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Ing.

Guido Bellagamba Allegretti

Quaderno 2

Tipologie di fondazioni: Superficiali Profonde Fondazioni superficiali: Tipologie Dimensionamento Fondazioni profonde: Accenni Pali battuti Pali trivellati Pali trivellati pressati con elica Jet grouting

INDICE 1. TIPI DI FONDAZIONI.........................................................................................................4 1.1 1.2 2. Fondazioni superficiali o dirette ............................................................................4 Fondazioni profonde ..............................................................................................5

FONDAZIONI SUPERFICIALI ............................................................................................6 2.1 Geometria............................................................................................................. 10 2.1.1 Impronta di base .......................................................................................... 10 2.1.2 Altezza H del plinto....................................................................................... 13 2.1.2.1 Metodo operativo ................................................................................ 14 2.2 Calcolo dellarmatura col metodo semiprobabilistico ................................. 15 2.2.1 Fondazione rigida (V2H)............................................................................ 15 2.2.1.1 Carico centrato e=0 (M=0) ................................................................. 15 2.2.1.2 Carico eccentrico e0 (M0).............................................................. 17 2.2.1.3 Condizioni di ancoraggio .................................................................... 19 2.2.2 Fondazione flessibile (V>2H) ....................................................................... 19 2.2.2.1 Impiego degli abachi........................................................................... 22 2.2.2.1.1 Metodo operativo............................................................................. 24 2.2.2.1.2 Esempio di calcolo............................................................................ 24 2.2.2.2 Condizioni di ancoraggio .................................................................... 25 2.2.2.3 Verifica a taglio ..................................................................................... 26 2.2.2.3.1 Carico centrato ................................................................................. 26 2.2.2.3.2 Carico eccentrico............................................................................. 26 2.3 Calcolo dellarmatura col metodo alle tensioni ammissibili......................... 27 2.3.1 Fondazioni rigide .......................................................................................... 27 2.3.2 Fondazione flessibile .................................................................................... 27 2.3.2.1 Verifica a taglio ..................................................................................... 29 2.3.2.2 Verifica a punzonamento ................................................................... 29 2.4 Raccomandazioni esecutive............................................................................. 29 2.4.1 Travi di collegamento .................................................................................. 30 2.5 Esempio di calcolo di un plinto ......................................................................... 31 2.6 Metodo semiprobabilistico................................................................................. 32 2.7 Metodo n .............................................................................................................. 35

3.

FONDAZIONI PROFONDE............................................................................................ 37 3.1 Generalit ............................................................................................................. 37 3.2 Pali battuti ............................................................................................................. 39 3.2.1 Legno ............................................................................................................. 39 3.2.2 C.a. ................................................................................................................. 39 3.2.3 Acciaio........................................................................................................... 43 3.2.4 In c.a. gettato in opera ............................................................................... 44 3.3 Pali trivellati ........................................................................................................... 46 3.3.1 Di piccolo diametro (d<250 mm) .............................................................. 46 3.3.2 Di medio e grande diametro (d > 300 mm)............................................. 49 3.4 Pali trivellati pressati con elica ........................................................................... 51 3.5 Jet grouting........................................................................................................... 53

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4. 5.

Appendice I Ferri darmatura ................................................................................ 56 Appendice II - Travi incastrate: reazioni e diagrammi .......................................... 57 5.1 5.2 5.3 5.4 Trave incastrata uniformemente caricata ...................................................... 57 Trave incastrata con carico triangolare crescente ....................................... 57 Trave incastrata con carico triangolare decrescente .................................. 58 Trave incastrata con carico trapezio ............................................................... 58 Sezione rettangolare a semplice armatura (a trazione)............................... 59 Sezione rettangolare a doppia armatura ....................................................... 60

6.

Appendice III verifica a flessione retta di sezioni rettangolari........................... 59 6.1 6.2

7.

Appendice IV verifica a taglio in sezioni rettangolari ........................................ 60

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1.

TIPI DI FONDAZIONI

La fondazione quella parte della struttura alla quale viene affidato il compito di trasferire i carichi al terreno, nel rispetto dei requisiti di progetto. Le fondazioni possono essere dirette o superficiali oppure profonde a seconda della natura del terreno su cui insiste la struttura e della tipologia della sovrastruttura 1.1 Fondazioni superficiali o dirette Applicano una pressione subverticale al terreno su unarea di impronta allargata rispetto agli elementi portanti della sovrastruttura. La necessit di avere alla base del plinto unarea maggiore di quella dei relativi pilastri e/o setti portanti, legata al fatto che il terreno presenta rigidezza e resistenza inferiori rispetto agli elementi strutturali. A parit di carichi, quindi le tensioni trasmesse tramite tale maggiorazione, permette la riduzione delle tensioni trasmesse, rendendole confrontabili coi valori del terreno di imposta. Il piano di posa deve essere posizionato ad una profondit tale da: oltrepassare la coltre superficiale detritica; oltrepassare lo strato soggetto a gelo-disgelo; essere al di fuori o totalmente entro la fascia di oscillazione della falda; rispettare i vincoli geometrici relativi alla posizione del piano di posa delle fondazioni vicine ( comunque consigliabile impostare tutte le fondazioni di uno stesso edificio alla medesima quota). La profondit D del piano di posa da p.c. influenza sia la capacit portante che lentit dei cedimenti, infatti al suo crescere, a parit di carichi, decrescono i cedimenti ed aumenta la capacit portante. Le problematiche esecutive legate alla realizzazione di fondazioni dirette sono: dov presente la falda freatica necessario abbassarla temporaneamente con un emungimento controllato dellarea o con barriere di flusso evitando cedimenti negli edifici attigui (per variazioni di falda);

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generalmente si ricorre alla realizzazione di un sottoplinto di magrone di 10 cm di spessore con la funzione di regolarizzare il piano di posa della fondazione;

il magrone di fondazione in genere viene esteso allintera area di lavoro nel caso di terreni coerenti per mantenerla in ordine.

1.2 Fondazioni profonde talvolta necessario trasmettere i carichi e le azioni di un edificio a strati pi resistenti o comunque trasferirli principalmente in profondit ricorrendo a fondazioni su pali, cio elementi allungati, generalmente in calcestruzzo o a acciaio. In questo tipo di fondazione il carico trasmesso al terreno per attrito e/o adesione laterale lungo il fusto ed in parte per pressione al di sotto della punta. La scelta di optare per una fondazione su pali dovuta in genere alla presenza di terreni di scarse caratteristiche geotecniche (in termini di capacit portante e cedimenti) in superficie. Macroscopicamente i pali si dividono in infissi, trivellati e con tubo forma infisso e successivo getto di cls in opera. Solo nel caso dei trivellati, durante la realizzazione si ha asportazione del terreno. La scelta della tipologia di pali da impiegare dipende da alcuni fattori come: natura del terreno; modifiche indotte dalla realizzazione dei pali (in funzione della tecnologia); attrezzature disponibili in relazione agli spazi di manovra; effetti sulle costruzioni adiacenti. i pali infissi non sono adatti in terreni ad alta resistenza od in terreni eterogenei con trovanti; linfissione comporta benefico addensamento solo se eseguito in terreno incoerenti; nei terreni coesivi saturi, linfissione infatti incrementa solo le pressioni neutre senza addensare (agli eccessi pu liquefare il terreno); linfissione impiega attrezzature di grandi dimensioni e determina trasmissione di vibrazioni; 5

Questi vincoli infatti comportano che:

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le attrezzature per realizzare i pali trivellati sono generalmente di piccole dimensioni; la realizzazione di pali, specie se realizzati in opera (e non prefabbricati) richiede maestranze specializzate.

In funzione della dimensione si parla di: micropali o pali di piccolo diametro ( < 25-30 cm) pali di medio diametro (30 cm < < 60 cm) pali di grande diametro ( > 80 cm). In appendice verranno riportai alcuni esempi di fondazioni superficiali e di

fondazioni profondi, con un corollario di alcune delle tecniche esecutive attualmente impiegate per la realizzazione di pali

2.

