azione in quanto eseguibile da ogni individuo. La tipizzazione delle forme di azione richiede che queste abbiano ovviamente un senso oggettivato, che a sua volta richiede un'oggettivazione linguistica. L'attore che svolge l'azione, percepisce se stesso nell'identificazione dell'azione socialmente oggettivata. Si parla quindi di ruoli, cio un genere di tipizzazione che si verifica a livello di una cultura di gruppo. Ricoprendo i ruoli, l'individuo partecipa a un mondo sociale e interiorizzandoli fa si che lo stesso mondo divenga soggettivamente reale per lui. L'individuo che partecipa al ruolo, tenuto a rispondere a delle norme istituzionalizzate e usate per controllare le capacit degli individui. Il ruolo quindi nasce quando comincia a formarsi un comune bagaglio di conoscenza che contenga tipizzazioni reciproche della condotta. I ruoli rappresentano l'ordine istituzionale per due motivi: in primo luogo l'atto di ricoprire il ruolo rappresenta se stesso; in secondo luogo, il ruolo rappresenta un intero nesso istituzionale di condotta. I ruoli inoltre fanno s che le istituzioni possano esistere continuamente come reale presenza nell'esperienza quotidiana degli individui.

Portata e modi dell'istituzionalizzazione


Indagando su qualche ordine istituzionale, si vuole conoscere quale sia la portata dell'istituzionalizzazione: quanto esteso il settore di attivit istituzionalizzata? Quali fattori determinano la portata dell'istituzionalizzazione? La portata dell'istituzionalizzazione dipende dal grado di diffusione dell'istituzione stessa: se molte delle strutture di pertinenza sono condivise da tutti, la sua portata sar ampia; nel caso opposto, l'istituzionalizzazione sar ristretta se le strutture di pertinenza non sono condivise da tutti. Possiamo immaginare due tipizzazioni di modelli istituzionali puramente euristici: nel primo, l'istituzionalizzazione totale, ovvero tutti i problemi sono comuni, tutte le soluzioni ai problemi sono socialmente oggettivate e tutte le azioni sociali sono istituzionalizzate; il secondo invece l'estremo opposto, una societ in cui esiste un solo problema comune e in cui l'istituzionalizzazione avviene soltanto in relazioni riguardanti questo problema. Le societ reali possono considerarsi vicine al primo tipo, seppur avviene un cambiamento significativo: in ogni societ avviene una crescente divisione del lavoro, allontanando si dal primo tipo estremo descritto. Inoltre la disponibilit di surplus economico fa si che alcuni gruppi di individui possano dedicarsi ad attivit non legate direttamente alla sussistenza, che portano una segmentazione della cultura e una conoscenza soggettivamente staccata da ogni pertinenza sociale. L'istituzionalizzazione un processo reversibile in quanto la portata delle azioni istituzionali pu diminuire e si pu arrivare alla deistituzionalizzazione. La segmentazione dell'ordine istituzionale solleva il problema della creazione di significati integrativi che abbraccino la societ e forniscano un contesto globale di senso oggettivo dell'esperienza e alla conoscenza sociale dell'individuo. Inoltre sussister anche il problema della legittimazione di attivit delle attivit rispetto ad altre. Possiamo supporre che esista un universo di significato che conferisca un senso oggettivo alle attivit ma questo non esclude che non ci sar un conflitto di interessi tra coloro che svolgono le attivit. Un'altra conseguenza della segmentazione istituzionale la possibilit di sub-universi di significati socialmente segregati. La possibilit che si formino sub-universi proporzionale con il progressivo aumento della divisione del lavoro e di surplus economico. Questi sub-universi devono comunque essere sostenuti da una collettivit, cio dal gruppo che produce i significati che per loro hanno realt oggettiva. Con la creazione dei sub-universi compare una variet di punti di vista della realt e da questo possono nascere delle rivalit. Inoltre un corpo di conoscenze, una volta raggiunto il livello di sub-universo di significato relativamente autonomo, ha la capacit di influire a sua volta sulla collettivit che l'ha prodotto. Il numero e la complessit sempre crescenti dei sub-universi li rendono sempre pi inaccessibili agli estranei, inoltre la loro crescente autonomia, rende pi difficile il processo di legittimazioni sia nei confronti degli addetti che negli estranei. Il problema sostanziale risulta quello di

