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STATUTO DELLA SOCIETA' COOPERATIVA A RE SPON SA BI LI TA' LI MI TA TA

"LA FONTANA DI ABBONDIO SOCIET COOPERATIVA"


ALLEGATO AD ATTO PUBBLICO A MINISTERO NOTAIO TRIMARCHI
DI GRAGNANO
REPERTORIO: 6299 RACCOLTA: 2405
TITOLO I
DENOMINAZIONE - SEDE - DURATA
Articolo 1) Denominazione.
E' costituita una societ cooperativa denominata: "LA FONTANA DI
ABBONDIO SO CIET COOPERATIVA"
Articolo 2) Sede sociale.
La societ ha sede nel Comune di Napoli.
Ai soli fini dell'iscrizione nel registro delle imprese, i compa-
renti precisano che l'indirizzo della societ fissato alla Piaz-
za Nicola Amore civico 14, ove so no situa ti an che gli uf fi ci di-
ret tivi, am mi ni stra tivi e ge stio nali dell'im pre sa.
Il trasferimento dell'indirizzo sociale, nell'ambito dello stesso
Comune, di competenza dell'organo amministrativo.
Articolo 3) Do micilio dei soci.
Il domicilio dei soci, per tutto quanto concerne i loro rap porti
con la societ, si intende eletto, a tutti gli effetti di legge,
nel luogo indicato nel libro dei soci che sar tenuto volontaria-
mente dalla societ.
Articolo 4) Durata.
La durata della societ stabilita fino al giorno 31 dicembre
2050.
TITOLO II
NORME APPLICABILI
Articolo 5) Leggi speciali e norme sulla societ a re sponsa bi lit
limitata.
Alla cooperativa si applicano, ai sen si de gli ar ti co li 2520 e
2519, comma 1, del codice civile:
a) le norme delle leggi speciali che regolano il tipo di coope-
rativa in oggetto e l'attivit d'impresa corrispondente all'ogget-
to sociale, ed in particolare le disposizioni della legge 3 aprile
2001, n. 142, e successive modificazioni, re lative alla posizione
dei soci lavoratori, nonch del d.lgs. 10 settembre 2003, n. 276;
b) in quanto compatibili con le suddette leggi speciali, le nor-
me del codice civile relative alle societ cooperati ve;
c) per quanto non previsto dagli articoli 2511 e seguenti del
codice civile, ed in quanto compatibili, le disposizioni sulla so-
ciet a responsa bilit limitata.
TITOLO III
SCOPO - OGGETTO
Articolo 6) Scopo mutualistico.
La cooperativa ha scopo mutualistico, e si propone quindi di svol-
gere la propria attivit caratteristica in modo da far conseguire
ai propri soci cooperatori occasioni di lavoro, ed una remunera-
zione dell'attivit lavorativa prestata a mi gliori condizioni ri-
spetto a quelle ottenibili sul mercato. Pertanto, lo scopo che i
soci lavoratori intendono persegui re quello di ottenere, tramite
la gestione in forma asso ciata e la prestazione della propria at-
tivit lavorativa a favore della cooperativa, continuit di occu-
pazione, con le migliori condizioni economiche, sociali e profes-
sionali.
I rapporti mutualistici hanno pertanto ad oggetto la presta zione
di attivit lavorative da parte dei soci cooperatori nel settore
corrispondente all'oggetto sociale della coope rativa, sulla base
di previsioni del regolamento mutualisti co, che definiscono l'or-
ganizzazione del lavoro dei soci.
Ai fini del conseguimento dello scopo mutualistico di cui sopra, i
soci cooperatori instaurano con la cooperativa, all'atto della lo-
ro adesione o successivamente all'instaura zione del rapporto asso-
ciativo, un ulteriore rapporto di la voro, in forma subordinata o
autonoma o in qualsiasi altra forma, con cui contribuiscono comun-
que al raggiungimento de gli scopi sociali.
Articolo 7) Mutualit prevalente.
La cooperativa si propone di svolgere la propria attivit caratte-
ristica in prevalenza con i soci, ai sensi degli ar ticoli 2512 e
2513 del codice civile.
Pi precisamente, la cooperativa si avvale prevalentemente, nello
svolgimento della propria attivit, delle prestazioni lavorative
dei soci cooperatori, in modo che il costo del lavoro dei soci me-
desimi sia superiore al cinquanta per cen to del totale del costo
del lavoro.
Non si computa, ai fini del calcolo di prevalenza di cui all'art.
2513 del codice civile, il costo del lavoro delle unit lavorative
non socie assunte in forza di obbligo di legge o di contratto col-
lettivo nazionale di lavoro o di convenzione con la pubblica ammi-
nistrazione, n il costo del lavoro delle unit lavorative che per
espressa disposizione di legge non possono acquisire la qualit di
socio della cooperativa.
Non si computa, altres, il costo del lavoro delle unit la vora-
tive non socie di nazionalit straniera, impiegate in attivit
svolte dalla cooperativa fuori dai confini della Repubblica ita-
liana.
Si precisa altres che la cooperativa a mutualit prevalente ai
sensi delle vi genti di sposizioni di legge ed in particolare ai
sen si dell'articolo 111 septies norme di attuazione e transitorie
del Codice Civile, e per tan to con par ti co lare ri fe ri mento a quan to
pre scrit to dall'ar tico lo 2514 C.C. fatto di vie to:
- di distribuire i dividendi in mi sura su pe riore all'inte resse
massimo dei buoni po stali frut ti feri, au mentato di due punti e
mezzo ri spetto al ca pitale ef fettivamente versa to;
- di remunerare gli strumenti fi nan ziari (ove esi sten ti) of fer ti
in sottoscrizione ai soci coo pe ratori in misura su pe riore a due
punti ri spetto al li mite mas simo previsto per i dividendi;
- di distribuire riserve tra soci cooperatori;
ed inoltre v' obbligo di
- devoluzione, in caso di scioglimento della societ dell'in tero
patrimonio sociale, dedotto soltanto il ca pita le sociale ed i di-
videndi eventualmente matura ti, ai fondi mu tualistici per la pro-
mozione e lo svi luppo della coopera zione.
Restano salvi gli obblighi a carico degli amministra to ri e dei
sindaci (ove del caso) per la documenta zione della pre va lenza ai
sensi di legge, sempre salvo quant'altro previsto e prescritto in
materia di mutua lit prevalente.
Articolo 8) Oggetto sociale.