FONDAZIONI SUPERFICIALI

Allinterno delle fondazioni superficiali si individuano ulteriormente diverse tipologie. Il plinto isolato di la forma pi elementare fondazione diretta

possibile. Quando linterasse fra due pilastri della sovrastruttura limitato, si considerano plinti accoppiati in modo da ottenerne uno unico con impronta di base rettangolare. Analoga geometria viene adottata quando i carichi trasmessi dalla sovrastruttura sono caratterizzati da eccentricit. Il plinto isolato pu comunque anche avere differente geometria qualora lo spazio a disposizione limitato (ad esempio per confini con altre costruzioni): in quei casi si possono adottare plinti zoppi, caratterizzati da asimmetria del pilastro sul plinto.

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Quando

pilastri

della

sovrastruttura sono allineati con interasse ridotto dei carichi e le caratteristiche del terreno sono tali da produrre sovrapposizione tra i plinti necessari, si ricorre alle travi di fondazione. La sezione della trave ha generalmente la forma di una T rovesciata con le ali al contatto col terreno. In tali condizioni, la suola di fondazione opera in condizione piana, di quindi deformazione

soggetta a carico lineare. Se inoltre, limpronta del reticolo di travi supera il 60% dellarea di pianta delledificio, generalmente si passa alla platea di fondazione (che inoltre garantisce unefficace impermeabilizzazione della fondazione).

Per il dimensionamento dei plinti devono essere prese in considerazione tanto la natura del terreno quanto la tipologia di struttura sovrastante. Quando si parla di progetto di un plinto, i termini da definire sono geometria ed armatura.

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IMPRONTA DI BASE GEOMETRIA ALTEZZA H Trazione ARMATURA Taglio Punzonamento

Cedimenti Carico ammissibile Plinto snello Plinto tozzo

La definizione della geometria, prima parte del problema, porta allindividuazione della tipologia di fondazione superficiale: rigida o flessibile. Quando infatti la lunghezza v della mensola non supera 2h (con chiaro significato dei simboli riportato in figura), si parla di fondazione rigida, altrimenti la fondazione flessibile. La differenza fra i due tipi di fondazione, sul modello interpretativo adottato in fase di dimensionamento delle armature. Per le fondazioni rigide, come confermato dallandamento delle isostatiche in un plinto caricato assialmente (vedi figura a seguire), il modello risolutivo fornito dallo schema a traliccio, con biella compressa in cls tirante orizzontale in acciaio (fornito questo ultimo dalle armature del plinto): lo schema secondo cui durante linflessione le sezioni si mantengono piane ed ortogonali (ipotesi Bernoulli Navier) NON in questo caso applicabile.

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Se la geometria della fondazione tale da definirla flessibile, lecito introdurre lipotesi di conservazione delle sezioni piane. Il momento flettente di progetto va dunque calcolato secondo gli schemi statici di tecnica delle costruzioni, ad una sezione posta a distanza e dal filo esterno del pilastro. Tale valore di e pari a 0.15b se si tratta di calcestruzzo e 0.25b in caso di muratura (ormai molto raro), avendo posto b la larghezza del pilastro insistente sul plinto. Lo schema risolutivo dunque fornito da una mensola incastrata ad un estremo e libera allaltro, caricata con un carico pari alla reazione del terreno, di luce L pari a v+e (con v aggetto dal pilastro ed e posizione dellincastro). La sezione maggiormente cimentata sempre quella di incastro. In generale difficile calcolare in modo rigoroso una fondazione superficiale a causa delle incertezze derivanti dallindividuazione delle pressioni di contatto che hanno una distribuzione significativamente differente da quella uniforme. Daltra parte il terreno ha una resistenza finita, linsorgere di zone di plasticizzazione modifica la distribuzione fino a renderla pressoch uniforme nellistante in cui il carico applicato eguaglia il valore limite corrispondente alla capacit portante del terreno. Per il dimensionamento delle fondazioni superficiali, quindi necessario assumere unimportante ipotesi semplificativa per la definizione delle tensioni di risposta del terreno. Lanalisi della teoria dellelasticit, assieme ad osservazioni di natura pratica, indicano in effetti che la distribuzione degli sforzi al di sotto delle fondazioni caricate simmetricamente, NON uniforme. Daltra parte, la molteplicit delle variabili in gioco (rigidezze relative di terreno e struttura, stato del terreno, etc), comporta che la definizione delle pressioni al di sotto delle fondazioni, possa ritenersi non definibile con precisione. Da qui dunque ladozione di una distribuzione delle pressioni di tipo lineare, semplificazione questa che determina errori accettabili in quanto coperti dai margini di sicurezza usualmente adottati nella definizione dello schema statico rappresentativo della struttura. In questa semplificazione, va anche notato che il peso proprio della struttura di fondazione e del terreno di rinterro non devono essere considerati nel calcolo

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delle reazioni del terreno e delle caratteristiche della sollecitazione, in quanto il loro contributo a queste ultime si annulla. 2.1 Geometria

2.1.1 Impronta di base La considerazione da fare, per quanto attiene i plinti isolati che si tratta di strutture di fondazione a pianta quadrata BxB a meno che leccentricit dei carichi trasmessi non sia significativa, nel qual caso presentano forma rettangolare B1xB2. Per quanto riguarda limpronta di base, quanto gi visto per cedimenti e definizione del carico ammissibile qtamm nel quaderno 1 va confrontato con il carico massimo desercizio qemax trasmesso al terreno dalla struttura. La verifica allo stato limite ultimo (SLU) impone: qemax < qtamm. La definizione di qemax e, conseguentemente, delle dimensioni del plinto, dipendono dal comportamento meccanico del terreno e dalle condizioni di carico trasmesse alla fondazione dalla struttura tramite i pilastri. Le configurazioni di carico possibili sono: 1) carico centrato: N0 e M=0 2) carico eccentrico: N0 e M0 (in questo caso si definisce leccentricit e=M/N). La verifica di cui sopra, come quella successiva (dei cedimenti) mantengono inalterata la loro forma anche se si lavora con le tensioni ammissibili e saranno rispettivamente la verifica a capacit portante e dei cedimenti della fondazione.

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ECCENTRICITA

Distribuzione tensioni Carico desercizio nel terreno qemax e qemin

Area minima plinto

note

e=
e=0
centrato Carico

M N

(M=0)

qe =

N A

Am =

N qtamm

La

tensione

uniformemente

distribuita sotto il plinto che in genere di base quadrata

Bmin =

Am
del

q e max =
B e< 6

N 6M + 2 B1 B2 B1 B2

Fisso B2
NB2 + 6 M Am = B2 qtamm *

Il

carico

cade

allinterno

nocciolo di inerzia: tutta la sezione compressa ma la distribuzione non uniforme

q e min

N 6M = 2 B1 B2 B1 B2 2N A

e=

B 6

q e max =

Am =

2N
qtamm *

Il carico N cade sul bordo del nocciolo compressa triangolare di inerzia: con sezione diagramma

Fisso B2
2N q e max = B B2 3( 1 e) 2 B 3u = 3( 1 e) 2

Il carico N cade al di fuori del nocciolo di (se inerzia: si sezione un si parzializzata materiale avesse trave

Carico eccentrico

e>

B 6

4N Am = + 2 e B2 3qtamm *

continuo

avrebbe diagramma a farfalla con compressione e trazione. Nel caso della fondazione non possono essere trasmesse sollecitazioni di trazione, visto che la fondazione si solleva). Solo compressione su sezione ridotta

* nel caso di distribuzione non uniforme di qe si pu considerare un valore della qtamm maggiorato del 20%. 11