escludere gli estranei e al contempo fargli riconoscere la legittimit del sub-universo: questo viene effettuato tramite tecniche di propaganda razionale e irrazionale, mistificazione e simboli di prestigio. Un'ultima questione riguarda il modo in cui un ordine istituzionale viene oggettivato: il problema dunque della reificazione. La reificazione la percezione dei fenomeni umani come se fossero cose, vale a dire in termini non umani o sovrumani. In altre parole, la percezione dei prodotti dell'attivit umana come se fossero qualcosa di diverso dai prodotti umani come fatti di natura, leggi cosmiche o manifestazioni divine. Il mondo sociale oggettivato perch si presenta come qualcosa di esterno a lui. La reificazione pu definirsi il grado estremo di oggettivazione per cui il mondo oggettivato perde la sua capacit di essere visto come creazione umana e si fissa come fattualit non umana e non umanizzabile. Dunque l'uomo, produttore del mondo visto come suo prodotto e l'attivit umana come epifenomeno dei processi umani. I significati umani non sono visti come qualcosa che produce il mondo ma come prodotti di natura delle cose. In conclusione la reificazione il modo in cui avviene l'oggettivazione del mondo umano da parte dell'uomo.

Legittimazione
Origini degli universi simbolici
La legittimazione pu essere definito come un processo di oggettivazione di secondo grado. Produce nuovi significati che servono ad integrare i significati gi attribuiti ai diversi processi istituzionali. La funzione di legittimazione di rendere oggettivamente accessibili e soggettivamente plausibili le oggettivazioni di primo grado che sono state istituzionalizzate. La plausibilit soggettiva si riferisce a due livelli: orizzontale, dove la plausibilit si riferisce al riconoscimento soggettivo di un senso globale, cio che lega l'ordine istituzionale ai suoi individui; verticale, la necessit di rendere soggettivamente significativa la totalit della vita dell'individuo, cio la successione di passaggi attraverso vari gradi dell'ordine istituzionale. Il problema della legittimazione si presenta quando le oggettivazioni vanno trasmesse alla nuova generazione, ovvero quando il carattere di evidenza delle istituzioni non pu pi essere conservata per mezzo dei ricordi e delle abitualizzazioni. La legittimazione appunto questo processo di spiegazione e giustificazione. Spiega l'ordine istituzionale attribuendo validit conoscitiva ai significati oggettivati e lo giustifica conferendo dignit ai suoi imperativi pratici. La legittimazione ha un livello normativo e cognitivo: non si occupa solo dei valori ma implica sempre anche la conoscenza, in quanto per definire una tale norma, bisogna conoscere i ruoli che definiscono azioni giuste e azioni sbagliate, dove quindi la conoscenza precede i valori. Vengono distinti diversi livelli di legittimazione. Nel primo livello, la legittimazione inizia quando un sistema di oggettivazioni linguistiche dell'esperienza umana viene trasmesso. Il secondo livello di legittimazione, contiene affermazioni teoriche in forma rudimentale: qui si trovano schemi esplicativi che riguardano gruppi di significati oggettivi. Questi schemi hanno un carattere pragmatico sono quindi legati ad azioni concrete. Troviamo proverbi, massime morali e sagge sentenze, leggende, racconti popolari. Un terzo livello di legittimazione contiene teorie esplicite grazie alle quali un settore istituzionale viene legittimato in termini di un corpo di conoscenze differenziate. Qui si creano strutture di riferimento per i rispettivi settori di condotta istituzionalizzata. Vengono spesso affidate a un personale specializzato che le trasmette per mezzo di procedimenti formali di iniziazione. Il quarto livello costituito dagli universi simbolici: essi sono corpi di tradizione teorica che integrano diverse sfere di significato e abbracciano l'ordine istituzionale in una totalit simbolica, in altre parole sono processi di significazione che si riferiscono a realt diverse da quella dell'esperienza quotidiana. La sfera pragmatica viene superata del tutto: la legittimazione avviene per mezzo di totalit simboliche di cui non si pu far esperienza nella vita di tutti i giorni a livello pratico ma un'esperienza teorica. L'universo simbolico pensato come la matrice di tutti i significati socialmente oggettivati e soggettivamente reali; l'intera societ storica e l'intera biografia dell'individuo sono viste come avvenimenti che svolgono all'interno di questo universo. La cristallizzazione degli universi simbolici segue i processi di oggettivazione, sedimentazione e accumulazione; gli universi simbolici sono prodotti sociali che hanno una storia, per comprendere il loro significato, bisogna comprendere la storia di come sono stati creati. L'universo simbolico crea un ordine per la percezione soggettiva dell'esperienza biografica: le esperienze di realt diverse sono integrate nello stesso universo di significato che le abbraccia tutte. In altre parole, le sfere di significato che altrimenti rimarrebbero isolate e incomprensibili , vengono collocate in una gerarchia di realt. L'universo simbolico permette anche di creare un ordine nelle diverse fasi della biografia. L'identit soggettiva di natura precaria, poich dipende dalle relazioni individuali che possono cambiare o sparire, e dalle esperienze solitarie. L'identit soggettiva viene legittimata definitivamente quando viene posta nel contesto di un universo simbolico, quando il suo io effettivamente una identit reale in un universo reale. Una funzione legittimante degli universi simbolici per la biografia individuale la collocazione della morte. Attraverso le legittimazioni, si permette all'individuo di proseguire le normali routines e continuare a vivere nella societ dopo la morte di persone care. Questo viene consentito perch il fenomeno della morte viene integrato in un universo simbolico. Quindi si pu dire che la supremazia delle oggettivazioni sociali della vita di tutti i giorni pu mantenere la sua plausibilit soggettiva soltanto se costantemente protetta dal terrore, l'ordine istituzionale rappresenta uno scudo contro il terrore. Il terrore a livello di significato si manifesta con l'incapacit di condurre un'esistenza significativa in stato di