La cooperativa, con riferimento ed in conformit al proprio scopo
mutualistico, ed agli interessi e requisiti dei propri soci coope-
ratori, ha per oggetto:
- l'attivit di trasporto - su strada, ferroviario, marittimo e
aereo - sia di cose che di persone, in conto proprio e in conto
terzi, e le attivit inerenti e conseguenti;
- l'attivit logistica, della gestione di cicli produttivi fina-
lizzati alla distribuzione, della distribuzione stessa - grande e
piccola (capillare) - dal confezionamento al controllo qualit su
campione dei prodotti diretti alla distribuzione, e le attivit
inerenti e conseguenti;
- le attivit di trasloco, facchinaggio, imballaggio, deposito,
stoccaggio, gestione di magazzini, ribalte, archivi, allestimento
fiere, mostre, congressi, e le attivit inerenti e conseguenti;
- l'attivit di pulizia e igiene ambientale di condomini, uffici,
stabili industriali, ospedali, luoghi in cui si svolgono attivit
sportive e di spettacolo (stadi, teatri, cinema, ecc...), e le at-
tivit inerenti e conseguenti;
- lo svolgimento di interventi per la difesa dell'ambiente e di-
sinfestazione, sanificazione, pulizie generali e speciali di qual-
siasi genere, e le attivit inerenti e conseguenti;
- la costruzione, la ristrutturazione, la manutenzione di immobili
e impianti in genere, sia urbani che rustici, e di infrastrutture
anche marittime, ferrovia rie e aeroportuali, la conduzione di
aziende agricole, la condu zione, la bonifica e la sistemazione dei
fondi;
- le opere di restauro e di recupero urbano, ristrutturazione di
interni, realizzazione e manutenzione di impianti idraulici, elet-
trici, di condizionamento, di allarme, antincendio, e le attivit
inerenti e conseguenti;
- le attivit di lavanderia, tintoria, stireria, piccola sartoria,
noleggio biancheria al servizio di aziende commerciali e indu-
striali, comunit, alberghi, ristoranti e privati;
- l'assunzione e concessione di appalti e subappalti;
- servizi di call-center inbound e outbound, televendita e teleor-
dini, e le attivit inerenti e conseguenti.
La Cooperativa potr svolgere le suddette attivit sia per conto
proprio che di terzi, sia in Italia che all'estero, con mezzi, at-
trezzature e strutture proprie, di terzi, in locazione o in como-
dato d'uso.
Per la realizzazione delle predette attivit, la Cooperativa potr
inoltre affidare in custodia ai propri soci i mezzi strumentali
all'esercizio dell'attivit mutualistica.
Al fine di realizzare il suddetto oggetto, la societ potr parte-
cipare a gare di appalto, in qualunque forma legale estrinsecate.
La societ potr inoltre compiere, in via accessoria e non preva-
lente, nel pieno rispetto del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 ed
unicamente al fine di perseguire l'oggetto sociale, qualsiasi ope-
razione mobiliare ed immobiliare, commerciale ed economica, con-
trarre prestiti, mutui anche ipotecari, prestare avalli, fideius-
sioni ed altre garanzie nell'interesse proprio e/o di terzi con-
sorziati, assumere partecipazioni ed interessenze in altre societ
cooperative od imprese aventi oggetto analogo o affine al proprio,
escluso qualsiasi fine di collocamento. Potr infine, costituire
fondi per lo sviluppo tecnologico o per la ristrutturazione o per
il potenziamento aziendale e l'adozione di procedure di programma-
zione pluriennale finalizzate allo sviluppo e all'ammodernamento
aziendale, ai sensi della legge 31 gennaio 1992 n. 59 ed eventuali
norme modificative ed integrative; potr, inoltre, emettere obbli-
gazioni ed altri strumenti finanziari ed assumere partecipazioni
in altre imprese a scopo di stabilire investimento e non di collo-
camento sul mercato.
La Cooperativa pu ricevere prestiti da soci, finalizzati al rag-
giungimento dell'oggetto sociale, secondo i criteri ed i limiti
fissati dalla legge e dai regolamenti. Le modalit di svolgimento
di tale attivit sono definite con apposito Regolamento approvato
con decisione dei soci.
La Cooperativa si propone altres di partecipare al raffor za mento
del Movimento Cooperativo Italiano. Per ci stesso la Cooperativa
pu aderire alla Confcoope rative - Con fe de razione Cooperative Ita-
liane, alla Lega Nazio nale Coopera ti ve e Mu tue, agli organismi pe-
riferici provinciali e re gio nali di Le gacoop nella cui giuri sdi-
zione ha la propria Sede so cia le, nonch alle altre as sociazioni
di riferimen to.
TITOLO IV
SOCI COOPERATORI - RAPPORTI SOCIALI
Articolo 9) Requisiti dei soci cooperatori.
Possono essere soci cooperatori le persone fisiche che siano mag-
giori di et e legalmente capaci di agire, e che abbiano una capa-
cit profes sionale nei settori cor rispondenti all'oggetto della
coope rativa, o che comunque abbiano una capacit effettiva di la-
voro, attitudini, competenze e specia lizzazioni ne cessarie per
collaborare al raggiungimento dei fini sociali con la propria at-
tivit lavorativa o professionale.
Non possono essere ammessi quali soci cooperatori le persone giu-
ridiche, ai sensi dell'art. 23, comma 1, del d.lgs. C.P.S. 14 di-
cembre 1947 n. 1577.
Articolo 10) Soci in prova.
Coloro che fanno ri chie sta di am mis sione al la coo pe ra tiva pos sono
essere ammessi in una cate go ria speciale, de no mi nata dei so ci
cooperatori in pro va, in ra gione dell'inte resse alla loro for ma-
zione professionale, tenendo anche conto dello scopo mu tuali stico
e delle esi genze di gestione della coope rativa, e dell'ido neit
degli aspi ranti soci a concorrere al rag giungimento degli scopi
sociali.
I requisiti prescritti per l'ammissione dei soci in prova sono i
medesimi richiesti dalla legge e dal presente statuto per l'ammis-
sione dei soci cooperatori.
I soci ammessi alla categoria speciale dei soci cooperatori in
prova non possono in ogni caso superare la quota di un terzo del
numero totale dei soci cooperatori.
Alla richiesta di ammis sione gli aspiranti soci in prova devono
allegare il proprio curriculum vitae, specificando in particolare
le esperienze lavorative in precedenza svolte ed i propri interes-
si lavorativi.
La deliberazione di ammissione stabilisce, per ogni socio in prova
ed in relazione alle sue capacit e competenze, la durata del pe-
riodo di formazione, nonch i cri teri e le mo da lit del la for ma-
zione professionale; que st'ultima pu es sere di scipli nata, in modo
generale, da ap posito regolamento.
Durante il periodo di prova, i soci in prova hanno il dirit to di
intervenire alle assemblee sociali, ma hanno diritto di voto uni-
camente nell'assemblea annuale che approva il bi lancio. Agli stes-
si compete il diritto agli utili, nei limi ti previsti per i soci
cooperatori, in ragione di una quota pari ad un mezzo di quanto a
que sti ul timi attribuito. In caso di scioglimento del rapporto so-
cia le, spetta ai soci in prova l'integrale liquidazione della par-
te cipa zione, secondo le regole stabilite per i soci cooperatori.
