STATUTO DELLA SOCIETA' COOPERATIVA A RE SPON SA BI LI TA' LI MI TA TA
"LA FONTANA DI ABBONDIO SOCIET COOPERATIVA"
ALLEGATO AD ATTO PUBBLICO A MINISTERO NOTAIO TRIMARCHI DI GRAGNANO REPERTORIO: 6299 RACCOLTA: 2405 TITOLO I DENOMINAZIONE - SEDE - DURATA Articolo 1) Denominazione. E' costituita una societ cooperativa denominata: "LA FONTANA DI ABBONDIO SO CIET COOPERATIVA" Articolo 2) Sede sociale. La societ ha sede nel Comune di Napoli. Ai soli fini dell'iscrizione nel registro delle imprese, i compa- renti precisano che l'indirizzo della societ fissato alla Piaz- za Nicola Amore civico 14, ove so no situa ti an che gli uf fi ci di- ret tivi, am mi ni stra tivi e ge stio nali dell'im pre sa. Il trasferimento dell'indirizzo sociale, nell'ambito dello stesso Comune, di competenza dell'organo amministrativo. Articolo 3) Do micilio dei soci. Il domicilio dei soci, per tutto quanto concerne i loro rap porti con la societ, si intende eletto, a tutti gli effetti di legge, nel luogo indicato nel libro dei soci che sar tenuto volontaria- mente dalla societ. Articolo 4) Durata. La durata della societ stabilita fino al giorno 31 dicembre 2050. TITOLO II NORME APPLICABILI Articolo 5) Leggi speciali e norme sulla societ a re sponsa bi lit limitata. Alla cooperativa si applicano, ai sen si de gli ar ti co li 2520 e 2519, comma 1, del codice civile: a) le norme delle leggi speciali che regolano il tipo di coope- rativa in oggetto e l'attivit d'impresa corrispondente all'ogget- to sociale, ed in particolare le disposizioni della legge 3 aprile 2001, n. 142, e successive modificazioni, re lative alla posizione dei soci lavoratori, nonch del d.lgs. 10 settembre 2003, n. 276; b) in quanto compatibili con le suddette leggi speciali, le nor- me del codice civile relative alle societ cooperati ve; c) per quanto non previsto dagli articoli 2511 e seguenti del codice civile, ed in quanto compatibili, le disposizioni sulla so- ciet a responsa bilit limitata. TITOLO III SCOPO - OGGETTO Articolo 6) Scopo mutualistico. La cooperativa ha scopo mutualistico, e si propone quindi di svol- gere la propria attivit caratteristica in modo da far conseguire ai propri soci cooperatori occasioni di lavoro, ed una remunera- zione dell'attivit lavorativa prestata a mi gliori condizioni ri- spetto a quelle ottenibili sul mercato. Pertanto, lo scopo che i soci lavoratori intendono persegui re quello di ottenere, tramite la gestione in forma asso ciata e la prestazione della propria at- tivit lavorativa a favore della cooperativa, continuit di occu- pazione, con le migliori condizioni economiche, sociali e profes- sionali. I rapporti mutualistici hanno pertanto ad oggetto la presta zione di attivit lavorative da parte dei soci cooperatori nel settore corrispondente all'oggetto sociale della coope rativa, sulla base di previsioni del regolamento mutualisti co, che definiscono l'or- ganizzazione del lavoro dei soci. Ai fini del conseguimento dello scopo mutualistico di cui sopra, i soci cooperatori instaurano con la cooperativa, all'atto della lo- ro adesione o successivamente all'instaura zione del rapporto asso- ciativo, un ulteriore rapporto di la voro, in forma subordinata o autonoma o in qualsiasi altra forma, con cui contribuiscono comun- que al raggiungimento de gli scopi sociali. Articolo 7) Mutualit prevalente. La cooperativa si propone di svolgere la propria attivit caratte- ristica in prevalenza con i soci, ai sensi degli ar ticoli 2512 e 2513 del codice civile. Pi precisamente, la cooperativa si avvale prevalentemente, nello svolgimento della propria attivit, delle prestazioni lavorative dei soci cooperatori, in modo che il costo del lavoro dei soci me- desimi sia superiore al cinquanta per cen to del totale del costo del lavoro. Non si computa, ai fini del calcolo di prevalenza di cui all'art. 2513 del codice civile, il costo del lavoro delle unit lavorative non socie assunte in forza di obbligo di legge o di contratto col- lettivo nazionale di lavoro o di convenzione con la pubblica ammi- nistrazione, n il costo del lavoro delle unit lavorative che per espressa disposizione di legge non possono acquisire la qualit di socio della cooperativa. Non si computa, altres, il costo del lavoro delle unit la vora- tive non socie di nazionalit straniera, impiegate in attivit svolte dalla cooperativa fuori dai confini della Repubblica ita- liana. Si precisa altres che la cooperativa a mutualit prevalente ai sensi delle vi genti di sposizioni di legge ed in particolare ai sen si dell'articolo 111 septies norme di attuazione e transitorie del Codice Civile, e per tan to con par ti co lare ri fe ri mento a quan to pre scrit to dall'ar tico lo 2514 C.C. fatto di vie to: - di distribuire i dividendi in mi sura su pe riore all'inte resse massimo dei buoni po stali frut ti feri, au mentato di due punti e mezzo ri spetto al ca pitale ef fettivamente versa to; - di remunerare gli strumenti fi nan ziari (ove esi sten ti) of fer ti in sottoscrizione ai soci coo pe ratori in misura su pe riore a due punti ri spetto al li mite mas simo previsto per i dividendi; - di distribuire riserve tra soci cooperatori; ed inoltre v' obbligo di - devoluzione, in caso di scioglimento della societ dell'in tero patrimonio sociale, dedotto soltanto il ca pita le sociale ed i di- videndi eventualmente matura ti, ai fondi mu tualistici per la pro- mozione e lo svi luppo della coopera zione. Restano salvi gli obblighi a carico degli amministra to ri e dei sindaci (ove del caso) per la documenta zione della pre va lenza ai sensi di legge, sempre salvo quant'altro previsto e prescritto in materia di mutua lit prevalente. Articolo 8) Oggetto sociale. La cooperativa, con riferimento ed in conformit al proprio scopo mutualistico, ed agli interessi e requisiti dei propri soci coope- ratori, ha per oggetto: - l'attivit di trasporto - su strada, ferroviario, marittimo e aereo - sia di cose che di persone, in conto proprio e in conto terzi, e le attivit inerenti e conseguenti; - l'attivit logistica, della gestione di cicli produttivi fina- lizzati alla distribuzione, della distribuzione stessa - grande e piccola (capillare) - dal confezionamento al controllo qualit su campione dei prodotti diretti alla distribuzione, e le attivit inerenti e conseguenti; - le attivit di