isolamento dalle costruzioni convenzionale della societ. L'universo simbolico mette l'individuo al riparo dal terrore conferendo legittimazione ottimale alle strutture protettive dell'ordine sociale. Gli universi simbolici, creano la delimitazione alla realt sociale, fissano cio i limiti di ci che pertinente nell'interazione sociale. L'universo simbolico crea anche un ordine nella storia. Esso colloca tutti gli avvenimenti collettivi in un'unit coerente che include passato, presente e futuro. L'universo simbolico lega gli uomini ai loro predecessori e ai successori in una totalit significativa che serve a trascendere la limitatezza dell'esistenza umana e dare un significato alla morte dell'individuo.

Meccanismi concettuali di conservazione degli universi


L'universo simbolico teorico, nasce da processi di riflessione soggettiva che al momento dell'oggettivazione sociale provocano la costituzione di espliciti legami tra i temi significativi contenuti nelle istituzioni. Il carattere teorico dell'universo cos, potrebbe apparire all'estraneo che non lo condivide come illogico. E' comunque possibile vivere ingenuamente in un universo simbolico in quanto tutti possono abitare nell'universo accettandolo come ovvio. Solo dopo l'oggettivazione teorica dell'universo simbolico, si presenta la possibilit di una riflessione sistematica sulla natura di quell'universo. La legittimazione dell'universo simbolico, diviene necessaria attraverso procedimenti specifici di mantenimento, quando l'universo simbolico stesso diventa un problema. Finch questo non avviene l'universo simbolico sar in grado di preservarsi. Nella realt concreta per nessun universo simbolico dato per scontato totalmente, quindi ogni universo simbolico problematico a diversi livelli. Il primo problema la trasmissione dell'universo alle nuove generazioni, dove la socializzazione non riesce mai in maniera completa: alcuni individui saranno pi integrati di altri. Questo perch l'universo simbolico non pu entrare nella vita di tutti i giorni, non possibile insegnare il suo significato nella maniera semplice e diretta in cui si insegnano i contenuti della vita quotidiana. Questo problema accentuato se pi versioni dell'universo simbolico vengono condivise da gruppi abitanti. In questo caso la versione divergente si cristallizza in una sua realt autonoma che pu andare a costituire una sfida al grado di realt dell'universo simbolico da cui scaturisce. Il gruppo che ha portato una nuova visione, diventa il portatore di una definizione alternativa della realt. Questi nuovi gruppi costituiscono una minaccia per l'universo simbolico e l'ordine istituzionale legittimato da esso. Quindi nasce una necessit di legittimare la repressione forzata della nuova visione attraverso meccanismi concettuali per difendere l'universo simbolico primario dalla minaccia di quello eretico. Si pu quindi dire che, l'universo simbolico, non solo legittimato ma anche modificato dai meccanismi concettuali costruiti per respingere attacchi di gruppi eretici in una societ. Storicamente, ne un esempio lo sviluppo del pensiero teologico cristiano. Un problema pi vasto si presenta quando una societ si trova a confronto ad un'altra a cui appartiene una storia differente. In questo caso, l'universo simbolico alternativo rafforzato da una tradizione ufficiale oggettivata pari a quella appartenente alla societ rivale. La comparsa di un nuovo universo simbolico alternativo costituisce una minaccia perch la stessa esistenza dimostra empiricamente che il proprio universo di appartenenza non inevitabile. Naturalmente pu anche capitare che in nuovo universo, eserciti un'attrazione missionaria sugli individui dell'altro. Il confronto di universi alternativi implica il problema di potenza: si tratta di vedere quali delle due definizioni contrastanti di realt riuscir a imporsi sull'altra. La vittoria dell'una o dell'altra dipender dalla potenza. I meccanismi concettuali di difesa degli universi simbolici comportano una sistematizzazione delle legittimazioni cognitive e normative, gi presenti nella societ seppur in forma pi ingenua. In altre parole, il materiale per garantire le legittimazioni degli universi simbolici un'ulteriore elaborazione delle legittimazioni istituzionali. Possiamo identificare delle tipizzazioni della costruzione di universi simbolici: mitologia; teologia; filosofia e scienza. La mitologia la forma pi antica di mantenimento e legittimazione. E' probabile che sia necessaria nello sviluppo del pensiero umano. Si pu definire la mitologia come una concezione di realt basata su forze sacre nel mondo dell'esperienza quotidiana. Nel momento in cui sorgeranno i problemi di incoerenza con questo approccio, si svilupper un modello con un maggior grado di sistematizzazione teorica, la fase teologica. La scoperta dell'incoerenza viene compiuta da specialisti di tradizione. Con la fase teologica, il cosmo pu ancora essere concepito con forze e sterne e esseri sacri, ma queste entit sono poste ad una distanza maggiore. Il passaggio al modello teologico, pi lontano dal comune bagaglio di conoscenze della societ e diventa pi difficile da apprendere. La teologia costituisce un paradigma per le concettualizzazioni filosofiche e scientifiche e a differenza della mitologia, queste tre forme diventano sempre pi lontane dalle nozioni degli uomini comuni. La scienza poi completa l'eliminazione del sacro dalla vita quotidiana e la conoscenza preservatrice dell'universo in quanto tale. Questo fa nascere i problemi legati alla situazione di conoscenza empirica della societ contemporanea.