Gli amministratori possono preferire i soci cooperatori ef fettivi,
rispetto ai soci in prova, nell'instaurazione di rapporti mutuali-
stici con la societ, e quindi riservare ai primi maggiori occa-
sioni di scambio mutualistico.
I ristorni possono essere erogati ai soci in prova in misura infe-
riore rispetto a quella prevista per i soci ordinari, in relazione
sia ai costi di formazione, sia al rendi mento dei soci in prova
nella cooperativa, esclusa comunque una riduzione arbitraria dei
ristorni che non sia come sopra giustifi cata. E' in ogni caso
esclusa l'erogazione ai soci in prova dei ristorni con le modalit
dell'aumento del capitale sociale o dell'emissione di stru menti
finanziari.
I soci in prova non possono rappresentare altri soci in as semblea,
e non possono essere eletti alla carica di ammini stratori della
cooperativa; gli stessi possono esercitare i diritti di controllo
di cui all'art. 2545-bis del codice ci vile.
I soci in prova possono in ogni momento recedere dalla so ciet,
con preavviso di almeno trenta giorni. I soci in pro va possono an-
che essere esclusi dalla cooperativa, per le cause previste dal
presente statuto, ed inoltre per evidente inidoneit manifestatasi
durante il periodo di formazione; si ap plicano, per il resto, le
di sposizioni del presente statuto sull'esclusione dei soci coope-
ratori, in quanto compatibili. Il recesso e l'esclusio ne comporta-
no, dalla data della loro effica cia, la cessazio ne immediata dei
rapporti mutualistici intercor renti con i soci in prova.
Entro il termine del periodo di prova, come stabilito dagli ammi-
nistratori, che potr variare da un minimo di un anno ad un massi-
mo di cinque anni, il nuovo socio, che sia in possesso dei requi-
siti prescritti dalla legge e dal presente statuto, sar ammesso a
go dere dei diritti che spettano agli altri soci cooperatori, pre-
via deliberazione dell'organo ammini strativo, che dovr accertare
sia il possesso dei requisiti soggettivi in capo al socio in quel
mo mento, sia l'esito fa vorevole del periodo di prova, e quindi il
rispetto degli obblighi inerenti la formazione, ed il conseguimen-
to della qualifica professionale al livello prestabilito dalla
coope rativa. Nel caso in cui il suddetto accertamento abbia esito
negati vo, e pur ch lo stesso intervenga prima della fine del pe-
riodo di prova, ma con un anticipo non superiore a trenta giorni
rispetto a tale ter mine, l'organo amministrativo esclude il socio
in prova dalla so ciet.
Nel caso in cui l'organo amministrativo deliberi in senso negati-
vo, il socio potr entro sessanta giorni dalla comuni cazione del
diniego chiedere che sulla questione si pronunci l'assemblea; si
applicano sul punto, in quanto compatibili, le disposizioni
dell'articolo 2528 del codice civile, nonch le previsioni del
presente statuto sulla procedura di ammis sione dei soci cooperato-
ri.
Nel caso di esito negativo del periodo di prova, il socio pu es-
sere riammesso per un ulteriore periodo di prova, pur ch la durata
complessiva della prova non ecceda i cinque anni.
Per quanto non disposto dalla legge e dal presente statuto, si ap-
plicano ai soci in prova le disposizioni legislative e statutarie
relative ai soci cooperatori, in quanto compati bili.
Articolo 11) Ammissione dei soci coope ratori.
L'aspirante socio deve produrre alla cooperativa, unitamente alla
domanda di ammissione, l'indicazione della propria qua lifica pro-
fessionale e delle proprie capacit ed attitudini lavorative, cor-
redata da un dettagliato curriculum vitae.
Articolo 12) Diritti sociali del socio cooperatore.
I soci cooperatori hanno i diritti patrimoniali ed ammini strativi
previsti dalla legge.
I soci cooperatori, ancorch tra gli stessi e la cooperativa non
intercorra attualmente un rapporto di lavoro, concorrono alla ge-
stione dell'impresa partecipando alla formazione de gli organi so-
ciali e alla definizione della struttura di di rezione e conduzione
dell'impresa; partecipano alla elabora zione di programmi di svi-
luppo e alle decisioni concernenti le scelte strategiche, nonch
alla realizzazione dei proces si produttivi dell'azienda; parteci-
pano al rischio d'impre sa, ai risultati economici ed alle decisio-
ni sulla loro de stinazione. Il tutto ai sensi dell'art. 1 della
legge 3 aprile 2001 n. 142.
La partecipazione dei soci cooperatori alla elaborazione di pro-
grammi di sviluppo e alle decisioni concernenti le scelte strate-
giche, nonch alla realizzazione dei processi produt tivi dell'a-
zienda, con funzione informativa e consultiva, ha luogo mediante
sottoposizione delle relative questioni da parte dell'organo ammi-
nistrativo all'assemblea, e conseguen ti deliberazioni assunte dai
soli soci cooperatori, con esclusione dei portatori di strumenti
finanziari.
Nonostante la partecipazione al rischio d'impresa da parte dei so-
ci lavoratori, rimane impregiudicato il diritto degli stessi a
percepire in ogni caso il trattamento economico mi nimo inderogabi-
le per tutta la durata del rapporto di lavoro ed in relazione alla
concreta tipologia dello stesso, anche eventualmente in assenza di
occasioni di lavoro per la coo perativa e quindi di effettiva pre-
stazione del lavoro, salvo che in dipendenza di tali eventi si dia
luogo a interruzione o cessazione del rapporto di lavoro, e salvo
il caso di cri si aziendale, deliberata dall'assemblea ai sensi
dell'art. 6 della legge n. 142/2001.
TITOLO V
SOCI COOPERATORI - RAPPORTI MUTUALISTICI
Articolo 13) Regole per lo svolgimento dell'attivit mutualisti ca.
Nella costituzione e nell'esecuzione dei rapporti mutuali stici,
come pure nella distribuzione dei ristorni, deve es sere rispettato
il principio di parit di trattamento.
Lo scopo mutualistico della societ si consegue mediante l'instau-
razione di rapporti mutualistici di lavoro tra la societ ed i so-
ci cooperatori, distinti ed autonomi rispetto al rapporto sociale.
Pi precisamente, i soci cooperatori stipulano con la socie t,
all'atto dell'ammissione in societ o successivamente, un ulterio-
re contratto di lavoro, in forma subordinata, au tonoma o in qual-
siasi altra forma prevista dalla legge, ivi compresi i rapporti di
collaborazione coordinata non occa sionale, il lavoro a progetto, i
contratti di lavoro a tempo parziale e di inserimento, il lavoro a
tempo determinato, il lavoro ripartito, il lavoro intermittente;
contratti con i quali i soci cooperatori contribuiscono comunque
al raggiun gimento degli scopi sociali.