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Nella realt lo stato che maggiormente limita il dimensionamento dellimpronta del plinto quello desercizio SLE perch richiede dimensioni in pianta del plinto pi elevate per essere soddisfatto. In tal modo la verifica avviene intermini di cedimenti: cedimenti esercizio < cedimenti ammissibili della struttura. Definita quindi la pressione di contatto fondazione-terreno della fase di esercizio qe necessario che i cedimenti w indotti nel terreno siano compatibili con quelli che possono essere assorbiti dalla struttura in elevazione. Alle componenti di moto rigido della struttura (spostamenti e rotazioni) si sommano i cedimenti w del terreno. I cedimenti che mettono in crisi la struttura in elevazione non sono quelli assoluti: se tutti i plinti avessero 1 2 3 4 lo stesso cedimento w, seppure di elevata entit, non influenzerebbe in alcuna misura la struttura in W1 W2 W3 W4 elevazione. I danni sono provocati ed dai in cedimenti differenziali

particolare dalla distorsione relativa (o rotazione relativa):

w . l

I valori limite da adottare sono:

= =

1 1 150 250 1 1 300 500

danni a strutture portanti (SLU) fessure o lesioni nelle strutture di tamponamento (SLE)

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Difficilmente sono calcolabili i valori delle rotazioni relative, per questo sono stati individuati dei valori di cedimenti assoluti limite legati al valore di scelto (quaderno 1): wmax = 15000 [mm] wmax = 30000 [mm] sabbie argille

Se ad esmpio si effettua una verifica allo SLE scegliendo =1/500, allora wmax sar pari a 3cm o 6cm rispettivamente nel caso di sabbie o argille. In conclusione quindi, le dimensioni del plinto che influenzano il valore di qe dovranno essere tali che i cedimenti indotti nel terreno we non superino i valori limite: we < wmax 2.1.2 Altezza H del plinto La stima dellaltezza H del plinto viene determinata verificando che la sezione di cls sia tale da non subire rotture per punzonamento (fenomeno di tortura dovuto al raggiungimento nel cls delle tensioni limite di trazione).

Le normative a cui si fa riferimento, schematizzano la superficie di rottura come avente andamento verticale (e non inclinata a 45) ed uno sviluppo del perimetro diverso a seconda della normativa. Per lEurocodice 2, ad esempio, se con d si indica laltezza utile del plinto di altezza H, maggiora le dimensioni del pilastro insistente sul plinto di 1.5d (come nel particolare a della figura a lato). Col punzonamento si considera quindi lo stato tensionale mobilitabile e mobilitato lungo la superficie critica a causa del carico trasmesso dal terreno al plinto, 13

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esternamente al perimetro critico. In pratica come considerare come carico di progetto il contributo di qe agente sulla parte di impronta di base del plinto al di fuori del perimetro critico. Lo sforzo di punzonamento calcolato Vpd deve quindi essere inferiore alla resistenza offerta dal cls Vpu, in modo che:

Vpd Vpu
Dove:

()

V pd = td B1 B2 Ap

Ap : area della superficie in pianta limitata dal perimetro critico = (a1+3d)(a2+3d)

td : carico desercizio trasferito al terreno (qe) : coefficiente che tiene conto delleccentricit del carico, pari a 1 per i carichi
centrati e 1.15 per i carichi eccentrici.

V pu = S p rd K (1.2 + 40 l )
Sp : superficie laterale di riferimento (critica) = 2 [(a1+3d) + (a2+3d)]d;

rd

resistenza
2 f ctd + cm f ctd

nominale

calcestruzzo

(vedi

paragrafo

2.2.2.3.1):

rd =

con =1, cm tensione media di compressione e fctd

resistenza a compressione di progetto nel cls (pari al rapporto fra valore caratteristico fck e coefficiente c); K : dipende dal valore di d: se d0.6 m allora K=1; se d<0.6 m allora K=1.6-d;

l : percentuale darmatura pari alla media geometrica delle percentuali di


armatura nelle due direzioni, quindi

l = x y
0.0015 l 0.015
2.1.2.1 Metodo operativo limitare la dimensione massima della mensola per consentire unadeguata rigidezza, quindi V3H allora HV/3; si stabilisce il valore di K in base ad una prima stima di H e quindi di d; considerando il valore minimo di percentuale darmatura L = 0.0015 si calcola il valore resistente Vpu e si verifica se tale valore soddisfa la relazione (*). In fase di predimensionamento, si pu impiegare la seguente relazione: 14

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d 0.4 N pd
Dove Npd in Newton e d in mm. Come ordine di grandezza si fa presente che L = 0.015 corrisponde circa a 37.5 kg di acciaio per m3 di cls che, per strutture ordinarie in c.a., rappresentaa una armatura importante. 2.2 Calcolo dellarmatura col metodo semiprobabilistico Una volta note le dimensioni di base e di altezza del plinto, possibile stabilire se la struttura in progetto rigida oppure flessibile (V2H oppure V>2H). Questa distinzione importante in quanto con essa varia il procedimento di calcolo delle armature del plinto.

2.2.1 Fondazione rigida (V2H) necessario ricorrere a soluzioni per le mensole tozze. In questo caso, generalmente, si dimensiona larmatura a trazione e la sezione di cls tale da ben sopportare le sollecitazioni a taglio. Se laltezza H stata determinata come al punto 2.1.2, la verifica a punzonamento gi soddisfatta. Vediamo di seguito i vari casi di carico centrato ed eccentrico. 2.2.1.1 Carico centrato e=0 (M=0) Il meccanismo resistente, in questo caso, pu essere idealizzato con la formazione di bielle compresse di cls e da tiranti orizzontali posti alla base del plinto, come nella figura a seguire.

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Larmatura necessaria proprio quella che dovr assorbire la sollecitazione di trazione Td che si manifesta nel tirante. Si consideri il nodo (cerniera) in basso a destra:

Nd/2

Bb tan 1 = 4 0.85d
C
Rd

0.85d

Rd la risultante delle azioni del terreno e per equilibrio alla traslazione pari a Nd/2 e si trova baricentrica rispetto al diagramma delle tensioni di contatto terreno-semiplinto (quindi, con tensioni uniformi, a B/2 da asse medio del plinto).

B-b 4

Si consideri lequilibrio nel nodo C. se con Bd si indica la compressione nella biella di cls:
Rd = Bd sen R d = tan Td Td = Bd cos

quindi
Td = Rd tan 1 = Nd B b 8 0.85d

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Bd C

Rd

Bd

Td Rd

Td

Infatti, per traslazione Rd=N/2=Bdcos (per equilibrio alla traslazione verticale) e Td= Bdsen. Il rapporto fra le due grandezze porta al risultato di cui sopra. Gli equilibri vengono eseguiti su mezzo plinto e, vista la simmetria di geometrie e di carichi, i risultati vengono estesi a tutta la struttura. 2.2.1.2 Carico eccentrico e0 (M0) Nel caso di carico eccentrico il meccanismo di resistente decisamente pi complicato: il carico trasmesso al terreno non uniforme e quindi le risultanti Rd non sono centrate nelle semibasi. Liter rimane per il medesimo del paragrafo 2.2.1.1. La cerniera 1 (a sinistra) la maggiormente sollecitata:

T1d = Rd 1

X 1 0.25b 0.85d

Con d altezza utile del plinto. X1 e R1d nascono da considerazioni geometriche. Analizzando lintero plinto, visti i carichi trasmessi dal pilastro, si trovano i valori limite delle tensioni di contatto (qem la tensione media, relativa a B/2: nel disegno in C):

q e max = q e min = q em =

Nd 6M 6M + 2 = qem + 2 B1 B2 B1 B2 B1 B2 Nd 6M 6M 2 = q em 2 B1 B2 B1 B2 B1 B2

q e max + qe min Nd = 2 B1 B2

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Visto che lo studio per viene condotto su met plinto, nasce la necessit di definire landamento trapezio dei carichi sulla semi struttura, tenendo conto della simmetria geometrica e della asimmetria dei carichi (e quindi delle tensioni di contatto). H Q G q
x= H Q + 2q (Q + q ) H ;A= 3 Q+q 2 6M 3q em + 2 B B1 B2 X1 = 1 6M 6 2q em + 2 B1 B2 Nd 3 M + 2 2 B1