L'organizzazione sociale per la conservazione degli universi


Tutti gli universi socialmente costruiti, subiscono dei cambiamenti proprio perch sono prodotti storici dell'attivit umana. La realt viene definita socialmente, ma le definizioni vengono sempre date da concreti individui. Per comprendere lo stato di un universo socialmente costruito in un dato momento, necessario comprendere l'organizzazione sociale che permette agli individui di interpretare i loro ruoli. Con la divisone del lavoro e l'affermarsi di nuove forme di conoscenza, si crea il surplus economico e gli esperti della conoscenza rivendicano una nuova condizione: essere esperti universali, ovvero conoscere il significato ultimo di quello che tutti sanno e fanno. La prima conseguenza di questo status symbol la nascita della teoria pura.Una seconda conseguenza il rafforzamento del tradizionalismo nelle azioni istituzionalizzate che vengono legittimate. Questo ha una notevole conseguenza a riguardo di cos' giusto o sbagliato, poich ci che giusto, definito da

definizioni supreme promulgate dagli esperti universali. La comparsa di un personale che preserva l'universo porta con se anche conflitti sociali alcuni dei quali avvengono tra esperti e professionisti, altri tra gruppi rivali di esperti. Per garantire che le teorie abbiano un'immediata applicazione pragmatica, ogni rivalit potr essere risolta tramite azioni pragmatiche tramite ad esempio l'utilizzo delle armi. Le simbolizzazione astratte vengono convalidate dall'appoggio sociale piuttosto che empirico. E' possibile affermare che in questo modo si introduce uno pseudo-pragmatismo. Si pu dire che le teorie sono convincenti perch funzionano, nel senso che sono diventate conoscenza normale e scontata della societ quotidiana. Questo implica che esister sempre una base socio-culturale per la competizione tra le definizioni rivali della realt e che l'esito dello scontro sar influenzato dallo sviluppo di questa base. Coloro che occupano le posizioni di potere decisive sono pronti a far uso del loro potere per imporre le definizioni tradizionali della realt sulla popolazione sottoposta alla loro autorit. Le concettualizzazioni dell'universo che costituiscono dei potenziali concorrenti vengono eliminate non appena compaiono in tre modi: fisicamente; integrate nella tradizione stessa; segregazione. Nell'ultimo caso, l'assorbimento favorisce la crescita culturale della societ stessa. La concorrenza pu anche venire segregata all'interno della societ e resa innocua per il monopolio tradizionale. Le situazioni monopolistiche, presuppongono un alto grado di sviluppo e stabilit socio-strutturale e servono a stabilizzare il sistema. Le definizioni tradizionali della realt inibiscono i mutamenti sociali, viceversa la cessazione del consenso scontato al monopolio accelera il mutamento sociale. Quando una particolare definizione della realt viene ad essere legata ad un interesse concreto di potere, pu essere chiamata ideologia. Il carattere distintivo dell'ideologia che lo stesso universo viene interpretato in modi diversi a seconda dei concreti interessi costituiti nella societ in questione. Spesso un'ideologia, viene assunta da un gruppo a causa di particolari elementi teorici che promuovono i suoi interessi. Ogni gruppo impegnato in un conflitto sociale ha bisogno di solidariet, e le ideologie generano appunto solidariet. La scelta di una particolare ideologia per non solamente causata su elementi teorici intrinseci, ma pu anche nascere da un incontro casuale. La maggior parte delle societ moderne sono pluralistiche, cio che hanno un universo-nucleo comune a tutti e dato per scontato, e diversi universi parziali che coesistono in uno stato di reciproco accomodamento, dove il conflitto vero e proprio tra ideologie stato sostituito da gradi diversi