Il regolamento mutualistico pu prevedere l'adozione, in via al-
ternativa, di diverse tipologie di contratto di lavoro an che per
la medesima mansione, fatto salvo il divieto, per ciascun socio,
di intrattenere pi rapporti di lavoro, ap partenenti a tipologie
diverse, con la cooperativa.
La scelta della tipologia di contratto di lavoro pu essere rimes-
sa dal regolamento mutualistico al socio cooperatore ovvero alla
cooperativa; in ogni caso, tale scelta deve es sere compatibile con
le caratteristiche dell'attivit svolta dalla cooperativa, della
prestazione lavorativa richiesta al socio cooperatore in relazione
ai requisiti di professiona lit dello stesso, delle caratteristi-
che dell'organizzazione aziendale.
Le prestazioni lavorative dei soci cooperatori non costitui scono,
in nessun caso, prestazioni accessorie ai sensi dell'art. 2345 del
codice civile.
Articolo 14) Regolamento interno.
Le modalit di svolgimento delle prestazioni lavorative dei soci
cooperatori sono disciplinate da apposito regolamento, approvato
dall'assemblea dei soci ai sensi dell'articolo 6 della legge 3
aprile 2001, n. 142, che definisce l'organiz zazione del lavoro dei
soci medesimi, secondo le tipologie lavorative previste dal d.lgs.
10 settembre 2003, n. 276.
Il regolamento mutualistico non pu, a pena di nullit, con tenere
disposizioni derogatorie in pejus rispetto al tratta mento economi-
co minimo complessivo, di cui all'articolo 3, comma 1, della legge
n. 142/2001; pu invece derogare alla disciplina dei contratti
collettivi relativamente alle con dizioni di lavoro ed ai profili
retributivi diversi ed ulte riori rispetto al suddetto trattamento
economico minimo, in presenza di adeguate motivazioni in connes-
sione alle concre te modalit di svolgimento della prestazione la-
vorativa.
Il regolamento mutualistico approvato dall'assemblea dei so ci,
con le maggioranze previste per le modifiche dell'atto costituti-
vo, ai sensi dell'art. 2521, ultimo comma, del codice civile, sul-
la base di un progetto che gli amministratori sono obbligati a re-
digere nel rispet to dei principi e dei criteri di massima previ sti
nel pre sente statuto.
Il regolamento mutualistico, una volta approvato dall'assem blea,
deve essere depositato, a cura degli amministratori, entro trenta
giorni dall'approvazione presso la Direzione provinciale del lavo-
ro competente per territorio; del rela tivo contenuto pu essere
ottenuta la certificazione, ai sensi dell'art. 83 del d.lgs. 10
settembre 2003 n. 276.
Articolo 15) Diritti dei soci cooperatori nei rapporti mutuali sti-
ci.
I soci cooperatori hanno diritto a concludere rapporti mu tuali-
stici con la societ, secondo le regole stabilite dal presente
statuto e dal regolamento mutualistico, nei limiti della effettiva
e concreta capacit della cooperativa di in staurare i suddetti
rapporti e di soddisfare gli interessi dei soci medesimi. Correla-
tivamente, la cooperativa ha il dovere di contrarre con i soci
cooperatori che ne facciano richiesta, compatibilmente con le esi-
genze della gestione sociale e la necessit di rispettare il prin-
cipio di parit di trattamento.
La cooperativa quindi obbligata, nella misura determinata dalle
proprie esigenze, dalle opportunit del mercato e dall'andamento
dell'attivit dell'impresa sociale, ad avva lersi delle prestazioni
di lavoro dei soci cooperatori, e quindi a stipulare con i medesi-
mi, all'atto dell'ammissione o successivamente, autonomi contratti
di lavoro, secondo le previsioni del regolamento interno e nel ri-
spetto del prin cipio della parit di trattamento; e quindi a pa-
rit di qualifiche professionali sulla base dell'anzianit di
iscrizione alla cooperativa in qualit di socio cooperatore.
Fermo restando quanto previsto dall'articolo 36 della legge n.
300/1970, la cooperativa tenuta a corrispondere ai soci lavora-
tori un trattamento economico complessivo proporziona to alla quan-
tit e qualit del lavoro prestato, e comunque non inferiore ai
minimi previsti, per prestazioni analoghe, dalla contrattazione
collettiva nazionale del settore o del la categoria affine, ovvero,
per i rapporti di lavoro diver si da quello subordinato, in assenza
di contratti o accordi collettivi specifici, ai compensi medi in
uso per prestazio ni analoghe rese in forma di lavoro autonomo;
salvi i trat tamenti economici ulteriori che possono essere delibe-
rati dall'assemblea ai sensi dell'art. 3, comma 2, della legge n.
142/2001, a titolo di maggiorazione retributiva ovvero a ti tolo di
ristorno, nel rispetto del principio di parit di trattamento.
La cooperativa obbligata al pagamento dei contributi pre viden-
ziali, anche per la quota a carico dei soci lavoratori.
Ai soci lavoratori spettano, in relazione alla concreta ti pologia
di contratto di lavoro effettivamente realizzato, le tutele previ-
ste dalla legge 20 maggio 1970, n. 300, e suc cessive modificazio-
ni, nonch le disposizioni legislative e regolamentari in materia
di sicurezza sul lavoro, e le ulte riori tutele derivanti dai con-
tratti ed accordi collettivi previsti dalla legge.
Articolo 16) Ristorni.
I ristorni potranno essere ripartiti tra i soci cooperatori che
intrattengano rapporti mutualistici con la cooperativa, tenendo
conto della quantit e della qualit degli scambi mutualistici, ed
in particolare facendo riferimento alla mi sura dei compensi asse-
gnati ai soci lavoratori in base alle rispettive qualifiche (che
riflettono sia la quantit delle ore lavorate durante l'anno, sia
il valore delle rispettive prestazioni lavorative), e sulla base
dei suddetti compensi proporzionalmente distribuire i ristorni.
I ristorni attribuiti ai soci lavoratori, che costituiscono mag-
giorazione della relativa retribuzione, non possono in nessun caso
superare la misura del trenta per cento dei trattamenti retributi-
vi complessivi dovuti ai sensi dell'art. 3, comma 1, e comma 2,
lettera a), della legge 3 aprile 2001 n. 142.
Articolo 17) Obblighi dei soci cooperatori nei rapporti mutuali-
sti ci.