trasloco, facchinaggio, imballaggio, deposito, stoccaggio, gestione di magazzini, ribalte, archivi, allestimento fiere, mostre, congressi, e le attivit inerenti e conseguenti; - l'attivit di pulizia e igiene ambientale di condomini, uffici, stabili industriali, ospedali, luoghi in cui si svolgono attivit sportive e di spettacolo (stadi, teatri, cinema, ecc...), e le at- tivit inerenti e conseguenti; - lo svolgimento di interventi per la difesa dell'ambiente e di- sinfestazione, sanificazione, pulizie generali e speciali di qual- siasi genere, e le attivit inerenti e conseguenti; - la costruzione, la ristrutturazione, la manutenzione di immobili e impianti in genere, sia urbani che rustici, e di infrastrutture anche marittime, ferrovia rie e aeroportuali, la conduzione di aziende agricole, la condu zione, la bonifica e la sistemazione dei fondi; - le opere di restauro e di recupero urbano, ristrutturazione di interni, realizzazione e manutenzione di impianti idraulici, elet- trici, di condizionamento, di allarme, antincendio, e le attivit inerenti e conseguenti; - le attivit di lavanderia, tintoria, stireria, piccola sartoria, noleggio biancheria al servizio di aziende commerciali e indu- striali, comunit, alberghi, ristoranti e privati; - l'assunzione e concessione di appalti e subappalti; - servizi di call-center inbound e outbound, televendita e teleor- dini, e le attivit inerenti e conseguenti. La Cooperativa potr svolgere le suddette attivit sia per conto proprio che di terzi, sia in Italia che all'estero, con mezzi, at- trezzature e strutture proprie, di terzi, in locazione o in como- dato d'uso. Per la realizzazione delle predette attivit, la Cooperativa potr inoltre affidare in custodia ai propri soci i mezzi strumentali all'esercizio dell'attivit mutualistica. Al fine di realizzare il suddetto oggetto, la societ potr parte- cipare a gare di appalto, in qualunque forma legale estrinsecate. La societ potr inoltre compiere, in via accessoria e non preva- lente, nel pieno rispetto del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 ed unicamente al fine di perseguire l'oggetto sociale, qualsiasi ope- razione mobiliare ed immobiliare, commerciale ed economica, con- trarre prestiti, mutui anche ipotecari, prestare avalli, fideius- sioni ed altre garanzie nell'interesse proprio e/o di terzi con- sorziati, assumere partecipazioni ed interessenze in altre societ cooperative od imprese aventi oggetto analogo o affine al proprio, escluso qualsiasi fine di collocamento. Potr infine, costituire fondi per lo sviluppo tecnologico o per la ristrutturazione o per il potenziamento aziendale e l'adozione di procedure di programma- zione pluriennale finalizzate allo sviluppo e all'ammodernamento aziendale, ai sensi della legge 31 gennaio 1992 n. 59 ed eventuali norme modificative ed integrative; potr, inoltre, emettere obbli- gazioni ed altri strumenti finanziari ed assumere partecipazioni in altre imprese a scopo di stabilire investimento e non di collo- camento sul mercato. La Cooperativa pu ricevere prestiti da soci, finalizzati al rag- giungimento dell'oggetto sociale, secondo i criteri ed i limiti fissati dalla legge e dai regolamenti. Le modalit di svolgimento di tale attivit sono definite con apposito Regolamento approvato con decisione dei soci. La Cooperativa si propone altres di partecipare al raffor za mento del Movimento Cooperativo Italiano. Per ci stesso la Cooperativa pu aderire alla Confcoope rative - Con fe de razione Cooperative Ita- liane, alla Lega Nazio nale Coopera ti ve e Mu tue, agli organismi pe- riferici provinciali e re gio nali di Le gacoop nella cui giuri sdi- zione ha la propria Sede so cia le, nonch alle altre as sociazioni di riferimen to. TITOLO IV SOCI COOPERATORI - RAPPORTI SOCIALI Articolo 9) Requisiti dei soci cooperatori. Possono essere soci cooperatori le persone fisiche che siano mag- giori di et e legalmente capaci di agire, e che abbiano una capa- cit profes sionale nei settori cor rispondenti all'oggetto della coope rativa, o che comunque abbiano una capacit effettiva di la- voro, attitudini, competenze e specia lizzazioni ne cessarie per collaborare al raggiungimento dei fini sociali con la propria at- tivit lavorativa o professionale. Non possono essere ammessi quali soci cooperatori le persone giu- ridiche, ai sensi dell'art. 23, comma 1, del d.lgs. C.P.S. 14 di- cembre 1947 n. 1577. Articolo 10) Soci in prova. Coloro che fanno ri chie sta di am mis sione al la coo pe ra tiva pos sono essere ammessi in una cate go ria speciale, de no mi nata dei so ci cooperatori in pro va, in ra gione dell'inte resse alla loro for ma- zione professionale, tenendo anche conto dello scopo mu tuali stico e delle esi genze di gestione della coope rativa, e dell'ido neit degli aspi ranti soci a concorrere al rag giungimento degli scopi sociali. I requisiti prescritti per l'ammissione dei soci in prova sono i medesimi richiesti dalla legge e dal presente statuto per l'ammis- sione dei soci cooperatori. I soci ammessi alla categoria speciale dei soci cooperatori in prova non possono in ogni caso superare la quota di un terzo del numero totale dei soci cooperatori. Alla richiesta di ammis sione gli aspiranti soci in prova devono allegare il proprio curriculum vitae, specificando in particolare le esperienze lavorative in precedenza svolte ed i propri interes- si lavorativi. La deliberazione di ammissione stabilisce, per ogni socio in prova ed in relazione alle sue capacit e competenze, la durata del pe- riodo di formazione, nonch i cri teri e le mo da lit del la for ma- zione professionale; que st'ultima pu es sere di scipli nata, in modo generale, da ap posito regolamento. Durante il periodo di prova, i soci in prova hanno il dirit to di intervenire alle assemblee sociali, ma hanno diritto di voto uni- camente nell'assemblea annuale che approva il bi lancio. Agli stes- si compete il diritto agli utili, nei limi ti previsti per i soci cooperatori, in ragione di una quota pari ad un mezzo di quanto a que sti ul timi attribuito. In caso di scioglimento del rapporto so- cia le, spetta ai soci in prova l'integrale liquidazione della par- te cipa zione, secondo le regole stabilite per i soci cooperatori. Gli amministratori possono preferire i soci cooperatori ef fettivi, rispetto ai soci in prova, nell'instaurazione di rapporti