R1d =

Il valore di R1d rimane baricentrico rispetto alle tensioni di contatto, ecco dunque la necessit di definire la posizione del baricentro del trapezio rispetto allasse del plinto (X1). Larea del trapezio delle tensioni di contatto, ne definisce la risultante (che equilibra i carichi verticali) che sar applicata nel baricentro, quindi a distanza X1 dallasse del plinto. Una volta definito il valore della forza Td possibile definire larmatura in termini di numero ferri e relativo diametro:

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Td = As f yd
Dove As larea complessiva dellacciaio = nf d (con nf numero ferri e d area del singolo ferro) e fyd il valore a snervamento di calcolo dellacciaio (pari al valore limite fys diviso il coefficiente s=1.15). In genere gli acciai per armature lente sono Fe B 38K e Fe B 44K, il cui valore di fys rispettivamente pari a 326 e 374 N/mm2. Per le armature lente, il diametro minimo impiegato 12 mm. Per plinti di modeste dimensioni si pu scendere ai 10 mm di diametro. 2.2.1.3 Condizioni di ancoraggio Nel caso in questione, la lunghezza di ancoraggio dellarmatura inferiore , va computata a partire dal punto A, come riportato nella figura a seguire.

lb la lunghezza di ancoraggio teorica e deve essere almeno pari al valore maggiore dei tre riportati a lato.

2.2.2 Fondazione flessibile (V>2H) In questo caso larmatura viene dimensionata considerando il problema di una mensola incastrata, caricata dalle sollecitazioni trasmesse dal terreno (uniforme o no a seconda delleccentricit dei carichi).

La lunghezza l della mensola da prendere in esame non pari a quella dellala: la sezione di riferimento posta ad una distanza e dal filo esterno del pilastro: e = 0.15 b l = v+e

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Si calcola il momento flettente Md allincastro che il momento massimo. Nel caso di carico centrato, quindi con distribuzione uniforme, il valore di Md :
Nd B b Md = + e 2 B1 B2 2
2

Il valore di Md il valore del momento allincastro di una trave soggetta a carico uniforme pari a Nd/(B1B2), di lunghezza pari a (v+e)=((B-b)/2)+e. Il termine B volutamente senza pedice in quanto, a seconda che si calcoli larmatura in una o laltra direzione, la dimensione da prendere in esame risulta evidente. Se invece il carico eccentrico, necessario considerare la distribuzione corrispondente, in funzione del valore delleccentricit in rapporto al nocciolo di inerzia. Si riporta a mo di promemoria, la definizione del nocciolo dinerzia per una sezione rettangolare, tramite la figura a seguire:

Quando si ha s che fare con carichi eccentrici, si pu studiare il problema applicando la sovrapposizione degli effetti, in tal modo si considerano sempre due travi incastrate di medesima luce, caricate una con carico uniforme e laltra con carico triangolare come nella figura a seguire. La definizione di qemax immediata, mentre da definire resta il valore qe, pari al valore di tensione alla posizione (v+e) dal filo del plinto. Questo valore serve per individuare il valore del carico uniforme e del carico triangolare delle travi in cui viene suddiviso il problema. Per definire qe si pu applicare genericamente la proporzione che considera lintera fondazione:

(q e max q e min ) : B = (q e max q e ) : (v + e)


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Da tener presente che il valore di e della proporzione su riportata NON leccentircit del carico, bens proporzionale al lato del pilastro insistente sul plinto, in funzione del materiale costituente la fondazione (cls o muratura).

e= e= M d B1 < Nd 6 N 6M + 2 B1 B2 B1 B2

Md Nd

q max =

e=

M d B1 = 6 Nd 2N B1 B2

q max =

e=

M d B1 > Nd 6 2N B B2 3( 1 e) 2

q max =

In tutti i casi Md il momento per unit di larghezza nella direzione di B2 (in pratica si considera un concio unitario e poi si estendono i risultati per tutta la lunghezza di B1). Quando la sezione del plinto risulta parzializzata per grande eccentricit dei carichi, si applica ancora la proporzionalit di cui sopra, stavolta riferita alla sola parte di plinto interessata dalle tensioni di contatto, quindi 3u=3((B1/2)-e). Una volta noto il valore del momento Md possibile calcolare larmatura necessaria, considerando una sezione B2XH:

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Per il calcolo, si pu o impiegare i metodi analitici descritti in tecnica delle costruzioni o utilizzare degli abachi. 2.2.2.1 Impiego degli abachi
Us Md e = , dove con b si f cd b d f cd b d 2

Questi diagrammi pongono in relazione =

intende la base della sezione in verifica, di altezza H e di altezza utile d (altezza della sezione meno il copriferro in zona tesa). As larea dellarmatura in zona tesa e b la base della sezione verificata (usualmente unitaria, considerando un concio unitario ed estendendo i risultati allintera sezione). fcd la resistenza di calcolo a compressione del cls nella sezione di ripresa: il suo valore, pari al rapporto fra il corrispondente valore caratteristico di resistenza a compressione ed un fattore di sicurezza c, che per sezioni in c.a. pari a 1.5:

f cd =

f ck

Per limpiego degli abachi devono essere considerate e grandezze in questione con le corrette unit di misura:fcd [MPa] [MN], Md [MN m / m] come la b e d [m] capacit da questi parametri si pu calcolare Us dallarmatura inferiore:
As = Us f yd

definita

meccanica dellarmatura di trazione che dovr essere assorbita interamente

As = n d f

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2.2.2.1.1

Metodo operativo

Noti i materiali impiegati per la realizzazione del plinto laltezza H del medesimo, nonch le sollecitazioni agenti in termini di Md, si calcola:

f cd =

f ck

Md f cd b d 2 Con lultimo valore calcolato si entra nellabaco, tirando una verticale per il m di

calcolo fino ad intercettare il diagramma, definendo cos il valore di . Noto e nota la sua espressione si definisce la capacit meccanica della sezione Us:

Us U s = f cd b d f cd b d

Visto che tale capacit meccanica deve essere assorbita dalle armature a trazione:
As = Us f yd

As = n d f

2.2.2.1.2

Esempio di calcolo

Sezione da armare di altezza pari a 1m; copriferro di 4 cm, quindi altezza utile d=960 mm; momento applicato alla sezione in verifica Md=1094 kNm/m; cls con fck=25 MPa e c=1.5. acciaio Fe B 44K con fys=374 N/mm2 e s=1.15.

f cd =

25 374 = 16.7 MPa e f yd = = 325.2MPa 1.5 1.15

1.094 0.07 167 1 0.96 2

Dal diagramma dellabaco si ottiene =0.07.

Us U s = f cd b d = 0.07 16.7 1 0.96 = 1.12224 MN f cd b d

U s 1.122. 240 As = = = 3451mm 2 f yd 325.2


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Larmatura sul concio unitario quindi di 1022 (con area di 3801 mm2), estendendo a tutta larghezza, si armer con 1022/m. 2.2.2.2 Condizioni di ancoraggio

lb,net : lunghezza netta di ancoraggio;

1 il ricoprimento laterale dei ferri (pari a 70 mm se il getto contro terra).


Se V la lunghezza dellaggetto, l1=V-0.81h-1.

lb ,net

2 h = 1 0.66 lb a

Dove ld la lunghezza di ancoraggio in zona 1 secondo quanto previsto nellEurocodice 2. Se lb,net l1 0.7 lb,net l1 0.7 lb,net > l1 1) ancoraggio dritto (la barra inferiore non presenta gancio n tratto verticale ); 2) ancoraggio a gancio (manco il tratto verticale ); 3) ancoraggio a gomito con ramo verticale di lunghezza

= 0.7lb ,net l1 .

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2.2.2.3

Verifica a taglio

La sezione di riferimento per la verifica a taglio posta ad una distanza d dal filo esterno del pilastro. La misura di d pari al valore dellaltezza utile, quindi pari allaltezza del plinto meno il copriferro in zona tesa.