I soci cooperatori sono obbligati a mettere a disposizione le loro
capacit professionali e il loro lavoro in relazione al tipo, alle
caratteristiche e modalit dell'attivit svol ta dalla cooperativa,
nonch alla quantit delle prestazioni di lavoro disponibile per
la cooperativa stessa, in base al le esigenze di quest'ultima ed in
conformit alle prescri zioni del regolamento mutualistico. Conse-
guentemente, i soci cooperatori hanno l'obbligo di mantenersi di-
sponibili, in vista della possibilit che la cooperativa, in pre-
senza di occasioni di lavoro, rivolga loro offerte di impiego; e
non possono rifiutare, ove richiesti dalla cooperativa, di sti pu-
lare con la stessa i contratti di lavoro che formano og getto del
rapporto mutualistico.
E' fatto divieto ai soci cooperatori di pre stare la propria atti-
vit lavorativa a favore di soggetti diversi dalla cooperativa,
durante il periodo in cui essi soci sono legati da contratto di
lavoro con la cooperativa medesima, salvo che si tratti di lavoro
a tempo parziale.
TITOLO VI
QUOTE DEI SOCI COOPERATORI
Articolo 18) Quote dei soci cooperatori.
Il capitale sociale, sottoscritto dai soci cooperatori, suddivi-
so in quote di partecipazione, ai sensi dell'art. 2468 del codice
civile, suddiviso in quote pari al valore massimo stabilito dalla
legge.
Articolo 19) Trasferimento delle partecipazioni dei soci coope-
ratori.
La quota del socio cooperatore non pu essere sottoposta a pegno,
a sequestro, n in alcun modo vincolata a garanzia di debiti del
socio cooperatore nei confronti di terzi. Il cre ditore particolare
del socio cooperatore, finch dura la so ciet, non pu agire ese-
cutivamente sulla quota del medesi mo, ai sensi dell'articolo 2537
del codice civile.
La quota del socio cooperatore non pu formare oggetto di diritti
di usufrutto, o comunque di diritti di godimento a favore di ter-
zi.
Articolo 20) Acquisto di quote proprie spettanti ai soci coo pe-
ra tori.
Gli amministratori possono, ai sensi dell'articolo 2529 del codice
civile, acquistare o rimborsare le quote dei soci cooperatori, se
il rapporto tra il patrimonio netto ed il complessivo indebitamen-
to della societ superiore ad un quarto. L'acquisto o il rimbor-
so pu essere fatto solo nei limiti degli utili distribuibili e
delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolar-
mente approvato.
TITOLO VII
PRESTITI SOCIALI
Articolo 21) Prestiti sociali.
I soci cooperatori possono effettuare prestiti a favore del la coo-
perativa, esclusivamente finalizzati al conseguimento dell'oggetto
sociale, nel rispetto delle vigenti disposizio ni in tema di rac-
colta del risparmio presso soci.
TITOLO VIII
SOCI COOPERATORI - ESTINZIONE DEL RAPPORTO
Articolo 22) Recesso del socio cooperatore.
Il recesso del socio cooperatore interamente disciplinato
dall'articolo 2532 c.c.
Articolo 23) Esclusione del socio cooperatore.
L'organo amministrativo pu pronunciare l'esclusione del so cio
cooperatore dalla societ:
a) in caso di grave inadempimento delle obbligazioni che deriva-
no dalla legge, dal contratto sociale, dai regolamenti sociali o
dal rapporto mutualistico. La gravit dell'inadem pimento deve es-
sere valutata in relazione all'interesse del la societ. L'inadem-
pimento, per costituire causa di esclu sione, deve essere imputabi-
le al socio, ovvero deve derivare da impossibilit sopravvenuta
della prestazione, ancorch non imputabile;
b) nel caso in cui il socio non esegua, in tutto o in par te, a
seguito dell'intimazione effettuatagli dagli ammini stratori, il
pagamento delle partecipazioni sottoscritte e delle relative somme
accessorie;
c) in caso di interdizione, inabilitazione, condanna pena le del
socio ad una pena che importa l'interdizione, anche temporanea,
dai pubblici uffici;
d) nel caso in cui il socio si renda irreperibile al domi cilio
comunicato alla cooperativa per oltre centoottanta giorni;
e) negli altri casi previsti dalla legge e dal presente statuto;
f) in caso di fallimento del socio.
L'organo amministrativo deve pronunciare l'esclusione del socio
cooperatore nei seguenti casi:
a) in caso di mancanza originaria, o perdita successiva, dei re-
quisiti previsti per la partecipazione alla societ, e comunque
ogni qualvolta il socio non sia in grado di parte cipare al rag-
giungimento dello scopo sociale ed all'attivit mutualistica. A
tal fine, il socio che perde i requisiti ne cessari per far parte
della cooperativa ha l'obbligo di dar ne tempestiva comunicazione
al consiglio di amministrazione;
b) nel caso di interposizione fittizia di persona nell'in testa-
zione delle partecipazioni sociali, diretta a consenti re a chi non
in possesso dei requisiti soggettivi di usu fruire delle presta-
zioni mutualistiche;
c) nel caso il socio venga a trovarsi in una situazione di in-
compatibilit, come definita dal presente statuto, per esercitare
imprese in concorrenza con quella della coopera tiva;
d) trattandosi di socio diverso da persona fisica, ove l'ente
sia posto in liquidazione.
Non pu essere escluso il socio che non ottemperi ad una de libe-
razione invalida degli organi sociali.
L'indicazione delle cause di esclusione, contenuta nel pre sente
articolo, deve considerarsi tassativa. Il regolamento mutualisti-
co, approvato dall'assemblea, non pu prevedere ulteriori cause di
esclusione.
Oltre ai casi sopra indicati, pu essere escluso dalla so ciet:
a) il socio cooperatore che, richiesto dalla cooperativa, rifiu-
ti di stipulare con la medesima un contratto di lavoro;
b) il socio lavoratore relativamente al quale sussista una giu-
sta causa o un giustificato motivo di licenziamento. Ri correndo
quest'ultima eventualit, l'esclusione determina automaticamente
lo scioglimento del rapporto di lavoro, ai sensi dell'art. 5, com-
ma 2, della legge n. 142/2001, senza necessit di apposito atto di
licenziamento; in tal caso, per, l'esclusione deve essere prece-
duta da contestazione dell'addebito al socio lavoratore, nel ri-
spetto dei termini e delle formalit prescritte per il caso di li-
cenziamento, in particolare, con l'osservanza di quanto prescrit to
dall'art. 7 della legge n. 300/1970, e dall'art. 3 della legge n.
604/1966, in modo da garantire al socio lavoratore le medesime ga-
ranzie previste dalla legge per il licenzia mento medesimo.
Ai sensi dell'art. 2533, ultimo comma, del codice civile, il rap-
porto di lavoro tra socio escluso e cooperativa si scio glie con
effetto immediato per effetto dell'esclusione.
L'iscrizione del socio cooperatore nelle liste di colloca mento, ai
fini dell'erogazione dei trattamenti di disoccupa zione, non deter-
mina la perdita dello stato di socio della cooperativa.