mutuali- stici con la societ, e quindi riservare ai primi maggiori occa- sioni di scambio mutualistico. I ristorni possono essere erogati ai soci in prova in misura infe- riore rispetto a quella prevista per i soci ordinari, in relazione sia ai costi di formazione, sia al rendi mento dei soci in prova nella cooperativa, esclusa comunque una riduzione arbitraria dei ristorni che non sia come sopra giustifi cata. E' in ogni caso esclusa l'erogazione ai soci in prova dei ristorni con le modalit dell'aumento del capitale sociale o dell'emissione di stru menti finanziari. I soci in prova non possono rappresentare altri soci in as semblea, e non possono essere eletti alla carica di ammini stratori della cooperativa; gli stessi possono esercitare i diritti di controllo di cui all'art. 2545-bis del codice ci vile. I soci in prova possono in ogni momento recedere dalla so ciet, con preavviso di almeno trenta giorni. I soci in pro va possono an- che essere esclusi dalla cooperativa, per le cause previste dal presente statuto, ed inoltre per evidente inidoneit manifestatasi durante il periodo di formazione; si ap plicano, per il resto, le di sposizioni del presente statuto sull'esclusione dei soci coope- ratori, in quanto compatibili. Il recesso e l'esclusio ne comporta- no, dalla data della loro effica cia, la cessazio ne immediata dei rapporti mutualistici intercor renti con i soci in prova. Entro il termine del periodo di prova, come stabilito dagli ammi- nistratori, che potr variare da un minimo di un anno ad un massi- mo di cinque anni, il nuovo socio, che sia in possesso dei requi- siti prescritti dalla legge e dal presente statuto, sar ammesso a go dere dei diritti che spettano agli altri soci cooperatori, pre- via deliberazione dell'organo ammini strativo, che dovr accertare sia il possesso dei requisiti soggettivi in capo al socio in quel mo mento, sia l'esito fa vorevole del periodo di prova, e quindi il rispetto degli obblighi inerenti la formazione, ed il conseguimen- to della qualifica professionale al livello prestabilito dalla coope rativa. Nel caso in cui il suddetto accertamento abbia esito negati vo, e pur ch lo stesso intervenga prima della fine del pe- riodo di prova, ma con un anticipo non superiore a trenta giorni rispetto a tale ter mine, l'organo amministrativo esclude il socio in prova dalla so ciet. Nel caso in cui l'organo amministrativo deliberi in senso negati- vo, il socio potr entro sessanta giorni dalla comuni cazione del diniego chiedere che sulla questione si pronunci l'assemblea; si applicano sul punto, in quanto compatibili, le disposizioni dell'articolo 2528 del codice civile, nonch le previsioni del presente statuto sulla procedura di ammis sione dei soci cooperato- ri. Nel caso di esito negativo del periodo di prova, il socio pu es- sere riammesso per un ulteriore periodo di prova, pur ch la durata complessiva della prova non ecceda i cinque anni. Per quanto non disposto dalla legge e dal presente statuto, si ap- plicano ai soci in prova le disposizioni legislative e statutarie relative ai soci cooperatori, in quanto compati bili. Articolo 11) Ammissione dei soci coope ratori. L'aspirante socio deve produrre alla cooperativa, unitamente alla domanda di ammissione, l'indicazione della propria qua lifica pro- fessionale e delle proprie capacit ed attitudini lavorative, cor- redata da un dettagliato curriculum vitae. Articolo 12) Diritti sociali del socio cooperatore. I soci cooperatori hanno i diritti patrimoniali ed ammini strativi previsti dalla legge. I soci cooperatori, ancorch tra gli stessi e la cooperativa non intercorra attualmente un rapporto di lavoro, concorrono alla ge- stione dell'impresa partecipando alla formazione de gli organi so- ciali e alla definizione della struttura di di rezione e conduzione dell'impresa; partecipano alla elabora zione di programmi di svi- luppo e alle decisioni concernenti le scelte strategiche, nonch alla realizzazione dei proces si produttivi dell'azienda; parteci- pano al rischio d'impre sa, ai risultati economici ed alle decisio- ni sulla loro de stinazione. Il tutto ai sensi dell'art. 1 della legge 3 aprile 2001 n. 142. La partecipazione dei soci cooperatori alla elaborazione di pro- grammi di sviluppo e alle decisioni concernenti le scelte strate- giche, nonch alla realizzazione dei processi produt tivi dell'a- zienda, con funzione informativa e consultiva, ha luogo mediante sottoposizione delle relative questioni da parte dell'organo ammi- nistrativo all'assemblea, e conseguen ti deliberazioni assunte dai soli soci cooperatori, con esclusione dei portatori di strumenti finanziari. Nonostante la partecipazione al rischio d'impresa da parte dei so- ci lavoratori, rimane impregiudicato il diritto degli stessi a percepire in ogni caso il trattamento economico mi nimo inderogabi- le per tutta la durata del rapporto di lavoro ed in relazione alla concreta tipologia dello stesso, anche eventualmente in assenza di occasioni di lavoro per la coo perativa e quindi di effettiva pre- stazione del lavoro, salvo che in dipendenza di tali eventi si dia luogo a interruzione o cessazione del rapporto di lavoro, e salvo il caso di cri si aziendale, deliberata dall'assemblea ai sensi dell'art. 6 della legge n. 142/2001. TITOLO V SOCI COOPERATORI - RAPPORTI MUTUALISTICI Articolo 13) Regole per lo svolgimento dell'attivit mutualisti ca. Nella costituzione e nell'esecuzione dei rapporti mutuali stici, come pure nella distribuzione dei ristorni, deve es sere rispettato il principio di parit di trattamento. Lo scopo mutualistico della societ si consegue mediante l'instau- razione di rapporti mutualistici di lavoro tra la societ ed i so- ci cooperatori, distinti ed autonomi rispetto al rapporto sociale. Pi precisamente, i soci cooperatori stipulano con la socie t, all'atto dell'ammissione in societ o successivamente, un ulterio- re contratto di lavoro, in forma subordinata, au tonoma o in qual- siasi altra forma prevista dalla legge, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata non occa sionale, il lavoro a progetto, i contratti di lavoro a tempo parziale e di inserimento, il lavoro a tempo determinato, il lavoro ripartito, il lavoro intermittente; contratti con i quali i soci cooperatori contribuiscono comunque al raggiun gimento degli scopi sociali. Il