2.2.2.3.1
pari a:

Carico centrato

Il valore della forza di taglio per unit di lunghezza Vd nel caso di carico centrato
Nd B b d B1 2

Vd =

Questo deve essere inferiore al valore della resistenza Vrd :

Vd Vrd = [ rd K (1.2 + 40 l )] d1 B1
I valori dei termini contenuti nellequazione sono gi stati descritti al punto 2.2.1.1. In questa fase della verifica i un plinto flessibile, la percentuale di armatura non pi definita a priori come valore di tentativo, definibile con precisione essendo determinata sia la geometria del plinto sia larmatura: l =
As d B

Restano solo da definire i valori di rd di seguito riportati in N/mm2 per diverse classi di cls, posto fck il valore caratteristico di resistenza a compressione del calcestruzzo. fck 25 0.30 30 0.34 35 0.37 40 0.41 45 0.44 50 0.48

rd

2.2.2.3.2

Carico eccentrico

Nel caso di carico eccentrico, invece necessario calcolare lazione tagliante nella sezione d (la stessa definita al punto precedente), considerando la mensola incastrata, soggetta ad un carico non uniforme. Se la sezione tutta compressa, il carico applicato dal terreno al plinto trapezio:

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t1 = t2 =
Se invece la sezione parzializzata:

N 6M + 2 B1 B2 B1 B2 N 6M 2 B1 B2 B1 B2

t =

2N B B2 3( 1 e) 2 B1 3u = 3( e) 2

Individuata lintensit delle reazioni, si procede analogamente a quanto previsto al punto 2.2.2.3.1. 2.3 Calcolo dellarmatura col metodo alle tensioni ammissibili Per il calcolo con le tensioni ammissibili, si devono fare solo alcune modifiche a livello di verifica che vediamo di seguito. 2.3.1 Fondazioni rigide Ci che cambia solo nella relazione utile per definire il quantitativo di armatura necessario per rispondere agli sforzi di trazione nella parte inferiore del plinto. Tal relazione diviene:

Td = As samm
Dove samm la tensione ammissibile dellacciaio che, nel caso ad esempio di un Fe B 44 k controllato in stabilimento risulta pari a 2600 kg/cm2. Quanto esposto in precedenza per la definizione del valore di tiro agente sul tirante in acciaio, resta inalterato, quindi:
Td = Rd tan 1 = Nd B b 8 0.85d

Dove Nd il valore del carico trasmesso dalla sovrastruttura tramite il pilastro. 2.3.2 Fondazione flessibile Le considerazioni svolte nella definizione del carico da considerare sullo schema statico della trave incastrata ad un estremo rimangono inalterate. 27

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Nellambito del metodo n, le verifiche da eseguire per sono da riferirsi alla sezione a filo col pilastro, anche se il considerare una luce pari a v+e (coi medesimi significati riportati nel paragrafo 2.2.2) non sbagliato, se non altro perch comporta un maggior margine di sicurezza (infatti taglio e momento sono proporzionali alla luce direttamente alla seconda potenza). Quindi il carico agente sullarea rettangolare come nella figura a seguire viene divisa per b2, in modo da avere una trave incastrata di lunghezza v+e, caricata con un carico q uniforme (o uniformemente variabile se ci si trova nel caso di presso flessione). Per la risoluzione dello schema statico, come al paragrafo 2.2.2, vale ancora il principio di sovrapposizione degli effetti. La sezione da verificare a questo punto sar rettangolare di base pari ad 1m ed altezza pari allaltezza del plinto, da armare al minimo con armatura a trazione nella parte inferiore, secondo gli schemi di tecnica delle costruzioni.

Quindi, nota la geometria della sezione e lo stato tensionale agente, si definisce la posizione dellasse neutro (imponendo che il momento statico della sezione reagente rispetto allasse neutro sia Sx=0) e a seguire, calcolato il momento di inerzia della sezione reagente rispetto allasse neutro Jn, si verifica la compressione nel calcestruzzo e la trazione nellacciaio:

c =

M x camm Jn M (h x) samm Jn

s = n

Posto che sia h laltezza utile della sezione ed x la posizione dellasse neutro rispetto al lembo compresso della sezione. 28

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2.3.2.1 Verifica a taglio La verifica a taglio per i plinti flessibili verr eseguita nella medesima sezione ove stato fatto il dimensionamento delle armature, sempre secondo le indicazioni tipiche della tecnica delle costruzioni. 2.3.2.2 Verifica a punzonamento Nelle verifica a punzonamento dei plinti flessibili, qualora queste non risultassero soddisfatte, in condizioni ordinarie si pu anche pensare di impiegare armature supplementari, sebbene sia sempre meglio allontanarsi dal possibile problema, maggiorando la sezione del plinto affinch la verifica risulti rispettata. Per questa verifica nellambito delle tensioni ammissibili, assunta come superficie critica una superficie eguale a quanto descritto negli eurocodici (e quindi analoga a quella riportata nel paragrafo 2.1.2), si definisce la tensione tangenziale nel calcestruzzo t come rapporto fra il carico trasmesso dalla sovrastruttura e larea laterale di tale perimetro critico e lo si confronta coi valori normati di riferimento. Poer non richiedere armature suppletive dovr essere:

p =
2.4

N c0 . Ap

Raccomandazioni esecutive Al di sotto del plinto deve essere previsto uno strato di cls magro di ameno 10 cm di spessore per la regolarizzazione del piano di posa;

Meglio impiegare plinti a sezione costante. La sezione rastremata conveniente solo nel caso di fondazione di notevoli dimensioni. La sommit del plinto, ove insiste la base del pilastro, dovr avere una sezione maggiorata (colletto di 15 cm di spessore);

Quando si dispone larmatura (appoggiata su distanziatori) si dispongono anche le chiamate, cio i ferri che verranno ripresi nelle opere in elevazione (in ugual numero e diametro);

Altezza minima del plinto 25 cm; Armatura con diametri minimi di 12 mm ed interasse compreso fra 10 e 30 cm (con raddoppio in corrispondenza dellimpronta del pilastro);

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Le dimensioni dei plinti vanno definite in termini di multipli di 25 cm per limpronta di base e di 10 cm per laltezza (questioni legati alle casserature); Larmatura deve essere disposta in ambo i sensi;

2.4.1 Travi di collegamento Quando si opera in zone sismiche, limpiego di fondazioni a plinto ancora possibile, purch questi siano collegati fra loro da travi ordite secondo due direzioni ortogonali, in grado quindi di trasmettere sia sforzi di trazione che di compressione. La maglia delle travi si fa pi chiusa al crescere del grado di sismicit, quindi col termine ag/g, come nelle figure a seguire. Per evitare problemi di instabilit, devono essere garantite nella trave di collegamento delle dimensioni di minima: b

l . 20

Larmatura richiesta dipende dallo sforzo di trazione, in genere pari ad un percentuale ac del carico verticale, dipendente dalla sismicit della zona, quindi:
As a c Nd f yd

Per controllare la fessurazione in fase di rito del cls, necessario che larmatura ecceda il minimo richiesto e che, se la trave gettata in opera, sia opportunamente ancorata nei plinti collegati.

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2.5 Esempio di calcolo di un plinto Un pilastro in c.a. di dimensioni 300x300 mm2 scarichi su un plinto un carico assiale N=600kN (60ton). Nellipotesi che il terreno di fondazione abbia una capacit ammissibile pari a 0.1N/mm2 e che il plinto venga realizzato con cls classe 35MPa e con acciaio Fe B 44 K controllato in stabilimento, dimensionare e verificare la fondazione col metodo semiprobabilistico e col metodo n.

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2.6

Metodo semiprobabilistico

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2.7

Metodo n

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3.