di tolleranza e collaborazione. La situazione pluralistica presuppone una societ urbana con una divisione del lavoro altamente sviluppata, una forte differenziazione nella struttura sociale e un alto surplus economico. La situazione pluralistica legata a condizioni di rapida evoluzione sociale, e il pluralismo in se stesso fattore accelerante proprio perch contribuisce a minare la capacit delle definizioni tradizionali della realt, di resistere di fronte ai cambiamenti. Il pluralismo incoraggia sia lo scetticismo, che l'innovazione ed quindi intrinsecamente sovversivo rispetto alla realt scontata. Un tipo di esperto storicamente importante l'intellettuale, definito come un esperto la cui competenza non in genere richiesta dalla societ. Questo implica una ridefinizione della conoscenza rispetto alla tradizione ufficiale. L'intellettuale un individuo che rifiuta di integrarsi nella societ, presentandosi come un contro-esperto al pari dell'esperto ufficiale. Il modello che guida l'intellettuale si trova in un vuoto istituzionale e pu rivelarsi oggettivato socialmente in una sotto-societ di intellettuali come lui. L'intellettuale pu ritirarsi in un gruppo intellettuale per condividere un rifugio emotivo come base sociale delle definizioni non ortodosse della sua realt e l'utilizzo di difese terapeutiche. Un'altra scelta che si pone davanti all'intellettuale la rivoluzione. L'intellettuale in questo caso si pone di realizzare il suo modello di societ nella societ, con la necessit che altri confermino le sue definizioni devianti. Tutte le definizioni della realt socialmente significative devono essere oggettivate da processi sociali. Di conseguenza i sub-universi richiedono sotto-societ come base oggettivante, e le contro-definizioni della realt richiedono contro-societ. La realt rivoluzionaria assumer proporzioni massicce quando interi strati sociali la accetteranno. Per riassumere, bisogna sempre vedere l'evoluzione sociale in un rapporto dialettico con la storia delle idee, e ricordarsi che tutti gli universi simbolici e le legittimazioni sono prodotti umani; la base della loro esistenza sta nella vita degli individui concreti, e non ha alcuna realt empirica staccata dalla loro esistenza.

La societ come realt soggettivamente


La socializzazione primaria
poich la realt esiste sia come oggettiva che che come soggettiva necessario integrare i due aspetti per poterla conoscere. La societ oggettiva viene compresa attraverso un processo dialettico caratterizzato dalle tre fasi (esteriorizzazione; oggettivazione; interiorizzazione) che avvengono simultaneamente tra loro. Lo stesso avviene nell'individuo. L'individuo tuttavia non nasce membro della societ ma con una predisposizione alla socialit e diventa poi un membro della societ. C' effettivamente una successione temporale nel corso della quale viene introdotto alla partecipazione sociale . Il punto di partenza l'interiorizzazione: la percezione o interpretazione immediata di un evento oggettivo come esprimente di significato, cio una manifestazione di processi soggettivi di un altro che diventa soggettivamente significativo per me stesso. Questa prima fase la base di una comprensione dei propri simili, e della percezione del mondo come una realt significativa e sociale. Questa percezione ha inizio quando l'individuo subentra nel mondo in cui gi gli altri vivono. Una volta completato questo grado di interiorizzazione, l'individuo un membro della societ. Il processo attraverso cui avviene ci la socializzazione. La socializzazione primaria la prima socializzazione che un individuo intraprende nell'infanzia, attraverso la quale diventa un membro della societ. La socializzazione secondaria ogni processo successivo che introduce un individuo gi socializzato in nuovi settori del mondo oggettivo della societ.