regolamento mutualistico pu prevedere l'adozione, in via al- ternativa, di diverse tipologie di contratto di lavoro an che per la medesima mansione, fatto salvo il divieto, per ciascun socio, di intrattenere pi rapporti di lavoro, ap partenenti a tipologie diverse, con la cooperativa. La scelta della tipologia di contratto di lavoro pu essere rimes- sa dal regolamento mutualistico al socio cooperatore ovvero alla cooperativa; in ogni caso, tale scelta deve es sere compatibile con le caratteristiche dell'attivit svolta dalla cooperativa, della prestazione lavorativa richiesta al socio cooperatore in relazione ai requisiti di professiona lit dello stesso, delle caratteristi- che dell'organizzazione aziendale. Le prestazioni lavorative dei soci cooperatori non costitui scono, in nessun caso, prestazioni accessorie ai sensi dell'art. 2345 del codice civile. Articolo 14) Regolamento interno. Le modalit di svolgimento delle prestazioni lavorative dei soci cooperatori sono disciplinate da apposito regolamento, approvato dall'assemblea dei soci ai sensi dell'articolo 6 della legge 3 aprile 2001, n. 142, che definisce l'organiz zazione del lavoro dei soci medesimi, secondo le tipologie lavorative previste dal d.lgs. 10 settembre 2003, n. 276. Il regolamento mutualistico non pu, a pena di nullit, con tenere disposizioni derogatorie in pejus rispetto al tratta mento economi- co minimo complessivo, di cui all'articolo 3, comma 1, della legge n. 142/2001; pu invece derogare alla disciplina dei contratti collettivi relativamente alle con dizioni di lavoro ed ai profili retributivi diversi ed ulte riori rispetto al suddetto trattamento economico minimo, in presenza di adeguate motivazioni in connes- sione alle concre te modalit di svolgimento della prestazione la- vorativa. Il regolamento mutualistico approvato dall'assemblea dei so ci, con le maggioranze previste per le modifiche dell'atto costituti- vo, ai sensi dell'art. 2521, ultimo comma, del codice civile, sul- la base di un progetto che gli amministratori sono obbligati a re- digere nel rispet to dei principi e dei criteri di massima previ sti nel pre sente statuto. Il regolamento mutualistico, una volta approvato dall'assem blea, deve essere depositato, a cura degli amministratori, entro trenta giorni dall'approvazione presso la Direzione provinciale del lavo- ro competente per territorio; del rela tivo contenuto pu essere ottenuta la certificazione, ai sensi dell'art. 83 del d.lgs. 10 settembre 2003 n. 276. Articolo 15) Diritti dei soci cooperatori nei rapporti mutuali sti- ci. I soci cooperatori hanno diritto a concludere rapporti mu tuali- stici con la societ, secondo le regole stabilite dal presente statuto e dal regolamento mutualistico, nei limiti della effettiva e concreta capacit della cooperativa di in staurare i suddetti rapporti e di soddisfare gli interessi dei soci medesimi. Correla- tivamente, la cooperativa ha il dovere di contrarre con i soci cooperatori che ne facciano richiesta, compatibilmente con le esi- genze della gestione sociale e la necessit di rispettare il prin- cipio di parit di trattamento. La cooperativa quindi obbligata, nella misura determinata dalle proprie esigenze, dalle opportunit del mercato e dall'andamento dell'attivit dell'impresa sociale, ad avva lersi delle prestazioni di lavoro dei soci cooperatori, e quindi a stipulare con i medesi- mi, all'atto dell'ammissione o successivamente, autonomi contratti di lavoro, secondo le previsioni del regolamento interno e nel ri- spetto del prin cipio della parit di trattamento; e quindi a pa- rit di qualifiche professionali sulla base dell'anzianit di iscrizione alla cooperativa in qualit di socio cooperatore. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 36 della legge n. 300/1970, la cooperativa tenuta a corrispondere ai soci lavora- tori un trattamento economico complessivo proporziona to alla quan- tit e qualit del lavoro prestato, e comunque non inferiore ai minimi previsti, per prestazioni analoghe, dalla contrattazione collettiva nazionale del settore o del la categoria affine, ovvero, per i rapporti di lavoro diver si da quello subordinato, in assenza di contratti o accordi collettivi specifici, ai compensi medi in uso per prestazio ni analoghe rese in forma di lavoro autonomo; salvi i trat tamenti economici ulteriori che possono essere delibe- rati dall'assemblea ai sensi dell'art. 3, comma 2, della legge n. 142/2001, a titolo di maggiorazione retributiva ovvero a ti tolo di ristorno, nel rispetto del principio di parit di trattamento. La cooperativa obbligata al pagamento dei contributi pre viden- ziali, anche per la quota a carico dei soci lavoratori. Ai soci lavoratori spettano, in relazione alla concreta ti pologia di contratto di lavoro effettivamente realizzato, le tutele previ- ste dalla legge 20 maggio 1970, n. 300, e suc cessive modificazio- ni, nonch le disposizioni legislative e regolamentari in materia di sicurezza sul lavoro, e le ulte riori tutele derivanti dai con- tratti ed accordi collettivi previsti dalla legge. Articolo 16) Ristorni. I ristorni potranno essere ripartiti tra i soci cooperatori che intrattengano rapporti mutualistici con la cooperativa, tenendo conto della quantit e della qualit degli scambi mutualistici, ed in particolare facendo riferimento alla mi sura dei compensi asse- gnati ai soci lavoratori in base alle rispettive qualifiche (che riflettono sia la quantit delle ore lavorate durante l'anno, sia il valore delle rispettive prestazioni lavorative), e sulla base dei suddetti compensi proporzionalmente distribuire i ristorni. I ristorni attribuiti ai soci lavoratori, che costituiscono mag- giorazione della relativa retribuzione, non possono in nessun caso superare la misura del trenta per cento dei trattamenti retributi- vi complessivi dovuti ai sensi dell'art. 3, comma 1, e comma 2, lettera a), della legge 3 aprile 2001 n. 142. Articolo 17) Obblighi dei soci cooperatori nei rapporti mutuali- sti ci. I soci cooperatori sono obbligati a mettere a disposizione le loro capacit professionali e il loro lavoro in relazione al tipo, alle caratteristiche e modalit dell'attivit svol ta dalla cooperativa, nonch alla quantit delle prestazioni di lavoro disponibile per la cooperativa stessa, in base al le esigenze di quest'ultima ed in conformit