FONDAZIONI PROFONDE

3.1 Generalit Di seguito si prendono in esame alcune delle casistiche in cui risulta giustificabile limpiego di pale per la realizzazione delle fondazioni.

a) se le caratteristiche dei terreni superficiali sono scarse, i pali operano come prolungamento dei pilastri della struttura, andando a scaricare i carichi su substrato roccioso sottostante; b) quando il substrato portante risulta troppo profondo, il carico viene trasmesso gradualmente al terreno superficiale per attrito laterale; c) i pali possono lavorare con carichi verticali; d) talune forme di pali lavorano anche per sforzi di taglio; e) con soluzioni inclinate, si pu sopportare lo sforzo di taglio con pali operanti in ambito assiale; f) la soluzione su pali ben si adatta al caso di scour, vale a dire in adiacenza a zone soggette a fenomeni di erosione, come per pile di ponti ad esempio; g) se previsto in seconda fase uno scavo adiacente alla fondazione costruenda, adottando pali si pu trasmettere il casico al di sotto del futuro piano campagna, evitando cedimenti; h) i pali operano bene anche nel caso di terreni superficiali suscettibili alle variazioni stagionali di falda, andando a trasmettere i carichi negli strati 37

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maggiormente stabili (al di sotto della fascia di oscillazione della falda quando questa risulta di potenza metrica). Un palo di fondazione trasmette il carico al terreno attraverso tensioni tangenziali sulla superficie laterale e tensioni normali alla base della punta. Le prime dipendono, oltre dalle caratteristiche dellinterfaccia, palo-terreno e del terreno immediatamente circostante, dallo stato tensionale allinterfaccia; le seconde dalle propriet di un ridotto volume di terreno circostante e sottostante la punta del palo.

Da qui risulta evidente limportanza dei fattori tecnologici nel determinare il comportamento della fondazione in un dato terreno: le tecnologie realizzative, rapportate alla tipologia di terreno, portano a differenti risultati. In tal senso i pali vengono classificati in funzione di: 1) materiale: legno, cls prefabbricati, cls gettati in opera ed acciaio; 2) dimensione: micropali (d < 250 mm), medio diametro (300 mm < d < 600 mm) e grnde diametro (d > 800 mm); 3) tecnologie esecutive: battuti, trivellati ed intermedi

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3.2

Pali battuti

3.2.1 Legno Hanno generalmente sezione quadrata dellordine di 40x40 cm2 e lunghezze massime dei 15-18 m. Il massimo sforzo di lavoro dellordine di 4.5 MPa (ricordando che 1 MPa equivale circa a 10 kg/cm2). 3.2.2 C.a. Hanno sezione quadrata o poligonale e sono generalmente prefabbricati in stabilimento. La loro lunghezza condizionata dal problema del trasporto. Sezione tipica fra 25x25 e 50x50 cm2, con lunghezze di 12-25 m. massimo sforzo di lavoro dellordine di 8-9 MPa.

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Per migliorare la penetrazione in fase di battitura possono essere corredati di punta metallica. Per prevenire problemi in sommit durante la fase di battitura, si pu infittire il passe delle staffe e eseguire precompressione tramite fili aderenti. La loro lunghezza difficilmente modificabile, per questo motivo di questi pali esistono tipologie tali da permetterne lassemblamento di limitati tronchi in cantiere con limpiego di idonei giunti, come nel caso di pali SCAC (pali rastremati rastremazione di 1.5 cm/m-, cavi con punta rivestita in lamiera).

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Questi pali presentano dei vantaggio, fra cui vale la pena ricordare: - elevata curabilit; - buona qualit del materiale impiegato; - controllo delle caratteristiche prima dellinfissione; - pi approfondita conoscenza del terreno in base ai dati relativi allinfissione (che possono essere considerati alla stessa stregua di una prova penetrometrica dinamica). Come svantaggio si pu considerare: - linfissione pu creare disturbi; - impossibilit di variare la profondit del palo durante lesecuzione, sulla base delle caratteristiche riscontrate; - danni legati alle vibrazioni in fase di battitura, alle strutture vicine od ai pali gi realizzati; - dimensioni condizionate da problemi di trasporto. Questo tipo di pali infatti, quando in c.a., deve prevedere una serie di armature finalizzate unicamente ai problemi relativi al trasporto ed alla fase di battitura. Quando in fase di battitura, lavanzamento si riduce a valori inferiori a 3 mm, necessario prendere opportuni provvedimenti per facilitare linfissione, come liniezione di acqua (in tal modo si lubrifica il palo e si riduce la resistenza del terreno alla penetrazione).

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Insistere infatti con la battitura quando si hanno piccoli avanzamenti, pu causare lesioni: in tali casi infatti tutta lenergia di battitura viene assorbita dal palo. Questa anche la ragione per cui in genere si impiega una cuffia di protezione della sommit del palo. I pali battuti parzialmente prefabbricati sono tali che ad una preventiva battitura per la posa in opera, fa seguito un getto di completamento con preventiva posa di armatura (esempio pali SAMOR). Esempio di dimensioni di pali battuti in c.a. e relativi carichi massimi sono forniti nelle tabelle a seguire per i pi comuni tipi di pali centrifugati e per i pali WEST.

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3.2.3 Acciaio Sono di svariate tipologie, geometrie e con particolari tecnologie di battitura a seconda del costruttore (di cui in genere prendono il nome). In questa sede ci si limita a dire che hanno notevoli doti di resistenza a compressione, trazione e flessione, facilit di trasporto, possibilit di sopportare elevati sforzi di infissione, facilit di giunzione per saldatura o di asportazione di

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eventuali tratti residui. Per contro hanno per costi sensibilmente pi elevati dei pali in c.a.. Di seguito si riportano ad esempio i pali tipo LACOR e RAYMOND.

3.2.4 In c.a. gettato in opera Due sono le tecnologie possibili: a fusto battuto o a fusto colato. Del primo tipo si ricorda il palo FRANKI e del secondo il palo SIMPLEX.

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Nel caso di fusto colato, si impiega un tubo forma chiuso inferiormente da un piattello a perdere tal ad impedire lingresso di detriti o acqua in fase di battitura. Eseguita la battitura fino alla profondit desiderata, si inserisce larmatura e si cola l cls fluido. Per lestrazione del tubo forma si possono impiegare vibratori che fra laltro migliorano le caratteristiche del getto. Col fuso battuto la tecnologia si complica. Si realizza un tappo di ghiaia o di cls spesso 2-3 volte il diametro del palo e si esegue la battitura dallinterno del tubo forma (mentre nel caso precedente si batteva sul tubo forma stesso). In tal modo, durante la battitura, lazione del maglio trascina con se il tubo forma, addensando inoltre il fondello in modo da renderlo inoltre impermeabile. Raggiunta la profondit richiesta da un lato il tubo forma viene tirato dalla macchina mentre il maglio continua ad operare con graduale aggiunta di cls (in modo da occupare lo spazio anulare lasciato libero dal tubo forma estratto). Espulso il tappo di fondo si inserisce larmatura (tale da permettere lazione del maglio) ad elica, e si procede immettendo gradualmente cls poco fluido (quasi asciutto) sempre sotto lazione del maglio. 45

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Se questultimo metodo garantisce migliori caratteristiche del palo, dallaltro canto per richiede tempi maggiori di realizzazione e limpiego di maestranze specializzate. Infatti un errore in fase di estrazione del tubo forma determina una perdita di continuit del fusto con perdita di funzionalit del palo. Per questo in genere, anche se di inferiori caratteristiche, oggi si preferisce il fusto colato, anche se richiede lunghezze superiori: pi veloce da realizzare, senza eccessive precauzioni. Come carichi massimi, si pu dire che un palo da 300 mm di diametro, rispettivamente simplex e franki hanno portanze dellordine di 350 e 500 KN, mentre per diametri di 600 mm, si hanno valori di 1400-2000 KN (si ricorda che 10 KN = 1 ton). 3.3 Pali trivellati Vengono costruiti realizzando un foro con asportazione del terreno attraverso la perforazione e successivo riempimento con calcestruzzo. Hanno diametri variabili da 10 cm a 2-3 m. si differenzino tra loro essenzialmente per le modalit di asportazione del terreno, di sostentamento delle pareti del foro e di getto del calcestruzzo. Il carico da loro sopportabile usualmente connesso alla sollecitazione massima ammissibile nel calcestruzzo impiegato per il loro confezionamento. 3.3.1 Di piccolo diametro (d<250 mm) Sono fondamentalmente di due tipi: palo RADICE (con getto in pressione del cls dal basso) e palo TUBOFIX (con armatura coassiale valvolata). Per i pali RADICE ola perforazione avviene con batteria di aste munite di corona di testa. I materiale di scavo rifluisce in superficie grazie al fluido di circolazione che, a seconda del terreno scavato, pu essere aria, acqua o fango bentonitico. Scavato il foro, si introduce larmatura (che pu essere anche a gabbia) e si getta dal basso: il tubo convogliatore mantiene unestremit immersa nel cls. Il tubo forma di scavo viene a questo punto estratto gradualmente, applicando aria in pressione al suo interno (avendo posto precedentemente una chiusura a tenuta di testa). Si ottiene in questo modo una superficie laterale del getto scabra in grado di sopportare elevate tensioni tangenziali. 46

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Questi pali raggiungono tensioni di lavoro di 60-80 kN e di 500-700 kN rispettivamente per i diametri pi piccoli ed i pi grandi.