Articolo 24) Scioglimento dei rap por ti mu tua li sti ci.
Il rapporto di lavoro si estingue, oltre che per morte del socio
cooperatore, con il recesso o l'esclusione del socio stesso deli-
berati nel rispetto delle previsioni statutarie e in conformit
con gli articoli 2532 e 2533 del codice civile.
Articolo 25) Conseguenze dello scioglimento del rapporto mutua li-
stico sul rapporto sociale.
Nel caso di scioglimento del rapporto di lavoro per cause ad esso
inerenti, il socio cooperatore mantiene la propria qua lifica di
socio, salva la facolt degli amministratori di deliberarne l'e-
sclusione, e salva la facolt di recesso del medesimo socio coope-
ratore.
Articolo 26) Successione per causa di morte del socio cooperatore.
In caso di morte del socio cooperatore, il rapporto sociale non
continua con gli eredi o legatari dello stesso; questi ultimi han-
no diritto al rimborso delle partecipazioni dallo stesso possedu-
te, in base alle disposizioni del presente statuto.
La morte del socio cooperatore determina altres lo sciogli mento
immediato dei rapporti mutualistici pendenti. E' fatto comunque
salvo, a prescindere anche dalla sussistenza di re quisiti sogget-
tivi, il subingresso automatico di eredi o le gatari nei diritti
definitivamente acquisiti dal socio coo peratore in dipendenza del
rapporto mutualistico.
La societ procede al rimborso delle partecipazioni, nei termini
di prescrizione previsti dall'art. 2949 del codice civile, su pre-
sentazione del certificato di morte, di copia dell'eventuale te-
stamento e di una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorie-
t, attestante la qualit di erede, o legatario delle partecipa-
zioni; detti documenti sono conser vati dalla societ. Gli ammini-
stratori non sono comunque te nuti ad attivarsi se la richiesta di
rimborso, corredata dalla prescritta documentazione, non presen-
tata dagli ere di o legatari.
Articolo 27) Liquidazione e rimborso delle quote del so cio coo pe-
ratore.
I soci cooperatori ed i loro eredi o legatari hanno diritto, a se-
guito dello scioglimento del singolo rapporto sociale, unicamente
al rimborso del capitale sociale, secondo quanto stabilito
nell'art. 2514 del codice civile.
Il pagamento della quota cos liquidata dovr essere effet tuato,
senza interessi, entro centoottanta giorni dall'ap provazione del
bilancio. Relativamente alle quote assegnate a titolo di riparti-
zione di ristorni, ai sensi dell'art. 2545-sexies c.c., il rimbor-
so, unitamente agli interessi le gali, pu essere corrisposto in
pi rate entro un termine massimo di cinque anni.
TITOLO IX
STRUMENTI FINANZIARI
Articolo 28) Strumenti finanziari non partecipativi.
La cooperativa pu emettere, con deliberazione dell'organo ammini-
strativo assunta a maggioranza assoluta dei suoi mem bri, strumenti
finanziari non partecipativi, privi di dirit ti di amministrazione,
e che non attribuiscono ai relativi sottoscrittori la qualifica di
soci. Si applicano l'art. 2526, ultimo comma, e l'art. 2483 del
codice civile.
Articolo 29) Contributi in dena ro dei soci cooperatori.
Salvi i contributi volontariamente versati dai soci, l'as semblea
ordinaria pu, a maggioranza dei voti presenti o rappresentati,
deliberare un piano di crisi aziendale, nel quale siano salvaguar-
dati, per quanto possibile, i livelli occupazionali, e durante
l'intera durata del quale vietata la distribuzione di utili. In
tale occasione, l'assemblea pu deliberare:
la riduzione temporanea dei trattamenti economici integra tivi
spettanti ai soci lavoratori anche a titolo di ristor no, ai sensi
dell'articolo 3, comma 2, lettera b), della legge 3 aprile 2001 n.
142;
l'obbligo di apporto anche economico, da parte dei soci lavora-
tori, alla soluzione della crisi, in proporzione alle disponibili-
t e capacit finanziarie, anche mediante parzia le decurtazione
del trattamento economico minimo, quale spettante in base ai con-
tratti ed accordi collettivi appli cabili.
TITOLO X
CAPITALE SOCIALE, RISERVE, BILANCIO E UTILI
Articolo 30) Capitale sociale.
Il capitale sociale variabile, e non quindi fissato in un am-
montare prestabilito. Esso costituito dai conferimen ti dei soci
cooperatori.
Il capitale sociale potr essere aumentato anche mediante conferi-
mento di beni in natura e/o di crediti. Si applicano le previsioni
dell'art. 2465 del codice civile.
Articolo 31) Rivalutazione e aumento gratuito del capi tale so-
cia le.
La cooperativa pu destinare, con deliberazione dell'assem blea dei
soci, una quota degli utili di esercizio, ai sensi e nei limiti
dell'art. 7 della legge 31 gennaio 1992 n. 59, a rivalutazione del
capitale sociale sottoscritto e versato. In ogni caso ciascuna ri-
valutazione deve essere effettuata in modo da non superare la mi-
sura complessiva del venti per cento del capitale originario, ai
sensi dell'art. 2545-quin quies, comma 3, lettera b), del codice
civile.
Articolo 32) Riserve sociali.
In caso di emissione di strumenti finanziari, l'assemblea che ap-
prova il bilancio pu, dopo aver effettuato gli accan tonamenti ob-
bligatori per legge o statuto, accantonare ad apposita riserva
qualificata espressamente come divisibile e destinata ai portatori
di strumenti finanziari nel caso di scioglimento del relativo rap-
porto una percentuale degli utili netti annuali, esclusa in ogni
caso la ripartizione di qualsiasi riserva tra i soci cooperatori.
Tutte le altre ri serve sono indivisibili, a norma dell'art. 2514
del codice civile.
Articolo 33) Esercizi sociali.
Gli esercizi sociali vanno dal primo gennaio al trentuno di cembre
di ciascun anno. Il bilancio deve essere approvato entro 120 gior-
ni dalla chiusura dell'esercizio sociale o entro 180 giorni, quan-
do e se ricorrano le condizioni previste dalla legge.
Articolo 34) Destinazione degli utili di esercizio.
L'assemblea che approva il bilancio delibera sulla sorte dell'a-
vanzo netto di gestione; una volta effettuati gli ac cantonamenti
obbligatori per legge, la residua parte degli utili netti pu es-
sere destinata, nell'ordine, a remunera zione degli strumenti fi-
nanziari, alla rivalutazione del ca pitale sociale, alla riparti-
zione dei ristorni tra i soci cooperatori, alla distribuzione di
dividendi ai soci coope ratori nei limiti previsti dagli articoli
2514 e 2545-quin quies, comma 2, c.c.