alle prescri zioni del regolamento mutualistico. Conse- guentemente, i soci cooperatori hanno l'obbligo di mantenersi di- sponibili, in vista della possibilit che la cooperativa, in pre- senza di occasioni di lavoro, rivolga loro offerte di impiego; e non possono rifiutare, ove richiesti dalla cooperativa, di sti pu- lare con la stessa i contratti di lavoro che formano og getto del rapporto mutualistico. E' fatto divieto ai soci cooperatori di pre stare la propria atti- vit lavorativa a favore di soggetti diversi dalla cooperativa, durante il periodo in cui essi soci sono legati da contratto di lavoro con la cooperativa medesima, salvo che si tratti di lavoro a tempo parziale. TITOLO VI QUOTE DEI SOCI COOPERATORI Articolo 18) Quote dei soci cooperatori. Il capitale sociale, sottoscritto dai soci cooperatori, suddivi- so in quote di partecipazione, ai sensi dell'art. 2468 del codice civile, suddiviso in quote pari al valore massimo stabilito dalla legge. Articolo 19) Trasferimento delle partecipazioni dei soci coope- ratori. La quota del socio cooperatore non pu essere sottoposta a pegno, a sequestro, n in alcun modo vincolata a garanzia di debiti del socio cooperatore nei confronti di terzi. Il cre ditore particolare del socio cooperatore, finch dura la so ciet, non pu agire ese- cutivamente sulla quota del medesi mo, ai sensi dell'articolo 2537 del codice civile. La quota del socio cooperatore non pu formare oggetto di diritti di usufrutto, o comunque di diritti di godimento a favore di ter- zi. Articolo 20) Acquisto di quote proprie spettanti ai soci coo pe- ra tori. Gli amministratori possono, ai sensi dell'articolo 2529 del codice civile, acquistare o rimborsare le quote dei soci cooperatori, se il rapporto tra il patrimonio netto ed il complessivo indebitamen- to della societ superiore ad un quarto. L'acquisto o il rimbor- so pu essere fatto solo nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolar- mente approvato. TITOLO VII PRESTITI SOCIALI Articolo 21) Prestiti sociali. I soci cooperatori possono effettuare prestiti a favore del la coo- perativa, esclusivamente finalizzati al conseguimento dell'oggetto sociale, nel rispetto delle vigenti disposizio ni in tema di rac- colta del risparmio presso soci. TITOLO VIII SOCI COOPERATORI - ESTINZIONE DEL RAPPORTO Articolo 22) Recesso del socio cooperatore. Il recesso del socio cooperatore interamente disciplinato dall'articolo 2532 c.c. Articolo 23) Esclusione del socio cooperatore. L'organo amministrativo pu pronunciare l'esclusione del so cio cooperatore dalla societ: a) in caso di grave inadempimento delle obbligazioni che deriva- no dalla legge, dal contratto sociale, dai regolamenti sociali o dal rapporto mutualistico. La gravit dell'inadem pimento deve es- sere valutata in relazione all'interesse del la societ. L'inadem- pimento, per costituire causa di esclu sione, deve essere imputabi- le al socio, ovvero deve derivare da impossibilit sopravvenuta della prestazione, ancorch non imputabile; b) nel caso in cui il socio non esegua, in tutto o in par te, a seguito dell'intimazione effettuatagli dagli ammini stratori, il pagamento delle partecipazioni sottoscritte e delle relative somme accessorie; c) in caso di interdizione, inabilitazione, condanna pena le del socio ad una pena che importa l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici; d) nel caso in cui il socio si renda irreperibile al domi cilio comunicato alla cooperativa per oltre centoottanta giorni; e) negli altri casi previsti dalla legge e dal presente statuto; f) in caso di fallimento del socio. L'organo amministrativo deve pronunciare l'esclusione del socio cooperatore nei seguenti casi: a) in caso di mancanza originaria, o perdita successiva, dei re- quisiti previsti per la partecipazione alla societ, e comunque ogni qualvolta il socio non sia in grado di parte cipare al rag- giungimento dello scopo sociale ed all'attivit mutualistica. A tal fine, il socio che perde i requisiti ne cessari per far parte della cooperativa ha l'obbligo di dar ne tempestiva comunicazione al consiglio di amministrazione; b) nel caso di interposizione fittizia di persona nell'in testa- zione delle partecipazioni sociali, diretta a consenti re a chi non in possesso dei requisiti soggettivi di usu fruire delle presta- zioni mutualistiche; c) nel caso il socio venga a trovarsi in una situazione di in- compatibilit, come definita dal presente statuto, per esercitare imprese in concorrenza con quella della coopera tiva; d) trattandosi di socio diverso da persona fisica, ove l'ente sia posto in liquidazione. Non pu essere escluso il socio che non ottemperi ad una de libe- razione invalida degli organi sociali. L'indicazione delle cause di esclusione, contenuta nel pre sente articolo, deve considerarsi tassativa. Il regolamento mutualisti- co, approvato dall'assemblea, non pu prevedere ulteriori cause di esclusione. Oltre ai casi sopra indicati, pu essere escluso dalla so ciet: a) il socio cooperatore che, richiesto dalla cooperativa, rifiu- ti di stipulare con la medesima un contratto di lavoro; b) il socio lavoratore relativamente al quale sussista una giu- sta causa o un giustificato motivo di licenziamento. Ri correndo quest'ultima eventualit, l'esclusione determina automaticamente lo scioglimento del rapporto di lavoro, ai sensi dell'art. 5, com- ma 2, della legge n. 142/2001, senza necessit di apposito atto di licenziamento; in tal caso, per, l'esclusione deve essere prece- duta da contestazione dell'addebito al socio lavoratore, nel ri- spetto dei termini e delle formalit prescritte per il caso di li- cenziamento, in particolare, con l'osservanza di quanto prescrit to dall'art. 7 della legge n. 300/1970, e dall'art. 3 della legge n. 604/1966, in modo da garantire al socio lavoratore le medesime ga- ranzie previste dalla legge per il licenzia mento medesimo. Ai sensi dell'art. 2533, ultimo comma, del codice civile, il rap- porto di lavoro tra socio escluso e cooperativa si scio glie con effetto immediato per effetto dell'esclusione. L'iscrizione del socio cooperatore nelle liste di colloca mento, ai fini dell'erogazione dei trattamenti di disoccupa zione, non deter- mina la perdita dello stato di socio della cooperativa. Articolo 24) Scioglimento dei rap por ti mu tua li sti ci. Il rapporto di lavoro si