E' subito evidente che la socializzazione primaria la pi importante per l'individuo e che la struttura fondamentale di ogni socializzazione secondaria deve assomigliare a quella della socializzazione primaria. Ogni individuo nasce in una struttura sociale oggettiva entro cui incontra le persone che hanno cura della sua socializzazione. Queste persone per lui importanti gli sono imposte e le loro definizioni della sua situazione sono per lui realt oggettiva. In questa fase, l'apprendimento puramente conoscitivo avviene in circostanze cariche di componenti emotive. L'individuo dunque si identifica con le persone che lo influenzano. L'individuo non solo assumer i ruoli e gli atteggiamenti degli altri ma nello stesso processo si appropria anche del loro mondo, infatti la l'identit viene oggettivamente definita come collocazione in un certo mondo e pu essere fatta propria soggettivamente solo insieme a quel mondo. Come seconda tappa, il bambino apprende l'astrazione dei ruoli e degli atteggiamenti delle concrete persone a lui vicine, cio l'altro generalizzato, dove l'individuo si identifica non solo con gli altri concreti ma con una generalit di altri, cio con una societ. Quando l'alto generalizzato cristallizzato nella coscienza, si instaura un rapporto simmetrico tra realt oggettiva e soggettiva attraverso il linguaggio. Le due realt per non coincidono: c' sempre pi realt oggettiva accessibile di quanta non venga effettivamente resa soggettiva nella coscienza individuale. Nella socializzazione primaria, l'individuo non ha la possibilit di scegliere le persone che per lui sono importanti, questo nel bambino comporta che sono gli adulti a stabilire le regole, e la sua interiorizzazione della loro particolare realt inevitabile. I contenuti interiorizzati della socializzazione primaria variano, da societ a societ. E' il linguaggio che bisogna interiorizzare. Con il linguaggio vari schemi motivazionali e interpretativi vengono interiorizzati come istituzionalmente definiti: ad esempio essere un bambino coraggioso o vigliacco. Questi schemi forniscono al bambino programmi per la vita di tutti i giorni, alcuni che possono essere adottati immediatamente, altri che anticipano una condotta per una fase biologica successiva. Questi programmi differenziano la propria identit da quella degli altri, come per esempio quella delle bambine dai bambini. Quindi il carattere della socializzazione primaria influenzato anche dalle esigenze del bagaglio comune di conoscenza che deve essere trasmesso. Infine il bambino impara l'apparato legittimante: impara perch i programmi sono cos. Nella prima fase di socializzazione viene dunque costruito il mondo dell'individuo.

La socializzazione secondaria
La socializzazione secondaria l'interiorizzazione di sotto-mondi istituzionali o fondati su istituzioni. Sono determinati dalla complessit della divisione del lavoro e della concomitante distribuzione sociale della conoscenza. La secondaria richiede l'acquisizione di vocabolari legati ai ruoli, il che significa l'interiorizzazione di campi semantici che strutturano l'interpretazione e la condotta delle routines all'interno dell'area istituzionale. I sotto-mondi sono in genere realt parziali in contrasto con il mondo-base acquisito nella socializzazione primaria. Anche se gli stessi sotto-mondi necessitano di un apparato legittimante che spesso accompagnano simboli rituali o materiali. I processi formale di questa seconda socializzazione sono determinati dal suo problema fondamentale: essa presuppone un processo precedente di socializzazione primaria, cio deve trattare con un io gi formato e un mondo gi interiorizzato. Non pu costruire dal nulla una realt soggettiva. La realt primaria tende a persistere e ogni contenuto nuovo da interiorizzare dovr in qualche modo essere sovrapposto a quello gi presente. C' quindi un problema di coerenza tra l'interiorizzazione originaria e quella nuova. La socializzazione secondaria presuppone procedimenti concettuali che integrano differenti corpi di conoscenza. I limiti biologici diventano sempre meno importanti per la successione dell'apprendimento che ora viene stabilita nei termini delle propriet intrinseche della conoscenza da acquisire. Mentre la socializzazione primaria non pu aver luogo senza un'identificazione emotivamente intesa dal bambino, la secondaria pu fare a meno di questa identificazione. La socializzazione nella vita adulta inizia ad assumere una colorazione affettiva che ricorda l'infanzia quando si tratta di trasformare radicalmente la realt soggettiva dell'individuo. Nella primaria, il bambino interiorizza il mondo dei suoi genitori come il mondo; nella secondaria di solito il contesto viene percepito. I ruoli della secondaria sono caratterizzati da un alto grado di anonimia, cio sono facilmente staccabili da coloro che li compiono. I funzionari individuali sono intercambiabili. Il contenuto che si impara acquista un grado minore di inevitabilit soggettiva rispetto al contenuto soggettivo della socializzazione primaria. E' inoltre relativamente facile mettere da parte la realt delle socializzazioni secondarie. Questo fa si che sia possibile staccarsi una parte dell'io e la sua realt concomitante e considerarla pertinente solo alla situazione legata ad un ruolo. Si crea quindi una distanza tra l'io totale e l'io parziale. Tutto questo possibile solo dopo che la socializzazione primaria stata completata. La convinzione che la conoscenza interiorizzata nella socializzazione primaria sia la realt si attua quasi automaticamente, nella secondaria necessario rafforzarla con tecniche pedagogiche per renderla convincente all'individuo. Il grado e il carattere di questo processo variano a seconda dei movimenti che spingono l'individuo ad acquistare la conoscenza. Pi queste tecniche rendono soggettivamente plausibile la continuit tra gli elementi originari di conoscenza e quelli nuovi, pi facile per questi ultimi acquisire un accento di realt. Il fatto che i processi di socializzazione secondaria permetta una conoscenza razionale ed emotivamente controllata, comporta anche una realt soggettiva fragile e instabile e in certi casi necessario utilizzare speciali tecniche che producano quel grado di identificazione e inevitabilit necessario. Ad esempio nella socializzazione religiosa questo processo avviato dall'iniziazione del noviziato, nel corso del quale l'individuo arriva ad abbandonarsi completamente alla realt che sta interiorizzando. In questo caso, tale processo visto come un'imitazione della socializzazione primaria. L'essere pronti a sacrificare se stessi la conseguenza finale di questo tipo di sollecitazione.

