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COMUNICAZIONE: una grande storia

Prima lezione
prof. Dario Edoardo Vigan

Storia della comunicazione


La storia delluomo pu coincidere con la storia delle trasformazioni dei suoi strumenti comunicativi.

Indagare modalit e caratteristiche di questa duplice e parallela evoluzione conduce a individuare una correlazione strettamente vincolante, causale, tra ci che luomo e come luomo comunica (D. E. Vigan, La musa impara a digitare, LUP 2009).
M. Baldini: i media, attraverso i quali gli uomini comunicano, influenzano la loro lingua, il loro modo di pensare e anche, direttamente e indirettamente, le societ in cui essi vivono (M. Baldini, Storia della comunicazione, in Dizionario della Comunicazione, Carocci 2009). Obiettivo delle lezioni quello ripercorrere brevemente il passaggio dal mondo delloralit primaria allo scenario dei digital media.

Tre rivoluzioni e quattro culture Storia della comunicazione


Tre importanti rivoluzioni nella storia della comunicazione:
1. rivoluzione chirografica (con linvenzione della scrittura); 2. rivoluzione gutenberghiana (con linvenzione della stampa); 3. rivoluzione elettrica telegrafo). ed elettronica (dallinvenzione del

Si possono distinguere quattro tipi di culture, di et o epoche della comunicazione, che si sono succedute alla luce dei vari strumenti di comunicazione utilizzati.

Tre rivoluzioni e quattro culture Storia della comunicazione


Quattro culture o epoche della comunicazione:

a) cultura orale o epoca delloralit;


b) cultura manoscritta (chirografica) o epoca della scrittura; c) cultura tipografica o epoca della stampa; d) cultura dei media elettrici ed elettronici o epoca dei media elettrici ed elettronici. Si parla oggi dellavvento di una nuova epoca, lepoca dei digital media.

Conseguenze di queste rivoluzioni: rapidit di circolazione delle informazioni e costi sempre pi bassi. Rivoluzioni succedute con ritmi sempre pi ristretti.

Apocalittici e integrati
M. Baldini: Ogniqualvolta si verificata una delle rivoluzioni [] gli uomini si sono divisi in due fazioni, luna contro laltra armata: da un lato quella degli apocalittici e dallaltra quella degli integrati (M. Baldini, in Dizionario della comunicazione). Richiamo a U. Eco, Apocalittici e integrati, Bompiani, 1964. N. Postman: tanto gli apocalittici quanto gli integrati sono zelanti profeti con un occhio solo: ogni tecnologia al tempo stesso un danno e una benedizione; non luna cosa o laltra, luna cosa e laltra (N. Postman, Technopoly. La resa della cultura alla tecnologia, Bollati Boringhieri 1993). Primo apocalittico Platone, che nel Fedro riconosce come la scrittura avrebbe cambiato la mente degli uomini: lalfabeto nuocer alla memoria e creer un falso sapere.

Due questioni teoriche


1. Ogni innovazione tecnologica ridisegna le modalit di presenza dei media gi esistenti.

Un nuovo medium segue una modalit di diffusione nel tempo non regolare. Si passa infatti da una rapida crescita iniziale, a una fase di assestamento, fino allesaurirsi della carica di novit tecnologica.
Lavvento di un nuovo medium non comporta la fine dei media precedenti. Cambiano gli equilibri, viene ridefinita la collocazione, ma nessun medium viene meno. W. J. Ong: Oggi si sente dire che i libri sono finiti, che radio e televisione li hanno rimpiazzati. Ebbene, chiunque pensi a ci ben lontano dalla realt []. Il nuovo medium non elimina quello vecchio, daltra parte questultimo non pi lo stesso di prima.

Due questioni teoriche

Due questioni teoriche


2. Rivoluzione antropologica: Un secondo guadagno teorico la consapevolezza che linnovazione tecnologica comporta anche una rivoluzione a livello antropologico.
Es. La scrittura, la Rete, Internet. Le rivoluzioni tecnologiche nel mondo della comunicazione si sono susseguite raccorciando in maniera esponenziale il tempo (innovazione tecnologica dei media elettronici, la rivoluzione permanente).

Loralit
Nella cultura orale (oralit primaria) il sapere, la tradizione, si fondano sulla memoria (attraverso dispositivi memorabili). a) Il sensorio predominante nella cultura orale lorecchio. Le culture non-letterate sono caratterizzate da una prepotente tirannia dellorecchio sullocchio (M. McLuhan) e da una gerarchia dei sensi differente rispetto a quella attuale. Nella Bibbia esiste un primato (di tipo teologico) del verbo ascoltare rispetto al verbo vedere: luomo biblico per antonomasia luomo dellascolto. Luomo come ascoltatore di Dio, impegnato di fronte ai comandamenti. Ascoltare come obbedire. La rivelazione di Dio nellA.T. soprattutto oggetto di ascolto.

Caratteristiche
b) La cultura orale privilegia luso della paratassi, la costruzione del periodare basato sulla coordinazione (e) mentre in una cultura tipografica, dove domina la scrittura, le congiunzioni sono sostituite da subordinazioni. c) La ripetizione: la necessit di non perdere laggancio con lascoltatore e la possibilit per loratore di pensare mentre il discorso procede. d) Lo stile agonistico: uno stile agonistico per occasioni di battaglie intellettuali e verbali. Sfide con indovinelli o proverbi. e) Una cultura conservatrice e tradizionalista: refrattaria a ogni innovazione, alla sperimentazione intellettuale.

Caratteristiche
f) Una cultura omeostatica: vista la difficolt di tramandare la cultura solo attraverso la memoria, si fa una selezione; si ricorda solo quello che si pu collegare con il presente.

g) La poesia: la poesia epica, recitata da cantori di professione (gli aedi) oppure da anziani, adulti, dalle famiglie, per conservare la memoria, il patrimonio culturale.

Nella Grecia arcaica i poeti avevano un compito soprattutto pedagogico, erano gli educatori.
Omero, con lIliade e lOdissea, stato definito il maggiore educatore della Grecia.

Ambito: D. Marucci, La poesia. Nascita e funzioni, in Dizionario della comunicazione; Focus: G. De Veris, Cultura orale e civilt della scrittura, in Dizionario della comunicazione.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Testi di riferimento: D. E. Vigan, Dizionario della comunicazione, Carocci, Roma 2009:

Approccio: M. Baldini, Storia della comunicazione, pp. 21-37.


Focus: D. Marucci, Poesia. Nascita e funzioni, pp. 38-43. Focus: G. De Veris, Cultura orale e civilt della scrittura, pp. 43-46. Approfondimenti: M. Baldini, Storia della comunicazione, Newton Compton, Roma 1995. W. J. Ong, Oralit e scrittura. Le tecnologie della parola, Il Mulino, Bologna1986.

N. Postman, Technopoly. La resa della cultura alla tecnologia, Bollati Boringhieri, Torino 1993.
D. E. Vigan, La musa impara a digitare. Uomo, media, societ, Lateran University Press, Roma 2009.

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