estingue, oltre che per morte del socio cooperatore, con il recesso o l'esclusione del socio stesso deli- berati nel rispetto delle previsioni statutarie e in conformit con gli articoli 2532 e 2533 del codice civile. Articolo 25) Conseguenze dello scioglimento del rapporto mutua li- stico sul rapporto sociale. Nel caso di scioglimento del rapporto di lavoro per cause ad esso inerenti, il socio cooperatore mantiene la propria qua lifica di socio, salva la facolt degli amministratori di deliberarne l'e- sclusione, e salva la facolt di recesso del medesimo socio coope- ratore. Articolo 26) Successione per causa di morte del socio cooperatore. In caso di morte del socio cooperatore, il rapporto sociale non continua con gli eredi o legatari dello stesso; questi ultimi han- no diritto al rimborso delle partecipazioni dallo stesso possedu- te, in base alle disposizioni del presente statuto. La morte del socio cooperatore determina altres lo sciogli mento immediato dei rapporti mutualistici pendenti. E' fatto comunque salvo, a prescindere anche dalla sussistenza di re quisiti sogget- tivi, il subingresso automatico di eredi o le gatari nei diritti definitivamente acquisiti dal socio coo peratore in dipendenza del rapporto mutualistico. La societ procede al rimborso delle partecipazioni, nei termini di prescrizione previsti dall'art. 2949 del codice civile, su pre- sentazione del certificato di morte, di copia dell'eventuale te- stamento e di una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorie- t, attestante la qualit di erede, o legatario delle partecipa- zioni; detti documenti sono conser vati dalla societ. Gli ammini- stratori non sono comunque te nuti ad attivarsi se la richiesta di rimborso, corredata dalla prescritta documentazione, non presen- tata dagli ere di o legatari. Articolo 27) Liquidazione e rimborso delle quote del so cio coo pe- ratore. I soci cooperatori ed i loro eredi o legatari hanno diritto, a se- guito dello scioglimento del singolo rapporto sociale, unicamente al rimborso del capitale sociale, secondo quanto stabilito nell'art. 2514 del codice civile. Il pagamento della quota cos liquidata dovr essere effet tuato, senza interessi, entro centoottanta giorni dall'ap provazione del bilancio. Relativamente alle quote assegnate a titolo di riparti- zione di ristorni, ai sensi dell'art. 2545-sexies c.c., il rimbor- so, unitamente agli interessi le gali, pu essere corrisposto in pi rate entro un termine massimo di cinque anni. TITOLO IX STRUMENTI FINANZIARI Articolo 28) Strumenti finanziari non partecipativi. La cooperativa pu emettere, con deliberazione dell'organo ammini- strativo assunta a maggioranza assoluta dei suoi mem bri, strumenti finanziari non partecipativi, privi di dirit ti di amministrazione, e che non attribuiscono ai relativi sottoscrittori la qualifica di soci. Si applicano l'art. 2526, ultimo comma, e l'art. 2483 del codice civile. Articolo 29) Contributi in dena ro dei soci cooperatori. Salvi i contributi volontariamente versati dai soci, l'as semblea ordinaria pu, a maggioranza dei voti presenti o rappresentati, deliberare un piano di crisi aziendale, nel quale siano salvaguar- dati, per quanto possibile, i livelli occupazionali, e durante l'intera durata del quale vietata la distribuzione di utili. In tale occasione, l'assemblea pu deliberare: la riduzione temporanea dei trattamenti economici integra tivi spettanti ai soci lavoratori anche a titolo di ristor no, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, lettera b), della legge 3 aprile 2001 n. 142; l'obbligo di apporto anche economico, da parte dei soci lavora- tori, alla soluzione della crisi, in proporzione alle disponibili- t e capacit finanziarie, anche mediante parzia le decurtazione del trattamento economico minimo, quale spettante in base ai con- tratti ed accordi collettivi appli cabili. TITOLO X CAPITALE SOCIALE, RISERVE, BILANCIO E UTILI Articolo 30) Capitale sociale. Il capitale sociale variabile, e non quindi fissato in un am- montare prestabilito. Esso costituito dai conferimen ti dei soci cooperatori. Il capitale sociale potr essere aumentato anche mediante conferi- mento di beni in natura e/o di crediti. Si applicano le previsioni dell'art. 2465 del codice civile. Articolo 31) Rivalutazione e aumento gratuito del capi tale so- cia le. La cooperativa pu destinare, con deliberazione dell'assem blea dei soci, una quota degli utili di esercizio, ai sensi e nei limiti dell'art. 7 della legge 31 gennaio 1992 n. 59, a rivalutazione del capitale sociale sottoscritto e versato. In ogni caso ciascuna ri- valutazione deve essere effettuata in modo da non superare la mi- sura complessiva del venti per cento del capitale originario, ai sensi dell'art. 2545-quin quies, comma 3, lettera b), del codice civile. Articolo 32) Riserve sociali. In caso di emissione di strumenti finanziari, l'assemblea che ap- prova il bilancio pu, dopo aver effettuato gli accan tonamenti ob- bligatori per legge o statuto, accantonare ad apposita riserva qualificata espressamente come divisibile e destinata ai portatori di strumenti finanziari nel caso di scioglimento del relativo rap- porto una percentuale degli utili netti annuali, esclusa in ogni caso la ripartizione di qualsiasi riserva tra i soci cooperatori. Tutte le altre ri serve sono indivisibili, a norma dell'art. 2514 del codice civile. Articolo 33) Esercizi sociali. Gli esercizi sociali vanno dal primo gennaio al trentuno di cembre di ciascun anno. Il bilancio deve essere approvato entro 120 gior- ni dalla chiusura dell'esercizio sociale o entro 180 giorni, quan- do e se ricorrano le condizioni previste dalla legge. Articolo 34) Destinazione degli utili di esercizio. L'assemblea che approva il bilancio delibera sulla sorte dell'a- vanzo netto di gestione; una volta effettuati gli ac cantonamenti obbligatori per legge, la residua parte degli utili netti pu es- sere destinata, nell'ordine, a remunera zione degli strumenti fi- nanziari, alla rivalutazione del ca pitale sociale, alla riparti- zione dei ristorni tra i soci cooperatori, alla distribuzione di dividendi ai soci coope ratori nei limiti previsti dagli articoli 2514 e 2545-quin quies, comma 2, c.c. TITOLO XI ASSEMBLEE Articolo 35) Diritto di intervento e diritto di voto in assem- blea. Possono intervenire in assemblea