Conservazione della realt soggettiva


Ogni societ deve sviluppare procedimenti di preservazione della realt per salvaguardare una certa misura di simmetria tra realt oggettiva e soggettiva. La socializzazione primaria interiorizza una realt inevitabile. L'interiorizzazione si considera riuscita se il senso di inevitabilit presente per la maggior parte del tempo. Ma anche questo mondo minacciato dalle situazioni marginali dell'esperienza umana, come la minaccia delle definizioni rivali della realt. La socializzazione secondaria rende la realt soggettiva ancora pi vulnerabile di fronte alle definizioni rivali della realt, essendo la loro realt meno profondamente radicata nella coscienza e quindi pi facilmente destituita di importanza. La realt delle interiorizzazioni secondarie per meno minacciata dalle situazioni marginali, perch di solito non ha rapporto con esse. Vengono distinti due tipi generali di preservazione realt: comune; emergenza. Il primo designato a conservare la realt interiorizzata nella vita quotidiana, la seconda nei momenti di crisi. La realt della vita quotidiana viene incessantemente riaffermata dall'interazione dell'individuo con gli altri. E' un errore supporre che solo le persone importanti per l'individuo servano a mantenere la sua realt soggettiva. Esiste quindi la possibilit che la realt soggettiva sia suscettibile di essere trasformata. Esistere nella societ gi di per s comporta un continuo processo di modifica della realt soggettiva. Bisogna parlare allora di diversi gradi di modifica. Considerando un caso estremo, cio l'individuo che cambia mondo tramite ristrutturazioni, ovvero processi di risocializzazione che somigliano alla socializzazione primaria, ma allo stesso tempo si differenziano poich non partono da zero. Per attuare la ricostruzione quindi l'individuo necessiter di condizioni sociali e concettuali:quelle sociali forniscono un'efficace struttura di plausibilit mediata all'individuo da persone significative, con cui dovr stabilire un'identificazione affettiva. La struttura di plausibilit deve diventare il mondo dell'individuo, questo richiede la segregazione dagli altri abitanti del mondo. La ristrutturazione implica dunque una riorganizzazione dell'apparato della conversazione. Un requisito importante la disponibilit di un apparato legittimante per l'intera successione di trasformazione. Quello che deve essere legittimato sia la nuova realt, che gli stadi in cui viene appresa e mantenuta e il ripudio di ogni soluzione alternativa. La vecchia realt deve venire reinterpretata all'interno dell'apparato legittimante del nuovo mondo. L'individuo deve inoltre reinterpretare i significati degli avvenimenti e le persone del passato, costruendo avvenimenti per ammortizzare il passato ricordato con quello reinterpretato. Ci sono molti tipi intermedi tra la risocializzazione e la socializzazione secondaria che continua a costruire sulla base di interpretazioni primarie. In questi tipi intermedi ci sono trasformazioni parziali della realt o di particolari settori di essa. Cambiamenti che sono comuni con la societ contemporanea in connessione con la mobilit sociale dell'individuo e l'addestramento personale.