I pali TUBOFIX sono maggiormente diffusi: sono caratterizzati da unarmatura coassiale di acciaio, dotato di valvole ad interasse predefinito. La fase di cavo avviene egualmente al caso precedente. Finito lo scavo, il tubo forma viene estratto completamente (a meno che non ci si trovi in casi particolari di terreni collassabili incoerenti) e si inserisce larmatura fino in fondo al foro. Si inetta il cls, bloccando il getto in pressione in corrispondenza delle valvole (dette anche manchettes), dove quindi si formano delle svasature in grado di aumentare la capacit portante finale. Il getto quindi avviene per punti in corrispondenza delle varie valvole.

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Rispetto ai pali di grande diametro, questa tipologia di sottofondazione risulta in genere pi onerosa, daltro canto per permette risparmi di tempo ed in condizioni ordinari necessita di macchinari di limitato ingombro. Va infatti molto bene come tecnologia in ambito urbano per consolidazione di sottofondazioni. Per la connessione dei pali tubofix alle sovrastrutture dellarmatura figura a seguire. I pali TOBOFIX hanno carichi di lavoro massimi dellordine dei 100 kN in compressione nel caso dio diametro nominale di 200 mm, armato con tubo di diametro esterno di 101.6 mm e spessore 15 mm (a trazione il carico circa si dimezza). Di seguito si riporta una tabella contenente le dimensione e le portate pi usuali per i micropali con tubo dacciaio valvolato. in cls in genere si applicano armature saldate alla testa coassiale (dette maniglioni) come rappresentato dalla

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3.3.2 Di medio e grande diametro (d > 300 mm) Sono di diverse tipologie in funzione della tecnologia adottata in fase di perforazione.

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Un esempio relativo alla trivellazione allinterno di una tubazione di rivestimento vibroinfissa. Questa tecnologia si manifesta molto produttiva. Infatti in fase di avanzamento, si possono raggiungere i 5-10 metri di palo per ora di lavoro. Per fase successive si inserisce il tubo forma con vibroinfissione ed allinterno del medesimo di procede con perforazione fino a fondo foro. A fine scavo si inserisce larmatura e si getta il cls. Fase finale lestrazione del tubo forma, come rappresentato nello schema a fianco. Limpiego di attrezzature a

rotazione per lo scavo di questi pali, associato alla presenza di terreni di natura di coerente, realizzare permette

perforazioni senza limpiego di rivestimenti di alcun tipo. In tal modo la produzione giornaliera ne trae beneficio ulteriore. Limpiego di rivestimenti non deve rivestimenti profondit necessariamente parziali ove si fino alle continuo: lo si pu prevedere trovano

stratigrafie di terreni incoerenti. Nei terreni ove le pareti del foro non sono stabili (esempio terreni incoerenti sotto falda) si pu fare ricorso alla stabilizzazione con fango bentonitico. Questo infatti unargilla con spiccate propriet colloidali che, posta in sospensione in acqua forma un fango avente peso specifico superiore a quello dellacqua.

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Se quindi nel foro si mantiene il livello del fango bentonitico superiore a quello di falda nei terreni attraversati, si determina una filtrazione dallinterno foro verso il terreno. In tal modo si deposita sulla parete del foro un velo di fango che funzione come una membrana impermeabile che consente alla pressione idrostatica allinterno del foro di esercitare unazione di sostentamento delle pareti del foro. Questi fanghi trovano limite di impiego solamente nelle ghiaie pulite, dove lo strato impermeabilizzante non si forma e quindi si deve procedere con rivestimento. Diversi sono poi gli utensili impiegabili in fase di scavo. Nelle figure a seguire se ne riportano alcuni esempi.

3.4 Pali trivellati pressati con elica Noto anche come PRESSODRILL, questo tipo di palo viene costruito facendo avanzare nel terreno, sotto lazione combinata di una forza e di una coppia, una trivella ada elica nella quale lasta cava centrale divenuta un vero e proprio tubo forma, mentre lelica laterale molto piccola. Il tubo forma chiuso in fondo da un fondello a perdere. 51

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Raggiunta la profondit desiderata, si cala allinterno del tubo la gabbia di armatura e quindi uno speciale tubo getto che, forzato contro il fondello, mantiene la gabbia appoggiata al fondello stesso. A questo punto si esegue il getto e contemporaneamente si estrae il tubo con lelica esterna, asportando il terreno che si trova fra le spire dellelica. Per tale operazione si punta contro il tubo getto, ottenendo cos anche un effetto di precompressione della punta. Lelica in genere assume dimensioni comprese tra 400 e 950 mm di diametro esterno. Con questa tecnologia si possono realizzare pali fino a 30 m di profondit con inclinazioni fino a 15 sulla verticale.

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3.5 Jet grouting una tipologia di intervento che pu essere inserita tanto nelle tecniche di miglioramento dei terreni, quanto nelle fondazioni a pali, in quanto, una volta inserita larmatura, si comporta esattamente come un palo. Fra le fondazioni profonde per non rientra n fra i pali battuti, n fra i trivellati, infatti in fase realizzativi non vi alcun maglio operante, tanto meno vi asportazione di terreno in fase di perforazione. un metodo di consolidamento che consiste nell'iniezione nel terreno di miscele cementizie ad altissima pressione. La peculiarit di questa tecnica consiste nella capacit, durante l'iniezione, di disgregare il terreno, miscelandolo contemporaneamente con un fluido cementizio fino a formare una colonna di materiale che ha come asse il foro di perforazione, e che ha caratteristiche geomeccaniche migliori rispetto a quelle del terreno originario. La procedura pu essere cos schematizzata: Fase di perforazione: perforazione a distruzione di nucleo sino alla profondit di trattamento richiesta dal progetto. La batteria di aste provvista oltre alla testa di perforazione, di una particolare valvola eiettrice che ha uno o pi ugelli ortogonali all'asse della batteria dal quale uscir la malta in pressione. Fase di estrazione ed iniezione programmata: durante la fase di estrazione della batteria avviene l'iniezione a pressione variabile a seconda delle necessit da 1 a 800 atm. in questa fase che mediante la combinazione della velocit di perforazione, della pressione dell'iniezione e della velocit di estrazione della colonna di aste possibile ottenere volumi di terreno trattato della forma e delle dimensioni desiderate. Il raggio di azione legato dalla funzione R = f (P, t, T, j, d) quindi in funzione della pressione di iniezione (P), del tempo di iniezione (t), della resistenza al taglio del terreno da consolidare (T) del diametro degli ugelli (j) e della densit della miscela (d).