tutti i soci cooperatori che sia- no iscritti nel libro dei soci, anche se non ancora titolari del diritto di voto per non essere iscritti da al meno novanta giorni nel libro dei soci. Ciascun socio cooperatore ha un voto, qualunque sia l'ammon tare della quota dallo stesso posseduta. Articolo 36) Rappresentanza in assemblea. Il socio cooperatore ha facolt di farsi rappresentare in assem- blea, con delega scritta che pu essere trasmessa anche via fax o per posta elettronica certificata, soltanto da un altro socio coo- peratore avente diritto di voto. Ad ogni so cio cooperatore non possono essere conferite pi di 5 (cinque) deleghe. Possono essere delegati per la partecipazione all'assemblea anche i soci lavora tori della cooperativa, ancorch dipen denti della so- ciet. Articolo 37) Convocazione dell'assemblea. L'assemblea dei soci convocata dall'organo amministrativo, sia presso la sede sociale sia altrove, purch nel territo rio della Repubblica Ita liana. L'assemblea deve essere convocata almeno una volta l'anno, entro centoventi giorni dalla chiusura dell'esercizio socia le; ove, pe- raltro, la societ sia tenuta alla redazione del bilancio consoli- dato, ovvero quando particolari esigenze relative alla struttura ed all'oggetto della societ lo richiedano, la predetta assem- blea potr essere convocata en tro centoottanta giorni dalla chiu- sura dell'esercizio socia le. L'assemblea convocata con avviso spedito almeno 5 (cinque) gior- ni pri ma di quello fissato per l'adunanza, con lettera rac coman- data, ov vero con qualsiasi altro mezzo idoneo ad assi curare la prova dell'avve nuto ricevimento, fatto pervenire agli aventi di- ritto al domicilio risultante dai libri socia li, o in mancanza al domicilio risultan te dal registro delle imprese. Nell'avviso di convocazione devono essere indicati il giorno, il luogo e l'ora dell'adunanza, e l'e lenco delle materie da trattare. Nell'avviso di convocazione pu essere prevista una data ulteriore di seconda convocazione, per il caso in cui nell'adunanza prevista in prima convocazione l'assem blea non risulti legalmente costituita. Articolo 38) Funzionamento dell'assemblea. L'assemblea presieduta dal presidente del consiglio d'am mini- strazione; in caso di assenza o impedimento di questi, sar pre- sieduta da persona designata dagli intervenuti.. Articolo 39) Approvazione delle deliberazioni assemblea ri. L'assemblea, in prima convocazione, regolarmente costitui ta quando siano presenti o rappresentati la met pi uno dei voti dei soci aventi diritto al voto; in seconda convocazio ne, regolar- mente costituita qualunque sia il numero dei voti rappresentati in assemblea. L'assemblea delibera a mag gioranza assoluta dei voti rappresentati in assemblea. In deroga a quanto sopra stabilito, l'assemblea delibera, sia in prima che in seconda convocazione, con il voto favo revole della maggioranza assoluta dei voti complessivamente spettanti a tutti i soci, per le deliberazioni riguardanti l'aumento a pagamento del capitale sociale ai sensi dell'art. 2524, comma 3, del codice ci- vile, e lo scioglimen to anticipato della societ. E' invece necessario il voto favorevole di pi dei due terzi dei voti complessivamente spettanti a tutti i soci per l'ap provazione delle delibere concernenti la modifica dell'og getto sociale, il trasferimento della sede della societ al di fuori del territorio della provincia, la modifica o sop pressione delle clausole mutua- listiche e non lucrative, la modifica delle clausole statutarie che disciplinano i ri storni ed i rapporti mutualistici, la tra- sformazione della societ, la fusione eterogenea. Sono fatte salve le altre disposizioni di legge e del pre sente statuto che, per particolari decisioni, richiedono di verse speci- fiche maggioranze o il consenso di tutti i soci. TITOLO XIII AMMINISTRATORI Articolo 40) Nomina, composizione, durata dell'organo ammini- stra tivo. La societ amministrata da un amministratore unico o da un con- siglio di am mi ni stra zio ne com posto da un nu me ro va ria bi le di mem- bri, da tre a cinque membri, secondo quan to deci de r, di volta in vol ta, l'as sem blea in sede di nomina alle cari che so ciali. Ai fini dell'elettorato passivo alla carica di amministrato re, i soci cooperatori possono essere iscritti nel libro dei soci anche da meno di novanta giorni, salvo il disposto dell'art. 2542 del codice civile. Ai possessori di strumenti finanziari non partecipativi non compe- te il diritto di partecipare all'elezione degli ammini stratori. Gli amministratori durano in carica fino a revoca o dimissioni. Gli amministratori possono es sere rieletti. Articolo 41) Amministratori delegati. Il consiglio d'amministrazione pu nominare uno o pi ammi nistra- tori delegati, scegliendoli tra i soci cooperatori; gli stessi so- no tenuti a riferire al consiglio di ammini strazione, ed al colle- gio sindacale se esistente, con caden za almeno trimestrale. Non possono essere delegati: i poteri in materia di convocazione dell'assemblea, reda zione del bilancio di esercizio, aumento e riduzione del ca pitale, reda- zione dei progetti di fusione e di scissione; i poteri in materia di ammissione, di recesso e di esclu sione dei soci, e le decisioni che incidono sui rapporti mu tualistici con i soci (art. 2544, comma 1, c.c.). Articolo 42) Presidente e vicepresidente. Il consiglio di amministrazione elegge tra i suoi membri un presi- dente, se questi non stato gi eletto dall'assemblea, e pu eleggere un vicepresidente, che svolge le funzioni del presidente in caso di assenza o impedimento di questi. Nei confronti dei soci e dei terzi, l'intervento del vicepresi dente costituisce, in ogni caso, prova dell'assenza o impe dimento del presidente. Articolo 43) Compenso degli amministratori. Il compenso degli amministratori sar stabilito dall'assem blea; potr essere determinato sia in misura fissa, sia in misura per- centuale agli utili netti di bilancio conseguiti nell'esercizio sociale, con l'osservanza in quest'ultimo ca so dell'articolo 2432 del codice civile. Il compenso degli amministratori investiti del- le cariche di presidente o di consigliere delegato stabilito dal consiglio di ammini strazione, sentito il parere del collegio sin- dacale ove no minato, nel rispetto dei limiti massimi eventualmente deter minati dall'assemblea. L'assemblea