TITOLO XI
ASSEMBLEE
Articolo 35) Diritto di intervento e diritto di voto in assem-
blea.
Possono intervenire in assemblea tutti i soci cooperatori che sia-
no iscritti nel libro dei soci, anche se non ancora titolari del
diritto di voto per non essere iscritti da al meno novanta giorni
nel libro dei soci.
Ciascun socio cooperatore ha un voto, qualunque sia l'ammon tare
della quota dallo stesso posseduta.
Articolo 36) Rappresentanza in assemblea.
Il socio cooperatore ha facolt di farsi rappresentare in assem-
blea, con delega scritta che pu essere trasmessa anche via fax o
per posta elettronica certificata, soltanto da un altro socio coo-
peratore avente diritto di voto. Ad ogni so cio cooperatore non
possono essere conferite pi di 5 (cinque) deleghe.
Possono essere delegati per la partecipazione all'assemblea anche
i soci lavora tori della cooperativa, ancorch dipen denti della so-
ciet.
Articolo 37) Convocazione dell'assemblea.
L'assemblea dei soci convocata dall'organo amministrativo, sia
presso la sede sociale sia altrove, purch nel territo rio della
Repubblica Ita liana.
L'assemblea deve essere convocata almeno una volta l'anno, entro
centoventi giorni dalla chiusura dell'esercizio socia le; ove, pe-
raltro, la societ sia tenuta alla redazione del bilancio consoli-
dato, ovvero quando particolari esigenze relative alla struttura
ed all'oggetto della societ lo richiedano, la predetta assem-
blea potr essere convocata en tro centoottanta giorni dalla chiu-
sura dell'esercizio socia le.
L'assemblea convocata con avviso spedito almeno 5 (cinque) gior-
ni pri ma di quello fissato per l'adunanza, con lettera rac coman-
data, ov vero con qualsiasi altro mezzo idoneo ad assi curare la
prova dell'avve nuto ricevimento, fatto pervenire agli aventi di-
ritto al domicilio risultante dai libri socia li, o in mancanza al
domicilio risultan te dal registro delle imprese. Nell'avviso di
convocazione devono essere indicati il giorno, il luogo e l'ora
dell'adunanza, e l'e lenco delle materie da trattare. Nell'avviso
di convocazione pu essere prevista una data ulteriore di seconda
convocazione, per il caso in cui nell'adunanza prevista in prima
convocazione l'assem blea non risulti legalmente costituita.
Articolo 38) Funzionamento dell'assemblea.
L'assemblea presieduta dal presidente del consiglio d'am mini-
strazione; in caso di assenza o impedimento di questi, sar pre-
sieduta da persona designata dagli intervenuti..
Articolo 39) Approvazione delle deliberazioni assemblea ri.
L'assemblea, in prima convocazione, regolarmente costitui ta
quando siano presenti o rappresentati la met pi uno dei voti dei
soci aventi diritto al voto; in seconda convocazio ne, regolar-
mente costituita qualunque sia il numero dei voti rappresentati in
assemblea. L'assemblea delibera a mag gioranza assoluta dei voti
rappresentati in assemblea.
In deroga a quanto sopra stabilito, l'assemblea delibera, sia in
prima che in seconda convocazione, con il voto favo revole della
maggioranza assoluta dei voti complessivamente spettanti a tutti i
soci, per le deliberazioni riguardanti l'aumento a pagamento del
capitale sociale ai sensi dell'art. 2524, comma 3, del codice ci-
vile, e lo scioglimen to anticipato della societ.
E' invece necessario il voto favorevole di pi dei due terzi dei
voti complessivamente spettanti a tutti i soci per l'ap provazione
delle delibere concernenti la modifica dell'og getto sociale, il
trasferimento della sede della societ al di fuori del territorio
della provincia, la modifica o sop pressione delle clausole mutua-
listiche e non lucrative, la modifica delle clausole statutarie
che disciplinano i ri storni ed i rapporti mutualistici, la tra-
sformazione della societ, la fusione eterogenea.
Sono fatte salve le altre disposizioni di legge e del pre sente
statuto che, per particolari decisioni, richiedono di verse speci-
fiche maggioranze o il consenso di tutti i soci.
TITOLO XIII
AMMINISTRATORI
Articolo 40) Nomina, composizione, durata dell'organo ammini-
stra tivo.
La societ amministrata da un amministratore unico o da un con-
siglio di am mi ni stra zio ne com posto da un nu me ro va ria bi le di mem-
bri, da tre a cinque membri, secondo quan to deci de r, di volta in
vol ta, l'as sem blea in sede di nomina alle cari che so ciali.
Ai fini dell'elettorato passivo alla carica di amministrato re, i
soci cooperatori possono essere iscritti nel libro dei soci anche
da meno di novanta giorni, salvo il disposto dell'art. 2542 del
codice civile.
Ai possessori di strumenti finanziari non partecipativi non compe-
te il diritto di partecipare all'elezione degli ammini stratori.
Gli amministratori durano in carica fino a revoca o dimissioni.
Gli amministratori possono es sere rieletti.
Articolo 41) Amministratori delegati.
Il consiglio d'amministrazione pu nominare uno o pi ammi nistra-
tori delegati, scegliendoli tra i soci cooperatori; gli stessi so-
no tenuti a riferire al consiglio di ammini strazione, ed al colle-
gio sindacale se esistente, con caden za almeno trimestrale.
Non possono essere delegati:
i poteri in materia di convocazione dell'assemblea, reda zione
del bilancio di esercizio, aumento e riduzione del ca pitale, reda-
zione dei progetti di fusione e di scissione;
i poteri in materia di ammissione, di recesso e di esclu sione
dei soci, e le decisioni che incidono sui rapporti mu tualistici
con i soci (art. 2544, comma 1, c.c.).
Articolo 42) Presidente e vicepresidente.
Il consiglio di amministrazione elegge tra i suoi membri un presi-
dente, se questi non stato gi eletto dall'assemblea, e pu
eleggere un vicepresidente, che svolge le funzioni del presidente
in caso di assenza o impedimento di questi. Nei confronti dei soci
e dei terzi, l'intervento del vicepresi dente costituisce, in ogni
caso, prova dell'assenza o impe dimento del presidente.
Articolo 43) Compenso degli amministratori.
Il compenso degli amministratori sar stabilito dall'assem blea;
potr essere determinato sia in misura fissa, sia in misura per-
centuale agli utili netti di bilancio conseguiti nell'esercizio
sociale, con l'osservanza in quest'ultimo ca so dell'articolo 2432
del codice civile. Il compenso degli amministratori investiti del-
le cariche di presidente o di consigliere delegato stabilito dal
consiglio di ammini strazione, sentito il parere del collegio sin-
dacale ove no minato, nel rispetto dei limiti massimi eventualmente
deter minati dall'assemblea. L'assemblea pu determinare un impor to
complessivo per la remunerazione di tutti gli amministra tori, in-
clusi quelli investiti di particolari cariche.