Interiorizzazione e struttura sociale


La socializzazione avviene sempre in un contesto di una precisa struttura sociale. L'analisi microsociologica dei fenomeni dell'interiorizzazione deve sempre avvenire sullo sfondo di una comprensione macrosociologica dei loro aspetti strutturali. Si parla di socializzazione riuscita con l'instaurazione di un alto grado di simmetria tra realt oggettiva e soggettiva. Una socializzazione totalmente riuscita ovviamente impossibile. E' probabile per che la socializzazione ottenga il massimo del successo nelle societ in cui c' una divisione del lavoro molto semplice e una distribuzione minima della conoscenza. In queste condizioni la socializzazione produce identit socialmente predefinite e con una fisionomia molto ben delineata. Questo per non implica che l'individuo sia felice della propria identit. Una socializzazione non riuscita, capita soltanto come risultato di un incidente biografico, biologico o sociale. La socializzazione non riuscita avr un grado di asimmetria tra la realt socialmente definita e quella soggettiva dell'individuo. Ci non toglie che esista la possibilit che persone di questo genere possano organizzarsi in gruppi socialmente durevoli. La socializzazione non riuscita in un mondo sociale di fatti, pu essere accompagnata da una socializzazione riuscita in un altro mondo. Un altro insuccesso della socializzazione si presenta quando ci sono divergenze tra la socializzazione primaria e secondaria: l'unit della primaria viene conservata ma nella secondaria, le realt e identit alternative sono viste come scelte soggettive, ovvero nell'oggettivazione di un'identit diversa da quella oggettivamente assegnata precedentemente e interiorizzata nella socializzazione primaria.

Teorie sull'identit
L'identit un elemento chiave della realt soggettiva ed formata da processi sociali: una volta formata viene cristallizzata, mantenuta, modificata o rimodellata. I processi sociali che agiscono sono a loro volta determinati dalla struttura sociale. Le strutture sociali storiche quindi producono tipi di identit che sono riconducibili nei casi individuali. I tipi di identit, sono osservabili e verificabili nell'esperienza prescientifica. In altre parole, l'identit un fenomeno che nasce dalla dialettica tra l'individuo e la societ, i tipi di identit sono quindi prodotti sociali e come tali essi sono l'argomento di qualche forma di teorizzazione in ogni societ. Le teorie sull'identit sono incorporate in qualche universo simbolico e nelle sue legittimazioni teoriche e varia con il carattere di quest'ultimo. Ogni teorizzazione sull'identit deve avvenire all'interno della struttura delle interpretazioni teoriche in cui l'identit e i tipi di identit sono situati.

Organismo e identit
L'organismo continua ad influire su ogni fase dell'attivit umana di costruzione della realt che esso influenzato da questa attivit. E' possibile quindi parlare di una dialettica tra natura e societ. Questa dialettica un dato della condizione umana e si manifesta nuovamente in ogni individuo umano. I fatti biologici limitano la portata delle possibilit sociali dell'individuo, ma il mondo sociale impone dei limiti a ci che biologicamente possibile all'organismo. La dialettica si manifesta quindi con una reciproca restrizione tra organismo e societ (ad esempio la durata stessa della vita). Per quel che riguarda l'aspetto interno, la dialettica si manifesta come la resistenza dal substrato biologico all'azione della societ su di essa. Questo ovvio nel processo di socializzazione primaria. Ma questa resistenza viene progressivamente piegata dalla socializzazione e questo comporta inevitabilmente un senso di frustrazione. La vita sociale dipende dalla continua sottomissione della resistenza di origine biologica nell'individuo, il che comporta una legittimazione e un'istituzionalizzazione. Cos la societ fornisce spiegazioni sul perch bisogna compiere determinate azioni. Problemi analoghi di adattamento all'organismo al mondo sociale costruito esistono anche nella socializzazione secondaria. Nell'individuo pienamente socializzato c' una continua dialettica interna tra l'identit e il substrato biologico: l'individuo continua a fare esperienza di se stesso come organismo, indipendentemente dal suo essere sociale e a volte in contrapposizione con esso. L'uomo biologicamente predestinato a costruire un mondo ed abitarvi in comune con gli altri. Questo mondo diventa per lui la realt dominante e definitiva. I suoi limiti sono posti dalla natura ma esso influisce a sua volta sulla natura. Nella dialettica tra natura e mondo socialmente costruito, lo stesso organismo umano viene trasformato e in questo modo l'uomo produce la realt e se stesso.

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