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Possono essere distinte tre tipologie di disgregazione del terreno: metodo monofluido: la disgregazione del terreno avviene attraverso l'azione della miscela cementizia la quale ha anche la funzione di stabilizzare il terreno stesso; il metodo ormai poco usato perch pu provocare il sollevamento del terreno e le colonne di materiale consolidato possono raggiungere in terreni incoerenti la larghezza massima di 1,4 metri; metodo bifluido: l'azione disgregante affidata all'acqua o all'aria immessa preventivamente alla miscela cementizia, alla quale solamente affidato il compito di di stabilizzare il terreno disgregato; il metodo adatto a terreni coesivi e genera colonne di diametro maggiore rispetto al metodo monofluido; metodo trifluido: attraverso gli ugelli situati sulle aste si immette nel terreno acqua e aria ad alta pressione; ci provoca la disgregazione del terreno, immediatamente seguita dal getto di miscela cementizia avente l'esclusiva funzione di compattare e stabilizzare il terreno; con questo metodo sono ridotte le fughe di miscela cementizia e si possono realizzare colonne di diametro superiore ai 2 metri. I metodi sopra descritti permettono di rimuovere la porzione fine del terreno, sostituendola con materiale con buone caratteristiche geotecniche. In particolare sabbie e ghiaie trattate con tale tecnica possono raggiungere resistenze a compressione variabili tra 10-30 MPa. La medesima tecnica in formazioni limoso-

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argillose sature, con plasticit medio alta, permette di raggiungere una resistenza a compressione che non supera i 2-3 MPa. Le miscele cementizie utilizzate nel jet-grouting sono costituite da una sospensione cementizia con un rapporti cemento/acqua variabile tra 0,5 e 1,2 in funzione della granulometria, della permeabilit del terreno e delle propriet meccaniche che si vogliono ottenere. Nel caso sia necessario realizzare un setto impermeabile o comunque una porzione di terreno con una minore permeabilit in terreni granulari, si aggiunge alla miscela cementizia un prodotto stabilizzante, in genere identificato nelle bentonite. Il jet-grouting pu essere largamente impiegato nel consolidamento di terreni coesivi, entro i quali ad esempio necessario realizzare una galleria: in questa situazione si possono realizzare trattamenti colonnari verticali dalla superficie (se la galleria non molto profonda), per consolidare il terreno al contorno della sezione di scavo; possono inoltre essere realizzati dei trattamenti suborizzontali realizzati a partire dal fronte di avanzamento sia lungo il profilo dell'estradosso che in corrispondenza del fronte stesso. Il jet-grouting pu essere anche utilizzato nella realizzazione di diaframmi contenitivi dello scavo, in corrispondenza dell'imbocco di gallerie, coadiuvati da una trave in cemento armato che permette l'ancoraggio delle teste dei tiranti distribuendo la forza da essi esercitata, per garantire il corretto sostegno dello sbancamento. Quando in fase di realizzazione dei jet grouting si attraversanoi terreni con un certo grado di cementazione, si pu operare col pretaglio, vale a dire una prima passata fino alla profondit desiderata, in cui liniezione di sola acqua in pressione. In tal modo si disgrega il terreno attraversato che, in caso di cementazione, non permetterebbe di formare colonne di diametro desiderato.

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4.

Appendice I Ferri darmatura


mm 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 25 26 28 30 32 PESO Kg/m 0,222 0,395 0,617 0,888 1,208 1,578 1,998 2,466 2,984 3,551 3,853 4,168 4,834 5,549 6,313 1 0,28 0,5 0,79 1,13 1,54 2,01 2,54 3,14 3,8 4,52 4,91 5,31 6,16 7,07 8,04 2 0,57 1,01 1,57 2,26 3,08 4,02 5,09 6,28 7,6 9,05 9,82 10,62 12,32 14,14 16,08 3 0,85 1,51 2,36 3,39 4,62 6,03 7,63 9,42 11,4 13,57 14,73 15,93 18,47 21,21 24,13 SEZIONE IN cm 2 PER NUMERO DI B ARRE 4 1,13 2,01 3,14 4,52 6,16 8,04 10,18 12,57 15,21 18,1 19,63 21,24 24,63 28,27 32,17 5 1,41 2,51 3,93 5,65 7,7 10,05 12,72 15,71 19,01 22,62 24,54 26,55 30,79 35,34 40,21 6 1,7 3,02 4,71 6,79 9,24 12,06 15,27 18,85 22,81 27,14 29,45 31,86 36,95 42,41 48,25 7 1,98 3,52 5,5 7,92 10,78 14,07 17,81 21,99 26,61 31,67 34,36 37,17 43,1 49,48 56,3 8 2,26 4,02 6,28 9,05 12,32 16,08 20,36 25,13 30,41 36,19 39,27 42,47 49,26 56,55 64,34 9 2,54 4,52 7,07 10,18 13,85 18,1 22,9 28,27 34,21 40,72 44,18 47,78 55,42 63,62 72,38 10 2,83 5,03 7,85 11,31 15,39 20,11 25,45 31,42 38,01 45,24 49,09 53,09 61,58 70,69 80,42 12 3,39 6,03 9,42 13,57 18,47 24,13 30,54 37,7 45,62 54,29 58,9 63,71 73,89 84,82 96,51

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Quaderno 2

5.
5.1

Appendice II - Travi incastrate: reazioni e diagrammi


Trave incastrata uniformemente caricata

5.2

Trave incastrata con carico triangolare crescente

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Quaderno 2

5.3

Trave incastrata con carico triangolare decrescente

5.4

Trave incastrata con carico trapezio

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Quaderno 2

6.

Appendice III verifica a flessione retta di sezioni rettangolari

Si riporta per completezza il set di equazioni utili per la verifica di sezioni rettangolari soggette a flessione semplice, secondo quanto previsto dal metodo n. 6.1 Sezione rettangolare a semplice armatura (a trazione) Dalla relazione Sx=0, deriva la posizione x dellasse neutro:

2nA f 2nA f bx 2 nA f (h x) = 0 x 2 + x h=0 2 b b


Lunica radice positiva dellequazione di secondo grado :

x=

nA f 1 + 1 + 2bh . b nA f

Definita x, si calcola il momento di inerzia Jn:

Jn =

bx 3 + nA f (h x) 2 3

Da cui le tensioni derivano immediatamente.

c =

M x camm Jn M (h x) samm Jn

s = n

Solo in questo caso si pu anche fare ricorso alla coppia interna: la compressione C sul calcestruzzo vale

( c bx)

ed applicato in x

dal lembo

compresso, mentre la trazione T, vale f A f , applicato nelle armature inferiori (ad h dal lembo compresso). Detto h0 braccio della coppia interna, si ottiene:
h0 = h Ch0 = M x 3 Th0 = M

E quindi:
camm bx(h x ) 3 M s = samm A f (h x ) 3

c =

2M

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6.2 Sezione rettangolare a doppia armatura Dalla relazione Sx=0, deriva la posizione x dellasse neutro:
2n ( A f + A f ) 2n( A f h + A f c ) bx 2 + nA 'f ( x c) nA f (h x) = 0 x 2 + x =0 2 b b
' '

Lunica radice positiva dellequazione di secondo grado :


' n( A f + A 'f ) 1 + 1 + 2b( A f h + A f c) x= b n( A f + A 'f ) 2

Definita x, si calcola il momento di inerzia Jn:

Jn =

bx 3 + nA 'f ( x c) 2 + nA f (h x) 2 3

Da cui le tensioni derivano immediatamente.

c =

M x camm Jn M (h x) samm Jn M ( x c) samm Jn

s = n s' = n

7.

Appendice IV verifica a taglio in sezioni rettangolari

Ci si riferisce unicamente in questo caso a sezioni rettangolari, visto che nellambito delle fondazioni e pi avanti per i muri di sostegno queste sono le sezioni pi frequenti. Noto lo sforzo tagliante T agente nella sezione di calcolo e la geometria della medesima sezione (B base - e d altezza utile), la massima tensione tangenziale nella sezione pari a:

T B 0.9 d Questo valore dovr essere confrontato coi valori limite imposti dalla normativa

max =

(quando si lavora con le tensioni ammissibili) definiti come di seguito:

c0 = 4 + c1

Rbk 150 (kg / cm 2 ) 75 R 150 (kg / cm 2 ) = 14 + bk 35


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Se la tensione massima sta al di sotto di c0, basta larmatura minima da regolamento, se c0< max< c1 si deve calcolare larmatura; se max> c1 si deve ridefinire la sezione.

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