Articolo 44) Adunanze e deliberazioni del consiglio di ammini-
strazione.
Il consiglio d'amministrazione deve essere convocato nella sede
sociale o altrove, purch nel territorio della Repubblica Italia-
na, oltre che nei casi previsti dalla legge, ogni qualvolta lo ri-
chiedano gli interessi della so ciet, a cura del presidente o an-
che di uno solo dei consiglieri, con ogni mezzo idoneo ad assi cu-
rare la prova dell'avvenuto ricevi mento. L'avviso di con voca zione
deve essere spedito a tutti gli amministratori, ed ai sinda ci ove
nominati, almeno tre giorni pri ma dell'adu nanza e, in caso di ur-
genza, almeno un giorno prima; nell'avviso devono essere in dicati
la data, il luogo e l'ora della riunione, e l'ordine del giorno.
Anche in assenza di formale con vocazione saranno tuttavia valide
le deliberazio ni del Consiglio d'amministrazione quando vi parte-
cipino tutti gli amministratori, ed i sindaci effettivi ne siano
stati informati.
Articolo 45) Poteri di amministrazione e competenze dei soci.
L'organo amministrativo ha tutti i poteri per l'amministra zione
della societ, fatte salve le competenze attribuite ai soci dalla
legge e dal presente statuto.
In particolare, sono riservate alla competenza dei soci le deci-
sioni previste dall'art. 2479, comma 2, del codice civi le. Si pre-
cisa che devono intendersi ricomprese, in ogni ca so, tra le opera-
zioni che comportano una sostanziale modifi cazione dell'oggetto
sociale: l'alienazione, l'acquisto, la concessione e l'assunzione
in godimento di aziende e rami di azienda; l'acquisto di parteci-
pazioni in societ a responsa bilit limitata, ed in societ di
persone in genere (salvo, in ogni caso, il disposto dell'articolo
2361 del codice ci vile).
Dovranno essere, inoltre, autorizzate dai soci:
le operazioni per le quali sussista un conflitto d'inte ressi de-
gli amministratori che rappresentano legalmente la societ, ai
sensi dell'art. 2475-ter del codice civile; in tendendosi, con ci,
l'operazione specificamente autorizza ta, anche per gli effetti de-
gli articoli 1394 e 1395 del co dice civile;
la partecipazione a gruppi cooperativi paritetici.
Articolo 46) Poteri di rappresentanza.
La rappresentanza della societ di fronte ai terzi ed in giudizio
spetta al presidente del consiglio d'amministrazio ne e, in via di-
sgiuntiva rispetto a quest'ultimo, separata mente ai singoli ammi-
nistratori delegati eventualmente nomi nati dal consiglio d'ammini-
strazione, nei limiti dei poteri a questi ultimi attribuiti. La
rappresentanza spetta, inol tre, disgiuntamente al consigliere al
quale il consiglio di amministrazione abbia affidato l'incarico
per il compimento di una specifica operazione.
TITOLO XIII
CONTROLLI
Articolo 47) Collegio sindacale e controllo contabile.
Il collegio sindacale deve essere nominato solo nei casi previsti
dalla legge (articoli 2543, comma 1, e 2477, commi 2 e 3, del co-
dice civile). E' in ogni caso obbligatoria la nomina del collegio
sindacale quando la societ emette stru menti finanziari non parte-
cipativi.
Il collegio sindacale, ove nominato, si compone di tre sin daci ef-
fettivi e due supplenti, nominati dall'assemblea dei soci, e che
sono rieleggibili. Il presidente del collegio sindacale nominato
dall'assemblea.
Ove necessario ai sensi di legge, ovvero quando volontaria mente
nominato dai soci, il collegio sindacale esercita an che il con-
trollo contabile se all'uopo non stato nominato un re vi so re se-
condo quanto infra.
Tutti i sindaci devono essere revisori contabili, iscritti nel re-
gistro istituito presso il Ministero della Giustizia.
Articolo 48) - Revisore contabile
Qualora la societ no mini per il controllo contabile un revisore,
questi de ve essere iscritto al registro istituito presso il Mi ni-
stero di Giu stizia.
Si applicano al revisore tutte le norme previste per lo stes so in
materia di societ per azioni.
Il compenso del revisore determinato dai soci all'at to del la no-
mina per l'intero periodo di durata del suo uffi cio.
Qualora i soci nel procedere alla nomina non abbiano deciso diver-
samente, l'incarico ha la durata di tre esercizi, con scadenza al-
la data di decisione dei soci di approvazione del bilancio relati-
vo al terzo eserci zio dell'incarico.
L'incarico pu essere revocato con decisione dei soci.
Il revisore svolge funzioni di controllo contabile sul la so ciet;
si applicano le disposizioni contenute ne gli arti coli 2409 - ter e
2409 - sexies c.c.
Il revisore tenuto a redigere la relazione prevista dall'artico-
lo 2429, comma secondo c.c.
TITOLO XIV
NORME FINALI
Articolo 49) Scioglimento e liquidazione della societ.
La societ si scioglie per le cause indicate agli articoli 2522,
comma 3, 2545-duodecies e 2484 del codice civile, e negli altri
casi previsti dalla legge e dal presente statu to.
In tutte le ipotesi di scioglimento, l'organo amministrativo deve
effettuare i relativi adempimenti pubblicitari entro trenta giorni
dal loro verificarsi.
A seguito del verificarsi di una causa di scioglimento, as sume-
ranno la carica di liquidatori, salva diversa decisione dei soci,
gli amministratori in carica al momento dello scioglimento. In ca-
so di pluralit di liquidatori, gli stes si costituiscono un colle-
gio di liquidazione, il cui funzio namento regolato dalle norme
di legge e statutarie relati ve al consiglio di amministrazione, in
quanto compatibili. La rappresentanza della societ spetter con-
giuntamente a tutti i liquidatori.
Resta fermo, in ogni caso, l'obbligo di pubblicit della no mina
dei liquidatori, ai sensi di legge.
I liquidatori hanno il potere di compiere tutti gli atti utili per
la liquidazione della societ, e potranno anche cedere l'azienda
sociale, o rami di essa, ovvero singoli be ni e diritti, o blocchi
di essi; potranno altres compiere gli atti necessari per la con-
servazione del valore dell'im presa, ivi compreso l'esercizio prov-
visorio, anche di singo li rami, in funzione del migliore realizzo.
Restano salve, per quanto occorrer possa, le competenze dell'as-
semblea dei soci, di cui all'art. 2487 del codice civile.
F.to Wilson Walter Mckay
F.to Pizzone Domenico
F.to Ganci Saverio
Sigillo F.to Giuseppe Antonio Michele Trimarchi Notaio

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