pu determinare un impor to complessivo per la remunerazione di tutti gli amministra tori, in- clusi quelli investiti di particolari cariche. Articolo 44) Adunanze e deliberazioni del consiglio di ammini- strazione. Il consiglio d'amministrazione deve essere convocato nella sede sociale o altrove, purch nel territorio della Repubblica Italia- na, oltre che nei casi previsti dalla legge, ogni qualvolta lo ri- chiedano gli interessi della so ciet, a cura del presidente o an- che di uno solo dei consiglieri, con ogni mezzo idoneo ad assi cu- rare la prova dell'avvenuto ricevi mento. L'avviso di con voca zione deve essere spedito a tutti gli amministratori, ed ai sinda ci ove nominati, almeno tre giorni pri ma dell'adu nanza e, in caso di ur- genza, almeno un giorno prima; nell'avviso devono essere in dicati la data, il luogo e l'ora della riunione, e l'ordine del giorno. Anche in assenza di formale con vocazione saranno tuttavia valide le deliberazio ni del Consiglio d'amministrazione quando vi parte- cipino tutti gli amministratori, ed i sindaci effettivi ne siano stati informati. Articolo 45) Poteri di amministrazione e competenze dei soci. L'organo amministrativo ha tutti i poteri per l'amministra zione della societ, fatte salve le competenze attribuite ai soci dalla legge e dal presente statuto. In particolare, sono riservate alla competenza dei soci le deci- sioni previste dall'art. 2479, comma 2, del codice civi le. Si pre- cisa che devono intendersi ricomprese, in ogni ca so, tra le opera- zioni che comportano una sostanziale modifi cazione dell'oggetto sociale: l'alienazione, l'acquisto, la concessione e l'assunzione in godimento di aziende e rami di azienda; l'acquisto di parteci- pazioni in societ a responsa bilit limitata, ed in societ di persone in genere (salvo, in ogni caso, il disposto dell'articolo 2361 del codice ci vile). Dovranno essere, inoltre, autorizzate dai soci: le operazioni per le quali sussista un conflitto d'inte ressi de- gli amministratori che rappresentano legalmente la societ, ai sensi dell'art. 2475-ter del codice civile; in tendendosi, con ci, l'operazione specificamente autorizza ta, anche per gli effetti de- gli articoli 1394 e 1395 del co dice civile; la partecipazione a gruppi cooperativi paritetici. Articolo 46) Poteri di rappresentanza. La rappresentanza della societ di fronte ai terzi ed in giudizio spetta al presidente del consiglio d'amministrazio ne e, in via di- sgiuntiva rispetto a quest'ultimo, separata mente ai singoli ammi- nistratori delegati eventualmente nomi nati dal consiglio d'ammini- strazione, nei limiti dei poteri a questi ultimi attribuiti. La rappresentanza spetta, inol tre, disgiuntamente al consigliere al quale il consiglio di amministrazione abbia affidato l'incarico per il compimento di una specifica operazione. TITOLO XIII CONTROLLI Articolo 47) Collegio sindacale e controllo contabile. Il collegio sindacale deve essere nominato solo nei casi previsti dalla legge (articoli 2543, comma 1, e 2477, commi 2 e 3, del co- dice civile). E' in ogni caso obbligatoria la nomina del collegio sindacale quando la societ emette stru menti finanziari non parte- cipativi. Il collegio sindacale, ove nominato, si compone di tre sin daci ef- fettivi e due supplenti, nominati dall'assemblea dei soci, e che sono rieleggibili. Il presidente del collegio sindacale nominato dall'assemblea. Ove necessario ai sensi di legge, ovvero quando volontaria mente nominato dai soci, il collegio sindacale esercita an che il con- trollo contabile se all'uopo non stato nominato un re vi so re se- condo quanto infra. Tutti i sindaci devono essere revisori contabili, iscritti nel re- gistro istituito presso il Ministero della Giustizia. Articolo 48) - Revisore contabile Qualora la societ no mini per il controllo contabile un revisore, questi de ve essere iscritto al registro istituito presso il Mi ni- stero di Giu stizia. Si applicano al revisore tutte le norme previste per lo stes so in materia di societ per azioni. Il compenso del revisore determinato dai soci all'at to del la no- mina per l'intero periodo di durata del suo uffi cio. Qualora i soci nel procedere alla nomina non abbiano deciso diver- samente, l'incarico ha la durata di tre esercizi, con scadenza al- la data di decisione dei soci di approvazione del bilancio relati- vo al terzo eserci zio dell'incarico. L'incarico pu essere revocato con decisione dei soci. Il revisore svolge funzioni di controllo contabile sul la so ciet; si applicano le disposizioni contenute ne gli arti coli 2409 - ter e 2409 - sexies c.c. Il revisore tenuto a redigere la relazione prevista dall'artico- lo 2429, comma secondo c.c. TITOLO XIV NORME FINALI Articolo 49) Scioglimento e liquidazione della societ. La societ si scioglie per le cause indicate agli articoli 2522, comma 3, 2545-duodecies e 2484 del codice civile, e negli altri casi previsti dalla legge e dal presente statu to. In tutte le ipotesi di scioglimento, l'organo amministrativo deve effettuare i relativi adempimenti pubblicitari entro trenta giorni dal loro verificarsi. A seguito del verificarsi di una causa di scioglimento, as sume- ranno la carica di liquidatori, salva diversa decisione dei soci, gli amministratori in carica al momento dello scioglimento. In ca- so di pluralit di liquidatori, gli stes si costituiscono un colle- gio di liquidazione, il cui funzio namento regolato dalle norme di legge e statutarie relati ve al consiglio di amministrazione, in quanto compatibili. La rappresentanza della societ spetter con- giuntamente a tutti i liquidatori. Resta fermo, in ogni caso, l'obbligo di pubblicit della no mina dei liquidatori, ai sensi di legge. I liquidatori hanno il potere di compiere tutti gli atti utili per la liquidazione della societ, e potranno anche cedere l'azienda sociale, o rami di essa, ovvero singoli be ni e diritti, o blocchi di essi; potranno altres compiere gli atti necessari per la con- servazione del valore dell'im presa, ivi compreso l'esercizio prov- visorio, anche di singo li rami, in funzione del migliore realizzo. Restano salve, per quanto occorrer possa, le competenze dell'as- semblea dei soci, di cui all'art. 2487 del codice civile. F.to Wilson Walter Mckay F.to Pizzone Domenico F.to Ganci Saverio Sigillo F.to Giuseppe Antonio Michele Trimarchi Notaio